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Autore: AlbAM    09/02/2020    7 recensioni
Non c'è pace per la nostra squadra! Avevano appena risolto il caso della "bestia" ed ecco che un killer misterioso inizia a colpire gli informatori di Dan!
E Lucifer che farà ora che ha scoperto la verità su Dromos e come affronterà questa inaspettata paternità?
Riuscirà nel difficile compito di dimostrarsi allo stesso tempo un buon compagno per Chloe e un buon padre per il diavoletto fastidioso?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12

Rispondi al tuo nome, figlio!



Dromos raccolse la sua spada mentre si avviava verso l'uscita della sala, prima di volar via fece un cenno a Dan per indicargli di bloccare l'entrata, il detective raccolse la spada di Maze e la incastrò tra le maniglie delle porta, Dromos si concentrò e la spada si piegò intorno alle maniglie bloccandola del tutto. Dan osservò sconcertato Dromos che gli sorrise facendogli il segno del pollice in su e strizzandogli l'occhio.

"Attento, amico!" gli disse Dan sorridendo a sua volta dietro lo spesso cristallo della porta, Dromos lesse le parole sulle labbra dell'amico "Tranquillo, non voglio mica avere il mio quarto d'ora di gloria angelica e poi farmi ammazzare come un idiota!"

La risposta di Dromos risuonò distintamente nella testa di Dan.

"Gran figlio di… ma allora puoi farlo con chi ti pare!" pensò il poliziotto sorpreso mentre guardava l'amico dirigersi verso la battaglia.


#


Lucifer vide Dromos uscire dalla sala del Pendolo di Foucault e per un attimo credette di avere un'allucinazione, il figlio non aveva più l'aspetto di un demone e le sue ali erano coperte di bianche piume dai bagliori dorati.

Anche Michele era rimasto paralizzato dallo stupore.

"Ma che significa?" domandò a Lucifer.

"Immagino significhi che mio figlio non è né un mostro né una creatura immonda, idiota!" rispose il diavolo sferrandogli un pugno in faccia e facendolo finire tra le braccia di Sariel che era rimasto immobile ad osservare Dromos con un'espressione ebete in viso.

Lucifer raggiunse Amenadiel al quale si era già avvicinato il figlio.

"Hey, zio… Ti prego rispondi!" domandò Dromos posando una mano su una spalla dello zio e scuotendolo leggermente.

Ma Amenadiel non diede segno di aver sentito, né accennò alcuna reazione, intorno a lui si stava allargando una pozza di sangue che fuoriusciva lentamente dalla ferita alla schiena.

"Come sta?" chiese Lucifer preoccupatissimo.

"Male, non mi risponde e perde molto sangue!"

"Dobbiamo portarlo via di qua… Attento!"

Sariel si era precipitato contro Dromos con la spada sguainata, il figlio di Lucifer allertato dal padre parò il fendente di Sariel senza molto sforzo "Non è più così facile battermi ora, eh?" rise Dromos attaccandolo con un fendente dopo l'altro fino a quando riuscì a penetrare le sue difese e puntargli la spada contro il cuore "Butta la tua arma Sariel e arrenditi!"

"Altrimenti?" rispose orgogliosamente Sariel.

Dromos gli mollò un calcio facendolo piegare in due dal dolore "Altrimenti peggio per le tue palle angeliche!" rispose colpendolo in testa con l'elsa della spada e facendogli perdere i sensi.

Dromos si voltò, la battaglia si era fermata e gli angeli erano tutti intorno ad Amenadiel che non dava più segni di vita.

"Oh, no… no! " pensò avvicinandosi a Lucifer che aveva preso tra le braccia il fratello e cercava di tamponare la ferita alla schiena con la giacca del suo completo Armani.


#


Linda era in macchina seduta al volante che cercava inutilmente di capire cosa stesse succedendo sulla terrazza dell'Osservatorio. La visuale era troppo limitata e Linda era riuscita solo ad intuire che doveva essere iniziato uno scontro tra le due fazioni.

Improvvisamente Charlie sgranò gli occhi e aprì la bocca perdendo il ciuccio che rotolò sul tappetino della macchina ricoprendosi di polvere e bricioline.

"Che succede piccolo?" domandò Linda recuperando il ciuccio di riserva e porgendolo a Charlie.

Ma il bambino rifiutò il ciuccio infastidito, poi cominciò a contorcersi sul seggiolino come se volesse liberarsi dalla cintura di sicurezza.

"Charlie, ti prego non è il momento di fare capricci!" Linda cercò di calmare il bambino riprovando a mettergli il ciuccio, ma il piccolo lo sputò via e urlò "Papaaaaaa… maleeee!"

"Tesoro che cosa ti fa male?" chiese Linda allarmatissima, era la prima volta che Charlie pronunciava parole di senso compiuto ed erano parole di dolore.

Liberò il piccolo dalla cintura di sicurezza per controllare cosa gli stesse provocando quella reazione.

Ma Charlie non voleva saperne di stare in braccio e continuava a piangere e dimenarsi per sgusciare dalle braccia di Linda.

"Ma cosa ti succede, amore mio che cosa ti fa male?"

Il bambino indicò la terrazza e urlò ancora "Papà, male!"

Linda finalmente capì "Santo cielo, Amenadiel!" prese il bambino in braccio e scese dalla macchina, Charlie riprese a contorcersi chiamando il padre disperato.

"Charlie, ti prego calmati, stiamo andando da papà" cercò di tranquillizzarlo Linda, stringendolo a sé e avviandosi di corsa verso l'entrata dell'osservatorio.

Il bambino sembrò calmarsi, ma durò poco perché improvvisamente strinse i piccoli pugni e cominciò a tremare e diventare rosso in viso come se stesse facendo un terribile sforzo.

"Charlie che cosa ti prende, adesso?" domandò Linda angosciata, poi si rese conto che qualcosa stava crescendo sulla schiena del bambino "Mioddio" urlò prima terrorizzata e poi sconcertata nel rendersi conto che due piccole ali grigie si erano fatte strada attraverso il tessuto della magliettina.

Charlie sorrise felice poi cominciò a sbattere le sue alette finché non riuscì a liberarsi dalla presa di Linda che cercava inutilmente di tenerlo stretto, il bambino emise un gridolino di gioia e poi volò verso la terrazza ripetendo "Papapapapa".

"Charlieeee" urlò Linda disperata mentre saliva a perdifiato i gradini della scala di sicurezza dell'Osservatorio.


#


"Sei contento ora?" urlò furioso Lucifer rivolgendosi a Michele "Grazie alle tua stupidità Amenadiel sta morendo per mano di nostro fratello Rafael che ne proverà il rimorso per tutta l'eternità!"

Rafael, inginocchiato accanto ad Amenadiel piangeva silenziosamente, non era sua intenzione ferirlo così gravemente ma la rabbia provata poco prima a causa del battibecco con Aniel si era riversata sul fratello maggiore.

Avrebbe dato la sua vita per tornare indietro e cancellare quello che aveva fatto, ma sapeva che non era possibile e che Lucifer aveva ragione, se suo fratello fosse morto il rimorso lo avrebbe perseguitato per il resto della sua esistenza eterna.

Michele in piede accanto a Camael osservava la scena con finto distacco, in realtà dentro di sé era preoccupato per le condizioni di Amenadiel per il quale aveva sempre provato grande affetto e ammirazione.

In quel momento il piccolo Charlie si affacciò sul parapetto della terrazza chiamando “Papapapapapa” e scatenando lo stupore generale.

“Hey piccoletto, da quando hai le ali?” domandò Dromos andandogli incontro e cercando di prenderlo tra le braccia, ma il bimbo fu più veloce ed evitando di farsi acchiappare si lanciò verso il padre.

Michele, infuriato nel vedere quello che considerava un abominio al pari di Dromos, lo intercettò colpendolo con una manata come se fosse una mosca fastidiosa facendolo rotolare sul pavimento.

Il piccolo una volta smesso di rotolare si mise a sedere con aria spaventata e poi cominciò a piangere disperato.

Lucifer di fronte all'ennesimo atto di cattiveria gratuita di Michele uscì completamente di senno per la rabbia “Ora basta, sono stanco delle tue bravate imbecille!” urlò aggredendolo con la spada sguainata dopo aver lasciato Amenadiel tra le braccia di Camael.

Michele non riuscì a resistere all'attacco furioso di Lucifer e ben presto perse la spada.

Lucifer puntò la sua lama contro la gola del fratello che malgrado la paura sostenne il suo sguardo inferocito “Fallo Lucifer, metti fine a questa storia dimostrando chi sei realmente!”

“Vuoi vedere chi sono realmente?” domandò rabbioso Lucifer “Eccoti accontentato!” aggiunse buttando la spada e trasformandosi nel Re degli Inferi davanti agli occhi di un esterrefatto Michele che essendo sempre stato convinto che Lucifer si vergognasse di apparire in quella forma davanti ai suoi fratelli, non si aspettava una mossa simile.

“Difenditi dal Re degli inferi, vigliacco!” concluse Lucifer sferrandogli un potente calcio nello stomaco, Michele si piegò per il dolore, il diavolo lo afferrò per le spalle e gli diede una ginocchiata in faccia, rompendogli il naso e facendolo urlare di dolore.

Ma Lucifer reso ancora più rabbioso dalla sua forma demoniaca non ebbe alcuna pietà e continuò a colpirlo fino a quando l'angelo non crollò a terra rannicchiandosi su se stesso per cercare di difendersi dalla violenza del fratello.

“Adesso non ti senti più così forte e invincibile eh? Imbecille!” lo apostrofò il diavolo chinandosi su di lui e ricominciando a colpirlo senza pietà.

Ma qualcuno lo afferrò e lo tirò indietro, Lucifer furioso sgomitò per liberarsi colpendo in faccia Camael che lasciò la presa e tenendosi il naso sanguinante gli gridò in faccia “Ora basta maledizione! O non sarai soddisfatto finché non ci avrai ammazzato tutti?”

Lucifer si fermò ansimando “Mi dispiace Camael, non avevo intenzione di colpirti!” si scusò.

“Anche Rafael non aveva intenzione di ferire così gravemente Amenadiel eppure lo ha quasi ucciso, dobbiamo ringraziare il piccolo Charlie che è riuscito a richiamarlo tra noi!”

“Amenadiel sta meglio?”

“Un po' meglio, abbandona questo aspetto e apri le tue ali bianche, ho bisogno di una delle tue penne per chiudere la ferita di nostro fratello!”

Lucifer lo guardò stupito ma cambiò aspetto, aprì le candide ali e si strappò una penna porgendola a Camael “Maze non è l'unica a conoscere il potere rigenerante delle ali di Samael!” sorrise Camael prendendo la penna di Lucifer e dirigendosi verso Amenadiel, che si era svegliato ed era ancora sdraiato con la schiena poggiata al petto di Rafael che lo abbracciava per sostenerlo e piangeva lacrime di felicità.

Lucifer notò con sollievo che il fratello pur essendo molto pallido si era ripreso abbastanza da riuscire a tenere in braccio e accarezzare il piccolo Charlie che aveva nascosto il viso tra il collo e la spalla del padre.


#


Linda raggiunse gli altri e chiese ansimando ormai quasi senza fiato “Come va la battaglia? Che è successo ad Amenadiel, avete visto Charlie?”

Chloe che aveva appena finito di curare la ferita di Maze con quello che aveva trovato in una cassetta di primo soccorso le si avvicinò con aria rassicurante “La battaglia è stata interrotta perché Amenadiel è stato ferito, ma non preoccuparti sembra che stia meglio, Charlie è con lui ecco... non spaventarti ma sembra che abbia... “

“Un paio di piccole ali!” Linda finì la frase per lei “Credo abbia sentito quando il padre è stato ferito ed ha desiderato così tanto raggiungerlo da farsele sbucare e volare via! Come vanno le cose tra Lucifer e Michele?”

“Insomma” intervenne Ella, si sono scontrati molto duramente, ora sembra ci sia un po' di calma!”

“Ok, allora voglio andare la fuori a vedere come stanno Amenadiel e Charlie!” disse decisa Linda.

“Temo che non sarà così facile, Dromos ha sigillato la porta per proteggerci dai fratelli di suo padre!” rispose Dan indicando la spada piegata intorno alle maniglie della porta della sala.

“Come ha potuto fare una cosa del genere e uscire fuori?” domandò perplessa la dottoressa.

“In effetti era già fuori, credo lo abbia fatto grazie a qualche tipo di potere mentale che ha scoperto di possedere quando si è trasformato in un angelo” rispose Dan.

“Dromos è diventato un angelo?” domandò Linda sempre più stupita.

“Si, Chloe lo ha aiutato a portare fuori quel suo lato nascosto, è diventato ancora più bello!” aggiunse Ella sorridendo orgogliosa.

“Beh, mi separo da voi per mezz'ora e succede di tutto!” commentò Linda.

“Hey, venite a vedere, credo che Lucifer stia provando a rappacificarsi con Michele!” chiamò Dan.

“Spero che stia attento, non mi fido di quell'angelo infido e traditore!” commentò Maze raggiungendo Dan di fronte alla grande vetrata che separava il demone e gli umani dagli angeli.


#


Lucifer si era calmato grazie all'intervento di Camael, la sua rabbia aveva ceduto il posto alla pietà nel vedere il viso tumefatto di Michele.

"Perdonami Michele, ho esagerato non avrei dovuto perdere il controllo in quel modo" si scusò tendendo una mano al fratello per aiutarlo a rialzarsi.

Michele fissò per un istante la mano del fratello, poi allungò la sua per stringerla, Lucifer si chinò leggermente sul fratello per aiutarlo a rialzarsi accennando un sorriso che si tramutò in una smorfia di dolore quando Michele con un sorriso beffardo gli affondò nello stomaco uno dei pugnali che teneva nascosti negli stivali argentati.

"Credi che bastino un paio di parole di scusa e un sorriso contrito per cancellare i tuoi tradimenti, Lucifer?" ringhiò Michele rigirando il pugnale nella ferita con cattiveria.

Lucifer riuscì a spingere indietro il fratello, portò le mani al ventre e osservò stupito il sangue sgorgare dalla ferita.

"Che cosa hai fatto Michele?" urlò Azrael disperata lanciandosi contro il fratello e spingendolo lontano da Lucifer.

Dromos, che era ancora inginocchiato accanto ad Amenadiel, si voltò e rendendosi conto di quello che era successo si precipitò dal padre.


Dietro la vetrata di cristallo Chloe e gli altri assistettero impotenti al gesto crudele di Michele.

"Oh mio Dio... no!" urlò la detective nel vedere il pugnale dell'angelo affondare nello stomaco di Lucifer.

Come se l'avesse sentita Lucifer si voltò verso di lei e cercò di alzarsi ma crollò in ginocchio ansimando di dolore, Dromos atterrò accanto a lui "Papà, sono qui!"

"Questa volta sei tu che devi aiutarmi piccoletto!" rispose Lucifer passando un braccio intorno alle spalle del figlio "Portami da lei!"

"Papà, ti prego no, sei ferito e lei ti rende mortale!" lo supplicò il figlio.

"Il pugnale di Michele mi rende mortale quanto Chloe figlio, ti prego, obbedisci!" rispose Lucifer rivolgendo al figlio uno sguardo talmente sofferente che Dromos non osò replicare e aiutò il padre a trascinarsi fino alla porta di cristallo che lo separava da Chloe, dall'altra parte lei lo chiamava disperata con le mani schiacciate contro il cristallo e il volto rigato di lacrime.

Lucifer poggiò una mano insanguinata sul vetro come per toccarle una mano.

Si voltò un attimo verso il figlio “Sono molto orgoglioso di te Dromos, porti quelle ali con un'eleganza degna di tuo padre!” scherzò sorridendo.

“Ti voglio bene papà!” sussurrò Dromos abbracciandolo in lacrime.

“Lo so, anche io ti ho sempre voluto bene piccoletto, vorrei tanto essere stato capace di dimostrartelo come avresti meritato” rispose commosso Lucifer accarezzando i riccioli di Dromos “Ora ti prego, lascia che la saluti!”

Dromos annuì e si staccò dal padre per permettergli di dedicare i suoi ultimi istanti a Chloe.

"Lucifer, ti prego, non arrenderti" lo supplicò lei disperata attraverso il vetro "non posso vivere senza di te!"

Lui la guardò negli occhi con un sorriso triste "Ti amo, detective!" mormorò poggiando la fronte sul cristallo.

Chloe poggiò a sua volta la fronte contro il vetro e le parve di sentire il calore di Lucifer "Non mi lasciare" lo pregò piangendo.

Ma Lucifer chiuse gli occhi e scivolò a terra lasciando una striscia insanguinata lungo il cristallo che li separava.


#


Era tutto buio intorno a lui, non capiva dove si trovava, non capiva neppure se era in piedi o sdraiato.

"Dove mi trovo" pensò Lucifer perplesso "sono morto?"

"Tu che ne dici?" domandò una voce antica e profonda con un fondo di ironia che non sfuggì a Lucifer.

"Chi sei? Come fai conoscere il mio nome?"

"Non riconosci la voce di chi ti ha generato, Lucifer?"

"Papà?" domandò Lucifer esterrefatto.

"Già!"

"Beh, non è che ti sia sprecato a parlarmi così tanto da quando mi hai generato! Ma sei davvero tu o sto sognando?" rispose.

"Sempre polemico, eh? Non riesci proprio a resistere!"

"Intanto non hai risposto alle mie domande!" continuò Lucifer con lo stesso tono polemico e stendendo le braccia nel tentativo di toccare qualcosa che potesse dargli almeno un indizio di dove poteva trovarsi.

"Sei morto Lucifer, Michele ti ha ucciso!" rispose la voce allegramente.

"Seriamente? Quel pomposo imbecille mi ha ucciso e questo posto buio, perdonami l'ossimoro, è la morte per noi creature immortali?"

"Non sono sicuro che sia esattamente un ossimoro" ribatté la voce allegra facendosi pensierosa.

Lucifer cominciò a sentire un certo malessere e anche un po' di paura.

"Ti diverti? Beato te perché io non mi sto affatto divertendo, è questo che mi attende? Un'eternità di buio e solitudine?" domandò con un fondo di disperazione nella voce.

"Questo è ciò che attende Lucifer, è così che ti chiami?"

"Che vuoi dire?"

"Non mi sembra una domanda difficile anche Chloe e Dromos lo hanno capito. A proposito ti stanno chiamando, non li senti?"

Lucifer si concentrò, cercò di calmarsi e di ascoltare se in quel silenzio assordante riusciva a percepire un suono, una voce familiare, ma non sentì nulla.

"Smettila di prendermi in giro, non sento nessuna voce, perché ti diverti a tormentarmi rispondi è questo il mio Inferno? E così, Padre?" chiese sempre più disperato.

"A quanto pare è ciò che pensa Lucifer!”

"Basta con questi giochetti, per favore aiutami!" implorò Lucifer.

"Ti ho già aiutato, rispondi al tuo nome, figlio!" disse la voce pacatamente.

“Ma rispondi a chi, Padre?” domandò Lucifer disperato “Io non sento nessuno chiamarmi!”

Questa volta non ci fu alcuna risposta.

"Papà?" chiamò Lucifer, ma la voce continuò a non rispondere "Papà, ti prego… non lasciarmi qua da solo!"

Lucifer fece qualche passo, o meglio mosse le gambe nel vuoto con le braccia tese, niente non riuscì a trovare nulla intorno a sé.

"Non è possibile, devo calmarmi, ragiona Lucifer qual è la tua più grande paura, come ti puniresti se andassi all'Inferno?"

Mosse ancora qualche passo agitando le braccia, nulla, intorno a lui non c'era nient'altro che uno spaventoso e silenzioso buio.

Lucifer cadde in ginocchio o più esattamente si rannicchiò su se stesso visto che in quel nulla terrificante non c'era un pavimento su cui cadere.

Cominciò a tremare e sudare freddo "Padre ti prego, so di aver sbagliato in tanti modi… Chloe mi ha aiutato a capire i miei errori e anche Dromos, Amenadiel, Linda. Tutti mi hanno aiutato, ti prego non lasciarmi qui, in questa orribile solitudine" ma non ci fu risposta, suo Padre se n'era andato o quantomeno aveva deciso di aver parlato abbastanza.

Era solo, orribilmente solo in mezzo al nulla eterno.

Lucifer cominciò a piangere, prima silenziosamente poi con singhiozzi sempre più forti e disperati che nessuno poteva sentire.

"Così hai vinto Michele, hai avuto la tua vendetta, mi hai mandato all'Inferno come desideravi. Lucifer il Signore dell'Inferno è prigioniero di se stesso!" pensò quando finalmente si fu calmato.

In quel momento si accorse di percepire qualcosa sotto di sé, un pavimento! Era inginocchiato su un pavimento! Si alzò in piedi e mosse qualche passo in avanti, che cosa aveva detto suo Padre?

Lucifer si concentrò e ricordò le parole esatte “Sei morto Lucifer, Michele ti ha ucciso”

Le mani di Lucifer si scontrarono contro una parete fredda.

Lucifer cominciò a capire, ricordò anche le parole di Michele “Non sei più degno nemmeno di portare il tuo nome”, Lucifer si rese conto che le sue mani stavano toccando una superficie di metallo, qualcosa che sembrava terminare su dei cardini, una porta!

Lucifer sudato fradicio per la tensione fece scorrere le mani sulla porta finché non trovò la serratura.

Provò ad aprire ma niente, non capiva come fosse fatta. Si concentrò ancora “Rispondi al tuo nome, figlio”.

Lucifer si rese conto che quello era stato l'unico momento in cui suo Padre si era rivolto a lui chiamandolo figlio.

Dalle fessure della porta iniziarono a filtrare dei leggeri raggi di luce.

Lucifer cominciò a percepire dei suoni lontani, accostò l'orecchio alla porta e finalmente riuscì a sentire le voci di Chloe e Dromos.

Lo stavano chiamando con il suo nome, il suo vero nome… e il suo vero nome era SAMAEL!

Samael spinse la porta che al suo tocco si spalancò completamente. Una luce celestiale lo investì accecandolo, ma solo per un attimo.

Riaprì gli occhi "Vi sento” rispose sorridendo “E sto arrivando!"







   
 
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