Ciao a tutti, sono tornata (che fortuna eh?) In attesa di deliziarvi (presuntuosa non poco) con un’altra mia fic-longuette-delirante, vi propongo questa mini-fic, che è il risultato di un pomeriggio in completo relax e ozio. Buona lettura.



L’ATTESA
 
E’ già scesa la sera ed io sono qui da sola che ti aspetto. Non mi sono nemmeno accorta che si è fatto buio e non ho ancora acceso le luci dentro casa; quest’oscurità mi è amica, mi coccola, mi fa sentire protetta. Per tutto il giorno ci sono stati quei nuvoloni grigi che hanno oscurato il sole, ed ora, infine, il cielo si è sciolto in una pioggia scrosciante.

Dove sarai ora? Al solito non hai preso l’ombrello e chissà se hai trovato da ripararti, oppure tornerai a casa bagnato fradicio, come quella volta…

Non mi hai portato con te stavolta, e confesso che ci sono rimasta un po’ male, non mi hai dato spiegazioni ed io non ho insistito più di tanto. Quando fai così è inutile insistere.

Sono qui alla finestra e il mio sguardo si perde nella notte, inseguendo le scie luminose delle macchine, le mille luci della città che si riflettono sull’asfalto lucido delle strade. Da qui sono sicura che ti vedrò tornare, ma non voglio farmi trovare qui come se ti aspettassi.

Mi è appena passato un brivido, forse dovrei muovermi e andare a mettermi una maglia, ma una strana mollezza mi impedisce anche solo di fare un passo, di addentrarmi in questa casa che è così vuota quando non ci sei. Nonostante tu sia un gran casinista e ti rimproveri per questo, quando non sei presente, è inevitabile, mi manchi.

Forse non te l’ho ancora detto che mi basta poco per essere felice; un tuo sorriso m’illumina la giornata, ma forse l’hai capito lo stesso? Ti conosco da tanto tempo e ho imparato a capirti, e ad amarti, tuttavia ancora ci sono cose che mi sfuggono di te.

Oggi non avrei voluto restare da sola, ma non posso farci niente, è andata così; dovevi fare qualcosa di molto importante. Più importante di me?

Dopo tanti anni sono ancora qui che sospiro per te, mi viene quasi da ridere, eppure sono stata fortunata, ho avuto tanto, mi hai dato tanto. Voglio di più? Pretendo troppo?

Mi volto lentamente e guardo l’orologio alla parete che segna quasi l’ora di cena, e non sei ancora tornato. Cosa ti tiene lontano da me? Potrò mai chiedertelo? E tu, tu me lo dirai?

Scuoto la testa, mi aggiusto un ciuffo ribelle dietro l’orecchio; per te vorrei essere sempre perfetta.
Mi passo una mano sul vestito, a voler lisciare una piega che non c’è. Lo noterai? Noterai che ho indosso un vestito nuovo? A volte sei così distratto, altre volte non ti sfugge niente, non per questo sei lo sweeper n.1 del Giappone.

Ma, ma quella macchina, ecco sei tu. Lascio andare la tenda che stavo trattenendo e il tessuto leggero mi nasconde alla tua vista.

Calcolo mentalmente il tempo che impiegherai per parcheggiare e salire le scale. Avrai il solito passo strascicato o farai i gradini a due a due? Quanta voglia hai di vedermi? Sarà paragonabile alla mia?

Ti sento armeggiare con la serratura, ma allora sei stato velocissimo.

“Kaori? Kaori dove sei? Perché è tutto buio qui?” ti sento gridare all’ingresso.

“Kaori? Scusami, ho fatto tardi, e poi si è messo a piovere, la gente sembrava impazzita! Ho girato tutta la città, per… Kaori, ma dove sei? Ho una fame… Ma… eccoti finalmente. Che stai facendo?”

“Ti aspettavo”

“Ma al buio? Non dirmi che ci hanno tagliato di nuovo la luce! Non l’avevamo pagata la bolletta?”

Clic.

“Tesoro, ma sei stupenda! Fatti vedere! Il tuo vestito è bellissimo… ma tu lo sei molto di più. Ecco, finalmente l’ho trovato, tieni! Buon anniversario, amore mio!”