Ciao!!!!!!!!!!!!!
Allora devo dirvi alcune cose... sono nuova del campo
fanfics dei Bayblade... ma avevo una mezza idea e quindi l’ho messa per
iscritto. Non so se sarò all’altezza, bo, chissà come andrà!!!!!!
Che dire di questa
storia: è una Hilary/..... lo scoprirete solo
leggendo. Adesso non vi annoi più e leggete.
PROLOGO
““Una ragazza era seduta in
una delle tante poltrone di una sala d’attesa.
Era bellissima: i lunghi capelli
castani le ricadevano oltre le spalle mentre i suoi occhi color cioccolato,
conosciuti per quell’allegria che solo essi sapevano donare, in quel frangente
esprimevano confusione. Indossava un semplice vestitino azzurro cielo, le cui
bratelline erano legate al collo, che arrivava sino alle ginocchia; semplice sì
ma su lei l’effetto era davvero strabiliante poiché riusciva, attraverso la sua
semplicità, ad esaltare le sue giuste curve, fasciando il suo corpo come ad una
seconda pelle.
Si mosse sulla poltrona. Era
passata più di mezzora da quando aveva preso posto lì, ed incominciava a
stancarsi di quell’atteggiamento riservatole. Portò con un gesto meccanico la
mano tra i capelli, attorcigliando noiosamente una ciocca tra le dita mentre
con gesto molto femminile portava la coscia destra su quella sinistra,
dondolando il piede.
Cosa ci faceva lì? Neanche lei lo
sapeva o forse no, dire che non lo sapeva era troppo... che scopo c’era
nell’essere lì se non per un obiettivo ben preciso! E
poi... se pensava a chi apparteneva quel luogo... beh... non prometteva nulla
di buono.
Ma cosa voleva ancora da lei?
Non le era bastata la missione che aveva fatto prima? Forse l’aveva chiamata
per ringraziarla... ma che stava pensando... figuriamoci
se lui osava chinare il suo maestoso capo per ringraziare una come lei... no,
lui non era il tipo da donarsi a certe formalità, e poi, non l’aveva
ringraziata allora, perchè doveva farlo ora?
La voce dell’odiosa segretaria
di quello studio la destò dai suoi pensieri, pigramente si alzò dalla poltrona,
raccolse la sua borsetta e si recò a passi lenti verso l’ufficio tanto odiato.
Arrivata davanti alla porta
fece un profondo respiro e si decise a bussare.
-Avanti...-
Entrò con passo deciso. Se c’era una cosa che aveva imparato da tutto ciò, era
proprio quello di non lasciarsi spaventare da lui se voleva il rispetto, sapeva
cosa andava contro se disubbidiva ma ciò non toglieva a lei il diritto di
ricevere il suo rispetto a missione conclusa, tale regola valeva anche per il
mondo esterno, mai avere paura del proprio avversario. Il luogo era cambiato
molto dall’ultima volta che l’aveva visto: 5 mesi prima. Era stato lì che
quell’uomo l’aveva ricattata...
L’uomo, che fino ad ora gli
aveva dato le spalle, si girò. Era un uomo abbastanza anziano, occhi castani,
apparentemente gentili, capelli neri con qualche sfumatura biancastra, una
fitta barba nera...
-Finalmente ci rivediamo!!!- un ghigno si fece largo tra le sue labbra curate.
-Non che possa
farmi piacere.- disse la ragazza mettendo in quel tono un po’ di rabbia.
-Ehm... vedo che sei felice di
vedermi, bene. Come stai? E’ da tanto
che non ci si vede!-
-Non essere così formale, sai
benissimo che non ti si addice per niente.-
L’uomo con passo lento si
avvicinò alla ragazza che continuava imperterrita ad osservarlo con espressione
seria e grave. Le prese la mano e, con gesto veloce, l’attirò a se prendendole
con l’altra mano il mento.
-No no no... non ci siamo
proprio, devi comportarti bene con me, se no lo sai che fine può fare questo
bel bocconcino!-
-Se non ti dispiace, adesso puoi
anche lasciarmi.- disse lei tranquilla, per nulla spaventata da quel gesto,
cosa che irritò l’uomo.
-Ok... ti lascerò, ma devi
essere più gentile nei miei confronti.-
L’uomo, spingendola, la lasciò
andare e, dopo aver fatto il giro della scrivania, si sedette sulla sua
poltrona di pelle nera.
-Allora, perchè mi hai fatto
chiamare?-
-Piccola Hilary, per lavoro
no?!- il tono dato da quell’uomo sapeva di ironico.
-Lavoro?!- Hilary alzò il fine
sopracciglio, incrociò le braccia al petto e sorridendo furbamente disse –Tu
questo lo chiami lavoro?-
-Certo! cosa è se no? E poi, ti ricordo che la paga è piuttosto alta.- certo il
ragionamento non guastava, quel “lavoro” fruttava tanto ma a quale prezzo? Il
prezzo da scontare era proprio quello di mettere fine alla vita di qualcuno per
ottenere la somma.
-Questa volta la tua missione
sarà molto più difficile.-
-Dimmi pure.-
-Tu dovrai svolgere un piccolo
incarico che è molto pericoloso.-
-Sai che paura.-
-Sapevo che avresti reagito
così... non c’è nulla che possa spaventare la “dama dagli occhi dell’ombra”.-
-Infatti.- quel nomignolo gli fu
affibbiato da lui per la sua determinazione nel compiere le missioni, una dama
dagli occhi di fata che non concede all’avversario il minimo sospetto di
falsità, nessuno sospetterebbe che dietro la dolcezza di quello sguardo si cela
il rosso del sangue delle sue vittime. Nessuna emozione verso la pietà di coloro che implorano il suo nome, l’obbiettivo rimane
uccidere chi intralcia i loro piani.
-Oggi, all’aeroporto,
atterrerà un jet privato occupato dagli elementi della
squadra dei Bladebreakers, una certa squadra di bayblade giapponese.-
-Ed io, cosa dovrei fare?-
-Sei ingenua mia piccola
signorina Tachibana. Devi conquistarti la loro fiducia e poi... alla fine...
devi... lo sai di che si occupa la nostra federazione
segreta...- e come se lo sapeva, che domanda stupida le aveva appena fatto.
-E chi dovrei...-
-Un tizio di nome Takao
Kinomiya.- l’uomo si abbasso di poco per prendere dal
suo cassetto un fascicolo che fu dato ad Hilary.
-Ho sentito nominare questo
certo Kinomiya. Lui è il campione mondiale del bayblade.-
-Già, vedo che non ti sfugge
nulla piccola Hilary!-
-Chi è che ti ha comandato
di...-
-Un certo Yuri Yvanov...-
-Perchè?-
-Ora vuoi sapere troppo, non
lo immagini?-
-No, non credo possa esserci
una motivazione valida da volere un ragazzo morto.- sorrise mentre continuava
ad esaminare il fascicolo sulla sua nuova vittima.
-Conosci Yvanov?-
-Yvanov... forse sarebbe
meglio dire chi non lo conosce! E’ il capitano dei Demoliton Boys, squadra
russa i cui membri sono: Ivan, Boris e Sergej.- sorrise contenta di averlo
lasciato ancora una volta sbalordito.
Quella ragazzina era un portento, conosceva di tutto e di più, non potè far
altro che compiacersene. Quella ragazza rappresentava il futuro della sua
organizzazione ed avrebbe fatto di tutto pur d’averla
per lui e all’interno, per sempre.
-E secondo te
perchè vuole la sua morte?-
-Vediamo...- mise un indice
della mano sul mento per poi esclamare -Per vincere il campionato che si
svolgerà qui in Italia...-
-Già..-
-Furbo il ragazzo!-
-Infatti!-
-La ricompensa?-
-Saranno 25,000,000 E se lo
ucciderai nel minor tempo possibile...-
-Bella la ricompensa... allora
ci si vede!- stava per dirigersi alla porta ma la voce
di quell’uomo la fermò.
-Non ancora Hilary, non è
tutto!-
-Come?- si girò di scatto, ma
che stava dicendo?
-C’è un ma.-
-Sarebbe?-
-Non appena Yvanov ha visto
chi sarebbe stata l’incantatrice di questo Kinomiya, in pratica tu, ha deciso
di rendere ancora più difficoltosa ed eccitante la tua
missione.-
-Cioè?- cominciava ad spazientirsi, ci mancava pure quel russo a complicarle la
vita, come se fosse facile uccidere qualcuno senza altri problemi intorno.
-Sarò chiaro, breve e conciso:
se non riuscirai ad ucciderlo sarai la sua sposa!- Hilary per poco non cadeva a
terra che aveva detto? Stava scherzando forse? Lo guardò dritto negli occhi.
-Ti prego dimmi che non hai accettato?-
-Si, resta pur sempre un mio
cliente.-
-No...-
-Io sono sicuro che ci
riuscirai ad ucciderlo... lo hai fatto altre volte, non puoi fallire proprio
ora...-. . Ma quello era tutto matto! Ora si che aveva un pretesto per uccidere questo Kinomiya.
-Suppongo che dirti se posso
tirarmi indietro non servirebbe a nulla vero?-
-Vedo che sei perspicace. Ti
affiancheranno altre 3 ragazze, loro avranno il compito di eliminare gli altri componenti, Rei Kon, Kai Hiwatary e Max Makusu. Considerati
fortunata, questa volta non sari da sola.- sorrise malignamente per poi
continuare -Le incontrerai in aeroporto, devi andare al gate numero 5, è lì che
li troverai.-
-Come faremo ad avvicinarli?-
-Ho pensato anche a questo,
sarete le loro collaboratrici nel campo del bey... ah dimenticavo, per la
durata della missione abiterete tutte da loro, sarà
più semplice spiare le loro mosse e attaccarli quando meno lo aspettano.””
Adesso era lì in taxi che
aspettava di arrivare all’aeroporto.
Chissà come sarebbe stata la
sua vittima? Gentile? Premurosa? Non lo sapeva, e francamente se ne
infischiava, meno rapporti s’istauravano con le sue vittime e meglio era, la
missione non rischiava di essere compromessa. Aveva accettato l’incarico in
silenzio e l’avrebbe portato al termine a costo della sua vita, non poteva
sposarsi con quel Yuri, diamine ma perchè dovevano
capitarle tutte a lei.
-Signorina...-
La voce del tassista la
risvegliò dai suoi pensieri. Erano già arrivati all’aeroporto e lei non se
n’era accorta.
Dopo aver ringraziato e pagato
il tassista entrò all’aeroporto.
-Ammazza che confusione...-
Disse.
C’era una confusione tremenda
e arrivava tutta dal gate 5. Diresse i suoi passi al
gate trascinando con se il trolley, fermandosi non appena potè notare tre
figure femminili tra la marmaglia di gente. Erano loro, le riconobbe dal
piccolo tatuaggio che le ragazze avevano sul polso destro, le ali nere di un
angelo. Lo stesso tatuaggio sfoggiato da lei. Per qualcuno era un semplice
tatuaggio ma per loro indicava il segno di appartenenza
a quella organizzazione dagli scopi lugubri e malefici.
Le osservò, La prima, era
seduta stancamente sulla propria valigetta, aveva lunghi capelli rosa tenuti
legati in una coda alta tramite ad uno spesso elastico rosso, gli occhi neri
erano particolari in quando in essi risiedevano delle
striature rosastre. Indossava un paio di pinocchietti bianchi, una fascia
azzurra che le fasciava il corpo e che lasciava scoperto l’ombellico, ai piedi
calzava un paio di stivali slacciati. La seconda era
appoggiata al muro, aveva lunghi capelli blu come la notte, lasciati
sciolti, gli occhi erano di un bellissimo colore verde, sulla fronte portava
una fascia rossa, indossava una gonna lunga nera con spacchi laterali che si
fermavano giusto all’altezza delle cosce, un top blu legato al collo, ai piedi
calzava un paio di sandali col tacco. La terza, guardava l’uscita passeggiando
avanti ed indietro, quel gesto le faceva dondolare i suoi capelli neri lunghi
sino alle spalle con eleganza, capelli mossi leggermente e che si piegavano in
boccoli nella parte finale, i suoi occhi erano castano scuri tenuti nascosti
dietro la forma squadrata di un paio di occhiali da
vista. Indossava una gonna corta a pieghe colore della pesca ed una maglia con
scollo a barca bianca che risaltava le sue forme delicate, ai piedi calzava un
paio di scarpe bianche con tacco a spillo.
Hilary sorrise, proprio un bel
quartetto irresistibile aveva scelto: belle e intriganti, dolci e dai modi
gentili. Nessuno avrebbe potuto resistere a loro, nessuno.
Hilary, si avvicinò a loro e
disse: -Ragazze, io sono la quarta.- le ragazze le sorrisero.
-Benvenuta, piacere io sono Mao.- disse la ragazza dai capelli rosa porgendole la
mano.
-Io sono la
bellissima Mariam!- Disse la ragazza dai lunghi capelli blu.
-Ed io sono Luce.- Disse l’ultima
ragazza dai capelli mossi e castani.
-Piacere io sono Hilary. Ho
sentito parlare di voi, sul taxi ho letto qualche cosa su voi tre, complimenti
ragazze, vantate di ottima fama all’interno
dell’organizzazione.-
-Già...- disse Mao. –Anche tu
non sei da meno comunque.-
-Eh già.-
-Ragazze i giornalisti scalpitano.-
disse Mariam.
-Andiamo.-
disse
Luce.
-Delle vittime piuttosto
famose...- si lasciò dire Hilary.
Stanno uscendo...- dissero
tutti i giornalisti mentre si preparavano ad intervistarli ed a fargli delle
foto..
-Andiamo...-
-A noi Bladebreakers.- Disse infine Hilary prima di avviarsi verso la sua vittima: Takao.
Come è andata? Lo so, non è ancora nulla però è
solo il primo chap e per giunta il prologo.
Fatemi
sapere cosa ne pensate...
baci