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Autore: candidalametta    05/08/2009    3 recensioni
Lui si Tu no. Perché? Perché era lui, il ventenne sfacciato? o semplicemente perché era il mio contrario? Un lui anziché una lei? Continuai a guardarmi nello specchio senza vedermi realmente, staccai la fronte dal vetro e osservai la mia sagoma nel buio, il mio corpo acerbo da quindicenne con la testa ronzante alla ricerca di una soluzione. lui, lei. Nel buio della stanza il mantello di capelli mossi che scendeva fino a metà schiena sembrava incredibilmente pesante e caldo. lui lei. Me li spostai su una spalla e un riflesso nella mia mano mi ricordò di avere ancora il coltello tra le dita. Lui o Lei? Sospirai nella penombra alzando la lama verso il collo, non vedevo altra soluzione.
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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1 LILIAN .

"sarebbe tutto diverso se fossi un ragazzo!", continuai a pelare le patate per la cena senza neanche guardarla, "non è vero Cassie e tu lo sai benissimo". Sbuffò incrociando le braccia al petto e fissando truce le bucce di patata che cadevano a strisce nel cestino dell'immondizia tra le ciocche della frangetta. "ammettilo che è così! altrimenti perché a Martin non avete detto di no?!!", mi presi del tempo per respirare poi guardai negli occhi grigi di mia figlia cercando un po’ di comprensione, "tuo fratello è già maggiorenne Cassie, non andrà da solo al concerto e paga lui il biglietto", "questo posso farlo anch'io! E comunque non avevo intenzione di andarci da sola!" strillò sempre più alterata dall’ultima irrequieta bugia. "si, ma non hai vent'anni e io non lascerò la mia bambina vagare per una città sconosciuta a notte fonda solo per vedere quattro tipacci strani su un palco". .
L'ira s’impossessò di lei ed esplose incontrollabile come sempre; certa che stesse lottando contro un destino già segnato. .
"non sono più la tua bambina mamma!". .
Continuai a preparare la cena bisbigliando appena "certo, certo". .
Corse via mentre finivo di preparare la cena stingendomi nelle spalle, certa che fosse solo una breve pausa. .
Difatti il silenzio che gravava a tavola quella sera mi confermò che quella testa calda di mia figlia stava ancora macchinando la sua rabbia in un’altra scenata in grande stile. Nessuno voleva dare inizio alla discussione, tutti soffocavano le parole con il cibo cercando di ignorare l'ondata di malumore che si percepiva nella stanza, lei stava con il piatto pieno, ancora intatto, mentre giocherellava nervosa con un anello di metallo intorno all'indice. Dopo la frutta mio marito cercò di smorzare la tensione con le parole meno indicate alla situazione; "allora Martin, quand'è il concerto?". .
Pessima domanda..
Mio figlio lanciò un'occhiata divertita a Cassie prima di rispondere, "tra due settimane papà" annunciò sornione, "hai già organizzato la cosa no? biglietto, alloggio, compagnia.." continuò Paul senza rendersi conto del fiato sempre più corto di nostra figlia, "si pà ho fatto tutto" rassicurò disteso ignorando la luce omicida negli occhi di Cassie. Mi bastò un altro secondo per rendermi conto che non ce la faceva più, staccò con forza la sedia da sotto il tavolo e si avvicinò velocemente alla porta. "Cassie! lo sai che tocca a te sparecchiare, torna subito qui", non si girò nemmeno, "non ne ho voglia". .
Feci per aggiungere qualcosa ma Paul mi fermò con un gesto che vidi riflesso nel vetro della porta, "è tuo dovere Cassie". "davvero e perché?" chiese rivolgendoci ancora la schiena, "perché fai parte di questa famiglia", allungò un braccio dietro di se indicando il fratello alla cieca, "anche lui ne fa parte, ma nessuno gli chiede nulla, nè di aiutare in casa nè di fare i compiti o di dare retta a qualcuno, lui fa quello che vuole e voi gli fate fare qualsiasi cosa gli passi per la testa senza discutere" le ultime parole erano tremanti di pianto. .
Paul non si scompose minimamente, "ci aspettiamo altre cose da Martin, cose che tu non puoi fare" la sua voce pacata di venne coperta da quella di Martin, "perché tu sei una femminuccia quindi fai la brava e sistema la casetta” disse con cadenza musicale. Cassie si girò verso il piano di lavoro ancora ingombro di padelle sporche e la mano si chiuse intorno al manico di un lungo coltello sfilandolo dal ceppo di legno. Fece due passi verso il fratello, che la guardò negli occhi divertiti nonostante il brivido che percepii sulla sua pelle. "tu" disse con voce bassa puntandogli il coltello contro, "ed io" aggiunse puntando la lama contro di se "siamo uguali"..
Scappò dalla stanza chiudendosi violentemente la porta alle spalle, come sempre..


ma ciao! avevo un terribile bisogno di scrivere qualcosa di leggero, insomma non particolarmente stressato per il mio povero e contraddittorio animo... ma ovvimente ci sono riuscitra solo in parte!.... sembra che non riesca mai a scrivere qualcosa di vagamente futile ma comunque... questa ff sarà "corale" ogni capitolo avrà un suo particolare narratore con punto di vista personalizzato (tremo all'idea di cosa ne potrebbe venire fuori). è il mio primo esperimento in questo campo quindi... siate pazienti! in più i 30 arriveranno un pò in ritardo rispetto al mio solito stile quindi... doppia pazienza! un salutone fraddo in questa estate torrida e commentate altrimenti la poca stima di questo pastrocchio partirà per qualche isola caraibica con un biglietto di sola andata.
  
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