Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Saeko_san    31/01/2020    0 recensioni
[Crossover multiverso]
Due amici d'infanzia, provenienti da una terra lontana, si ritrovano nella necessità di cominciare un lungo viaggio per salvare il padre di lui e il villaggio in cui vivono. Il loro viaggio li catapulterà ogni volta in diverse dimensioni, in cui conosceranno Harry Potter e Nihal della Terra del Vento, viaggeranno su Xorax la Sesta Luna, combatteranno a fianco di Eragon e Lily Quench, voleranno assieme a Peter Pan, solo per scoprire nuovi mondi mai nemmeno immaginati.
Lo scopo? Trovare la cura alla Grande Malattia, che Pedro e Taishiro dovranno sconfiggere prima che possa distruggere tutto ciò che hanno conosciuto sino al momento della loro partenza. Avete dunque mai immaginato di viaggiare saltando da una pagina all'altra dei vostri romanzi preferiti? Di volare oltre i confini del mondo e di sconfiggere finalmente le vostre paure di bambini?
Forse siete nel posto (o racconto) giusto: Pedro e Taishiro saranno i compagni di viaggio perfetti per voi e le vostre avventure.
| written between 2005 and 2008 |
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Libri
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 33:
Fantàsia
 
Un intenso raggio di luce verde e azzurro inondò l’atmosfera, avvolgendo i due compagni, che si videro comparire davanti agli occhi delle immagini, che scorrevano come se fossero state messe su una pellicola (per quanto nessuno avesse la benché minima concezione di cosa significhi “pellicola”): un ragazzo che galoppava su di un bellissimo cavallo bianco, un enorme specie di serpentone bianco con un muso ferino, che volava nel cielo scuro della notte, poi nello spazio tanti meteoriti e improvvisamente un palazzo in mezzo alle stelle, una ragazza dal viso gentile e dal portamento regale con gli occhi celesti, e infine una specie di stemma composto di tanti serpenti intrecciati. I ragazzi rimasero abbagliati da quest’ultima immagine, che li inghiottì nella propria luce. Lo stemma scomparve seguito da un raggio di luce tenue.
Caddero insieme ai loro cavalli in un enorme prato verde e sconfinato; il sole era appena sorto e i suoi raggi bagnavano tutto di una luce soffice e dorata; davanti a loro c’era il palazzo sontuoso che avevano visto immerso nelle stelle in una delle immagini di poco prima, bianco, fulgido, altissimo.
Si incamminarono verso di esso. Fecero molta strada, camminando a passo sostenuto, tant’è che si fece ora di pranzo quando si fermarono per riposarsi un attimo, eppure il palazzo non sembrava essersi avvicinato di un millimetro. Si accomodarono sul prato, mentre i cavalli iniziavano a brucare, e mangiarono un po’ di pan di via preso nella Terra degli Elfi, che avevano portato insieme alle provviste nei loro fardelli. Dopodiché ripresero a camminare, ma anche a metà del pomeriggio non successe nulla; il palazzo non si avvicinava, la distanza da esso non si accorciava, ma il sole si spostava inesorabile.
Si fermarono di nuovo.
 
 -Secondo te perché non riusciamo a raggiungere il palazzo?- chiese Pedro all’amica, che si stava passando una mano tra i lunghi capelli, nel tentativo di districarli.
 -Non lo so. Sembra come una specie di illusione-.
 -Già. Ma un’illusione molto credibile-.
 -Perché?-.
 -Perché da stamattina a ora, l’ombra del palazzo si è allungata-.
 -È vero-.
 -Come risolviamo quest’enigma, adesso?-.
 -Non ne ho la benché minima idea-.
 
Taishiro spostò lo sguardo verso Whailida e sospirò.
                                                  
 -Ehi, Whailida, se tu potessi parlare ci diresti cosa fare magari, vero?-.
 -Ma certo- disse una voce roca.
 -Perché mi hai risposto, Pedro?-.
 -Io non ho detto niente- rispose lui, che nel frattempo si era messo ad osservare il cielo, come se attendesse qualche indizio da lì.
 -Non è vero-.
 -E invece sì- disse ancora lui, fissandola negli occhi.
 -Ti dico che non è così!-.
 -E allora chi ha parlato?-.
 
I ragazzi si guardarono un attimo negli occhi e poi si voltarono a guardare i cavalli. Whailida li fissò e poi mosse i suoi labbroni da cavallo dicendo:
 
 -Sì, sono stata io parlare. Che c’è, adesso non c’è più libertà di parola?-.
 -Tu parli?- dissero i due amici sbigottiti.
 
Gli occhi dell’animale erano sempre gli stessi, eppure le labbra si muovevano come se fossero state umane.
 
 -Certo che parla. Anche io parlo- disse Acum, sbuffando a mo’ di gesto impaziente.
 -Ma come fate?-.
 -Questa terra si chiama Fantàsia ed è grazie alla fantasìa che le cose succedono qui- disse la giumenta, battendo uno zoccolo a terra con vigore.
 -Taishiro, ma che per caso stavi immaginando che i nostri cavali potessero parlare?- chiese il ragazzo all’amica, come illuminandosi improvvisamente.
 -Sì, lo stavo pensando per poter trovare una soluzione al nostro problema-.
 
I due incominciarono a fare ogni tipo di domanda ai due animali, ma man mano che parlavano si faceva più tardi, il cielo diventava più scuro e si allontanavano dalla risoluzione del loro “problema”.
Il sole tramontò presto e il buio calò. I due ragazzi smisero di parlare con i cavalli e volsero i loro sguardi verso il palazzo: non avevano risolto nulla di nulla. E una piccola luce s’accese sulla finestra più alta di quella che, ormai erano sicuri, doveva essere una reggia.
Decisero di dormire.
Il mattino dopo, una volta consumato un pasto leggero e brucata un po’ d’erba, iniziarono tutti e quattro subito parlando del famoso problema.
 
 -Beh, c’è di sicuro una barriera tra noi e il palazzo- disse Pedro, battendosi il dito indice della mano destra sul mento.
 -Già, ma che tipo di barriera?- chiese Taishiro, stropicciandosi gli occhi.
 -Non lo so, ovviamente-.
 -Allora vediamo: noi parliamo perché voi lo avete immaginato- disse Acum –Quindi forse quella barriera sparirà se voi lo pensate-.
 
La creatura scosse la testa e la criniera lo seguì nel suo movimento.
 
 -Perché solo loro lo devono pensare, Acum?- disse Whailida, stizzita.
 
La sua voce aveva un che di isterico, oltre che di roco, per essere quella di un animale “femminile”.
 
–Ci siamo anche noi, quindi ci concentreremo tutti assieme!-.
 
Così fecero. I cavalli unirono le loro code ai ragazzi, che si erano presi per mano (non senza arrossire almeno un poco) e avevano nell’altra le briglie dei cavalli. Tennero chiusi gli occhi per tanto tempo e quando li riaprirono si ritrovarono davanti al castello e Pedro e Taishiro avevano un piede sul primo scalino del palazzo. La camminata che avevano fatto il giorno prima li aveva portati alla loro meta; probabilmente, se avessero continuato a camminare, si sarebbero ritrovati all’interno della struttura.
Il cielo non era limpido come il giorno prima, poiché c’erano dei nuvoloni carichi di pioggia ad oscurarlo. Gocce grandi come palloni iniziarono a cadere mentre salivano la scalinata e proprio mentre erano davanti alla porta scese il diluvio. Entrarono in fretta e furia, sorpresi di trovare il grande uscio accessibile, chiudendosi le ante dell’entrata alle spalle. I cavalli rimasero accanto al portone, mentre Pedro e Taishiro iniziarono ad avventurarsi per il palazzo. Le mura interne erano bianche come quelle esterne, ma meno luminose. Arrivarono davanti ad una scala che si diramava in altre scalette che portavano in altre stanze; si stupirono di come non ci fosse nessuno nel palazzo, di come nessuno fosse venuto ad accoglierli, di come nessuno si fosse reso conto della presenza di stranieri all’interno della reggia. Decisero di salire e di scegliere a caso. Entrarono in una stanza, vuota, posta a sinistra della prima scalinata che avevano scelto. Era coperta di tappeti di tutti i colori e piccole finestrelle senza vetri lasciavano intravedere la tempesta. Poi entrarono in un’altra stanza che aveva un enorme letto tondo, sul quale stava seduta una ragazza. Era la stessa della visione: con i capelli biondi e gli occhi azzurri, vestita di bianco e con un diadema di perle adagiato sul capo e che le ricadeva sulla fronte.
Era il primo essere vivente che incontravano in quel luogo bislacco.












Note di Saeko:
oggi sono incredibilmente in anticipo sulla mia tabella di marcia, per cui eccomi qui. La Fantàsia di cui si parla qui è quella de "La Storia Infinita" di Michael Ende, anche se le descrizioni sono molto fedeli più al film, che a quanto scritto nel libro; così come l'utilizzo dei nomi, di cui ho preferito utilizzare la versione cinematografica rispetto a quella letteraria; questo per una questione molto semplice, ovvero il fatto che il mio primo approccio alla storia di Ende è stato attraverso il film, piuttosto che attraverso il romanzo.
Spero che vi piaccia la mia versione.
Ho pubblicato il 28/01 altri dieci capitoli di questo racconto su Wattpad (il link: https://www.wattpad.com/832450775-historiae-il-viaggio-fantastico-capitolo-11-guerra) dal cap. 11 al 20; ringrazio Maximi29 per aver recensito i primi due capitoli.

Saeko's out!
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Saeko_san