Serie TV > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Storytime_Love    21/01/2020    0 recensioni
Varie storie, più o meno legate. Nella prima, Demoni a Natale, Magnus vorrebbe passare la più romantica delle feste con il suo Alexander ma l'arrivo di alcuni demoni rovina i piani. Il mio carceriere: Sempre in inverno i Malec rimangono bloccati in una baita rischiando la vita. Questo e altro porta il Clave a...
La frusta: Alec si trova in balia di un demone che cerca vendetta. Lord Bane: lo stregone di un universo parallelo ha sottomesso l'intera terra. Magnus vs Bane ne è il seguito. Team building: il calve organizza un weekend di gare. Liadara: Una strega sfrontata si trasferisce da Magnus. My boy: la più dolce, su un bambino molto speciale.
Tutte le storie sono stand alone anche se a volte vi sono dei rimandi.
In generale le scene più hard non sono mai troppo "esplicite"ma stuzzicano l'immaginazione. Buon divertimento!!
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Liadara

 

Attenzione: Questa storia è particolarmente a Demoni a Natale e a Magnus verso Bane. Per chi non e avesse lette aggiungo un piccolo spoier in fondo (da leggere prima di iniziare).

 

Nessuno stregone, si sa, fa mai niente per niente, che siano soldi, oggetti preziosi o favori, c'è sempre un prezzo da pagare.

Quando Alec entrò a casa di Magnus non si aspettava di vedere la ragazza dai capelli lilla semi-sdraiata sul suo divano. Indossava una cosa leggerissima, un vestito da sera o una camicia da notte, Alec non ne era sicuro, e un diadema d'argento fra i capelli.
Lei gli lanciò un sorriso impertinente: “Guarda chi c'è! Ciao bellino!”
Dalla direzione della camera da letto arrivò una voce: “Tesoro, chi è?”
La donna alzò la voce squillante: “Maggy, è arrivato il tuo cucciolino!”
Chi diavolo era? Come sapeva... Alec era quasi certo di averla già vista ma proprio non ricordava dove. Magnus – Maggy? - le aveva parlato di lui? E la chiamava tesoro?
Prima che Alec potesse mettere ordine nei propri pensieri Magnus apparve, vestito unicamente con i pantaloni in pelle e un sorriso radioso, e lo salutò con un bacio.
“Ciao amore. Mi sei mancato”.
“Anche tu”, rispose Alec in evidente imbarazzo di fronte alla sconosciuta.
Magnus seguì il suo sguardo: “Ti ricordi di Liadara? Ci ha tirati fuori dai sotterranei della Casa Bianca. E' mia ospite per qualche giorno, una settimana o giù di lì”.
Ecco quando l'aveva vista! Quel giorno, quando erano rientrati nei loro corpi, Alec era rimasto un po' intontito per qualche minuto, cosa comprensibile considerando le ore passate a ricevere le attenzioni di Lord Bane. Gli amici gli si erano affollati intorno e la strega era andata via subito, in tutto l'aveva scorta solo qualche attimo.
“Magnus ma è proprio bellino bellino! Hai sempre gusti fantastici”, trillò lei. “Sei proprio sicuro che non voglia giocare un po' con noi?”
“Sì, Lia, sono sicuro. Non gli piacerebbe”.
Lei mise il broncio: “Sarebbe così divertente!”
“Lia!”
Alec si era perso, e la ragazza lo aveva notato: “Maggy guardalo! Com'è tenero con quegli occhioni smarriti! E' così innocente, davvero non ha idea di cosa stiamo parlando?”
“Non lo so, adesso smettila di dargli fastidio” la riproverò Magnus trattenendo a stento un sorriso.
Alec non si stava divertendo per niente: era stanco, imbarazzato e confuso. Non era certo così che aveva pensato di passare la serata.
Chairman Meow scelse quel momento per dargli il benvenuto strusciandosi contro le sue gambe Liadara saltò in piedi con un gridolino: “Ma che bel micetto!” Il suo vestito era completamente trasparente, si vedeva il perizoma turchese che indossava sotto. Alec sgranò gli occhi per la sorpresa e lei gli fece l'occhiolino poi, con una mossa studiata , si girò dando la schiena a Magnus e si piegò in avanti per accarezzare il gatto.
Lo sguardo di Magnus fu attratto da quel cordino turchese, i discorsi di prima si trasformarono in una fantasia: era sdraiato sul letto, Alexander alla sua destra, Liadara a sinistra, entrambi avevano la testa appoggiata a lui, le gambe intrecciate. Morbide e vellutate quelle di Lia, lunghe e forti quelle di Alec. Teneva una mano a coppa sul seno di lei, l'altra in alto ad accarezzare i capelli di lui. Poi lo baciava... E lì la fantasia scoppiò come una bolla di sapone. Quel genere di cose, con Lia, le aveva fatte parecchie volte, ma con Alec era diverso. Quando erano insieme esisteva solo lui, le sue labbra, la sua pelle, il suo respiro... non aveva né voglia né tempo per pensare a qualcun altro, chiunque fosse.

Alec guardò Liadara che giocava col gatto, poi Magnus, imbambolato a fissare il suo didietro.
Si alzò di scatto. “Sarà meglio che vada. Magnus, ci vediamo quando sei libero” disse prendendo la giacca e chiudendosi la porta alle spalle. Con un po' più forza del necessario.

Magnus si voltò verso la ragazza: “Lia, non puoi fare sempre così, esageri con gli scherzi”.
“Dai Maggy, una volta non eri così brontolone!” rise lei.

Mentre tornava verso l'istituto Alec continuava a pensare a Liadara. Come osava? Flirtare in modo così spudorato con il suo ragazzo davanti a lui. E Magnus? Perché non aveva detto niente? Come faceva a sopportarla, con tutte quelle risatine e la voce così acuta che sembrava parlasse sempre col punto esclamativo. Ma, non solo non gli dava fastidio, pareva pure divertirsi! Certo, lui non era un esperto, ma probabilmente per uno a cui piacciono le donne quella era sexy... E sicuramente era disponibile.
Era appena arrivato all'istituto quando gli squillò il cellulare: Magnus. Al diavolo, non aveva nessuna voglia di parlargli, non ora. Rifiutò la chiamata e mise il silenzioso.

Nella sala di comando tutto era tranquillo, c'era solo Jace, le ragazze erano ad allenarsi insieme. Alec guardò il fratello, se c'era qualcuno che poteva illuminarlo quello era lui.
“Ascolta, ti ricordi quando io e Magnus ci siamo ritrovati in quell'altro universo...”
“Non vi ci siete ritrovati, ci sei andato apposta e Magnus ti è venuto dietro per salvarti la pelle!”
“Sì, ok, il punto è un altro. Ti ricordi la strega che ci ha tirati fuori?”
La bocca di Jace si incurvò in un sorrisino: “Sì, certo, come potrei non ricordarla...”
“So che è una domanda strana ma come la descriveresti?”
“Hey, ma da quando ti interessano le ragazze?”
“Dai assecondami”.
“Ok, vediamo un po', lunghi capelli viola, pelle candida, un vitino da vespa, enormi occhi espressivi, labbra piene, seno alto e ben fatto. Direi un misto fra una principessa delle favole e una pornostar”.
“Una cosa?”
“Lascia perdere, un film che mi passato Simon, niente. Decisamente molto, molto bella”.
“Lo immaginavo” sospirò Alec. “E' a casa di Magnus per una settimana”.
Jace fece un fischio sottovoce e gli diede una pacca d'incoraggiamento sulla spalla poi, vedendo la sua espressione abbattuta, aggiunse: “Dai, lo sai che Magnus ti è fedele, non ti preoccupare”.

Forse la notte porta consiglio, o forse furono le tredici telefonate non risposte di Magnus che trovò al risveglio, ma la mattina dopo Alec si sentiva decisamente più ottimista: Jace aveva ragione, lui e Magnus ne avevano superate tante, troppe per preoccuparsi di una stupida strega procace. E poi, in fondo, Liadara li aveva aiutati, avrebbe dovuto esserle grato. No, forse quello era chiedere troppo.
Dopo colazione chiamò Magnus, si scusò per il telefono in silenzioso e gli chiese se gli andasse un po' di sushi per cena. Sentì Magnus rilassarsi, riuscì quasi a vedere il suo sorriso mentre gli diceva che conosceva un posticino fantastico... Tutte paranoie, non c'era nessun problema!

La sera si preparò cura, scelse dei jeans puliti una maglietta con lo scollo a V, Magnus le adorava e mettevano in mostra l'ala d'angelo.
Il suo uomo era bellissimo come sempre, il sushi era ottimo, la serata perfetta.
“Senti, posso chiederti come mai quella ragazza è venuta a stare da te?” Perché? Perché diamine l'aveva tirata in ballo? Alec avrebbe voluto prendersi a calci.
“Ma niente, era una promessa”.
“Che promessa?” Ma non era capace di stare zitto?
Magnus sospirò, prese un uramaki e spiegò: “Quando sei andato da Lord Bane ci siamo preoccupati, volevo venire da te ma non potevo. L'unica possibilità era una possessione...”
“Sì, me l'hai detto”.
Lui annuì: “Conosco Liadara da un po', è l'unica di cui mi posso fidare per la magia nera, quindi ho chiesto il suo aiuto. Il suo prezzo è stato un favore”.
Alec non sapeva se chiedere spiegazioni circa la magia nera o il favore. Optò per la prima: “Ti sei tirato in casa un'esperta di magia nera?”
“Non è come credi. Lei... Ho conosciuto Liadara a una festa tanti anni fa, circa cinquanta o sessanta. Lei è una a cui piace divertirsi e anch'io, in quel periodo, non cercavo niente di serio, una notte di follie, champagne, balli, eccessi... Ci siamo rivisti dopo qualche mese, e poi ancora, sempre per caso. Ci è voluto tempo prima che si fidasse di me e io di lei. Prima che mi raccontasse la sua storia”. Lo fissò negli occhi e Alec capì.
“Resterà fra noi”.
Magnus parlava piano, si prendeva il suo tempo: “Ogni stregone è figlio di un demone ma pochi sopravvivono oltre i primi anni di età, in alcuni casi il sangue demoniaco è troppo forte, il marchio troppo debilitante, ma di solito sono i genitori stessi a uccidere i piccoli, oppure gli abitanti dei villaggi. Il figlio di un demone è una maledizione, un abominio, fa paura. E' così per tutti, ognuno di noi ha un passato simile. Tranne Liadara. Sua madre era un'adoratrice del diavolo, lei voleva quel bambino a tutti i costi. Sotto la luna piena di Beltane ha tracciato un pentacolo con il suo stesso sangue per richiamare un incubo, lei... Il risultato di quella notte è stato Liadara. Sua madre l'ha amata, ogni giorno le diceva che era bellissima, speciale, ogni giorno le insegnava qualcosa. Ma la magia che imparava era impura, la magia del diavolo”.
“Magia nera”, bisbigliò Alec.
“Magia nera. Quando divenne donna, il suo potere esplose. Era in grado di fare cose terribili e le faceva. Era convinta fosse giusto, ma non era colpa sua, le era stato insegnato così. Sua madre le diceva chi maledire, chi ammaliare, chi... uccidere. Ma gli adolescenti sono ribelli, non si lasciano comandare. Un giorno sua madre le proibì di vedere un ragazzo, non voleva che si legasse a qualcuno, voleva i poteri della figlia per sé, e Liadara colpì. Aveva solo dieci anni. In molti, nel suo villaggio, sospettavano fosse una strega, ma quando sua madre morì senza motivo se ne convinsero. Vennero a cercarla con le torce e i picconi. In prima fila, accanto al padre, c'era il ragazzino che le piaceva”.
Era tardi, il locale si stava svuotando. Alec guardò la luna fuori dalla vetrina del ristorante e provò pena per la ragazzina spaventata.
“Nel panico Liadara diede fuoco al villaggio e scappò. E' quasi un miracolo che abbia imparato a distinguere il bene dal male. Lei... ha usato il divertimento, il sesso e le luci per nascondersi dall'oscurità che aveva dentro”.
Come me. Magnus non lo disse, ma Alec glielo lesse nello sguardo.
“Forse è per questo che ama tutto ciò che appare puro e leggero. Per lei tutto fatuo è effimero, non prende nulla sul serio. In molte cose è rimasta bambina, credo sia per questo che non riesco ad arrabbiarmi con lei. Forse un giorno si sentirà abbastanza forte da abbassare l'armatura...”. Magnus tacque un attimo, poi parve riscuotersi: “Non usa più la magia nera, beh, raramente, ma quando ne ho avuto bisogno non ha esitato ad aiutarmi. In cambio di un favore, favore che ora è venuta a riscuotere. Devo dire che è stata incredibilmente onesta”.
Alec lo guardò in attesa.
“Un favore è come un assegno in bianco” spiegò Magnus. “Gliel'ho concesso perché... dovevo trovarti. Ma la parola di uno stregone è vincolante, mi avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa, assolutamente qualsiasi. Invece si è limitata a qualche ingrediente raro e un po' di ospitalità e un consiglio”.

Uscirono nella notte, la storia di Liadara aveva lasciato dietro di sé un'atmosfera pesante. Si salutarono con un bacio quasi casto e un abbraccio un po' troppo forte.
Nel suo letto, Alec pensava a Liadara e a Magnus, così simili, così capaci di comprendersi a vicenda. Entrabi scintillanti, eccessivi... immortali. Avevano speso quasi tutta la serata a parlare di lei: era chiaro che Magnus la ammirava, che gli dispiaceva per lei, che avrebbe voluto aiutarla. Che gli piaceva.

I giorni passavano e Alec sentiva la mancanza di Magnus.
Si faceva sentire spesso ma poi non faceva che parlare della ragazza: io e Liadara andiamo a pattinare, ti va? Lia vuole fare un giro a Woodbury, ci accompagni? Vieni con noi a Broadway stasera? Alec aveva smesso di rispondere.

I giorni passavano e Magnus sentiva la mancanza di Alexander.
Facevano fatica a trovare momenti per stare soli e Alec sembrava sempre più distante. Non lo chiamava mai, spesso non rispondeva alle telefonate, i messaggi che si scambiavano sembravano finti. In compenso Liadara era sempre più effervescente. Era a casa sua perché aveva appena comprato un nuovo appartamento a Budapest e aveva venduto il suo. Non aveva tenuto conto dei vicini: per rendere credibile il trasloco aveva dovuto mandare alcuni operai, far fare qualche lavoro, quindi si era trovata senza un tetto. Poi c'era la seconda parte del favore: ridecorare.

“Maggy hai un gusto incredibile! Voglio che faccia tutto tu, ovviamente come piace a me!”
Fece una piroetta in mezzo al salotto di Magnus, la gonna salì fin sopra i fianchi e inondò la stanza di fiocchi di neve. “E sai cosa mi piace vero? Ghiaccio, vetri, specchi...”
“Azzurro, bianco, argento, lo so” finì Magnus.
Lei gli diede un bacio sulla bocca: “Perfetto! Domani andiamo a Budapest! Ho prenotato una stanza al New York Palace, vicino all'opera! Stiamo una settimana!”
Magnus sorrise, adorava l'opera, voleva bene a Liadara, ma soprattutto voleva tornare alla sua vita. Alla sua vita con Alec.

Da quella volta allo chalet Magnus aveva preso l'abitudine di avvisare Catarina ogni volta che intendeva stare via per qualche tempo, un po' perché era prudente, ma in gran parte perché se non l'avesse fatto lei gli aveva promesso fuoco e fiamme.
Fu così che Alec riuscì a scoprire che fine avesse fatto il suo ragazzo. Erano due giorni che non lo sentiva e adesso era irreperibile. Era ora di chiarire le cose, di fare le domande giuste. Ma Magnus era con la strega sexy, in un hotel di lusso, dall'altra parte del mondo. Pregò Catarina di aprirgli un portale e andò a cercarlo.

La nuova casa di Liadara, all'ultimo piano di un'antica palazzina del centro, aveva enormi vetrate che davano sul Danubio. Gli operai avevano messo a posto l'impianto elettrico e imbiancato tutto, ma adesso cominciava il bello. Magnus, in piedi in mezzo al soggiorno deserto, girava lentamente su se stesso, lasciando libera l'immaginazione.
“Allora? Cosa facciamo Maggy? Fammi vedere!”

Lui sorrise: “ Vediamo, direi... cominciamo dai pavimenti, marmo bianco, lucido, per i riflessi, poi le pareti. Bianche anche loro?”
“Specchi!” disse Liadara saltando su e giù, “voglio tanti specchi!”
“E specchi siano” disse Magnus coprendo interamente tre pareti.
“Che bello Maggy! Guarda! Ci sono mille me!”
Magnus sorrise: “L'ultima la facciamo partire dal bianco a terra fino al celeste, poi prosegue sul soffitto diventando un cielo di primavera”.
“E' fantastico! Mi piace tantissimo!” poi si fermò con la testa in su: “Manca qualcosa, come nelle chiese, lì ci sono sempre gli angeli. A me però non piacciono gli angeli”.
Magnus la guardò meditabondo, Lia non stava mai ferma, un momento qui, quello dopo lì... “Il vento” disse lanciando un piccolo incantesimo: “Cosa ne dici delle nuvole che soffiano i quattro venti?”
Lei batté la mani: “Sei un genio! E poi? Che mobili mettiamo?”
“Due divani moderni, con struttura in acciaio lucido e cuscini azzurro chiaro, e una poltrona classica, importante, con lo schienale alto, ma bianca screziata d'argento. In centro un tavolino ponte in vetro”. Sopra fece apparire un vaso d'argento con un bouquet di fiori bianchi e celesti. “Poi serve un po' di calore, un bel tappeto soffice, bianco anche lui”.
“Adoro tutto! Il lampadario Maggy! Mi metti un lampadario di cristallo?”
“Certo tesoro” disse Magnus schioccando le dita.
Tende di voile cosparse di brillantini, cuscini bianchi con ricamati cristalli di neve d'argento, candelabri d'argento che proiettavano mille fiammelle negli specchi...
Quando Lia fu soddisfatta passarono in camera da letto. Magnus fece apparire un enorme letto a baldacchino king size con tende bianche e argento e lenzuola di seta e riusciva solo a pensare a come sarebbe stato bello Alec lì sopra: “Lia, ascoltami, io non posso. Davvero non posso. Domani finiamo ma poi devo tornare. So che te l'ho promesso ma...”
Lei rise, la sua risata cristallina parve rimbalzare negli specchi: “Maggy, amore, ti manca il tuo cucciolo! Lo so, lo vedo! Bastava chiedere! Prometto, giurin giuretto, che domani sera sarai a casa”.
Magnus sorrise: “Grazie piccola”.
“Adesso però smettiamo, mi sono stancata! Andiamo a fare un giretto lungo il fiume e poi a mangiare!”

Alec era arrivato al New York Palace Hotel da quasi un'ora. Seduto nella lobby ad aspettare ripassava il discorso che aveva preparato. Poi li vide arrivare. Liadara rideva appesa al braccio di Magnus, entrambi elegantissimi e pieni di luce attiravano lo sguardo di tutti. Senza riflettere si spostò dietro ad una colonna.
“Allora domani finiamo di arredare l'appartamento? Non vedo l'ora. Sei veramente il migliore! Ma lo sapevo, lo sapevo che mi servivi tu!”

I due erano spariti oltre le porta a vetri ma Alec era inchiodato alla colonna di marmo. Ogni parola era una coltellata. Finiamo di arredare l'appartamento. Quindi andavano a vivere insieme? Certo, lei era bellissima – almeno a sentire Jace – ma era tutto così improvviso. Mi servivi tu. Anche a me, avrebbe voluto urlare.
Ormai sapeva abbastanza, inutile insistere. Seduto al tavolino di una piccolo bar fatato sentì la tristezza trasformarsi in rabbia. Strinse la mano attorno all'ala d'acciaio e se la strappò dal collo. Al diavolo! Sul tavolo davanti a lui, il ciondolo splendeva lucente come un nuovo amore. Un inganno, una stupida menzogna.
“Ciao! Serve compagnia?”
Alec alzò gli occhi. Una ragazza dai riccioli scuri gli sorrideva maliziosa.
“No, io... Scusa non... sono gay” balbettò Alec impacciato come sempre. “Ho un ragazzo. Cioè avevo”.
“Magnus Bane!”
“Come?” Alec la fissò stupito, come faceva a saperlo? Ma lei stava guardano verso la porta. Alec si voltò piano. Magnus. Magnus era appena entrato nel locale. Con Liadara.

Lo stregone aprì la porta per Lia ed entrò.
“Magnus Bane!”

Guardò verso la ragazza che lo aveva chiamato – l'aveva incontrata un paio di volte da Ragnor - ma il sorriso gli morì sulle labbra. Accanto alla brunetta c'era Alexander. In due passi gli fu accanto.
“Alexander, tesoro”. L'ala d'angelo sul tavolo sembrava un grido muto. “Cosa fai qui?”
“Niente, una cosa di lavoro. Adesso devo andare” rispose Alec freddo. Si alzò, lasciando il ciondolo sul piano di formica.
Magnus lo prese per un braccio: “Cucciolo, cosa c'è?”
Alec si girò di scatto, un animale preso in un angolo: “C'è che sei uno stronzo! Io non sono abbastanza per il Sommo Stregone, va bene, lo posso anche capire!”, la voce alta attirava l'attenzione di tutti i presenti ma ormai ad Alec non interessava più, “Ma un uomo con anche solo un pizzico di rispetto, senso dell'onore, di decenza avrebbe almeno avuto il coraggio di dirmelo in faccia! Magari prima di trasferirsi dalla sua nuova fiamma!” Una singola lacrima scivolò dall'angolo dell'occhio e scese lentamente. Magnus allungò un dito e la raccolse. Alec sembrava pietrificato, incapace di muoversi mentre la bocca di Magnus si avvicinava alla sua.
“Mai” gli sussurrò contro le labbra. “Non potrei mai lasciarti. Per me esiti solo tu” disse prima di baciarlo. Alec non si mosse, non abbassò la testa verso il compagno, non ricambiò il bacio.
Magnus prese l'ala d'angelo dal tavolo, delicatamente, come se fosse fragile, se la mise sul palmo della mano, e la girò sul retro. Chiuse gli occhiò: Nam mihi Eppur Si caritas. Una scritta di fuoco apparve sul retro del ciondolo.
“Cosa...?”
“E' il mio vero nome. Volevo stesse sempre accanto alla tua pelle”.
Alzò la collana: “Alexander, sei in ogni mio pensiero, ogni battito del mio cuore. Ti prego”.
Alec annuì piano e altrettanto piano Magnus gli passò le mani dietro al collo e riallacciò il cordino di cuoio.
Occhi negli occhi, le braccia cercarono la vita del compagno...
E Liadara lanciò un gridolino di gioia scoppiando in un applauso festoso a cui uno a uno si unirono tutti gli altri avventori del locale.
Alec non riuscì a trattenere una risata: come sempre aveva ragione Magnus, era impossibile arrabbiarsi con quella ragazza. Ignorò lei e tutti gli altri, attirò il suo uomo un po' più vicino e lo baciò, un bacio di quelli che ti lasciano senza respiro, che fanno fermare il tempo e impazzire il cuore.

Fuori le stelle si riflettevano nel Danubio, Magnus e Alec camminavano mano nella mano mentre Liadara chiacchierava incessantemente su com'erano romantici, sulla sua nuova casa, su che designer fantastico fosse Magnus e su qualsiasi cosa attirasse la sua attenzione. Davanti al ponte delle catene Magnus si fermò a guardare Alec: “Devo restare ancora un giorno, finire di mettere a posto l'appartamento di Lia”. Sorrise vedendo il rossore che colorava le guance di Alec. “Ti prometto che sarò a casa prima di sera”.
“Nessun problema. Sarò lì ad aspettarti” rispose Alec con un groppo in gola.

“No, no, no! Non va bene per niente! Maggy non puoi lasciarlo andare!”si intromise Liadara. “Ci sono! Facciamo così...” cercò nella pochette d'argento e porse una tessera a Magnus. “A casa mia c'è già il letto, un letto bellissimo, vero tesoro? Allora, io dormo lì, e voi vi godete l'albergo da bravi piccioncini!”
“Io... domani devo essere all'istituto”.
“Alexander, New York è solo a un portale di distanza” disse Magnus.

Si salutarono con un abbraccio e Liadara percorse il ponte verso casa sua. Mentre tornavano all'Hotel, Alec si rivolse a Magnus: “Senti, solo per togliermi una curiosità, ma cos'era quella storia di giocare insieme?”
Lo stregone scoppiò a ridere e scosse la testa: “Te lo spiego quando sarai più grande!”

“Magnus!”

--------

SPOILER: In Demoni a Natale Magnus regala ad Alec un ciondolo in acciaio a forma di ala d'angelo. Oltre a essere incantato con Fortuna e Protezione, Magnus ha inciso sul retro il suo nome in indonesiano ma, per paura che fosse un gesto troppo impegnativo, la scritta è visibile solo con un incantesimo di cui Alec non è a conoscenza.

In Magnus contro Bane Alec è in pericolo in una dimensione alternativa. Per raggiungerlo lo stregone chiede aiuto a Liadara, una sua amica, per praticare la possessione demoniaca, rito di magia nera. La ragazza resta a guardia dei corpi e alla fine apre un portale per riportarli a casa.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Storytime_Love