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Autore: The_stampede    19/01/2020    2 recensioni
La storia prosegue negli anni dopo lo scontro con Safulan e il mancato matrimonio. La situazione non è cambiata molto tra loro, ma sono cambiati loro con l'unica, inevitabile costante della vita: il tempo che trascorre. Mentre Akane è maturata sia in senso fisico che mentale, Ranma ancora si crogiola nella folle quotidianità della loro vita, ma l'inizio del terzo e ultimo anno scolastico finirà per fargli fare un brusco risveglio, peggiore di quelli a cui lo ha abituato la fidanzata.
Ranma 1/2 è il mio manga preferito, lo rileggo spesso e ogni volta non posso fare a meno di scoppiare a ridere per le disavventure, i personaggi e il nonsense, che percorre tutta la storia. Come la maggior parte dei suoi fan, anche a me è rimasto l'amaro in bocca per il finale aperto. Negli anni e nelle varie riletture ho finito per apprezzarlo maggiormente, ma non è passata la voglia di creare qualcosa che soddisfacesse il mio bisogno di una conclusione. Così eccomi qui; spero possiate apprezzare la storia e, come succede a me quando leggo le fanfiction altrui, passiate qualche momento di svago e stacco dal quotidiano nel leggerla.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Akane corse come una furia verso la sua camera, urlando a squarciagola i nomi dei famigliari e sbatacchiando la sua assistita contro ogni stipite.

Solo a metà scala, infatti, si era accorta che Ranma le era scivolata dalla schiena e aveva contato gli scalini di casa Tendo con il cranio. Il richiamo dell’infermiera letale aveva sortito l’effetto desiderato destando tutta la casa.

Mentre si dirigevano dalla giovane coppia in camera di Akane, quest’ultima raggiungeva il culmine delle sue cure scaraventando la ragazza con il codino sul letto con una foga tale da farle sbattere la testa contro il muro. 

Stranamente Ranma non aveva ancora ripreso i sensi.

Venne immediatamente chiamato il Dott. Tofu e Kasumi, a scopo preventivo, fu relegata in cucina per preparare uno spuntino. 

Tofu visitò la malata attorniato dalla famiglia in ansia, diede a Nodoka tutte le istruzioni necessarie per assistere il figlio e poi chiese a tutti di uscire, tranne ad Akane a cui chiese di rimanere per raccontare l’accaduto.

“Quindi Ranma ha sprigionato nuovamente quell’aura nerastra?” La ragazza annuì, era seduta sul letto, a fianco dell’artista marziale ancora priva di conoscenza. 

“Mhh” fece in risposta all’informazione ricevuta e si aggiustò gli occhialetti sul naso, tipico di quando stava riflettendo. 

“Akane vorrei che aiutassi la signora Saotome  e ti occupassi anche tu di Ranma questa notte, te la senti?” 

“Certo” 

“Fatelo tornare ragazzo, è la condizione in cui Ranma è fisicamente più forte, e non spostatelo dalla tua camera almeno per qualche giorno. Cambiategli spesso le bende sulla fronte, se la temperatura dovesse salire troppo, bagnate i polsi, l’incavo del gomito e sotto le ascelle. Fate in modo che non sia sudato, se fosse necessario cambiategli il pigiama, è importante che non rimanga con vestiti umidi addosso.” 

La ragazza fece nuovamente un segno di assenso. 

“Chiamatemi per qualsiasi motivo, se tutto procede bene, tornerò domani mattina per vedere come sta” e si alzò. 

Akane fece lo stesso e si inchinò ringraziando l’archiatra, a quel punto l’uomo aprì la porta per salutare il resto della famiglia e dar modo alla signora Saotome di occuparsi del figlio. In mezzo ai Tendo-Saotome si trovava l’esile figura di Kasumi, che aveva in mano un vassoio con del té bollente e qualche delicatesen per rifocillare Tofu.

“Ka...Ka...Kasumi, oh, anche lei qui, com’è piccolo il mondo” disse il medico con gli occhiali completamente appannati e la bocca spalancata in un sorriso imbecille. 

“Veramente dottore io abito qui” 

“Ah, ma davvero? Vi siete trasferiti, oh ma che bella cosa” 

Il quadretto era talmente penoso da far sembrare Ranma e Akane degli esperti di relazioni amorose.

“Le ho portato del tè e qualche dolcetto” 

“Kasumi lei è davvero troppo gentile” disse il dottore afferrando il vassoio e lanciando il contenuto dietro di se, il tè bollente ovviamente finì dritto su Ranma, il quale emise un gemito soffocato.

Tofu masticò con gusto il vassoio e poi si congedò dalla famiglia uscendo dalla finestra della camera di Akane, senza che potesse essere fermato. Quando la piccola Tendo si affacciò vide il dottore steso sul prato, tremolante e in posizione disarticolata, che blaterava qualcosa su uno scalino davvero troppo alto.

Alla spicciolata la famiglia tornò a dormire, lasciando le due donne ad occuparsi dell’artista marziale. Erano entrambe inginocchiate a fianco del letto, regnava un silenzio denso di emozioni soppresse. Akane aveva notato che Nodoka, dopo un primo momento di preoccupazione, guardava il figlio con malcelata rabbia e quasi disgustata. Inizialmente pensò fosse perché Ranma era in versione femminile, ma lo sguardo di accusa della madre non era mutato come la sessualità del figlio.

“Akane ti chiedo perdono” 

“C...Come?!” 

“Ti chiedo scusa per mio figlio, è davvero uno scellerato” 

La ragazza reagì come suo solito, ponendosi una mano dietro il capo in segno di imbarazzo, iniziò a sventolare l’altra ad indicare che non c’era bisogno di queste scuse, e con faccia da ebete disse: 

“Non c’è bisogno di scusarsi, certo Ranma non è perfetto, ma, bhe, c’è di peggio no?” 

“No” rispose risoluta la donna. 

“Come ha potuto uscire con Shampoo dopo che tu ti eri battuta per lui? Come può essere così pusillanime e continuare ad attorniarsi di donne? Che madre disgraziata che sono, perchè mi doveva capitare un simile figlio?”

 Akane fissò per un attimo interdetta la signora Saotome, prese la bacinella dell’acqua e, con la scusa di prenderne di fresca, fece per uscire dalla stanza, la situazione era imbarazzante in maniera insostenibile. 

“Avrei dovuto farti fare seppuku, sei una vergogna per la scuola di arti marziali” 

Nodoka l’aveva detto a bassa voce, ma abbastanza forte da poter essere sentita nella piccola e silenziosa stanza. 

Akane si volse a guardare la scena, come fosse un quadro in un museo. Guardò quella figura risentita che inveiva contro un ragazzo inerme e febbricitante nel letto. Il suo ragazzo inerme e febbricitante nel letto. Prima che potesse controllarsi, la rabbia prese il sopravvento. 

“Come può parlare così a Ranma? Come può dirgli cose del genere? Ranma non è perfetto, è testardo, egoista, arrogante, farfallone e un po’ maniaco, ma è anche coraggioso, pronto ad aiutare chi è in difficoltà, sa essere dolce e soprattutto siete lei e il signor Saotome da biasimare. Suo marito le ha mai detto veramente perchè Ranma ha tutte queste fidanzate? Dopo averla lasciata, ha fatto fare a Ranma una vita di stenti e privazioni. Pur di ottenere del cibo si è accordato con il padre di Ukyo, promettendo di occuparsi del chiosco di okonomiyaki e della bambina, facendola sposare con Ranma; nonostante si fosse già accordato con mio padre alla nascita di Ranma, perchè portasse avanti il Dojo. 

Neanche a dirlo suo marito ha dimenticato Ukyo e si è tenuto solo il chiosco. 

Shampoo l’hanno collezionata grazie al fatto che il signor Genma li ha quasi fatti morire di fame in Cina e, dopo essere caduti nelle fonti maledette, si sono fiondati sul banchetto al torneo delle amazzoni. Ranma ha dovuto sfidare Shampoo per poter esigere il pasto come premio. 

Per non parlare di come le idee geniali di suo marito abbiano fatto venire la fobia dei gatti a Ranma. Onestamente, come diavolo le è venuto in mente di affidare Ranma al signor Genma!? Ma che razza di madre è!?” 

Subito dopo quest’affermazione Akane si tappò la bocca con la mano, aveva davvero parlato troppo. Nodoka l’aveva ascoltata in silenzio e compostamente seduta, con un autocontrollo invidiabile. 

“Sai Akane” iniziò con tono tranquillo “c’è una cosa che non ti ho mai detto” 

La ragazza aveva i brividi lungo la schiena, la quasi suocera l’aveva sempre sostenuta ed incoraggiata in questi anni, ritenendola la sola, vera fidanzata del figlio. Le aveva fatto da madre in più di un’occasione e Akane non riusciva davvero ad immaginare cosa potesse significare averla come nemica.

La signora Saotome non sembrava avere intenzioni bellicose e andò avanti con la sua rivelazione.

“Io e tua madre eravamo amiche, ci vedevamo spesso e ci tenevamo compagnia quando i nostri mariti partivano per i viaggi di addestramento. Lei li ha sempre trovati un po’ strani mentre io pensavo fosse un grande onore essere la moglie di un maestro di arti marziali. 

Entrambe amavamo i nostri mariti e le nostre famiglie. 

Quando Genma iniziò a parlarmi dell’idea di portare via Ranma per addestrarlo io fui subito d’accordo. Ne parlai a tua madre, la quale invece mi disse che ero matta, che era una follia, che il bambino era troppo piccolo e che Genma non era in grado di badare a lui. Litigammo furiosamente e le ultime parole che le dissi furono che era una cattiva madre, che non teneva davvero al vostro futuro e a quello della palestra. Ci lasciammo così e non ci parlammo più. 

Al momento della partenza però, le parole di tua madre risuonarono nella testa e tentai di fermare Genma, fu solo la risolutezza di Ranma nell’accettare di fare seppuku se non fosse divenuto un vero uomo, che mi convinse a lasciarli andare. 

Ero troppo orgogliosa per cercare tua madre a chiederle perdono, riconoscendo che aveva ragione. Non molto tempo dopo si ammalò e morì. Non ho potuto dirle quello che voglio dire ora a te…” si voltò ancora inginocchiata verso Akane, si inchinò completamente toccando il pavimento con la fronte “Hai ragione, perdonami.” 

La ragazza arrossì di fronte al segno di massimo rispetto e stima, interdetta, non sapeva cosa dire e Nodoka, tornata in posizione seduta, le venne in aiuto consigliandole di andare a prendere l’acqua fresca per Ranma.

Mentre la giovane Tendo era fuori dalla stanza la donna sguainò la Katana, da cui non si separava mai, e la mise al collo del figlio:

“So benissimo che sei sveglio e hai sentito Akane, se non ti decidi a dichiararti ti riterrò poco virile e ti farò fare seppuku” 

Poi si alzò, baciò la fronte del figlio, a cui una goccia più grossa delle altre era scesa dalla tempia destra, e gli disse “Ti voglio bene”. 

Quando il maschiaccio rientrò nella camera la signora Saotome si trovava in piedi, vicino al letto “Akane perdonami ma sono davvero molto stanca, te la sentiresti di occuparti di Ranma da sola?” 

“Certamente” 

Avviandosi verso la porta Nodoka abbracciò la futura nuora “Occupati di lui” e la piccola Tendo sapeva, in cuor suo, che la signora Saotome non stava parlando solo di quella notte. 

Lasciata sola al suo compito Akane riprese posizione vicino al malato, ad un lieve scostamento di Ranma, la benda sulla fronte cadde a terra e l’infermiera improvvisata si alzò a raccoglierla. Quando fu vicina abbastanza per rimettere al suo posto la pezza, Ranma afferrò il polso di Akane e l’attirò a se costringendola a sdraiarsi vicino a lui. “R...Ranma” balbettò lei per la sorpresa, lui la strinse in un abbraccio e le diede un bacio in fronte, si addormentarono così.

 
   
 
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