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Autore: Lucinda Slytherin    29/01/2020    1 recensioni
La vita del diavolo sta per essere stravolta dall'arrivo di un giovane sconosciuto che si presenterà improvvisamente alla sua porta e che si rivelerà essere più vicino a lui di quanto si possa pensare. Lucifer entrerà nuovamente in contrasto col padre, colpevole, secondo il re dell'inferno, di aver messo Simon sulla sua strada.. Ben presto, però, si renderà conto che è stato lui stesso a farlo. Il diavolo accetterà questa sua nuova e inaspettata identità? Riuscirà a proteggere colui che si scoprirà essere sangue del suo sangue? Sarà in grado di proteggere il principe dell'inferno?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Amenadiel, Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Mazikeen, Nuovo personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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"Caught in Hell"


《 Simon! 》
Urlò affannata una voce femminile. Linda era appena stata messa al corrente dello sparo che aveva coinvolto il nipote ed aveva rapidamente raggiunto il pronto soccorso dove era stato trasportato il ragazzo. La fila in sala d'attesa sembrava interminabile, come se gran parte della città si fosse accordata per incontrarsi tutta lì in quel momento.

《 Linda.. 》
Il volto di Chloe mostrava appieno lo sgomento ed il senso di colpa che provava in quel momento. Si sentiva colpevole di non averlo protetto, non aveva fatto il suo dovere. Si avvicinò all'amica in evidente stato confusionale.
《 Come mai sei qui? 》
Il medico corrugò la fronte perplessa. Che razza di domanda era? Avevano appena sparato a suo nipote. Cosa avrebbe dovuto fare? Rimanere impassibile e con le mani in mano?
《 Chloe.. 》 Mormorò la più adulta fra le due, strabuzzando gli occhi. 《 Hanno sparato a mio nipote in pieno petto. Dove dovrei essere? 》
La Detective arricciò lo sguardo. Lucifer non le aveva riferito questo "piccolo" dettaglio.
《 Simon è tuo nipote? Non me ne avevi mai fatto parola. A dire il vero, pensavo fossi anche figlia unica. 》
Come biasimarla? Linda non era molto propensa a parlare di sé e della sua famiglia, non aveva trovato ancora qualcuno con cui potesse sfogarsi del tutto. Sempre piena di lavoro, il susseguirsi di pazienti logorroici e colmi di problemi la incitavano sempre meno.
《 In realtà, non ti ho mai menzionato la mia famiglia perché innanzitutto non ho un buon rapporto coi miei genitori, non li vedo da molti anni e per di più, mia sorella minore, la madre di Simon è morta molto tempo fa un incendio. Un incendio in cui mi avevano sempre fatto credere avessi perso anche lui. 》
Si liberò, finalmente, e lo fece tutto d'un fiato. La riapparizione del ragazzo la destabilizzava ancora, soprattutto dopo quel breve ma intenso incontro avvenuto il giorno prima. Chloe sembrò più esterrefatta dell'altra, non poteva essere apparso così dal nulla.
《 Come fai ad essere certa sia lui? Insomma, se allora ti dissero che il bambino era morto nell'incendio, vorrà dire che era vero. Non si può nascondere un bambino. 》
《 Se devo essere proprio sincera, sono terrorizzata, Chloe. 》
Lo sguardo svirgolava tra la sua interlocutrice e le porte della sala operatoria. Non sapeva cosa fare: aprirsi del tutto ed approfittare del circostanza o rimandare tutto ad un altro momento?
《 Neppure io mi capacito di come un bambino di soli due anni possa essersi salvato e.. e anche se fosse, perché qualcuno debba aver inscenato la sua morte? Non capisco nemmeno come possa essere arrivato a Lucifer. Aveva solo una mia foto in mano, avrebbe dovuto recarsi direttamente da me. Cosa c'entra lui in tutta questa storia? 》
Si sentiva come se il nipote non fosse stato del tutto onesto con lei e con l'uomo che lo aveva aiutato. Cosa le stava nascondendo? Doveva scoprire di più.
La Detective, nel frattempo, continuava ad ascoltarla seppur la mente stesse vagando, neanche a saperlo, nella stessa direzione di quella dell'amica.
《 Allora perché lo hai accolto così? In casa tua? In fondo non lo vedevi da tanto e, nonostante fosse davvero tuo nipote, in realtà restava comunque un totale estraneo. 》
Anche lei si chiedeva cosa c'entrasse Lucifer e per quale strano motivo l'uomo si fosse affezionato così in fretta al ragazzo, quasi come se lo conoscesse da molto prima.
《 Sei sicura che Lucifer e Simon non si conoscessero già prima? 》
《Sicurissima. Mi sono fidata del suo istinto e l'ho accolto.》 affermò la dottoressa, tentando di giustificarsi. 《Lucifer me lo ha giurato e sai che lui non mente mai. 》
La più giovane fra le due scosse la testa, in fondo non aveva tutti i torti. Il re dell'inferno non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, men che meno ad una delle persone a cui teneva di più. Fu questo il motivo per cui la Detective giurò a se stessa che avrebbe scoperto di più.

Mentre le due donne discutevano ed attendevano il responso dei medici, Lucifer, Amenadiel ed Ella avevano raggiunto l'ala ospedaliera ove il giovane Martin veniva operato d'urgenza. Ad accompagnare i visi ormai conosciuti, si presentarono due ragazzi, all'apparenza coetanei di Simon, palesemente atterriti e un po' smarriti.
《 Vogliamo vedere Simon! 》Urlò una dei due ignoti. Aveva tutta l'aria di chi non aveva paura di niente e avrebbe incollato al muro chiunque si fosse messo d'ostacolo fra lei e il futuro agente.
《 Signorina, mi spiace ma in questo momento non è possibile. Il signor Martin è in sala operatoria, non posso dirle altro. 》 intervenì uno dei medici appena usciti dalla sala.
Seppur contrariata, la giovane dai lunghi e lisci capelli castano scuro dovette arrendersi ai consigli della persona che gli stava accanto: un altrettanto giovane moro dall'apparente indole più mansueta.
《 Voi conoscete Simon? 》 Le domandò spontaneamente Ella, vedendo i due davvero in ansia. Mentre Linda ed Amenadiel cercavano qualcuno a cui chiedere notizie di Simon.
La ragazza dalla pelle scura ed il fisico slanciato si avvicinò al medico forense. 《 È il mio migliore amico. Tu chi sei? 》 Dava l'impressione di non essere molto felice della sua domanda ed Ella se ne rese conto, quindi rispose con un breve. 《 Ella, l'ho conosciuto solo qualche ora fa. 》
Lucifer, sebbene non proferì parola, assistette a tutte la scena e nel frattempo con la coda dell'occhio cercava di carpire qualcosa dal labiale del medico con cui stava parlando il fratello.
《 Pensi sia grave? 》 s'aggiunse l'altro, momentaneamente, sconosciuto. 《 L'infermiera che ci ha chiamato non c'ha spiegato molto. 》 concluse, avanzando verso il diavolo.
《 Mi auguro di no, anche se dall'espressione dei dottori non mi aspetto niente di buono. 》 e, quasi come se stesse discutendo col nulla, il re degli inferi si congedò dal ragazzo e si unì al fratello ed alla dottoressa per ascoltare da vicino. Chloe lo raggiunse.
Il ragazzo si strinse nelle spalle, si sentiva come se nessuno volesse dargli retta. Conosceva Simon da sempre e non sapere cosa gli fosse successo lo logorava dentro, quindi si avvicinò all'unica persona che pareva dar loro ascolto.
《 Ella, giusto? 》 chiese quasi sicuro. 《 Io sono Michael e lei è Lauren, mia sorella. Simon per noi è come un fratello e vorremmo sapere come e chi lo ha ridotto in queste condizioni. 》 La voce di Michael doveva per forza portarsi una maledizione dietro perché venne interrotto, di nuovo, ma stavolta non da uno dei presenti in corridoio, ma da una voce proveniente dall'ingresso della sala operatoria.

Simon non si era svegliato. Simon era in coma.


[ . . . ]

Urla, grida di dolore, era questi gli unici suoni che il ragazzo riusciva a sentire. Si svegliò o almeno era quello che lui pensava. Intorno vi era soltanto buio, era senz'altro sicuro fosse un luogo dove non aveva mai messo piede. Le tenebre non parevano spaventarlo, era capace di vedere oltre la foschia che s'issava sempre di più e la cenere che, come fiocchi di neve, scendeva fitta, gli sporcò il capo color grano. Si respirava una brutta aria.
Mentre gradualmente proseguiva nel suo tragitto le voci che, inizialmente, risultavano lontane si fecero più chiare. Quegli strilli erano talmente strazianti che Simon si sentì il cuore rimpicciolire. Dove si trovava e chi era il mostro capace di infliggere così tanto dolore a quella gente?
Incespicò, atterrando sulle mani, poi si alzò e strofinò ambedue gli arti unti di chissà quale sostanza disgustosa. Non funzionò molto, ma "meglio di niente". Pensò.
《 Dove cazzo sono finito? 》 ribadì, per poi fermarsi obbligatoriamente dinanzi ad un ammasso di rocce che giungevano fino al tetto, dove si ergeva quello che doveva senz'altro essere un trono o qualcosa del genere. L'altezza nella quale era posizionato non lo rendeva molto visibile.
《 Simon. 》 Una voce sinistra, alquanto inquietante, lo chiamò alle sue spalle. 《 Finalmente ci conosciamo. Sei proprio come ti avevano descritto. 》 Dietro di lui sbucò una figura dalle fattezze femminili inquietante raccapricciante tanto quanto la sua voce. Lui, naturalmente, si volse di scatto e spalancò lo sguardo quando le si palesò di fronte.
Chi o meglio che cosa era quell'essere rivoltante davanti ai suoi occhi? 《 Io non la conosco. 》 Rispose. 《 Ma il timbro della sua voce rispecchia appieno le sue sembianze. E per.. 》 Indietreggiò di qualche passo. 《 ..per la cronaca, io non l'ho mai vista e non sono mai stato qui prima d'ora. 》
Un risolino sardonico spirò dalle fauci del mostro.《 Io sono Lilith, la regina madre di tutti i demoni, reggente della stella del mattino, re supremo delle tenebre. 》 si presentò con enfasi e si avvicinò ancora di più al giovane visibilmente intimorito. 《 Non ti sembra strano il fatto che tu capisca la mia lingua pur non essendo mai stato qui e pur non facendo parte della stirpe dei demoni? 》
《 Demoni? Ma cosa va farneticando? I demoni non esistono e non esiste nemmeno questo posto. È solo un incubo da cui presto mi sveglierò. 》 adesso era ancora più terrorizzato di prima. Demoni? Supremo re delle tenebre? Che incubo era mai questo?
La terra sotto i loro piedi cominciò a scuoterli in un ritmo che sembrava attenersi ad un ritornello preciso, i tonfi sordi ricordavano quelli di un uscio sbattuto dal vento. Un'incalcolabile orda di coloro i quali erano gli esseri di cui parlava Lilith si trascinava verso di loro. Simon non seppe più come procedere: da un lato vi era colei che si presentava come la regina dei demoni e dall'altro le sue creature. Deglutì. No, non era possibile fosse tutto quanto vero.
《 Sei pronto, è arrivato il tuo momento. 》 La regina dei demoni si spinse di nuovo più vicino al ragazzo e lo stesso poi fecero i demoni dietro di lui. Dromos, in particolare, a prima vista io più stupido della congrega, reggeva in mano un oggetto che Simon identificò soltanto dopo: un'intrecciata corona di spine.
《 Che cosa volete esattamente da me? Io non ho fatto nulla di male nella mia vita. Non credo di meritarmi tutto ciò. 》 Pian piano si stava rendendo conto che quello che lui credeva soltanto un'illusione, soltanto la mistificazione di una leggenda, era pura realtà e risiedeva sotto i suoi piedi da chissà quanto tempo.
《 Voglio parlare con il diavolo. 》 Pareva la sua unica speranza. Si era sbagliato, pensò, non c'era altra spiegazione. Parlarne col "capo", magari, avrebbe risolto la questione e lui avrebbero potuto far ritorno a casa. 《 Io devo assolutamente tornare a casa, dai miei amici, dalla mia famiglia. 》
《 Il diavolo.. 》 risa sconnesse raggiunsero le sue orecchie. 《 Lo hai già fatto, hai avuto l'opportunità di parlargli, ma i tuoi occhi erano così accecati dalla tua fede verso il tuo Dio da non vedere ciò che si trovava ad un passo dal tuo naso. 》 Il ragazzo, in un momento di smarrimento, venne ostacolato dai due dei demoni dietro di lui. Gli legarono le braccia dietro la schiena, mentre Dromos sollevò gli arti superiori per posizionargli la corona sulla testa. A nulla valsero le grida ed il divincolarsi di Simon.
《 Perché mi fate questo? Vi prego, basta! 》 Urlò di nuovo. 《 Basta! 》 urlò ancora una volta. Lilith non parve minimamente scomporsi al dolore del giovane, anzi, allungò la bocca in un sorriso soddisfatto quando vide gli occhi di lui diventare di un rossi scarlatto. 《 Lo sapevo. Sapevo fossi esattamente come tuo padre: un ribelle ostinato e testardo, forte e potente. 》
Simon aggrottò la fronte, inclinò di poco il capo in avanti, intensificando lo sguardo. 《 Voglio parlare con lui. 》 Il timbro della sua voce era stato modificato dal suo io interiore che, per la prima volta veniva fuori. Le vene sulla tempia pulsavano, stava tirando fuori tutta la forza in corpo. I demoni ne furono sbalorditi quando riuscì a liberarsi da quella costrizione. 《 Voglio. Parlare. Con. Lui. 》 quel suono carico di rabbia affannò le sue membra e la corona sopra la sua testa non era poi così fastidiosa come pensava. A passo svelto si mise faccia a faccia con Lilith. 《 Lui dov'è? 》
《 Chiamalo, Simon. Chiama Lucifer. 》 gli rispose, certa delle intenzioni del diavolo. Non sarebbe mai sceso all'inferno. 《Adesso sei tu il re. 》
《 Io sono Simon, solo quello. Non sono il tuo re, non sono il re di nessuno. Che questo posto marcisca ed evapori sotto le sue stesse fiamme! 》 Gridò il ragazzo con impetuosità.
《 Chiamalo! 》 Lo incitarono.
《 Secondo te, Simon, come avresti potuto sopravvivere se io non ti avessi salvato? Secondo te come avresti potuto arrivare a lui se io stessa non ti avessi spinto a farlo? 》 Continuò la regina dei demoni. Il giovane Martin, in quel preciso istante, si rese conto che, proprio come l'ultima volta, Mr Morningstar era rimasta la sua unica soluzione.
《LU-CI-FER!! 》 Gridò di nuovo, utilizzando quella poca voce che gli era restata.


[ . . . ]


..《 LU - CI - FER!! 》
Il diavolo sussultò dal letto e spalancò gli occhi, intriso di sudore.
Aveva davvero sentito qualcuno pronunciare il suo nome? O era solo un sogno? E poi, lui, lui quella voce l'aveva già sentita. Non gli era per niente nuova. Si sedette ai piedi del letto con lo sguardo fisso in un punto e ticchettò le dita sul groviglio di lenzuola bianche, poi tirò un grosso respiro.
《 Simon.. 》 ripetè più volte. Ne era certo. Ma perché chiamare proprio lui? E per giunta con quel tono di voce?
Lasciò il letto e si cambiò velocemente, rivestendosi. Afferrò le chiavi della sua Corvette nera e, dopo aver salutato fugacemente Maze, si allontanò in direzione dell'ospedale dove Simon era ricoverato da più di due settimane.

[ Qualche minuto dopo.. ]


《 Lucifer. 》
Amenadiel arcuò un sopracciglio, sorpreso di trovare il fratello lì, quando avrebbe dovuto essere al dipartimento di Polizia in compagnia della Detective. Cosa ci faceva là? E quello sguardo perso, poi fisso sul ragazzo?
Quando il moro non gli rispose, gli venne spontaneo lasciare la sedia su cui era seduto ed avvicinarsi a lui, ponendovisi di fronte.
《 Lucifer? 》
《 Amenadiel, qui c'è qualcosa che non quadra. 》
Pareva piuttosto concentrato nei propri pensieri.
《 Il mio sesto senso mi dice che non è tutto come deve essere. 》

[ . . . ]

《 LUCIFER! 》
Sentì ancora, poi portò le mani sulle spalle dell'omone dalla pelle scura e incastonò i propri occhi a quelli di lui. 《 Dimmi che lo senti anche tu, ti prego! 》 deglutì, la sua soglia di sopportazione stava raggiungendo il limite. Quella voce tormentata lo lacerava dentro. Amenadiel scrollò il capo, tutto ciò che fu in grado di sentire furono i rumori meccanici dei macchinari che tenevano in vita il ragazzo.
《 Non posso sentirlo solo io. Non sono pazzo. 》 Continuò a ripetersi, poi si scostò, deluso dal primo angelo di Dio.

《 Simon.. parlami. 》 mormorò il diavolo, posizionandosi al fianco del giovane che, inaspettatamente, allungò e intersecò la propria mano a quella dell'adulto.
《 Lucifer.. 》 pronunciò il biondo, stavolta con un tono decisamente più pacato, mentre, piano piano gli occhi cerulei si schiudevano ed incontravano la luce del sole. 


 
   
 
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