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Autore: _Lightning_    18/02/2020    4 recensioni
Dall'ultimo capitolo (Karma): Non era divertente nel modo più assoluto.
Tony cercava di imprimersi quel concetto in mente a fuoco vivo, ma avrebbe avuto più fortuna a cercare di marchiare un toro imbizzarrito e in grado di fargli linguacce derisorie per la sua pessima interpretazione di un cowboy – e il livello di pericolosità era straordinariamente attinente alla realtà, anche se, più che un rodeo, quella era una corrida in cui sventolava un drappo rosso davanti agli occhi di Pepper.

[Irondad&Spiderson // Pepperony // Ironfamily // Avengers-Family // Canon + Non-canon compliant // Raccolta: Fluff/Comico // Missing moments // What If?] Capitoli: 15/?
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'As if it never happened'
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EDIT 10/03/2020Visto che la raccolta è in corso e verrà aggiornata in futuro, e che nuovi lettori potrebbero capitare su questo capitolo in un periodo non proprio roseo per l'Italia e sentirsi giustamente urtati dal tema, ritengo opportuno esplicitare i dovuti chiarimenti: questa shot è stata ideata e scritta prima che l'attuale emergenza sanitaria dilagasse. Ho semplicemente avuto un pessimo tempismo nel pubblicarla :') Non vedeteci nulla di più di un siparietto comico estrapolato dalla realtà dei fatti. A dispetto del titolo fuorviante e delle battute presenti, non vi è alcun intento ironico rispetto a misure di sicurezza e contenimento allora non paventate e adesso in vigore – misure che peraltro condivido totalmente.
È vero che mi prendo gioco di Tony... ma voi, adesso, siate come lui. Siate Tony <3

 
 
.2.

Distanza di sicurezza


 
Contesto: happy post-Endgame
Genere: fluff, slice of life
Personaggi: Tony Stark, James Rhodes, Morgan Stark
Prompt(s): febbre, videochiamata, brownies [
_Atlas_]
[1458 parole]
 

 
«Non ti sembra di essere un tantino esagerato?» esordì Rhodey, non appena la sagoma di Tony divenne nitida sullo schermo del portatile e la connessione si stabilizzò.

«Io? Esagerato?» l’amico si puntò un indice incredulo sul petto, arcuando teatralmente le sopracciglia a sottolineare l’assurdità della cosa. «Dico, hai la più pallida idea della quantità di germi veicolata da un singolo starnuto? Questa è la distanza di sicurezza minima!»

Rhodey roteò gli occhi al cielo: nonostante i trent’anni di serrato e sfiancante allenamento, Tony sapeva sempre metterlo alla prova in nuovi e fantasiosi modi.

«Certo, Tony, sarà sicuramente un raffreddore a ucciderti,» sbuffò caustico, terminando la frase con uno strombettio soffocato nel fazzoletto che teneva a portata di mano.

Ciò suscitò il risolino di Morgan, seduta ondeggiante sulle ginocchia del padre col mento poggiato sulle mani conserte; si fece però subito più seria, corrugando la fronte in un’espressione che fondeva perfettamente quelle inquisitorie dei rispettivi genitori, con le piccole labbra assottigliate unite a un sopracciglio lievemente inarcato.

«Zio Rhod, come stai oggi?» chiese poi, in modo così preoccupato da fargli venire il sospetto che Tony avesse “leggermente” esagerato nel presentarle le proprie condizioni – del tipo che aveva contratto una forma resuscitata di vaiolo o peste nera.

Tirò su col naso nel modo più discreto possibile, stropicciando il cuscino dietro la schiena nonostante ogni movimento gli desse l’impressione di avere del piombo al posto delle ossa. E una brocca di muco piazzata tra gli occhi. E una padella a premergli in faccia.

«Bene, Mo… non benissimo, ma meglio di ieri,» mentì parzialmente, sfoggiando un sorriso rassicurante. «In fondo, è solo un semplice, comune, banale, normalissimo raffreddore,» scandì con veemenza crescente, accompagnandosi col palmo teso e fulminando Tony con lo sguardo a veicolare l’implicita accusa di manifesta ipocondria.

«Un raffreddore con complicazioni! È quello che succede quando vuoi fare l’eroe di mare, invece di mantenere una quota aerea ragionevole,» contrattaccò Tony, incrociando le braccia.

«Ah, quindi adesso sarebbe colpa mia? Non del cattivo di turno?» sbottò Rhodey, fermando uno starnuto e rischiando di incrinarsi una costola.

A quel punto Morgan piantò una guancia sulla mano, puntellandosi sul gomito con aria annoiata nel presagire  il battibecco in arrivo.
 
«Rhod, non c’era bisogno di tuffarsi a capofitto nella Baia per…»

«Tu sei stato il primo a “tuffarsi a capofitto” nella Baia!»


«Veramente è stato il ragazzino a dare il via alla gara di tuffi fuori programma... perché pensi che io mi sia buttato?»

«Per lo stesso motivo per cui ti ho seguito!»

«Ah, quindi è così che funziona, Rose?
Salto io, salti tu

Rhodey si schiaffò una mano in faccia, trattenendosi dal defenestrare il portatile.

«Cristo, Tones, abbiamo fatto la stessa, identica ca...» captò l'occhiata omicida di Tony e il suo accenno a voler tappare fulmineo le orecchie a Morgan, «... volata!»


«Con la differenza che la mia armatura è a tenuta stagna!»

«E perché la mia no?»

«Perché tu, War Machine, ti ostini a voler tenere quell’ammasso di ferraglia antiquato da dieci anni rifiutandoti di farmici mettere le mani!» inveì lui, gesticolando esasperato, e Rhodey incassò il colpo con un sospiro, senza però la minima intenzione di cedergli il punto.

«Se ci mettessi le mani tu, mi ritroverei a svolazzare in giro in una lattina dai colori improbabili, come te!»

«Una lattina…» Tony annaspò al colmo dell’indignazione, e Morgan si piantò entrambi i palmi sulla bocca per evitare di sbottargli a ridere davanti. «Ti ricordo che per un periodo sei stato la versione mecha di Capitan Patriottismo, e ne andavi anche fiero!»

L’obiezione di Rhodey fu stroncata brutalmente da uno starnuto irrefrenabile, che lo privò dell’abilità di contestare. Morgan, dopo la breve ilarità del momento, si fece più seria, divenendo perplessa e forse un poco incupita.

«Ma perché state sempre a litigare?» chiese storcendo la bocca e inclinando all’indietro il capo per incrociare gli occhi di Tony, che li abbassò colto alla sprovvista.

Prima che uno dei due potesse rispondere, Rhodey captò la voce di Pepper fuori campo:

«Perché si vogliono bene, ma sono troppo testoni per dirselo!»

A Rhodey scappò un sorriso che vide fugacemente riflesso sul volto di Tony, per poi sparire in contemporanea e tornare fissarsi con artefatta serietà.

«Oh, ok,» annuì Morgan, ora rassicurata. «Come lui e mamma, » concluse poi, facendo un occhiolino furbo verso lo schermo e indicando i due in questione con un sorriso soddisfatto.

Tony alzò gli occhi al cielo, trattenne un altro sorriso con più difficoltà e le pizzicò i fianchi per farle il solletico, stroncando eventuali altri commenti in arrivo e facendola schizzar via risentita per quel colpo basso. Tornò però indietro dopo pochi secondi e, pur mantenendo un broncio marchio di fabbrica Stark, si avvicinò a Tony per bisbigliargli qualcosa all'orecchio, celando la bocca col palmo. Lui annuì deciso in risposta con un mezzo sorriso, le sistemò una ciocca dietro l'orecchio e Morgan svicolò di nuovo via dopo un vivace cenno di saluto verso lo schermo. Tony tornò a fissare la telecamera, incrociando le braccia.

«Allora, vecchio grizzly? Hai ancora la febbre? Devo chiamarti il prete?» chiese poi in tono burbero, a tappare maldestramente la lieve falla emotiva provocata dall’azione combinata di moglie e figlia.

«Qualche linea,» ammise Rhodey, tirando per l’ennesima volta su col naso e sentendosi ridotto a una gelatina ambulante in via di scioglimento dentro al piumone. «Sto bene e tra pochi giorni sarò di nuovo in piedi… mi annoio solo a morte per colpa del mio peggior migliore amico che affronta senza batter ciglio alieni assetati di sangue, ma ha troppa paura di un raffreddore per mettere piede qui e farmi compagnia,» aggiunse poi tutto d’un fiato, rischiando di finirlo a causa dei polmoni compromessi.

Non si impegnò a nascondere il tenue risentimento che, lo sapeva, sarebbe passato da sé nel giro di un paio di giorni assieme al raffreddore, ma che al momento gli forniva una carta molto efficace contro Tony.

«Ottimo, mi sarebbe dispiaciuto dover mettere all’asta il ruolo di War Machine,» annuì serio lui, strappandogli un insulto masticato. «Ah, e tranquillo, so già come farmi perdonare,» ammiccò verso di lui, sorridendo sotto i baffi.

Aveva appena finito di pronunciare quelle parole, che Rhodey captò un inaspettato picchiettio sul vetro della finestra. Voltò la testa, e sgranò gli occhi. Batté lentamente le palpebre, temendo che la febbre fosse molto più alta di quanto credesse e gli stesse causando un’allucinazione, ma l'immagine non mutò: oltre il vetro, sullo sfondo dei prati attorno al Complesso, stava sospeso a mezz’aria un drone targato Stark che sembrava solo attendere impaziente che lui aprisse la finestra.

«Tones, che diavolo stai…» tornò con gli occhi allo schermo, con un mezzo sorriso perplesso a inclinargli le labbra, ma vide che la chiamata era stata interrotta.

Tipico di Tony, sospirò tra sé. Scansò da parte portatile e piumone, spalancò la finestra e consentì al congegno di entrare nella stanza in un turbinio di fogli sparsi, posare fulmineo un pacchettino sul letto e guizzare di nuovo via all’aria aperta nel giro di tre secondi netti o poco più.

Rhodey chiuse la finestra in automatico, frastornato, adocchiando l’inaspettato dono con un consistente filo di sospetto a farsi strada in lui, frutto di molti, troppi scherzi a tradimento. Aprì la confezione di cartoncino con la stessa cautela che avrebbe riservato a una bomba a orologeria, aspettandosi di venire investito da qualsiasi sostanza non meglio identificabile, dalla polvere pruriginosa alla tempera fluorescente – esperienze vissute sulla sua pelle e che non aveva intenzione di ripetere.

Ma a ricambiare il suo sguardo trovò solo la superficie friabile e invitante di una porzione di brownies, unita al profumo del cioccolato che riuscì a infiltrarsi persino nel suo naso tappato facendogli schiudere lo stomaco acciaccato all’istante.
Scosse la testa incredulo, piantandosi una mano sulla fronte bollente e distendendosi poi in un sorriso spontaneo. Aprì il biglietto incollato sul coperchio del tupperware, scritto nella grafia spigolosa e disordinata di Tony, rimasta uguale dai tempi del MIT e che avrebbe riconosciuto ovunque:

Li ho fatti io. O meglio: li hanno fatti Pepper e Morgan, visto che non mi sembrava il caso di farti venire anche altri disturbi oltre a quelli che già hai; ma l’idea è stata mia, quindi tecnicamente li ho fatti io al 12%. Brownies Stark: meglio del brodo di pollo per rimettere in sesto supereroi attempati a distanza di sicurezza e con rischio contagio zero.
-T
.”

Rhodey sbuffò una mezza risata, ripescando il telefono dal comodino e prendendo a digitare un messaggio mentre già addentava il primo quadratino di gioia concentrata, che sembrava già avere proprietà curative decisamente migliori della tachipirina.

 
 
Eri, sei, e rimarrai per sempre il peggiore, nei secoli dei secoli, amen.
 
Lo so. Muoviti a guarire, WarMachineRox: hai un’armatura nuova con l’espansione ‘palombaro’ da collaudare.”







 



*
 

Note dell'Autrice:

Ed eccoci qui con la seconda secchiata di miele a tradimento <3

Mi è sempre piaciuto il personaggio di Rhodey, nonostante gli venga dato poco risalto nel corso del MCU, e per questo ho deciso di donargli qualche scorcio in più. Dopotutto, è il migliore amico di Tony dai tempi del MIT e lo conosce dalla bellezza di 35 anni e passa: mi viene spontaneo ritenerlo un membro fondamentale della famiglia Stark. Per ora godetevelo in questo siparietto spensierato, ché a dispetto della natura prevalentemente fluff di questa raccolta ho in mente qualche intermezzo angst per stemperare il miele ;)

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo e a tutti coloro che hanno aggiunto la storia alle loro liste! <3
Alla prossima settimana,

-Light-
   
 
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