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Autore: lunadivergente21dw    19/01/2020    2 recensioni
In seguito agli avvenimenti di Vienna Tony crea la sua squadra e nel farlo opta per nuovi membri, uno ovviamente è Peter Parker.
Poi c'è Amelia, che Tony vede come una figlia.
Amelia ha dei poteri particolari e quando Tony chiede il suo aiuto lei non si tira indietro.
Avrebbe aiutato Tony a qualunque costo, o almeno così credeva, perchè quando degli occhi di un azzurro ipnotico cominciano a tormentarla qualcosa dentro di lei scatta.
Genere: Comico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Nuovo personaggio, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Le settimane passarono e gli allenamenti aumentarono.

Amelia fu sollevata quando un giorno Natasha la prese da parte e cominciò ad insegnarle come lottare "da vere donne, non come dei giganti alti cinque metri".

Quelle erano state le sue testuali parole e aveva indicato tutta la parte maschile della squadra, ricevendo degli sguardi offesi da tutti i presenti e una risatina da Wanda.

Da quel momento aveva cominciato a passare molto più tempo con Nat durante gli allenamenti, anche se il suo stile di combattimento non sembrava migliorare molto in confronto a quello della ex spia.

In compenso, tutti sembravano apprezzare i suoi poteri e gli allenamenti con Wanda andavano a gonfie vele.

Riusciva a controllarli meglio e ad usarli in modi più utili oltre che a fare scherzi a Peter.

Anche se non era pronta a rinunciare a questi ultimi.

-Spiegami di nuovo perché stai preparando una torta nella mia cucina se poi io non posso mangiarla- ripeté Peter per l'ennesima volta mentre Amy controllava la torta nel forno.

-Oh, sai com'è… Appena preparo qualcosa nella cucina degli Avengers non posso girarmi un attimo che qualcuno l'ha già mangiata.- mentì lei sorridendo.

I suoi pensieri tornarono a Bucky.

 

Mi devi una torta al limone.

 

Probabilmente lui lo aveva detto solo per scherzo ma questo non la avrebbe fermata.

Da quando avevano parlato e chiarito quel che c'era da chiarire Amy si sentiva molto meglio e viveva le giornate nella sua nuova casa con più leggerezza.

Certo, l'ex soldato non aveva cominciato a parlarle  in modo logorroico come aveva sperato, in effetti non parlava quasi mai quando era in mezzo agli altri…

Però aveva notato dei piccoli cambiamenti nel suo atteggiamento, come un sorriso quando la vedeva, delle risatine silenziose quando lei e Steve si prendevano in giro a vicenda e le presenze sempre più frequenti durante i pasti, dove non parlava ma ascoltava ogni discorso, da quelli sui raggi gamma di Bruce a quelli sui biscotti di Sam, ascoltava con interesse persino i racconti di Clint e Natasha su Budapest (Quelli Amy li odiava perché ogni volta si tenevano tutti i dettagli per loro e nessuno capiva cosa fosse successo realmente in quella benedetta città).

-E cosa ti fa pensare che io la lascerò intatta?- chiese Peter mentre mangiucchiava una mela.

Amy gli lanciò un'occhiata truce e poi guardò la mela intensamente per raffreddarla un pochino.

Quando Peter la masticò, strillò e la lanciò contro la finestra, finendo per romperne il vetro.

-Ma cosa ti salta in mente?!? Lo sai che ho i denti sensibili!-

Lei lo guardò seria per qualche secondo ma poi una risata le sfuggì dalle labbra e non riuscì più a fermarsi.

Tra tutte le reazioni che si sarebbe aspettata, lo strillo e la lamentela sui denti sensibili non erano nemmeno tra le ultime.

Peter alzò gli occhi al cielo. -Zia May mi ucciderà.- Disse guardando la finestra mentre cercava di ignorare le risate che riempivano la cucina. -E smettila di ridere.-

-Spiderman. Punti di forza: agilità, super forza e ragnatelamenti. Punti deboli: denti sensibili.- disse Amy tra le risate. -Potrei scriverci un blog.-

Lui cercò di opporsi al sorriso che si stava allargando sul suo viso. -Non venderesti ai nemici tutte le mie informazioni così facilmente- rispose lui facendola ridere di nuovo.

La porta dell'appartamento si aprì proprio quando il din del forno avvisò Amy che la torta era pronta.

-Hey zia May, come va?-

-Fa freddo qui dentro, non avete acceso il riscaldamento?- chiese lei per poi posare subito gli occhi sulla finestra. -Cosa diam..-

-Non è colpa di Peter, poverino.Non riesce a controllare la sua forza...- affermò Amy con un sorriso mentre metteva la torta in un contenitore.

Si infilò giacca e berretto. -Io devo andare, dirò a Tony della finestra, okay?-

-Me ne occupo io- disse una nuova e voce.

Amy si voltò e sorrise. -Hey Happy!- sorrise all'uomo e si girò verso Peter per vedere la sua espressione.

"Non vedo l'ora di assistere al matrimonio"

Peter la fulminò con lo sguardo. "Mia zia non si sposerà con Happy."

"Continua a raccontartela" 

"Non devi tornare da Barnes?"

Lei gli tirò un ciuffo di capelli mentre gli passava accanto per raggiungere la porta. -Ci si vede!-

May e Happy la salutarono mentre Peter le rivolse un ultimo sorriso divertito.

Amy scosse la testa mentre scendeva le scale del palazzo e cominciò a camminare nell'aria serale mentre il sole cominciava a tramontare tra i palazzi, lasciando al suo posto un cielo blu scuro e qualche nuvola solitaria.

Non riuscendo a trovare parcheggio lì intorno era stata costretta a lasciare la macchina tre isolati più in là.

Certo avrebbe potuto teletrasportarsi con il suo "cerchio magico" (come aveva deciso di chiamarlo) ma ancora non si fidava ad usarlo, temeva di ritrovarsi al polo nord o nel triangolo delle bermude e di non riuscire più a tornare indietro.

Mentre camminava guardò con nostalgia le lucine di Natale che riempivano le strade e le vetrine dei negozi.

Le persone intorno a lei sembravano indaffarate ma felici.

Amelia conosceva quella dolce sensazione.

Girare l'intera città per cercare il regalo perfetto.

Comprare tutti gli ingredienti per i biscotti da mangiare insieme a famiglia e amici davanti al camino.

Girare per le stradine del parco insieme ad Ilenia, con una tazza di cioccolata fumante tra le mani e il naso all'insù, impegnate ad ammirare le luci di Natale che correvano da un albero all'altro.

Si fermò bruscamente e le persone dietro di lei quasi le andarono addosso.

Si scusò velocemente e imboccò una via secondaria, non avrebbe sopportato la vista di altre persone felici ancora per molto, per quanto possa sembrare crudele.

Era già a metà quando si accorse che quello era un vicolo cieco.

-Complimenti Sherlock.- Disse a se stessa mentre si girava per tornare indietro.

Proprio in quel momento un gruppo di uomini poco più grandi di lei uscì dalla porta sul retro di qualche strano locale.

La prima cosa che le venne in mente di fare fu quella di fermarsi, ma sapeva che era una cosa stupida quindi si tirò su il cappuccio e optò per superarli facendo finta di niente.

Mentre si avvicinava nessuno sembrò notarla, tanto erano intenti a parlare o a concentrarsi sulle bottiglie che avevano in mano.

Sorrise soddisfatta quando li superò, ma due secondi dopo si sentì tirare per il polso.

L'uomo le sorrise. -Ciao, dove stavi andando?-

Lei alzò le sopracciglia, assumendo un'espressione sarcastica e represse l'impulso di liberarsi subito dalla presa ferrea che l'uomo aveva sul suo polso.

Finse un sorriso di scuse. -Sono davvero in ritardo, potresti lasciarmi il polso per favore?-

Lui ricambiò il sorriso. -In cambio di una buona compagnia?- Le offrì la bottiglia che aveva in mano.

Amy cercò di non perdere la calma.

Lanciò uno sguardo al resto del gruppo, che stava osservando la scena sghignazzando leggermente.

Posò di nuovo lo sguardo sul giovane uomo davanti a lei e sforzò un nuovo sorriso.

-Oh come mi piacerebbe… Ma come ho detto prima, sono davvero in ritardo. Il mio ragazzo mi sta aspettando qui vicino- disse la prima cosa che le passò per la mente, pensando che sarebbe bastata per convincere l'uomo a lasciarla andare.

Lui per tutta risposta le strinse di più il polso. -Una bella ragazza come te doveva per forza avere il ragazzo, che peccato- disse avvicinandosi di un passo verso di lei.

Fece una smorfia sentendo la puzza di birra che emanava quel tipo e alzò gli occhi al cielo per quanto era cliché la situazione in cui si era cacciata.

Doveva per forza girare in quel vicolo buio.

Se c'era una cosa che Batman avrebbe dovuto insegnarle era di non entrare in vicoli bui e solitari.

Ma eccola lì.

Non dare mai il primo colpo, cerca di schivare invece.

La frase di Steve le risuonò nella testa e lei era pronta, stava solo aspettando la mossa sbagliata dell'uomo.

Come se le avesse letto nel pensiero lui cercò di attirarla a sé e di afferrarla per il colletto della maglietta ma grazie all'allenamento costante delle ultime settimane i riflessi di Amelia risposero prima, sorprendendo anche lei.

Con la mano libera gli afferrò il braccio e lo torse velocemente facendo girare l'uomo di scatto, poi lo colpì al retro delle ginocchia guadagnando un lamento di dolore prima di spedirlo a terra. 

-Chi ti ha insegnato le buone maniere? Avanti, scusati. Non dovresti trattare così una donna.-

Ad una risposta molto colorita nei suoi confronti, Amelia finse un'espressione offesa.

-Come scusa?- domandò afferrando anche l'altro braccio e premendo la schiena dell'uomo con un piede, complimentandosi con se stessa per aver scelto degli scarponcini invece delle solite scarpe da ginnastica.

Insomma, se la sarebbe cavata anche con quelle ma i tacchi degli scarponcini stavano aiutando a provocare un po' di dolore in più al verme che stava schiacciando a terra.

Lui si lamentò di nuovo per il dolore. -Aiu...tatemi.- disse piano, rivolto al resto del gruppo.

Amy guardò gli altri e cercò di non ridere quando notò le loro espressioni a metà tra la sorpresa e lo spavento.

Cinque uomini grandi e grossi avevano paura di lei.

La cosa non durò a lungo, anche i loro cervelli inebriati dall'alcol erano riusciti a fare due conti e a capire che loro erano avvantaggiati dalla maggioranza numerica quindi uno ad uno si fecero avanti, ancora incerti su cosa fare.

Amy mollò la presa sull'uomo sotto di sé non preoccupandosene più di tanto, ubriaco com'era avrebbe fatto fatica ad alzarsi comunque.

Nei cinque secondi successivi tutto fu molto confuso, se qualcuno avesse osservato la scena da fuori avrebbe visto solo braccia andare di qua e di là mentre il gruppo di uomini cadeva uno ad uno.

Amelia non sapeva nemmeno come riuscisse a mantenere il sangue freddo, nemmeno si accorgeva di quello che faceva, il suo corpo rispondeva da solo.

Abbassati. 

Schiva. 

Colpisci. 

Spostati. 

Allarga la mano. 

Colpiscigli il mento. 

Piega. 

Ruota il busto. 

Solleva il gomito. 

Calcia. 

Ginocchiata sulla fronte e spostati ancora.

Era quasi come una danza dove lei doveva rimanere in piedi e prevalere sugli altri ballerini.

Di certo non era aggraziata come Natasha, ma quelli non erano spie con addestramenti speciali, quindi poteva bastare.

Nat sarebbe stata comunque fiera di lei e quella era l'unica cosa alla quale riusciva a pensare mentre stendeva uno ad uno gli uomini che la circondavano.

All'improvviso qualcuno la afferrò per lo zaino e la strattonò, spedendola contro il muro dove sbattè il viso.

Si portò una mano al naso che aveva cominciato a sanguinare e si girò subito. 

Lo sguardo che aveva assunto doveva essere terrificante perché il suo aggressore fece qualche passo indietro.

-Se hai rovinato la torta che ho nello zaino sei morto.- disse a denti stretti, a metà tra il serio e lo scherzo ma prima che potesse occuparsi anche di lui qualcosa lo colpì spedendolo a terra, ricoperto di ragnatele.

Amy si girò subito e vide Spiderman a qualche metro da lei.

"Potevi chiamarmi prima" le disse attraveso la loro connessione.

Lei alzò gli occhi al cielo. "Me la stavo cavando da sola"

Peter guardò il resto del gruppo a terra. "Ho notato. Ma il mio senso di ragno mi ha fatto uscire di casa in fretta e furia e non potevo lasciare tutto il divertimento a te. Non eravamo una squadra?"

Amelia ridacchio e cercò di sistemarsi i capelli, ma ormai andavano da una parte all'altra e non c'era verso di tenerli buoni quindi si tirò di nuovo su il cappuccio che le era scivolato durante la lotta.

-Come hai fatto a cacciarti in questa situazione comunque? E i tuoi poteri dove sono finiti?-

-C'è una telecamera nell'angolo accanto alla porta- gli sussurrò incamminandosi  di nuovo verso la strada principale per poi ritrovarsi all'improvviso senza terra sotto i piedi.

-Ti do un passaggio alla macchina, tanto per essere sicuri- mormorò Peter.

Lei sbuffò fingendosi infastidita quando in realtà era felice di non dover camminare fino alla macchina, dato che d'un tratto si sentiva esausta, l'adrenalina l'aveva ormai abbandonata.

Peter se ne andò solo quando fu certo che fosse al sicuro nella sua macchina e solo perché in lontananza era partita la sirena della polizia, doveva andare.

Amy si guardò nello specchietto e si tamponò il naso con un fazzoletto per evitare nuove fuoriuscite di sangue, poi cercò di pulirsi il viso ma il sangue si era ormai rinsecchito.

Fece per dire qualcosa a se stessa quando qualcosa di rosso sul sedile posteriore attirò la sua attenzione.

Sbuffò  e tirò su lo specchietto sopra di sé con un tonfo, poi mise in moto senza dire niente.

Passarono diversi minuti durante i quali la macchina fu immersa in un silenzio tombale, ma alla fine l'ospite nel retro della macchina si decise a parlare.

-È rotto?-  chiese Tony, la voce resa metallica dall'armatura.

Lei osservò la luce rossa del semaforo e lanciò uno sguardo allo specchietto retrovisore, vedere l'armatura di Iron man con le braccia incrociate la divertiva ma cercò di mantenere un'espressione seria.

-No, sta solo sanguinando-

-Come fai a saperlo?-

-Non ha fatto crac- rispose semplicemente lei ripartendo allo scattare del verde.

-Non ha fatto crac.- ripeté Tony lasciando l'armatura e spostandosi sul sedile del passeggero in due secondi. -Hai mai pensato di fare il medico? Hai un grande potenziale.-

Amy sorrise leggermente. -In effetti sì. Il camice ha il suo fascino, non trovi?- domandò lei sperando in una risposta altrettanto sarcastica.

Tony abbozzò un leggero sorriso. -Di certo a me starebbe bene.- mormorò per poi tornare a guardarla seriamente. -Avresti dovuto chiamarmi.-

-Me la sono cavata, sai?- disse lei sorridendo entusiasta. -C'erano questi tipi che mi hanno circ...-

-Lo so.- la interruppe lui. -Ero al quartier generale e gli altri mi hanno detto che saresti dovuta arrivare a momenti. Poi hai tardato, quindi ho controllato la tua posizione. Mi hai fatto quasi venire un infarto quando ho visto che eri in un vicolo cieco da sola da più di cinque minuti, lo sai?- chiese interrompendo il discorso per lanciarle un'occhiata severa. -Quindi ero già per strada -anzi, per cielo perché io sono iron man e posso volare- ho controllato la videosorveglianza e ti ho vista scatenare una rissa con degli ubriachi e ho quasi avuto un altro infarto. Mi sono affrettato ma poi ho visto che è arrivato Peter quindi ho rintracciato la tua macchina per aspettarti e farti una ramanzina.-

Lei roteò gli occhi. -Prima di tutto: non credi di avere qualche problema con la mania del controllo? Secondo: non l'ho scatenata io la rissa. È stato quel tipo. Voi uomini non sapete comportarvi a modo, quindi ho dovuto dargli una lezione.-

-E ti sei rotta il naso.-

-Non è rotto!- esclamò lei. -Ha solo sanguinato un po', ormai ha già smesso.- mormorò poi, sapendo che non sarebbe servito a niente.

Tony era così: appena c'era qualcosa di cui preoccuparsi lui si preoccupava.

Dalla sua bocca continuavano ad uscire frasi sconnesse e senza senso, era come un fiume in piena. Amelia alzò gli occhi al cielo, non capendo una singola parola di quello che stava dicendo l'uomo accanto a lei.

-Vuoi andare più piano?- esclamò Tony tutta d'un tratto facendola sobbalzare.

Controllò la velocità, stava andando a meno di 50 km/h e aveva appena imboccato la strada per il quartier generale, che come sempre era vuota.

Rallentò comunque per non agitarlo più del dovuto, non voleva di certo fargli venire un attacco di panico in quel preciso momento.

-Tony...- chiese poi, esitando un po'. -Stai bene?-

Lui la guardò sconvolto. -Mi stai prendendo in giro ora??- chiese passandosi una mano sulla fronte e mormorando qualcosa al finestrino.

-Sì, insomma… A parte il quasi infarto che ti ho fatto prendere, va tutto bene? Pepper come sta?-

A quella domanda il silenzio calò di nuovo nella macchina e Amelia lanciò un'occhiata veloce a Tony, preoccupata.

-Non dirmi che avete litigato… Pepper è fantastica ed è incinta, lo sai che è più emotiva del solito!-

-Non abbiamo litigato- disse lui, sospirando. -Pepper sta alla grande.-

-E tu?- chiese mordendosi il labbro mentre parcheggiava nel garage del quartiere generale.

-Io? Alla grande… Insomma, sono felicissimo di diventare padre ma...-

Amy lo sapeva che si trattava di quello, quindi si slacciò la cintura e si girò del tutto verso di lui pronta a sentire le più profonde confessioni di Tony Stark.

-Ma?- chiese cercando di non sembrare troppo felice per il fatto che aveva deciso di sfogarsi proprio con lei.

-Ma poi avrò un altro bambino di cui preoccuparmi.-

-Tony... È il tuo primo bambino, ricordi?-

Lui scosse la testa. -No, c'è Harley. Che fa esperimenti pericolosi nel suo laboratorio. Peter, che ogni giorno si immischia in qualche pericolo mortale anche per salvare una paperella…- 

-Mi ricorda qualcuno…- mormorò Amelia.

Tony le lanciò un'occhiataccia. -E poi ci sei tu, che per la prima ragione che trovi minimamente giusta ti batti, immischiandoti in guai più grandi di te e facendoti male.-

Lo guardò sorpresa. -Cos-? Io non sono così!- esclamò offesa e dopo qualche secondo, sotto l'occhiata severa di Tony sospirò. -Dovresti essere orgoglioso, è sintomo di un carattere forte.-

Lui ridacchiò stancamente. -Certo...-

Amy sospirò e gli prese le mani tra le sue. -Non devi preoccuparti uomo di latta, per i primi tempi il bambino non farà altro che dormire, piangere e bere latte. Per quanto riguarda gli altri tre "bambini" devi stare tranquillo, sanno sempre cavarsela e questo lo sai bene. In più ti prometto che starò più attenta, non me ne andrò in giro da sola così spesso e ti chiamerò subito quando sono in pericolo-

Tony sembrò rasserenarsi dopo queste parole, o almeno il suo sorriso ne dava l'impressione.

-Cos'è questo profumo di limone?- chiese all'improvviso.

Lei si ricordò della torta e afferrò lo zaino. -Non ne ho idea!- esclamò scendendo dalla macchina e raggiungendo l'ascensore in fretta.

Tony la seguì, decidendo di non indagare oltre.

Amelia aveva intenzione di andare direttamente in camera ma Tony schiacciò il pulsante che portava alla cucina e al soggiorno per poi trascinarla fuori dall'ascensore, tentò di protestare ma lui aveva già attirato l'attenzione di tutta la squadra esclamando -Bruce, vieni. Amelia ha fatto rissa e le hanno rotto il naso!-

In due secondi Amelia si ritrovò circondata da alcuni degli avengers e alzò gli occhi al cielo.

Sapeva benissimo che Tony aveva già chiesto a Friday di scannerizzarla dalla testa ai piedi e che non aveva trovato niente di grave.

Questa scenata era solo un modo per punirla.

E infatti Tony le rivolse un sorriso divertito mentre si ritrovava a ripetere l'accaduto e a tranquillizzare tutti.

Poi Tony mostrò a tutti il video e lei rimase lì imbarazzata mentre tutti guardavano la registrazione.

Clint e Wanda continuavano ad urlare "colpiscilo" come se stessero guardando il "combattimento" in diretta, Natasha le scompigliò i capelli e le fece i complimenti per come li aveva stesi

E lei sorrise soddisfatta, ricevere complimenti da Nat era l'unico suo obiettivo, così con la scusa di ripulirsi lasciò la stanza e richiamò l'ascensore.

 

Ci si fiondò dentro, andando a sbattere contro qualcuno.

 

Alzò lo sguardo dal petto di captain America per incontrare tre paia di occhi che la scrutavano con stupore e preoccupazione.

 

-Cosa ti è successo??- chiese subito Bucky, stupendo Sam e Steve accanto a lui.

 

Lei si spostò un ciuffo di capelli dal viso e sospirò teatralmente.

 

-Oh niente, Bruce ha dato di matto e ho dovuto trattenere Hulk per un po'-

 

Sam la guardò un po' triste. -E non ci hai chiamati??- domandò guadagnandosi una gomitata da Steve.

 

-Come è successo??- chiese il biondo.

 

Amy ridacchiò. -Scherzavo, ho solo fatto a botte con un gruppetto di ubriaconi. Di là gli altri stanno commentando il video del combattimento se volete raggiungerli-

 

Sam scansò gli altri due per raggiungere in fretta il vocio sommesso che proveniva dal soggiorno.

 

Steve la guardò, come per assicurarsi che stesse davvero bene. -Li hai stesi?- quando lei annuì, lui le sorrise e le diede un buffetto al naso prima di allontanarsi a sua volta.

 

Amelia rivolse un largo sorriso a Bucky, il quale la stava ancora osservando con preoccupazione.

 

-Con quel sorriso e il viso coperto di sangue sembri una pazza.- commentò infine, facendola ridere.

 

-Di certo non può essere peggio del solito, no?- gli domandò.

 

Lui per tutta risposta scrutò attentamente ogni centimetro del suo viso, in cerca di qualche grave ferita.

 

Amy seguì il movimento dei suoi occhi con attenzione mentre viaggiavano da una parte all'altra con grande attenzione.

 

Come se conoscesse a memoria ogni singolo centimetro del suo viso.

 

Ma non se ne stupì, in fondo aveva davanti il soldato d'inverno.

 

A lui non sfuggiva nemmeno un dettaglio, no?

 

Quando fu certo che stesse bene, lo sguardo di Bucky si allacciò con quello di Amelia.

 

Rieccoci, pensò.

 

Era uno di quei momenti in cui non riusciva a distogliere lo sguardo dall'azzurro intenso dei suoi occhi, erano come una calamita.

 

Fu lui a distogliere lo sguardo per primo, facendo qualche passo indietro con aria imbarazzata, come se non si fosse accorto di quel che stava facendo fino a quel momento.

 

-Vado a guardare il video per vedere come hai steso quei tipi e scoprire chi devo prendere a calci per averti ridotta così-

 

Amy arrossì leggermente. -Ci ho già pensato io-

 

-Lo so.- le disse girandosi in fretta, permettendo alle porte dell'ascensore di chiudersi dietro di lui.

 

Lei si ritrovò a sorridere alla parete.

 

                          ***

 

Leggere accoccolata sulla poltrona accanto alle grandi finestre che davano sul bosco era una delle attività che preferiva quando il resto del quartier generale era troppo caotico.

E quel giorno lo era davvero.

Si raggomitolò ancor di più tra le coperte mentre lasciava scorrere lo sguardo sulla pagina e l'ennesima risata prorompeva dal piano di sotto.

In teoria doveva esserci anche lei lì, ma aveva detto che li avrebbe raggiunti appena finita la cosa sulla quale era impegnata.

Ovviamente non aveva niente di importante da fare, ma in quel momento non se la sentiva di raggiungere gli altri per appendere addobbi ovunque.

Fino a quel momento aveva pensato che gli Avengers non amassero festeggiare a modo il Natale, dato che, a parte l'idea del babbo Natale segreto avuta da Wanda, non si era più parlato della festa in generale, poi non c'era nemmeno una decorazione in giro.

Ma nel primo pomeriggio del 24 dicembre Steve si presentò con un pino enorme, che piazzò subito in soggiorno per poi invitare tutti ad andare a prendere le scatole, in quel momento Amy si era volatilizzata e tutti sembrarono capirla.

Questa era una cosa che le piaceva degli Avengers.

Tutti capivano se non aveva voglia di fare qualcosa che le ricordasse troppo la sua famiglia perché bene o male, tutti lì dentro avevano perso almeno una persona cara.

Per questo quando sentì bussare alla porta della sua camera ne rimase sorpresa.

-È aperto!- esclamò senza distogliere lo sguardo dal libro che stava leggendo.

-Che ti avevo detto? Non sta facendo niente!- esclamò una voce facendole alzare gli occhi al cielo.

Per tutta risposta lanciò il libro contro la porta, sapendo che sarebbe stato fermato prontamente da Wanda.

Natasha lanciò uno sguardo al libro sospeso in aria, l'aura rossa creata da Wanda dava un'atmosfera inquietante all'ambiente.

-Ci hai dato buca per rifugiarti qui sopra e leggere un libro sulla termodinamica chimica?- chiese lanciandole uno sguardo perplesso.

Amy si alzò dalla poltrona sistemandosi lasciando cadere la coperta con cui era avvolta per terra.

-L'altro giorno Peter e Ned stavano parlando di qualcosa a proposito e non ci capivo niente, così ho deciso di imparare qualcosa a riguardo.-

-E ci stai capendo qualcosa?- chiese la rossa, dal tono si capiva che era alquanto divertita.

Lei assunse un'aria offesa e lanciò un'occhiata a Wanda che rovistava tra le sue cose sulla scrivania.

-No.- ammise infine. -Però stavo imparando qualcosa a memoria, così magari di tanto in tanto posso uscirmene con qualcosa di intelligente…-

-Oh andiamo, non hai bisogno di imparare cose a memoria per fare colpo sugli altri, hai un sacco di altre qualità!- esclamò Wanda sorridendo mentre faceva una carezza al gatto.

-Ha ragione- decretò poi Nat, passandole un braccio attorno alle spalle. -Quindi ora lasci stare la termodinamica e scendi con noi, c'è una tradizione da rispettare.-

-Quale tradizione?- chiese presa dalla curiosità  mentre si dirigevano all'ascensore. 

-Oh, è una storia buffa. Da quando c'è Wanda abbiamo preso questa tradizione: ogni anno l'ultimo arrivato deve mettere la stella sulla cima dell'albero. Negli ultimi anni ha continuato Sam la tradizione dato che non c'era nessun nuovo arrivato.-

-E la cosa gli è sfuggita di mano. Il primo anno è stato carino… Il secondo divertente… Ma dal terzo anno… -

Amelia spostò lo sguardo su Wanda incuriosita. -Cosa??-

-Fa un'esibizione con redwing, volando per tutta la stanza finché non mette la benedetta stella sull'albero.-

Amelia ridacchiò mentre usciva dall'ascensore e raggiungeva gli altri. -Sembra carino, non possiamo lasciarglielo fare?-

-No.- risposero le due in modo serio, così lei non disse nient'altro per contrariarle.

Non voleva certo mettersi contro Natasha e Wanda, solo un idiota lo farebbe. Così entrò nella sala, immersa in un delizioso profumo di biscotti e risate.

Sorrise senza nemmeno accorgersene, pensava che passare le ultime ore chiusa in camera sua le avrebbe fatto meglio, ma ora stando in mezzo agli altri anche per un solo secondo aveva capito quanto si era sbagliata.

Guardò Clint che attaccava un festone dorato all'estremità della sua freccia.

Si concentrò, tese l'arco e scoccò la freccia, che trapassò l'albero gigante posizionato in mezzo alla stanza.

-CLINT.- esclamò Steve. -Ti ho detto di non addobbare l'albero scoccando una freccia dietro l'altra, non puoi comportarti come una persona normale per una volta?-

Il suddetto scrollò le spalle e si preparò a scoccare un'altra freccia mentre Nat si univa a lui.

Amy rise e spostò lo sguardo su Steve, il quale scosse la testa e tornò a sgrovigliare le luci di Natale seduto a gambe incrociate sul tappeto accanto a Bucky, la schiena appoggiata al divano dove erano seduti Bruce e Sam, intenti a mangiare biscotti dall'aria invitante.

Solo in quel momento si accorse che tutti indossavano uno speciale maglione natalizio: Cap ne aveva uno blu e rosso con fiocchi di neve e stelline, quello di Bruce verde con dei piccoli hulk intenti a mangiare dei bastoncini canditi, quello di Sam invece era rosso con dei piccioni natalizi.

Lei cercò di non ridere mentre prendeva posto sul tappeto per aiutare Steve e Bucky. -Carino il maglione Sammy.-

Lui le riservò un'occhiataccia. -Non chiamarmi Sammy. E poi è tutta colpa di Barnes.- disse indicando Bucky.

Lei lo imitò e rimase confusa alla vista del suo maglione.

-Perché sul tuo ci sono delle caprette con i cappelli di babbo Natale?- chiese sorridendo davanti a quella scena buffa e al contempo dolce.

Lui si grattò il collo, visibilmente imbarazzato. -Sono da parte di Shuri, quando ero in Wakanda mi occupavo delle capre a volte…-

Amy rifletté per un po', cercando di capire chi fosse Shuri e poi ricordò che Steve tempo prima le aveva parlato della sorella di T'Challa che aveva ricostruito il braccio a Bucky. 

-E ne avevi chiamata una "Fiocco di neve"?- domandò, nel mentre cominciò a ripassare le luci appena districate da Steve dato che aveva fatto un lavoro orribile.

Fu il turno di Bucky per guardarla con confusione. -Cosa?-

Lei scosse la testa divertita. -Niente, pensavo ti piacesse Heidi... Allora, cosa c'entri tu con il maglione di Sam?-

-Shuri gli ha chiesto dei suggerimenti sui maglioni. E le ha detto che a me piacciono i piccioni. I piccioni.- evidenziò Sam intromettendosi.

Amelia lanciò uno sguardo complice a Bucky ed entrambi cercarono di soffocare delle risatine.

-Perché te lo metti se non ti piace?- chiese Bruce mentre loro due continuavano a  ridere.

Sam sembrò esitare, ma alla fine decise di non rispondere, cosa che divertì ancor di più Amelia che non riuscì a smettere di ridere e Bucky che si sforzava di non ridere anche se sul viso aveva un sorriso che sembrava far risplendere l'intera stanza.

O almeno così pensò Amy.

Steve le riservò uno sguardo colmo di gratitudine e affetto, al quale lei replicò con un'occhiata interrogativa, ma lui scosse la testa e continuò a sorriderle.

Dopo qualche ora piena di risate, dolcetti e addobbi strani (Clint aveva deciso di appendere delle frecce insieme ad agrifoglio e vischio sparsi qui e lì e Visione lo aveva aiutato) fu il momento di Amy, che aveva quasi accettato di lasciare a Sam la tradizione, ma dopo un'occhiata a Natasha aveva deciso di accettare la sua sorte.

Si avvicinò all'albero, che risplendeva grazie alle mille lucine che Wanda aveva accuratamente postato grazie alla sua magia e guardò in alto, fino alla punta, un po' troppo alta per lei.

-Mi spiegate come dovrei mettere la stella su questo albero?? È più alto di me di almeno…- non riuscì a decretare la differenza di altezza che c'era tra lei e l'albero perché tutti scoppiarono a ridere.

Si girò assumendo un'aria molto offesa, cosa che portò ancor più ilarità nella stanza.

Sapeva di non essere così bassa. Era poco più alta di Natasha e poco più bassa di Wanda, quindi assolutamente nella norma ma gli altri non smisero di ridere, così lei alzò gli occhi al cielo.

Poi le venne in mente una cosa.

Puntò gli occhi su Bucky, che stava cercando di non ridere. -JAMES.- Esclamò puntandogli un dito contro facendolo arretrare di qualche passo.

-Scusa...- mormorò subito con aria pentita, cosa che fece sentire Amelia in colpa.

-No... Non hai capito.- gli disse sorridendo mentre tutti li osservavano. -Anche tu sei arrivato quest'anno, quindi non è giusto che sia solo io a mettere la stella, non trovate?- ragionò ad alta voce, poi senza preavviso gli girò intorno e gli salì sulla schiena.

Il poveretto, non abituato ad essere al centro dell'attenzione da un bel po', rimase non poco sorpreso dal gesto di Amelia, ma la tenne comunque ben salda per le gambe e si avvicinò all'albero

Amy cercò di rimanere in equilibrio mentre si allungava per infilare la stella sulla punta dell'albero.

-Siamo ancora troppo bassi- decretò dopo qualche sforzo.

-Tieniti- le mormorò Bucky prima di saltare.

Lei spalancò gli occhi terrorizzata ma riuscì comunque a infilare la stella quando fu abbastanza vicina alla punta, il salto durò probabilmente meno di un secondo ma a lei il tempo sembrò andare a rallentatore.

Sentì i capelli alzarsi, come se avessero una vita propria e sentì la presa di Bucky serrarsi mentre tornavano a terra e le sue braccia d'istinto si  attorcigliarono al collo di lui, quasi a strozzarlo.

L'albero traballò per qualche secondo ma poi si assestò, decidendo che non era  giusto rovinare il momento, così gli altri applaudirono.

Bucky la fece scendere e le sorrise. -A proposito- cominciò, per poi andare a recuperare qualcosa dalla cucina. -anche tu dovresti averne uno- disse porgendole un pacchetto.

Amy lo guardò sorpresa e aprì subito il pacchetto per tirarne fuori un maglione.

-A Shuri stai simpatica, tra parentesi.- le disse.

Lei ridacchiò osservando il maglione, era azzurro e aveva dei piccoli fiocchi di neve blu e bianchi.

-Ma è bellissimo!- esclamò sorridendo per poi spostare lo sguardo su di lui. -Le hai parlato di me?-

Bucky sorrise leggermente. -sì, le ho detto di mettere delle torte al limone sul maglione ma non ha voluto ascoltarmi. Fa niente, tanto non sarebbero state belle come quella che ho trovato in camera qualche settimana fa... Tu ne sai qualcosa?-

Amy ripensò a come si era intrufolata nella sua camera mentre lui era in giro con Steve e cercò di non ridere, così  scrollò le spalle mentre si accingeva a indossare il suo nuovo regalo. -Non ne ho idea.- disse per poi andare da Wanda con l'intento di mostrarle il maglione, consapevole di essere seguita da più di un paio d'occhi.

Lanciò un'altra occhiata interrogativa a Steve e lui scosse di nuovo la testa, la cosa cominciava a diventare inquietante ma lei lasciò correre e raggiunse Wanda e Visione sul divano.

 

***

 

Il Natale era passato in fretta.
A questo stava pensando.
Al Natale.
Quando in realtà avrebbe dovuto preoccuparsi della folla intorno a lei.
Della musica assordante.
Ma soprattutto di Natasha.
-Ho appena trovato la ragazza perfetta per Sam, guardali... Non ti sembrano carini?-
Amy guardò nella direzione indicata dalla rossa e vide Sam parlare con una donna dai capelli corti e biondi, era completamente immerso nella conversazione che non si accorse nemmeno degli sguardi divertiti che gli stava lanciando.
Sospirò.
Ora l'aveva abbandonata anche Sam.
Aveva detto a Tony che questa festa non era una grande idea, ma lui ovviamente non la aveva ascoltata.
E probabilmente aveva fatto bene, perchè tutti si stavano divertendo.
Tutti, persino Steve che al momento stava ascoltando Rhodey che a quanto pare stava raccontando qualcosa di divertente dato che il gruppo di persone attorno a lui ridevano di gusto.
Wanda era sulla pista da ballo e cercava di insegnare qualche mossa a Visione, con risultati esilaranti.
Clint li aveva raggiunti con sua moglie, Tony era da qualche parte con Pepper, probabilmente a raccontare qualcosa riguardo alla gravidanza.
Ned e Peter stavano parlando con Bruce e un famoso chimico invitato da Tony.
Per questo era seduta al bar da più di due ore, ad ascoltare Natasha mentre osservava la sala e creava ipotetiche coppie.
Non che le creasse troppo fastidio, almeno lei era stata l'unica a rimanere con lei, capendo quando si sentiva a disagio in quella stanza piena di persone sconosciute.
-Quel tipo accanto a Steve continua a guardarti.-
Amy sospirò, era proprio quello che temeva. -Nat...- mormorò, passandosi una mano tra i capelli.
-Non fare così, li stai torturando.- la rimproverò la rossa.
Wanda e Nat la avevano rinchiusa tutto il pomeriggio nella camera della prima, dove la costrinsero a indossare un vestito rosso prestato da Natasha.
In seguito le acconciarono i capelli con una treccia sul lato sinistro per poi riempirla di boccoli, cosa che a lei non dispiacque dato che ci giocò per il resto della serata, finendo per rovinare il lavoro delle due.
-Loro sono Natasha e Amelia.- annunciò una voce dietro di loro, facendole voltare.
Steve sorrise indicando un uomo sulla trentina accanto lui e quando Natasha le riservò una leggera gomitata capì che era quello di cui le stava parlando due secondi prima.
-Lui è Johnny, un nuovo agente dello S.H.I.E.L.D., voleva conoscervi- continuò Steve.
Prima che Natasha potesse dire qualcosa, Amy si alzò e fece finta di barcollare, per poi aggrapparsi al braccio di Steve.
-Amy? Stai male??- chiese subito Steve e lei cercò di non sorridere, sapeva che puntare su di lui non la avrebbe delusa.
-Oh sì…- disse con voce flebile. -Sono solo molto stanca, credo che andrò a letto...-
-Lascia, ti accompagno- si offrì lui.
Lei rifiutò con qualche scusa e si avviò verso l'uscita, non prima di rivolgere un piccolo sorriso a Nat, la quale alzò gli occhi al cielo.
Una volta fuori dalla porta raggiunse in fretta le scale e le salì due gradini alla volta, fino ad arrivare al corridoio delle camere, fece per fiondarsi dentro alla sua quando un'ombra alla fine del corridoio attirò la sua attenzione.
Si sentì stupida per non aver pensato a lui.
Corse lungo il corridoio per spalancare la finestra e raggiungere il piccolo balcone.
-Come diamine sei riuscito a convincere Steve a non partecipare alla festa?? Io avevo detto fin dall'inizio che non volevo partecipare eppure sono stata trascinata giù a forza...- si lamentò appoggiandosi alla ringhiera del balcone. -Qual è il tuo segreto?-
Bucky le rivolse un sorriso triste.
-Nessun segreto, sono solo un uomo bomba che potrebbe esplodere quando meno te lo aspetti.- commentò secco, lasciandola sorpresa.
Non aveva mai usato quel tono con lei..
Osservò il suo profilo illuminato dalla luce lunare, la postura era rigida e le labbra serrate.
-Bucky?- chiese con dolcezza.
Sospirò quando non ricevette risposta. -Bucky... Non sei una bomba pronta a esplodere, in questi mesi sei andato alla grande, non sei più pericoloso degli altri... O di me, capito?-
Lui annuì, per niente convinto.
-Perché non torni alla festa?- le chiese infine.
Amy fece finta di non rimanerci troppo male e gli sorrise. -Se ti dò tanto fastidio andrò a letto, a domani- si raddrizzò per andarsene ma lui la prese per il polso.
-Te lo stavo chiedendo per pura curiosità, non per farti andar via- le disse, rivolgendole il solito sorriso.
Lei gli sorrise sollevata. -Oh sai... Nat sta cercando di accoppiare tutti, così sono scappata prima di ritrovarmi in mezzo alla pista da ballo con Johnny-
-Johnny?- chiese lui divertito.
-Un tipo dello S.H.I.E.L.D. Alto, moro, occhi verdi e fossette alle guance-
Bucky ridacchiò. -Per non essere interessata lo hai guardato molto bene-
-Colpa degli allenamenti, ormai sono abituata a notare ogni singolo dettaglio... Forse sto impazzendo.- ammise infine, tornando ad appoggiare i gomiti sulla ringhiera per affondare il viso tra le mani.
Solo in quel momento Bucky si accorse come era vestita. 
Osservò le braccia nude e poi lo sguardo gli cadde sulle gambe, senza calze.
Quasi rabbrividì per lei e alzò gli occhi al cielo. -Starai congelando.- osservò. Poi aprì la bocca per aggiungere qualcos'altro ma fu interrotto dallo scoppio dei primi fuochi d'artificio.
Alzarono lo sguardo in contemporanea, rimanendo entrambi meravigliati davanti allo spettacolo delle mille luci e colori che riempivano il cielo notturno.
Rimasero in un silenzio confortevole per qualche minuto finchè Bucky riprese la parola.
-Beh, buon anno Amy...-
Lei distolse lo sguardo dal cielo e lo guardò sorridendo.
-Buon anno Bucky- disse. E non seppe nemmeno lei perchè lo fece, se per il freddo, la stanchezza o perchè forse ne aveva bisogno in quel momento, quando si rese conto che era l'inizio di un nuovo anno e quello vecchio se n'era andato per sempre, portandosi via le sue poche certezze e i brutti ricordi che ancora la tormentavano.
Sta di fatto che lo avvolse in un abbraccio, affondando il viso nella sua giacca.
Quando si accorse di quel che stava facendo sospirò e fece per lasciarlo andare pensando che a Bucky avrebbe dato fastidio, ma proprio in quel momento lui decise di ricambiare con un abbraccio altrettanto caloroso.
Il tempo si fermò.
Amy non sentiva più il fracasso della festa che si stava animando sotto di loro o lo scoppio di altri fuochi d'artificio.
Sentiva solo il battito -a tratti calmo e a tratti irregolare- del cuore di Bucky e riusciva persino a percepire la differenza nella pressione delle sue braccia, più stretta con quello destro e leggermente più lieve con quello sinistro, aveva paura di farle del male.
Il che la spinse ad abbracciarlo ancor più forte.
-Buon anno!!!!- esclamò qualcuno dal corridoio, facendoli allontanare all'istante.
Sam li raggiunse e soffocò entrambi in un abbraccio.
I due si scambiarono uno sguardo confuso, evidentemente sorpresi dall'improvviso affetto di Sam.
-Oh eccolo- disse Natasha poco dopo. -Si è ubriacato.- affermò poi in risposta ai loro sguardi confusi.
-Barnes... Mi dispiace di essere così cattivo con te, la verità è che sono estremamente invidioso dei tuoi capelli... SONO TROPPO MORBIDOSI- disse, urlando la parte finale.
I tre lo guardarono sconvolti.
Sam aveva davvero usato la parola morbidosi per descrivere i capelli di Bucky.
-Lo avete sentito anche voi?- domandò Bucky incredulo.
Amy e Natasha annuirono, incapaci di proferire parola.
-Lo avete registrato?- chiese poi.
-Credo che Jarvis registri tutto, puoi chiederglielo...-  mormorò Amelia mentre accompagnavano Sam nella sua stanza.
Quest'ultimo stava canticchiando una canzoncina sui piccioni, la testa appoggiata sulla spalla di Bucky.
-Non preoccupatevi- disse Natasha dietro di loro, che evidentemente si era ripresa dalla scena scioccante alla quale avevano appena assistito. -Ci penso io-
Amy si girò appena e sorrise notando il cellulare puntato su Sam e Bucky.
Inutile dire che il giorno dopo Sam rimase in camera sua per tutto il tempo, cercando di fermare il video che Jarvis continuava a trasmettere sulla sua tv.
 
-JARVIS, TI HO DETTO DI FERMARLO!!!!-
-Mi dispiace signor Wilson, il sistema è bloccato- rispose Jarvis nel suo solito tono cortese.
-COSA VUOL DIRE CHE IL SISTEMA È BLOCCATO??!?-
L'unica risposta che ricevette fu la risata generale proveniente dall'altra parte della porta.
















 
 
 
 
 
 
 
 
 
_Angolo autrice
 
Lo so.
Quel "penso di aggiornare prima di Natale" è la cosa più stupida che io abbia scritto.
Ma l'importante è che io abbia aggiornato... O almeno credo.
Mi sono lasciata travolgere dalle feste, non ne passavo di così serene da anni, per questo mi sono lasciata andare.
E per questo la fan fiction è a tema Natale anche se siamo a metà gennaio.
A mia discolpa posso dire che per me il Natale arriva un po' prima e se ne va sempre un po' più tardi.
Ora chiudo questo spazio e mi sbrigo ad aggiornare.
Se ne avete voglia ditemi cosa ne pensate.
Nel prossimo (o quello dopo, devo ancora decidere) ci saranno delle new entry (nuove per la fan fiction, non per la marvel ovviamente) quindi tenetevi pronti.
Un grazie enorme a chi continua a leggere questa storia, a chi l'ha inserita tra preferite/seguite/ricordate e a chi lascia qualche parola veloce, siete i migliori.
Dal primo all'ultimo.
Detto questo vi saluto, alla prossima! :3
   
 
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