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Autore: ali04    09/02/2020    2 recensioni
Gli dei del Monte Olimpo raggiungono una piccola isola nel Mar Giallo per portare a termine una missione: ritrovare Eros, il dio dell'amore, rapito da Crono e dai Titani e nascosto tra i mortali.
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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16. Sedici
(ἕξ καὶ δέκα)

 


 
Da un paio di settimane, Baekhyun passava il suo tempo libero nella casa sulla scogliera insieme a Chanyeol. Si riunivano nella polverosa biblioteca e trascorrevano ore tra i libri antichi per cercare di capire come fosse possibile che altre creature mitologiche fossero arrivate a Muui senza che nessuno se ne fosse accorto.
Baekhyun ne era certo: gli unici nuovi isolani erano Chanyeol, la sua famiglia e il professor Choi.
Come avevano fatto gli altri a nascondersi? E com’era possibile che Eros fosse in mezzo a loro e un altro nuovo isolano passasse inosservato?
Baekhyun non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che, prima degli dèi, era stato Luhan il nuovo arrivato. Ogni volta che nella sua mente affioravano certi pensieri li scacciava subito. Luhan era il suo migliore amico da ben tre anni, nessuno lo conosceva meglio di lui e si sarebbe sicuramente accorto se fosse stato un dio. Anche perché si era reso conto quasi immediatamente che in Chanyeol e nella sua famiglia c’era qualcosa di strano. Non sarebbe dovuto essere lo stesso anche con Luhan?
No, era impossibile che il suo amico c’entrasse qualcosa con tutta quella storia.
Quando Baekhyun si svegliò quella mattina, il suono della pioggia che batteva sui vetri della finestra della sua camera fu il primo che sentì. Sarebbe stata una giornata cupa e piovosa, e lui aveva appuntamento alla casa sulla scogliera per continuare le ricerche con Chanyeol.
Sorrise tra sé e si chiese se, almeno per quel giorno, l’onnipresente Seulgi li avrebbe lasciati un po’ da soli. Andò in salotto trascinando i piedi, con addosso ancora il pigiama e trovò i suoi genitori intenti a fissare la televisione con uno sguardo attento e serio.
Nella stanza regnava una strana aria di apprensione e a Baekhyun bastò guardare lo schermo per capire perché.
Accanto alla giornalista della TV locale era apparsa una fotografia e il ragazzo riconobbe il vecchio signor Song, proprietario della gelateria nella piccola piazza dell’isola. La bella giornalista stava elencando le caratteristiche fisiche dell’uomo e gli abiti che indossava il giorno prima, cioè quando era scomparso.
- Che sta succedendo? - chiese Baekhyun, anche se la situazione gli era ben chiara.
- Il signor Song è scomparso - rispose sua madre, senza smettere di fissare lo schermo - Ieri è uscito per una passeggiata e non è più tornato.
- E non è il primo - continuò suo padre e, proprio in quel momento, sullo schermo apparvero una carrellata di nomi e di volti. Baekhyun li riconobbe tutti: c’era la sua vecchia insegnante di piano, il postino, il fattorino che gli consegnava la pizza, uno dei vicini di Doyeon…
- Sono tutti scomparsi? - chiese e suo padre spense la TV.
- Non so cosa stia succedendo, Baekhyun, ma voglio che tu sia a casa prima che faccia buio d’ora in poi.
- Ma… - provò a protestare, ma lo sguardo di ammonimento di suo padre lo convinse a trattenersi, così annuì. Se solo i suoi genitori avessero saputo che c’era il rischio che se ne andasse in giro di notte privo delle sue capacità decisionali.
Non avendo lezioni quel giorno, si preparò in tutta calma prima di avviarsi verso la casa sulla scogliera. Passando davanti alla casa di una delle persone scomparse, non riuscì a fare a meno di chiedersi dove potessero essere finite. Muui non era di certo un luogo pericoloso e la criminalità era al minimo.
Arrivò alla casa poco prima che un acquazzone si abbattesse sull’isola. La natura sembrava infuriata e Baekhyun decise che avrebbe chiuso bene a chiave porte e finestre quella notte: con il mare così agitato non voleva correre il rischio di farsi un tuffo.
Suonò alla porta e attese: Chanyeol sapeva che sarebbe arrivato, perciò non doveva aspettare tanto. O forse no.
Suonò ancora e, un istante prima che la porta si aprisse, sentì un cane abbaiare. Successe in un istante: appena la porta si aprì, un grosso cane nero balzò fuori e piombò addosso a Baekhyun, che lanciò un urlo davvero poco virile.
Non si aspettava la presenza di un cane in quella casa e, nonostante amasse gli animali, quello era comparso troppo improvvisamente e il suo aspetto non era affatto rassicurante.
- Sta giù! Buono!
La voce di Kyungsoo superò i latrati e i ringhi del cane, che era tenuto fermo proprio dal ragazzo nuovo grazie a un grosso collare rosso fuoco.
- Basta! - sbottò ancora Kyungsoo e il cane smise di abbaiare, ma un ringhio gutturale continuava a minacciare Baekhyun. Il ragazzo si teneva una mano sul petto e poteva sentire il cuore battere all’impazzata.
- Ma cosa…
- Mi dispiace - disse Kyungsoo, ma dal suo sguardo era evidente che non gli dispiaceva affatto - Di solito è un cucciolone, ma tu non gli piaci per niente.
Baekhyun deglutì a vuoto e guardò il cane di razza rottweiler: era possente e di un colore così nero che era difficile fissare a lungo il suo manto.
Lo sguardo era furente e i suoi occhi sembravano poter diventare rossi da un momento all’altro; i denti erano digrignati in un ringhio spaventoso; tutto il suo corpo era in tensione, pronto a sferrare il proprio attacco.
Al collo aveva legato un collare rosso fuoco, con appesi due ciondoli raffiguranti altre due piccole teste di rottweiler, con i musi furiosi tanto quanto quello vero.
Era certo che, se Kyungsoo non l’avesse tenuto, a quest’ora Baekhyun sarebbe stato sbranato. Quel cane era terribile, altro che cucciolone.
- C-carino. - commentò con poco entusiasmo e in quel momento sulla soglia apparve Chanyeol. Quando si accorse del cane, lanciò un’occhiataccia a Kyungsoo.
- Molto divertente - disse ironico - Se hai finito di spaventare Baekhyun, noi avremmo da lavorare.
- Certo - rispose Kyungsoo, con un ghigno malefico sul volto, poi si rivolse al cane - Saluta, Cerbero.
Baekhyun rabbrividì: - Ma è davvero…
Kyungsoo non gli lasciò nemmeno il tempo di terminare la frase, prima di trascinare via il cane, che stava ancora lanciando occhiate di fuoco a Baekhyun.
- Cerbero? - chiese a Chanyeol, una volta che i due si furono allontanati.
Il ragazzo alto fece spallucce: - In pelo e ossa. Di solito lo teniamo nascosto quando vieni, ma stavolta Kyungsoo ha voluto farti uno scherzo di cattivo gusto.
Baekhyun annuì, ancora sconvolto per aver appena visto il vero mastino infernale.
- Ma non dovrebbe avere tre teste?
- Sì, e il corpo ricoperto da serpenti velenosi, ma si è trasfigurato anche lui, grazie agli dèi. - rispose Chanyeol ridacchiando - Kyungsoo lo porta spesso a passeggio, terrorizzando tutti quelli che incontra, sarebbe stata dura se avesse avuto ancora le sue tre teste.
Baekhyun non commentò, sempre più sconvolto, e seguì Chanyeol fino alla biblioteca.
Erano soliti non rimettere a posto il materiale utile che trovavano, perciò il grande tavolo era già ricoperto di fogli, libri e matite. Sarebbe stato molto utile avere anche il computer ma, dopo che Baekhyun l’aveva portato al primo pomeriggio di ricerche, Seulgi l’aveva minacciato di infilzare l’oggetto infernale con la sua lancia, perciò il ragazzo aveva badato bene a non portarlo più.
Era dalle elementari che non faceva una ricerca con carta, penna e libri.
Si sedette su quella che ormai era diventata la sua sedia, mentre Chanyeol si metteva accanto a lui.
Di Seulgi nessuna traccia.
- Ho fatto vedere a Suho il materiale che abbiamo trovato - disse Chanyeol, serio - Ma, come pensavamo, non c’è nulla di utile. E ancora niente Eros.
- Ieri sera volevo fare una ricerca con il computer - confessò Baekhyun - Ma quando mi sono trovato di fronte alla barra di ricerca ho pensato a cosa avrei potuto scrivere. “Come aiutare il tuo ragazzo divino a trovare Eros” poteva essere un’idea, ma non ti dico cosa è uscito quando ho scritto solo Eros.
Chanyeol trattenne a stento una risata e si voltò con la sedia verso il ragazzo accanto a lui.
- Sono il tuo ragazzo divino?
Baekhyun arrossì e spiegò: - Non montarti la testa. Con “divino” intendo che sei un dio.
Guardò poi Chanyeol, sul cui viso si era formato un sorrisino malizioso.
- Cosa c’è? - chiese, leggermente spaventato.
- Hai detto che sono il tuo ragazzo.
Baekhyun aprì bocca per replicare e difendersi, ma Chanyeol aveva assolutamente ragione. L’aveva definito il suo ragazzo.
- Ah… l’ho fatto, eh?
- Sì, l’hai fatto piccolo sonnambulo, e non ti permetterò di rimangiarti la parola data.
Baekhyun sorrise imbarazzato e allungò una mano, posandola sulla guancia di Chanyeol.
- Va bene, Poseidone, non me la rimangio.
Il ragazzo alto ridacchiò e, avvicinato il viso a quello di Baekhyun, posò le labbra sulle sue. Fu un contatto appena accennato, perché poi un forte tonfo li fece sussultare entrambi e, d’istinto, si separarono l’uno dall’altro.
- Ottimo, vedo che la presenza di Baekhyun qui fa davvero la differenza per la nostra missione.
Uno sguardo scocciato li stava squadrando e il tonfo che li aveva spaventati proveniva da una pila di libri buttati sul tavolo.
Seulgi era arrivata e non sembrava per nulla felice di vedere come stavano usando il loro tempo.
Chanyeol sospirò di frustrazione e le lanciò uno sguardo altrettanto furioso: - Sei insopportabile, te l’hanno mai detto?
- Tu, un’infinità di volte - rispose Seulgi - Sei soltanto un maschio arrogante e presuntuoso, che pensa sempre di poter ottenere ciò che vuole.
- Sarei io l’arrogante? - sbottò Chanyeol.
- Certo, e sei anche stupido.
Baekhyun sgranò gli occhi: sapeva che i due non si sopportavano, ma non erano mai andati così pesanti con le parole.
- Ragazzi, perché non ci diamo tutti una calmata e…
- E sei anche permaloso - continuò Seulgi - Hai raccontato a Baekhyun cosa fai quando perdi o quando hai la giornata storta? Digli come sfoghi la tua ira.
A quelle parole, Chanyeol scattò in piedi e si lanciò contro Seulgi, imprigionandola contro il muro della biblioteca. Le teneva un braccio contro il collo e con l’altra mano teneva quelle della ragazza, con la sua stretta ferrea.
- Sta zitta! Non sono l’unico qui ad aver fatto cose orribili. Vogliamo parlare di ciò che hai fatto dopo che Paride ha dato la mela d’oro ad Afrodite, o a ciò che hai fatto ad Aracne.
- Taci! - urlò Seulgi e, con tutta la forza di cui era dotata, scagliò Chanyeol lontano da sé.
Se fosse stata una normale fanciulla indifesa, probabilmente la sua spinta avrebbe allontanato Chanyeol solo di qualche centimetro. Ma lei era la dea Atena.
Il ragazzo alto piombò sullo scaffale in prima fila che, per l’urto, cadde a terra insieme ai suoi libri.
Baekhyun si alzò in piedi e passò lo sguardo dall’uno all’altro, terrorizzato.
- Basta, smettetela! - li pregò, ma Chanyeol si era già alzato e aveva colpito Seulgi con un pugno così forte, da farla finire contro il muro alle sue spalle. Lei però non sembrò risentirne particolarmente. Si scagliò contro Chanyeol e gli restituì lo stresso trattamento.
Stava per colpirlo nuovamente, quando lui, con una mossa da lottatore, afferrò Seulgi per un braccio e la scaraventò sopra il grande tavolo, facendo volare ovunque i risultati delle loro ricerche. La schiena della dea che sbatteva sul legno del tavolo avrebbe potuto distruggerlo, se non fosse stato così massiccio.
- Chanyeol, fermo! - Baekhyun provò ad afferrare un braccio al ragazzo alto, ma lui se ne liberò senza troppi sforzi.
Fissava Seulgi, che ora era seduta sul tavolo e sghignazzava. Dal suo naso colava un rivolo di sangue e anche Chanyeol non era messo troppo bene. Aveva il labbro spaccato e teneva un occhio quasi completamente chiuso.
Nella stanza ora si sentivano solo gli ansimi esausti dei due dèi, oltre al respiro terrorizzato di Baekhyun.
Fu in quel momento che la porta si aprì ed entrarono Suho e Jongin. Il più grande osservò la scena che gli si presentava davanti con uno sguardo imperscrutabile e Baekhyun istintivamente abbassò il suo, come se fosse stato lui a combinare tutti quei guai.
- Voi due - disse dopo qualche secondo, con un tono di voce calmo e controllato ma, proprio per questo, terrificante - Nel mio studio. Jongin, accompagna il nostro ospite alla porta. Per oggi basta ricerche.
Jongin annuì e si affrettò ad afferrare Baekhyun per un braccio: - Andiamo, meglio che tu non veda cosa succede adesso.
Il ragazzo era restio ad andarsene e voleva restare per parlare con Chanyeol, ma lui non lo stava nemmeno guardando.
Fissava il pavimento coperto di fogli e non alzò lo sguardo nemmeno quando Baekhyun accettò di seguire Jongin.
Aveva lasciato lì il suo zaino e i suoi appunti sulle ricerche, ma non gli sembrava il caso di tornare indietro e assistere alla furia divina di Zeus.
Passarono dal salotto e Baekhyun notò come, coloro che erano riuniti lì, non fossero minimamente interessati a ciò che era successo nella biblioteca.
Joy si stava facendo le unghie, Wendy e Yeri facevano zapping in tv, ridacchiando a ogni cambio miracoloso di immagine e Xiumin stava leggendo.
Era surreale la scena che aveva davanti e proprio non riusciva a darsi una spiegazione.
- Ci sono abituati - spiegò Jongin, come se gli avesse letto nel pensiero - Tra quei due è sempre così e preferiamo lasciarli fare, o li fermiamo solo se rischiano di distruggerci casa. Stavolta siamo intervenuti subito perché c’eri tu.
Baekhyun annuì, pensieroso.
- Avevano appena iniziato, sai? Ciò che hai visto non era niente.
- Si erano fermati. - disse il ragazzo, ma Jongin scosse la testa.
- Quei due non si fermano così facilmente.
- Ma c’ero io - disse ancora Baekhyun, con la voce ridotta a un sussurro - C’ero io e Chanyeol non avrebbe mai fatto nulla di grave davanti a me.
Jongin rise senza trattenersi: - Forse non l’hai ancora capito. Chanyeol è un dio, per lui contano di più il suo orgoglio e la lotta per la vittoria di quanto potrai mai contare tu.
Vedendo lo sguardo ferito di Baekhyun, Jongin sospirò: - Scusami, so che lui ti piace e credimi se ti dico che ha perso la testa per te. Non ti dirò di stargli lontano, perché è evidente che siete due calamite peggiori di me e Afrodite, però ti do un consiglio: non restare mai più nella stessa stanza di due dèi che lottano tra loro. Scappa più veloce che puoi appena iniziano e, soprattutto, non provare a fermarli o a metterti in mezzo.
Baekhyun ricordò di come Chanyeol si era scrollato di dosso la sua mano, che cercava inutilmente di fermarlo.
- Poseidone non guarda in faccia nessuno quando si incazza, nemmeno te. Se sei sulla sua linea di tiro, finirai ammazzato.
Baekhyun deglutì a vuoto e seguì Jongin fino alla porta di casa.
Il ragazzo nuovo gli sorrise incoraggiante e gli posò una mano sulla spalla: - Benvenuto tra gli dèi dell’Olimpo, Baekhyun.
Detto ciò, chiuse la porta, lasciandolo fuori. Baekhyun la fissò ancora qualche istante e ci posò la fronte, mentre una miriade di pensieri gli affollavano la mente. Aveva appena assistito a uno scontro divino e aveva avuto un piccolo assaggio di com’era Chanyeol quando lo si faceva arrabbiare.
Anzi, Poseidone. Doveva ricordarsene e iniziare a pensare al ragazzo alto come a un dio dell’Olimpo e non come a un normale ragazzone simpatico e allegro.
Era un litigioso e infuriato dio del mare.
Baekhyun si avviò a passi svelti verso casa, con una missione ben precisa in mente: fare ricerche sul dio Poseidone.
 
***
 
Una volta trovatosi con le dita posate sulla tastiera del computer, Baekhyun aveva deciso di limitarsi a ricercare ciò di cui avevano parlato i due dèi durante il litigio. Non sapeva se avesse limitato la ricerca perché non voleva infrangere completamente la promessa fatta a Chanyeol o perché aveva paura di ciò che avrebbe scoperto.
Ricercò innanzitutto i nomi dei due dèi correlati e scoprì che avevano avuto una disputa riguardante quella che, ancora oggi, è la città di Atene. I due erano interessati a dare il proprio nome alla città, allora anonima, e avevano offerto dei doni agli abitanti. Poseidone squarciò la terra con il suo tridente e ne fece uscire il primo cavallo, animale a lui sacro. Baekhyun trovò però altre versioni della storia in cui si diceva avesse creato un lago salato. Solo Chanyeol avrebbe potuto dirgli qual era la versione corretta.
Atena, invece, aveva fatto spuntare dalla terra un ulivo e la popolazione la aveva proclamata vincitrice.
Nel racconto, era scritto che Poseidone aveva imposto la sua presenza nella città e che aveva ordinato che fosse concesso a lui l’onore di darle un nome. Atena, però, non si era lasciata intimorire dalle sue pretese e aveva lottato per ciò che voleva. Poseidone, con il suo lago salato, aveva creato uno spettacolare luogo in cui si poteva sentire il rumore delle onde marine quando soffiava il vento. Atena, al contrario, con l’ulivo non puntava a dare spettacolo. Aveva fatto nascere una pianta che proteggesse la città e che, se bruciata, potesse rinascere più forte di prima in un solo giorno, grazie alle sue resistenti e immortali radici. L’ulivo, inoltre, dava un frutto a chi era povero e voleva nutrirsi.
Atena non aveva usato la sua forza fisica o l’arroganza, ma l’intelligenza e l’arguzia per sconfiggere Poseidone.
Baekhyun continuò a scorrere il documento e trovò la reazione del dio del mare a quella sconfitta. Poseidone chiese che il giudizio dei mortali fosse rivisto e si appellò agli dèi dell’Olimpo, ma la sua sconfitta fu confermata.
Poseidone si arrese, ma niente riuscì a fermare la sua furia divina: il mare diventò furioso, distruggendo ogni cosa che trovò sul suo passaggio, e terribili terremoti scossero la terra. Usò gli elementi di cui era il dio per sfogare la sua furia.
Baekhyun appoggiò la schiena sulla sedia e sospirò, passandosi una mano sul viso.
Davvero quello era lo stesso ragazzo che conosceva lui? Il ragazzo sempre sorridente, allegro, gentile, pronto a salvarlo quando ne aveva bisogno e a vegliare su di lui perché non gli succedesse nulla di male? Erano la stessa persona?
Baekhyun aveva avuto una prova di quanto Chanyeol potesse arrabbiarsi, ma non voleva credere che potesse arrivare a distruggere la terra e a far soffrire così tante persone solo per una sconfitta.
Sempre più incuriosito, cliccò sul nome della dea Atena e subito apparve una sua immagine: vestita con una tunica dorata lunga fino ai piedi, brandiva la lancia dalla punta affilata e un grande scudo. Sulla sua testa era posato un elmo e il suo sguardo era minaccioso e combattivo. Una vera dea della strategia militare.
Poco sotto l’immagine, erano spiegati alcuni dei miti riguardanti la dea e Baekhyun andò a ricercare i due che Chanyeol aveva nominato durante la lite: Paride e Aracne.
Conosceva il mito di Paride e del pomo d’oro, l’aveva studiato al liceo e sapeva che il bel Paride era stato scelto per decidere chi era la dea più bella dell’Olimpo tra Afrodite, Atena ed Era. Baekhyun non riuscì a non ridacchiare immaginando Joy, Seulgi e Irene in una specie di concorso di bellezza divino.
Vinse la sfida Afrodite, grazie al potere della passione e alla promessa di dare a Paride, in cambio della vittoria, la donna più bella del mondo: Elena.
La furia di Atena non si fece attendere e la dea giurò inimicizia ai Troiani, di cui Paride era il principe.
Ma fu il mito di Aracne a sconvolgere Baekhyun.
La giovane fanciulla era un’abile tessitrice e, un giorno, ebbe la pessima idea di sfidare Atena, dea della tessitura. Ella non si fece attendere e scese nel mondo mortale per dimostrare che era lei la migliore.
Durante la sfida, Aracne si dimostrò bravissima e la sua tela raffigurava con scherno gli dèi. Ciò fece infuriare Atena, che prima distrusse la tela della ragazza e poi la colpì con la sua spola. Aracne, per la disperazione, decise di togliersi la vita, ma Atena non aveva ancora placato la sua ira: la trasformò in un ragno, costringendola per tutta la vita a tessere dalla bocca, per punire la sua arroganza.
Il ragazzo chiuse di scatto il computer e lo allontanò da sé, come se potesse esplodere da un momento all’altro.
Era senza parole, sconvolto da tutto ciò che aveva letto. Capiva perfettamente perché Chanyeol gli aveva detto di non fare ricerche da solo: ciò che gli dèi avevano fatto era incomprensibile e terrificante.
Baekhyun non osava nemmeno immaginare cosa avrebbe scoperto su Poseidone se solo avesse cliccato il suo nome invece di quello di Atena.
Si alzò dalla sedia e si sgranchì: senza rendersene conto era rimasto seduto per più di un’ora.
Per quel giorno ne aveva avuto abbastanza dell’Olimpo.
Andò nella cucina vuota e silenziosa e si versò un bicchiere d’acqua. Mentre beveva, notò la posta posata sopra il bancone della cucina: probabilmente ce l’aveva messa sua madre prima di andare a dormire.
La scorse senza troppa attenzione finché vide che per lui c’era solo una lettera dell’università. La prese, scoprendo ciò che c’era sotto: un volantino di un orribile colore verde oliva.
Lo osservò e lesse di cosa si trattava: a Muui si stava tenendo una mostra d’arte, o meglio, di scultura. Piegò il volantino e lo mise in tasca. Magari sarebbe stata un’idea per il suo primo appuntamento con Chanyeol e, chissà, avrebbe avuto modo di parlare con lui senza la pressione degli altri dèi e della combattiva Seulgi.
Perché, nonostante tutto, il forte sentimento che provava per Chanyeol gli impediva di mettersi al riparo, finché era in tempo.
 
 

Cerbero è il mastino a guardia della porta degli Inferi. È gigantesco e ha tre teste; il suo corpo non è ricoperto di pelo, ma di serpenti velenosi e il suo latrato è più simile a un tuono che al verso di un cane.
 

 
   
 
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