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Autore: ladyzaphira    20/02/2020    2 recensioni
Il buon Professor Paradox ci ha spiegato che esistono infinite realtà alternative alla nostra.
Ognuna contenente il suo Ben Tennyson, il quale a seconda della propria storia o scelte di vita è più o meno simile al Ben 10 che tutti conosciamo.
Quel che sappiamo per certo è che il destino di ogni Ben del Multi-verso si è, bene o male, intrecciato con quello dell'Omnitrix, tuttavia il fatto che tutti loro conoscano l'orologio non significa necessariamente che ne siano anche i proprietari.
Questa è la storia di uno di questi.
La storia di un Ben che in quella fatidica notte di cinque anni prima nel trovare L'Omnitrix è stato battuto sul tempo da sua cugina Gwen e ciononostante è riuscito comunque a diventare un eroe.
Grazie al morso di un ragno geneticamente modificato.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benjamin Tennyson, Gwendolyn Tennyson
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ok gente, partiamo dall’inizio ancora una volta.
 
Il mio nome è Benjamin Kirby Tennyson, “Ben” per gli amici.
Sono stato morso da un ragno geneticamente modificato e da circa tre mesi a questa parte sono diventato il solo ed unico SPIDER-MAN!!
 
Certo, a voler essere del tutto sinceri la mia vita aveva assunto una piega, per così dire, peculiare già da quando avevo 10 anni, più precisamente dal giorno in cui sono partito per le vacanze estive sul vecchio camper del nonno insieme a mia cugina Gwen.
All’epoca io e la mia cuginetta non andavamo esattamente “D’amore e d’accordo”, anzi, con lei tra i piedi mi ero convinto che quell’estate sarebbe stata la peggiore della mia vita.
 
Ebbene mi sbagliavo di grosso.
 
La prima notte di viaggio infatti un’oggetto cadde dal cielo, proprio nei pressi del campeggio dove ci eravamo fermati.
Un’oggetto che avrebbe cambiato le nostre vite per sempre, specialmente quella di Gwen.
 
L’Omnitrix.
 
Che cos’è l’Omnitrix?
Oh, soltanto una delle più grandi invenzioni di sempre!! Un orologio al cui interno sono conservati i DNA di diverse specie aliene provenienti da tutto l’universo e che, una volta attivato, è in grado di trasferire suddetto DNA nel soggetto ospitante, trasformandolo per un periodo limitato nella specie aliena selezionata.
C’è giusto un piccolo problema, una volta che si è legato a te è quasi impossibile rimuovere l’orologio se non si conosce il modo per farlo e indovinate un po' al polso di chi si è attaccato?
 
Proprio così, Gwen.

***

 
Un ragazzino di appena dieci anni, con corti capelli castano scuro ed occhi verdi, stava passeggiando in mezzo alla foresta, maledicendo tra sé e sé il destino che lo aveva costretto a passare le vacanze con quell’impiastro di sua cugina, quando, improvvisamente, davanti a lui apparve una creatura aliena fatta di roccia e fiamme con sul petto uno strano simbolo emettente una luminescenza rosa.
 
“WAAAAAHHHHH!! Che diavolo è questa cosa?!” strillò il ragazzino, inciampando all’indietro per lo spavento.
 
“Smettila di urlare!!” sbottò la creatura esasperata, la cui voce femminile per quanto distorta suonava in qualche modo familiare, così come il suo modo di parlare “La situazione è già abbastanza tragica senza che ti ci metta anche tu, ameba!!”
 
Un attimo, “Ameba”?
 
“Cos-… GWEN?!”
 
“Wow, non mi aspettavo ci arrivassi al primo colpo” fu la risposta sarcastica, con tanto di mani appoggiati sui fianchi in una posa di superiorità che conosceva bene.
“Sei … sei davvero tu?” esalò Ben sbattendo gli occhi “Ma che …? COSA TI E’ SUCCESSO?”

***
 
Fatto divertente, se mia cugina avesse deciso di farsi una passeggiata in quel tratto di foresta dieci secondi più tardi rispetto a me, con tutta probabilità sarei stato io a trovare l’Omnitrix.
 
Ma non è successo, e se adesso la cosa non mi disturba minimamente non posso dire che fosse lo stesso all’epoca.
 
Ero un po' geloso …
 
… Ok, parecchio geloso, ma potete biasimarmi?
Ero un ragazzino di dieci anni che avrebbe dato qualsiasi cosa per essere come i super-eroi dei suoi fumetti!!
 
In ogni caso, il punto è che quella che mi aspettavo sarebbe stata la peggior estate della mia vita, improvvisamente si era trasformata in quella più divertente, emozionante ed incredibile della mia vita!!
Dove Gwen utilizzava i suoi poteri alieni per salvare la situazione proprio come una vera eroina, con un piccolo aiuto da parte mia e del nonno ogni tanto.
 
Nonno che, scoprimmo in seguito, in realtà sapeva già benissimo cosa fosse l’Omnitrix e che in quel periodo aveva fatto semplicemente lo gnorri poiché in gioventù aveva fatto parte di una specie di corpo di polizia spaziale, meglio noti come “risolutori”.
 
Ma questa è un’altra storia.
 
Ero così elettrizzato, sentivo che non importava quanto difficile o pericolosa fosse la situazione.
Quanto potenti o spietati potessero essere i nostri avversari.
 
La mia famiglia ne sarebbe uscita sempre vincitrice.
 
Questo almeno finché …
… Finché non arrivò l’ultima settimana.
 
La settimana in cui morì nonno Max.
 
Accadde su un lontano pianeta chiamato Xenon.
Perché ci trovavamo lì? Beh, durante uno scontro contro uno dei tanti nemici che avevamo finito col farci nel corso di quell’estate, all’interno dell’Omnitrix si attivò un meccanismo di auto-distruzione che, oltre a disintegrare sé stesso e chi lo indossa, si sarebbe portato dietro anche metà dell’universo conosciuto.
Zero pressioni insomma.
Fortunatamente tale meccanismo aveva inviato anche un segnale d’allarme che aveva allertato un nostro alleato dallo spazio, Tetrax, il quale ci disse che l’unico modo per scongiurare il disastro era trovare il creatore dell’Omnitrix in persona, il primo pensatore Galvan, Azmuth.
 
Fu così che io, Gwen e il nonno ci ritrovammo a viaggiare per lo spazio diretti a Xenon, dove all’epoca viveva Azmuth.
 
Vi risparmio i dettagli della lunga serie di peripezie che fummo costretti ad affrontare per arrivare fino al creatore dell’Omnitrix.
Il nonno fece del suo meglio per proteggerci, ma rimase ferito …
 
… Quel genere di ferite che non lasciano scampo.

***

 
“E’ solo uno strumento Gwen, ciò che rende un eroe tale è la nobiltà delle sue azioni” mormorò debolmente Max, sorridendo nonostante il dolore delle ferite “Dopo tutto ciò che sei riuscita a realizzare quest’estate, so l’Omnitrix non sarebbe potuto finire in mani migliori …”
 
“N-Nonno Max” singhiozzò Gwen, scuotendo la testa.
 
“… e tu Ben” continuò l’ex-risolutore guardando l’altro nipote “… Non bisogna per forza avere i super poteri per aiutare qualcuno, non smettere mai di fare del tuo meglio con i mezzi che hai e vedrai che anche tu riuscirai ad essere un eroe a modo tuo”
 
“Nonno Max …” sussurrò Ben.
 
“Sono così fiero, di tutti e due” concluse Max, utilizzando le sue ultime energie per stringere le mani dei nipoti “Siate uniti e … e forti, e non dimenticate: Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità”

***
 
Credevo che niente e nessuno potesse farci del male, mi sbagliavo.
 
Perdere il nonno fu devastante sia per me che per Gwen, ma la cosa peggiore fu che dopo la sua morte finimmo con l’allontanarci.
 
O, più che altro, fu lei a prendere le distanze da me.
Da principio non ne capii il motivo e per molto tempo la odiai per questo, insomma, dopo tutto quello che avevamo passato, come poteva tagliarmi fuori dalla sua vita?!

***

 
“Insomma mi spieghi qual è il tuo problema?!” esplose improvvisamente Ben, strappandole il libro dalle mani.
“Scusami?!” replicò Gwen, guardandolo male “Di che diavolo stai parlando idiota?”
 
“Sai benissimo di cosa sto parlando!!” ringhiò il dodicenne “Non ci vediamo da mesi, finalmente ci ritroviamo nella stessa casa perché tua madre e la mia vogliono discutere di … di qualsiasi cosa stiano discutendo adesso, e ci siamo scambiati a malapena i convenevoli!!”
“Wow, non pensavo conoscessi il significato della parola convenevoli” ribatté la cugina sarcastica.
“Sono serio rospa!!”
“Anch’io verme”
Ben dovette fare uno sforzo immenso per trattenersi dal soffiare altri insulti.
“Davvero non ti capisco!!” disse invece “Si può sapere che cosa ti ho fatto per meritarmi mesi di silenzio?! Dopo tutto ciò che abbiamo passato credo di avere il diritto di sapere come stanno andando le cose con tu-sai-cosa”
“Ah ecco dove volevi arrivare, alla fine è sempre e solo di questo che ti interessa” sibilò Gwen, agitando il polso dove era legato l’Omnitrix “Non è così?”
“Cosa? Sai che non è quello che intendevo!!”
“Cosa intendevi allora? Vilgax è andato, l’estate è finita e non c’è nessun’altro motivo valido per cui noi due dovremmo parlarci o frequentarci”
“PERCHE’?! Hai forse deciso di diventare un’eroina solitaria per caso?”
 
Sarcasmo a parte, non riusciva davvero a capire l’atteggiamento della cugina.
 
Non ricordava di averla offesa, né di averla più presa in giro come aveva fatto per tutta l’estate, non dopo che il nonno …
 
… Insomma non le aveva fatto niente!!
Avevano imparato a volersi bene in quei tre mesi, per quanto non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, quindi perché improvvisamente sembravano essere tornati indietro a quando non riuscivano proprio a sopportarsi?
 
Perché lo allontanava?
 
“Cos’è?! Pensi che ti sarei di peso?” fu l’unica motivazione possibile che gli venne in mente “Devo forse ricordarti CHI è stato a tirarti fuori dal proiettore del vuoto totale? O chi ha impedito ad Incantatrice di prendere possesso del … del tuo corpo …?”
Ben fece un’espressione schifata all’ultima frase dal momento che, quella volta, per impedire alla strega di scambiarsi di corpo con Gwen si era intromesso fisicamente in mezzo all'incantesimo con il risultato che era stata la SUA, di mente, a finire seppur per poco tempo nel corpo della cattiva.
Gwen si limitò a sospirare, palesemente stufa.
 
“O ancora chi ti ha aiutato a …”
“Non ho bisogno che tu mi faccia il resoconto di tutti i guai in cui questo orologio ci ha cacciati, ameba”
 
“Ah no? A me sembra che tu ne abbia bisogno invece, e se ciò non ti basta guarda un po' qua!!”
 
Il castano si diresse ad ampie falcate verso l’angolo della sua stanza dove era appoggiato lo zaino di scuola, cominciando a frugare rabbiosamente al suo interno.
 
“Ben, cosa stai …?”
 
“Ecco!!” esclamò il ragazzino, spingendole sotto il naso un foglio scritto.
A Gwen ci volle qualche momento per realizzare che si trattava di un test di scienze, il test di Ben per la precisione.
 
Restò sorpresa nel vedere una A+ cerchiata con una penna rossa capeggiare verso la fine del foglio.
 
“Visto?! VISTO?!” fece Ben, suonando sempre più esasperato “Sono passato dal giudizio più basso a quello più alto, sì mi ci è voluto un po' lo ammetto ma alla fine ce l’ho fatta!! E questa è soltanto scienze, ho migliorato i miei voti in tutte le materie” continuò “Sono diventato praticamente il primo della classe e lo sapresti se ti fossi presa la briga di rispondere alle mie chiamate!!”
“Ben, non è questo il probl- …”
“Non è tutto, ho chiesto ai miei di iscrivermi ad un corso di auto-difesa”
“Ben, vuoi ascoltarmi?!”
“Insomma, sto facendo del mio meglio Gwen, lo GIURO!!” sbottò il castano, sventolando il compito “Mi sto impegnando con i mezzi che ho a disposizione, proprio come ha detto nonno Max!! Non devi fare tutto da sola, posso aiutarti se solo me lo permetti …”
“HO INTENZIONE DI FAR RIMUOVERE L’OMNITRIX!!”
 
Ben si interruppe, sbattendo le palpebre “C-Come?”
 
Gwen prese un profondo respiro ed aspettò qualche secondo di silenzio, per accertarsi che il cugino non l’avrebbe interrotta prima di parlare.
“Ben” esordì dunque, cercando di mantenere un’espressione neutra “Per quanto mi faccia piacere che tu abbia deciso prendere la scuola più seriamente o che ti sia iscritto ad un corso di auto-difesa, non è questo il problema”
 
Ben non rispose, limitandosi a fissarla senza capire.
 
“Non mi interessa se o quanto sei migliorato nello studio, né se prendi la cintura nera” seguitò Gwen implacabile “Perché è QUESTO che conta” disse, alzando il braccio con l’Omntrix “Qualunque cosa tu possa fare non sarà mai niente confrontata a questo, eppure …”
Non lo aveva guardato negli occhi neanche una volta mentre pronunciava quelle parole.
“… Eppure nonno Max è morto!!” concluse la rossa, secca “Non sono riuscita a salvarlo, nonostante avessi al polso la più potente arma mai creata nell’universo e tu credi davvero che migliorare a scuola o iscriversi ad un qualche corso possa valere qualcosa rispetto a tutto ciò?!”
 
“Gwen …”
 
“Un anno, Ben!! Un anno e sei rimasto lo stesso ragazzino infantile che crede di vivere in un fumetto!!” sbottò lei “Beh notizia dell’ultima ora, non siamo in uno dei tuoi fumetti e noi NON SIAMO DEGLI EROI!!”
Continuò a non guardarlo mentre si avviava verso la porta.
 
“Non lo siamo mai stati …” aggiunse a tono basso prima di andarsene, più a sé stessa che a Ben.

***
 
Le parole di Gwen mi fecero più male di quanto non sia disposto ad ammettere.
 
Non ci vedemmo, né parlammo più per mesi dopo quella discussione.
All’epoca ero ancora troppo immaturo per capirlo, ma la morte del nonno aveva sconvolto Gwen più profondamene di quanto avessi immaginato.
 
Pensava fosse colpa sua e perciò si era fermamente convinta di non meritare l’Ominitrix.
 
Ovviamente io non la pensavo così.
Per quanto possa prenderla in giro, non ho mai avuto dubbi che avesse fatto tutto il possibile per cercare di impedire che accadesse.
 
Era stata forte e coraggiosa, molto più di quanto si sarebbe potuto pretendere da una ragazzina di undici anni.
 
Forse era proprio per questo che la sua decisione mi aveva fatto così arrabbiare, per non parlare poi di quella questione del “Ragazzino infantile che crede di vivere in un fumetto”.
Avevamo punti di vista diversi, su questo non c’è dubbio.
 
Dovette passare un bel po' di tempo prima che cominciassimo a riallacciare i rapporti tra noi.
 
Nel frattempo io non smisi comunque di dare il massimo.
Forse Gwen aveva ragione nel dire che, in confronto all’Ominitrix, quello che stavo facendo non fosse chissà cosa, ma io non avevo mai abbandonato il sogno di poter essere un eroe nel mio piccolo.
 
Continuai ad applicarmi a scuola e scoprii di avere una certa predisposizione nelle materie scientifiche.
Eheheh, i miei genitori quasi non riuscivano a crederci.
 
Mi iscrissi al corso di auto-difesa con buoni risultati e da quel momento i bulli che erano soliti darmi fastidio cominciarono a girare alla larga, specie dopo quella volta in cui spezzai per sbaglio un braccio al capetto della gang che aveva cercato di aggredirmi alle spalle.
Prima che mi giudichiate, non lo feci apposta!! Giuro!!
Avevo reagito d’istinto e subito dopo mi sono sentito talmente in colpa da mandargli perfino un palloncino con su scritto “Guarisci presto” a casa con tanto di bigliettino di scuse.
 
La cosa buffa è che da allora diventammo pure amici, ogni tanto gli faccio perfino da tutor in matematica.
Flash Thompson è tanto bravo a basketball quanto pessimo a fare i conti.
 
Ma stiamo andando fuori tema.
 
Tra un impegno e l’altro erano passati ben cinque anni da quella famosa estate.
 
Gwen sembrava aver ritrovato una sua serenità, mentre io ero maturato oltre che semplicemente soddisfatto dei risultati che avevo raggiunto, e questo ci ha permesso di riavvicinarci.
 
Tutto stava andando per il meglio …
 
… Fino al giorno del famoso morso del ragno geneticamente modificato di cui vi parlavo all’inizio.
 
Accadde durante una gita didattica.
Stavamo visitando i laboratori del Empire State University, a New York, riconosciuti in tutto il mondo per le loro ricerche sulla manipolazione genetica.


*** 

“… Da questa parte siamo riusciti a sviluppare un RNA ricombinante sintetico che ci ha permesso di codificare un genoma contenente i tratti peculiari di diverse specie aracnidi in 7, è proprio il caso di dirlo, “super” ragni geneticamente modificati” spiegò la Dr. Mariah Crawford, la ricercatrice di punta dell’ESU “Esemplari unici che non esistono in natura, appositamente creati nei nostri laboratori”
 
“Uhm, mi scusi” fece Ben, alzando la mano.
 
“Sì?”
 
“Io qui ne vedo soltanto sei, i ragni dico” disse il castano accennando all’unica teca vuota all’interno del box “Ne manca uno”
“Oh, sicuramente uno dei ricercatori lo avrà preso per ulteriori test” dedusse la dottoressa.
“E’ vero che alcune specie di ragni hanno un sistema di riflessi con conduzione nervosa talmente veloce da rasentare la premonizione?” domandò Ben curioso “Come se fossero in grado di percepire con largo anticipo il pericolo? L’ho letto su internet una volta, ma non so se sia vero”
“Oh, lo è eccome” sorrise Miss Crawford “E vi dirò di più, provate a pensare se riuscissimo a trasferire un simile potere nell’essere umano attraverso la manipolazione genetica” seguitò rivolgendosi a tutta la classe “Le possibilità sono infinite”
 
“Forte” commentò Ben.
Fece per seguire il resto del gruppo quando si sentì tirare all’indietro per la cinghia della macchina fotografica vecchio stile che potava attorno al collo.
 
“Woah!!” esclamò piccato, voltandosi “Elena!!”
 
“Di un po' Benji, hai intenzione di usarlo questo apparecchio del giurassico o lo hai portato solo per fare scena?” domandò una ragazza dai lunghi capelli neri e gli occhi scuri, sorridendo divertita.
“Ehi, vacci piano con gli strattoni!! E’ un apparecchio delicato” replicò il ragazzo scostandosi “e non chiamarmi Benji!!”
“Oooh, che paura”
 
Ben fissò la ragazza, Elena, che sorrideva ancora con fare birichino e gli venne un’idea.
“Sai una cosa? Hai ragione, dovrei proprio usarla” detto questo le scattò a tradimento una foto cogliendola di sorpresa.
 
“Ehi, ma che fai?” protestò la corvina alzando le braccia per coprirsi il viso.
 
“Io? Niente” rise Ben scattando un’altra foto.
 
“Dai piantala, scemo”
“Sei tu che mi hai detto di usarla”
“Sì, ma per fotografare il laboratorio!! Non me!!”
“Me ne serve almeno una con uno studente, per il giornalino della scuola, sai? Julie è stata piuttosto chiara al riguardo”
 
“Ah sì, la tua ragazza …”
 
L’ultima frase della ragazza venne fuori più pacata, con al suo interno una nota di tristezza che però Ben non sentì.
Nel frattempo nessuno dei presenti in quel laboratorio aveva fatto caso ad un piccolo ragno che zampettava in libertà sul soffitto, proprio sopra le teste dei due ragazzi, e che aveva appena cominciato a dondolare verso il basso.
 
“Dai, se ti metti in posa ti faccio una foto seria” propose Ben, dopo essersi allontanato di alcuni passi.
 
“Uff, va bene” acconsentì Elena roteando gli occhi “Non mi fare brutta!!”
“Con la macchina fotografica di nonno Max? Impossibile, sarà anche del giurassico ma fa ancora buoni scatti” affermò l’altro, mettendo a fuoco.
 
“Ok, Cartier-Bresson” sorrise la corvina, lisciandosi un attimo i capelli prima di appoggiarsi al box dei ragni “Stupiscimi”
 
“Tu intanto comincia a sorridere”
 
Intanto il ragno continuò a scendere, sempre più giù, finché non incontrò la prima superficie solida sulla sua traiettoria.
 
Il cappuccio della felpa di Ben.
 
“Coraggio, riuniamoci con gli altri” disse Elena dopo un paio di fotografie “O andrà a finire che ci lasceranno qui”
“Già, sarà meglio”
 
Ricordo che sentii come una puntura sulla base del collo, seguita da un’immediata sensazione di bruciore e una lieve nausea.
 
Per fortuna eravamo già tornati in albergo e i sintomi non durarono tanto a lungo da allertare nessun’altro che non fosse il mio compagno di stanza …

“…Ehi, piccolo tutor” chiamò Flash, un ragazzone alto e muscoloso, con i capelli rasati biondi e occhi azzurri, mentre bussava sulla porta chiusa del bagno della stanza che condivideva con Ben “Va tutto bene lì dentro?”
 
“Uh? Oh s-sì, sì sto bene” mentì il castano, sciacquandosi il viso più volte con l’acqua fredda.
 
Si sentiva bruciare, come se avesse la febbre.
 
Sul ripiano del bagno accanto al lavandino giaceva la carcassa del ragno che si era ritrovato nel cappuccio.
 
“Ugh, stasera credo che salterò la cena …” borbottò Ben scuotendo la testa.
 
Non pensai subito che si trattasse del settimo ragno.
 
Anche perché la mattina dopo mi sentii subito meglio e dimenticai presto l’accaduto.
Fu solo quando avvennero le prime “stranezze”, un paio di giorni dopo, quando eravamo già tornati a Bellwood, che collegai i puntini.

***

 
Ben non era sicuro di come diavolo avesse fatto a ritrovarsi appollaiato sul cornicione di un palazzo, quando fino a pochi momenti prima stava semplicemente per attraversare le strisce pedonali verso l’altro capo del marciapiede.
Tutto ciò che sapeva era di aver sentito una strana sensazione, come un formicolio, lungo la nuca.
Istintivamente aveva girato la testa di lato ed è iniziato il delirio!!
 
Delirio provocato da una macchina lanciata a tutta velocità verso l’incrocio che stava attraversando e che lo avrebbe di sicuro investito se non l’avesse evitata saltando, letteralmente, i cinque metri …
… Da fermo …
… Attaccandosi al muro di fronte.
 
Per poi scalare suddetto muro dalla superficie quasi perfettamente liscia e priva di appigli, fatta eccezione giusto per i bordi di qualche finestra, facendo pressione sui polpastrelli e le piante dei piedi fino al cornicione.
 
“Ma che …?” esalò il castano, guardandosi le mani stranito.
 
Aveva davvero appena scalato la parte di un palazzo a mani nude, per di più mettendoci pochi secondi?
Wow, cioè WOW!! Che …
 
“… CHE FIGATAAA!!”

***
 
Tra le altre stranezze mi resi conto di aver sviluppato:
Forza, resistenza, agilità e velocità proporzionali a quelle di un aracnide, capacità di aderire a qualsiasi superfice in barba alla forza di gravità, equilibrio perfetto e quello che mi piace chiamare il mio “senso di ragno”.
Una sorta di sesto senso che mi avverte dei pericoli.
 
Non potevo crederci, avevo dei veri super-poteri!!
 
E visto il mio particolare passato, potete ben immaginare IN CHE MODO decisi subito di utilizzarli.
 
Era solo questione di mettere a punto i dettagli.

***

 
“Wow, non è affatto male!!” commentò Ben soddisfatto, guardandosi allo specchio.
Una figura avvolta in un costume intero bianco e verde gli restituì lo sguardo, attraverso una maschera dalle ampie lenti riflettenti verdi.
 
L’icona di un ragno bianco spiccava al centro del petto, le cui zampe anteriori si allungavano lungo le spalle e quelle inferiori lungo il ventre.
 
L’aderenza dello spandex metteva in risalto muscoli potenti in un corpo agile e flessuoso.
 
“Almeno per adesso che è ancora bella stagione …” ragionò ad alta voce.
 
Ma se aveva davvero intenzione di fare quel che aveva intenzione di fare, avrebbe fatto meglio a rimediarsi una di quelle costose tute termiche aderenti per la stagione invernale.
 
“Sarà meglio che cominci a mettere da parte i soldi” concluse sfilandosi la maschera.
 
In fin dei conti stava già pensando da un po' di trovarsi un qualche lavoretto part-time, più tardi avrebbe dato un’occhiata agli annunci su internet …
 
***

Mi mancano giusto le ragnatele, un particolare a cui però ho rimediato creando degli spara-ragnatele, uno per avambraccio, contenenti un particolare fluido che a contatto con l’aria genera un filo resistente ed appiccicoso.
Proprio come una vera tela di ragno e sempre come una vera tela di ragno è anche biodegradabile.
 
Si dissolve dopo circa un’ora.
 
Il “grilletto” dei miei spara-ragnatele è un elettrodo sensibile che sta nel polso.
Richiede un’esatta pressione del medio e dell’anulare per sparare e in questo modo non rischierò di attivarli accidentalmente quando serro la mano o afferro qualcosa.
 
Mai stato così felice di aver deciso di prendere la scuola sul serio!!

***

 
L’allarme antifurto di un ufficio verso il centro di Bellwood risuonò nel cuore della notte mentre due figure si stava dando frettolosamente alla fuga, passando per i tetti dei palazzi vicino.
“Fidati di me” esordì la prima figura “Assaltiamo anche il prossimo edificio ed un milione di dollari sarà nostro”
 
“Non illuderti” replicò la seconda “Non sarà un bottino così grosso dopo che il boss avrà preso la sua parte”
 
“Bah, zitto e salta”
 
Fecero per saltare sul tetto del palazzo sottostante quando, d’un tratto, una serie di colpi di tosse attirò la loro attenzione, facendoli voltare …
 
… O almeno il primo dei due ladri fece in tempo a voltarsi, dato che il secondo venne catturato e strattonato violentemente all’indietro da un filo di ragnatela verde.
“O’Hirn!!” esclamò il ladro, riferendosi al compagno appena catturato “No, non di nuovo”
 
“Già, dovremmo proprio smetterla di incontrarci in questo modo” commentò il nuovo arrivato, il quale aveva appena finito di impacchettare O’Hirn appendendolo come un salame sulla cima di un’antenna “Dì un po' Marko, è la terza volta quest’estate? Comincio ad intravedere uno schema”
“Grrr, prima o poi riuscirò a metterti le mani addosso microbo mascherato!!” ringhiò O’Hirn cercando, per quanto inutilmente, di divincolarsi “Un giorno, vedrai!!”
 
“Ti consiglierei di ampliare il tuo repertorio di minacce O’Hirn, questa sta cominciando a diventare vecchia” replicò l’interpellato atterrando agilmente alle spalle del complice, Marko, con un salto mortale in avanti.
 
Il ladro si voltò e cercò di colpirlo con il sacco pieno di refurtiva che si portava sulla spalla, ma l’altro schivò facilmente.
 
“Beh, che ne dici Marko? E’ il mio nuovo sistema di tracciamento, ti sembra troppo? E’ la prima notte che lo provo e …”
“Vuoi stare fermo?!”
“… Non credo che annunci: Sta arrivando il vostro amichevole SPIDER-MAN di quartiere!!”
 
Spider-man lanciò una ragnatela verso il sacco di refurtiva perso da O’Hirn e lo lanciò addosso a Marko, buttandolo a terra.
 
Prima che potesse rialzarsi due getti di ragnatela lo bloccarono a terra.
 
“Ops!! Scusate se non resto a giocare con voi, ma mi hanno appena riferito che stanno rapinando una gioielleria lungo la tredicesima” affermò Spider-man, il cui auricolare era allineato sulle frequenze radio della polizia “Mi raccomando fate i bravi con la polizia, alla prossima!!”
Detto questo corse verso il bordo del palazzo e si lanciò nel vuoto, sparando subito una ragnatela verso chissà dove.
 
“Dio, quanto lo odio quel maledetto, piccolo …” sibilò O’Hirn, fumante di rabbia.
 
“Da quando è apparso quel fenomeno da circo non si può più rapinare in pace” si lamentò Marko esasperato “Questo doveva essere il nostro colpo grosso!!”

***
 
Mia cugina era solita pronunciare una frase ogni volta che si trasformava in un qualche alieno, o comunque entrava in azione “E’ l’ora dell’eroe”.
 
Era un po' il suo slogan.
 
Io invece ho deciso di lasciare, quando mi è possibile, dei bigliettini scritti “Con gli omaggi del vostro amichevole Spider-man di quartiere”.
Troppo teatrale? Forse, ma io mi diverto un sacco.
 
E poi, è anche grazie a quest’ultimi che sto iniziando a farmi conoscere.
 
Che altro dire? Questa è la mia vita ora.
 
Mi resta solo da capire che cosa diavolo sta facendo Gwen in un cantiere abbandonato …
… All’una di notte …
 
… Aspetta un secondo, è per caso un nuovo Omnitrix quello che ha al polso?! 


To Be Continued?

...............................

Salve a tutti, è la prima volta che gironzolo su questo Fandom.
Questa One-Shot è sulle origini di questa versione alternativa di Ben Tennyson, che ho fuso con quello che è praticamente l'amore della mia vita ovvero Spider-man.
Il finale cronologicamente si ricollega all'inizio della serie "Alien Force".

In pratica Ben possiede i suoi poteri da circa tre mesi e durante una ronda notturna su Bellwood per caso nota sua cugina Gwen, alla quale non ha ancora detto nulla dei suoi poteri e dell'essere Spider-man, aggirarsi furtivamente in un cantiere abbandonato in compagnia di qualcuno e con al polso un nuovo Omnitrix.
Tali premesse lo spingeranno, giustamente, ad indagare e ... beh, da qui comincia la serie che conosciamo, dove Gwen prende il posto di Ben, Kevin è ... beh, Kevin!! E Ben alias Spider-man si ritrova coinvolto in guerra aliena dove oltre ad aiutare sua cugina deve anche stare attento a non far capire a quest'ultima chi è davvero.
Di fatto "trollandola", visto che Gwen stessa ha deciso di non dire nulla a Ben del fatto che abbia ripreso l'Omnitrix, non volendo coinvolgere un, parole sue, "povero ragazzo, ricco di entusiasmo ma senza poteri" in una situazione COSI' pericolosa, per carità XD
Chissà forse un giorno potrebbe anche diventare una Long.
Il tempo deciderà.

Detto ciò spero che questo piccolo esperimento vi sia piaciuto!! Ciao, ciao!! ^^

 
  
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