Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    20/02/2020    1 recensioni
E se Daenerys non fosse impazzita e Jon l'avesse uccisa ad Approdo del re?
Cosa sarebbe successo?
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister, Jon Snow, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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TRENTA








JON

Sapeva che sarebbe arrivato quel momento, quella era la ragione per cui si erano spinti così a Nord, o come dicevano i bruti nel vero Nord.
E per Jon quella era la sua casa nonostante fosse cresciuto a Grande Inverno, nonostante avesse avuto un padre, dei fratelli, uno zio, ma infondo non era mai stato davvero uno Stark.
«Jon!» urlò il nuovo lord di Capo Tempesta.
Gendry li raggiunse con il fiatone, a Jon bastò guardare il suo viso per capire.
«Ci siamo! Prendete le vostre armi, ora!» disse al resto del gruppo.
Tutti misero mano alle proprie armi, Beric diede fuoco alla sua spada, unica altra cosa in grado di uccidere quelle povere persone intrappolate in una vita che non era più vita.
Piano piano nel mezzo della tormenta di neve che li stava flagellando e congelando fino ai piedi dei puntini azzurri iniziarono a farsi vedere.
«Ricordate ce ne serve uno.»
Dei proteggeteci - pregò silenziosamente Jon Snow.
I non morti arrivarono seguendo il loro ritmo come se fosse scandito da una musica non udibile ai vivi.
I guanti erano incrostati di ghiaccio, la mano che un tempo era stata bruciata in parte sembrava fare più male, quasi bruciare come quando aveva tentato di salvare lord Mormont.
Arrivarono e il freddo sembrò quasi aumentare, Jon strinse di più la spada e si fece avanti.
I loro nemici li guardavano con uno sguardo quasi perso e vitreo, ormai erano l’ombra di ciò che erano stati in vita, uomini non più uomini.
Poi iniziò lo scontro, i non morti erano dieci o forse di più.
Attaccarono per primi come se morire non fosse più importante per loro o forse era solo una liberazione da quell’esistenza insensata e contro natura.
Jon aveva conosciuto molti bruti e ora molti di loro erano parte di quell’esercito.
Si scontro contro uno dei non morti, abbatterlo non fu semplice era comunque veloce nonostante la sua esistenza.
Jon lo colpì poco dopo e il non morto si sfece come neve al sole.
I suoi compagni combattevano al suo fianco, spada in pugno e la luce della lama di Beric a illuminare, oltre alla luna che splendeva silenziosa.
Il suo colore gli fece pensare ai capelli argentei di Daenerys, ora però non poteva permettersi distrazioni, non se voleva tornare da lei e dai suoi fratelli.
Un altro non morto si fece avanti trascinando la spada sulla neve come se fosse un peso, parte del volto mancava, i capelli erano appiccicati e congelati al tempo stesso.
Jon urlò e si scontrò subito contro di lui.
Vide Tormund battersi contro un altro non morto, ognuno di loro era impegnato.
Beric, Thoros e  Sandor Clegane tentavano di catturarne uno mentre Gendry e gli Immacolati combattevano difendendoli.
Il non morto urlò, e Thoros subito lo colpì con la spada.
Jon si era distratto, quella missione non poteva assolutamente fallire.
Fortunatamente il fedele e fidato orso di Daenerys Targaryen era rimasto al suo fianco, a difenderlo come aveva promesso di fare solo qualche ora prima.
Parò un colpo che probabilmente avrebbe ferito al braccio Jon Snow.
Jon gli fu infinitamente grato.
In non morti rimasti erano quattro ora, uno di quei quattro li avrebbe seguiti fino ad Approdo del re, pregò che Daenerys raggiungesse la Barriera velocemente, desiderava rivederla e mostrarle che non era un pazzo, che quelle creature esistevano e non solo come forma di storia o nella sua mente.
Jorah ruotò la sua nuova spada, quella Daenerys aveva fatto fare per lui per sostituire Lungo Artiglio, un non morto, una donna o almeno ciò che ne restava si scontrò contro Jorah, il quale parò bene l’affondo.
Poi un urlo riecheggiò nel piccolo gruppo e uno degli Immacolati di Daenerys venne colpito, sangue rosso scuro - reso ancora più scuro dalla notte - si riversò sulla neve bianca e pura.







SANSA

«Mia signora mi hai fatta chiamare?» domandò lady Brienne entrando nello studio un tempo appartenuto a lord Stark.
«Sì, entra» rispose Sansa avvicinandosi al grande camino che riscaldaava la stanza.
«Cosa vuoi che faccia?»
«Prepara le tue cose Brienne, tu e io ce ne andiamo» le disse Sansa Stark.
Brienne sgranò gli occhi incredula a quell’affermazione.
«Dove mia signora?»
«Ad Approdo del re» rispose la principessa del Nord e poi si voltò a guardare le fiamme crepitare nel camino.
«Vuoi tornare nel sud? Io credevo…»
«Non lo voglio ma è necessario, Jon avrà bisogno di me quando si troverà faccia a faccia con Cersei Lannister.»
«Il re non vorrebbe che tu…»
«Risparmiami la predica, me l’ha già fatta Arya.»
Brienne toccò il pomo della sua spada, il leone dei Lannister.
Sansa si sentiva male alla sola idea di dover rivedere Approdo del re e Cersei, ma non poteva abbandonare Jon.
«Ho già perso mio padre, mia madre, la mia septa e due fratelli, non intendo perdere anche Jon. Ma questa volta non sarò prigioniera di nessuno, sarò Sansa Stark principessa del Nord e tu sarai al mio fianco Brienne.»
«L’ho giurato e manterrò quel giuramento mia principessa.»
«Questo viaggio implicherà avvicinarsi nuovamente ai Lannister e l’unico Lannister a essere stato buono con me… spero di vederlo all’incontro. Dubito che abbandonerà la sua regina. E tu Brienne? Sei pronta a rivedere Jaime Lannister?»
Brienne non seppe cosa rispondere.
«Prepara le tue cose, domani stesso partiremo per il Sud.»

 





 

 

THEON

Era notte fonda e vento gelido soffiava e smuoveva le piccole imbarcazioni che li avrebbero condotti vicino alla riva.
Alcuni uomini ancora fedeli a Yara avevano scelto di seguire Theon fino ad Approdo del re per salvarla dalle grinfie di Euron.
Quando erano stati attaccati Theon aveva avuto paura e aveva lasciato che suo zio catturasse sua sorella, Ellaria Sand e una delle serpi delle sabbie.
Si erano gettati in mare con le armi alla vita e un coltello in bocca.
Theon osservava il buio che li circondava, l’acqua era gelida, così gelida che il freddo arrivava fino al cervello e penetrava nelle ossa.
Ma là, oltre la riva c’era Yara.
Non poteva mollare e non lo avrebbe fatto, avrebbe salvato sua sorella a costo di morire, così come aveva cercato di portare Sansa da Jon anche a costo di essere ucciso.
Non poteva rimediare agli errori del passato, non poteva cambiare le cose, non poteva riportare Robb in vita, ma ora poteva almeno salvare la sorella che per lui era venuta a Grande Inverno.
Arrivarono fino alla riva dove si trovava una grande nave ancorata, la nave di Euron.
Altri uomini li attendevano a bordo della nave che era rimasta lontana e nascosta dall’oscurità della notte.
Theon uscì dall’acqua, gocciolante e stanco per la nuotata e oltre a lui anche i cinque uomini che lo avevano seguito.
Ovviamente c’erano soldati a sorvegliare la nave di suo zio.
Antichi dei, dio abissale, aiutatemi - pregò silenziosamente Theon.
Prese il coltello e lo tenne stretto in mano, sentì delle voci e capì che dovevano essere più di quattro, uno per ogni uomo.
Theon fece segno agli altri di seguirlo e così raggiunsero la nave ancorata.
Due uomini li videro e misero subito mano alle armi, due dei suoi si scagliarono contro gli uomini di Euron, uomini di ferro contro uomini di ferro.
Non dovrebbe essere così e non lo sarebbe se Yara fosse diventata regina.
Lo scontro fu cruento, uno dei suoi rimase ferito a un braccio ma riuscirono a battere le guardie.
Altri uomini uscirono fuori e questa volta toccò a Theon e a un altro compagno.
Tirò fuori la spada dal suo fodero e si avventò contro uno dei due uomini, era debole, Rasmay l’aveva distrutto fin nel profondo.
Un tempo era Theon l’arciere mentre ora si sentiva ancora Reek che fa rima con sneak, infido.
Si riscosse da quei ricordi appena in tempo per non essere colpito, concentrò tutta la sua rabbia contro quell’uomo e non smise di colpire nemmeno quando l'uomo fu morto e sanguinante ai suoi piedi.
Fu uno dei suoi a fermarlo.
«Troviamo Yara» disse pulendo sui vestiti del morto la sua spada.
La nave era abbastanza illuminata e le sorprese non erano del tutto finite.
Ad attenderlo infatti c’era Euron Greyjoy, sorridente.
«Theon, nipote mio!» disse allargando le braccia «ne è passato di tempo. Guarda guarda, chi lo avrebbe mai detto che saresti venuto?»
«Lasciala andare oppure…»
«Oppure cosa Theon il voltagabbana? Non è così che venivi chiamato nipote mio?» gli rise in faccia Euron.
Theon urlò e si gettò contro lo zio con la spada che luccicava nelle flebile luce della nave, Yara era legata a terra, imbavagliata, Theon la vide calciare come un mulo, le mani legate.
«Vuoi forse morire? Se è così ti accontento subito!»
Euron a sua volta prese la spada e si avventò contro il nipote mentre gli uomini di ferro restavano inermi ad osservare quello scontro.














 

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se Dany non è presente. 
Grazie a chi mi legge e a chi mi recensisce!

 

  
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