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Autore: Pontomedusa    19/01/2020    2 recensioni
Seguito di Birds of a Feather e A strange Kind of Love.
Mentre cercano di capire se una nuova figura emersa fra le macerie del Nuovo Secolo sia un amico o un nemico, Souther e Azusa devono affrontare dei problemi decisamente personali.
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kenshiro, Nuovo personaggio, Raul, Rei, Souther
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Birds of a feather'
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Author's note

Questo racconto è il seguito di Birds of a Feather e A Strange Kind of Love. Se non lo avete già fatto, vi consiglio caldamente di leggere prima le due storie precedenti, altrimenti non si capisce nulla ^_^'':

 

Birds of a Feather:

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1578632&i=1

 

A Strange Kind of Love:

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1618716&i=1

 

I titoli della storia e dei capitoli sono tutti canzoni dei Bauhaus.

Grazie se leggerete, e ancor di più se vorrete recensire!

Cominciamo? Cominciamo...

 

 

1. Honeymoon Croon

 

Il consiglio dei miei ufficiali è al completo. A parte Azusa.

Dove si sarà cacciata, dannazione? Eppure, oggi è a palazzo; stamattina, mi ha detto che aveva in programma di addestrare le reclute per tutto il giorno.

“Cominciamo senza Lady Azusa,” dico. Di lei, mi occuperò dopo. Come Imperatrice, può fare ciò che vuole; ma come comandante, non ho intenzione di permetterle alcun atto di insubordinazione.

“Pare che Raoh abbia raccolto un nuovo esercito,” dice uno dei generali. “Più piccolo del precedente; al momento, hanno cominciato ad attaccare dei piccoli villaggi, lontano dai nostri confini.”

Profezia o non profezia, pare proprio che Raoh non abbia intenzione di arrendersi.

“Pare che qualcuno gli stia mettendo i bastoni fra le ruote, però,” interviene un altro. “Molti dei soldati che stavano occupando i villaggi con la forza sono stati sgominati da...”

La porta che si spalanca interrompe l'ufficiale che stava parlando.

“Seitei!” dice il nuovo arrivato, cercando di riprendere fiato. È un soldato giovane; si direbbe una delle reclute di Azusa.

“Come osi interrompere una riunione fra il Seitei e i suoi alti ufficiali? Come minimo, dovrei farti frustare.”

Devo decisamente discutere con Azusa il suo modo di gestire la disciplina coi soldati.

“Sono mortificato, Seitei, ma...” dice il ragazzo. Sembra parecchio spaventato, ma non da me. “...ma lady Azusa...l'Imperatrice...si è sentita male, mio signore. Ha perso i sensi mentre...”

Che cosa? Dov'è adesso?”

“Nelle sue stanze, Sacro Imperatore. C'è già il medico, con lei.”

Inutile dire che pianto lì il ragazzo e gli ufficiali, e mi precipito in camera di Azusa.

La trovo a letto, col dottore accanto. Non sembra stia così male; ha un bel colore sulle guance, e sembra, più che altro, seccata.

“Seitei! Non c'era bisogno di correre qui. Devo aver preso l'influenza, dannazione. È una settimana che vomito quasi tutte le mattine.”

“E hai pensato di non dire niente a nessuno e continuare a seguire le reclute e addestrare i soldati, perché...”

“Uff, Seitei. Lo sai che a letto mi annoio. A meno che non ci sia tu, con me,” dice, con un sorriso malizioso.

Il medico, poco lontano da noi, tossicchia.

“A dire il vero, Imperatrice...preferirei visitarvi, prima di fare qualunque tipo di diagnosi. Se il Seitei vuole lasciarci soli...”

La mia occhiataccia lo riduce al silenzio, ma Azusa interviene.

“Sì, per favore, Seitei. Potrebbe essere imbarazzante. Non voglio che tu mi veda in certe...condizioni.”

Giusto perché è malata, decido di non discutere con lei, e lascio la stanza. Dopo una ventina di minuti, il medico esce dalla porta e si dirige verso di me.

“Sacro Imperatore...”

“Allora? Che cos'ha?”

Il medico sembra più che altro imbarazzato.

“Credo sia meglio che ve lo dica l'Imperatrice,” replica lui, e si allontana dopo un inchino frettoloso.

Cosa diavolo sta succedendo? Mi precipito nella camera di Azusa come una furia.

“Allora, confettino, si può sapere cos'hai? Il medico non ha voluto dirmelo. Anzi, ora che ci penso, dovrei farlo giustiziare, per questa sua mancanza di rispetto.”

“Lascialo stare, Seitei,” dice Azusa, con un filo di voce. “Glielo ho chiesto io.”

Ora che la guardo meglio, mi rendo conto che è pallida come un lenzuolo. Comincio a preoccuparmi sul serio.

“Dimmi cos'hai, Azusa. Ora.”

Sono incinta.”

Ho bisogno di qualche secondo per processare l'informazione.

La voce di Azusa mi riporta alla realtà.

“Come diavolo è potuto succedere?” chiede, con voce lamentosa.

Le lancio un'occhiata eloquente.

“In realtà, dovremmo essere stupiti che non sia successo prima,” dico poi. “Ammetto di non averci mai pensato più di tanto, ma...”

“...Ma io sì. Ero sicura di non potere...dai tempi della guerra, non ho più avuto le mestruazioni. Il medico di Blue Water mi disse che probabilmente le radiazioni avevano compromesso l'apparato riproduttivo. Come diavolo è possibile, dopo tanto tempo...”

“Il dottore cos'ha detto?”

“...Un miracolo,” dice lei, in tono piatto, con la faccia di uno che sta andando al patibolo.

“Molto scientifico. Cioè, non ne ha la più pallida idea.”

“Appunto. Però è sicuro che io sia...dannazione!”

“Non fare così, confettino. Le donne partoriscono tutti i giorni...e tu puoi avere tutta l'assistenza medica che vuoi. Andrà tutto bene.”

“Andrà tutto male. Come faccio a lavorare, in queste condizioni? E quando nascerà, chi se ne prenderà cura? Io non me la cavo affatto bene, coi bambini piccoli.”

“Dovrai rassegnarti a calmarti per un po'...in fondo, parliamo solo di qualche mese. E poi, se proprio non te la senti, ti ricordo che aspetti il figlio del Seitei. Puoi avere tutta la servitù che vuoi. A dire il vero, non posso dire che mi dispiaccia. Prima o poi, avrei avuto bisogno di un erede, comunque.”

Azusa resta in silenzio per qualche minuto; poi, improvvisamente, un'espressione di paura e preoccupazione le si dipinge sul viso.

“Seitei!”

“Cosa c'è, adesso?”

“Promettimi che non gli insegnerai il Pugno della Fenice.”

“Certo che glielo insegnerò. È esattamente questo il punto di avere un erede.”

“Nemmeno per idea! Non permetterò certo a mio figlio di uccidere suo padre!”

“Basta così, Azusa. Di sicuro, nessuno, nemmeno un figlio mio, sarà in grado di sconfiggermi, ancora per molti anni. È inutile parlarne adesso.”

“Né adesso, né mai! Prometti, Seitei. Come puoi volere che tuo figlio subisca lo stesso trauma che hai avuto tu?”

“Io ero troppo giovane...E Ogai non mi aveva preparato. Affronteremo la cosa quando sarà il momento.”

“Magari sarà una femmina,” borbotta Azusa.

“Considerato che la madre sei tu, penso che anche una figlia non avrebbe problemi ad imparare il Nanto Seiken.”

“Seitei...”

“Smetti di agitarti, Azusa. Ti fa male, nelle tue condizioni. E cerca di restare a riposo almeno qualche giorno.”

“E va bene, Souther,” sbotta lei. Si tira le coperte fino al mento e si gira su un fianco, dandomi le spalle. È davvero una bambina, a volte.

Mi chino su di lei per baciarle la tempia.

“Ti amo, confettino,” le dico, prima di lasciare la stanza.

 

 

   
 
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