Crossover
Segui la storia  |       
Autore: Saeko_san    14/02/2020    0 recensioni
[Crossover multiverso]
Due amici d'infanzia, provenienti da una terra lontana, si ritrovano nella necessità di cominciare un lungo viaggio per salvare il padre di lui e il villaggio in cui vivono. Il loro viaggio li catapulterà ogni volta in diverse dimensioni, in cui conosceranno Harry Potter e Nihal della Terra del Vento, viaggeranno su Xorax la Sesta Luna, combatteranno a fianco di Eragon e Lily Quench, voleranno assieme a Peter Pan, solo per scoprire nuovi mondi mai nemmeno immaginati.
Lo scopo? Trovare la cura alla Grande Malattia, che Pedro e Taishiro dovranno sconfiggere prima che possa distruggere tutto ciò che hanno conosciuto sino al momento della loro partenza. Avete dunque mai immaginato di viaggiare saltando da una pagina all'altra dei vostri romanzi preferiti? Di volare oltre i confini del mondo e di sconfiggere finalmente le vostre paure di bambini?
Forse siete nel posto (o racconto) giusto: Pedro e Taishiro saranno i compagni di viaggio perfetti per voi e le vostre avventure.
| written between 2005 and 2008 |
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Libri
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 37:
Peter pan e i Bimbi Sperduti
 
 -I nostri nomi sono Taishiro e Pedro, siamo due ragazzi venuti da una terra molto molto lontana per compiere un viaggio altrettanto lungo, pericoloso e importante- disse Taishiro, introducendo tanto se stessa quanto il suo amico –Ma diteci, voi chi siete?-.
 -Io sono Peter Pan e lei è Campanellino- disse il ragazzo, indicando la fatina.
 -Abbiamo una lettera per te- disse Pedro, risoluto.
 
Sentiva che non c’era altro tempo da perdere, visto che quello era l'ultimo luogo sulla lista data loro dalla strega Kim.
Peter prese la lettera. La aprì e la guardò molto attentamente. Poi si rivolse ai ragazzi con fare un po’ spaesato e disse loro:
 
 -Io non so leggere-.
 -Davvero non sai leggere?- fecero loro, spalancando gli occhi e la bocca, pieni di sorpresa.
 -Io sono cresciuto su quest’isola e da queste parti gli unici ad avere dei libri sono i pirati. E poi i loro libri parlano di pesca e di furti, non saprei che farmene-.
 -Allora leggerò io per te- disse Taishiro, prendendo al volo l’occasione.
 
Prese il foglio dalle mani di Peter e lesse ad alta voce:
 
Peter Pan,
So che non sai leggere ma in qualche modo il messaggio di questa lettera ti verrà letto. Io sono uno stregone di nome Ryuso e i ragazzi che avrai certamente incontrato si chiamano Pedro e Taishiro. I due devono adempiere alla loro missione e quindi ti prego di far vedere loro alcuni luoghi della tua isola, loro sapranno cosa cercare. Grazie. Ora ho un messaggio per i ragazzi: dovete fare in fretta nella ricerca del frutto magico in questo mondo, perché le cose a Tabauni e nell'intera Terra di Tsagumi peggiorano. Gerard sta sempre peggio, lo stato di incoscienza è diventato perenne, Matishia stesso e io rischiamo di essere contagiati e non riusciamo a fermare la Grande Malattia in nessun modo; l'intero villaggio è stato messo in quarantena, così come gli altri villaggi-capitale; tutte le comunicazioni con l'esterno, anche magiche, sono interrotte (l'unica ancora rimasta è questa lettera, che sarà probabilmente l'ultima che invierò). Purtroppo abbiamo constatato che il rimedio al morbo non si trova in nessuno dei luoghi magici da voi visitati e, a meno che di non aver fortuna con quest'ultimo mondo, difficilmente lo troverete sull'Isola che non c'è; ormai la "magia del viaggio di Tsagumi" è stata attivata e va completata. Una volta che avrete finito con l’Isola che non c’è, provando in ogni caso a cercare il frutto magico, comparirà per l’ultima volta la Luce Viola, in caso non l’abbiate trovato, come temiamo. Questa volta puntate semplicemente l’Ilv al suo centro e verrete trasportati nella Terra del Mezzo. Io sarò lì ad attendervi per ragionare sul da farsi.
Vostro, il più preoccupato possibile,
                                                                                                               Ryuso
Stregone capo del villaggio di Tabauni, nella terra di Tsagumi
 
P.S. Lasciate i cavalli lì dove siete. Dopo che vi sarete allontanati, torneranno autonomamente da Kim.
 
Taishiro tacque. Pedro le si avvicinò e la abbracciò. In realtà non voleva far vedere che stava trattenendo a stento le lacrime. La ragazza invece piangeva e singhiozzava apertamente. Peter Pan capì al volo la situazione disastrata ed evidentemente difficile per i due ragazzi stranieri.
 
 -Forza ragazzi, non vi preoccupate. Andrà tutto bene. Vi presenterò i miei compagni e vi farò visitare un luogo solo, così potrete continuare la vostra missione, ma vi prego non piangete!-.
 
Campanellino sussurrava indignata. Volò sopra i ragazzi e fece cadere sulle loro teste la sua polverina d’oro. I due smisero di piangere e si guardarono. Arrossirono e si separarono dall’abbraccio e seguirono Peter Pan. Lasciarono i cavalli, prendendo le loro borse, in cui misero le due mantelle di flanella rossa che avevano messo ad asciugare sui dorsi degli animali; si rimisero le scarpe di tela, ormai asciutte, e diedero delle ultime carezze sui musi dei loro compagni equini. Acum e Whailida li guardarono in modo strano, come se avessero capito la gravità della situazione, mentre si allontanavano nel folto della foresta. Dopodiché i due ragazzi si voltarono verso il loro nuovo anfitrione, che cominciò a guidarli dal lato opposto della foresta, fluttuando appena sopra le loro teste. Camminando, Pedro chiese a Peter:
 
 -Come fai a volare?-.
 -In che senso?-.
 -Come fai a volare senza ali?-.
 -Beh, basta crederlo!-.
 -Cioè, basta che io voglia volare e mi sollevo?-.
 -Sì, scemo, lo stai già facendo!- gli gridò Taishiro dal basso.
 
Era proprio vero. Pedro era arrivato al livello di Peter e volava come lui; Campanellino fluttuava improvvisamente felice in mezzo ai due ragazzi, facendo delle linguacce scherzose al suo amico Peter Pan. Pedro si voltò verso Taishiro e disse:
 
 -Vieni anche tu-.
 -Io non sono capace-.
 -Come sarebbe a dire che non sei capace? Ma basta che tu lo voglia e vedrai che volerai!-.
 -Appunto, io non lo voglio!-.
 
Pedro si voltò verso Peter, gli fece un cenno con la testa, e scese da lei. La ragazza aveva la faccia scura.
 
 -Sei ancora in pensiero?-.
 -Sì-.
 -Allora ti porterò io sulle mie spalle-.
 -No, non  ti preoccupare. Io vi seguirò a piedi-.
 -Ma così ci metteremo tantissimo. Campanellino vi ha ricoperto di polvere dorata proprio allo scopo di farvi volare e accorciare i tempi- si lamentò Peter.
 
La fatina gli stava tirando un orecchio e gridando qualcosa nella sua strana lingua sconosciuta. La fatina era ora incredibilmente arrabbiata.
Bisogna considerare che le fatine di questo mondo, poiché sono così piccole, hanno spazio per una sola emozione alla volta[1], non come le fatine di Fairy Oak, più eteree ma certamente più complesse.
 
 -Già. E poi io non voglio che ti perdi la bellezza di volare-.
 
A quel punto Taishiro acconsentì alla richiesta e salì sulle spalle dell’amico. Si sollevarono e per un attimo Taishiro si dimenticò di tutto. Era sulle spalle del ragazzo che aveva capito di amare e stavano volando. Guardò sotto di loro e vide che si stavano allontanando sempre di più dal punto in cui avevano incontrato il ragazzo ed erano un pochino più in alto di Peter Pan e Campanellino.
 
 -Come mai siamo saliti così in alto?- chiese.
 -Perché tu possa dimenticare per un attimo la nostra missione. Anzi perché entrambi la dimentichiamo-.
 -Grazie- disse Taishiro, appoggiando la testa sulla spalla di Pedro.
 -E di cosa?-.
 -Di tutto. Ti voglio bene-.
 
Pedro arrossì.
 
 -Anche io-.
 
Ad un certo punto Peter lì chiamò dal basso. Pedro e Taishiro lo raggiunsero e lui gli mostrò un vecchio tronco d’albero cavo. Smise di librarsi e cadde su uno scivolo costruito all’interno dell’albero. Campanellino lo seguì. Pedro lasciò delicatamente la sua amica sul bordo dello scivolo; si guardarono per un attimo, prima che lei sparisse al suo interno.
Pedro fece lo stesso, urlando come un bambino su una giostra, tanto era divertente e lungo quello scivolo di legno.
All’interno dell’albero c’erano tanti ragazzini festanti, poco più piccoli di Peter Pan che chiesero subito al ragazzo:
 
 -Chi sono, Peter? E chi è lei? Una nuova ragazza che ci racconterà le favole?-.
 -No. Loro sono qui per compiere una missione e noi dovremmo aiutarli. Voi intanto andate nel bosco di Wendy e aspettatemi lì. Io gli farò vedere l’isola dall’alto-.
 
Quando i bambini se ne furono andati, obbedienti e sorridenti, Peter si rivolse a loro:
 
 -Non posso raccontarvi tutto quanto perché non abbiamo evidentemente tempo. Vi basti sapere che Wendy è stata la prima ragazza della mia età a venire su quest’isola. Io mi sono innamorato di lei e lei di me, ma doveva tornare a casa e diventare grande. Vedete, chiunque rimanga qui non cresce, non diventa adulto, rimane per sempre bambino. Poi arrivò Jane, sua figlia. Anche lei dovette tornare a casa ma non prima di aver cacciato definitivamente i pirati da qui. Il bosco nel quale vi ho trovato è dove avevamo costruito la casa di Wendy. Ora dobbiamo andare. Venite-.
 
Pedro prese in braccio Taishiro e risalirono il tronco dell’albero. Peter li portò molto in alto, fino ad arrivare alle nuvole, dove li fece sedere tranquillamente. Le nuvole, soffici più dei cuscini, li reggevano perfettamente.
 
 -Lì- disse indicando una piccola baia –C’è la Baia delle Sirene; lì invece ci sono gli indiani: gente simpatica sì, ma troppo possessivi per quanto riguarda i territori. Lì invece c’è il posto dove una volta c’era la nave dei pirati- e indicò un posto un po’ al largo. Continuò per un bel pezzo senza fermarsi mai e spiegò loro tutto ciò che riguardava ogni singolo posto dell'isola. Poi chiese loro:
 
 -Quale vi piacerebbe vedere da più vicino?-
 
Si guardarono e poi, come se potessero comunicare telepaticamente, risposero all’unisono:
 
 -La Baia delle Sirene-.
 
Planarono dunque fin lì, con il vento che sferzava loro il viso. Le sirene si voltarono a guardarli e salutarono molto allegramente Peter, ma alla vista di Pedro iniziarono a cantare: un canto bello e melodico alle orecchie di Pedro, che girò la testa e, dimentico di tutto, si avvicinò a loro. Vedeva il volto di una sirena, dai capelli e dagli occhi blu, particolarmente vicino e sentiva l’odore della salsedine pizzicargli il naso. Poi qualcosa lo prese per i capelli, tirandolo indietro, e una mano lo schiaffeggiò.
 
Quando si riebbe, il ragazzo era sdraiato su uno scoglio poco lontano dalla baia, ancora stordito. Accanto a lui c’era Taishiro, che lo guardava arrabbiata. Si ricordò del momento in cui si stava avvicinando alle sirene, ma null'altro, per cui gli era difficile capire il motivo della sua rabbia.
 
 -Che c’è, Taishiro?-.
 -Che c’è? Hai anche il coraggio di chiedermelo?- si alzò indignata e cercò d’allontanarsi da lui.
 -Taishiro, aspetta!- urlò, ma fu tutto inutile.
 
Vide la schiena della ragazza ostentatamente girata, la vide sedersi sul bordo di un altro scoglio e guardare lontano.
 
 -Ma cosa è successo?- sussurrò tra sé e sé.
 -Stavi per baciare una sirena- rispose una voce.
 
Pedro si girò e vide Peter Pan, seduto a gambe incrociate ma fluttuante nell'aria, lucidare il suo pugnale.
 
 -Stavo per baciare una sirena?-.
 -Sì. La ragazza ha fatto di tutto per svegliarti. Alla fine ti ha preso il volto tra le mani e ti ha dato uno schiaffo. Peccato che subito abbiate cominciato a precipitare. Se non ci fossi stato io, sareste finiti entrambi spiaccicati sugli scogli-.
 
Pedro si alzò di scatto, comprendendo la gravità della situazione, e andò verso la direzione di Taishiro. Doveva avvicinarsi, doveva scusarsi. Era ancora seduta sulla punta dello scoglio e piangeva in silenzio. Pedro le si avvicinò e la abbracciò, stringendola a sé il più possibile. Ma lei non ricambiò l’abbraccio come faceva sempre. Anzi, si irrigidì, anche se continuò a piangere.
 
 -Mi dispiace- disse lui.
 
Silenzio.
 
 -Mi dispiace per ciò che ho fatto. Non sapevo quello che facevo, il canto della sirena mi ha annebbiato la vista-.
 
Ancora silenzio.
 
 -Taishiro, per favore, parlami-.
 -E perché dovrei?-.
 
Finalmente una risposta.
 
 -Perché noi due siamo amici e abbiamo sempre risolto le nostre discussioni parlando-.
 -Non c’è niente da risolvere-.
 -Come sarebbe che non c’è niente da risolvere? Io stavo per baciare una sirena. Evidentemente a te ha dato fastidio perché mi hai preso a schiaffi e dopo sei andata via, scoppiando in lacrime. Ora io sono qui per scusarmi-.
 
Pausa, sospiro.
 
 -E per dirti la cosa più importante della mia vita-.
 -E cioè?-.
 -Prima dimmi se accetti le mie scuse-.
 -Sì. Le accetto-.
 
La rigidità di lei si era sciolta un po’.
 
 -Ti ricordi cosa ci ha detto Falcor prima di arrivare su quest’isola? Di rimanere sempre uniti?-.
 -Sì-.
 -E ti ricordi cosa ti fece promettere Kim?-.
 -Sì-.
 -A me fece promettere la stessa cosa, più o meno, anche se c’era dell’altro. E ti ricordi la sera prima che partissimo con Frodo per la Terra di Mezzo? Quando ti ho detto che volevo dirti una cosa importante e poi ho detto la stupidaggine più colossale che potessi mai inventarmi?-.
 -Sì- rispose ancora lei, con un piccolo sorriso.
 -Ora mi sono ricordato cosa volevo dirti. Anzi l’ho sempre saputo e non l’ho mai dimenticato, semplicemente ero troppo codardo per potertelo dire, perché avevo paura che potesse rovinare la nostra amicizia, un rapporto che abbiamo costruito assieme per tanti anni, e non volevo perderla-.
 
Silenzio. Silenzio vuoto eppure pieno di significato. L’esitazione di lui. La comprensione di lei.
 
 -Io ti amo-.
 
Taishiro rimase spiazzata, dunque, non sapeva che dire. Voleva rispondergli eppure era come pietrificata, cosciente del fatto che tutto ciò non poteva che essere vero. Pedro la stringeva forte e sospirava tra i suoi capelli lunghi, che non aveva più legato dopo il viaggio nel Mondo Emerso. Lei ricambiò la stretta e sussurrò qualcosa:
 
 -Anche io ti amo-.
 
Entrambi sorrisero, con i volti immersi nella pelle dell’altro, incapaci di guardarsi negli occhi, incapaci di aggiungere altro, eppur consapevoli della scelta appena compiuta.
 


 
 

[1] Dal film di Peter Pan del 2003.






















Note di Saeko:
e dunque alla fine siamo arrivati a sta confessione di Pedro e Taishiro; so di averla trascinata per le lunghe e che il momento fluffy qui descritto forse non si sposa bene con la tensione che la lettera di Ryuso ha creato; mi rendo anche conto che la resa della confessione non sia di quelle più poetiche o profonde, la me del 2008 non sapeva minimante cosa volesse dire effettivamente amare qualcuno, per cui la descrizione era stata fatta con le mie poche conoscenze in merito. Negli anni ho tentato di aggiustarla, ma essendo questo un racconto adatto anche ai bambini, ho deciso di non renderlo più adulto di quello che già non fosse. Quindi niente, io vado a rintanarmi tra i miei odiati estratti conto e riprendo a lavorare, bye.

Saeko's out!
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Saeko_san