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Autore: Eurus91    03/02/2020    1 recensioni
[MacGyver 2016]
Stropicciandosi un occhio, stanco, Mac entró a passi lenti nel soggiorno cogliendo di sorpresa l’uomo che, pigramente, stava facendo zapping difronte all’enorme TV del soggiorno di casa di Mac; nemmeno Die Hard era abbastanza da distrarlo. Il biondo alzó un sopracciglio confuso, mentre un sorriso divertito iniziava a farsi strada. “Mi hai spaventato.”
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Raiting: Verde
Fandom: MacGyver (TV 2016)
Personaggi: Angus MacGyver (Macgyver TV 2016), Jack Dalton (MacGyver TV 2016)
Tags: Hurt/Comfort, Slice of Life, Mac Whump, Worried Jack, Humor, One Shot
 
La storia partecipa alla #idontrememberdrivingherechallenge indetta sul gruppo hurt/comfort italia - fanfiction & fanart
https://www.facebook.com/groups/534054389951425/
 
Die Hard? I don’t think I’ve ever seen him! Do we watch it together?
 
 
Stropicciandosi un occhio, stanco, Mac entró a passi lenti nel soggiorno cogliendo di sorpresa l’uomo che, pigramente, stava facendo zapping difronte all’enorme TV del soggiorno di casa di Mac; nemmeno Die Hard era abbastanza da distrarlo. Il biondo alzó un sopracciglio confuso, mentre un sorriso divertito iniziava a farsi strada. “Mi hai spaventato.” Ammise Jack, mentre poggiava il telecomando sul tavolino e rivolgeva tutta la sua attenzione al ragazzo che indossava una vecchia maglietta color sabbia dell’esercito e un pantalone della tuta, entrambi troppo grandi per lui. “Così ti ho colto di sorpresa, Mr. agente altamente addestrato del Governo.” Disse mentre occupava un angolo del divano non troppo distante da Jack, per poi aggiungere quando vide il sorriso sul volto dell’uomo. “No, Jack. Non mi ricordo ancora nulla...la ragazza con i capelli scuri...” Jack si mosse a disagio sul posto, cercando di mascherare la delusione che inevitabilmente si era dipinta sul suo volto. “Riley” suggerì, “Ecco si, Riley...mi ha parlato di te, del tuo lavoro...del nostro lavoro.” Aggiunse incerto. Jack annuì, ingoiando il groppo in gola che sentiva e la stretta dolorosa intorno al cuore. Una bomba e il conseguente trauma cranico che ne è seguito, a quanto pare, avevano cancellato quasi dieci anni di vita di Mac rimandandolo dritto dritto ai tempi dell’MIT; Niente esercito, niente overwatch e tecnologia EOD, niente DXS o Fenice. Niente Mac e Jack, niente team dinamico. Nonostante Jack avesse tentato di nascondere la preoccupazione sul suo viso, Mac si affrettò a scusarsi. “Mi dispiace Jack, non volevo crearti false speranze.” I medici li avevano rassicurati, Mac avrebbe ricordato prima o poi; Ma questo non impediva a Jack di essere terrorizzato. “Riley mi ha detto che Bozer ora è una specie di agente segreto, chi lo avrebbe mai detto!” La risata di Mac alleggerì un po’ della tensione nella stanza. “Lo sei anche tu...” aggiunse Jack quasi per dispetto. Non era giusto che Mac si ricordasse di Bozer, delle loro avventure a Mission City, della sua casa a Los Angeles ma non si ricordava di lui. Era frustrante, soprattutto quando avevi passato le ultime due settimane al suo capezzale, pregando e sperando che si svegliasse, per poi scoprire che non ricordava nulla. Quel giorno Jack aveva mandato allegramente a benedire il suo addestramento ed era quasi scoppiato in lacrime.
“Si giusto.” Oltre all’amnesia, Mac tendeva a dimenticare le cose, era normale, le commozioni celebrali erano infime. “Lavoro per un’agenzia governativa che si chiama come un uccello mitologico, tu sei la mia guardia del corpo, Riley la nostra analista...” al termine analista Jack sussultò, almeno la nota positiva di tutta quella situazione era che Mac non si ricordava di Nikki, di essere quasi morto in Italia e di tutto ció che ne è conseguito, tradimento del loro ex capo incluso. “...e a quanto pare costruisco cose strane, utilizzando graffette e gomme da masticare!”
Mac aveva snocciolato tutto come se stesse ripetendo il passo di storia alla maestra, quindi Jack non potè fare a meno di complimentarsi con lui. Sembrava che Mac se lo aspettasse quasi. “Esatto Mac, tuttavia penso di aver leggermente minimizzato le tue capacità.” Mac sorrise, inclinando la testa leggermente di lato che significava tutto o niente. Era ancora Mac, forse un po’ diverso ma era lo stesso ragazzo che Jack aveva giurato di proteggere e la sua amnesia non avrebbe cambiato nulla. Nella stanza era caduto il silenzio, ma non quel genere di silenzio imbarazzante, ma quel tipo di silenzio che era di conforto e forse anche un po’ rigenerativo.
“Dopo la prima volta che mi sono svegliato...” Le mani di Mac ora si muovevano incerte, attorcigliandosi tra di loro, mai ferme. Jack sospirò e senza dire una parola tiró fuori una graffetta che porse al ragazzo. Mac l’accettò di buon grado “Quando ti sei reso conto che non ricordavo nulla e io sono tornato a dormire, hai iniziato a raccontare delle storie. Una parlava di una bara in fiamme e di qualcuno che veniva tirato fuori...”
Jack annuì, sentendo gli occhi che pungevano agli angoli. “Stavi parlando di noi? Sono stato io a farlo? Vero?” Jack annui nuovamente non fidandosi della sua voce. “Peró nella mia testa continua ad esserci un nome. Duke. Non capisco. Nessuno si chiama Duke, giusto?...” Jack, aveva omesso gran parte dei dettagli della missione nel suo racconto, e il suo vecchio ID CIA era tra questi, quindi Mac stava ricordando qualcosa. L’abbraccio da orso che seguì fu inevitabile e per dirla tutta lasció Mac ancora più confuso. “È una lunga storia Mac, te la racconterò domani, va bene?” Mac annuì, massaggiandosi gli occhi con il palmo della mano, segno che un mal di testa era in arrivo.
“Credo sia ora di prendere quelle pillole di Tylenol...” borbottó Jack con ritrovata felicità e Mac annuì mentre per la prima volta gli occhi caddero sulla tv che stava trasmettendo i titoli di coda di Die Hard.
“Die Hard? Non credo di averlo mai visto! Lo guardiamo insieme?”
Jack scoppió a ridere, mentre Mac aveva assunto un’aria tra l’offeso e il divertito. Dopotutto le amnesie potevano avere i suoi lati positivi, come quella di dimenticare di aver visto un film tante di quelle volte da citare tutti i dialoghi.
“E Die Hard sia!”
   
 
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