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Autore: Harry Fine    25/01/2020    3 recensioni
Una guerra terrificante si svolgerà presto sulla Terra. Ma i nemici da combattere sono tutto fuorchè convenzionali. Non sono esseri umane, ma macchine provenienti dallo spazio capaci solo di distruggere tutto quello che trovano sulla propria strada. E per sconfiggerle sarà necessario un esercito altrettanto nuovo, letale e pronto a tutto. L'esercito degli androidi Yorha, composto da valorosi volontari. Ma davvero ne varrà la pena?
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: Threesome
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Circondato da pareti bianche composte da colonne squadrate, la figura che aveva ucciso gli alieni osservava affascinato gli androidi Yorha combattere.

Quell'espediente Lo aveva sorpreso, doveva concederglielo: trasformare fragili umani in soldati che potevano opporsi alle sue forze senza difficoltà, davvero astuto. In particolare lo incuriosivano quelle unità che avevano distrutto il server, quelle chiamate 56B, 25E e 9D.

Il primo sprizzata rabbia e frustrazione, ma era forte e spinto da una determinazione a restare vivo incredibile. La seconda invece era fin troppo leale ai suoi superiori, ed era anche la più letale tra tutti gli altri. Il terzo invece aveva un cuore troppo gentile per essere un soldato, ma aveva una forza da non sottovalutare.

E nemmeno i loro compagni erano deboli, e si stavano rivelando alquanto interessanti, però questo significava che non poteva lasciarli fare senza intervenire.

 

Dietro di lui una porta si aprì e quella che sembrava una ragazza piuttosto muscolosa fece la sua comparsa, avvolta in un vivace kimono arancione, per poi inginocchiarsi.

《Potrò finalmente divertirmi un po', padrone?》 Chiese con voce vibrante di aspettativa.

L'altro sorrise. 《Certo. Potrai fare quello che vuoi, ma se dovessi trovare le unità di cui vi ho parlato portale qui.》

 

***

 

L'allarme di un SOS buttò letteralmente King giù dal letto con un’imprecazione; non ci si poteva più fare manco una dormita in pace!

Si catapultò fuori dalla stanza appena ebbe afferrato la spada e si unì alla fiumana di androidi che si stava già dirigendo verso la sala principale. Ormai quegli allarmi significavano quasi sempre che un'altra battaglia era stata perduta e con essa l'ennesima città.

Erano passate tre settimane dalla distruzione del server nella prigione e la situazione non stava andando bene. Avevano salvato Chicago insieme a New York, New Orleans e Washington, ma Seattle, tutta la California e tanti altro stati erano caduti in mano alle biomacchine.

Questo aveva scatenato una forte tensione in ogni Yorha, per questo erano tutti così pronti a scattare se serviva, come in quel caso.

 

Raggiunse poco dopo la sua destinazione, dove vide come al solito il generale e il colonnello, attorniati da decine di tipi O, fissare furiosi l'enorme schermo sulla parete. Avevano le dita strette nei pugni e le bocche contorte in delle smorfie che non facevano ben sperare.

Il ramato avvistò Rahl e Kyran poco lontani e si sbrigò a raggiungerli. Inizialmente gli era sembrato strano fare parte di una squadra, ma dopo tre settimane si stava abituando e aveva scoperto che funzionavano piuttosto bene insieme.

Quei due erano dei combattenti a distanza fantastici e lui sembrava aggiungere l'ultimo tocco con il suo stile ravvicinato, quindi erano piuttosto abili a guardarsi le spalle. E sopratutto non sembravano guardarlo dall'alto in basso, cosa che ancora lo confondeva.

La coppia di inglesi lo accolse con cenni amichevoli, ma le immagini proiettate sullo schermo attirarono la loro attenzione: era un video disturbato, che raffigurava un Androide africano con parte del viso sfigurato e i vestiti a brandelli aggrappato alla telecamera.

《Qui è il generale… della base…cana. Siamo stati attaccati! Hanno… Bunker… esplosioni… hanno fatto entrare una tempesta di…bbia… moltissime perdite! Ci serve aiuto!》 Si interruppe subito dopo e un chiacchierare preoccupato occupò la sala.

C'erano solo tre basi in tutta l’Africa, se una fosse andata distrutta avrebbe significato perdere moltissimo terreno contro le biomacchine in quei territori.

《Che facciamo?》 Chiese di colpo il generale al fratello.

《Non possiamo permetterci di perdere quella postazione. È una delle poche con Androidi fatti apposta per resistere a condizioni climatiche estreme come quelle del Sahara.》

《Ma non disponiamo di abbastanza androidi disponibili! Rischiamo di venire indeboliti noi mentre abbiamo ancora molte dispute in corso.》 Rispose l'altra nervosa.

《Possiamo ordinare agli altri sulla superficie di accelerare gli assalti ai server. Quello che importa adesso è salvare quella base! Se andasse distrutta rischiamo di perdere l'intera Africa settentrionale!》

Il generale strinse i pugni, ma annuì. 《Operatori, fate si che questo messaggio venga mandato a tutte le postazioni mondiali. Invece tutti gli androidi qui presenti si recheranno subito nel Bunker del Sahara per prestare supporto.》

 

Tutti loro annuirono ed iniziarono ad andare verso gli hangar. Erano a malapena un centinaio, ma avrebbero dovuto accontentarsi e fare del loro meglio: se avessero fallito sarebbe stato un disastro!

《Com'è possibile che abbiano fatto breccia in quel Bunker? Dovrebbe essere fatto per essere tra i più resistenti e si trova sotto le dune del deserto!》 Disse Kyran mentre si preparavano al lancio.

《Magari Hanno scavato o utilizzato degli esplosivi.》 Rispose Rahl. Si ricordava ancora gli scoppi delle bombe lanciate da quei mostri durante l'attacco a Londra: avevano fatto crollare edifici enormi con pochi colpi.

Anche King era inquieto. Da come Rahl e Kyran ne parlavano, quel posto doveva essere decisamente ben protetto, quindi che cosa avrebbero potuto fare loro, un gruppetto di cento, contro un nemico che ci si era introdotto?

Ma non ebbe tempo di pensarci, perché finalmente decollarono veloci alla volta dell'Africa. Fu un viaggio molto lungo, anche volando al massimo della velocità; per quattro ore e passa non videro altro che l'acqua dell'oceano Atlantico.

Quando finalmente avvistarono terra, i tre tirarono un sospiro di sollievo. Il loro obiettivo non poteva essere molto distante ormai; infatti, mentre sorvolavano la grande distesa di sabbia, videro una spessa colonna di fumo alzarsi dal terreno a poche miglia da loro.

King, Rahl e Kyran scesero rapidamente di quota insieme a tutti gli altri, guardando lo spettacolo davanti a loro: la sabbia era stata spazzata via insieme a quello che doveva essere il tetto del Bunker. Poco più in basso si vedevano vari corpi di Yorha dilaniati e fiamme e fumo si stavano rapidamente alzando verso l'alto.

 

L’arciere fece un cenno ai suoi compagni come per dire “prudenza" e tutti si gettarono all'interno, separandosi subito tra i vari corridoi. I loro ordini erano di trovare il generale che gestiva la struttura e aiutare a respingere ogni biomacchina che si fosse presentata.

Ma più scendevano verso il basso e più la situazione si faceva inquietante: le pareti erano state squarciare e fuse, come se fossero esplose dall'interno, e i vari cadaveri la sabbia e il fuoco non aiutavano di certo a rallegrare l'ambiente, specialmente perché sembrava che i corpi fossero stati trascinati in giro come delle bambole.

《Cosa potrebbe essere così… brutale da generare tutti questi danni?》 Chiese l'albino, muovendosi guardingo.

Gli altri due non ne avevano idea, ma poi sentirono uno strano suono in lontananza, sembrava essere una risata.

《Ehi, lo sentite?》 Chiese Kyran ai suoi compagni , che annuirono.

King strinse forte la sua spada, tenendosi pronto ad attaccare, ma uno scoppio alle loro spalle li colse di sorpresa: il muro si gonfiò ed esplose, mentre tre unità africane ormai a brandelli venivano scaraventate dall'altra parte, mentre una nuova figura faceva la sua comparsa.

Era una ragazza alta e piuttosto muscolosa, la pelle di un grigio raccapricciante su cui spiccano gli occhi arancioni, lo stesso colore sgargiante del kimono con indossava, e il volto era deformato da un sorriso divertito. Aveva corti capelli neri e una cintura verde attorno alla vita.

《Questo posto è un vero spasso! Ci sono talmente tanti compagni di giochi!》 Rise deliziata, per poi voltarsi verso i tre ed illuminarsi ancora di più. 《Sei tu! Finalmente!》 Urlò puntando il dito verso King.

Lui la guardò sorpreso, ma non rilassò la sua posa, esattamente come Rahl e Kyran. Non avevano idea di cosa avesse davanti, ma era chiaramente lei la causa dello stato del Bunker: era un avversario pericoloso.

La ragazza in arancione li osservò tutti e tre. 《Voi sembrate molto più divertenti dagli altri. Uffa, mi piacerebbe poter giocare con voi, ma il padrone vuole avere vivo 56B. Oh beh… allora ci andrò leggera》 Disse mettendo un broncio seccato e schioccando le dita.

I tre androidi fecero appena in tempo a spostarsi, mentre il terreno sotto di loro saltava in aria e Kyran scoccava una freccia dopo l'altra.

Lei le evitò ridacchiando, provando a spazzarlo via, ma l'albino si mise in mezzo e le puntò le braccia contro: lui non aveva bisogno di armi aggiuntive, perché era lui stesso l'arma!

Il braccio destro si trasformò in un lungo fucile di precisione, mentre le varie lenti si disponevano come Mirino ed iniziò a sparare all'impazzata, scaraventando indietro la ragazza. Lei si tirò su ridendo.

 

《Voi si che sapete come si gioca!》 Urlò, lanciando un'altra serie di esplosioni.

Lo spadaccino decise finalmente di mettersi in mezzo, caricando direttamente contro di lei, costringendola a saltare indietro per non essere trafitta.

I tre androidi sentivano l’eccitazione della battaglia ronzargli nelle teste, ma la ignorarono, continuando a concentrarsi; in quelle settimane avevano imparato a combattere insieme e difendersi senza nemmeno pensarci.

Il cecchino sparava più veloce che potesse, mentre l'arciere e lo spadaccino lo coprivano, riuscendo a mettere in difficoltà la loro nemica: aveva smesso di ridere e ora non aveva più quell'atteggiamento sicuro di sé.

Ma la loro lotta fu interrotta dall’arrivo di un manipolo di Yorha, con in testa due alte gemelle africane sulla tarda quarantina e i capelli rasati. Entrambe indossavano divise bianche come quelle del colonnello e reggevano rispettivamente una lunga lancia e un’ascia.

《Eccola lì! Prendetela!》 Urlò la seconda, caricando con incredibile ferocia la ragazza in arancione, che la evitò per un soffio e la spedì indietro con un'esplosione, ma fu costretta ad arretrare sempre di più sotto l'assalto.

Sembrava che la loro nemica stesse iniziando ad accusare quella che poteva essere stanchezza. Una delle frecce di Kyran si era conficcata nella sua spalla e ormai il suo sorriso soddisfatto era diventato una smorfia arrabbiata.

《Voi siete delle vere guastafeste! Finalmente ho trovato quello che voleva il padrone è voi vi siete messe in mezzo! Non è giusto!》 Sembrava una bambina. Una bambina pazza e capace di distruggere tutto con un gesto della mano; chi diamine poteva essere questo “padrone” per aver creato una cosa simile!?

 

La donna armata di lancia colpì la loro nemica dritta in faccia con la base della sua arma, per poi trafiggerle un ginocchio e urlando ordini. 《Alla sala principale, venite!》

Agguantò la sorella, dandosi velocemente alla fuga, mentre i vari Yorha, includendo King, Rahl e Kyran, le corsero dietro fino al salone enorme. Le porte si chiusero di scatto ad un semplice ordine della donna e tutti per un attimo poterono tirare un sospiro di sollievo, sembravano stremati e sicuramente danneggiati.

《Voi siete alcune delle unità mandate ad aiutarci?》 Chiese la donna, fasciando alla meglio il braccio ferito della sorella.

《Si. Che diavolo è successo si può sapere?! Cosa è quella cosa?!》 Chiese King, vedendo che anche lì dentro il pavimento era sporco di olio rosso e coperto di cadaveri.

《Non ne abbiamo idea. È… piombata di qui dal nulla e ha cominciato a distruggere tutto, chiedendo se sapevamo dove fossero tre unità in particolare, 56B, 25E e 9D. Noi non ne avevamo idea e lei ha cominciato a far esplodere tutto! Il generale era riuscito a chiudersi qui e a lanciare L’SOS, ma lei lo ha ucciso insieme a tutti gli Operatori e alle altre unità presenti. Noi abbiamo ricevuto la sua autorità e il dovere di distruggere quella cosa, ma a questo punto ho ben poche speranze.》

《Possiamo farcela Kaya… dobbiamo solo colpirla con tutto quello che abbiamo. Non può essere... invincibile. Dovremo solo rimetterci un po' in sesto e... torneremo all'attacco.》 Le disse sua sorella a fatica.

Il ramato sospirò; quello non era coraggio, era istinto suicida: avrebbero semplicemente mandato al macello tutti gli androidi ancora in vita. Si girò verso i suoi compagni. 《Cosa proponete di fare?》

《La situazione è assai… difficile. È inutile provare a ucciderla prendendola di petto, ma non sono sicuro su quanto una trappola possa essere efficace.》 Commentò Rahl.

《Magari potremmo provare a prenderla per sfinimento. Se continuassimo ad attaccarla da tutte le parti, ad un certo punto dovrà pur cedere ai danni che riceverà.》

《Ma così rischiamo che tutto il Bunker vada perso e con esso metà dell’Africa.》 Obiettò l’altro inglese.

King emise uno sbuffo; avevano le mani legate: se fossero usciti, sarebbero morti, se lei fosse entrata, sarebbero morti lo stesso, non sapevano quanto una trappola potesse avere effetto, non sapevano dove fossero gli altri Yorha americani e non avevano abbastanza aiuto o armi per farle male sul serio. Insomma, nella merda fino al collo.

 

Dei poderosi colpi alla porta li fecere tutti scattare per recuperare le loro armi. 《Venite fuori a giocare su! Non mi va di fare l’orco per sempre!》 Disse la voce ridente della loro nemica, mentre continuava a colpire la porta sempre più forte.

《Che… che facciamo?》 Chiese una ragazza alle due gemelle. Quella in piedi non rispose. Dalla sua faccia era chiaro quello che stava pensando: appena la barriera sarebbe crollata, tutti i presenti sarebbero stati distrutti con essa.

Beh, lui non aveva intenzione di tirare le cuoia. Strinse la spada e si avvicinò ai suoi compagni.《Appena le porte crollano, voi prendete la mira e colpitela con tutto quello che avete. Io penserò al resto》

I due si guardarono confusi, ma annuirono: avevano imparato che King poteva essere pieno di collera e spericolato, ma aveva delle idee assolutamente incredibili quando voleva.

Il portone venne giù con un botto assordante e immediatamente i due androidi bersagliarono con frecce e proiettili la loro nemica. Lei venne colta di sorpresa e costretta a ricorrere alle esplosioni per difendersi dall'attacco continuo, ma poi sentì una sensazione di dolore all'addome vide una spada tracciare una scia in mezzo al fumo.

Sul suo busto comparve un lungo taglio trasversale, accompagnato poi da un colpo alla nuca che la spedì per terra. Quel dannato baro aveva usato la nuvola di fumo degli scoppi per nascondersi e colpirla. Ma non ebbe tempo di pensarci perché dovette spostarsi dalla traiettoria di frecce e proiettili.

 

Vide l'unità che doveva catturare arrivarle contro, ma non potè rispondere a causa dei dardi che le stavano arrivando addosso.

《Muovetevi dannazione! Datevi una mossa e aiutateci!》 Urlò il ramato agli africani, continuando ad incalzare a suon di fendenti.

Lei saltò all'indietro, generando altre esplosioni, ma stava rapidamente perdendo terreno. Non osò arrendersi però: se avesse fallito, il padrone l'avrebbe punita in modo orribile!

Caricò a testa bassa il giovane uomo usando le mani per rispondere ai suoi colpi di lama, ma poi un proiettile la prese dritta sulla clavicola e la trapassò.

Prese aria a fatica, quello non poteva essere opera dell'albino, non sarebbe mai riuscito a colpirla lì da dove si trovava. Solo che poi vide una figura arrivare trafelata, una ragazza che reggeva un lungo fucile di precisione.

Era bassa e col volto spruzzato di lentiggini, con una crocchia di capelli rossi e un abito aderente a maniche lunghe, gonna svolazzante e scollo a cuore.

Tese una mano verso di lei, pronta a farla esplodere, ma un uomo dai lunghi capelli biondi e una tenuta vittoriana apparve da chissà dove e la spedì con un calcio contro il muro.

《A quanto pare ci vediamo sempre in queste situazioni signor Evans.》 Disse con un sorriso il dottor Ishley, affiancato dalla cecchina subito dopo tra lo stupore di tutti.

《Cosa ci fai tu qui?!》 Chiese il ramato indicandolo. Quel tipo era come il prezzemolo, lo trovava ovunque!

《Il generale mi ha chiesto personalmente di venire insieme alla mia squadra di venire a dare una mano qui. A proposito, tu conosci già Becky vero?》 Accennò alla ragazza che arrossì.

《Buongiorno!》 Esclamò lei impacciata. Era sempre così nervosa! Anche come androide la sua estrema goffaggine e timidezza non erano affatto migliorate.

Rahl le sorrise gentilmente. 《Grazie mille per il vostro aiuto, Miss Becky.》 Disse con un inchino, facendola arrossire ancora di più.

 

《Ehi! Non rilassatevi, È ancora viva!》 Li richiamò Kyran, l'arco nuovamente teso, mentre la ragazza in arancione si alzava di nuovo. Olio giallastro zampillava dal foro sulla clavicola e di conseguenza tutta l'articolazione era rimasta floscia ed inutilizzabile, mentre un’espressione furibonda le distorceva la faccia.

《Questa la pagherete cara! Come osate intromettervi tra me e l’obiettivo che mi è stato dato?!》

Iniziò a sparare alla cieca proiettili esplosivi che distrussero il pavimento, mentre gli Yorha si spostavano per un soffio. Un ragazzo le tirò contro la sua spada, ma uno dei colpi lo colpì e lo ridusse ad un grumo liquefatto in un attimo.

Rahl afferrò King per un braccio e lo trascinò via, cercando di evitare gli attacchi, mentre l’altra continuava a ridere e a lanciare le sue bombe.

Kyran emise un ringhio stizzito, costretto anche lui a fuggire e saltare per evitare di essere ucciso, ma poi gli attacchi si interruppero di botto e le loro creatrice emise un gemito soffocato.

Quando tutti riuscirono a vedere meglio, una lunghissima frusta di metallo bianco era stretta intorno alla sua gola. Lei annaspava, cercando di levarsela di dosso, tirando più che poteva.

《Certo che sei proprio caparbia.》 Commentò una voce femminile subito dopo. Una coppia di giovani donne emerse da dietro una delle pareti distrutte dalle deflagrazioni, e una di essere non era un volto nuovo per King.

Alta, pallida ed elegante, stretta in un abito simile a quello di una ballerina con una gonna tesa e le spalle nude con una profonda scollatura a cuore. Una cascata di capelli rossi le incorniciava il bel viso e raggiungeva la vita, mentre lunghe calze nere trasparenti e scarpette da punta le fasciavano le gambe. In mano teneva la sua fedele falce, mentre la sua compagna teneva la frusta saldamente, il volto contratto per lo sforzo.

Lei era pallida, formosa e minuta, una lunghissima treccia di capelli neri scendeva oltre le anche e incorniciava il volto appuntito, segnato da un ghigno malizioso. La sua tenuta poi era davvero bizzarra: un top che si allungava in una sorta di strascico, con sopra una giacchetta in stile rock. Lunghi stivali e guanti le coprivano gambe e braccia e un paio di pantaloni inguinali le coprivano i fianchi.

《Ottimo colpo Athal!》 Esclamò Becky, ma la ragazza in arancio strattonò la frusta, spedendo la sua padrona contro il muro, e piantò le mani per terra facendo esplodere nuovamente il suolo attorno a se, permettendole di sfuggire alla presa.

La corvina ringhiò. 《Ma perché diavolo non possono mai morire e basta?》 Chiese, evitando un’altra esplosione per un pelo. La sua creatrice sorrise ancora, parando poi un colpo di falce a mani nude, rifilando un calcio allo stomaco della sua proprietaria.

《Anche tu sei una di quelle desiderate dal padrone.》 Disse, provando ad afferrarla, però Lei non demorse e le rifilò una gomitata dritta alla gola.

《Tu sei solo un mostro.》 Si limitò a dire, mentre l'altra emetteva un ringhio animalesco, ricominciando lanciare proiettili bomba per incenerirla.

 

《Levati Natasha!》 Le urlò la corvina, Athal, saltando in mezzo alle bombe e muovendo più volte la frusta nel tentativo di allontanarla, tagliando la pelle e facendola infuriare ancora di più.

Si catapultò verso di lei, col chiaro intento di farla fuori, ma non ne ebbe il tempo: le due gemelle africane le bloccarono la strada, conficcandole ascia e lancia dritte nel petto, permettendo a King, Ishley e Natasha di infilzarla anche con i Sai, la spada e la falce nella schiena.

Li estrassero con violenza e il corpo martoriato crollò per terra in preda agli spasmi, in un lago di olio, mentre i presenti lo fissavano disgustati.

《Cosa… che razza di biomacchina era?》 Chiesero le due donne dalla pelle scura.

《Non era una biomacchina qualunque.》 Disse lo Scanner biondo, osservando i circuiti interni con serietà. 《È stata creata basandosi su un progetto per androidi.》

   
 
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