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Autore: Manu_00    08/02/2020    6 recensioni
Il mondo è un luogo molto grande, e in un luogo molto grande sono presenti tanti, tantissimi individui, alcuni comuni, alcuni singolari, e alcuni estremamente particolari.
E poi ci sono io, che non saprei dire con certezza in quale di queste categorie inserirmi.
Se me lo avessero chiesto all'inizio di questa storia, avrei risposto senza esitare di appartenere alla prima, ma il tempo ti cambia, e anche se adesso dubito di potermi definire una persona particolare, di certo, quel che è successo, la mia storia, di “particolare” ne ha da vendere, o almeno così mi piace pensare.
Forse la risposta è che sono una persona comune a cui sono successe cose particolari, ma lascerò a voi che leggete il compito di giudicare, io, d'altro canto, mi limiterò a raccontare.
[Storia presente anche su Wattpad: https://www.wattpad.com/590152446-jiid-story-of-a-thief-prologo]
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XLV


Giungemmo all'accampamento di Laszlo verso mezzogiorno, quando dopo ore di marcia a piedi fra i rossi alberi della foresta a nord di Vale, vedemmo emergere dal folto della foresta una trentina di tende disposte in cerchio e circondate da una palizzata costruita non più di qualche mese fa.
A differenza dell'ultimo accampamento in cui c'eravamo imbattuti, pensai accarezzando la lama di Mizerie, gli occupanti di questo non parevano intenzionati a spararci addosso.
Laszlo, a capo della nostra colonna, fu il primo ad avvicinarsi alle sentinelle di guardia all'ingresso, una di queste gli andò incontro e gli diede la mano, notai che invece di stringersi i palmi le loro mani si arrestarono sugli avambracci.
<< Stavamo progettando di venire a liberarti noi. >>
In risposta, Laszlo sorrise << Fatemi indovinare? Grimm? >>
Una seconda sentinella annuì con aria grave.
<< Quei bastardi non ci hanno dato tregua tutta la notte, ma non ne abbiamo fatto entrare nessuno, ce la siamo un po' vista brutta quando un goliath ha quasi travolto la palizzata, ma il capo ha saputo occuparsene... >>
Osservai le figure all'ingresso, indossavano tutte armature e divise vagamente simili a quelli dei soldati di Atlas e di Vale, ma l'armatura oltre a coprire il petto si estendeva anche alla vita e ai fianchi, pur lasciando degli spazi scoperti sotto le braccia per evitare di irrigidire troppo il movimento dei proprietari.
Erano color giallo beige, così come le protezioni agli avambracci e agli stinchi, sotto di esse si potevano intravedere dei giubbotti scuri, probabilmente antiproiettile.
I pantaloni e i fianchi del giubbotto erano pieni di tasche, e alle cinture portavano appesi vari caricatori di riserva, coltelli e anche granate.
L'equipaggiamento non includeva invece il casco, o forse lo indossavano solo prima di entrare in battaglia, avevo già capito di avere davanti dei mercenari.
Terminati i convenevoli, la guardia spostò lo sguardo su di me e sui tre ex scagnozzi di Drake.
<< E questi? >>
<< Nuove reclute, vengono tutti dall'accademia, li ho incontrati mentre ero al gabbio. >>
<< Ullallà! >> canticchiò la sentinella per poi passare in rassegna noi quattro, per essere un omaccione armato di fucile aveva la voce tipica di uno che è stato castrato prima della pubertà << Ma cosa abbiamo qui! Quattro cacciatori della grande accademia scesi fra noi mortali! >>
Mise la mano sui capelli di Jack ed iniziò ad arruffarli con molta più forza di quanto qualcuno avrebbe potuto sopportare, pessima scelta visto quanto accadde subito dopo.
<< Allora eroe? Non mi sembri questo granché. >> insistette la guardia bussandogli sulla testa, la cosa andò avanti finché gli occhi di Jack non iniziarono a cadere in preda ai tic nervosi.
Esaurita la pazienza, gli si avventò addosso e lo prese per il collo << Sfottimi ancora e ti riduco la faccia così male che pure tua madre farà finta di non conoscerti! >>
Subito le altre sentinelle, tre in totale, puntarono le bocche dei rispettivi fucili verso la testa di Jack, mentre la sentinella da lui afferrata era rimasta immobile a scrutarlo con una smorfia.
Mi guardai attorno, e potei notare che l'ingresso era protetto anche da due torrette di guardia costruite con la sola legna, dove altre due guardie stavano invece puntando i fucili su me, Kojo e Ivan, anzi, a dirla tutta sembrava che i fucili fossero puntati sul fauno gigante.
Effettivamente, grosso com'era e con il corno spezzato come una ferita di guerra, quel bestione aveva un'aria più minacciosa di noi tre messi assieme, ma solo perché non erano scesi a guardare Kojo da vicino.
Ma la realtà è che non avevano niente da temere dal nostro rinoceronte, da quando c'era stato quell'incidente contro i white fang e tutto quello che era successo prima non sembrava proprio in grado di sostenere un combattimento, e forse aveva, per una volta tanto, perso anche l'appetito.
<< Da bravo, mollalo o sarai tu quello che non potrà farsi vedere da sua madre! >>
<< Calma calma! >> intervenne Laszlo nel suo tipico atteggiamento da paciere, si mise in mezzo a Jack e le guardie.
<< Perdonate il nostro Jack, abbiamo avuto una brutta nottata. >> sollevò il fucile più vicino verso l'alto << E poi non dovremmo sfottere i cacciatori, abbiamo accolto parecchi rinnegati fra le nostre fila. >>
Concluso con le due guardie, puntò gli occhi su Jack, che non aveva ancora rilasciato il proprio ostaggio.
<< Però anche tu Jack, potresti trovare queste guardie un po' più ben disposte... se ti decidessi a lasciare il nostro caro Florent. >>
In risposta il nostro piromane grugnì e rilasciò il mercenario, Florent indietreggiò fin dietro le spalle di Laszlo, e si guardò bene dall'aggiungere del suo alla conversazione.
<< Io non li farei entrare con leggerezza, più che da una prigione sembrano usciti da una fogna, in particolare quello con la maschera. >>
Kojo non sembrò offendersi troppo mentre una donna dai lineamenti affilati faceva la sua comparsa all'ingresso del campo << Ma se li hai portati qui presumo avrai avuto un buon motivo. >>
Laszlo annuì e mi appoggiò una mano sulla spalla, quel gesto non mi piacque affatto, ma non volli indispettire ulteriormente quel gruppetto di uomini armati.
<< Gentile come sempre Alix... sì, ho una valida ragione, questo ragazzo è la persona che fa per noi. >>
La donna mi squadrò con i suoi occhietti giallastri, da come la fissavano le altre guardie capii subito che doveva avere una posizione di rilievo fra i mercenari.
<< A me sembra un morto di fame. >>
Annuii << Beh in effetti non mangio da ieri pomeriggio, poi avrei anche vomitato lungo il tragitto, ma po- >> << E ha anche una voce irritante. >>
Mi passai la mano sul collo chiedendomi se la mia voce fosse davvero così irritante, forse non bevevo da un bel po' e avevo la voce un po' roca, in ogni caso, capii presto che quella Alix era affabile quanto Deryck il lunedì mattina e gradevole come le lezioni del vecchio Port.
Provai una fitta al cuore pensando a come tutto quello che era stata la mia vita a Beacon fosse finito in maniera così tragica, e il fatto che l'ultimo contatto con i miei compagni era stato quando Brienne mi aveva visto fare quelle... cose, non mi aiutava di certo a sentirmi meglio.
<< Vero e vero, ma è proprio lui! >> messo in soggezione dall'aura opprimente di quella donna simile a una donnola selvatica, Laszlo mi spinse in avanti, dovetti fare attenzione a non cadere addosso a quella megera.
<< Avanti, mostra quello che sai fare. >>
Compresi che la mia posizione davanti a quelle persone dipendeva da quanto mi sarei potuto mostrare utile, quindi non esitai e diventai trasparente davanti alle sentinelle, qualche esclamazione si levò dal gruppetto, e notai parecchi passanti dietro l'ingresso, intenti a osservarmi.
Senza tradire stupore o sorpresa (ammesso che esistesse qualcosa in grado di stupire quell'essere), Alix si limitò a tendere una mano verso di me, non sembrò sorprendersi nemmeno quando il suo braccio mi passò attraverso né quando lo ritrasse senza problemi.
<< Abbiamo appurato che potresti essere utile, il che è già qualcosa. >> non aggiunse altro su di me, ma volse lo sguardo verso i miei compagni di sventura.
Malgrado non fossero le persone più sveglie di Remnant, capirono al volo cosa voleva l'ufficiale.
<< Io posso dare fuoco alle cose. >> << Anch'io, ma non me la tiro mica. >> mi sembrò di sentire i denti di Jack andare in frantumi a forza di digrignarli.
<< Io... >> << Tu mi sembri apposto così. >> Ivan tirò un sospiro di sollievo così ampio che i capelli di Alix si sollevarono come investiti da una brezza primaverile, anche se dalla sua espressione parve non gradire l'alito del fauno.
Tuttavia non si scompose e soffermò lo sguardo su Kojo.
<< Allora? Un grimm ti ha mangiato la lingua? >>
Mentre Jack sembrava godere del momento, Ivan si affrettò a soccorrere il compagno fauno.
<< Non parla lui... ma è forte! Sa arrampicarsi, tirare bastonate e... richiamare gli insetti. >>
Alix sbuffò << Ti assicuro che col giusto livello di igiene, cioè molto basso, tutti ne siamo in grado, ma può bastare così, seguitemi. >>
Girò i tacchi ed entrò nell'accampamento, poi si fermò per fulminare con lo sguardo l'uomo di nome Florent << Solo loro cinque. >> << Come? È ancora il nostro turno?! >>
La donna non rispose e varcò l'ingresso, Laszlo le andò dietro senza azzardarsi a superarla o anche solo affiancarla, il che mi dava qualche indizio sul suo posto nella gerarchia dell'accampamento.
Il tragitto fu breve, ma quando arrivammo alla tenda più grande Alix entrò senza dirci nulla, e il cenno che ci rivolse Laszlo quando gli domandammo spiegazioni con lo sguardo, ci fece capire che avremmo dovuto aspettare un po'.
Ne approfittai per esplorare il campo con lo sguardo, a caccia di quelle informazioni che avrei dovuto domandare a Laszlo se non fossi stato troppo preso dai miei drammi personali.
Sempre facendo un parallelismo con i soldati di Atlas, vidi presto che a differenza loro l'equipaggiamento non era così standardizzato come poteva sembrare a prima vista, sebbene la maggior parte dei presenti indossava le stesse divise e armature, le armi e spesso anche il vestiario erano parecchio personalizzati.
Ognuno portava con se una o più armi, le pistole erano comuni a tutti, ma le armi da fuoco più grandi erano incredibilmente varie fra mitragliatrici, fucili a pompa e altre cose su cui il sottoscritto non è mai stato parecchio informato, e assicurate alle cinture potevo trovare armi da taglio di ogni genere e forma, da chi si limitava ad un coltello seghettato dal manico in gomma, a chi oltre alle pistole e alle granate andava in giro anche con dei coltelli da lancio.
Parecchi inoltre portavano con se anche armi da taglio di grandi o medie dimensioni, i machete erano fra le più comuni, ma notai anche un fauno con la coda da scimmia andare in giro con un fucile a pompa e una katana assicurati alla schiena.
Pure i vestiti erano vari, sebbene divise e armature fossero standardizzate, non mancavano gli accessori di vario genere o equipaggiamento diverso da quello fornito dalla compagnia, probabilmente frutto di un bottino di guerra o comprato da qualche parte, c'è chi indossava degli elmetti militari, chi portava un'armatura mimetica e chi non indossava niente dell'equipaggiamento comune.
Tuttavia, vi era un dettaglio comune a tutti i presenti presente sul petto dell'armatura, e per chi non la utilizzava lo si poteva trovare cucito sulle vesti o dipinto su un casco, qualcuno lo aveva anche tatuato sul dorso della mano o sulla spalla.
Parlo del simbolo identificativo di quegli uomini, il marchio che provava la loro appartenenza a quella schiatta di soldati a pagamento: un rombo al cui interno era racchiusa la figura stilizzata di un rapace intenta a spiegare le ali, lo trovavo da ogni parte: vestiti, armi, sul tessuto delle tende, e anche marchiato sul legno delle casse che contenevano i rifornimenti e le munizioni.
Doveva essere il simbolo che avevano scelto per rappresentarli, o il loro marchio di fabbrica ad essere precisi.
Guardando in giro, non trovavo uomo o donna che non fosse armato fino ai denti, per non parlare delle panoplie sparse a giro, ma anche delle casse piene di munizioni e di esplosivo, e dei mortai posizionati agli angoli dell'accampamento, quelle piccole bocche d'artiglieria erano circondati da frammenti di polvere qua e là, intuii che dovevano averle adoperate la notte prima per tenere alla larga i grimm..
Eppure non avevo intravisto altri segnali dello scontro, evidentemente il grosso dei grimm era stato dirottato verso Vale, e a quanto avevo sentito poco prima il loro capo era stato in grado di abbattere un goliath da solo, il che mi dava un'idea su che specie di mostro dovesse essere.
Altra cosa che notai fu una grossa gabbia piena di lupi e cani di grossa taglia dalle dimensioni preoccupanti, ed a giudicare da come mi guardavano dovevano avermi preso per uno spuntino.
Istintivamente, mi rifugiai dietro Ivan, sperando che come per i grimm, anche i canidi potessero vedere in lui un boccone più appetibile rispetto a me.
Appena mi rifugiai dietro la sua schiena però, finii con l'urtare un mercenario di passaggio.
<< Guarda dove vai! >>
Una voce stridula non tardò ad imprecarmi contro, mi girai, pronto a proteggermi la faccia, ma non vidi nessuno.
<< Quaggiù, idiota! >>
Abbassai lo sguardo, e mi trovai davanti un ragazzino incappucciato, sulla cui felpa aveva ricamato il simbolo della compagnia mercenaria, dettaglio che mi fu sufficiente per non lasciarmi ingannare dall'età del mio interlocutore e allontanarmi il prima possibile.
<< Ehi. >>
Il moccioso non si mosse, e il mio cuore perse qualche battito mentre avanzava ad ampi passi verso di me, Ivan ovviamente fece finta di non guardarci.
Mi raggiunse in un attimo, doveva decisamente essere un ragazzino, oppure un nano dalla voce parecchio acuta.
<< Che hai, paura? Aspetta di vedermi! >>
Tirò su il cappuccio, ed il mio primo istinto fu quello di vomitargli in faccia, purtroppo avevo esaurito il vomito la sera prima, quindi dovetti limitarmi a spostare lo sguardo da quel viso ripugnante.
<< Guardarmi! >> si aggrappò al mio colletto e mi trascinò giù, mettendo la mia faccia davanti a quel campo devastato che era il suo viso.
Non sembrava essere godere di buona salute, i suoi capelli erano così chiari da sembrare bianchi, come quelli di un vecchio, ed era difficile distinguere il colore delle iridi da quei pozzi arrossati che erano i suoi bulbi oculari.
Ma questi dettagli passavano sicuramente in secondo piano di fronte al vero problema di quel ragazzino, di fronte al dettaglio che rendeva il ricoprire la sua faccia con uno spesso strato di vomito preferibile al lasciare al suo stato attuale.
Il viso, pallido come quello di chi non ha visto un solo giorno di sole in tutta la sua vita, era solcato da decine di lunghe e larghe cicatrici rosate, che sul viso relativamente minuscolo di quell'esseruncolo apparivano ancora più grandi e grottesce di quanto non fossero già.
Feci appello con tutte le mie forze per resistere all'impulso di allontanarlo con un calcio (di schiaffeggiarlo non se ne parlava), non davanti a una ventina di uomini armati con cui condivideva lo stemma della compagnia.
Optai quindi per usare la mia semblance, così sfuggii alla sua presa e mi allontanai di corsa.
<< Torna qui! >> il moccioso non me la diede vinta e mi corse dietro, ragion per cui mi tuffai oltre la schiena di Jack, la stessa su cui il ragazzino andò a sbattere.
<< Spostati! >>
Jack si girò per rispondere a quella voce stridula, ma appena ebbe davanti quella faccia devastata non poté esimersi dal tirare fuori tutta la sua simpatia.
<< OUM! Hai infilato la faccia in un tritacarne quando eri piccolo?! >>
In risposta ottenne un calcio sullo stinco che gli fece tirare fuori almeno una decina di bestemmie all'indirizzo del moccioso, saltò all'indietro mentre quella peste sembrava averlo scelto come nuovo bersaglio.
<< Ehi! Sono molto sensibile sulla mia faccia! >>
Nell'incedere contro Jack finì per pestare la coda di Kojo, questi reagì parecchio male e tentò di bastonarlo sul mento, ma quel mostriciattolo doveva essere abituato allo scansare i colpi: si buttò a terra e rotolò via dalla traiettoria del colpo, per poi rialzarsi e guardare nella maschera il suo aggressore.
<< La mia faccia è brutta, ma uno che la tiene nascosta deve essere messo peggio di me, fammi vedere! >>
Saltò verso il fauno con le mani protese verso la maschera, ma una bastonata dritta sullo sterno lo spinse all'indietro, il ragazzino atterrò sul terriccio, ma saltò in piedi senza che nessuno dei presenti intervenisse per aiutarlo, malgrado in parecchi si fossero fermati ad assistere a quella specie di scontro.
<< Come ti permetti?! Ah perché non mi sono portato le armi dietro?! >>
<< Cosa vuoi da noi, faccia d'aborto?! >>
Il moccioso rizzò le orecchie come un felino e puntò gli occhietti arrossati su Jack, quel giorno l'ex scagnozzo di Drake pareva intenzionato ad attaccare briga con tutto e tutti.
<< Faccia d'aborto mi mancava, ok, ti ucciderò per primo! >>
<< Per oggi non ucciderai nessuno, Cyr. >>
La voce di Alix richiamò l'attenzione dei presenti, e spense sul nascere quella che si preannunciava una bellissima rissa, a giudicare da come i mercenari avessero iniziato a riunirsi in cerchio attorno a noi, e potrei giurare di aver visto qualcuno di loro intento a raccogliere scommesse.
<< Il capo può ricevervi, entrate uno alla volta, Laszlo, tu dovrai rimanere finché non avrà finito con loro. >>
Il mio vecchio amico annuì con aria stanca.
<< Va bene, ehi! Qualcuno mi metta da parte del cibo! >>
<< In quanto a te, sarai il primo ad essere ricevuto, lascia le armi alla guardia o te le prenderemo noi. >>
Senza aggiungere Alix si fece da parte per lasciar entrare Laszlo, il mercenario scomparì dentro la tenda, ed io mi affrettai a seguirlo dopo aver consegnato Mizerie e i due coltelli.
I tre moschettieri sarebbero rimasti dietro la tenda ad attendere i propri turni, immaginai che questo capo volesse esaminarci uno ad uno, ovviamente in presenza di Laszlo.
Quando i lembi di tessuto che formavano l'ingesso si chiusero alle mie spalle, dovetti sforzare gli occhi per adeguarmi al buio, come se si volesse escludere la luce del sole da quel piccolo spazio, la tenda doveva avere tessuti talmente pesanti (o ricoperti di vernice) da non far entrare un singolo raggio dorato dall'esterno.
Come se il proprietario volesse rendere quella tenda parte di un regno tutto suo, o forse, pensandola in maniera più pratica, voleva semplicemente impedire a chi era all'esterno di sbirciare, e intimorire chi entrava per trattare.
Dopo qualche secondo riuscii a individuare l'unica fonte di luce all'interno della tenda, proveniva da una lampada posizionata su una scrivania, ma ad attirare la mia attenzione fu la persona seduta dietro quella scrivania.
Non riuscii a distinguere bene i suoi tratti, ma la tenue luce della lampada riusciva almeno a delineare il suo contorno, doveva essere alto quanto Deryck, se ne stava a braccia conserte ad aspettarmi, doveva indossare un'armatura, a giudicare dalla grandezza della sua sagoma.
Subito i suoi occhi ambrati, su cui si rifletteva debolmente la luce della lampada si fissarono su di me, per un momento fui fortemente tentato di riprendere la mia forma intangibile e scappare a gambe levate.
Certo genio, e dove pensi di andare per caso?
Tornare a Beacon? Ammesso che tu sappia trovare la strada? O che riuscirai ad arrivarci senza collassare?

Sospirai, mi ero cacciato proprio in una brutta situazione, ma proprio per questo dovevo impegnarmi a non indispettire il mio ospitante.
A non indispettirlo, ad esempio, standomene zitto a fissarlo come una specie di lebbroso.
Con un lento movimento delle gambe, guidato dal timore di inciampare contro qualcosa, raggiunsi la scrivania.
<< Iniziavo a chiedermi se fossi cosciente. >>
Deglutii, non sembrava un ottimo inizio.
Avvertii uno strascichio, il mio interlocutore aveva avvicinato la sedia alla scrivania, e presto vidi il busto di un giovane uomo emergere dall'oscurità.
Non persi tempo ad analizzare ogni dettaglio di quel viso, chiedendomi se non mi avessero mandato nella tenda sbagliata, e poi rimangiandomi subito l'affermazione.
L'uomo davanti a me era giovane, troppo giovane per dirigere dei mercenari direbbe qualcuno, ma di certo era più anziano di me, e sopratutto, quello che non aveva in età lo compensava con l'aura minacciosa che la sua figura era in grado di trasmettere all'interlocutore.
Come teorizzato, era avvolto da un'armatura non dissimile a quella dei suoi uomini la fuori, ma con vari simboli e accessori aggiunti sul petto, che dovevano indicarne il grado all'interno della compagnia.
Anche le mani erano avvolte da guanti protettivi, e non dubitai che alla cintura doveva tenere almeno una dozzina di fondine fra armi, coltelli, granate e munizioni.
Inizialmente rimasi confuso guardandolo in faccia, oltre ad essere giovane, presentava dei tratti peculiari, non parlo ovviamente degli occhi ambrati che mi fissavano come se fossero in grado di strapparmi la carne e andare a scrutare direttamente nella mia anima (o almeno davano l'intenzione di volerlo fare), ma dei capelli.
In un primo momento mi erano sembrati neri, ma visti da vicini e illuminati dalla luce della torcia, si rivelarono essere di un verde scuro come quello delle foglie, e mi chiesi se fosse il frutto di una tintura o se fossero veramente parte del suo aspetto, e sopratutto chi avrebbe mai preso sul serio uno con dei capelli simili.
Come dotato di poteri telepatici, il mio interlocutore non tardò a rispondermi, sentii un secondo strascichio, ma sta volta la sedia non venne mossa, bensì avvistai una sagoma scura dietro al mio anfitrione, poi questo sembrò per un attimo saettare da una parte all'altra, sparì dalla mia vita come per magia e ricomparì in una zona illuminata dalla lampada.
Fu allora che sussultai quando vidi che si trattava di una grossa coda da rettile, ma ad impressionarmi furono sopratutto le placche ossee e spinose che ne avvolgevano le estremità.
<< Sì, è più o meno la reazione di tutti. >>
Non mi era chiaro se fosse divertito o meno, e forse era meglio non saperlo.
<< Siediti adesso, dobbiamo parlare, tu invece puoi lasciarci. >>
Avvertii un movimento alla mia sinistra, e subito dopo il frusciare dei lembi della tenda.
Laszlo!
Ero stato talmente risucchiato da quell'ambiente scuro che mi ero dimenticato di lui, che pure era entrato prima di me.
Per fortuna non diedi a vedere questa mia sorpresa, un conto era avere timore, come chiunque d'altronde, di una coda spinosa in grado di trafiggerti lo sterno come burro, ma il passare per scemo andava evitato ad ogni costo.
Ne sarebbe andato della mia posizione in quella cerchia, che già non era delle migliori.
<< Non ti siedi? >>
Mi insultai a mente per quella figura da sempliciotto che stavo facendo, e mi affrettai a cercare la sedia nell'oscurità, e afferrata, la posizionai davanti alla scrivania.
Dallo scricchiolio che emise non appena mi appoggiai sopra mi chiesi se non era forse il caso di rimanere in piedi.
Intanto la figura di fronte a me ne approfittò per avvicinarsi ancora un po' di più alla scrivania e, forse stufa di combattere con il buio, fece pressione su un pulsante alla base della lampada, presto la luce si fece più forte, e potei distinguere con chiarezza ogni tratto del mercenario, dal colore dei capelli alla punta della coda.
<< Comodo? >>
<< Beh... >>
<< Facciamo finta di sì. >>
I suoi occhi approfittarono della ritrovata luce per squadrarmi da cima a fondo.
<< Però, hai proprio l'aspetto che mi aspetterei da uno più bravo a scassinare serrature che non a combattere guardie. >>
Evitai di chiedermi se fosse un complimento o un insulto.
<< Sai, ci hai fatto penare un po', di solito non invito tutte le persone a cui voglio offrire un contratto, specie se un altro cliente mi ha ordinato di cercarle per lui, ma credo che con te potrò fare un'eccezione. >>
Un altro cliente... Drake? Suo padre forse?
Il mercenario manteneva un sorriso ironico, anche qui non riuscivo a capire se l'intento fosse mettermi a mio agio o farmi sentire come una preda sul punto di essere sbranata.
Nel secondo caso però, posso dire che ci stava riuscendo.
<< Puoi confermarmi che è lui? >>
Una voce bassa e gracchiante rispose alla mia destra.
<< Sì, non dimentico mai le persone a cui propongo un affare, sorpreso di vederti vivo, giovanotto. >>
Scattante come un meccanismo a molla, il mio collo girò verso destra così velocemente da farmi male, ma evitai di mostrare ulteriormente la mia stupidità per concentrarmi sul nuovo arrivato (che in realtà ero io):
Seduto su uno sgabello che doveva avere almeno il doppio della sua età, un uomo sulla sessantina stava osservando il mio colloquio.
Di solito non mi prendevo la briga di memorizzare la faccia dei miei contraenti, ma come lo vidi sentii come se il mio corpo fosse stato attraversato da una scarica elettrica mentre un forte prurito iniziava a farsi sentire sui palmi delle mie mani.
Riconobbi subito il volto rugoso, il naso aquilino, la forma curva, la crapa stempiata e i baffi simili a una spazzola rovinata dell'uomo che parecchio tempo fa mi aveva proposto di compiere un furto ai danni della White Fang, e poco tempo dopo di rubare dal database della torre di comunicazione, in poche parole, l'uomo da cui era partito tutta la mia avventura.
Ovviamente il primo istinto fu quello di mettergli le mani addosso e strangolarlo, ma il fucile a canna corta appoggiato alla sedia e la fascia ingombra di coltelli che gli attraversava il corpo mi fece intuire che la sua presenza in un campo di mercenari non era certo dovuta alla simpatia.
Guardarlo mi fece l'effetto di un pugno sulla bocca dello stomaco, mentre la mia mente prese a correre all'indietro, riattraversando tutto quello che era successo da oggi a quel giorno maledetto in cui avevo accettato di compiere il colpo della mia vita.
<< Mi devi un bel po' di lien! >>
<< Non posso darti tutti i torti... >>
Il mercenario dietro la scrivania sospirò annoiato.
<< Bene, ora puoi lasciarci anche te, ho bisogno di conferire con il mio ospite da solo. >>
Senza rispondere, il vecchio fece un cenno di commiato e lasciò la tenda a passi lenti, ora eravamo veramente da soli? O dovevo aspettarmi di trovare la sua ragazza sotto la scrivania, il segretario dentro un armadio e qualche parente dietro l'entrata?
Beh, che ci fossero o non ci fossero, in ogni caso non apparve nessuno.
<< Immagino che avrai delle domande. >>
Annuii, maledicendomi per essermi messo a chiedere soldi nel momento peggiore per farlo, per fortuna lui non sembrò darci peso.
<< Vedi, quando il vecchio Bercen ti ha proposto quello che ti ha proposto, stava facendo non solo da intermediario, ma da intermediario di un intermediario, vedi, le informazioni della White Fang le avevo richieste io, a proposito, ci sono state parecchio utili, ma il furto ai database era invece una commissione da parte di un... cliente affezionato. >>
Però, nemmeno i convenevoli che mi stava già spiegando da cosa erano partite tutte le mie disgrazie.
<< Ora, siccome mandare un'intera squadra di mercenari ad assalire un edificio ben protetto ed in centro città poteva comportare... dei rischi non indifferenti, abbiamo preferito rivolgerci a quello che credevamo essere un esperto, ti sei fatto una bella reputazione sai? >>
Non capii se dovevo sentirmi orgoglioso per la mia breve carriera di ladro su commissione o indispettirmi per le sue parole, ma del resto non potevo dargli torto più di tanto: esperto non lo ero, e quel fiasco della mia ultima missione ne era una prova più che sufficiente.
<< Se non altro, male che fossero andate le cose nessuno avrebbe risalito a noi, al massimo al vecchio, che però aveva provveduto ad allontanarsi quanto prima, tuttavia il nostro cliente non ha preso molto bene questo fallimento, ed ha... deciso di chiudere con il nostro servizio, almeno per il momento. >>
Dall'occhiata che mi lanciò mentre le disse, temetti che fosse in procinto di spappolarmi la testa con quella coda enorme.
<< Ma dovresti ritenerti fortunato, non ci ha scaricati subito, prima ci ha dato del tempo per cercarti e portarti da lui, vivo, o almeno in grado di comunicare, ma quando ha saputo dov'eri ha deciso di darci il benservito e chiudere la collaborazione, il che significa che non ho intenzione di consegnarti a lui? Visto? Ora puoi smetterla con quella faccia da bambino atterrito? >>
No che non potevo smetterla con quella faccia da bambino atterrito, avevo appena scoperto che per tutto quel tempo oltre a Drake avevo anche dei mercenari intenti a pedinarmi.
E chissà quante volte mi avranno seguito di nascosto senza che io me ne accorgessi, almeno quelle volte in cui mi trovato fuori Beacon...
Respirai profondamente, l'importante è che non intendevano uccidermi, almeno al momento, e inoltre non sembrava sapessero di Drake.
Ma sopratutto...
<< Allora, se non intendi consegnarmi, cosa ci faccio qui? >>
<< Questo è il punto a cui volevo arrivare, come mai ti ho fatto cercare per mesi e condurre al mio cospetto se non ho intenzione di consegnarti al mio vecchio collaboratore? >>
Perché stai rispondendo alla mia domanda con un'altra domanda, simpaticone?
<< Vedi, semplicemente perché primo, non amo fare missioni per chi mi ha, detto in maniera gentile, liquidato a calci in culo, e secondo, perché sarebbe stupido sbarazzarsi di un debitore. >>
Inarcai un sopracciglio.
<< Debitore? Mi pare che quello a cui spettano dei soldi... >>
<< Tu dici? Credo che Bercen ti abbia detto quanto avresti guadagnato: due milioni di lien, dimmi, pensi che quei soldi fossero nostri? No, certo, il nostro lavoro comporta grandi guadagni, la nostra compagnia è al soldo dei più ricchi industriali e proprietari terrieri, ma due milioni quell'uomo non poteva certamente tirarli fuori dalla barba, non credi? >>
Scossi la testa.
Effettivamente quando mi erano stati proposti i due milioni di lien facevo fatica a crederci, ma ero così emozionato alla prospettiva di arricchirmi che avevo accettato senza esitare...
<< Bene, ora, dal momento che non possediamo due milioni di lien da regalarti sul momento, da dove pensi che avremmo preso quei soldi? >>
Feci due calcoli, e la risposta mi apparve così ovvia che mi diedi dell'ingenuo per non esserci arrivato prima.
<< Esatto, siccome stavamo facendo da intermediari, il grosso della ricompensa sarebbe andato a noi, e pensa, tu avresti anche ricevuto una parte, e forse pure un contratto con la Compagnia che ti avrebbe fruttato non pochi guadagni sul lungo termine, di uomini e donne in grado di imbracciare un fucile il mondo ne è pieno, abili ladri e spie sono già più rari, capisci? >>
La Compagnia, quindi era questo il nome di questa organizzazione, di certo la fantasia non era fra i loro punti di forza.
<< Ma come puoi immaginare non sono rimasto molto colpito dalla tua prestazione, considerando che mi sei costato più di quanto il peggior schiavista di questo pianeta sarebbe stato in grado di pagarmi in ben tre anni di stipendio, per non parlare di tutte le opportunità che si sarebbero aperte con il nostro collaboratore... tutto sfumato per colpa di un ladro maldestro, avessi avuto almeno il buon senso di non accettare e di farci trovare un ladro più abile nulla di tutto questo sarebbe accaduto! >>
Non avrei mai pensato fosse possibile, ma le sue critiche alla mia capacità di ladro mi stavano pungendo sul vivo come un ristoratore che riceveva la recensione più scadente della sua vita, e diamine, fino ad allora non avevo nemmeno ritenuto concepibile l'idea di essere orgoglioso del modo in cui mi guadagnavo da vivere.
Realizzai che in me doveva esserci qualcosa che non andava, o forse avevo solamente degli standard parecchio bassi.
Tuttavia, mi imposi di mantenere il controllo, non potevo mettermi di ribattere davanti a un assassino ricoperto di armatura e dotato di una coda dall'aspetto molto poco rassicurante.
Sopratutto se poi ero disarmato.
<< E allora... cosa ti aspetti da me? Io non ho soldi... >>
Il mercenario sospirò rumorosamente.
<< Di certo non mi aspettavo che li tirassi fuori dalla felpa. >>
Si stiracchiò sul sedile, lasciando ondeggiare lentamente la lunga coda chiodata.
<< Vedi, quello che voglio dire è che intendo darti la possibilità di ripagarmi, no, non ti darò uno stipendio, ma avrei... parecchie questioni in sospeso che richiederebbero l'assistenza di una persona come te, ok, magari di una persona un po' più abile visto come sono andate le cose, ma mi sembra gentile da parte mia no? Se mi dimostri che puoi essermi utile per questi miei progetti potrei far finta di non ricordarmi che devo consegnarti a una certa persona, così tu continuerai a vivere ed io recupererò il guadagno perso, non lo trovi conveniente? >>
Malgrado il tono più affabile di prima, i suoi occhi continuavano a studiarmi come un animaletto dissezionato, capii che mai come allora dovevo dare prova di essere qualcosa di più che un inutile ladro.
<< Ovviamente, prima dovrai dimostrarmi che puoi essermi di aiuto, le tue ultime prestazioni non depongono proprio a tuo favore. >>
<< Va bene, vuoi vedere quello che ho da offrire, è così? >>
Il mio interlocutore annuì soddisfatto.
<< In sostanza è così. >>
<< Come desideri. >>
Mi concentrai, e sebbene il mio corpo fosse sfinito per l'assenza di sonno e la fame, non ebbi problemi a diventare intangibile, la tenue luce della lampada mi passò attraverso come se non ci fosse nulla a bloccare la luce, proiettandosi fino allo schienale della sedia.
<< Questo è... >>
Tornai tangibile.
<< Fantastico no? >>
Misi su il sorriso più affabile che potevo fingere, stavo negoziando per la mia vita, dopotutto.
<< Posso diventare intangibile, il che oltre a rendermi trasparente, e quindi, molto difficile da vedere al buio, in mezzo alla nebbia e tutto il resto, mi permette di passare attraverso qualsiasi oggetto: porte, finestre, casseforti e qualsiasi cosa tu voglia, inoltre non lascio tracce, non faccio rumore, non emetto odori e nemmeno si può avvertire la mia aura. >>
Lessi la curiosità sul suo viso, e capii di averlo convinto, ovviamente non per questo evitai di rincarare la dose.
<< Ho passato un po' di tempo a Beacon, quindi anche senza semblance sono comunque migliorato con la furtività e tutto il resto, ma anche se così non fosse non sarebbe un problema no? Certo, ci sono molte persone più brave nello scassinare, nel creare diversivi, in tutto, ma quante possono portarti dentro un cavò protetto e farti uscire come se niente fosse? Quanti possono bypassare sensori e sistemi di sicurezza come se fossero vento? >>
Il mio interlocutore annuì con maggior convinzione, al che decisi di tornare intangibile e tendere la mano verso di lui per una dimostrazione pratica.
La mia mano gli arrivò sulla spalla e passò oltre, al che la ritrassi e tornai tangibile.
Poi, posseduto da un orgoglio che mai avrei creduto di possedere, iniziai a decantare a gran voce tutte le abilità che quella semblance mi aveva fornito.
<< Credo non ci sia persona più adatta di me per qualsiasi mestiere che riguardi l'infiltrarsi da qualche parte, il rubare qualche oggetto e il raggiungere qualsiasi posto chiuso o protetto da porte blindate, insomma, non troverai di meglio tanto facilmente! >>
<< Inoltre, a Beacon ho anche imparato a combattere, ero il peggiore della classe, ma di certo non morirò al primo sempliciotto armato che mi si parerà davanti, ho un'arma, la so usare e l'ho già sperimentata su qualcuno, allora? Altro?! >>
Per un attimo temetti che mi avrebbe riso in faccia per poi farmi trascinare fuori dai suoi uomini, e in effetti scoppiò a ridere, ma non chiamò nessuno per trascinarmi fuori.
<< Ok, se non altro sai venderti bene, accetto, ti darò questa possibilità, se sei davvero così magnifico come dici di essere allora sono certo di essere in buone mani, ovviamente Bercen ti starà col fiato sul collo tutto il tempo, sai, nel caso tu perdessi improvvisamente la fiducia in te stesso e decidessi di andartene senza avermi ancora ripagato, nulla di personale, giusto? >>
<< Immagino che non potevo chiedere di meglio, e sia capo, sono a tua completa disposizione! >>
Mi sforzai di sorridere e nascondere il nervosismo, forse tirarmela così tanto non era stata la migliore delle mie idee, ma cazzo, lo avevo convinto a darmi una possibilità, il che era già più di quanto sperassi.
Certo, pensandoci non è che ci fosse molto da festeggiare, avevo evitato la morte, ma presto sarei stato messo alla prova e non avevo modo di prevedere quale sarebbe stato l'esito.
Il mio pensiero andò a tutti i cacciatori che avevo conosciuto a Beacon, già mi ero rassegnato a non vederli per un bel po' di tempo, ma non avevo tenuto in conto che sarei potuto morire da un giorno all'altro e che forse non avrei più avuto nemmeno l'occasione di rivederli.
Malgrado questo, mi sforzai di mantenere quel sorriso arrogante che tanto aveva convinto il mio nuovo capo e, appena ricevuto congedo, uscii da quella tenda molto più velocemente di quanto non l'avrei fatto se la dentro ci fosse stato un grimm ad aspettarmi.
<< Allora, com'è andato il colloquio con Crox? >>
Crox eh? Vero nome o prudente copertura?
<< Che dire, poteva andare meglio... ma poteva anche andare peggio. >>
Laszlo annuì.
<< Perfetto, adesso pensiamo agli altri colloqui. >>
Fece un cenno ai tre, e Jack fu il primo a farsi avanti, Ivan rimase a guardarsi le punte dei piedi, mentre Kojo, a giudicare da come i mercenari lo guardavano, avrebbe fatto presto concorrenza al moccioso di nome Cyr per il titolo di “ragazzo più brutto dell'accampamento”.
<< Muoviamoci, prima finisco e prima posso mangiare. >>
Senza replicare Laszlo lasciò che quel mezzo piromane entrasse nella tenda dove alloggiava il suo capo, poi si apprestò a seguirlo.
<< Ed io che faccio? >>
Il mio vecchio amico si fermò all'ingresso.
<< Va' da Bercen, o Alix, sapranno indicarti dove distribuiscono il rancio. >>
Entrò nella tenda senza darmi ulteriori indicazioni, quindi presi e guardarmi attorno alla ricerca dei due ufficiali.
Trovai Alix intenta a parlare, o sarebbe più corretto dire cazziare, un drappello di soldati guidati dall'uomo di nome Florent, mi incamminai per raggiungerla, ma ecco che Bercen sbucò fuori dal mucchio di tende come un fungo fra le radici degli alberi.
<< Chissà perché vanno tutti da quella frigida di Alix, manco sperassero di ottenere qualcosa. >>
Alto almeno quanto me malgrado la camminata ingobbita suggerisse un qualche rattrappimento dovuto all'età, il vecchio si era fermato a pochi centimetri da me, sentivo la puzza di alcool entrarmi dritta nelle narici mentre i suoi piccoli occhietti acquosi mi scrutavano come quelli di un mastino.
Ora che era fuori indossava un ampio cappello scuro vecchio almeno quanto lui, che però riusciva a mascherare la sua imminente calvizia.
Notai con disgusto dei rimasugli di cibo fra i baffi disordinati e i denti coperti di carie.
Quella mummia non mi stava per niente simpatica.
<< Allora? Vuoi ammirarmi i baffi un altro po'? >>
Scossi la testa, evitai di parlare per paura di inalare il suo alito fetido.
<< Sono sorpreso che il capo ti abbia preso, non è mai stato facile da convincere. >>
L'assenza del termine capo e quanto avevo assistito nella tenda mi fece intuire, malgrado la maggior parte dei miei pensieri fossero incentrati sul non respirare con il naso in qualsiasi modo, che quell'uomo doveva conoscere il comandante di questi professionisti da parecchio tempo, che mi trovassi di fronte al suo mentore?
Guardandolo meglio, notai che il fucile aveva il manico modificato in modo che assomigliasse ad una testa di scure, e che di fucili ne aveva ben due.
Immaginai fosse uno dei cacciatori rinnegati accennati da Laszlo.
<< E mi sorprende che tu abbia accettato la missione, non devi tenere molto alla tua pelle, comunque, questa è per te. >>
Mise la mano in tasca e tirò fuori un distintivo in pezza, il rapace all'interno del rombo.
<< Cucitelo da qualche parte o fattelo cucire da qualcuno, ed eviterai di essere sparato a vista. >> si passò l'indice fra i baffetti sporchi << Almeno dalle sentinelle sobrie. >>
Mi infilai il distintivo in tasca annuendo, poi riascoltando a mente la sua frase mi resi conto che avevo accettato l'incarico ma che non mi era stato detto nulla a riguardo, ero così ansioso di lasciare quella tenda che non mi ero degnato di chiederlo, ma in effetti sarebbe stato il caso di saperlo, visto il suo commento a riguardo.
<< Veramente non me ne ha ancora parlato... che incarico sarebbe? >>
Bercen mi fissò per un attimo, sgranando gli occhi come se gli avessi detto di aver appena fatto l'amore con un sabyr.
Poi scoppiò a ridere, mandando in frantumi i miei tentativi di tenere il suo alito fetido lontano dalle mie narici.
<< Come? Non lo sai ancora? Mi sembrava strano che avessi accettato, ah! >>
Continuò a ridere, piegandosi in avanti come se il petto stesse per esplodergli.
<< Davvero non lo sai? >> chiese, mentre l'attacco di riso giungeva al termine e il vecchio cacciatore riottenesse la postazione di prima.
<< Stiamo andando... beh, ad assalire una base della white fang in mezzo ad una palude, impresa molto difficile visto che si trova su una collina fortificata, ma si da il caso che esista un passaggio segreto, un passaggio segreto che tu conosci bene. >>
Inizialmente non capii cosa stesse blaterando quel mezzo cadavere, poi però la mia mente tornò indietro di parecchio, parecchio tempo, e ricordai che prima ancora del mio ultimo incarico, ce ne era stato un altro, uno che consisteva nell'infiltrarsi in una base della white fang, rubare informazioni e fuggire...
Realizzai che stavo per tornare laddove tutto era iniziato, lo stomaco si chiuse mentre il sorriso di Bercen si faceva, se possibile, più ampio e orrido.
Dei, avrei di gran lunga preferito il sorriso di Brienne...
   
 
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