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Autore: padi6996    25/01/2020    5 recensioni
"Sei distesa al mio fianco e stai dormendo profondamente. I lineamenti del tuo viso sono sereni, rilassati. Sembra che tu sia tranquilla, hai il sorriso sulle labbra, quelle labbra carnose e morbide che ho baciato fino a qualche minuto fa.
Ti guardo e mi chiedo se tu sia un angelo o un demone, l'angelo che mi ha salvata dalla mia eterna condanna o il demone che mi condurrà alla pazzia e mi strapperà via l'anima."
Sunshine è una scrittrice e Kayleen un'attrice emergente. Si incontrano per caso e dal quel giorno inizia una bellissima quanto difficile storia d'amore. Tra alti e bassi vivranno momenti intensi e appassionati alternati ad altri drammatici e a presunti tradimenti. Sarà l'amore a guidarle e a portarle dove il destino ha già tracciato una strada per loro se saranno pronte a seguirla.
Tutti i diritti riservati
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 27
 
L’AMNESIA
 
 
 
Il mattino successivo mi alzo presto e mi fiondo in doccia, ne ho un disperato bisogno.
Dopo essermi lavata resto a lungo sotto l’acqua calda con gli occhi chiusi fin quando non sento le tue mani stringermi i seni e dentro di me scatenarsi l’inferno.
Mi giro e ti bacio.
“Ben svegliata.” Dico fra un bacio e l’altro, ma tu non hai voglia di parlare.
Facciamo l’amore dolcemente anche se per come mi avevi piacevolmente aggredita in doccia pensavo che fossi infuocata. Sei così dolce che quasi non ti riconosco. Mi ami teneramente senza diritto di replica, mi dai amore e piacere come non facevi da tempo, hai qualcosa di diverso che ancora non riconosco. Non ho mai visto quella luce nei tuoi occhi, sono piacevolmente stupita. Mi coccoli e mi stringi accarezzandomi continuamente. C’è qualcosa che vuoi dirmi, ma non trovi il coraggio. Ormai ti conosco bene.
Ho quasi timore di questo pensiero che inizia a ronzarmi in testa, ci mancherebbe solo un’altra complicazione proprio ora.
Mi addormento e quando mi sveglio non ci sei. Ti sento in bagno e pensando che tu stia facendo la doccia decido di entrare senza bussare e ti ritrovo riversa sulla tazza che vomiti.
Svelta mi avvicino per aiutarti, ma alzi subito la testa trattenendomi con la mano.
“Non è niente, qualche sforzo di stomaco. Vuoi vedere che alla fine me l’hai attaccata davvero l’influenza, magari quella intestinale che è ancora peggio.”
Cerco di abbracciarti e improvvisamente torna quel pensiero, quel dubbio, ma non è possibile, questo proprio no.
Non ti dico niente, ma la mia espressione e il mio umore cambiano velocemente. So come sono fatta e quando certe insicurezze tornano a tormentarmi divento intrattabile. Tu te ne accorgi subito.
“Cosa c’è amore ?” Mi chiedi.
Ti rispondo con un sorriso tirato ed esco dal bagno. Torno in camera e mi vesto, voglio andare a trovare Luigino, non voglio pensare a niente altro adesso, soprattutto non a questo.
Tu mi vedi strana e chiedi spiegazioni. Continuo a sorridere, ma ti rispondo appena.
Ti vesti anche tu e andiamo in ospedale.
Quando arriviamo è molto presto e troviamo Lucia addormentata sulla poltrona. Prendo la coperta appoggiata sull’altra sedia e la copro.
Tu non prendi bene questo gesto e te ne vai o almeno credo questo. Ti seguo senza farmi vedere e vai di nuovo in bagno. Apro leggermente la porta, non dovrei spiarti, ma quel pensiero torna a tormentarmi.
Hai di nuovo degli sforzi di stomaco.
Io non ho l’influenza intestinale, la mia era solo stanchezza. Tu hai qualcosa di diverso che mi infiamma il corpo e l’anima. Se fosse così allora sarebbe davvero la fine di tutto.
Chiudo la porta silenziosamente e il cuore mi parte a mille, sto sudando, ma stavolta non è febbre. Mi si appanna la vista e mi sento la bocca asciutta. Inizio a tremare e la paura diventa un dolore insopportabile e poi una rabbia incontrollabile. Improvvisamente mi rendo conto di non riuscire a gestirla.
“Ditemi che non è come penso.” Sussurro a me stessa.
Mentre sono ancora lì tu esci e ti fermi di colpo quando mi vedi. Mi giro verso di te e ti rendi subito conto che ho capito. Sbianchi.
Ora ne ho la conferma.
Allunghi la mano per toccarmi, ma ti respingo.
“Non è come credi.” Dici spaventata.
“Non mi toccare.”
Il contatto con le tue mani ora è peggio di un fucilata in pieno petto, non voglio nemmeno che mi sfiori.
Esco dal bagno che sono inferocita. Non torno in reparto, ma prendo la porta d’uscita. Ora tanti piccoli pezzi del puzzle tornano al loro posto. Eri diversa da prima che partissi a causa di Luigino. Non ti avevo detto niente, ma ti vedevo pensierosa. A volte non riuscivi nemmeno a guardarmi in faccia, mentre stanotte sei stata così dolce e affettuosa, dovevi farti perdonare qualcosa ?
Sento che mi chiami, ma non mi fermo. Entro in ascensore mentre si sta chiudendo la porta e tu per fortuna non fai in tempo. Scendo al piano terra e comincio a correre.
Sento il cuore in gola, le lacrime bruciarmi gli occhi, mi manca il fiato, ma corro lo stesso. Sto per avere un attacco di panico, ma mi trattengo.
Sono all’esterno,  oltrepasso il giardino dell’ospedale e mi avvicino alla strada. Ho il respiro in affanno, sono sudata ed ho le lacrime agli occhi. Non mi sento bene per niente e ancora meno quando nella mia mente ti rivedo uscire dal bagno e sbiancare in volto.
Hai capito che ti ho scoperta, quando pensavi di dirmelo ? Non sei riuscita a farlo a causa della mia partenza. Ora mi chiedo come tu abbia potuto fare l’amore con me dopo avermi tradito. Non riesco a pensare a niente altro che a te insieme a un altro, ma chi ?
Nel film c’erano scene di sesso col coprotagonista, ti sei innamorata di lui, hai avuto un’avventura? Una botta e via che ti è costata cara ?
Scuoto la testa, mi sembra di impazzire poi sento una voce, la tua.
“Sun.” Mi chiami. Sei al margine dell’aiuola dell’ospedale.
Sono così confusa che riprendo a correre e attraverso la strada. La oltrepasso continuando a piangere mentre continui a chiamarmi.
Vorrei scappare via, vorrei sparire dalla faccia della terra, sparire all’istante perché se malauguratamente fosse davvero come penso sarebbe la fine del nostro matrimonio, la fine di tutto, anche della mia vita e morirei ancora, per l’ennesima volta e questa sarebbe sicuramente la più devastante.
Ho voglia di scappare via, di andarmene più lontano possibile da te, ma improvvisamente non riesco più a muovere un muscolo e mi giro verso di te che sei dall’altra parte della strada. Le auto passano tra di noi che continuiamo a guardarci senza dire niente. Stiamo piangendo entrambe. Sento il cuore andarmi in pezzi.
Fai un passo verso di me ed io uno indietro. Non ho voglia di parlarti, ma non posso continuare a scappare. Basta fuggire da te anche se sto morendo dentro.
Stai per venire verso di me, ti sei distratta e non hai visto che sta sopraggiungendo  un’auto. Cerco di fermarti urlandoti contro e comincio a correre verso di te che finalmente ti sei resa conto del pericolo, ma la vettura è troppo vicina. Rimani a guardarla impietrita mentre ti travolgo tuffandomi.
Sento un dolore fortissimo alla gamba destra e mi ritrovo a terra. Batto violentemente la testa sull’asfalto e tutto si fa sfuocato.
Sono riversa a terra e sento qualcosa di caldo colarmi sulla fronte. Cerco di sollevare la mano, ma non ci riesco. Apro gli occhi, ma non vedo nitidamente, sono intontita e frastornata.
Mi sposto lentamente, vedo qualcuno avvicinarsi e muovere le labbra. Sta parlando, ma non sento quello che dice. Ti cerco con lo sguardo, ma non ti vedo. Non riesco a muovermi bene.
Sono sempre più dolorante, la nuca mi fa male. Cerco di voltarmi e finalmente eccoti, qualcuno ti sta aiutando a rialzarti e stai venendo verso di me. Sembra che tu stia bene per fortuna. Stai piangendo, sei spaventata. Mi parli, ma non sento, non capisco una parola di quello che dici. Sei sopra di me quando tutto inizia a diventare scuro, i rumori ovattati sempre più lontani ed io perdo i sensi.
Quando riprendo coscienza di me mi sento sospesa in un luogo con una luce soffusa, ma calda ed accogliente. Non vedo e non sento niente se non questa specie di nebbia tutta intorno a me, sono sola, ma non ho paura al contrario mi sento molto bene e sono felice di trovarmi lì. Sono come una batteria che si sta ricaricando. Questa nebbia mi dà forza ed energia oltre ad un amore infinito. Mi sento benissimo.
Ricordo tutta la mia vita in un attimo e la prima immagine che vedo è il tuo volto continuamente davanti a me, con diverse espressioni, abiti diversi, tempi diversi, ma sei sempre tu, lo so. Non ricordo cosa stavamo facendo prima che mi trovassi in questo posto, so solo che ti amo, che ci amiamo da sempre. Mai come ora mi sento parte di te e ti voglio con me. Voglio tornare da te con tutto il cuore. Esprimo questo desiderio e dopo un tempo indefinito mi sento come risucchiare, non capisco dove, ma sento dolore e paura. Voglio raggiungerti, ma il luogo dove sei mi terrorizza. Ormai il vortice si è attivato e non posso tornare indietro. Sprofondo sempre più in basso e poi ancora il buio.
Quando riapro gli occhi sento le palpebre molto pesanti, sono confusa e non so dove mi trovo.
Sento una voce di sottofondo, una voce che riconosco. Qualcuno sta parlando accanto a me.
Faccio uno sforzo enorme per tenere gli occhi aperti, non ci riesco.
“Sun … oh mio Dio … Sun mi senti ? Sun amore … sono io tesoro mio. Mi senti ?” Continua la voce.
Qualcuno mi sta toccando il viso, percepisco un calore confortevole, un tocco familiare.
“Infermiera … dottore … correte.” Ancora la voce.
La luce è soffusa e non vedo bene. Ci metto molto per riuscire a mettere a fuoco poi improvvisamente intravvedo qualcosa, dei movimenti ed altre voci.
Una luce forte mi acceca e le voci diventano quasi un rumore fastidioso. Qualcuno fa qualcosa ai miei occhi, mi solleva le palpebre. Non ho voglia di svegliarmi, vorrei … vorrei … non so nemmeno io, sono molto confusa, ho la mente annebbiata.
Qualcuno mi schiaffeggia le guance.
“Mi guardi signora, segua il mio dito.” Mi ordina una voce baritonale
Lo muove ed io faccio quello che dice.
“Come si chiama ?” Mi chiede e per alcuni istanti non ricordo niente. Sono come un guscio vuoto, non ricordo nemmeno il mio nome. Poi mentre lui continua a parlarmi mi torna in mente.
“Sun, mi chiamo Sunshine.”
“Bene Sunhine, è un buon segno ora mi dica in che anno siamo.”
Mi sento terribilmente stanca.
“Non so, non me lo ricordo.”
“Cosa ricorda Sunshine ?”
Ci penso e mi rendo conto che è tutto offuscato nella mia mente. Vedo una donna di spalle. Ha i capelli castani e lunghi, un corpo esile, longilineo. Mi sembra familiare e importante per me, ma le vedo la schiena e  non il viso.
Poi un’ombra nera mi fulmina il cervello e mi rifiuto di pensare ancora.
“Non ricordo niente, non voglio ricordare.”
L’uomo che sta parlando con me è un dottore ed ora si sta rivolgendo all’infermiera, le dice di andare a chiamare la psicologa.
Resto sdraiata sul letto senza proferire parola mentre il dottore mi sorride  e cerca di spiegarmi che con quello che mi è capitato può succedere di avere amnesie temporanee.
“Ma cosa mi è successo ?” Chiedo alla fine, dopo quel suo lungo monologo per me inutile.
“E’ stata investita e ha battuto la testa. E’ andata in coma e si è appena svegliata. Ora parlerà con la psicologa, le spiegherà la situazione nel modo migliore.”
Dopo che il dottore è uscito dalla stanza le infermiere si prendono cura di me, mi lavano e mi cambiano infilandomi un pigiama invece del camice dell’ospedale. Sono stanchissima come se avessi corso una maratona e mi sento terribilmente debole, riesco a muovermi con molta difficoltà e sono davvero tanto confusa. Passano un paio d’ore, sto sonnecchiando quando entra nella stanza una bella ragazza, alta e coi capelli biondi, un bel tipo. Mi sorride e si avvicina porgendomi la mano.
“Ciao Sunshine, sono Jessica una delle psicologhe dell’ospedale. Scusami se ti ho fatta aspettare, ma oggi è una giornata infernale. Permetti che mi sieda ? Vorrei fare due chiacchiere con te.”
“Va bene.” Rispondo indifferente.
L’infermiera che mi stava cambiando la flebo esce e ci lascia sole.
“Vorrei cercare di raccontarti quello che ti è successo.” Ricomincia lei.
“Di cosa avete paura ?” Le chiedo io.
“Della tua reazione.” Risponde.
“Cosa mai potrei fare ?” Chiedo sempre più confusa.
“Lo sai che sei stata investita e hai battuto la testa ?”
“Me lo ha detto il tuo collega.”
“Sei andata in coma subito dopo l’incidente e sono passati parecchi giorni.”
“Quanti ?”
“Cosa ricordi ?” Mi chiede prendendo un block notes e una penna.
“Quasi niente, mi è venuto in mente il mio nome e vedo dei volti offuscati, delle voci, ma niente di chiaro.”
“Ricordi qualche altro nome ?”
Mi fermo a pensare, ma in effetti qualcosa mi turba molto profondamente.
“Cosa ti blocca, hai paura di qualcosa in particolare ? Questa potrebbe essere la ragione delle tua amnesia.
“Cosa vorresti dire che uno spavento mi ha fatto dimenticare tutto ?”
“Ci sei arrivata molto vicina.”
“Come fai a sapere che qualcosa mi ha spaventato ?”
“Qui fuori ci sono delle persone a cui sei molto legata e non vedono l’ora di abbracciarti. Vorrei farne entrare uno, che ne dici. Ti senti pronta ?”
“Sì certo.” Rispondo curiosa e al contempo impaurita.
La dottoressa si sposta, esce dalla stanza e rientra poco dopo con un bel uomo, alto brizzolato, proprio un bel tipo.
“Ciao.” Mi saluta facendomi un sorriso splendido.
“Giacomo.”
Lui quasi si commuove quando pronuncio il suo nome.
“Chi sei mio marito ?”
Sta per stringermi la mano quando si blocca imbarazzato.
“Veramente io avrei voluto, ma tu ti sei innamorata di un’altra persona.” Dice sorridendo
Arrossisco.
“Non sono sposata ?”
“Tu ricordi Giacomo e ricordi anche in quale circostanza vi siete conosciuti ?” Riprende la dottoressa.
“Mi pare che ci siamo conosciuti vicino a una bella casa in campagna. Mi ricordo dei bellissimi vigneti, dei campi verdi e un lago, sì un meraviglioso lago con al centro una pianta enorme, un salice.”
Giacomo sorride.
Sorrido mentre ripenso alla mia casa, sì perché quel posto lo è e lui ne fa parte, ma non è mio marito. Non riesco proprio a ricordare. Vedo sempre quella figura femminile, ma stavolta mi sto avvicinando a lei e le afferro la mano. Lei sta per girarsi quando la dottoressa fa entrare una signora che mi guarda con gli occhi in lacrime. Rimane ferma in fondo alla stanza, ha quasi paura di avvicinarsi.
“Ciao Luisa.”
Come pronuncio il suo nome lei viene verso di me e mi abbraccia.
La stringo forte e lei ricambia.
“Piccolina mia, che paura ci hai fatto prendere. Per fortuna ti sei svegliata. Posso fare entrare anche Sergio, ne sarebbe felice.”
Giacomo mi dà un bacio sulla guancia ed esce dalla stanza mentre entra Sergio.
Lo riconosco, è il marito di Luisa e tutto mi riporta a quella splendida casa immersa nel verde.
Ci abbracciamo e poi escono anche loro.
Jessica torna a sedersi vicino a me.
“Ora ci sarebbe un’altra persona, per te è la più importante. Probabilmente è la donna di spalle di cui non riesci a vedere il volto.
“Non voglio vederla.”
“Cosa ?” La dottoressa che si stava alzando si ferma sconcertata.
“Non farla entrare, non voglio vederla. Non voglio vedere più nessuno. Sono stanca, voglio riposare.”
Jessica si siede di nuovo e mi prende la mano.
“La donna ti procura disagio ?”
“Non voglio incontrarla, mandala via.”
“Sei sicura Sunshine ?”
“Sono stanca, lasciatemi stare.”
Cerco di girarmi e darle le spalle. Lei mi saluta ed esce dalla stanza.
Voglio riposare, non voglio vedere nessun altro, sono stanca. Non voglio ricordare niente altro.
Appena uscita sento la dottoressa parlare con qualcuno poi il silenzio. Mi addormento poco dopo.
Il mattino seguente mi sveglio con una necessità impellente. Chiamo l’infermiera chiedendole di aiutarmi ad andare in bagno, ma lei si rifiuta. Io insisto e lei mi dice che non posso scendere dal letto perché non riuscirei a camminare. Io sto per scendere quando lei mi trattiene e mi rivela che sono su quel letto da cinque mesi e che non ce la farei a stare in piedi.
“Cosa ?” Chiedo incredula e spaventata.
Il cuore mi parte a mille e mi sento svenire. L’infermiera si morde la lingua, alza le sponde del letto e se ne va.
Sono stata in coma cinque mesi ? Non riesco quasi a crederci e continuo a tremare senza capirne il motivo. Ho ancora questo malessere interiore che mi costringe a non ricordare. La donna di spalle si sta girando quando entra la psicologa.
“Sun, come ti senti ?”
“Bene, non vi preoccupate. Non è successo niente.”
“Non ti avevamo parlato della durata del tuo coma per non spaventarti ulteriormente.”
“Senti io ora mi sento bene, aiutatemi a scendere da questo letto e lasciatemi tornare a casa.”
“A casa ? E dove sarebbe casa tua ?”
Già, dov’è casa mia ?
Metto le mani fra i capelli e la testa inizia a farmi male. Sento un dolore terribile e la donna di spalle si gira.
“Mio Dio Kayleen, avevo dimenticato proprio te ?”
Una strana sensazione mi opprime il cuore. C’è qualcosa che non va, non ricordo il perché, ma temo il nostro incontro. Anche se sembra assurdo non ho voglia di vederti. Se ti penso mi sento male, che mi sta succedendo ?
“Calmati Sun, andrà tutto bene. Non c’è niente di irrisolvibile credimi. Ci sono cose che non sai, ma quando avrete chiarito vedrai che tornerete quelle di una volta. Credimi Sun, ora calmati, ti prenderai un paio di giorni, ma poi dovrai affrontare questa cosa, non puoi rimandare non sarebbe salutare né per te né per lei.”
Resto in silenzio ripensando alle parole della dottoressa. “Ci sono cose che non sai”. Cosa intendeva dire ? Sono molte le cose che non ricordo.
Per quanto ci provi non ci riesco, mi sto consumando e mi fa male la testa, ma proprio non mi sovviene la ragione di questo mio terribile malessere. Sento dentro me una pena infinita e se da una parte vorrei chiarire con te, dall’altra non voglio ricordare niente altro, ne ho troppa paura, quasi terrore.
Ti vedo bella come il sole, sorridere coi capelli al vento, correre spensierata, ti vedo mentre reciti, mentre ti trasformi. Ti vedo sorridermi e accarezzarmi il viso, ti vedo parlare, ridere, arrabbiarti, riflettere, gioire e soffrire. Ti vedo mentre facciamo l’amore, vedo i tuoi occhi innamorati, ma alla fine vedo quello sguardo infinitamente triste, l’ultimo che ho in mente.
“Non è come pensi.” Queste parole e i tuoi occhi malinconici.
Cosa ci è successo Kay, cosa c’è che non so ancora ? Lo voglio davvero sapere ?
 

Note autrice:
Un altro problema non da poco. Sun continua a scappare, continua a non fidarsi di Kay e stavolta il motivo potrebbe anche giustificarla, ma ... ma non si può vivere scappando. Sun se ne rende conto troppo tardi e succede il patatrac.
Ora è confusa, non ricorda bene cosa è successo. Cosa pensate che accadrà? Accetterà di vedere Kay? Considerate che sono passati cinque mesi dall'incidente.
Kay cosa avrà combinato nel frattempo? Pensateci su e ditemi la vostra.
Grazie di cuore a chi continua a seguirmi. Spero che la storia vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate, accetto consigli e critiche.
Un abbraccio.
Padi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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