Bambino ride e ringrazia, mentre Trinità scocca un'occhiata a Hu Jiao, abbracciata al suo fianco. «Oh, io sono a posto, grazie.»
«Cosa tu vuole dire?»
«Niente, niente... che ne sarà dei morti, adesso?»
«Faremo rito per far trovare loro pace.»
«Funzionerà anche su quello?» Trinità indica i tre cinesi che stanno spostando, con molte difficoltà, la strana statua costituita da Guo Peng e dal cinese con le unghie piantate nell'asse.
«Certo. Guo Peng grande stregone, ma suo potere è Yin, mentre luce sole è Yang, come potere di mio nonno, perciò adesso che sole è sorto...»
«Va bene, va bene, non importa. Ho capito che andrà tutto bene.
Usciamo?»
Una volta fuori Bambino si scherma con la mano dai raggi del sole.
«Accidenti...» estrae un orologio dal taschino. «E il treno sarà qui a mezzogiorno... meglio che me ne vada a dormire un po'.» Si avvia verso il suo ufficio.
«Il treno...» Trinità lascia il fianco di Hu Jiao e corre dietro a Bambino, facendolo voltare. «Il treno! Altro che eroico sceriffo, ho capito adesso. Cosa c'è sul treno?»
Bambino si passa una mano sul viso e si tira la barba, sospirando, e riprende a camminare. «Cosa vuoi che ci sia un un treno? Passeggeri, bestiame... che ne so?»
Trinità tiene il passo. «Oh, tu lo sai benissimo! Ecco qual è il colpo! Andiamo, fratellino, ti conosco come le mie tasche. Cos'è? Le paghe della ferrovia? Un trasferimento di un carico d'oro nelle banche dell'est? Scommetto che hai degli uomini già sul treno.»
«Non so di cosa stai parlando.»
«Voglio farne parte!»
«Ma di che?»
«Siamo fratelli, dovremmo condividere!»
«L'unica cosa che dividerò sarà la tua testaccia...»