Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Evola Who    31/01/2020    1 recensioni
“E in che anno siamo?”
“Vediamo…” Iniziò ad annusare l’aria: “Siamo negli anni ’30. Più di preciso il 22 ottobre 1938.”
“1938?”
“Già! In pieno autunno. Te lo immagini, Denny? Oramai siamo alla fine di un grande decennio: nuove emozioni, la nascita e il successo del jazz e del blues, i primi film con audio, le grande invenzioni...”
“La segregazione razziale, il protezionismo, il voto alle donne concesso solo
dieci anni fa, la violenza, i poliziotti corrotti e l’inizio di un confitto mondiale”
-----
“Dottore…” iniziò a dire lei, intimorita e preoccupata: “Dove è andato a finire?”
“Rapito!” rispose lui con tono fermo. “Il TARDIS è stato rubato!”
Genere: Avventura, Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Capitolo 28
Escape



River e il Dottore furono rinchiusi dentro ad una cella, piccola grossomodo come una stanza da letto e illuminata soltanto da tre torce appese alle pareti. Le sbarre erano di metallo, anche se, in realtà, sembravano essere di un materiale ancora più antico e sconosciuto.

In un angolo, Indy sosteneva Denny tenendole un braccio intorno alla vita, come se non riuscisse a stare in piedi da sola.

Infatti, quando entrambi entrarono, la ragazza scivolò a terra, mettendosi seduta con la schiena appoggiatala muro.

River e il Dottore si precipitarono da lei e le si inginocchiarono accanto per vedere come stesse, mentre Indy osservò la scena in piedi; una delle guardie, invece, gli lanciò le loro borse, la frusta e il revolver dell'archeologo.

“Avevo anche un cappello!” pensò, con una certa stizza.

“Denny! Come stai?” chiese il Signore del Tempo, preoccupato per la sua compagna.

Non so… debole…”

La ragazza aveva un'espressione devastata: teneva lo sguardo basso con gli occhi fissi a terra, aveva il fiato corto, gli occhiali abbassati sul naso e i capelli completamente spettinati.

Indy avrebbe avuto molte domande da rivolgere a loro tre, soprattutto per sapere se avessero un piano per potersi tirare fuori da quella situazione. Ma anche lui, in quel momento, era parecchio preoccupato per lei, dopo aver sentito le sue urla strazianti e i suoi singhiozzi.

Da come erano cupi gli occhi del Dottore, poi, si capiva che lui era veramente terrorizzato per lei, quindi fargli domande in questo momento sarebbe stato del tutto inutile.

Tuttavia, avendola vista rialzarsi e tener testa a quel modo ad un essere ripugnante come Haska, l'archeologo non poteva che essere ammirato dalla sua determinazione e dal suo coraggio.

Così, si inginocchiò al suo fianco insieme a River e al Dottore, anche se sembrò che solo loro si accorsero della sua presenza.

“Tu, Indy? Stai bene?” chiese l’archeologa, voltandosi verso di lui.

“Sì, qualche bastonata a scossa. Ma ho subito cose ben peggiori” minimizzò lui, quasi con indifferenza.

“Sai qual è la cosa più strana? Anche noi” rispose il Dottore, tastando il polso dell'amica per rilevarne il battito.

Ormai, dopo tutto quello a cui aveva visto e assistito, Indy non fece più caso alle sue parole.

“Il battito del cuore è veloce, mentre il fiato è abbastanza corto” constatò il Dottore, preoccupato.

“Sto… sto morendo?” chiese Denny, a bassa voce.

“No, no, no!” la rassicurò il Dottore, mettendole le mani sulle guance in segno di conforto. “Sei solo un po’ debole. Tutte quelle scosse che hai ricevuto ti hanno un po' indebolito il corpo, ma non stai affatto morendo, è solo come se avessi un calo di pressione o un attacco di panico.”

Veramente… gli attacchi di panico… non mi fanno sentire… così debole…” rispose lei, con tono piatto.

“Non sforzarti, se fai fatica a parlare…” sussurrò River, prendendole la mano per darle un po' di calore.

Indy chiese a bassa voce se sarebbe riuscita a riprendersi. Il Dottore rispose di sì, ma sarebbe stato meglio se fossero riusciti a fare qualcosa per aiutarla a riprendersi un po' più in fretta.

Per fortuna, River tolse dalla tasca della propria giacca un piccolo astuccio nero, lo aprì e ne trasse una fiala colma di un liquido bluastro.

Jones, l’alieno e Denny rimasero confusi, chiedendo che cosa fosse quella fiala.

“Bevi, tutto in un sorso.”

“E che cosa sarebbe?” chiese ancora Indy, dubbioso da quel liquido.

“In breve? Un misto di vitamine, proteine e altri componenti... insomma, una bevanda energetica” rispose River.

“Bevanda energetica?” ripeté, perplesso.

“Come mai vai in giro con quelle fiale?” domandò l’alieno.

“Perché rende anche immuni a parecchi veleni. E, durante alcuni dei miei ultimi viaggi, ho imparato a non partire mai senza.”

La donna cercò di aiutare l’amica a bere, visto che le mani di lei tremavano così forte da non riuscire a stringere la fiala. Ma, quando la giovane ebbe bevuto tutto il liquido, fece una faccia schifata per il sapore estremamente amaro del mediciale e, per un momento, parve scordare tutti gli altri suoi patimenti.

“Lo so. Non ha un buon sapore... ma, credimi, nel giro di pochi minuti riuscirai a ritornare più forte che mai” le disse River, sorridendo in maniera incoraggiante.

Infatti, dopo soltanto pochi istanti, Denny iniziò a respirare in modo molto più regolare, rassicurando l’intera squadra.

“Okay,” disse a quel punto Indy, incrociando le braccia sul petto e assumendo un'aria piuttosto corrucciata.

“Devo ancora capire questa faccenda degli alieni, di essere dentro ad un'astronave e tutto il resto. Ma da quanto tempo sono qui? Ed è vero che hanno un ‘esercito’?”

River, allora, gli ripeté la storia del piano di Haska, di come la sua nave fosse precipitata sulla Terra facendo morire quasi tutto l’equipaggio e di come avesse creato il tempio, manipolando la mente e il fisico dei cittadini di Dupain.

“Cosa?!” sbottò Indy quando lei ebbe terminato di raccontare, ancora più confuso di prima.

“Allora avevamo ragione” disse Denny, rialzandosi con un po’ di fatica: “La scomparsa di quelle persone è davvero collegata al tempio.”

“Solo che tutti credevano che fosse lì da tanto tempo, insieme alla tribù che vi viveva accanto” aggiunse il Dottore.

"Invece, si tratta solamente di un effetto psichico e di una serie di documenti falsificati a buona posta per ingannare chiunque."

“Chiunque a parte me" precisò l'archeologo. "E adesso?” domandò poi. “Che facciamo? Se hai un piano, spero che non sia ‘improvvisato’!” e, con il dito, indicò l’alieno in segno ammonitore.

“Potremmo scappare” propose Denny, ormai ripresa del tutto, sistemandosi meglio gli occhiali con il dito medio.

“No, la serratura è troppo elaborata e complessa, persino per il cacciavite sonico” rispose il Signore del Tempo.

“E scappare adesso, comunque, vorrebbe più che altro dire suicidarsi” aggiunse River, con tono cupo.

“E, anche se volessimo, non potremmo scappare. Il Tardis si trova qui, nella parte più alta del tempio, ma è protetto da uno scudo invisibile e, finché non capiamo come disattivarlo, non potremo fare nulla!” rispose il Dottore, gesticolando nervosamente.

“Quindi? Non abbiamo un piano?” chiese Indy, guardandoli.

Nessuno rispose, ed Indy capì che era un silenzio che confermava quella sua domanda. Tutti, dunque, sospirarono, ormai rassegnati a dover rimanere dentro a quella cella.

Finché, ad un certo punto, Indy iniziò a ripensare a tutto quello che aveva visto e che era successo in quelle ultime e frenetiche ore e gli venne un'illuminazione.

 “La cabina di pilotaggio!” esclamò.

Gli altri tre lo guardarono e Denny capì.

“Giusto!" approvò, andandogli accanto. "La cabina di pilotaggio!”

I due spiegarono brevemente la loro scoperta della sala di pilotaggio e di tutto ciò che vi avevano veduto all'interno.

“Allora, se quella stanza controlla l’effetto psichico, dovrebbe controllare anche il muro invisibile attorno al Tardis!” disse il Dottore, con tono pieno di entusiasmo.

Denny si sentì più sollevata, dicendo: “Esatto! E se riuscissimo a distruggere i controlli, non solo libereremmo il Tardis, ma anche tutta la gente priogioniera ritornerebbe nomale e con la propria memoria!”

“E il tempio non esisterebbe più, cosi come le finte notizie create riguardo ad esso!” concluse il Dottore, ed entrambi sorrisero.

River li guardò con molta dolcezza, contenta che fossero tornati a stare bene ed a ragionare all'unisono come sempre, e Indy non poté far altro che sentirsi sollevato per avere un piano, che li avrebbe strappati da quell'apatia forzata. Quindi, domandò: “Allora, come potremo fare a distruggere la console?”

Il Dottore si guardò intorno e vide il manipolatore del vortice di River, che gli fece venire un'idea.

Si avvicinò a Denny e ad Indy, rimanendo davanti a loro, e disse: “Ragazzi, voi due andrete fuori da qui, mentre io e River resteremo dentro.”

Entrambi furono alquanto confusi da quelle parole, e risposero in coro: “Che cosa?!”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Evola Who