Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: rocchi68    19/01/2020    1 recensioni
Dawn era convinta, anche a distanza di anni e con una situazione non proprio rosea, che la sua fosse stata una scelta ben ponderata.
Aveva riflettuto a lungo prima di scegliere la sua futura meta scolastica. Aveva girato almeno una dozzina di licei se per questo e con un po’ di fatica i suoi desideri e le sue speranze si raccolsero tutte nello stesso liceo.
Il facile era stato cancellare quegli ambienti, classico e linguistico, che non rientravano nelle sue corde e di cui aveva un’immagine piuttosto negativa. D’artistico o tecnico non aveva nulla tra le mani e pertanto, affascinata dalle sue materie e dalle immense possibilità future, aveva virato sullo scientifico.
Come se la scelta della scuola fosse così importante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Beverly Frost sapeva che quel gioco era assai rischioso.
Si stava fingendo una persona che non era e che mai sarebbe riuscito a imitare. Vi erano troppe ambiguità in quel carattere virtuale che si era incollato addosso e che faticava ancora a decifrare.
Spesso aveva rischiato di scivolare maldestramente, facendo fuoriuscire il suo vero essere e mostrandosi, anche davanti a Dawn, come il manipolatore che cercava di celare.
Quella mattina, impegnato in uno dei tremendi quiz di Chef, non era riuscito a pranzare con la sua Dawn e ciò l’aveva spinto a riflettere.
Si stava rendendo conto che erano su due strade divergenti e che lei sembrava più propensa a sorridere e a salutare quel Scott che aveva retto il suo sguardo di sfida. Poteva davvero essere geloso di uno che si comportava e parlava nello stesso identico modo del personaggio che lui imitava con tanta debolezza?
E un dubbio improvviso lo colse.
Il tizio cui aveva fregato il profilo poteva essere lui.
A una prima occhiata e soffermandosi sui problemi che aveva risolto da dietro un monitor, gli pareva impossibile, ma ad allineare le varie informazioni, ecco che si sentiva abbastanza vicino alla risoluzione.
Scott era il moderatore della chat di cui Dawn aveva fatto parte fino a qualche mese prima.
Un brivido gli salì lungo la schiena e lo portò a tremare.
Non era più una questione di sé, ma quando l’avrebbe scoperto. La ragazza non era stupida e presto ci sarebbe arrivata. L’unica curiosità proveniva dal rosso.
Perché lui non aveva spifferato ciò che sapeva?
Non era così difficile uscire allo scoperto, descrivere pazientemente la chat e distruggere in pochi secondi la sua messinscena.
Sempre che i suoi sospetti fossero fondati.
Di certo non poteva affrontarlo a brutto muso e pretendere che rimanesse in disparte: se era all’oscuro della faccenda, ciò avrebbe soltanto confuso Dawn e l’avrebbe portata a credere che ci fosse qualcosa di poco chiaro nella loro relazione.
Purtroppo, calcolata al contrario, quella era una confessione in piena regola e avrebbe consegnato una sicurezza schiacciante a quell’odioso individuo.
Come poteva muoversi in una circostanza simile?
L’unica possibilità era di restarle attaccata e non appena Scott si fosse avvicinato a loro, di costringerla a ignorarlo.
Era un piano alquanto elementare, ma assai instabile.
Per continuare quello sciocco teatrino, doveva provare, se possibile, a diventare l’ombra dell’ingenua Dawn, sperando che, passata la Maturità, Scott se ne andasse in un Università molto lontana.
Doveva solamente reggere fino a fine giugno.
 
Rimasto sul tetto dopo essersi sbilanciato troppo, Scott sentiva che era solo questione di tempo. Era stanco di mantenere quella facciata che non portava ad alcun risultato utile.
Tutti avevano bisogno di essere felici e lui lo era quando discuteva liberamente con Dawn.
Poteva esistere per una vita intera senza cullarsi più in una gioia simile?
Era impossibile rimanere indifferenti a una lezione simile.
E la gita che si stava avvicinando a rapidi passi, gli ricordava che tra pochi giorni, avrebbe ottenuto la sua vendetta, anche se in quel round Beverly gli sembrava molto più accorto.
Marcava stretto Dawn, la seguiva ovunque, ma in questo modo non avrebbe ottenuto nulla di concreto.
Il povero muto stava sbagliando una mossa dietro l’altra e quando la sincerità poteva portarlo alla vittoria, ecco che aveva preferito continuare a masticare quella tecnica spregiudicata.
Non l’avrebbe più lasciata sola.
Ma questo era solo il suo pensiero.
Perché Dawn non poteva allontanarsi e pretendere di conoscere in anticipo il segreto che continuava a mantenere con tanto coraggio. Se si comportava in quel modo, era solo per non rovinarle la gita e per farle costruire dei bei ricordi con gli altri compagni.
Come poteva andare lì, rivelarle la verità e farle passare un’intera settimana nel più atroce dei dubbi?
Nessuno poteva essere così malvagio.
Sua sorella Alberta era stata sufficientemente chiara e, alla vigilia della gita, gli stava spiegando una delle lezioni più avanzate di Chef Hatchet che sarebbe culminata nell’ennesima liberazione di coscienza da parte di Scott.
“E aggiungendo questi due grafici, finisci il programma di quel pazzo.” Spiegò divertita, rileggendo i suoi vecchi appunti e appoggiandoli sul tavolino del salotto.
“Non sembra così difficile.”
“Io mi chiedo ancora perché si metta a spiegare roba da universitari a dei semplici liceali.” Commentò acida, stringendosi nelle spalle.
“Perché si diverte a vederci affondare.”
“Ti somiglia.”
“Prego?”
“Una volta anche tu cercavi di sabotare gli altri.”
“Questo perché avevo i miei buoni motivi.”
“Tipo?” Chiese, fissandolo intensamente.
“Una classe che non concede nessuna possibilità a qualcuno che non conosce appieno, merita di essere punita.”
“Parli per esperienza?”
“Sai cosa intendo.”
“Immagino che le cose tra te e Dawn non vadano bene.” Sibilò la giovane, facendo sprofondare il fratello ancora di più nel divano.
“Siamo nel più orribile degli equilibri. Un tempo, però, non era così e si confidava liberamente con il suo amico virtuale.”
“Hmm?”
“Semplicemente ero moderatore in una chat e lei seguiva i miei consigli.”
“Perché non me ne hai parlato?” Domandò seccata.
“Perché era un segreto e poi ci sono tante cose che non ti ho mai detto.”
“Per esempio?”
“Il motivo per cui Dawn mi odiava, il perché mi sia trattenuto dal raccontarle la verità e altre cose simili.”
“Continui a scriverle?”
“Sospetto, e forse mi sbaglio, che il suo attuale fidanzato mi abbia fregato il ruolo e lei non si è minimamente accorta del cambiamento.”
“E tu sei rimasto zitto.” Ringhiò sommessamente.
“Volevo vedere se era felice e per un periodo anch’io mi sentivo soddisfatto.”
“E cosa sarebbe cambiato?”
“Lei è cambiata.”
“Puoi spiegarti meglio?”
“Mentre io ho migliorato la media, lei ha iniziato a crollare. Nell’ultimo mese fatico a ricordare una sola sufficienza.”
“Ahia!” Commentò preoccupata.
“L’unica cosa che è cambiata oltre la sua pessima media scolastica e il fastidio dei suoi genitori per questo crollo inspiegabile, è quel babbeo che la segue come un cagnolino. Io non pregiudicherei il suo studio e il suo futuro, ma al contrario vorrei che facesse del suo meglio.”
“Così facendo, anche tu la seguiresti come un cagnolino.” Replicò divertita.
“Ma non le permetterei mai di finire così.”
“Che cosa manca ancora?”
“Tempo fa non avrei avuto grossi problemi a fingere disinteresse. Magari con Duncan e Courtney può anche funzionare, tanto ci sono abituati, ma con lei faccio una fatica indescrivibile. Non riesco a vederla ridotta così male. Lei non è la Dawn che ho conosciuto. Lei non lasciava nessuno indietro. Parlava con Gwen, discuteva con Brick, ma per tutti aveva cinque minuti di tempo. Da quando sta con Beverly, è cambiata in peggio.”
“Forse sei solo affrettato e la giudichi con sguardo critico.”
“Ora ignora i suoi amici, quelli per cui ha tanto lottato e non dà spiegazioni. È un attimo ritornare nella solitudine e con tutta la fatica che abbiamo fatto, non lo sopporterei mai.”
“Lo fai solo perché t’infastidisce il fallimento?”
“Io non ho nulla da perdere o da guadagnare: è solo lei quella che ha tutto da rimetterci. Io non posso perdere l’amicizia di Brick, la vicinanza di Zoey o i consigli di Jo…alla fine non ne ho mai ricevuti.”
“Solo perché non hai usato il cuore.”
“Prego?”
“Finora hai usato solo un pizzico del tuo cuore: perché non lo usi tutto?”
“Io…”
“È più difficile essere così ambigui, piuttosto che lasciarsi andare. Basta poco, la fai sorridere, ti sbilanci con la comunità, lasciando trasparire tutte le tue incertezze e poi lascerai che sia il tuo cuore a parlare.” Sospirò, dandogli una leggera scrollata.
“Potrei giurare di averlo sempre fatto, ma non ne avrei la certezza. Grazie comunque.”
“Una famiglia è fatta per sostenersi nel momento del bisogno e, dopo tanti anni, è giusto che ti aiuti a sistemare i tuoi casini.” Bofonchiò divertita, accendendo la televisione, mentre il fratello prendeva il giubbino per farsi un’ultima passeggiata prima di rientrare.
 
Non aveva troppa voglia di allontanarsi.
Solitamente avrebbe passeggiato per il giardino, concedendosi magari una capatina nel garage dove Alfred stava controllando la vettura, ma quel pomeriggio aveva deciso di superare l’austero cancellone grigio che lo divideva dalla vita comune.
Il tempo, purtroppo, non gli concedeva di allontanarsi troppo e, senza ombrello, rischiava un bel bagno, cosa che avrebbe fatto imbestialire sua sorella che sarebbe stata capacissima di stracciare l’ultima ricerca perfezionata di Chef.
Si accontentava di sgranchirsi le gambe lì intorno, stiracchiandosi gli arti indolenziti e riflettendo su alcuni progetti che i suoi genitori avevano esposto. Difficilmente avrebbe accontentato suo padre e, anzi, se possibile, avrebbe fatto di tutto per remargli contro. Se era rimasto invisibile ai suoi occhi per tutto quel tempo, tanto valeva ignorare i suoi messaggi e i suoi ordini, replicando disinteressato e lasciando a sua sorella il compito di declinare con garbo.
Inspirato profondamente, si domandò se i suoi affari erano così in bilico come andava raccontando.
A ben pensarci piuttosto di sapere qualcosa delle varie alleanze politiche del vecchio, era pronto anche a svignarsela in qualche angolo remoto del loro stato.
Di sicuro, ne era convinto in una misura tale che ne sarebbe rimasto deluso, nessuno avrebbe potuto urtargli il sistema nervoso come suo padre. Sempre che non si trattasse, e questa eccezione arrivò solo quando se lo ritrovò davanti, del suo rivale, artefice di una gelosia che non riusciva a trattenere.
“Stai lontano dalla mia ragazza, Scott.” Esordì subito Beverly, fissandolo storto e pretendendo che seguisse il suo ordine.
“Stavo giusto per chiedermi chi avrebbe rovinato il mio pomeriggio ed ero pronto a massacrare Duncan, ma la tua avanzata trionfale mi ha bloccato.”
“Pensi di essere simpatico?”
“Poi mi sono chiesto cosa volessi, ma mi hai anticipato.”
“Non mi ripeterò di nuovo.”
“Perché dovrei dare ascolto a uno come te, Beverly? Tu non hai nessun diritto di ordinarmi qualcosa o di precludermi qualche obiettivo.”
“E tu non hai il diritto di rovinarmi la vita.”
“Stiamo parlando della tua felicità o del tuo egoismo?” Replicò infastidito, dandosi dello stupido, dato che stava discutendo animatamente con un muto.
“Se affondo, tu mi verrai dietro.”
“Ne sei sicuro Beverly? Vuoi sapere una storiella divertente? Il tuo –affondo- non è nemmeno lontanamente immaginabile al baratro in cui io sto vivendo. Per la posizione che occupi, mi dà fastidio perfino il Sole, ma se tu preghi di vedermi crollare, beh sappi che non c’è nessuna possibile scappatoia e allora sarai tu a seguirmi all’Inferno. E quando accadrà l’inevitabile, sarà solo la tua famiglia a incolparti.” Ringhiò, facendolo tremare.
“Io…io non ho paura di te.” Balbettò preoccupato, cercando di recuperare un minimo di coraggio.
“E poi si può sapere che cosa vuoi da me? Io non ho mai mostrato chissà quale interesse per Dawn, sempre che tu non stia nascondendo qualcosa e non abbia la coda di paglia. In tal caso anche una sola occhiata, può esserti sufficiente per dubitare di tutti. Ma se dubiti di chiunque, ciò significa che non hai la coscienza pulita e che nascondi qualcosa di marcio.”
“Che vuoi dire?”
“Sei stato sincero con Dawn? Per quanto tu possa odiarmi, lei sa che sono un tipo molto enigmatico, da evitare se possibile, e che alcuni segreti, è meglio tenerli nascosti.”
“Che cosa le hai detto?”
“Le ho solo detto ciò che sono: un idiota che non ne fa mai una di giusta.”
“Non ti credo.”
“Lei ha imparato presto la lezione ed io tengo molto alla sua felicità.”
“Se vuoi la sua felicità, allora le devi stare lontano.”
“Come puoi dirlo?”
“Lei è felice solo quando sta con me.”
“È felice o credi che lo sia?”
“Lo so e basta.”
“Se sei così sicuro delle tue doti e non temi di fallire, credo che tu possa accettare questa semplice scommessa.”
“Quale scommessa?”
“Lascia che c’incontriamo per risolvere le nostre divergenze. Ti chiedo solo un pomeriggio, forse è sufficiente anche mezzora, e poi sarà liberissima di volare da te. Fatte le giuste considerazioni, riflettuto per bene, poi lei crederà che io sia un bastardo, se è questo cui speri, e tu l’avrai per sempre.”
“Io…”
“Non rifiutare subito. Ci sono più probabilità che sia tu a spuntarla che un bugiardo come me. Lei sa bene che sono un truffatore incallito e potrebbe prendere le mie confidenze come una trappola.”
“Non voglio scommettere con te.”
“Pensavo che concederti un vantaggio potesse spingerti ad abbassare la guardia, magari conscio che un crollo è dietro l’angolo.”
“Non mi fido di te.”
“Non accetti la mia proposta solo per mancanza di fiducia?”
“Anche per questo.”
“Per quelli che non sanno correre il rischio, non resta che vivere nell’ombra e avere sempre paura.”
“Che cosa stai insinuando?”
“Per quanto poco conosca i miei compagni, loro hanno il mio rispetto e non si nasconderebbero come dei vili codardi. Tu, invece, che provi a sembrare un qualcuno che non sarai mai, ferendo ciò che di più caro hai in questo momento, meriti solo il mio odio e il mio disprezzo.” Ringhiò, superando il ragazzone e tornandosene ai suoi impegni, consapevole che, per una volta, non poteva e non doveva fallire in nessun modo.







Angolo autore:

Mi scuso se son rimasto assente per tutto questo tempo, ma il primo finale della storia non mi piaceva molto e ho optato per un cambio.

Ryuk: Il problema è che è difficile costruire un determinato finale quando la storia sembra andare verso una certa direzione.

Abbiamo dovuto rileggere tutto quanto, vagliare le diverse ipotesi e, forse, ora siamo soddisfatti.
Scusate ancora per questo ritardo.

Ryuk: Piccola nota a margine...stiamo pensando di pubblicare le prossime storie su altro sito. EFP sta diventando un mortorio, peggio del mio mondo.

Dato, però, che avevamo un progetto da terminare, rimaniamo qui fino all'ultimo.
Deciderò poi se continuare qui, andare su Wattpad (sito che rappresenta la mia primissima scelta) o avventurarmi su qualche altro sito.
Seguiranno aggiornamenti.
A presto!
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: rocchi68