Bianca e Contessina - La forza di restare

-Sposerò Guglielmo! -.

Sua nipote ripete questa frase più volte al giorno e la convinzione che le fa brillare gli occhi e la serietà che emana il suo viso risultano quasi comiche sul suo volto di bambina.

È una cosa ovvia e scontata, come il fatto che i suoi fratelli la proteggeranno sempre e che il sole sorgerà ogni mattina sempre dalla stessa parte. Semplicemente non può immaginare un futuro diverso, in cui Guglielmo non sia il Principe che la salva con la spada e l'armatura.

Contessina è sicura che non ci sarà un matrimonio più riuscito e sorride indulgente all'innocenza di Bianca che corre dietro Giuliano e Lorenzo, la calma tra le loro due tempeste. Ammette di rivedersi, un po', nella primogenita di suo figlio, ma non vivrà abbastanza a lungo per sapere quanto abbia ragione. Bianca è orgogliosa, conosce il suo dovere e il suo ruolo ma vuole qualcosa di più. È disposta a qualsiasi cosa per la famiglia, che per lei viene prima di tutto, prima di Firenze, prima del mondo, prima della storia.

Non cambia fazione, Bianca, nemmeno quando le sarebbe conveniente farlo e segue Guglielmo in esilio con il sorriso di chi pensa che per amore valga fatto qualsiasi sacrificio.

Eppure ritorna quando il mondo sta cadendo attorno a loro e Lorenzo è solo o circondato da persone che stanno per abbandonarlo. Torna e affronta a testa alta la città che l'ha esiliata, ultimo baluardo della famiglia e di ciò che rappresentava all'origine. Non indietreggia mai. Resta ferma nelle decisioni prese.

È il collante che tiene uniti gli ultimi Medici rimasti, proprio come da bambina teneva uniti i suoi fratelli e come per un po' ha tenuti uniti Medici e Pazzi.

Fa quello che faceva sua nonna, che con discrezione appianava tutte le discussioni e invitava ad abbassare i toni,più testarda delle persone con cui doveva discutere.

Torna, Bianca, ma alla fine non lo fa mai davvero. Va dritta per la sua strada, ultima sopravvissuta di una famiglia che si avvia verso il declino.