Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Ivy001    21/01/2020    1 recensioni
SPOILER FROZEN 2
Cosa succede dopo le vicende di Frozen 2, a distanza di dieci anni circa da quel momento?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ mattino e i raggi del sole riscaldano la fredda Arendelle.

Il campanile, posto al centro della piazza, suona accogliendo il nuovo giorno.

Da quasi un decennio Anna era solita alzarsi per via del rumore della campana. Iniziava la sua routine, evitando di fare colazione assieme al marito o alla figlia Aurora. Dopo il bagno caldo e il cambio d’abito si recava nella sala del trono e vi si chiudeva fino a quando Lucy giungeva lì a comunicarle che il pranzo era pronto. Tutto era un susseguirsi di momenti scanditi con le lancette dell’orologio. La sua quotidianità consisteva nel lavorare, mangiare seppure in porzioni ridotte ( si nutriva solo per evitare mancamenti)  dormire la notte, anche se gli incubi non rendevano mai il sonno un momento di rilassamento totale.

Quel giorno, finalmente, dopo quasi dieci anni, Anna dorme beata, niente sogni angosciosi durante la notte. Nulla l’avrebbe svegliata se non fosse per le figlie che, cominciano a chiacchierare, ancora accoccolate al petto materno.

Si sussurrano cose che la regina ascolta, fingendo di dormire. Le sente raccontare di momenti buffi della loro giovane vita e di quanto fosse bello essersi ritrovate amandosi tanto, nonostante si conoscessero poco.

All’improvviso, tra un discorso e un altro, è la sorella maggiore a tirar fuori un argomento inaspettato.

“A te piacerebbe avere un fratellino?”

La sovrana, sbalordita, cerca di trattenere lo shock dopo aver udito tali parole.

“Lo sogno da sempre. Pensa che mamma e papà mi hanno domandato cosa desiderassi per il compleanno. Volevo una sorella o un fratello”

“Beh direi che si è avverato. Eccomi qui” – le sorride Ineke.

“Già. Adesso non mi sento più sola” – risponde teneramente Aurora.

Anna a quel punto decide di svegliarsi, recitando la parte di chi vi desta improvvisamente.

“Buongiorno tesori miei” – le saluta, stringendole forte a sé, baciando ciascuna delle loro testoline.

“Mammina, sei in ritardo. Come mai non salti giù dal letto e corri a prepararti per la tradizionale accoglienza dei sudditi nella sala del trono?” – le chiede la secondogenita, abituata alla routine della regina.

“Amore mio, da oggi in poi  tante cose cambieranno. Soprattutto adesso che vi ho qui entrambe, non mi allontanerò un solo istante”
“E le faccende di corte? Chi se ne occuperà?” – domanda ancora Aurora.

“Vi ricordo che non sempre il popolo viene a farmi visita. Poi anche vostro padre è un sovrano” – puntualizza lei, dando una carezza sul braccio del marito.

“Lo svegliamo?” – propone la più piccola alla sorella maggiore.

“Non mi sembra carino dargli fastidio. Sta dormendo” – sostiene Ineke.

“Più ti guardo più rivedo in te i modi di fare di Elsa. E pensare che quando avevi un anno eri esattamente come me” – afferma Anna, notando che la piccola, crescendo con la zia, ha imitato e assimilato il suo temperamento.

Aurora invece ignorando i loro discorsi si getta sul padre che sobbalza, destato improvvisamente da un sogno alquanto piacevole che aveva per protagonista sua moglie.

“Hey…ma siete impazzite?”-  borbotta ancora assonnato.

Le tre ridacchiano ed Anna è la prima a prenderlo in giro – “Sei sempre il solito bambinone”

Kristoff arrossisce trovandosi di fronte la consorte più bella e luminosa che mai.

Resta a guardarla per minuti senza pronunciarsi, ma limitandosi a sorriderle.

E’ Ineke a rompere l’attimo di silenzio tra i genitori – “Io ho fame, chiediamo a Lucy di prepararci la colazione?”

“Si, corriamo. Sono sicura che la starà servendo già” – esclama entusiasta la secondogenita, afferrando la mano della sorella e scendendo dal lettone.

“Dove andate? Non ci volete aspettare?” – domanda Anna, indossando la vestaglia di seta.

Bjorgman la trattiene, facendo segno alle piccole di avviarsi.

“Uffa, ci tenevo a fare colazione insieme” – sbuffa guardando le due chiudere la porta, andando via.

“Amore mio, hai tutta una vita per farlo. Direi che ora che siamo soli puoi dedicare anche qualche minutino a me” – la tira a sé.

Anna è sopra il marito, in una posizione piuttosto esplicita, quando Lucy entra con un vassoio tra le mani.

“Ops, scusate” – imbarazzata, chiude immediatamente la porta.

La coppia comincia a ridere.

“Povera donna! Chissà cosa avrà pensato” – riflette Anna ad alta voce.

“Penserà che ci amiamo” – spiega ridacchiando Kristoff.

“Dai, andiamole a chiedere scusa” – fa per alzarsi lei.

Lui la ferma di nuovo, stavolta gettandola sul letto, sotto il suo ardente corpo muscoloso.

“Che intenzioni hai? Non hai fame a quanto pare”

“Ho fame solo di mia moglie” – la provoca, baciandole il collo.

Sa bene che quel gesto manda in estasi Anna, la quale, infatti, non resiste.

“Chiudi a chiave la porta. Non vorrei entrassero le bambine” – gli sussurra, mentre si libera dei pochi abiti che ha addosso.

Così i due piccioncini godono di momenti tutti loro, fatti di passione, intensità e puro ed immenso amore.

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Le principessine sono alle prese con le tradizionali ed abbondanti colazioni di cuoca Lucy.

L’anziana, ancora in imbarazzo per la scena vista, cerca di non pensarci e si dedica alle due bambine con premura e affetto.

“Desiderate altro?” – domanda.

“No, grazie. Piuttosto, che fine hanno fatto mamma e papà?” – si chiede Aurora.

“Andiamo a vedere come mai sono ancora lì” – propone Ineke.

“No, no. Aspettate” – li trattiene la domestica, consapevole che i reali sono impegnati al momento.

“Volete venire con me in cucina? Così vi mostro qualcosa anzi qualcuno di speciale”

Ovviamente Lucy sa quanto la secondogenita dei suoi signori sia curiosa e appunto è immediato il suo Si.

Prima che le tre si allontanino dal salone, qualcuno avanza nella loro direzione.

“Zia Elsa, buongiorno”

La giovane le saluta con un tenero bacio.

“Vorrei che veniste assieme a me” – le prega.

Afferrata la mano della loro adorata zia, le due si congedano dalla domestica, promettendole che successivamente l’avrebbero raggiunta per conoscere quel qualcuno speciale di cui parlava.

Seguono Elsa fino alla sala dei quadri.

“Vorrei che foste le prime ad incontrarla” – spiega l’adulta.

“Incontrare chi?” – domanda stupita Ineke.

A quel punto, scorgono vicino alla finestra, una donna con una lunga treccia e una mantellina scura.

Le piccole guardano l’estranea, cercando risposte.

“Eccole, sono queste le principessine di Arendelle” – l’ex regina e custode della foresta incantata si rivolge alla straniera che si volta verso le piccine.

Ha gli occhi colmi di lacrime. Proprio quello sguardo e le vibrazioni che la presenza di quella donna suscitano in lei, la convincono a fidarsi e ad avvicinarsi. Le sfiora il viso asciugandolo dal pianto e continua a fissarla, studiandola.

“Tu sei Ineke, vero?”
“Chi sei tu? Come conosci il mio nome? Cosa cerchi da me e mia sorella?”

La risposta della signora non è coerente agli interrogativi della bambina. Infatti la sua è una riflessione che spiazza le piccole.

“Ha deciso di darti il nome di mia madre”

A quel punto interviene anche Aurora – “ Di cosa sta parlando?”

“Ineke Bjorgman, era questo il nome di mia madre, ed io mi chiamo Ingrid”

“Ingrid?” – ripete scioccata la primogenita dei sovrani.

“Si, sono io quella Ingrid di cui ti hanno parlato, mia cara”

“Sei…sei… davvero tu? Ma come è possibile? Eri…eri fuggita per via del cristallo!”

“Se adesso tu stai bene e se io sono qua è merito di uno spiritello infuocato che è andato contro le regole e ha manomesso l’accordo magico”

“Cosa?” – esclamano in coro le principesse.

Elsa, rimasta in disparte, partecipa per dare alle nipoti le certezze assolute su quanto stanno ascoltando.

“Sono io che ho cercato Ingrid per raccontarle gli ultimi avvenimenti. Lei, come te Ineke, è stata segnata dallo stesso destino. Però sai di esserti salvata grazie all’amore immenso che Aurora nutre nei tuoi confronti.  Proprio l’amore, un sentimento tanto potente e propriamente mortale, è stata la chiave di tutto”

“Wow” – esclama la seconda, restando a bocca aperta.

“Il cristallo ora dove è?” – domanda, preoccupata, la maggiore tra le due creature.

“E’ custodito da colei che fu l’iniziatrice di quella che oggi è stata definita una missione”
“Perciò siamo libere?” – esulta Ineke, non trattenendo il pianto dalla troppa gioia.

“Si, lei è qui per riprendere ciò che ingiustamente le è stato tolto. L’amore dei suoi cari. L’amore di suo figlio”

“Di nostro padre!” – aggiunge, sorridente, Aurora.

“Mi aiuterete,vero?” – le prega e le nipoti annuiscono subito.

La più piccola si fionda tra le braccia della ritrovata nonna, emozionata di aver allargato la famiglia con un nuovo membro. Ineke si limita, inizialmente, ad osservarla, a toccarle i capelli morbidi, ad accarezzarle il viso.

“Ora sì che mi sento a casa” – conclude, prima di stringersi anch’essa al collo della consanguinea.

La scena commuove la tenera zia Elsa che, fiera delle bambine e della loro infinità bontà, si accinge a chiamare il cognato.

È lui lo step più difficile da affrontare.

Sa che potrebbe reagire male a quell’incontro forzato. Però è pur vero che Bjorgman sogna da sempre sua madre e ora che sa effettivamente quanto ha patito sua madre che non lo ha mai odiato, magari la accetterà nella sua vita.

Elsa bussa alla porta della camera da letto della sorella e del cognato.

Attende sull’uscio e ad aprirla è una spettinatissima Anna, avvolta nella vestaglia e alquanto accaldata.

“Elsa! Ehm…che ci fai qui?” – esclama, imbarazzata, la regina.

“Ops. Scusate, non era mi intenzione interrompervi mentre..” – arrossisce la maggiore.

“No,no tranquilla. Abbiamo finito” – ridacchia Kristoff, dal fondo della stanza, ricevendo l’occhiataccia di rimprovero della moglie.

“Potete raggiungermi nel salone dei quadri, appena possibile? è urgente”

“Certo” – risponde la regina, salutando la sorella.

Chiude la porta alle sue spalle ed esclama – “Che vergogna! Non è da sovrani composti come noi, fare figuracce di questo tipo. Per di più due in una sola mattinata”

“Dai amore. Non abbiamo mica fatto qualcosa di male” – spiega l’ex montanaro, indossando gli abiti puliti, dopo il bagno caldo mattutino.

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“Eccoci! Cosa vuoi dirci di tanto importante?” – chiede Anna, una volta raggiunta la parente.

Kristoff, dietro la moglie, scruta subito una figura estranea che gioca con le figlie.

“Chi è quella persona?” – domanda, sospettoso.

“Ecco, è la cosa di cui volevo parlare” – li fa avvicinare ad Ingrid, la quale sobbalza nel vedere il giovane re.

“Kristoff!! Sei tu?” – esclama, portandosi una mano sul cuore.

“Lei chi è?” – chiede lui. Gli basta poco per arrivare alla soluzione.

Gli occhi della straniera sono identici ai suoi.

“Sei mia madre,vero?”

Anna sconvolta esclama – “Aspetta,che?!”

“Figlio mio” – singhiozza la signora aprendo le braccia al ragazzo, in attesa di un suo abbraccio.

Il sovrano però indietreggia.

“Ho bisogno di stare solo. Scusate – così dicendo corre via, sotto lo sguardo preoccupato di tutti, figlie incluse.

“Non l’ha presa bene” – commenta amareggiata Ingrid.

“Io sono Anna, per me è un piacere averla a palazzo” – si presenta la regina, mostrandosi dolce verso la sconosciuta della quale sa poco e niente.

“Siete la donna che ho sempre sognato per Kristoff. Anche se gli ho dovuto dire addio subito dopo la nascita, lo pensavo in ogni attimo della mia giornata. Immaginavo come potesse essere diventato. Lo sognavo sposato e con tanti bambini, felice di avere una famiglia vera”

“Questa famiglia vera include anche lei, Ingrid”

“Diamoci del tu, ti prego. In fondo la regina non sono io, qui”

A sentirla parlare come una madre che ha patito le sue stesse sofferenze, Anna si commuove e la abbraccia forte.

“Io ti capisco meglio di chiunque altro al mondo. Kristoff deve solo metabolizzare. Vedrai che ogni cosa si sistemerà”

Quella giornata vola velocemente. Bjorgman non affronta il dolore, chiudendosi nella stanza o in biblioteca o addirittura nella stalla con Sven, il suo confidente.

A comprendere lo stato d’animo di un figlio abbandonato, che magicamente si trova a dover stravolgere la propria esistenza perché un genitore torna sui suoi passi e gli dice “Hey ciao, sono tua madre”, può essere soltanto chi ha vissuto lo stesso, Ineke.

“Posso entrare?” – domanda al genitore, raggiungendolo nella stalla.

“Vieni tesoro” – la invita a sedersi sulle sue ginocchia, però la bambina preferisce farlo a terra.

“Non riesci ancora ad accettarci, vero?”

Ineke non risponde. China la testa e sposta il discorso su di lui – “E’ complicato affrontare circostanze che mai ci saremmo sognati di dover vivere. Insomma, mi riferisco ad Ingrid. Non avresti mai creduto di conoscerla”

“No, ammetto che ho pensato a lei spesso, però non sognavo mica di trovarla a palazzo che pretende addirittura che la abbracci come se niente fosse accaduto. Che ne è stato del cuore di cristallo? Perché adesso mi cerca e mi vuole amare e quando sono nato mi ha scacciato?”

“Sai, le domande che ti poni sono lecite. Sono dubbi sorti anche in me. Molti mi ronzano ancora nella testa”
A quel punto Bjorgman realizza che la situazione che ha vissuto lui è identica a quella di Ineke. L’unica distinzione è che Ineke aveva Elsa che si fingeva sua madre, invece il montanaro sapeva che sua madre era fuggita per non crescerlo.

“Metti da parte il tuo orgoglio. Non serve a nulla rivangare il passato, se non a farsi ancora più male”

“Come fai ad accettare che le tue certezze siano crollate?” – le domanda il padre.

“Con l’amore di chi mi è vicino. Aurora è diventata la mia ancora di salvezza. Per me lei è tutto. Mi sta aiutando tantissimo averla accanto. Adesso che anche Ingrid è con noi, non mi sento più sola. Chi meglio di lei sa cosa si prova ad essere predestinata” – spiega la bambina.

“Sei così saggia per l’età che hai!” – commenta fiero il re di Arendelle, accarezzandole il capo.

“Lei ti vuole bene, sei suo figlio. Ora è qui per recuperare il tempo perso. Dalle questa occasione. Sono sicura che non te ne pentirai” – le sorride Ineke, con occhi lucidi.

“Mi dai un abbraccio?”-  la supplica lui, desideroso del contatto fisico con la sua amata bambina.

Finalmente Ineke acconsente, sedendosi sulle gambe del padre ed avvinghiandosi al suo collo.

I due piangono insieme, si sfogano e condividono la stessa ingiusta sofferenza.

Anni di dolore immenso per due figli allontanati dai propri genitori per volere di altri.

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“Ha bisogno di tempo, non è semplice” – Anna giustifica il marito con Ingrid.

Elsa anche prende le parti del cognato eppure la sua empatia le fa percepire anche il malessere della signora.

“Eccolo” – esclama Aurora, indicando il padre sull’uscio della porta. È con la primogenita che gli tiene la mano.

“Kristoff! Figliolo, perdonami. Ti prego” – la Bjorgman si inginocchia di fronte al figlio, scongiurandolo di mettere da parte la rabbia.

E’ l’ex montanaro ad afferrarle il braccio e ad aiutarla a mettersi in piedi – “Non voglio vederti mai più prostrarti di fronte a niente e nessuno” – le dice con decisione.

“Non ci sono parole che giustifichino le mie azioni, figlio mio. Lo so, ho sbagliato. Ho dovuto cedere al volere di chi dettava leggi sulla mia vita. Ora che siamo al corrente di quanto ha fatto Bruni per noi tutti, vorrei rimediare”

“Aspetta, a cosa si riferisce?” – si domanda confusa la regina.

“Long story sorellina. Vieni con me e te la racconterò” – le sussurra Elsa e la conduce fuori.

Anche le bambine seguono a ruota le due donne, così da lasciare da soli madre e figlio.

Il silenzio che regna nella stanza viene interrotto improvvisamente da Kristoff stesso.

Le parole della sua primogenita gli rimbombano in testa.  Lo sguardo di sua madre è fisso su di lui ed ignorarlo è difficile. Cosa deve fare? Come deve comportarsi?

E così prende una decisione per se stesso e per la sua vita.

 “Ora posso abbracciarti senza rischiare la fine del mondo?”

Ingrid, singhiozzante, annuisce e si avvolge al gigante dal cuore grande.

Finalmente i due si ritrovano, lasciando che i sentimenti vengano a galla e il passato cada nel dimenticatoio.

Sarà quello un punto d’inizio per costruire assieme il futuro che entrambi meritano.

 

 

 

   
 
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