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Autore: Andrea Micky    21/01/2020    1 recensioni
Sebbene Toy Story 4 mi abbia soddisfatto pienamente, ho realizzato questa storia ambientata dopo il suo commovente finale.
TOY STORY 4 and relative characters are (c) of PIXAR
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di nuovo tutti insieme per ricominciare
by Andrea Micky

Chiusi nell’armadio, Jessie, Buzz e gli altri giocattoli stavano discutendo allegramente fra loro, quando udirono la voce di Bonnie farsi sempre più vicina.
“Bonnie sta arrivando” disse Jessie, senza il minimo entusiasmo.
“Già” concordo Buzz, con lo stesso tono piatto.
Un istante dopo, la porta della camera si aprì ed una quindicenne intenta a parlare al cellulare entrò nella stanza.
“Sì, lo so. Marci si veste sempre alla moda, ma il suo nuovo look fa davvero pena” stava dicendo la ragazza, gesticolando concitatamente.

“Non posso credere che Bonnie sia già un’adolescente” sospirò Miss Potato, spiando da dentro l’armadio.
“Già. Il tempo dei giochi passa in fretta” rincarò malinconicamente il suo consorte.
“Hey ragazzi, ci siamo già passati con Andy. Supereremo anche questa” li confortò Buzz.
“Siamo sicuri? La volta scorsa ce la siamo cavata solo perché Woody ci aveva trovato una sistemazione qui” ricordò Rex.
Buzz cercò di pensare ad una risposta rassicurante, ma proprio in quel momento, Bonnie aprì l’armadio, interrompendo bruscamente la discussione dei suoi vecchi giocattoli.
“Questo week-end dovrò fare un bel repulisti dell’armadio. Spero di trovare un posto per tutta questa roba” rifletté ad alta voce la ragazza, mentre esaminava l’interno del mobile.
Quelle parole suscitarono una certa preoccupazione nei giocattoli, che si chiesero quale sarebbe stato il loro destino.

Nel frattempo, a molte miglia di distanza, un altro gruppo di giocattoli stava affrontando un grave problema.
Nascosti sotto una giostra, Woody, Bo Beep e i loro amici stavano attendendo impazientemente il ritorno di Duke Caboom, impegnato in una missione di spionaggio, grazie alle sue piccole dimensioni.
“Ma quanto ci mette?” domandò Giggles.
“Stai calma: Duke sarà qui molto presto” la rassicurò Woody.
Proprio in quel momento, a bordo della sua motocicletta, Duke Caboon sfrecciò nel nascondiglio, fermandosi a pochi centimetri dal gruppo.
“Allora?” domandò il cowboy.
“Brutte notizie: il banco del tiro a segno sarà chiuso domani sera” annunciò il piccolo stuntman.
“Cosa? E perché?” domandarono allibiti i presenti.
“Il direttore del luna park dice che le spese sostenute dal tiro a segno negli ultimi 10 anni sono state troppo elevate. E così, l’attrazione sarà sostituita da un’altra, ritenuta più remunerativa” spiegò Duke.
“Ma se ogni bambino vinceva un premio, spese e guadagni dovrebbero essere uguali” notò Ducky.
“Non é così: certe volte il valore del premio superava quello del biglietto e le differenze accumulate nel corso degli anni hanno causato un ammanco nella finanze del luna park” spiegò Duke.
“Ah, capisco” replicò il papero di peluche.
“Quindi, domani sarà la nostra ultima serata” constatò tristemente Giggles.
Facendosi coraggio, Woody disse “Suvvia, ragazzi. In questi anni abbiamo aiutato tanti giocattoli a trovare un padrone e perciò, possiamo essere fieri di noi”.
Quelle parole rincuorarono i presenti, che si scambiarono fra di loro delle occhiate di approvazione.
“Perciò, domani sera concludiamo in bellezza la nostra carriera di benefattori con la nostra migliore performance di sempre” esortò il cowboy, parlando con voce entusiasta.
“Sì!” concordarono con fare determinato gli altri giocattoli.
“Ma cosa faremo una volta che il banco del tiro a segno sarà chiuso?” chiese preoccupato Bunny.
“Improvviseremo strada facendo” rispose il cowboy, sorridendo serenamente. 

Poco dopo, Woody era sulla cima della giostra, a guardare mestamente il panorama offerto dal luna park.
“Tutto bene?” gli chiese Bo Beep.
“Sì. É solo che la fine di un capitolo della propria vita mette tristezza” spiegò il cowboy, guardando verso la strada.
Notando la cosa, Bo Peep volle sapere “Ti sei mai pentito di essere venuto con noi, anziché restare con Bonnie?”.
“Assolutamente no -rispose Woody- Bonnie non mi voleva più e io ho fatto la cosa giusta a venire con te, perché ho potuto dare il mio aiuto a chi ne aveva davvero bisogno”.
“Mi fa piacere saperlo” disse Bo Peep, mentre impugnava il suo bastone.
E con un gesto improvviso, la pastorella usò l’attrezzo per cingere la vita di Woody e tirarlo verso di sé, per poi dargli un grosso bacio sulle labbra.
“Mmmh!” mugolò deliziato il cowboy.
“Ooooh!” fece un coro di voci.
Sorpresi, i 2 giocattoli si voltarono, accorgendosi così che i loro compagni li stavano fissando maliziosamente.
“Spioni” brontolarono Woody e Bo.
“Scusateci” disse Giggles, sorridendo innocentemente.

E venne il sabato tanto temuto dai giocattoli.
Buzz e gli altri avevano passato una notte agitata, ma nonostante la stanchezza, i giocattoli erano ben vigili e tenevano d’occhio la loro proprietaria, ancora profondamente addormentata.
“Ma quanto ci mette a svegliarsi?” domandò preoccupato Rex.
“Il sabato mattina Bonnie dorme sempre più del solito” gli ricordò Slinky.
“Cerca di stare calmo come faccio io, lucertolone” brontolò Mister Potato, la cui tremarella era tale da fargli cadere continuamente i pezzi della faccia.
“Sssth! Ci siamo” avvertì Jessie.
Infatti, sbadigliando rumorosamente, Bonnie si alzò dal letto, andò in bagno a lavarsi i denti, si vestì e infine, scese di sotto per la colazione; dopo di che, passati alcuni minuti, la ragazza tornò in camera sua, tenendo una grossa scatola di cartone in mano.
“E adesso, sgomberiamo l’armadio” disse Bonnie, aprendo le ante del mobile.
“Gulp!” pensarono preoccupati i giocattoli.

Con estrema cura, Bonnie raccolse tutti i giocattoli e li sistemò nello scatolone, che poi chiuse con estrema cura.
“E adesso, portiamo questa roba in soffitta” disse la ragazza.
“Non é carino definirci roba dopo tutto il divertimento che le abbiamo dato” brontolò sottovoce Hamm.
“Non prendertela: é così che va la vita di noi giocattoli” lo confortò Buzz.
“Giusto. E ringraziamo che Bonnie non ci abbia dati via” aggiunse Jessie, memore di quando la sua prima padrona la diede in beneficenza.
Ma proprio in quel momento, il campanello suonò e qualcuno venne fatto entrare in casa.
“Come non detto” disse Mister Potato, avvertendo un’improvvisa minaccia.

“Oh, carissima. Sei riuscita venire, alla fine” disse la madre di Bonnie.
“Già. Per fortuna sono riuscita a trovare il tempo, alla fine” rispose la misteriosa visitatrice.
“Sei già diventata nonna?” volle sapere la Signora Anderson.
“No e devo confessare che sentirmi fare quella domanda mi fa uno strano effetto” confessò la visitatrice.
“Ragazzi, quella voce non vi sembra familiare?” domandò Buzz.
“Sì. Anch’io l’ho già sentita da qualche parte” rispose Jessie.
“Pure io” risposero in coro Rex, Hamm, Slinky, Bulleye, gli alieni del Pizza Planet e i Signori Potato.
“Noi no, invece” risposero Dolly, Cono di Panna, Mister Pricklepants e Trixie.
Ma la risposta a quello strano enigma arrivò grazie a Bonnie, che disse “Salve, Signora Davis. Che piacere rivederla”.
Sorpresi, i giocattoli sbirciarono dai fori sui lati della scatola e videro che, al piano di sotto, c’era la madre del loro ex proprietario Andy.

“Ma come sei cresciuta, Bonnie” notò la Signora Davis.
“Grazie, Signora Davis -rispose sorridendo la ragazza- E suo figlio come sta?”.
“Bene: si é sposato l’anno scorso e tra non molto, diventerà padre” disse la Signora Davis.
“Non mi dica. Quindi, starà facendo grandi preparativi per l’arrivo del figlio” ipotizzò Bonnie.
“Immagini bene” confermò la signora Davis, dirigendosi verso la porta di casa insieme alla Signora Anderson.
Ma mentre le 2 donne varcavano la soglia di casa, un’idea improvvisa balenò nel cervello di Bonnie, che guardò in modo strano la scatola che teneva in mano.

“Aspetti, Signora Davis” chiamò Bonnie, scendendo velocemente le scale.
“Che cosa c’é?” domandò la Signora Davis.
“Prenda questo” disse Bonnie, porgendo il suo scatolone alla visitatrice.
“Che cos’é?” domandò la Signora Davis.
“Sono i giocattoli che suo figlio mi regalò alcuni anni fa. Visto che lui ne avrà più bisogno di me, glieli restituisco. Ce ne sono anche alcuni dei miei come extra” spiegò Bonnie.
“Grazie. Sono sicura che Andy apprezzerà molto questo gesto” disse la Signora Davis, sorridendo mentre prendeva in mano la scatola.

All’interno dello scatolone, i giocattoli erano in preda all’euforia.
“Ma pensa: Andy non solo si é sposato, ma sta per diventare padre” sospirò Miss Potato.
“E noi saremo i giocattoli di suo figlio” aggiunse eccitato Rex.
“Già!” concordò Buzz, diventando triste all’improvviso.
“Stai pensando a Woody, vero?” gli domandò Jessie, appoggiandogli una mano sulla spalla.
“Già. Lui sarebbe stato felice di essere un giocattolo del figlio di Andy” rispose tristemente l’astronauta.
“Anche se Woody non é qui, possiamo proseguire il suo operato. E se facciamo il nostro dovere, sarà come se lui ci fosse ancora” disse la cowgirl.
Tutti gli altri giocattoli annuirono e Buzz si sentì rincuorato dalla loro solidarietà, sebbene il pensiero dell’amico lontano lo rendesse triste.

E venne l’ultima sera di lavoro per il gruppo del luna park.
Dato che (come sempre) l’addetto al tiro a segno era distratto, Woody e il suo gruppo riuscirono ad assegnare molti giocattoli, esaurendo i premi disponibili nel giro di pochi minuti.
“Beh, abbiamo finito” constatò il cowboy, ammirando la parete vuota dei premi.
“Allora, sarà meglio andarcene prima di essere visti” suggerì Bo.
“Allontaniamoci usando quella” suggerì Duke, indicando una vecchia scatola di cartone, che giaceva abbandonata in un angolo. 
Ma proprio in quel momento, avvenne qualcosa che stravolse i piani dei giocattoli.

L’addetto del tiro a segno stava per chiudere il baraccone, quando una giovane coppia di sposi gli si avvicinò.
“Ciao, Kurt -lo salutò la donna- Sono venuta a trovarti, visto che io e mio marito abitiamo qui vicino”.
“Hey, salve cugina. Che bella sorpresa” rispose l’addetto.
“Speriamo di non disturbarti, visto che devi lavorare” aggiunse l’uomo.
“Figuratevi. Stavo giusto chiudendo per l’ultima volta questa vecchia attrazione” disse l’addetto, tirando giù la saracinesca.
Incuriosito, l’uomo sbirciò dentro il baraccone, dove qualcosa attirò la sua attenzione.
 
All’interno del baraccone, Woody e gli altri si stavano infilando nella scatola di cartone, quando il cowboy s’irrigidì improvvisamente.
“Woody! Che ti prende?” gli chiese Bo.
“Quella voce...non é possibile” disse incredulo il cowboy.
In quel momento, la porta laterale del baraccone si aprì e un giovane uomo di circa 27 anni entrò, per poi dirigersi verso la scatola coi giocattoli.
Woody, rimasto a cavalcioni sul bordo della scatola, non si mosse nonostante l’emozione provata, che crebbe ulteriormente quando il visitatore lo prese in mano.
“Woody! Sei proprio tu?” domandò sorpreso l’uomo.
Woody avrebbe tanto voluto rispondere a quella domanda, in quanto l’uomo che lo stava fissando era niente meno che il suo ex proprietario Andy.

“Eh, sì. Sei proprio Woody -disse Andy, dopo aver esaminato attentamente il giocattolo- Ma come sei finito qui? E perché ti mancano la stella da sceriffo e il dispositivo vocale?”.
“Beh, io...” rispose mentalmente Woody.
“Non importa. Anche se sei rotto, rimani comunque il miglior giocattolo del mondo” disse Andy, continuando a fissare il pupazzo.
“Hai trovato qualcosa, caro?”  gli domandò la moglie, affacciandosi alla porta dal baraccone.
“In effetti, sì” le rispose Andy, esaminando gli altri giocattoli nella scatola
“Se hai trovato qualcosa, tientelo pure. Questo baraccone non ci serve più e tutto quello che c’é al suo interno verrà buttato via” intervenne l’addetto.
“Grazie mille, Kurt” rispose Andy, prendendo in mano la scatola contenente Woody e il suo gruppo.
“Ti comporti come se avessi trovato un tesoro” notò sua moglie.
“In un certo senso, é così” si limitò a risponderle Andy.

Poco dopo, a bordo della loro automobile, i coniugi Davis stavano tornando a casa, ignari dell’euforia dei loro passeggeri, stipati nel portabagagli.
“Finalmente abbiamo trovato un padrone” disse Bunny.
“Alla grande!” esultò Ducky, dando il cinque al suo compagno.
“Beh, non sarà male avere di nuovo un bambino da far divertire” ammise Bo Peep, dissimulando la sua contentezza.
“Poco ma sicuro” concordò Duke, eseguendo una sequenza delle sue pose migliori.
“Beee!” confermarono le pecore della pastorella, sulla cui schiena Giggles danzava felice.
“E sarà niente meno che il figlio di Andy” concluse Woody, sorridendo malinconicamente.
“Ti mancano Buzz e gli altri, vero?” domandò Bo, capendo il perché di quella malinconia improvvisa.
“Beh, mentirei se dicessi il contrario -ammise Woody- Ma dopo tutto quello che abbiamo fatto insieme, mi sento legato a voi quanto al mio vecchio gruppo. E ritengo sia un onore vivere questo nuovo inizio tutti insieme”.
“Grazie, Woody. Capiamo i tuoi sentimenti” rispose Bo, mentre gli altri giocattoli annuivano comprensivi.

Il giorno dopo, la madre di Andy andò a trovare il figlio e il gruppo di Woody, ancora dentro la sua scatola, che era stata sistemata nella camera del nascituro, poté ascoltare un dialogo molto interessante fra i due.
“Ciao, mamma. Come mai da queste parti?” domandò Andy.
“Ciao, Andy. Ho portato qualcosa di speciale per il mio nipotino che deve ancora nascere” rispose la donna.
“E di che cosa si tratta?” domandò incuriosito Andy.
“Ieri sono andata a casa degli Anderson e ho incontrato Bonnie, che mi ha ridato i tuoi vecchi giocattoli” rispose la vecchia Signora Davis.
“Ma non mi dire. Io invece, ieri sera ho ritrovato Woody in un luna park itinerante” rispose Andy.
“Allora, riuniamo la squadra” propose la Signora Davis.
Andy non se lo fece ripetere 2 volte e andò subito nella stanza preparata per il figlio, dove il futuro padre appoggiò la scatola con Buzz e gli altri accanto a quella di Woody e i suoi.
“Il gruppo é di nuovo unito” disse compiaciuto Andy, prima di tornare dalla madre.

Sorpreso, Woody alzò leggermente la testa oltre il bordo della sua scatola, incrociando così la sguardo del suo amico Buzz Lightyear.
“Woody!” esclamò felice lo space ranger.
“Buzz!” esclamò altrettanto contento il cowboy.
“Hey, ci siamo anche noi” brontolò scherzosamente Bo Peep, emergendo dalla scatola con i suoi compagni.
“Ed anche noi” disse Jessie, mentre lei e il suo gruppo facevano la stessa cosa.
Ma Woody e Buzz non prestarono ascolto a quelle parole, in quanto stavano festeggiando il loro ricongiungimento con un caloroso abbraccio.

EPILOGO

Qualche tempo dopo, l’intero gruppo di giocattoli era in attesa davanti alla finestra.
“Eccoli” avvertì Buzz, non appena la vettura dei coniugi Davis entrò nel vialetto.
Col fiato sospeso, Woody e gli altri videro Andy e la sua consorte scendere dalla vettura...e sorrisero nel vedere che quest’ultima teneva fra le braccia un neonato sorridente.
“É andato tutto bene” disse Woody.
“Evviva!” esultarono gli altri giocattoli.
Facendosi serio, il cowboy (che indossava nuovamente la sua stella da sceriffo) disse “Ragazzi, la pausa é finita. Perciò, tutti ai propri posti, perché adesso si ricomincia”.
“Sissignore!” risposero in coro gli altri giocattoli, prima di ritornare alle loro posizioni originali.
E così, di nuovo unito, il gruppo si preparò ad affrontare la nuova avventura che attendeva i suoi membri.

FINE

 

   
 
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