Videogiochi > The Arcana. A Mystic Romance
Segui la storia  |       
Autore: LuLuXion    10/02/2020    1 recensioni
Hanan è una giovane maga senza memoria, che negli ultimi 3 anni ha vissuto una vita tranquilla, protetta dal suo maestro Asra. Le cose però cambiano, quando si ritrova a prendere parte ad una curiosa indagine: dovrà scovare il dottor Devorak, accusato dell'assassinio del conte Lucio, per conto della contessa Nadia. E così Hanan si ritrova a scoprire segreti ben più intricati di quanto si aspettasse, tanto da arrivare a far luce sul suo passato perduto. Il tutto condito dalla giusta dose di magia!
[NOTE: ho ripercorso la route di Asra, con qualche piccola aggiunta da parte mia! Avviso quindi che ci saranno SPOILER per chi non ha completato ancora il gioco!
DISCLAIMER: tutti i personaggi e le ambientazioni appartengono alla Nix Hydra. Questa fanfiction è stata realizzata senza alcuno scopo di lucro.]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Camminiamo a lungo all’interno della foresta. Ci addentriamo in profondità e più avanziamo, meno riconosco il posto. Ma Asra sembra essere sicuro del sentiero che sta seguendo, quindi non mi preoccupo troppo. Per un lungo periodo camminiamo in silenzio, mano nella mano. Mi rendo conto che questo silenzio a lungo andare mi logora. Non perché ci sia imbarazzo tra noi, ma perché sento il bisogno di udire di nuovo il suono calmo e cristallino della sua voce, quel tono dolce e premuroso che mi rivolge quando cerca di rispondere alle mie infinite domande. Non saprei dire se mi mancano i vecchi tempi, quando ero come una bambina, incapace di qualsiasi cosa, tanto da dover essere guidata in tutto… Quando tutto quello che riuscivo a dire erano suoni sconnessi e versi, poco più di un neonato. No. Non mi manca quello. Però in un certo senso, ora che ho maggiore coscienza di me e del mondo, ho paura che le sue premure possano terminare prima o poi. Non voglio più dipendere totalmente da Asra, ma voglio intraprendere la mia vita insieme a lui, di questo ne sono certa. Non riesco nemmeno ad immaginare come possa essere vivere senza di lui, senza la sua voce, i suoi consigli. Senza il suo sostegno costante che mi da forza ogni giorno. Sono diventata più forte, è vero. Posso vivere senza una guida costante ormai, nonostante non abbia ancora recuperato tutti i miei ricordi… ma non voglio perdere Asra. Lui è troppo importante per me.
Camminare nel bosco insieme a lui, mano nella mano, è piacevole. Desidero di poter rimanere così, con lui, per sempre. La sua guida, la sua presenza, ora che sono tornata ad essere una vera persona, sono ancora più preziosi. Perché riesco a rendermi conto di ciò che lui ha fatto per me, di ciò che lui significa per me. Mi piace molto di più, così, rispetto ai vecchi tempi.
Devo aver assunto un’espressione pensierosa, perché vedo Asra adocchiarmi incuriosito. Stringe un po’ di più la presa sulla mia mano e mi domanda, con quella voce pacata che tanto bramavo pochi istanti fa
“A cosa pensi? Mi sembri preoccupata… Rilassati.”
Deglutisco, stringendo a mia volta la sua mano e lui si ferma, piazzandosi di fronte a me. Lo sguardo apprensivo. I suoi occhi, luminosi e splendidi, fissi nei miei.
“Ehi, Hanan. Respira. Va tutto bene… Stiamo andando in un posto che ti sembrerà nuovo, ma ci siamo già stati insieme.”
Seguo il suo consiglio e prendo un bel respiro. Lui stesso si mette a modulare i propri respiri, per far sì che io possa seguirli. Sento i suoi occhi attenti su di me, pronto a fare qualsiasi cosa pur di farmi star bene. Riprendo la calma ed Asra indugia ancora su di me con lo sguardo, ad accertarsi che vada tutto bene. Mi sorride, incoraggiante, muovendosi davanti a me. Lo vedo congiungere le mani dietro la propria schiena con un movimento fluido. Si volta, invitante, ad osservarmi. Incrociamo lo sguardo per un secondo, poi lui solleva il proprio.
“Guarda lì, vedi qualcosa?”
Mi affianco a lui, seguendo il suo sguardo luminoso alla ricerca di ciò che dovrei notare. Mi porto una mano sulla fronte, a riparare gli occhi dai raggi di sole che filtrano tra le chiome degli alberi. Un punto illuminato dal sole, rivela tre uccelli, incisi sul tronco di un albero. Tre maestosi corvi, dagli occhi penetranti, posti a formare un triangolo equilatero.
“La prima volta che ti ho portata qui, eri nuova alla magia…”
Mentre Asra parla, sento un fruscio sulla stoffa della mia veste. Sussulto appena, trattenendo il respiro mentre Faust scivola lungo il mio braccio ed arrotolandosi comodamente sulle mie spalle. Faust fa sempre questa cosa ogni volta che Asra inizia a parlare del passato. In qualche modo sa che il non ricordare nulla mi tormenta, mi sento frustrata ed ho bisogno di conforto. Non so se sia Asra a dirle di farlo o se lo faccia di sua volontà, ma mi rendo conto che mi è d’aiuto sentire il tocco della piccola serpe su di me. Irradia una sensazione di pace e benessere. Ed io di rimando, le trasmetto la mia gratitudine, a lei ed Asra che continuano a prendersi cura di me e proteggermi.
Asra sembra quasi aver percepito i miei pensieri, perché le sue mani prendono le mie immediatamente. I suoi gesti non sono mai bruschi, misura sempre ogni movimento. I pollici che carezzano il dorso delle mie mani con un tocco calmo e rilassante. Sembra ancora preoccupato, ma noto un lieve rossore sulle sue guance.
“Stiamo andando in una caverna.”
Mi rivela alla fine, senza perdere la pacatezza nel tono.
“Possiamo considerarlo un… luogo di potere. Lì la magia è più forte, non soltanto per via delle energie naturali. I maghi utilizzano quel posto da tempo immemore…”
Mi spiega, accennando alla fine ad un sorrisetto che, giurerei, sia vagamente malizioso. Ma è solo un breve istante, perché subito dopo torna ad essere il solito sorriso che conosco benissimo.
“Consideralo il posto migliore per aprire i tuoi occhi, vedere tutto da una nuova prospettiva… Ma è inutile che te lo dica io. Lo capirai tu stessa quando saremo lì.”
Annuisco, calma ora rispetto a prima, ed Asra mi sorride sollevato.
Lo vedo portarsi una mano dietro la nuca ed assumere un aspetto timido per un secondo. Con quello sguardo è quasi buffo, mi fa ridere. Soffio tra i denti una risata sincera e pacata.
“Quel posto è anche piuttosto bello, tra l’altro. Ed è da un po’ che ti ci volevo portare ma… Non so, ho sempre avuto paura fosse troppo pericoloso…”
Ci manca poco che balbetti per l’imbarazzo che lo pervade in questo momento. Istintivamente le mie mani cercano le sue braccia, fino a posarsi sulle sue spalle. Mi avvicino di un passo, così da cingergli il collo in un abbraccio. Faust approfitta di quel mio gesto per percorrere il mio braccio come fosse un ponte e scivolare di nuovo sulle spalle di Asra, tornando ad attorcigliarsi su di lui sotto le sue vesti. Rimaniamo così per un momento ancora.
“Non ho intenzione di frenarti ancora, ok? Ormai sei pronta e possiamo affrontare questa prova insieme… e andrà benissimo.”
Mi perdo nei suoi occhi, mentre parla. Riflettono tutto l’orgoglio e la fiducia che sta provando per me, ora. Appoggio istintivamente la fronte al suo petto. Piccoletta come sono, arrivo a malapena all’altezza delle sue spalle. Lui non mi ferma e mi dona una carezza sulla nuca.
“Andrà bene…”
Ripeto io, quasi a volerlo convincere che la fiducia che mi sta dimostrando è ben riposta. Sono pronta, davvero, a restituirgli la mia gratitudine per tutti gli sforzi che ha fatto per rendermi quella che sono. Gli dimostrerò che non è stata fatica sprecata.
Mi rendo conto però, tornando ad osservare il suo sorriso, che c’è qualcosa che lo incrina. Perché da fiducioso, torna ad avere note enigmatiche. Sono certa che ci sia qualcosa che mi sta nascondendo.
 
Riprendiamo il cammino e non dobbiamo fare ancora troppa strada per raggiungere l’ingresso della caverna. Un brivido mi percorre la schiena e mi accorgo di avere la pelle d’oca. Non mi ero resa conto di quanto il mio corpo fosse caldo in questa giornata estiva finché non siamo arrivati qui, dove le temperature sono calate a picco. Tremo e batto i denti, stringendomi le spalle.
“A-Ssra…”
Mentre lo richiamo a me, mi sposto nell’ultimo angolo di terra illuminato dal sole, cercando calore.
Lui si rende conto del mio disagio, ma cerca di infondermi coraggio. Dalle sue labbra fuoriesce uno sbuffo di vapore, perché fa davvero, davvero freddo.
“Coraggio, Hanan…”
Muovo allora qualche passo in avanti, cercando di coprirmi il più possibile, lasciando anche l’ultimo raggio di sole caldo alle spalle. La caverna è umida, le pareti sono rivestite di un muschio verde e brillante, quasi luminescente in alcuni punti e si sente un forte odore d’acqua. Faust si muove irrequieta addosso ad Asra, scivolando sotto il suo scialle. Lui intanto inspira profondamente l’odore umido della grotta e sembra contento. Motivato, anche.
“Ah… l’aria è umida, buon segno! Senti com’è carica di energia?”
In effetti, sì. Ora che ho mosso il primo passo all’interno della grotta, il freddo che sentivo poco prima sembra quasi svanito, sostituito da ondate di energia che mi scaldano e mi fanno formicolare la pelle. Sono piacevoli. Chiudo gli occhi e mi lascio inebriare dall’energia.
“Sì, la sento…”
“Proviene da una sorgente, più in profondità. Ti voglio portare proprio lì…” Accenna, avvicinandosi a me. Il sorriso lascia spazio allo sguardo apprensivo che ha ogni volta che devo fare qualcosa di nuovo che potrebbe mettermi nei guai.
“Le caverne sono labirintiche, ci sono almeno cento modi diversi di perdersi o farsi male, lì sotto…”
Prende un bel respiro, prima di decidersi ad arrivare al punto.
“Ma vorrei che guidassi tu, Hanan.”
I miei occhi si spalancano, increduli e sento una certa pressione ampliarsi nel mio petto, una sorta d’ansia.
“C-cosa? Io? Ma hai appena detto che…”
Asra mi si avvicina, i suoi occhi che di nuovo mi scrutano, attenti, prima di voltarsi a guardare l’accesso ai tunnel delle caverne.
“Non ti costringerò se non vuoi. Ma questo è un ottimo modo per testare la tua magia… E so che puoi farcela, Hanan. Io sarò sempre accanto a te per tutto il tempo. Allora, lo vuoi fare?”
Lo è davvero, una buona prova per la mia magia? Non so… devo ammettere che è una prova che in qualche modo mi spaventa. Ma Asra sembra così fiducioso. Ed io so che non mi metterebbe mai volontariamente in pericolo. Se c’è una cosa di cui sono certa, è che ci tenga alla mia incolumità. Lo fa in una maniera quasi morbosa a volte, che quasi non mi spiego, sebbene mi piaccia ricevere le sue premure. Lui pensa che io sia pronta per questo, ed in questi giorni ho dato prova del mio valore anche lontana da lui. Quindi prendo un bel respiro, mi calmo e lascio che la magia della grotta mi pervada di nuovo, pronta ad indicarmi il sentiero da prendere come lo ha fatto la scia di Asra nella biblioteca del palazzo.
“Lo farò.”
Asra mi stringe, per un momento, ed io so che mi prenderà un colpo prima o poi se il mio cuore deve reagire così ogni benedetta volta.
“So che ce la farai.”
Mi carezza di nuovo i capelli, spostandomi il solito ciuffetto ribelle scappato dalla semplice acconciatura che avevo fatto prima di partire stamattina. Il suo sguardo si assottiglia ed il suo sorriso si fa più voglioso.
“Oggi hai un’aura estremamente radiosa, Hanan! La trovo… Hmmm… Quasi eccitante.”
Non posso credere che l’abbia detto, e nemmeno lui, visto che è diventato paonazzo! Improvvisamente, scoppio a ridere, stringendo le mani sul colletto della sua camicia.
“Asra…”
“Cosa? È vero! Magari ti serviva solo una guida un po’ più severa di me per sbocciare… devo ricordarmi di ringraziare Nadia dopo!”
Finalmente ci decidiamo ad entrare. Prima però, Faust scivola via dal corpo di Asra, che la osserva curioso mentre lei si trova un posto comodo tra le rocce all’ingresso della grotta. A quanto pare il serpentello non ci seguirà nel nostro percorso. Asra si china su di lei, a donarle una piccola coccola, un grattino sotto al meno. Osservo intenerita quella scena, anch’essa così familiare ai miei occhi. Perché sì, anche Faust ormai è famiglia, per me.
“Mettiti comoda, Faust, staremo via per un po’.”
Le dice Asra, con estrema dolcezza e premura anche nei confronti del suo famiglio. Mi rendo conto ogni giorno sempre di più quanto Asra sia prezioso. Non trovo una parola più adatta a descriverlo. Torna da me, offrendomi la mano con un sorriso calmo.
“Pronta?”
Come se potessi effettivamente saperlo. Ma non ho certo intenzione di tirarmi indietro ora. Sento il battito del suo cuore, a tempo col mio, mentre mi tengo dal suo braccio, avvicinandomi a lui. Gli sorrido di rimando, fiduciosa di poter superare qualsiasi cosa perché lui crede in me.
“Pronta!”
E con estrema prudenza, ci incamminiamo verso l’abisso delle grotte.
 
Camminiamo per un bel po’, in quelle grotte umide e sempre più oscure. Un vero e proprio labirinto di tunnel prima stretti, poi larghi, poi di nuovo stretti. Asra ha evocato un piccolo globo di luce, per permetterci di vedere i nostri passi ed evitare di inciampare chissà dove. Buche, stalagmiti, stalattiti, radici profonde degli alberi più antichi della foresta. Tutto è un intricato labirinto di ostacoli. Solo i nostri respiri, ed un lontano scroscio d’acqua sono udibili qui sotto. Cerco comunque di capire dove mi sto muovendo, memorizzando i punti dove abbiamo svoltato o dove siamo scesi, tal volta saliti di nuovo addirittura. Un vero e proprio labirinto che io stessa sto tracciando, lasciandomi guidare solo dal richiamo della magia. Da quella scia che come un sussurro mi chiama a sé verso la mia meta. Lascio che sia il puro istinto a guidarmi, non avendo appigli al momento se non l’energia della grotta. Perfino Asra rimane in silenzio pur di non distogliermi dalla mia concentrazione. Parla solo se necessario, per allertarmi più che altro se sto per inciampare su qualcosa, e nulla più. La poca luce che Asra ha evocato qua sotto non ci consente una gran visuale, quindi tengo comunque una mano sempre a contatto con la parete della grotta, scoprendo i diversi tipi di rocce che la compongono. A volte sono lisci, umidi, come se dalla terra colasse dell’acqua. Altre volte la sento ruvida, tanto da costringermi ad ammorbidire il tocco per non grattare la pelle delle dita. Alcuni angoli della grotta sembrano quasi luminescenti, ma soltanto quando li guardo con la coda dell’occhio. Se il mio sguardo cerca direttamente il bagliore, questo svanisce quasi del tutto. Cerco di raggiungere quei bagliori con le mani, pur non vedendoli più, ma nel momento in cui le mie dita sfiorano la roccia, sento i polpastrelli pizzicare piacevolmente. Lo sento distintamente, il richiamo della magia che mi pervade come una brezza fresca. Il richiamo è sempre più forte, persistente. Mi chiama a sé e mi guida. Una voce familiare e rilassante, che mi fa vibrare fino nel profondo, finché non raggiungiamo un’ampia cavità naturale. Una caverna meravigliosa, impregnata di energia viva, pulsante, che mi fa sospirare di piacere come se mi avvolgesse con il suo abbraccio accogliente. Questo è il posto di cui parlava Asra, ne sono certa. Mi sta chiamando, è qui che dovevo giungere e ce l’ho fatta. Nella grotta c’è una tenue luce, riflessa da una pozza d’acqua cristallina a pochi passi da noi. Asra mi raggiunge con gli occhi luminosi e pieni d’orgoglio, so che è felice perché sono riuscita a condurci fin qui. Lo vedo poi osservare la grotta, con meraviglia e nostalgia.
“Woah… non venivo qui da anni! Pare che l’acqua sia tornata nella sorgente…”
“Tornata?”
Chiedo io, ma non mi risponde. Mi dona una carezza gentile e mi supera, avvicinandosi alla vasca naturale. Poggia un piede su una grossa foglia di ninfea, vicina alla riva. Pare che le stia tastando.
“Mh… Sembrano star bene. Ottimo, puoi camminarci sopra!”
Mi avvicino a lui, curiosa a quel punto, osservando per un po’ la sorgente. Meravigliosa, luminosa, l’acqua è cristallina e tempestata da grandi foglie di ninfee. Asra mi indica proprio quelle.
“Vedi? Formano una specie di percorso verso il fiore al centro. Quel fiore è proprio il motivo per cui siamo qui… vorrei che lo raggiungessi, ma devi farlo da sola.”
Lo guardo, curiosa. Poi guardo il fiore solitario al centro del lago. Un grande fiore di ninfea, bianco e luminoso, nel pieno della sua bellezza. Quindi, quel fiore è il motivo per cui siamo arrivati qui? Devo solo raggiungerlo?
“Tutto qui?” Gli domando, perplessa. Che arrivare qui fosse la parte più difficile della prova?
Asra si fa più serio, mi scruta con attenzione, poi si volta verso la ninfea. Lo vedo sorridere, inclina il capo da un lato per potermi sbirciare.
“Non rimuginarci troppo sopra, adesso. Tu fai attenzione, segui il percorso e raggiungilo, tutto qui.”
Lo sguardo serio di Asra di poco prima mi ha messo un po’ d’ansia addosso. Non può essere semplice come penso, o non sarebbe una vera prova. Ma non devo pensarci troppo, in fondo, no? E poi sono arrivata fin qui, e quel fiore mi attira come se mi conoscesse. Sembra che voglia che io arrivi da lui. Asra non mi dice altro, mi rivolge solo un’occhiata incoraggiante e con un cenno del capo mi invita a procedere. Devo solo camminare, in fin dei conti.
Un passo alla volta.

Poso il piede sulla prima ninfea, trovandola sorprendentemente morbida. Affonda appena sotto il mio peso, creando cerchi concentrici attorno a sé che si espandono nella sorgente. Trovo l’equilibrio, trattenendo il fiato, ma più vado avanti più mi rendo conto che quel percorso è facile da compiere. Le foglie di ninfea rimbalzano sotto i miei passi, rendendo il mio incedere simile ad una danza. Quel movimento, il silenzio che mi circonda, interrotto solo dalla musicalità dell’acqua, mi rapiscono completamente e mi sembra quasi di stare in un mondo tutto mio. Solo io e la magia che mi richiama a sé esistiamo in questo momento. Questo è un momento tutto mio da scoprire. Soltanto per un istante vengo colta da un moto di esitazione e cerco di nuovo Asra alle mie spalle. Mi sorprendo, di quanto effettivamente sia lontano rispetto a me! Eppure, la sorgente non sembrava poi così grande da riva! La sua espressione cambia, nel momento in cui i nostri occhi si incrociano. Si fa teso, preoccupato. Lo sguardo è carico d’apprensione più di quanto non lo sia mai stato prima d’ora e questo mi rende nervosa ed un brivido gelo mi scuote. Ma non devo mollare. Devo andare avanti, soltanto seguire il percorso e procedere. Non deluderò Asra.
Mi volto di nuovo verso il fiore, ristabilendo la connessione che avevo creato con esso. Non c’è altro, al momento, se non la grande ninfea candida che mi chiama a sé ed io devo raggiungerla a tutti i costi. Un passo dopo l’altro, guardando solo avanti. Non devo voltarmi più indietro. Non devo esitare.
E finalmente lo raggiungo, quel fiore magnifico. La magia che mi richiamava a sé qui è estremamente forte. Lo vedo letteralmente sbocciare davanti ai miei occhi, i suoi petali grandi e dalle geometrie perfette che si protendono come a voler raggiungere il mio tocco il prima possibile, solleticando la pelle delle mie caviglie con la loro superficie setosa. Sento le gambe tremare, tanto da chinarmi ed inevitabilmente vengo inebriata dal profumo intenso della ninfea. Inspiro profondamente ed una strana sensazione mi pervade. I miei occhi si chiudono ed il mondo intorno a me sfuma.
Questo profumo…
 

***
Il mio corpo, in parte immerso nell’acqua della sorgente, è stretto tra le braccia di Asra. Lo sento tremare, avvinghiarsi a me mentre sussurra il mio nome con voce spezzata. Il suo viso nascosto contro il mio petto nudo. I respiri affannati per il piacere, mentre le sue mani percorrono il mio corpo e lo scoprono in ogni suo più piccolo angolo. Le mie cercano la sua schiena bagnata. Una premuta contro la sua nuca, le dita avvinghiate ai suoi capelli tanto da farlo gemere. L’altra scende fino al bacino, come a voler guidare quei movimenti già perfetti così come sono, che i nostri corpi uniti compiono come se fossero uno solo. Sospiro, ansimo, chiamo il suo nome con la voce che a stento riesce a lasciare le mie labbra. Non è la sua magia, a donarmi questa sensazione così inebriante. È lui. È Asra col suo corpo, col suo tocco, il suo respiro. Lo sento dentro di me e mi rende completa, felice tanto da farmi scoppiare il cuore.
***

L’immagine sfuma, lasciandomi col cuore in gola avvolta ancora dall’oscurità. Solo l’eco di alcune parole lontane rimbomba nella mia mente.
Echi della voce di Asra, proveniente dal passato. 
“… Forse sarebbe stato meglio se non ti fossi voltata. Perdonami, non avrei dovuto portarti qui…”

“Dai, ascoltami… devo assolutamente insegnarti questa magia, ora…”

“Se ti ricorderai di usarla, questo non accadrà più, promesso… ora prendi un bel respiro…”
***
 

Il mio cuore batte così forte da farmi male, mentre ritorno al presente. Sono costretta a prendere profondi respiri, per calmarmi. Il fiore è tra le mie mani e lo osservo con gli occhi che bruciano, come se stessi per piangere da un momento all’altro.
La mia mente è ancora confusa, mentre ripenso a ciò che ho appena vissuto. Quel ricordo che prepotentemente reclama il suo posto nella mia mente e nel mio cuore, costringendomi a tremare. Ed insieme a quello… un incantesimo? Uno che riconosco, ora che è di nuovo dentro di me. L’ho imparato proprio qui, con Asra… Proprio quel giorno… Quel giorno in cui siamo stati insieme. INSIEME come non pensavo fossimo mai stati e come ora desidero rimanere per sempre.
La ninfea tra le mie mani, tutta d’un tratto, prende a tremare con forza.
È lei, l’incantesimo. L’ho realizzata io. No, non devo permettere che svanisca, non ora!
Respiri profondi, Hanan. Respira. Fa sì che duri.
Inspiro una grande quantità d’aria, caricandomi dell’odore umido della sorgente e della sua magia, che ora mi pervade completamente. In quel momento ho come la sensazione che la ninfea mi stia tirando con sé, ed all’improvviso mi ritrovo totalmente sommersa nell’acqua. Sento il mio corpo strano, come se fosse distante da me. Mi sento impotente, immobile. L’acqua mi ricopre completamente e sto andando giù, sempre più giù. Non riesco a capire nemmeno quanto sia profondo. Osservo la superficie dell’acqua farsi sempre più buia e distante, fino a quando non percepisco un’ombra muoversi sopra di me.
Asra.
Si protende verso di me, mi afferra e mi trascina attraverso l’acqua, stringendomi nel suo abbraccio. Mi perdo completamente, in quella stretta, mentre osservo il suo volto.
I suoi occhi, preoccupati, cercano i miei con urgenza e lentamente mi rendo conto che va tutto bene. Che non ho nemmeno bisogno di respirare, in questo momento, nonostante io sia completamente sommersa con lui. Sembra calmarsi, nel momento in cui mi rendo conto di star effettivamente bene. Il suo sguardo si addolcisce e le sue mani mi afferrano il viso con delicatezza. Lo guardo, come la cosa più bella che io abbia mai visto in vita mia. I suoi occhi luminosi e pieni d’orgoglio, il suo sorriso fiero e premuroso. Il viso delicato contornato dai capelli perlacei, che sott’acqua sembrano ancora più morbidi quasi fossero fatti di spuma. Nel vederlo così, mi rendo conto di avercela fatta.
 
Mi stringe a sé ed insieme raggiungiamo la superficie della pozza, finendo stesi su una roccia abbastanza grande e piatta da poterci ospitare entrambi. Mi tiro su, con un sospiro, cercando il fiore al centro del lago. Con mio grande sollievo, lo vedo ancora lì, esattamente com’era quando siamo giunti. Sento l’acqua carezzarmi i fianchi e sollevare appena la mia gonna. I miei respiri si fanno più tranquilli e mi lascio cadere all’indietro, stendendomi sulla superficie liscia della roccia. Asra è steso accanto a me ed il suo respiro è ancora affannato, ma è comunque intervallato da una risata allegra.
“Ce l’hai fatta, Hanan! Hai ricordato! Ero così preoccupato che… Adesso vorrei solo stringerti forte!”
Io rido, contagiata dalla sua risata. Lo sbircio mentre si china su di me e tutta la tensione sembra scivolare via dal mio corpo, tutta in una volta.
“Allora stringimi forte…”
“Uh?”
Ci guardiamo per un secondo, lui confuso, ma io no. Io so esattamente cosa voglio da lui ora, so di cosa ho bisogno, dopo averlo assaggiato. Non smetto mai di guardarlo, perché i miei occhi non ne hanno mai abbastanza del suo viso, dei suoi sguardi, del suo sorriso. Ogni suo dettaglio è prezioso e ne sono avida. La sua risata cristallina risuona nella caverna come musica, unita all’acqua che scorre intorno a noi. Non potrei mai desiderare nulla di meglio al mondo.
“Me lo concedi? Devo essere davvero fortunato.”
Dice lui, con quel sorrisetto ruffiano che mi fa letteralmente impazzire. Una risatina maliziosa segue le sue parole e non fa altro che far crescere il mio desiderio.
Lentamente, le sue braccia circondano il mio busto e con le mani mi spinge contro di sé. Mi sovrasta con la sua presenza, per nulla ingombrante. Anzi, mi fa sentire totalmente al sicuro e a casa. I nostri visi tanto vicini da percepire il suo respiro caldo sulle mie labbra. L’acqua ci bagna le gambe, come una carezza contro i miei fianchi e la sua schiena. I suoi occhi cercano i miei, avidi, ed un lieve rossore gli tinge il viso.
“Sei stata magnifica. Mi stavo preoccupando per nulla… Devo assolutamente smetterla di sottovalutarti, Hanan.”
Le mie braccia circondano le sue spalle, le mie mani si avvinghiano alla sua camicia e lui rinforza la stretta su di me, finché i nostri corpi non aderiscono perfettamente.
“Non sai quanto mi è mancato stringerti a me così. Mi sono sempre chiesto se avrei avuto mai un’altra occasione per farlo…”
I suoi occhi si abbassano sul mio petto, le sue lunghe ciglia bianche sono ancora bagnate e sembrano imperlate di rugiada. Non riesco a distogliere lo sguardo. Asra si sporge di più, allungandosi per donarmi un bacio sul collo, poi sulla guancia. Posa la sua fronte sulla mia e i suoi riccioli candidi dipingono rivoli d’acqua sulle mie tempie e sulle mie orecchie. Ma cos’è che lo trattiene?
Lo sento chiaramente, si sta fermando, non va oltre. Cosa lo spaventa? Ormai sappiamo entrambi ciò che è accaduto proprio qui. Il ricordo che ho vissuto ancora vivido nella mia mente, così forte da farmi battere il cuore all’impazzata. Ha paura che io lo respinga? Deglutisco e quasi trattengo il respiro, nel sentirlo stringermi più forte.
“Asra?”
Mi dona un bacio sulla guancia e poi si solleva, quanto basta per potermi osservare in viso. Sembra teso.
“Stai bene? Il tuo respiro… si è fatto flebile.” Chiede, apprensivo. Una mano che si poggia sul mio petto all’altezza del mio cuore.
Mi ruba un sorriso intenerito, nel vederlo così in imbarazzo.
“T-ti ho stretta troppo forte? Scusami io…”
Lo sento allentare appena la presa, mentre le sue dita percorrono le mie vertebre come se le stessero contando. Mi sento così leggera in questo momento che potrei volare. Lui si tranquillizza un po’, donandomi il suo sorriso sbarazzino da piccola volpe.
“Voglio che tu stia bene il più possibile. E poi così rischio di stritolarti letteralmente!”
Sorride, per poi rilasciare un sospiro profondo, scivolando un po’ di più nell’acqua. Le sue braccia avvolte intorno alla mia schiena si abbassano fino a cingere i miei fianchi. Si appoggia con una guancia fresca ed umida sul mio seno. Rimane per qualche secondo così, ad ascoltare il battito del mio cuore. Istintivamente porto una mano tra i suoi capelli, come se dovessi in qualche modo essere io a proteggerlo, in quel momento. Lo accarezzo, lasciando che stia così finché ne sentirà il bisogno.
“Non mi prendevo uno spavento del genere da tanto… E menomale che dovevo essere io quello che doveva mantenere la calma! Non ci ho dovuto nemmeno pensare sopra, mi sono solo tuffato e splash!”
Gli carezzo i capelli con fare materno, lui stringe di più la presa facendo aderire di più il viso al mio petto. Sospiro e lui sorride.
“…Ed ora ho bisogno di sentire il battito del tuo cuore per stare tranquillo.”
Il suo viso sprofonda tra i miei seni. Sento le sue labbra baciare la mia pelle, dove dovrebbe trovarsi il cuore. Il suo respiro caldo mi fa rabbrividire di piacere e un leggero gemito lascia le mie labbra.
“Mmm… Asra…”
Solleva lo sguardo nel sentirsi richiamato da me, i nostri occhi si incrociano per un istante e lui ancora una volta mi regala quel sorriso familiare e dolce che tanto amo. Bacia ancora una volta il mio petto, sussurrando contro la mia pelle. Sento il suo respiro caldo ancora una volta farmi venire la pelle d’oca.
“Tu non hai idea di cosa non farei per questo battito. È il suono che amo di più al mondo.”
Mi ritrovo ad ansimare, per la sua stretta che si fa davvero salda attorno alla mia vita. Le sue labbra che con insistenza cercano la pelle del mio petto come se volesse davvero raggiungere il mio cuore e baciarlo. Il battito è veloce e sento un forte calore irradiarsi dal mio cuore e pervadermi completamente. Mi sento leggera, felice. Lui stesso si accorge di come i palpiti sono aumentati e sorride, divertito.
“Heheh! Sta andando più veloce…”
Ancora un altro bacio intenso. Le sue dita che si avvinghiano sulla mia veste dietro la mia schiena. I miei abiti completamente bagnati aderiscono totalmente alle mie forme esili, non lasciando più nulla all’immaginazione. Ma non mi importa. Non mi importa finché siamo soli io ed Asra.
“Hanan… Hai idea di cosa ne sarebbe di me, se dovesse mai succederti qualcosa?”
Domanda con voce spezzata, sinceramente angosciato dall’idea che lui stesso sta proponendo. Mi sporgo, con l’urgenza di guardarlo negli occhi. Quegli occhi che non ho mai visto guardarmi così intensamente. Un senso d’ansia mi pervade, nel vederlo così scosso.
“Che vuoi dire? Che ne sarebbe di te?”
Reciprocamente, serriamo la presa come se non ci bastasse la vicinanza dei nostri corpi, in questo momento. Lo vedo nascondere il viso contro il mio seno mentre un profondo sospiro scuote il suo petto. Sta anche tremando, adesso, ed io cerco di tranquillizzarlo con le mie carezze ed i miei baci delicati tra i suoi capelli.
“Che cosa mi accadrebbe… vuoi davvero saperlo?”
Si discosta appena dall’abbraccio, quanto basta per potermi guardare negli occhi. Col suo movimento, una piccola onda d’acqua fresca mi scorre lungo i fianchi e la vita, facendomi rabbrividire.
“Perderei tutto. TUTTO. Perderei la mente, la ragione, qualsiasi cosa. Mi hai visto, sono saltato nell’acqua per raggiungerti senza nemmeno pensare prima di agire. E se fosse successo qualcosa di terribile? Se non avessi dovuto interferire?”
Deglutisce, ed io mi faccio pensierosa, turbata. Non credevo che i suoi sentimenti per me fossero forti fino a tal punto. Sento il bisogno di tranquillizzarlo, con tutta me stessa, ma per ora lo lascio parlare. Deve parlare, perché finalmente si sta aprendo un po’ con me.
“Questa sorgente è potente, sarebbe potuto succedere di tutto! Tipo, che so, avremmo potuto scambiarci i corpi per errore!”
E d’improvviso diventa rossissimo e tutta l’ansia che lo sta logorando si placa per un secondo. Io stessa, a quell’ultima frase, mi rendo conto di essermi messa a ridere.
“Addirittura?”
Gli chiedo, con leggerezza, sperando di riuscire così a tranquillizzarlo. Una mano che indugia sul suo viso in una carezza. Il mio pollice che sfiora il suo zigomo.
“Beh sì, in effetti… quello avrebbe potuto essere un risvolto curioso degli eventi!”
“Che scemo…”
Lo spingo appena, giocando un po’ con lui, e la sua risata dolce, simile a quella di un bambino, riempie di nuovo la caverna con mio enorme sollievo. Prendo il suo viso con entrambe le mani.
Non resisto oltre. Quelle labbra mi attirano a loro più di qualsiasi magia.
Non si aspettava questo mio bacio improvviso. Lo sento sussultare inizialmente, poi incalza, rendendomi il bacio e intensificandolo. La sua pelle scivola contro la mia come se fosse la cosa più naturale del mondo. Mi stendo sulla schiena e lui mi sovrasta di nuovo, senza sciogliere le nostre labbra nemmeno per un secondo. Le mie mani ferme sul suo viso come se avessi timore a lasciarlo andare, mentre le sue scivolano sotto le mie vesti, a cercare la mia schiena. Ci separiamo solo quando entrambi necessitiamo di riprendere fiato.
“Tu ti preoccupi troppo, Asra…”
Gli dico piazzandogli un piccolo bacio sulla punta del naso. Lui soffia una risatina, dal solletico che gli ho fatto con quel gesto.
“Lo so… Scusa se mi è preso il momento malinconico, prima… Ma mi farò perdonare intanto che torniamo indietro, promesso!”
Torniamo indietro? Oh, cielo. In effetti mi ero quasi dimenticata di quanto siamo scesi in profondità! Ho completamente perso la cognizione del tempo, per via dell’incantesimo e del ricordo e… beh, devo ammettere che stare così in intimità con Asra è talmente piacevole che non vorrei smettere mai. Ma la strada del ritorno è lunga, in effetti. Non ho per niente voglia di tornare in quei tunnel bui e umidi, sinceramente.
“Mmm… Vero, i tunnel…”
Mormoro, mordendomi le labbra e spostando lo sguardo verso l’ingresso della caverna, dove si trovano le gallerie.
“Ehi, calmati. Non preoccuparti.  Prima voglio mostrarti un’ultima cosa.”
Si tira su, sciogliendo il nostro abbraccio. Mi aiuta ad alzarmi e sistemarmi meglio la veste. Poi un suo braccio cinge le mie spalle, mentre con l’altro gesticola per mostrarmi le pareti della caverna.
“Allora, riesci a vederlo?”
 
Non riesco a credere ai miei occhi! La caverna è… è… Bellissima
Tutto intorno a noi è diverso, ed io ero così avvinghiata a lui, concentrata sui suoi occhi e sul suo viso che non me n’ero minimamente accorta poco fa! L’intera caverna è decorata da marchi luminescenti, disegni arcani lasciati da tutti i maghi che sono passati di qui. Riesco a riconoscere alcuni segni. Simboli mistici, sacri, alcuni fatti sicuramente per devozione, altri sembrano esperimenti… alcuni sono realizzati per puro divertimento a quanto pare. Il mio sguardo è totalmente rapito, mi sento ipnotizzata da tutta questa luce azzurra ed incantevole. Seguo le scie ed i segni che alla fine sembrano indicare… Oh! Quella è una via d’uscita! Una che prima, chiaramente, non era lì! Tiro un grande, profondo sospiro di sollievo ed Asra se ne accorge.
“L’hai vista eh? Se riesci a vedere tutto questo, sei riuscita ad aprire gli occhi… potrebbe non essere una cosa permanente, quindi non sprechiamo l’occasione, mh?”
Asra si sporge a darmi un bacio di volata sull’angolo delle mie labbra, quindi mi prende per mano, guidandomi perché non finisca di nuovo nella sorgente. Seguiamo la scia magica mano nella mano, lasciandoci guidare ciecamente da quei segni luminosi. Mi chiedo dove ci condurranno.
 
 ---

Note dell'autore: stavolta ho pubblicato un po' prima perché i prossimi giorni saranno un po' il delirio causa esami... spero di riuscire a rimanere più o meno regolare! 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Arcana. A Mystic Romance / Vai alla pagina dell'autore: LuLuXion