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Autore: Sakkaku    11/02/2020    2 recensioni
Una vacanza nel deserto con un gruppo di amici. Cosa potrà mai andare storto?
Premessa: è una storia demenziale scritta all'una di notte per colpa dell'insonnia... non troverete nulla di sensato.
Genere: Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amaca nel deserto


 

Dolph era stufo di stare in sella al cammello. Si era immaginato una vacanza piacevole, invece si ritrovava a cavalcare un animale scomodo che dondolava da una parte all'altra, facendogli venire la nausea.
La meta era ancora lontana e lui già non ce la faceva più. Il resto del gruppo con cui viaggiava invece, era euforico. Gli amici continuavano a scherzare, ridere e fare fotografie con il telefonino.
“Come diavolo fanno a sopportare questo caldo e la puzza del cammello?” pensò Dolph, sbuffando per la centesima volta.
Si era immaginato di passare l'intera vacanza a bordo piscina, di un hotel di lusso, a bere alcolici, rilassarsi e farsi fare massaggi.
“Questa è l'ultima volta che farò un viaggio organizzato da altri. Non ci si può mai fidare, la gente ha delle idee strane sul significato di relax e divertimento” decise Dolph.
Il cammello stufo del suo malumore, iniziò a scrollarsi, facendo traballare il suo fantino.
«Brutta bestiaccia!» inveì Dolph «Stai fermo, maledetto!»
Le sue grida spaventarono l'animale che smise di ascoltare il beduino, con un colpo secco disarcionò Dolph, facendogli sprofondare la faccia nella sabbia.
Questo fece ridere i suoi amici, iniziarono a fare delle fotografie come ricordo indelebile della sua caduta.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. La sua pazienza si era esaurita. Rosso in volto, Dolph si alzò, staccò il suo zaino dal cammello e si allontanò, incurante dei richiami degli amici e della guida.
Il sole era rovente, poteva sentire il calore salire dalla sabbia. Dolph sentiva sfrigolare le suole delle scarpe da ginnastica, oramai completamente ricoperte di sabbia. Dalla fretta di allontanarsi si era dimenticato la borraccia, per fortuna era abituato a bere poco. Il paesaggio era monotono, composto da dune alte e basse, raramente vedeva qualche cactus che osava crescere in quella landa, per il resto non incontrava anima viva. Neppure una vipera cornuta del deserto o uno scorpione. Probabilmente se ne stavano rintanati, per evitare il sole cocente. Dopo aver camminato per un'infinità di tempo, o almeno così pareva a Dolph, fu fortunato a trovare una piccola oasi.
Quando si avvicinò, vide una volpe del deserto intenta ad abbeverarsi nella pozza d'acqua. Udendo dei passi, l'animale alzò il muso, pronto a scappare, non reputando l'umano un pericolo, riprese a bere.
«Anche tu in cerca di un posto quieto, eh?» affermò Dolph «Puoi restare finché vuoi, almeno tu sei silenzioso a differenza dei miei amici.»
Il giovane si rinfrescò e dal suo zaino estrasse la sua fedele amaca che attaccò alle estremità di due palme, l'una in faccia all'altra. Dolph usò la sciarpa di cotone per coprirsi il volto, per evitare di ustionarsi, dopodiché si sdraiò sulla sua amaca, pronto a rilassarsi. Dopo pochi istanti si addormentò.
Dolph si svegliò quando qualcosa gli bagnò il volto. All'inizio pensò che si trattasse di una nuvola di passaggio. Si mise subito a sedere, ma appena udì le risate dei suoi amici, si immobilizzò. Si tolte la sciarpa dal viso ed allora capì cos'era appena successo: il cammello aveva urinato sulla sua faccia. La cosa che lo sconvolse maggiormente, fu che si ritrovava seduto sull'amaca, praticamente appoggiata sulla sabbia. Le palme e l'oasi parevano essersi dissolte, non era rimasto un singolo ciuffo d'erba a comprovare la sua esistenza.
«La guida dice che devi aver avuto un miraggio, perché nessuno ha mai tirato fuori un'amaca per sdraiarsi in mezzo al deserto» lo derise un amico, gli lacrimavano gli occhi per le troppe risate.
Dolph si alzò in piedi stizzito, pestando i piedi, raccolse la sua amica, arrotolandola senza una logica e infilandola nuovamente all'interno dello zaino. Lui era sicuro al 100% di quello che aveva visto, aveva incontrato una volpe del deserto in quell'oasi, ne era certo.
La sua disavventura divenne una barzelletta tra le guide e gli altri abitanti del posto: lo indicavano chiamandolo “l'amaca del deserto” perché sebbene molti turisti e visitatori, avevano preso un abbaglio per via del caldo, il giovane era stato l'unico a non comprendere di essere vittima di un miraggio. Dal canto suo Dolph, appena ebbe l'occasione, appiccò un falò per bruciare l'amaca, promettendo a se stesso di non usarne mai più una, nemmeno se si fosse recato in qualche isola caraibica.

  
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