Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: Jigokuko    23/01/2020    0 recensioni
Storia ambientata trent'anni dopo la fine dell'anime, che vede come protagonisti gli eredi dei precedenti predestinati.
-
Un drago, una duellante misteriosa ed una canzone che stordisce chiunque l'ascolti.
Cosa sta succedendo a Nuova Domino? Toccherà a quattro ragazzi ed un pappagallo venire a capo del mistero e scoprire se Stelle Cadenti può essere considerata un'alleata od un temibile nemico.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Altri, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: Kidfic | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Livello 5

Divisione

 

Ryoko osservava il soffitto della stanza stando in silenzio, al buio. Spostò leggermente lo sguardo a destra, in direzione del letto del fratello e, grazie ai deboli raggi lunari che filtravano dalla finestra, poté vederlo: dormiva dandole le spalle, rannicchiato su sé stesso, il respiro pesante ed i capelli ancora legati.
Da quando uscí dal coma, non aveva piú dormito bene, veniva afflitto da incubi quasi giornalmente ed il sonno si era alleggerito in modo esponenziale. Tante volte l'aveva visto tremare come una foglia.
Sospirò, voltando nuovamente il capo verso l'alto, mentre con una mano tastava il materasso alla ricerca del cellulare. Quando finalmente lo trovó e accese lo schermo, un fascio di luce bianca le invase il volto, costringendola a socchiudere gli occhi. Abbassata la luminosità ad un livello accettabile, aprí un'applicazione di messaggistica e con il pollice iniziò a scorrere velocemente i contatti, fino a ché non si soffermó su uno in particolare: c'era scritto "Artemis", corredato da almeno una decina di diverse emoji di cuoricini ed un pappagallo. La sera stessa, le aveva sottratto il telefono dalle mani e si era autoregistrata nella rubrica, raccomandandosi di scriverle se avesse avuto bisogno di qualcosa, od anche solo per chiacchierare. In un momento di distrazione di suo fratello, aveva fatto la stessa cosa anche con lui, il quale non se n'era nemmeno accorto.
Ryoko dovette trattenere una risata per evitare di svegliare Yuichi.
Ripensandoci, quella serata poteva dirsi indimenticabile: si era arrabbiata tantissimo con Håkan quando le aveva rivelato che la sua partenza prevista per il giorno stesso era uno scherzo; stava per sferrargli un pugno atto ad aggravare ulteriormente la situazione del suo "naso principesco", come lo definiva lui, ma Artemis le afferrò la mano, avvolse un braccio intorno alla sua vita, iniziando a girare, tenendo il tempo con la voce e costringendola a ballare un tango con lei, disorientandola completamente e poi spingendola sul divano.
Concluse con un regale inchino ed un Uroboro che le era volato sulla testa.
Successivamente avevano giocato tutti insieme a vari giochi da tavolo: inutile dire che la sfortuna del biondo l'aveva colpito -di sicuro sul naso- nuovamente, dato che aveva perso sempre per primo. Su tre partite giocate, i vincitori furono in ordine Yuichi, lei stessa e, per ultimo, con una mossa inaspettata, Yusei. Il resto della serata venne passato con le luci soffuse ed il video di un faló al televisore per dare atmosfera, assieme ai racconti di gioventù dei tre ex Predestinati.

La rossa aprí il contatto di Artemis, osservando la sua immagine profilo: la raffigurava con una grossa coppa dorata tra le braccia, un vestito tutto luccicante e l'immancabile pappagallo, stavolta appollaiato sul premio. La ragazza faceva l'occhiolino, accompagnato da un segno di vittoria eseguito con la mano libera.
Rimase ferma ad osservare lo sfondo della chat per qualche secondo, indecisa se scrivere o no; digitó una lettera, ma subito la cancelló e spense nuovamente lo schermo. Non si conoscevano, non poteva darle cosí tanta confidenza solamente poche ore dopo averla conosciuta; avrebbe potuto essere solamente una maschera.
Vero, Eiko?
Strinse i pugni, ricordandosi quel nome maledetto, tutte le cattivere che partivano da lei e si erano diffuse nella scuola, le aveva reso almeno un decennio di vita un inferno, terminato quel freddo giorno di tre mesi prima.

Stava camminando per il corridoio, trascinando pigramente lo zaino con una mano, la testa china ed i passi pesanti. Mancavano ancora tre ore al termine delle lezioni, quando due voci le giunsero alle spalle: una maschile ed una femminile, più precisamente di Eiko e del suo fidanzato. La insultarono, come sempre; non mancavano commenti sui suoi capelli, il suo rifiutarsi di duellare e l'essere un fallimento per la sua famiglia.
Ryoko aveva sempre scrollato le spalle, almeno fino a ché quei due non nominarono Yuichi.
Alzó di colpo la testa, spalancó gli occhi ed un vento anomalo inizió ad imperversare in tutto l'edificio, facendo spalancare gli armadietti. Tutto il loro contenuto fuoriuscí ed inizió a vorticare attorno a lei, mentre afferrava il ragazzo per i capelli e gli sbatteva la testa contro il muro, cosí forte da farlo svenire. Prima di recuperare lo zaino e fuggire, si voltò contro Eiko, dicendole con sguardo truce di non nominare mai più il fratello.
Arrivata a casa, crolló in ginocchio e scoppiò a piangere, nessuno in quell'istituto voleva capire il motivo per il quale si rifiutava di duellare... oltre ai suoi poteri psichici, odiava farlo per via di ció che era successo al maggiore solo pochi anni prima, odiava le sue capacità, odiava chi seguiva quell'oca.
Non mise più piede a scuola.

Scosse il capo, scacciando quell'orribile ricordo.
Odiava non riuscire a dormire, la sua testa si riempiva di pensieri, la maggior parte delle volte odiosi che la facevano arrabbiare, per questo decise di alzarsi dal letto. Nonappena fu in piedi, si ritrovó una mano prima ad afferrarle un polso e poi a tapparle la bocca.
-Non urlare, o sveglierai tutti.- una voce inconfondibile le sussurrò all'orecchio, prima di lasciarla andare.
-Dove stai andando?- continuó Yuichi, sedendosi sul materasso.
La rossa si avvicinò alla finestra e la spalancó; una piacevole aria fresca le invase il volto e fece ondeggiare i suoi capelli.
-Non riesco a dormire, voglio farmi un giro.-
-Prendi la mia bici, con la moto rischieresti di svegliare tutti... e sta attenta, se succede qualcosa chiamami subito.-
-Certo, certo...- rispose con un tono scherzoso, saltó dalla finestra e con poche e semplici mosse atterró sana e salva al piano di sotto. Recuperata la bicicletta, inizió a pedalare verso un luogo in particolare.
Håkan in quel momento stava per mettersi a dormire, quando notó un'ombra passare velocemente davanti la finestra; non avendo le lenti a contatto, non riuscì a capire cosa fosse, ma non ci diede peso e poco dopo si addormentó.

Non si era nemmeno cambiata; stava pedalando scalza, con il pigiama addosso, i capelli sciolti e senza reggiseno, noncurandosi minimamente degli sguardi straniti partiti dalle poche persone ancora in giro a quell'ora, troppo occupata a godersi la fresca brezza sul viso.
Superate un paio di vie e salendo di quota, finalmente arrivò a destinazione: il punto più alto di Nuova Domino, luogo dal quale si poteva vedere interamente l'enorme città. Lasció la bici appoggiata alla ringhiera e si sporse per ammirare il tripudio di luci colorate, le sembravano costellazioni, come se stessero riflettendo il cielo soprastante.
-Non è bellissimo?- 
-Sapevo saremmo stati d'accordo...- sorrise, per poi proseguire. -È un ottimo luogo per rimanere soli... non c'è mai nessuno, la vista è pazzesca e si trova lontano dai centri abitati, quindi si può fare anche casino, potrei mettere la canzone metal più forte della mia playlist e nessuno se ne accorgerebbe!-
Il suo atteggiamento euforico, peró, mutó in un'insolita tristezza: strinse le mani sullo sbarramento di ferro, inarcó la schiena e serró le labbra, lo sguardo rivolto verso il precipizio su cui si trovava.
-Sai, non lo do a vedere, ma spesso rimango a chiedermi quando tutto ció finirà, a come potrò riempire questo vuoto... sono circondata da persone, peró mi sento cosí sola.- si chinó ancor di piú, appoggiando del tutto gli avambracci sulla ringhiera.
-Anche se non dovrei parlare di cose trite e ritrite, a questo mio problema devo pensarci quando avrò portato a termine la mia missione, che di certo è più importante di come mi sento.
Anzi, sai una cosa? Continueró proprio ora.-
Non preoccupandosi minimamente del vuoto sotto di lei, balzó sul corrimano con le braccia spalancate ed inspiró aria fresca nei polmoni.

Il mattino dopo, il viso di Yuichi venne invaso dalla luce del sole per via della finestra ancora spalancata. Aprí gli occhi, mugolando.
-Ryoko, ma non hai tirato le tende ieri se--
Di colpo alzò la testa verso il letto della sorella, ricordandosi di ció che era successo la notte prima. Non era presente.
Diede uno sguardo alla sveglia, accorgendosi che era l'alba e si allarmó tutto in una volta, buttandosi giú dal letto e lanciandosi per le scale, rischiando di inciampare sui suoi stessi piedi e cadere rovinosamente di faccia sugli scalini.
Scavalcó il divano su cui ronfava l'amico come un ninja, afferrò la sua coperta e lanció via, iniziando a scuoterlo violentemente; il biondo aprí gli occhi totalmente disorientato, complice la miopia, quando finalmente capí che stesse succedendo, rimase stupito dalla preoccupazione del più giovane.
-Che succede, Yu?- domandó, tentando di trattenere uno sbadiglio.
-Ryoko non è rientrata stanotte, vero?! Le avevo detto di chiamarmi se avesse avuto bisogno e di tornare presto, ma non è qui... e... e... ho paura che le sia successo qualcosa. I miei genitori mi uccideranno quando lo scopriranno, devi aiutarmi a cercarla!-
-Mh?- rimase un attimo interdetto e ci mise un poco a realizzare. Prese le lenti a contatto sul tavolino e se le mise, per poi ricominciare a parlare.
-Innanzitutto, calmati. Se rimarrai cosí agitato, ti sarà difficile pensare lucidamente, devo forse ricordarti che l'intelligente tra i due non sono di certo io?
Seconda cosa, ma l'hai vista quella? Se qualcuno tentasse anche solo di guardarla storto, verrebbe picchiato a morte. Puoi benissimo chiedere conferma al mio naso.-
In tutta onestà, proprio non gli andava di cercare Ryoko, la detestava, se l'era presa con lui senza alcun motivo e gli aveva fatto veramente male cosí tante volte che ormai ne aveva perso il conto. Ma aveva fatto una promessa proprio alla persona davanti a lui, doveva proteggerla ad ogni costo, anche se quella ragazza si sarebbe potuta benissimo difendere anche da sola.
-E va bene, ti aiuto a cercarla. L'ho promesso, no? Basta che la smetti di guardarmi con quella faccia da cane bastonato, non è da te.-
-Ti ringrazio. Ed ora andiamo, prima che i miei lo scoprano.-
-Avete già fallito, ragazzi.-
Yuichi si congeló quando la voce del padre giunse alle sue orecchie. Era sbucato dalla cucina, con una tazza di latte e caffè in mano.
-C-cosa ci fai già sveglio...?- domandó, gli occhi spalancati.
-Non sviare il discorso, Yuichi. Vi siete persi Ryoko? Di notte? Quella ragazza è un'irresponsabile, devo forse ricordarti di quella volta che uscí di sera e tornó piena di lividi e con una costola incrinata?
Tu sei pazzo.-
Il corvino rimase con il capo chino ad ascoltarlo, si sentiva uno stupido, non avrebbe dovuto lasciarla andare cosí.
-Lo so... sono un idiota, ma ho pensato che le avrebbe fatto bene uscire da sola, una volta tanto. È una persona adulta ormai, non possiamo tenerla chiusa in gabbia per sempre.-
-So benissimo che intendi e devo darti ragione, ma seppur abbia anagraficamente l'età giusta, finché non si sarà calmata, bisogna tenerla d'occhio, o potrebbe farsi molto male, o fare male a chi le sta intorno, se provocata.-
-Mi dispiace, papà...- sussurró.
-Håkan, possiedi la patente anche per le auto?- svió Yusei verso l'amico del figlio.
-Si, perché?-
Gli vennero lanciate le chiavi dell'utilitaria della moglie.
-Dividetevi per cercarla, tu vai con la macchina di Aki, è sicuramente più comoda di una duel runner per trasportare un'altra persona e ti sarà utile per andare in posti più lontani.
Vi do tempo fino a mezzogiorno per riportare a casa Ryoko, se entro quell'ora non sarete tutti qui, avvertiró sua madre e la cercheremo noi, ma se dovessimo farlo, tutti e tre finirete in guai seri.
Potete andare.-
I due si alzarono dal divano in fretta e furia e sgattaiolarono fuori dalla porta. Sull'uscio venne stabilito un accordo: Yuichi l'avrebbe cercata nelle zone vicino casa, mentre Håkan, con l'auto, si sarebbe spinto più lontano ed in periferia. Il più giovane partí subito di corsa, mentre l'amico passó prima dal garage per prendere l'utilitaria di Aki: era nettamente diversa e piccola in confronto alla berlina che aveva a casa, ma non sarebbe stato un problema, in quel caso la velocità sarebbe stata irrilevante.

Aveva corso ininterrottamente per almeno venti minuti, cercando la ragazza in ogni vicolo e luogo in cui le piaceva andare, completamente invano. Quando si fermó, il cuore stava battendo all'impazzata, quasi sembrò scoppiargli nel petto, il fiatone gli tolse il respiro e lo costrinse a chinarsi in avanti ed appoggiare le mani sulle ginocchia. Non avrebbe dovuto persistere cosí tanto, ma se fosse successo qualcosa alla sorella non se lo sarebbe mai perdonato.
-Stai facendo un infarto, Yuichi?-
Una voce femminile gli giunse alle orecchie, seguita dal gracchiare di un volatile. Alzó la testa e si voltó, trovandosi davanti la ragazza della sera prima; era in tuta da ginnastica, i capelli legati in una coda alta ed ai piedi un paio di pattini in linea, mentre l'inseparabile pappagallo si trovava comodamente appollaiato sulla sua spalla.
-...Artemis? Che ci fai in giro alle sei di mattina?- boccheggió nuovamente.
-Oh? Sarebbe una domanda più consona a te, sembri stremato! Io mi sto allenando e ho sfruttato l'occasione per indagare sul blackout di stanotte, penso che cercare indizi il più presto possibile possa aiutarmi a risolvere il mistero.-
-Mh?- il corvino la osservó con il capo penzolante da un lato; -cosa c'è di misterioso in un blackout?- domandó, perplesso.
-Forse dormivi a quell'ora, circa all'una l'intera cittá è piombata nel buio ma, la cosa piú inquietante, è che anche oggetti a batteria come i cellulari hanno completamente smesso di funzionare per quasi un'ora. All'improvviso il mio si è riacceso ed era completamente scarico, nonostante lo avessi appena finito di caricare. È stato stranissimo, non mi è mai capitato nulla del genere.-
-In effetti è stra-- ... RYOKO!- Mentre parlava con Artemis, si era completamente dimenticato il suo obiettivo principale: la sorella scomparsa. -Se le fosse successo qualcosa proprio in quell'orario e non mi avesse chiamato proprio per questo motivo... mi vengono i brividi.- Si strinse nelle spalle, effettivamente aveva cominciato a tremare come una foglia.
-Ohi...- la ragazza gli sfioró la spalla, visibilmente preoccupata. -Che succede, Yuyu?-
Il suo tono di voce si era abbassato ed aveva perso di brio, non voleva spaventarlo.
-Se vuoi venire con me ed aiutarmi, ti spigheró tutto.-
Senza guardarla in viso, riprese a camminare per la sua strada, ma delle mani lo afferrarono per il braccio, facendosi trascinare. Non lo avrebbe lasciato facilmente da solo.

Nel frattempo, Håkan aveva perlustrato gran parte del perimetro di Nuova Domino, ma prima di addentrarsi verso il centro della cittá, si accorse di un altopiano un po' fuori e ne fu attratto. L'istinto gli faceva pensare che quella pazza fosse andata proprio lassú, o almeno ci fosse stata. La vedeva più come una persona solitaria.
Posteggió l'auto in un parcheggio non troppo lontano e si avvió, ma dopo pochi metri venne fermato da una voce che aveva già sentito ed un tirare alla manica della giacca. Infastidito, si voltó, trovandosi faccia a faccia con la ragazza dell'altro giorno, quella a cui Ryoko aveva tirato un calcio circolare all'altezza del viso. Indossava scarpe dal tacco cosí vertiginoso che il solo stare ferma la faceva barcollare; si chiese che se le mettesse a fare, quando era evidente il suo non saperle portare.
-Oh, sei quella di due giorni fa... Eiko? Hai comprato degli occhiali nuovi, vedo.- lo disse con una punta di ironia nella voce, voleva libersarsene al più presto.
-Li hai notati! Degno di una persona cosí elegante, sei proprio fantastico, Håkan. Oltre che bellissimo, naturalmente.~-
A quanto pare, lei non aveva colto un bel niente; rimase spiazzato nel saperla più scema di lui. In ogni caso, quelle parole melliflue gli stavano già dando il voltastomaco, non si era nemmeno degnata di nascondere un minimo l'interesse provato nei suoi confronti.
-Cosa vuoi? Ho da fare.- domandó, cercando di scostarsi da lei, ma si era già avvinghiata al suo braccio come una piovra.
-Sono venuta a salutarti, approfittando del fatto che tu fossi solo... ti va di venire a farti un giro con me?~- E lí si strinse ancor di piú contro il suo corpo, con unico risultato il far irritare ancor di piú il biondo.
-Sei sorda? Ti ho già detto che sono impegnato.-
-E tu preferisci fare qualcosa di sicuramente noioso piuttosto che stare con una bella ragazza come me?-
-Tu non sei bella e si, lo dico forte e chiaro: preferisco cercare quella pazza di Ryoko piuttosto che stare in tua compagnia.- Si pentí subito di averle rivelato ció che sarebbe andato a fare, ma dovette scacciare in fretta quel pensiero ed evitare il ceffone della bionda.
-Sei un ingrato! Non puoi trattare ME, la piú bella e famosa di Nuova Domino, come una seconda scelta, soprattutto se si tratta di quella fallita di Ryoko! Intesi?!-
-Hai finito?- rispose lui, già esasperato. Adesso capiva bene perchè la rossa le aveva sferrato un calcio all'altezza della faccia dopo due secondi che l'aveva incontrata.
Ma quella risposta la fece arrabbiare ancor di più.
-Non rispondermi in questo modo! Perché non cadi ai miei piedi all'istante?! Io sono famosissima, stando con me lo diventerai ancor di piú!-
-Ah, anche tu appari sui cartelloni pubblicitari della tua città? Credo di essere diventato completamente cieco, perchè non li ho visti. Dai, smettila di agitarti, che ti cola il trucco.
Ciao, ciao~!-
Senza darle il tempo di ribattere, si allontanó sorridendo e con le mani in tasca; fino a poche ore prima gli sarebbe stato impossibile pensare che esistesse qualcuna più odiosa di Ryoko.
Evitato il problema di Eiko, salí le scale che portavano al punto più panoramico della cittá, trovandosi davanti ad uno spettacolo mozzafiato, si vedeva proprio tutto da lí! Voltatosi, fu costretto a tirare un sospiro di sollievo, perché non si era affatto sbagliato: la rossa era stesa su una delle panchine e dormiva beatamente, con la bicicletta del fratello posteggiata accanto.
Le si avvicinó, evitando di fare rumore o di toccarla per evitare di svegliarla, prese il cellulare, si scattó un selfie con lei di sfondo e lo invió a Yuichi, con allegato un "Ti ho appena salvato il culo, tra poco te la riporto" e l'emoji di vittoria. Decise di prendersi un po' di tempo per fumarsi una sigaretta ed osservare il bellissimo panorama sottostante; Nuova Domino con il sole appena sorto era meravigliosa, quasi da togliere il fiato.
La calma duró poco, fin quando non venne spaventato da un urlo che lo fece sobbalzare.
-Che ci fai qui, Fighetta?!-
-Credevo avessi smesso di chiamarmi cosí.- Sospiró falsamente. -Per colpa tua Yusei ha quasi rotto il culo a me, tuo fratello e successivamente anche a te! Come ti salta in mente di uscire di notte e non dare nessuna notizia? Idiota!-
-A-avevo delle cose da fare...-
Lo disse con il capo chino e la voce bassa, quella risposta stupí il biondo, si aspettava una delle sue solite sfuriate e invece nulla. Non era divertente cosí.
Prese il cellulare e le piazzó il selfie di poco prima davanti davanti al viso.
-EEEEH?!-
Subito si agitó cercando di strapparglielo dalle mani, ma la reazione di Håkan fu portarselo dietro la schiena e soffiarle del fumo in faccia per scatenarle la tosse ed indietreggiare indisturbato, il tutto condito con delle grasse risate. Da appena sveglia si era rivelata molto meno reattiva. Lei si alzò per corrergli incontro e cercare di rubargli il telefono, ma riuscí ad evitarla.
-Cancellalo, cancellaloooo!-
-Mai; sei cosí carina mentre dormi, non sembri nemmeno il demonio che sei.~-
-Io... io butteró giú te, il telefono e quella sigaretta malefica giú dal dirupo se non lo cancelli!-
Ma si beccó un'altra soffiata di fumo.
-Oh, davvero?-
-Davvero!-
-Va bene.-
A suo rischio e pericolo, se la prese a braccetto e con la mano libera afferró la bicicletta, portando via entrambe. La sigaretta era rimasta tra le labbra.
-Non agitarti, scema. Ti ballano le tette.-
Bastarono letteralmente quelle quattro parole per calmarla di colpo e farla voltare dall'altra parte con le guance avvampate.
-Fighetta uno, Ryoko due. Sto recuperando, che dici?-
Nessuna risposta.

Una ventina di minuti dopo i quattro si ritrovarono tutti davanti casa dei Fudo, con Yuichi che nonappena avvistata la sorella le era saltato addosso stritolandola in un abbraccio e domandandole a raffica se stesse bene, ma lei lo rassicuró che avrebbe voluto scrivergli durante il blackout, ma alla fine si era addormentata perchè il cellulare non si accendeva piú.
Venne spiegato tutto anche a Yusei, che nonostante fosse ancora arrabbiato, decise di non raccontare tutto ad Aki, mantenendo la promessa fatta.
Artemis, invece, tornó a casa dopo poco, salutando tutti e dando il suo numero anche ad Håkan, dicendo di essersene dimenticata la sera prima.

***

-Allora, finalmente te ne vai?-
-Si, non sei felice, Demonio?-
-Tantissimo!-
L'imminente partenza del biondo era stato l'unico argomento su cui sia lui che Ryoko si erano trovati d'accordo, ormai nessuno sopportava piú la presenza dell'altro.
Si era preparato con la tuta addosso ed il casco sottobraccio, la valigia nella mano libera.
-Oh? Bella tuta, Håkan!-
Disse Yuichi, osservandolo. La sciarpa annodata al collo non poteva mancare.
-Ti ringrazio. L'ho presa perchè voglio cominciare a partecipare ai tornei di duelli turbo e fare coppia con Stelle Cadenti.-
-Sei rivoltante.-
-Zitta tu!-
Entrambi si voltarono verso il corvino, che stava tentando di soffocare una risata, increduli. Ma lui liquidó subito il tutto letteralmente fuggendo nell'altra stanza. A quel punto, la rossa spinse Håkan fuori di casa, chiudendogli la porta alle spalle.
-Ciao, ciao, a mai più!-
Trovatosi improvvisamente sul pianerottolo, scoppió a ridere, anche se rimase in parte amareggiato per non essere riuscito a salutare a dovere né l'amico, né i suoi genitori. Maledetta Ryoko.
Scrisse velocemente un messaggio di scuse a Yuichi e montó in sella alla duel runner, in rotta verso casa.

Fu quando si trovò vicino al Ponte Dedalo, proprio a pochi metri dall'enorme anello al centro di esso, che vide una inconfondibile moto bianca venire in sua direzione e frenare in diagonale, fermando il traffico. Il biondo dovette arrestare bruscamente la sua corsa per non investirla.
Stelle Cadenti.
Stelle Cadenti aveva bloccato il traffico proprio davanti a lui.
Che aveva fatto, Stelle Cadenti?
La figura femminile smontó con assoluta grazia dalla moto, il silenzio calato all'improvviso veniva spezzato solo dal suono prodotto dai tacchi che battevano sull'asfalto. Håkan rimase immobile a fissarla anche quando lei gli porse una busta.
Ci mise cinque interminabili secondi ad aprirla e leggerne il contenuto, ma bastarono a lei per andarsene impennando, mentre lui rimase ad osservare il foglio come un pesce lesso.
-Ma che c'è scritto?-

 


Ciao, come state? Io sono abbastanza contenta. Ho finito il capitolo più in fretta del solito ed è anche uscito lungo, quindi yeah.
Oltre alla mia moderata felicità ho anche buone notizie: tra qui a pochi giorni mi comprerò sia ipad che apple pencil e questo vuol dire che finalmente avremo dei disegni dei personaggi e, udite udite, una c o p e r t i n a !
A tal proposito ho aperto un profilo twitter dedicato alla storia, anche se per ora è inattivo perchè devo preprare tutto, nel caso vogliate seguirlo vi lascio il link qui.
Che altro dire, ho deciso di spostare questo capitolo prima di quello speciale su Artemis per segnare la fine del primo arco narrativo della storia. D'ora in avanti ne vedremo delle belle!

Jigokuko

 

   
 
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