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Autore: VvFreiheit    12/02/2020    0 recensioni
Di ritorno dalla fredda Parigi, Mika si incontra nella sua casa di Milano con il suo team, per la pianificazione di Stasera Casa Mika. Con lui anche Andy e...la più classica delle influenze che si piglia puntuale come un orologio svizzero. Mikandy in una nuvola di fluff.
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"Hai un faccino stanco..." aggiunse lasciandogli una carezza in viso e prendendosi quindi carico della sua borsa per riporla sull'appendiabiti accanto.
Mika annuì tossendo un paio di volte e tirando su col naso, cercando il fazzoletto nelle tasche dei jeans.
"Come va il raffreddore?" chiese Andy premuroso, passandogli il suo fazzoletto notando come quello del compagno fosse ormai da lavare.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimase nel suo mondo per una mezz'oretta inoltrata guardando una vecchia pellicola di Orson Wells di cui stava studiando la tecnica del long shot di cui il regista era un maestro e precursore. La sua attenzione venne distolta da un impeto di tosse che scombussolò la figura addormentata accanto a sé facendola agitare sul divano.

Si alzò mettendo in pausa il film e si avviò verso la cucina per recuperargli un bicchier d'acqua e già che era di strada portare con sé il termometro e una bustina di tachipirina, sicuro che a quel punto ne avrebbe avuto bisogno.

Quando tornò in salotto, quello che vide lo fece sospirare e accigliare di nuovo. Mika risvegliatosi dal suo sonno, aveva udito chiacchierare in italiano e aveva immediatamente distinto la voce della sua capa. Imbarazzato per essersi addormentato prima ancora che arrivasse si era quindi messo seduto sul divano e stava ora osservando la tavolata e ascoltando il discorso sfregandosi il volto come per svegliarsi del tutto.

Andy gli si avvicinò con il bicchiere di acqua porgendoglielo e attirando su di sé lo sguardo contrariato del suo ragazzo che gli rimproverò di averlo lasciato dormire "Perché cavolo non mi hai svegliato?!" quasi ringhiò in un sussurro tossendo di nuovo.

"Ma ti sei visto?" gli chiese di rimando il biondo forzandolo con una mano sul petto a tornare a sdraiarsi sul divano almeno per un attimo e negandogli così la vista della tavolata, coperta dallo schienale del sofà.

"Devo and..." si impuntò però il riccio facendosi forza per rialzarsi di nuovo, ma Andy lo anticipò: "ti lascio andare ma prima stai tranquillo un attimo per favore?" gli chiese dolcemente ma con fare autoritario mostrandogli il termometro così da fargli capire le sue intenzioni e patteggiando i loro rispettivi voleri.

Mika sbuffò infilandosi il piccolo cilindro bianco sotto al braccio e mettendo un broncio teatrale giusto per il gusto di far sentire il suo ragazzo in colpa.

"Contento?" chiese in un sussurro, sfidandolo. Ma Andy non stette al gioco e gli cancellò l'aria corrucciata prendendogli il viso rovente tra le mani tiepide e lasciandogli un bacio sulla punta del naso.

"Adesso bevi questo e poi ti lascio andare a lavorare, stakanovista, ok?" gli disse sventolandogli davanti al viso la bustina bianca e rosa. Con quel visino arrossato e gli occhioni nocciola lucidi gli faceva una tenerezza assurda. Se lo sarebbe coccolato volentieri se non ci fossero state 4 persone sedute al tavolo giusto a un paio di metri da loro.

Il termometro annunciò il suo verdetto con un lampeggiante 39.2, Andy sciolse la polverina bianca nell'acqua e non appena l'ultimo sorso fu sparito nello stomaco del riccio, quest'ultimo si alzò in tutta fretta, dribblando la figura sedutagli accanto e aggirando il divano per prendere posto al tavolo.

"Scusatemi per prima, Andy non mi ha sveiato" disse il ragazzo in italiano annunciandosi alla squadra e prendendo posto ad una delle sedie vuote.

"Ciao Mika" lo salutò Ilaria con un cenno della mano e un sorriso dolce, a cui lui rispose imbarazzato.

"Credevo tu mi chiamasi Penniman, invece Mika va bene" osservò con sollievo il giovane, abituato a sentirsi chiamare per cognome dalla donna ogniqualvolta fosse scontenta di qualcosa che lo riguardasse.

L'italiana si lasciò andare ad una risata condita da un buffetto affettuoso su un guancia, osservando gli occhi espressivi ma velati da un luccichio e da un rossore atipici.

"Come potrei arrabbiarmi con uno che parla italiano da tre anni e pur appena sveglio e febbricitante mi azzecca i congiuntivi?" chiese facendo alzare un'ovazione dalla tavolata che fece perfino voltare la testa a Andy dal suo ipad per rivolgerla dietro di sé.

"Grazie" disse solamente il ragazzo, alzandosi e andando a recuperare il pc dal ripiano dove Andy lo aveva lasciato prima di cena, per mostrare l'ultimo scritto alla sua capa.

"Questo è l'inizio del monologo che ho scrito per la prima sera" disse girando lo schermo del suo MacBook verso la tavolata e attendendo che i ragazzi lo leggessero.

"Stupendo" ammise Ilaria in tono serio, sottolineando l'importanza di ciò che pensava "Il bello è che riesci sempre a stupirmi, e dovrei saperlo ormai che con le parole ci sai fare alla grande..." aggiunse annuendo orgogliosa della perla di artista su cui aveva messo le mani.

"Ma ancora devo finirlo" si premurò di precisare il riccio in tono autocritico "stasera la mia testa è un po' confusa, io finisco domani" ammise grattandosi la nuca e reprimendo uno sbadiglio.

"Ma sì, non c'è fretta" lo rassicurò la donna, impietosita dal viso stanco che la osservava in attesa di una risposta, lasciandogli un sorriso.

La discussione si spostò quindi su alcuni dettagli tecnici di cui gli italiani chiacchierarono a lungo e riguardo ai quali, ad un certo punto, chiesero anche il parere dell'altro regista nella stanza.

Andy si alzò dal divano, raggiungendo la combriccola e prese posto a capotavola accanto al suo ragazzo e a Ilaria, discorrendo sulla maniera migliore di filmare l'intro e ipotizzando diverse tecniche di montaggio per le riprese in esterna.

Mika fu grato ai colleghi di aver interpellato il compagno, perché in quel modo la lingua di discussione si dovette spostare dall'italiano, in cui ormai faticava a connettere, all'inglese, che il suo cervello fortunatamente processava senza troppa dispersione di energie.

Si unì di nuovo alla conversazione un paio di volte, ma quando il discorso si fece troppo tecnico, il libanese alzò definitivamente bandiera bianca, sorreggendosi il viso con la mano il cui gomito era saldamente puntellato al tavolo, e limitandosi ad ascoltare distrattamente.

"Perfetto, direi che si potrebbe fare come dite" annuì soddisfatta la direttrice, prendendo alcuni veloci appunti su un taccuino rosso e rivolgendo un cenno di assenso a ciascuno dei suoi ragazzi. Quando lo sguardo si fermò sulla figura a capotavola, la 50enne non poté reprimere un moto di tenerezza del notare il perennemente adrenalinico e scoppiettante Mika dormicchiare con il capo sorretto dalla mano in una posizione che sembrava tutto fuorché comoda.

Andy notò il suo sguardo e sorrise a sua volta. "Si ostina a voler fare il supereroe, ma a tutto c'è un limite" ammise il greco scuotendolo a malapena, cercando di svegliarlo ma ottenendo solo un mugolio infastidito e il cambio di posizione con la testa che andò a quel punto a finire sul braccio ora disteso sul piano liscio del tavolo.

Dal tavolo si alzò un coro di risatine intenerite mentre Andy scuoteva la testa rassegnato.

I ragazzi iniziarono a sistemare ognuno le proprie cose, pronti a lasciare l'appartamento milanese e far ritorno alle loro case. Ilaria e Ivan furono i primi a lasciare la squadra, dovendo viaggiare nella stessa direzione, mentre Sarah si intrattenne brevemente, concludendo un veloce discorso con Andy, e Giulio attendeva di poter fare ritorno a sua volta, dopo aver accompagnato lei non troppo distante da dove abitava.

"Serve una mano con il bello addormentato qui?" chiese il manager appoggiando una mano in volto all'artista, constatando come fosse di nuovo bollente al tatto.

Andy scosse la testa trattenendo a sua volta uno sbadiglio. "Ti ringrazio ma me la vedo io. Se non si sveglia lo lascio a dormire dove sta." Disse con un ghigno malefico a cui ne Sarah ne Giulio credettero per nulla.

Poi mentre l'uomo si allontanò per raccattare il suo giubbotto si rivolse alla ragazza "Ah e Sarah... Non è la cosa più semplice del mondo convivere con questo individuo qui, preparati!" la mise in guardia, tornando al discorso di prima. La bella attrice rise di gusto, poi tornando con lo sguardo su Mika ammise ciò che le stava frullando in testa. "Guarda è talmente geniale e tenero anche quando è esausto e malato che credo azzeri tutto il resto. E tu lo sai meglio di chiunque altro, ammettilo..." gli disse con uno sguardo birichino di chi ha scoperto un bambino a mentire. 

Andy chiuse il pc del ragazzo ridacchiando alla battuta di Sarah, a cui non poteva che dar ragione, per poi salutare entrambi e accompagnarli alla porta.

Ritornò in salotto dando un fugace sguardo all'orologio appeso sopra il mobile del salotto, segnava le 23:30.

Poi si voltò verso il tavolo ora semi sgombro dai fogli che lo avevano invaso durante tutto il pomeriggio e la sera, sospirando alla vista del suo ragazzo profondamente addormentato con il capo poggiato sul braccio piegato sulla superficie candida.

Gli si portò vicino già figurandosi la lotta che avrebbe dovuto portare avanti per svegliarlo e convincerlo a seguirlo a letto. Poggiò una mano sulla schiena avvicinandosi al suo viso e sussurrandogli il suo nome alcune volte, senza ottenere nulla più che un flebile mormorio contrariato.

"Dai su, poi ti lascio dormire giuro" cercò di spronarlo passando le mani sotto le sue braccia da dietro nel tentativo di portarlo a scollarsi dal suo adorato tavolo trasparente.

Sentendosi venir meno l'appoggio, che fino a quel momento lo aveva sostenuto, si costrinse a socchiudere gli occhi, non molto pronto all'idea di incontrare la accecante luce del salotto.

Andy però si era già premurato di spegnerla e lasciare che l'ambiente fosse illuminato solamente dalla fioca luce del salottino adiacente.

Sbattendo le ciglia un paio di volte, mise a fuoco ciò che aveva attorno e osservò un attimo stranito la stanza, che da come gli risultava prima di crollare addormentato, si ricordava non essere così... vuota.

"Sono appena andati" gli spiegò il greco, notando l'espressione poco convinta e posandogli una mano sulla spalla così che gli prestasse attenzione.

"Che ne dici di andare a letto e lasciar da parte definitivamente il tuo stakanovista fare da supereroe?" chiese lanciandogli un'occhiata di affettuosa presa in giro "che tra l'altro non ti è riuscito granché bene stasera..." aggiunse con un ghigno saccente che provocò la reazione stizzita del libanese, il quale rispose corrucciandosi e lanciandogli un'occhiata acida.

Andy rise a quel faccino da fanciullo, porgendogli una mano per alzarsi che però Mika ignorò, troppo orgoglioso per farsi aiutare da chi lo stava, pur amorevolmente, prendendo in giro.

Il riccio si avviò lentamente verso la camera da letto, stropicciandosi gli occhi che non sembravano voler restare aperti a lungo e quando, aperta la porta della sua stanza, vide il letto li chiuse definitivamente buttandovici sopra a peso morto, decisamente a corto di energie residue.

Andy spense le ultime luci in giro per casa, riempì la ciotola d'acqua, ormai vuota, per i cani e poi si spostò a sua volta in camera, portando con sé ciò che gli sarebbe servito per Mika.

Entrò andando quasi a sbattere contro lo spigolo del comò, ma riuscì ad arrivare al suo lato del letto senza ulteriori incidenti e finalmente accendere l'abat-jour.

Il compagno era già steso pancia sotto sopra le coperte, in centro perfetto al materasso, occupandone due terzi pur raggomitolato com'era.

Il greco gli si avvicinò e lo spostò poco più in là, recuperando lenzuola e coperta da sotto di lui al di sotto delle quali Mika sgusciò all'istante.

"Vieni qui?" chiese in un bisbiglio, allungando una mano verso il lato vuoto del letto e puntando gli occhi semi-chiusi verso il biondo che si stava in quel momento cambiando in pigiama.

Andy si voltò trovandosi la figura del compagno che lo scrutava con occhi imploranti e sorridendo innamorato.

"Se me lo chiedi con quegli occhioni da gattino come faccio a dirti di no..." chiese Andy prendendo posto sul letto e sporgendosi verso di lui. Mika sorrise arricciando il naso e rabbrividendo appena quando Andy gli avvolse il viso con le grandi mani fresche, avvicinandosi poi a lasciargli un lungo bacio in fronte.

"Quanto scotti amore mio" constatò prendendosi un breve istante per rimirare il viso della sua metà, che ad occhi chiusi si lasciava andare alle sue attenzioni.

Si separò da lui per un attimo, andando a recuperare un paio di cose dal comodino per sincerarsi della situazione e si stupì quando avvicinandosi a lui e scoprendolo leggermente, Mika non protestò e si lasciò infilare il termometro sotto al braccio. Gli si stese accanto portando una mano ad accarezzagli i capelli, che non essendo stati domati col gel dopo la doccia ricadevano a ciocche morbide sulla fronte, lasciandogli poi un veloce bacio sulla tempia. Come sentì le labbra del suo amato posarsi dolcemente sul suo capo si strusciò a lui, cercando ancora più contatto fisico.

"Siamo coccoloni stasera..." bisbigliò piano, affondando il viso nei capelli castani e sorridendo.

Mika annuì appena percettibilmente, facendo ridere Andy di gusto. "E lo ammetti pure...!" disse passando le dita sul torace del ragazzo, facendolo scostare appena.

Il trillo del termometro interruppe momentaneamente il momento di coccole tra i due, Andy intrufolò una mano sotto alla felpa del riccio, estraendolo e leggendo con un sospiro rassegnato ciò che riportava.

"39.6, e meno male che eri solo stanco..." asserì il greco, ricordandogli come gli avesse risposto solo poche ore prima, quando già il più giovane aveva invece capito come stessero le cose.   

Mika aprì gli occhi per un breve istante per alzarli al cielo e guardare il compagno con aria contrariata ma ormai rassegnata. "Smettila di prendermi in giro" borbottò voltandosi dall'altra parte e tossicchiando appena e rubando tutte le coperte.

"Dai permalosetto, scherzavo." Disse col tono di un bambino che cerca di scusarsi con l'amichetto imbronciato. "Come scei sciuscettibile" disse poi imitando Sid, il bradipo dell'era glaciale, infilando la testa tra la nuca e il collo del suo ragazzo, lasciandogli un paio di bacetti.

Mika a quelle parole non ci riuscì proprio a trattenere una risata divertita. Andy che con la sua vociona profonda cercava di imitare i personaggi dei cartoni era esilarante.

Il riccio decise quindi di concedergli una tregua e tornò a voltarsi verso di lui. Il biondo ci mise mezzo secondo ad accoglierlo e avvolgerlo tra sue braccia, e ancor meno ci mise Mika ad accoccolarvisi addosso. "Buona notte amore" gli disse Andy lasciandogli un ultimo bacio tra i ricci e ricevendo una risposta piuttosto incomprensibile, ovattata dalla maglia, dalle coperte e dal suo petto nel quale il suo viso era affondato.

La notte iniziò tranquilla ma proseguì in maniera non troppo pacifica. La congestione di Mika lo svegliò alle 4, il suo naso era completamente chiuso e sentiva un fastidio alla gola che gli dava l'impulso di dover tossire ininterrottamente.

Cercò di trattenersi il più possibile, sia per non svegliare il compagno che per non iniziare un impeto di tosse che sapeva non lo avrebbe più lasciato in pace, ma dopo un momento fallì miseramente, lasciandosi andare al volere del suo fisico.

Il biondo si svegliò udendo la congestione avere la meglio sul suo ragazzo e trovandolo seduto in centro al letto con un'espressione dolorante e al contempo assonnata.

"Vado..." disse tossendo "a farmi una..." continuò fermandosi un'altra volta "...camomilla" concluse sgusciando fuori dal letto e dirigendosi verso la cucina prima che Andy potesse connettere abbastanza da impedirglielo.

Il greco sbadigliò pesantemente, passandosi una mano in viso e buttando un occhio alla sveglia sul comodino, lasciandosi andare ad un respiro profondo e ributtandosi sui cuscini intenzionato a svegliarsi un po' meglio e poi seguire Mika in cucina.

Ovviamente i suoi propositi non funzionarono e cullato dal tepore delle coperte, ci mise meno di 5 minuti a tornare tra le braccia di Morfeo.

Mika intanto si era incamminato verso la cucina per prepararsi una camomilla, ma rabbrividendo al cambio di temperatura tra corridoio e cucina venne scosso da un brivido, accorgendosi quindi di avere addosso solo una maglia a maniche corte. Con tutta probabilità doveva aver sudato durante la notte e doveva essersi levato la felpa e essere rimasto in t-shirt che a sua volta era divenuta ormai umida. Girando per la sala aveva trovato una felpa pesante usata da Andy quando usciva coi cani e non ci aveva pensato due volte a levarsi la maglietta e infilarsi quella.

Ora se ne stava seduto al tavolo delle cucina, attendendo che l'acqua bollisse si era servito una generosa quantità di miele nella tazza con cui stava giocherellando, alzando il cucchiaino e osservando il denso liquido dorato scendere a grossi goccioloni e ricompattarsi sul fondo.

Melachi e Amira si erano a loro volta accoccolate, riposando sotto e accanto la sua sedia.

L'ambiente era surrealmente silenzioso e tranquillo.

Si soffiò il naso per l'ennesima volta senza ottenere grossi risultati ma beandosi comunque del sollievo che stare in posizione seduta stava dando al suo naso tappato e alla sua tosse.

Fin da piccolo aveva sempre amato gironzolare per casa di notte mentre il resto della sua famiglia dormiva. Adorava la sensazione di benessere che l'oscurità e la pace silenziosa delle ore più inoltrate, avvolte dalle tenebre e dall'oblio, sapeva donargli.

Era durante la notte che aveva scritto alcune tra le sue più belle canzoni e sempre nel silenzio di quell'atmosfera aveva preso alcune tra le più importanti decisioni della sua vita.

Il gorgoglìo delle bolle nel pentolino lo avvolse e lo riportò alla realtà, facendolo alzare dal tavolo, recuperare il bollitore e versare il liquido sopra la bustina. Tornò al suo posto, avvolgendo con le mani la tazza bollente e godendosi quel calore quasi doloroso, riportando la testa altrove.

Il traffico milanese scorreva lento e quasi inesistente fuori dal balconcino della finestra a cui finì per affacciarsi, la frenetica città italiana era anch'essa avvolta da quell'aura tranquilla e ovattata che solamente a quelle ore tarde riusciva a concedersi.

Gironzolò distrattamente per l'appartamento, trovando alcuni fogli lasciati sul tavolo la sera prima dalla sua squadra. Erano appunti chiaramente scritti con la calligrafia di una donna, Sarah o Ilaria, in italiano. Li raccolse e adocchiando il divano li portò con sé andando ad accomodarsi con la tazza di camomilla nell'altra mano.

Leggendo ciò che vi era scritto, vennero portati alla memoria alcuni frammenti di discussione della sera prima, di cui lui ricordava però poco o nulla, talmente era stato stanco e poco connesso con il mondo esterno. Ci fu una parola in tutto quello però, che gli fece balenare in testa un'idea che poteva usare nel suo monologo sulle parole che aveva iniziato ma non ancora finito.

Si alzò velocemente dal divano e andò a prendere il pc chiuso, riaccomodandosi e accendendolo ormai impaziente di mettere per iscritto la sua geniale ispirazione del momento.

Si prodigò a correggere alcune cose che non lo convincevano ed a sistemarne altre e poi preso da un moto di orgoglio si armò di pazienza e, non senza fatica, tradusse tutto in italiano. Un paio di orette buone passarono, prima che Mika si accorgesse di essere tornato a rabbrividire sempre più ravvicinatamente e di iniziare di nuovo a percepire il bruciore agli occhi e la testa pesante. Rilesse ancora una volta il tutto e poi decise che per rimediare alla figuraccia della sera precedente, quando si era addormentato per ben due volte in presenza della sua capa, avrebbe mandato una mail alla squadra con il monologo concluso e tradotto, così che alla mattina lo trovassero e potessero esprimere il loro pensiero.

Una volta inviata, si alzò dal divano andando a riporre la tazza nel lavandino e poi ciondolò di nuovo assonnato verso il letto, ben attento a non svegliare Andy.

 

  
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