E’
mattino
e i raggi del sole riscaldano la fredda Arendelle.
Il
campanile, posto al centro della piazza, suona accogliendo il nuovo
giorno.
Da quasi
un decennio Anna era solita alzarsi per via del rumore della campana.
Iniziava
la sua routine, evitando di fare colazione assieme al marito o alla
figlia
Aurora. Dopo il bagno caldo e il cambio d’abito si recava
nella sala del trono
e vi si chiudeva fino a quando Lucy giungeva lì a
comunicarle che il pranzo era
pronto. Tutto era un susseguirsi di momenti scanditi con le lancette
dell’orologio. La sua quotidianità consisteva nel
lavorare, mangiare seppure in
porzioni ridotte ( si nutriva solo per evitare mancamenti) dormire la notte, anche se
gli incubi non
rendevano mai il sonno un momento di rilassamento totale.
Quel giorno,
finalmente, dopo quasi dieci anni, Anna dorme beata, niente sogni
angosciosi
durante la notte. Nulla l’avrebbe svegliata se non fosse per
le figlie che,
cominciano a chiacchierare, ancora accoccolate al petto materno.
Si
sussurrano cose che la regina ascolta, fingendo di dormire. Le sente
raccontare
di momenti buffi della loro giovane vita e di quanto fosse bello
essersi
ritrovate amandosi tanto, nonostante si conoscessero poco.
All’improvviso,
tra un discorso e un altro, è la sorella maggiore a tirar
fuori un argomento
inaspettato.
“A te
piacerebbe avere un fratellino?”
La
sovrana, sbalordita, cerca di trattenere lo shock dopo aver udito tali
parole.
“Lo
sogno
da sempre. Pensa che mamma e papà mi hanno domandato cosa
desiderassi per il
compleanno. Volevo una sorella o un fratello”
“Beh
direi
che si è avverato. Eccomi qui” – le
sorride Ineke.
“Già.
Adesso non mi sento più sola” – risponde
teneramente Aurora.
Anna a
quel punto decide di svegliarsi, recitando la parte di chi vi desta
improvvisamente.
“Buongiorno
tesori miei” – le saluta, stringendole forte a
sé, baciando ciascuna delle loro
testoline.
“Mammina,
sei in ritardo. Come mai non salti giù dal letto e corri a
prepararti per la
tradizionale accoglienza dei sudditi nella sala del trono?”
– le chiede la
secondogenita, abituata alla routine della regina.
“Amore
mio, da oggi in poi tante
cose
cambieranno. Soprattutto adesso che vi ho qui entrambe, non mi
allontanerò un
solo istante”
“E le faccende di corte? Chi se ne
occuperà?” – domanda ancora Aurora.
“Vi
ricordo che non sempre il popolo viene a farmi visita. Poi anche vostro
padre è
un sovrano” – puntualizza lei, dando una carezza
sul braccio del marito.
“Lo
svegliamo?” – propone la più piccola
alla sorella maggiore.
“Non mi
sembra carino dargli fastidio. Sta dormendo” –
sostiene Ineke.
“Più
ti
guardo più rivedo in te i modi di fare di Elsa. E pensare
che quando avevi un
anno eri esattamente come me” – afferma Anna,
notando che la piccola, crescendo
con la zia, ha imitato e assimilato il suo temperamento.
Aurora
invece ignorando i loro discorsi si getta sul padre che sobbalza,
destato
improvvisamente da un sogno alquanto piacevole che aveva per
protagonista sua
moglie.
“Hey…ma
siete impazzite?”- borbotta
ancora
assonnato.
Le tre
ridacchiano ed Anna è la prima a prenderlo in giro
– “Sei sempre il solito
bambinone”
Kristoff
arrossisce trovandosi di fronte la consorte più bella e
luminosa che mai.
Resta a
guardarla per minuti senza pronunciarsi, ma limitandosi a sorriderle.
E’
Ineke a
rompere l’attimo di silenzio tra i genitori –
“Io ho fame, chiediamo a Lucy di
prepararci la colazione?”
“Si,
corriamo. Sono sicura che la starà servendo
già” – esclama entusiasta la
secondogenita, afferrando la mano della sorella e scendendo dal lettone.
“Dove
andate? Non ci volete aspettare?” – domanda Anna,
indossando la vestaglia di
seta.
Bjorgman
la trattiene, facendo segno alle piccole di avviarsi.
“Uffa,
ci
tenevo a fare colazione insieme” – sbuffa guardando
le due chiudere la porta,
andando via.
“Amore
mio, hai tutta una vita per farlo. Direi che ora che siamo soli puoi
dedicare
anche qualche minutino a me” – la tira a
sé.
Anna è
sopra il marito, in una posizione piuttosto esplicita, quando Lucy
entra con un
vassoio tra le mani.
“Ops,
scusate” – imbarazzata, chiude immediatamente la
porta.
La coppia
comincia a ridere.
“Povera
donna! Chissà cosa avrà pensato”
– riflette Anna ad alta voce.
“Penserà
che ci amiamo” – spiega ridacchiando Kristoff.
“Dai,
andiamole a chiedere scusa” – fa per alzarsi lei.
Lui la
ferma di nuovo, stavolta gettandola sul letto, sotto il suo ardente
corpo
muscoloso.
“Che
intenzioni hai? Non hai fame a quanto pare”
“Ho
fame
solo di mia moglie” – la provoca, baciandole il
collo.
Sa bene
che quel gesto manda in estasi Anna, la quale, infatti, non resiste.
“Chiudi
a
chiave la porta. Non vorrei entrassero le bambine”
– gli sussurra, mentre si
libera dei pochi abiti che ha addosso.
Così i
due
piccioncini godono di momenti tutti loro, fatti di passione,
intensità e puro
ed immenso amore.
--------------------------------------
Le
principessine sono alle prese con le tradizionali ed abbondanti
colazioni di
cuoca Lucy.
L’anziana,
ancora in imbarazzo per la scena vista, cerca di non pensarci e si
dedica alle
due bambine con premura e affetto.
“Desiderate
altro?” – domanda.
“No,
grazie. Piuttosto, che fine hanno fatto mamma e
papà?” – si chiede Aurora.
“Andiamo
a
vedere come mai sono ancora lì” –
propone Ineke.
“No,
no.
Aspettate” – li trattiene la domestica, consapevole
che i reali sono impegnati
al momento.
“Volete
venire con me in cucina? Così vi mostro qualcosa anzi
qualcuno di speciale”
Ovviamente
Lucy sa quanto la secondogenita dei suoi signori sia curiosa e appunto
è
immediato il suo Si.
Prima che le
tre si allontanino dal salone, qualcuno avanza nella loro direzione.
“Zia
Elsa,
buongiorno”
La giovane
le saluta con un tenero bacio.
“Vorrei
che veniste assieme a me” – le prega.
Afferrata la
mano della loro adorata zia, le due si congedano dalla domestica,
promettendole
che successivamente l’avrebbero raggiunta per conoscere quel
qualcuno speciale
di cui parlava.
Seguono Elsa
fino alla sala dei quadri.
“Vorrei
che foste le prime ad incontrarla” – spiega
l’adulta.
“Incontrare
chi?” – domanda stupita Ineke.
A quel
punto, scorgono vicino alla finestra, una donna con una lunga treccia e
una
mantellina scura.
Le piccole
guardano l’estranea, cercando risposte.
“Eccole,
sono queste le principessine di Arendelle” –
l’ex regina e custode della
foresta incantata si rivolge alla straniera che si volta verso le
piccine.
Ha gli
occhi colmi di lacrime. Proprio quello sguardo e le vibrazioni che la
presenza
di quella donna suscitano in lei, la convincono a fidarsi e ad
avvicinarsi. Le
sfiora il viso asciugandolo dal pianto e continua a fissarla,
studiandola.
“Tu sei
Ineke, vero?”
“Chi sei tu? Come conosci il mio nome? Cosa cerchi da me e
mia sorella?”
La
risposta della signora non è coerente agli interrogativi
della bambina. Infatti
la sua è una riflessione che spiazza le piccole.
“Ha
deciso
di darti il nome di mia madre”
A quel
punto interviene anche Aurora – “ Di cosa sta
parlando?”
“Ineke
Bjorgman, era questo il nome di mia madre, ed io mi chiamo
Ingrid”
“Ingrid?”
– ripete scioccata la primogenita dei sovrani.
“Si,
sono
io quella Ingrid di cui ti hanno parlato, mia cara”
“Sei…sei…
davvero tu? Ma come è possibile? Eri…eri fuggita
per via del cristallo!”
“Se
adesso
tu stai bene e se io sono qua è merito di uno spiritello
infuocato che è andato
contro le regole e ha manomesso l’accordo magico”
“Cosa?”
–
esclamano in coro le principesse.
Elsa,
rimasta in disparte, partecipa per dare alle nipoti le certezze
assolute su
quanto stanno ascoltando.
“Sono
io
che ho cercato Ingrid per raccontarle gli ultimi avvenimenti. Lei, come
te
Ineke, è stata segnata dallo stesso destino. Però
sai di esserti salvata grazie
all’amore immenso che Aurora nutre nei tuoi confronti. Proprio l’amore,
un sentimento tanto potente
e propriamente mortale, è stata la chiave di tutto”
“Wow”
–
esclama la seconda, restando a bocca aperta.
“Il
cristallo ora dove è?” – domanda,
preoccupata, la maggiore tra le due creature.
“E’
custodito
da colei che fu l’iniziatrice di quella che oggi è
stata definita una missione”
“Perciò siamo libere?” –
esulta Ineke, non trattenendo il pianto dalla troppa
gioia.
“Si,
lei è
qui per riprendere ciò che ingiustamente le è
stato tolto. L’amore dei suoi
cari. L’amore di suo figlio”
“Di
nostro
padre!” – aggiunge, sorridente, Aurora.
“Mi
aiuterete,vero?” – le prega e le nipoti annuiscono
subito.
La più
piccola si fionda tra le braccia della ritrovata nonna, emozionata di
aver
allargato la famiglia con un nuovo membro. Ineke si limita,
inizialmente, ad
osservarla, a toccarle i capelli morbidi, ad accarezzarle il viso.
“Ora
sì
che mi sento a casa” – conclude, prima di
stringersi anch’essa al collo della
consanguinea.
La scena
commuove la tenera zia Elsa che, fiera delle bambine e della loro
infinità
bontà, si accinge a chiamare il cognato.
È lui
lo
step più difficile da affrontare.
Sa che
potrebbe reagire male a quell’incontro forzato.
Però è pur vero che Bjorgman
sogna da sempre sua madre e ora che sa effettivamente quanto ha patito
sua
madre che non lo ha mai odiato, magari la accetterà nella
sua vita.
Elsa bussa
alla porta della camera da letto della sorella e del cognato.
Attende
sull’uscio e ad aprirla è una spettinatissima
Anna, avvolta nella vestaglia e
alquanto accaldata.
“Elsa!
Ehm…che ci fai qui?” – esclama,
imbarazzata, la regina.
“Ops.
Scusate, non era mi intenzione interrompervi mentre..”
– arrossisce la
maggiore.
“No,no
tranquilla. Abbiamo finito” – ridacchia Kristoff,
dal fondo della stanza,
ricevendo l’occhiataccia di rimprovero della moglie.
“Potete
raggiungermi nel salone dei quadri, appena possibile? è
urgente”
“Certo”
–
risponde la regina, salutando la sorella.
Chiude la
porta alle sue spalle ed esclama – “Che vergogna!
Non è da sovrani composti
come noi, fare figuracce di questo tipo. Per di più due in
una sola mattinata”
“Dai
amore. Non abbiamo mica fatto qualcosa di male” –
spiega l’ex montanaro,
indossando gli abiti puliti, dopo il bagno caldo mattutino.
-----------------------------------
“Eccoci!
Cosa vuoi dirci di tanto importante?” – chiede
Anna, una volta raggiunta la
parente.
Kristoff,
dietro la moglie, scruta subito una figura estranea che gioca con le
figlie.
“Chi
è
quella persona?” – domanda, sospettoso.
“Ecco,
è
la cosa di cui volevo parlare” – li fa avvicinare
ad Ingrid, la quale sobbalza
nel vedere il giovane re.
“Kristoff!!
Sei tu?” – esclama, portandosi una mano sul cuore.
“Lei
chi
è?” – chiede lui. Gli basta poco per
arrivare alla soluzione.
Gli occhi
della straniera sono identici ai suoi.
“Sei
mia
madre,vero?”
Anna
sconvolta esclama – “Aspetta,che?!”
“Figlio
mio” – singhiozza la signora aprendo le braccia al
ragazzo, in attesa di un suo
abbraccio.
Il sovrano
però indietreggia.
“Ho
bisogno di stare solo. Scusate – così dicendo
corre via, sotto lo sguardo
preoccupato di tutti, figlie incluse.
“Non
l’ha
presa bene” – commenta amareggiata Ingrid.
“Io
sono
Anna, per me è un piacere averla a palazzo”
– si presenta la regina, mostrandosi
dolce verso la sconosciuta della quale sa poco e niente.
“Siete
la
donna che ho sempre sognato per Kristoff. Anche se gli ho dovuto dire
addio
subito dopo la nascita, lo pensavo in ogni attimo della mia giornata.
Immaginavo
come potesse essere diventato. Lo sognavo sposato e con tanti bambini,
felice
di avere una famiglia vera”
“Questa
famiglia vera include anche lei, Ingrid”
“Diamoci
del tu, ti prego. In fondo la regina non sono io, qui”
A sentirla
parlare come una madre che ha patito le sue stesse sofferenze, Anna si
commuove
e la abbraccia forte.
“Io ti
capisco meglio di chiunque altro al mondo. Kristoff deve solo
metabolizzare.
Vedrai che ogni cosa si sistemerà”
Quella
giornata vola velocemente. Bjorgman non affronta il dolore, chiudendosi
nella
stanza o in biblioteca o addirittura nella stalla con Sven, il suo
confidente.
A
comprendere lo stato d’animo di un figlio abbandonato, che
magicamente si trova
a dover stravolgere la propria esistenza perché un genitore
torna sui suoi
passi e gli dice “Hey ciao, sono tua madre”,
può essere soltanto chi ha vissuto
lo stesso, Ineke.
“Posso
entrare?” – domanda al genitore, raggiungendolo
nella stalla.
“Vieni
tesoro” – la invita a sedersi sulle sue ginocchia,
però la bambina preferisce
farlo a terra.
“Non
riesci ancora ad accettarci, vero?”
Ineke non
risponde. China la testa e sposta il discorso su di lui –
“E’ complicato
affrontare circostanze che mai ci saremmo sognati di dover vivere.
Insomma, mi
riferisco ad Ingrid. Non avresti mai creduto di conoscerla”
“No,
ammetto che ho pensato a lei spesso, però non sognavo mica
di trovarla a
palazzo che pretende addirittura che la abbracci come se niente fosse
accaduto.
Che ne è stato del cuore di cristallo? Perché
adesso mi cerca e mi vuole amare
e quando sono nato mi ha scacciato?”
“Sai,
le
domande che ti poni sono lecite. Sono dubbi sorti anche in me. Molti mi
ronzano
ancora nella testa”
A quel punto Bjorgman realizza che la situazione che ha vissuto lui
è identica
a quella di Ineke. L’unica distinzione è che Ineke
aveva Elsa che si fingeva
sua madre, invece il montanaro sapeva che sua madre era fuggita per non
crescerlo.
“Metti
da
parte il tuo orgoglio. Non serve a nulla rivangare il passato, se non a
farsi
ancora più male”
“Come
fai
ad accettare che le tue certezze siano crollate?” –
le domanda il padre.
“Con
l’amore
di chi mi è vicino. Aurora è diventata la mia
ancora di salvezza. Per me lei è
tutto. Mi sta aiutando tantissimo averla accanto. Adesso che anche
Ingrid è con
noi, non mi sento più sola. Chi meglio di lei sa cosa si
prova ad essere
predestinata” – spiega la bambina.
“Sei
così
saggia per l’età che hai!” –
commenta fiero il re di Arendelle, accarezzandole
il capo.
“Lei ti
vuole bene, sei suo figlio. Ora è qui per recuperare il
tempo perso. Dalle questa
occasione. Sono sicura che non te ne pentirai” – le
sorride Ineke, con occhi
lucidi.
“Mi dai
un
abbraccio?”- la
supplica lui, desideroso
del contatto fisico con la sua amata bambina.
Finalmente
Ineke acconsente, sedendosi sulle gambe del padre ed avvinghiandosi al
suo
collo.
I due
piangono insieme, si sfogano e condividono la stessa ingiusta
sofferenza.
Anni di
dolore immenso per due figli allontanati dai propri genitori per volere
di altri.
-------------------------------------------
“Ha
bisogno
di tempo, non è semplice” – Anna
giustifica il marito con Ingrid.
Elsa anche
prende le parti del cognato eppure la sua empatia le fa percepire anche
il
malessere della signora.
“Eccolo”
–
esclama Aurora, indicando il padre sull’uscio della porta.
È con la primogenita
che gli tiene la mano.
“Kristoff!
Figliolo, perdonami. Ti prego” – la Bjorgman si
inginocchia di fronte al
figlio, scongiurandolo di mettere da parte la rabbia.
E’
l’ex
montanaro ad afferrarle il braccio e ad aiutarla a mettersi in piedi
– “Non
voglio vederti mai più prostrarti di fronte a niente e
nessuno” – le dice con
decisione.
“Non ci
sono parole che giustifichino le mie azioni, figlio mio. Lo so, ho
sbagliato.
Ho dovuto cedere al volere di chi dettava leggi sulla mia vita. Ora che
siamo
al corrente di quanto ha fatto Bruni per noi tutti, vorrei
rimediare”
“Aspetta,
a cosa si riferisce?” – si domanda confusa la
regina.
“Long
story sorellina. Vieni con me e te la racconterò”
– le sussurra Elsa e la conduce
fuori.
Anche le
bambine seguono a ruota le due donne, così da lasciare da
soli madre e figlio.
Il silenzio
che regna nella stanza viene interrotto improvvisamente da Kristoff
stesso.
Le parole
della sua primogenita gli rimbombano in testa. Lo
sguardo di sua madre è fisso su di lui ed
ignorarlo è difficile. Cosa deve fare? Come deve comportarsi?
E così
prende una decisione per se stesso e per la sua vita.
“Ora
posso abbracciarti senza rischiare la
fine del mondo?”
Ingrid,
singhiozzante, annuisce e si avvolge al gigante dal cuore grande.
Finalmente
i due si ritrovano, lasciando che i sentimenti vengano a galla e il
passato
cada nel dimenticatoio.
Sarà
quello
un punto d’inizio per costruire assieme il futuro che
entrambi meritano.