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Autore: _Freiheit_    26/01/2020    4 recensioni
“Mia carissima Anna,
le notti sono sembrate eterne senza di te, le giornate infinite. I miei pensieri sono sempre stati rivolti a te, a te, e a te soltanto, mia dolce Anna. L’immagine del tuo viso mi ha guidato e illuminato durante tutto questo lungo periodo di separazione, che ora sta finalmente per terminare.
Come ti ho detto nella lettera precedente, arriverò a Charlotte Town tra un mese esatto e mi fermerò per l’intera estate. Spero che mi concederai l’onore e la gioia di passare con me questo prezioso tempo che avremo finalmente a disposizione.
Tuo Gilbert”
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Shirley Cuthbert, Gilbert Blythe
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Avverto che questa a una One-shot creata in meno di un'ora e scritta appena dopo aver visto la fine dell'ultimo episodio dell'ultima stagione (3). Do quindi per scontato fatti e avvenimenti che sono successi proprio in quell'episodio.
Detto questo, spero avvero che vi piaccia!





 

Cuore traditore


 

“Mia carissima Anna,

le notti sono sembrate eterne senza di te, le giornate infinite. I miei pensieri sono sempre stati rivolti a te, a te, e a te soltanto, mia dolce Anna. L’immagine del tuo viso mi ha guidato e illuminato durante tutto questo lungo periodo di separazione, che ora sta finalmente per terminare.

Come ti ho detto nella lettera precedente, arriverò a Charlotte Town tra un mese esatto e mi fermerò per l’intera estate. Spero che mi concederai l’onore e la gioia di passare con me questo prezioso tempo che avremo finalmente a disposizione.

Tuo Gilbert”



Anna rilesse ancora una volta quell’ultima lettera ricevuta quella mattina stessa con il postino delle 11, accanto a lei la sua fedelissima Diana non aveva mai smesso di ridere di gioia e di fare ipotesi di come sarà quando finalmente potranno riunirsi. Il suo cuore traditore non aveva smesso un solo istante di battere all’impazzata leggendo quelle dolci e amorose parole. Oh, come poteva davvero crederci? Com’era possibile che lei, nonostante le sue origini orfane, lei con quei capelli rossi così brutti e lei con quelle orribili lentiggini fosse riuscita davvero a trovare la felicità romantica che tanto aveva sognato e letto nei suoi amati libri. Eppure eccola lì, seduta nella sua stanza che condivideva con la sua amica del cuore da un anno ormai, a ridere felice e a bearsi di quelle meravigliose parole. Gilbert stava tornando da lei, stava tornando per lei.

“Tuo Gilbert”.

Ancora una volta le salirono le lacrime agli occhi, troppo felice per riuscire a contenerle.

«Mia cara Anna! Non piangere oltre! Pensa piuttosto a cosa indosserai e scegli i luoghi in cui andrete, ma non piangere oltre mia cara amica! Sii solo gioiosa» le disse Diana prendendola per le spalle e asciugandole una delle tante lacrime che le avevano solcato il viso.

Anna annuì sorridendo e si passò il fazzoletto sul volto, cercando di placare una buona volta quel cuore che non le dava tregua.

«Hai ragione Diana, non ho tempo per lasciarmi andare dalle emozioni, eppure non riesco nemmeno a placare il mio petto che si agita e mi agita con tanto ardore che mi toglie pure il fiato. Oh, Diana! Come sarà rivederlo dopo tutto questo tempo? Cosa ci diremo? Sarà sicuramente un incontro romantico e travolgente, come quelli dei principi e delle principesse! Eppure allo stesso tempo ne sono terrorizzata! E se, una volta rivistomi, si accorgesse di non provare più alcun affetto per me? E se questa lunga e logorante distanza avesse spento i suoi sentimenti?» parlò con animo la ragazza che, nell’anno trascorso negli studi al college, non aveva mutato di un millimetro il suo animo turbolento e passionale.

L’amica le sorrise dolcemente e l’abbracciò di slancio, accogliendola tra i suoi capelli corvini che ora le arrivavano fin sotto il seno.

«Anna, Gilbert non potrebbe mai scriverti lettere così romantiche per poi non provare davvero quei sentimenti che tanto ti rivela, non sarebbe affatto da lui! Ti ama e ne avrai piena conferma quando vi rivedrete».


Passarono i giorni, ma il cuore di Anna non si placò mai, anzi, più scorreva il tempo e più sembrava rafforzarsi, sempre martellante nel suo petto e sempre lì a toglierle il respiro anche quando avrebbe dovuto restare concentrata negli studi. Il viso di Gilbert continuava ad affiorarle tra i pensieri anche quando meno se lo aspetta, persino nei momenti meno opportuni. Secondo Diana si sarebbe fermato tutto una volta insieme e colmate le distanze, ma la sua fantasia continuava a proporle varianti molto diverse di come potevano andare le cose per quell’incontro. A volte immaginava di vederlo arrivare da lei in groppa a un nobile e candido destriero, con la luce del mattino di sfondo a illuminargli il cammino. Altre volte lo vedeva semplicemente camminare verso di lei, con quella sua solita aria furba e i suoi occhi profondi a guardarla. Però c’erano anche le fantasie dolorose dietro l’angolo, quelle spesso le facevano visita la notte, quando la sua mente era meno organizzata e il suo cuore meno forte. In quelle occasioni veniva brutalmente respinta e derisa per le sue false speranze, canzonata per le sue sciocche fantasie e cacciata dalla sua vista come una bestia. Ebbene, aveva scritto a Gilbert di quei sogni, gli aveva confessato le sue paure più grandi e dopo aveva atteso con ansia e trepidazione una sua risposta. E quando arrivò… :


“Mia carissima, dolce Anna,

come potrei mai anche solo pensare di trattarti come una bestia e quando, dimmi, ti ho mai fatto pensare che potrei deriderti? Non ti sei immaginata nulla, sono innamorato di te fin dal primo giorno in cui ci siamo visti, ho da subito pensato che fossi la creatura più angelica che avessi mai visto camminare sulla terra. Non ho mai pensato che i tuoi capelli fossero un difetto, al contrario, ho amato anche loro da subito, perché erano i tuoi, Anna.

Confesso che ho avuto anche io i miei timori, non riesco ancora a crede che sia tutto vero, dopo tutto il tempo che ho trascorso a sapere con certezza che tu non mi amassi… Ma ora lo so, come tu adesso sai. Vedrai che sarà tutto chiaro a entrambi una volta riuniti, manca sempre meno.

Tuo Gilbert.

P.s. Per favore, non piangere più, i tuoi occhi sono meravigliosi quando sorridi.”



E con quell’ultima lettera, il cuore di Anna – se mai avesse perso di volontà – riprese a battere più forte che mai, facendola arrossire fino a far scomparire tutte le lentiggini.

«Oh, com’è romantico!» sospirò Ruby passando poi la lettera alle altre ragazze che, ovviamente, avevano preteso di essere aggiornate costantemente sugli sviluppi della loro storia d’amore, sebbene ognuna di loro avesse almeno uno spasimante al quale rivolgere le attenzioni.

«Che emozione! Ormai mancano solo pochi giorni!» aggiunse un’altra ragazza.

Anna sentiva tutto ovattato, tanto forte era il sangue che le pulsava nelle orecchie.

Come chiesto da Gilbert non aveva più pianto, anche se delle lacrime di gioia avevano pericolosamente minacciato di uscirle dagli occhi, ma era riuscita a contenersi e infine a vincerle.

Pochi giorni…

Che suono dolce avevano quelle parole per lei e ora che Gilbert aveva rischiarato ogni possibile dubbio, non le rimase altro che coltivare ancora più di prima i sogni del suo cavaliere dall’armatura scintillante.

Non scrisse una risposta, temendo che non sarebbe mai arrivata in tempo, così impiegò le sue serate a comporre dolci poesie sull’amore e sulla tragedia della loro separazione, ma anche facendo così quegli ultimi giorni sembravano non passare mai. Perciò quando si svegliò la mattina del loro incontro la sua mente ci mise un po’ a elaborare che giorno fosse, dopo di ché fu tutto un gran trambusto. Svegliò Diana buttandola praticamente giù dal letto e parlò a voce così tanto forte che le ragazze accorsero di corsa in camera loro per sapere cosa stesse succedendo.

«Gilbert sta per arrivare! Cosa faccio? Cosa mi metto?!» urlò completamente in preda al panico.

«Vado a chiamare Cole, lui saprà cosa fare!» disse subito Diana e in men che non si dica schizzò fuori dalla stanza, portandosi con se anche un’altra delle ragazze per tenerle compagni. Le altre iniziarono subito ad aiutarla a mettere in ordine tutte le sue cose e a cercare cosa potesse andare bene per un incontro così agognato. Per fortuna Diana e Cole arrivano dopo poco, con lui che era ancora in vestaglia da notte e lei con i capelli in disordine per la corsa, perché se avessero tardato un minuto di più sarebbe scoppiata per le varie proposte che le stavano facendo le sue amiche, una meno adatta dell’altra.

«Ho portato con me qualcosa che ho sempre pensato avresti dovuto indossare per il tuo grande incontro» le disse cole avvicinandosi all’amica reggendo tra le braccia una scatola grande e candida.

In quel momento tutto si fermò e, con mani tremanti, Anna sfilò il coperchio e rivelò il bellissimo abito che vi si trovava all’interno.

«Cole… è perfetto».





Scese dal treno quasi inciampando tra i suoi stessi piedi, tanta era l’emozione che stava provando. Nella sua tasca interna del cappotto conservava l’ultima lettera che gli aveva inviato Anna, un magro rimedio alla distanza che avevano dovuto sopportare per tutti quei mesi, ma che ora stava per giungere al termine. L’aveva letta e riletta più volte, beandosi di quelle dolci e paurose parole che gli aveva dedicato e sorridendo amabilmente. La sua Anna. Ancora riusciva a stento a crederci. Dopo anni passati a credersi indifferenti l’un l’altra si erano uniti proprio appena prima di separarsi, che destino crudele era stato il loro. Ma quello che contava era che alla fine ce l’avevano fatta, alla fine erano riusciti a trovarsi e lui giurò che mai e poi mai avrebbe più corso il rischio di perderla. Le aveva scritto ogni volta che aveva potuto e si era beato di quelle dolci parole che lei gli aveva detto. Durante quella lunga separazione avevano avuto il tempo di chiarirsi e di spiegarsi a vicenda circa le varie incomprensioni che c’erano state e avevano così iniziato a coltivare il loro amore, una lettera alla volta.

Perciò, ora che era finalmente giunto il momento, si sentì quasi mancare dalla forte emozione che stava provando. Lasciò velocemente la stazione e si mise quasi a correre per recarsi al loro punto di incontro. Ripercorse per la prima volta le strade della città che aveva tanto frequentato l’anno prima e fu sopraffatto dai ricordi che quel luogo racchiudeva, alcuni più belli di altri: il suo lavoro di apprendista, il suo ultimo incontro con Anna… Tutte cose che non potevano fare a meno di fargli sorgere un sorriso sulle labbra e non voleva nemmeno trattenerlo, aveva il diritto di essere felice, se lo meritava ed era pronto ad esserlo appieno.

Svoltò l’angolo, se ricordava bene l’alloggio di Anna doveva trovarsi lì vicino, ma non ci arrivò mai: appena ebbe svoltato si trovò faccia a faccia con una meravigliosa creatura dai capelli rossi che stava anche lei camminando incontro a lui. La creatura indossava una bellissimo abito verde e azzurro, con maniche a sbuffo e merletti ad adornarlo, ma più di tutti era divino il suo viso, con quelle lentiggini così famigliari e quegli occhi azzurri e profondi non ci sarebbe stata competizione con qualsiasi altra cosa sulla terra davanti a così tanta bellezza.

I due si guardarono negli occhi per qualche istante, troppo sorpresi ed emozionati per riuscire a dare un qualsiasi comando ai loro corpi, troppo presi l’uno dall’altra per rendersi conto che erano finalmente insieme. D’un tratto qualcosa si accese nei loro sguardi e, insieme, si abbracciarono di slancio, lui prendendola di peso tra le sue braccia e lei lasciandosi trasportare da lui, ridendo di cuore. Quando la rimise giù la guardò solo un altro istante prima di calare sulle sue labbra per legarle alle sue. Oh, che dolce sapore che avevano e quanto gli erano mancate! Un solo bacio non poteva essere sufficiente a colmare il desiderio che aveva di loro, così gliene diede un altro e un altro ancora, incapace di trattenersi ora che lei era davvero lì tra le sue braccia, finalmente sua.

«Oh, Anna! Quanto mi sei mancata! Sei ancora più bella di quando ti ho lasciata» le disse accarezzandole il viso con la punta delle dita e avvicinandosi di nuovo per un lieve bacio sulla fronte. «Ti ho sognata così tanto che ora mi sembra quasi impossibile credere che sia tutto vero».

«Questo non è affatto vero, Gilbert Blythe. Non sono affatto più bella, non lo sono mai stata in effetti e posso essere certa di essere io quella incredula che tutto questo sia vero!» rispose lei scostandosi appena per poterlo guardare negli occhi.

Lui sorrise furbesco increspando le sopracciglia come solo lui sapeva fare e, di nuovo, le rubò un bacio a fior di labbra.

«Sono così lieto di poter di nuovo bisticciare con te».



A queste parole il cuore di Anna perse un altro colpo, l’ennesimo negli ultimi attimi che erano trascorsi e credette di essere sull’orlo di un mancamento, tanta era la gioia che stava provando in quel momento. Il suo Gilbert era davvero lì, abbracciato a lei e a un palmo dal suo naso. Erano così vicini che poté finalmente bearsi nel rimirare i suoi bellissimi occhi, così dolci ed espressivi che riuscivano a toglierle il fiato. Quardo lui le sfiorò il viso con un tocco appena percettibile il suo cuore la tradì ancora, facendola vistosamente arrossire e impedendole in qualsiasi modo di contenere alla vista ciò che stava provando in quel momento. Per Gilbert però, che sentì chiaramente il battito accelerato della ragazza sotto il suo tocco, quello fu l’ultimo segno di conferma, di certezza, che anche lei provava gli stessi sentimenti che provava lui e, ancora una volta, calò sul viso della ragazza che posò un dolce bacio sulle labbra di quella che, sperava vivamente, sarebbe diventata di lì a poco la sua promessa sposa.
















Come ho detto questa FF l'ho scritta di getto e completamente trasportata dalla bellezza della loro storia d'amore, vi chiedo quindi di farmi notare tranquillamente sviste, errori o imprecisioni dove ci fossero.
Un saluto a tutti! <3
   
 
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