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Autore: Roe Jaeger    25/01/2020    1 recensioni
Heiji convoca Conan a Osaka. O meglio, lo convoca e gli impone di andare dopo aver preso l'antidoto, quindi con il suo vero corpo. Tuttavia, Hattori non rivela il perché di quell'appuntamento. Quali saranno le sue vere ragioni?
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Heiji Hattori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se c'era una cosa che Shinichi Kudo odiava, era Heiji Hattori che gli diceva di raggiungerlo sulla spiaggia di Osaka dopo aver preso l'antidoto, senza però spiegargliene la ragione. Ma neanche più di tanto, da quando aveva scoperto di essere innamorato di lui. Quando era Conan Edogawa, non era mai riuscito a spiegarsi perché arrossisse in sua presenza e, poiché capitava sempre quando c'era anche Ran, il "piccolo" aveva stabilito si trattasse di un'infatuazione per la figlia del detective.
Finché non aveva sognato di baciare Heiji Hattori.
Era stato un bacio fugace, quasi impercettibile, ma che gli aveva lasciato, al mattino, una piacevolissima sensazione addosso.
E non ricordava null'altro del sogno, se avessero fatto l'amore oppure se, shockati, non si erano parlati proprio, ad esclusione di una frase pronunciata da Heiji: "I sogni si avverano: se non esistesse questa possibilità la natura non ci spingerebbe a sognare." Sì, ma a che proposito l'aveva pronunciata? Questo proprio non lo ricordava.
Vabbé, giacché era innamorato di lui, decise di andare all'appuntamento.
Mentre Shinichi era appena arrivato a Osaka, Heiji si apprestava a raggiungere la spiaggia della città, dove aveva dato appuntamento al ragazzo che gli piaceva. Lo sognava tutte le notti e ormai s'era rassegnato ad amarlo con tutta l'anima, doveva solo sperare di essere ricambiato.
Arrivarono insieme sulla spiaggia e si sorrisero vicendevolmente: entrambi pensarono che l'altro avesse proprio un bel volto mentre sorrideva e si compiacque per quanto pensato.
Lo scrosciare delle onde accompagnava l'avanzata dell'uno verso l'altro e, ormai vicini, si salutarono amichevolmente.
«Perché mi hai fatto venire fin qui?» chiese Shinichi.
«C'è una cosa che devo dirti, e non volevo dirla a Conan» spiegò Heiji «Così ti ho chiesto di prendere l'antidoto.»
«E sarebbe?» chiese Shinichi speranzoso. Una cosa che non vuole dire a Conan può benissimo essere "Sono innamorato di te" o "Mi piaci" e questo significherebbe che lui è ricambiato.
«Tu perché sei venuto di corsa?» cambiò invece discorso Heiji.
«Come sarebbe a dire?» venne spiazzato Shinichi «Perché sei il mio migliore amico e volevo sapere cosa volessi dirmi.» mentì. In realtà, siccome era innamorato di lui, non voleva farlo aspettare, soffrire o quant'altro, quindi era volato a Osaka con il primo volo disponibile. Non importava di certo che quello di un'ora dopo costasse molto meno.
«Sono solo il tuo migliore amico?» azzardò Heiji, neanche lui molto convinto che quella fosse una domanda da porre a Shinichi.
«Non ti dirò che sei come un fratello, Heiji...tu...tu...»
«Io...?»
«Tu mi piaci.» vomitò Shinichi, quasi fosse un parto.
Heiji non gli rispose, semplicemente lo baciò.

Il bacio, dolce e passionale allo stesso tempo, durò qualche minuto, durante i quali Heiji e Shinichi portarono ognuno le braccia al collo dell'altro, abbracciandosi.
All'improvviso, mentre lo scrosciare delle onde del mare era l'unico rumore percettibile, oltre i loro respiri, la suoneria del cellulare di Shinichi squarciò il silenzio.
Si staccarono e Shinichi rispose.
Era Ai: Ran lo stava cercando e aveva intenzione di chiamarlo, quindi aveva chiamato lei che non si sarebbe stupita se avesse risposto Shinichi al posto di Conan. Alla fine, grazie al modulatore di voce, Shinichi parlò con Ran con la voce di Conan, spiegandole di essere con Heiji e non fornendo indicazioni sulla propria ubicazione. Prima che Ran avesse il tempo di chiedergliele, lui riattaccò, dopo averla salutata.
«Dov'eravamo rimasti?» domandò a Heiji.
«A questo.» rispose il detective del Kansai, ribaciandolo.
Quando si staccarono Hattori parlò: «Sai, Shinichi... io penso che i sogni si avverano: se non esistesse questa possibilità la natura non ci spingerebbe a sognare, non trovi anche tu?»
«A che proposito dici questo, Heiji-kun?»
«Mi è parso di capire che anche tu volessi stare con me.»
«Sì.» pronunciò Shinichi. E suggellarono quella promessa con un nuovo bacio.
   
 
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