Videogiochi > The Arcana. A Mystic Romance
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Autore: LuLuXion    20/02/2020    0 recensioni
Hanan è una giovane maga senza memoria, che negli ultimi 3 anni ha vissuto una vita tranquilla, protetta dal suo maestro Asra. Le cose però cambiano, quando si ritrova a prendere parte ad una curiosa indagine: dovrà scovare il dottor Devorak, accusato dell'assassinio del conte Lucio, per conto della contessa Nadia. E così Hanan si ritrova a scoprire segreti ben più intricati di quanto si aspettasse, tanto da arrivare a far luce sul suo passato perduto. Il tutto condito dalla giusta dose di magia!
[NOTE: ho ripercorso la route di Asra, con qualche piccola aggiunta da parte mia! Avviso quindi che ci saranno SPOILER per chi non ha completato ancora il gioco!
DISCLAIMER: tutti i personaggi e le ambientazioni appartengono alla Nix Hydra. Questa fanfiction è stata realizzata senza alcuno scopo di lucro.]
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Asra mi ha tenuta tra le sue braccia per tutta la notte. La sua magia mi ha pervasa di una sensazione di pace e mi sono addormentata senza accorgermene.
L’alba non è ancora giunta, ma la fresca brezza che anticipa la mattina mi fa aprire gli occhi, accarezzando la mia pelle. Asra è sveglio e si accorge del mio movimento contro il suo corpo. Si china a donarmi un leggero bacio sulla fronte che mi fa sorridere. Non è raro per me svegliarmi così, ma ora quel bacio ha una consapevolezza tutta nuova ed è molto, molto più dolce.
“Dormito bene?”
Mi domanda ed io sollevo lo sguardo a cercare il suo. Mi sento estremamente riposata e serena, e con ogni probabilità questo è merito suo. Annuisco e lentamente mi discosto, così da permettergli di alzarsi. Mi tiro su a mia volta e aggiusto la veste leggera che ho indosso, sistemando le pieghe della gonna con la mano.
Rimaniamo seduti uno accanto all’altra, raccogliendo quel che resta della seconda pagnotta di zucca per fare colazione. Ce la dividiamo ed iniziamo a mangiare. Le nostre spalle sono a contatto in questo momento e io mi sporgo un po’ così da appoggiarmi anche con la tempia. Ringrazio di essere così piccoletta, a volte! Tra un boccone e l’altro, Asra inizia a parlare. Faust sembra farsi attenta a sua volta, come se aspettasse la prossima mossa del mago.
“Dopo vorrei farti conoscere qualcuno.”
“Chi?”
“Lo vedrai presto! È qualcuno che può darci un passaggio… Vorrei che ci allontanassimo per un po’ dal palazzo…”
Lo guardo incuriosita, e sinceramente perplessa. Non aveva detto a Nadia che saremmo stati via solo per un giorno? Dovrei tornare a palazzo, non allontanarmi. Alzo gli occhi verso il suo viso e lui ricambia la mia occhiata.
“Asra ma… allontanarci? Non dovrei tornare dalla contessa?”
Lui mi sorride, con la sua solita calma innaturale e scuote il capo.
“Tu non preoccuparti, ci parlerò io con Nadia. Dopotutto le ho detto che ci saremmo allenati… basterà dirle che ci è servito più tempo del previsto!”
Prende una pausa, della durata di un sospiro e distoglie lo sguardo, posandolo su quel che rimane del fuoco magico che avevo evocato la sera.
“È solo che… beh non voglio che tu torni a palazzo. Non con Lucio che sembra essere interessato a te.”
L’idea di ritrovarmi ancora una volta davanti allo spettro di Lucio, ma da sola e tra le mura del palazzo, mi fa salire un brivido che mi fa chiudere gli occhi e sospirare. So di avere delle responsabilità verso Nadia, avendo accettato di aiutarla e non ho intenzione di tirarmi indietro ma…
“Asra, pensi sia davvero una buona idea allontanarci? E se Nadia si alterasse? Non è rischioso andar via?”
Asra prende a torturarsi le mani, la sua ansia è quasi palpabile e d’istinto gli poso una mano sulla spalla. È talmente concentrato a fissare le braci che sussulta, al mio tocco, voltandosi di scatto. Batte le palpebre ed il suo sguardo si addolcisce, mentre io continuo quella lieve carezza sulla sua schiena.
“Sinceramente, credo sia più rischioso rimanere. La forma che Lucio ha assunto… non so, non mi convince. Non è semplicemente il suo fantasma. È altro. Ma ancora non riesco a capire che cosa lo abbia portato a diventare… beh, così… Devo scoprire che cosa c’è sotto.”
Si morde le labbra, preoccupato, e cerca una mia mano stringendola tra le sue.
“Ma non posso perderti di vista nel frattempo. Non ora… Non lascerò che ti accada nulla, Hanan…”
Nonostante il suo sguardo sia serio ed apprensivo, riesco a scorgere un lieve rossore sui suoi zigomi anche con la luce ancora piuttosto tenue. Non sono ancora convintissima che sia una buona idea ignorare la contessa, ma tutto d’un tratto mi tornano in mente gli occhi penetranti dello spettro. Non capisco nemmeno se sia solo suggestione o se in qualche modo riesca ad influenzarmi a tal punto. E capisco che Asra ha ragione, è rischioso restare per ora.
Decido di dargli ascolto per adesso. Gli sorrido, cercando di mostrarmi serena e fiduciosa.
“Va bene, allora allontaniamoci per un po’. Penseremo dopo a Nadia.”
Il mio ok sembra lasciarlo piuttosto sorpreso, tanto da spalancare gli occhi e rimanere imbambolato un momento.
“V-va bene? Oh, ottimo! Beh, allora andiamo!”
Aver accettato la sua proposta ha sciolto la tensione che irrigidiva le sue spalle. Il suo respiro si fa spezzato, tremante, ora che l’adrenalina data dall’ansia se ne sta andando. Poso le mie mani sul suo petto, a cercare il battito del suo cuore, per accertarmi che sia effettivamente calmo ora e lui ne approfitta per stringermi in un altro abbraccio avvolgente e caldo. Avvicina le labbra al mio orecchio, mi dona un bacio sulla tempia e mi sussurra.
“Grazie… Davvero, grazie.”
Una volta sciolto l’abbraccio, ci accorgiamo di Faust che ancora ci osserva curiosa, come se stesse davvero aspettando un ordine da parte di Asra. Lui si china su di lei e l’accarezza, con la stessa delicatezza che rivolge a me. Mi intenerisco, nell’osservarli.
“Faust, pensi di riuscire a tenere d’occhio Nadia, mentre siamo via?”
“Occhio?”
Risponde il serpentello, inclinando la testa da un lato e sibilando con la linguetta biforcuta. Asra annuisce e le sue labbra si piegano in una smorfia.
“Sì, per favore. Se pensi che possa essere in pericolo devi avvisarmi e noi torneremo.”
Il braccio di Asra si tende, così che Faust possa attorcigliarcisi contro come se lo stesse abbracciando a modo suo. Lui se la porta al petto e la tiene così per un momento.
“Fa attenzione, ok?”
“Attenzione!”
Risponde lei, incoraggiante. Asra la lascia di nuovo. Lei inizia a strisciare sull’erba lentamente, fermandosi prima davanti a me. Mi chino, per salutarla anche io, con uno dei grattini che tanto le piacciono. Sembra gradire la mia coccola, e come saluto mi da una piccola testata affettuosa contro il palmo della mano. La osserviamo farsi strada tra gli alberi in direzione del palazzo. Asra la tiene d’occhio finché è in grado di vederla.
Ora tocca a noi metterci in viaggio.
Raccogliamo le nostre sacche e ci incamminiamo mano nella mano, verso i campi di grano sulle colline.
 
Camminiamo per un bel po’, con Asra che mi racconta qualche aneddoto sui suoi viaggi. Posti che ha visto, gente che ha conosciuto, creature magiche con cui è entrato in contatto… Ed io ascolto completamente rapita. Ho sempre desiderato sentire questi racconti, ma prima d’ora non si era mai scucito più di tanto. Ora però è diverso, si sta aprendo con me. Si sta aprendo dal nostro piccolo viaggio nella sua oasi, dal bacio che gli ho rubato sotto la tempesta… Dopo ciò che ho ricordato nella grotta.
Ormai l’alba sta rischiarando il cielo, ma ancora riesco a scorgere le stelle. Più ci allontaniamo dalla città, più sono luminose, come fossero una distesa di diamanti a tempestare il cielo. Cammino col naso all’insù a godermi quel panorama, con gli occhi pieni di meraviglia e la mente sgombra da ogni pensiero. Non c’è niente che mi può raggiungere ora e farmi del male. Ci siamo solo io ed Asra, mano nella mano attraverso i campi di grano, sotto un cielo stellato. Sento le spighe solleticarmi e pizzicarmi le gambe, spinte dalla brezza mattutina. Asra si volta verso i raggi di sole che rischiarano il cielo al di là delle colline.
“Tempismo perfetto! Ci siamo quasi, ho in mente un posto sicuro dove portarti per ora…”
Lo vedo voltarsi verso di me rivolgendomi il suo famoso sorrisetto enigmatico.
“Sono successe molte cose in questi giorni e secondo le Carte siamo solo all’inizio. Quindi… pensavo di lavorare davvero sulla tua magia ed incrementarla. Non so quanto tempo abbiamo effettivamente. Mi spiace solo doverti mettere tutta questa pressione addosso…”
Asra sembra rattristarsi di nuovo. Io gli stringo la mano, voglio spazzare via quell’ombra dai suoi occhi meravigliosi.
“Asra, va bene così.”
Parlo con tutta la tranquillità di questo mondo e lui scuote il capo, tornando calmo poco dopo. Anzi, lo vedo farsi propositivo, sembra quasi che una punta di malizia si stia facendo largo in quello sguardo luminoso ed io sento le mie labbra piegarsi in un sorriso come se lo facessero di loro spontanea volontà.
“Allora, visto che stiamo facendo una specie di fuga… Che ne dici se ti portassi in un posto un po’ più tranquillo rispetto a Vesuvia? Oppure vuoi vedere una città ancora più grande? Scegli tu!”
So bene che Asra non è tipo da grandi città affollate. Già il dover girare per le strade di Vesuvia lo mette a disagio e cerca sempre di evitare il più possibile le piazze e le vie principali. Ma in fondo nemmeno io amo trovarmi in mezzo alla folla, quindi la mia scelta al riguardo è piuttosto ovvia. In effetti, gli rivolgo un sorrisetto che sa tanto di ‘e lo chiedi pure?’
“Tranquillità, assolutamente!”
Asra sembra soddisfatto dalla mia risposta, dato che senza alcun preavviso mi solleva da terra facendomi volteggiare con lui per un momento. Io sussulto, non aspettandomi quel gesto così improvviso da lui, che nel frattempo sta ridendo come un bambino.
“Ecco perché ti adoro!”
Lo dice spontaneamente, sembra quasi non si sia reso conto delle sue parole ed io mi sento avvampare fino alla punta delle orecchie. Eppure, con tutto quello che è successo, non è così strano da sentire. Mi fa solo sentire bene, leggera e libera. Perché è così che mi sento, quando sono con Asra. Mi sono sempre sentita così, dal giorno in cui mi ha presa con sé, ed ora ho la consapevolezza che ciò che sento per lui è qualcosa che c’è da molto più a lungo, al di là di quanto io possa ricordare. Io appartengo a lui e lui a me. E per questo non posso fare a meno di ridere con lui, spensierata tra le sue braccia.
Torniamo entrambi più sereni e ci separiamo quel tanto che basta per poterci guardare negli occhi.
“Non potrei chiedere di meglio, stare da solo con te… Potrebbe sorprenderti quanto possiamo andare lontano senza vedere proprio nessuno! Ma se sono con te, mi sta bene anche rimanere solo noi due per sempre…”
Sbaglio o si sta facendo più sciolto? Il sorriso sicuro, sincero, con cui mi guarda mentre mi dice tutto questo mi fa impazzire e sono io ad essere diventata rossa come un pomodoro, tanto da non riuscire a rispondere a parole. Però con un abbraccio sì, ed un bacio rubato alle sue labbra.
 
Mi prende di nuovo per mano e continuiamo ad avanzare fino ad una specie di spiazzo. Qui il grano sembra essere stato tagliato e piegato, formando una spirale perfetta sotto di noi, che brilla in modo incantevole, illuminata dagli ultimi raggi della luna e dai primi raggi del sole. Vedo Asra farsi avanti, come se stesse ispezionando qualcosa.
“Mhh… Sta ancora dormendo? Va bene…”
Chi sta ancora dormendo? Mi guardo intorno senza vedere proprio nessuno, se non Asra che fruga nella sua sacca fino a tirare fuori una manciata di mandorle. Le agita un po’ come a voler attirare l’attenzione di qualcosa ed aspetta. Io rimango dietro di lui, con una mano appoggiata alla sua schiena.
Uno sbuffo mi fa sussultare, sembra il verso di un grosso animale e all’improvviso vediamo sbucare fuori un grosso muso tondo tra le spighe di grano. Mi blocco, sorpresa, nel vedere il grosso animale assonnato alzarsi in tutta la sua stazza, soffiando di nuovo dalle narici. Le mie dita stringono la presa sulla camicia di Asra, che si volta di poco per rivolgermi un sorriso rassicurante. Quindi, è quella creatura che voleva farmi conoscere?
L’animale si avvicina a noi placido ed io rimango immobile a fissarlo mentre si muove verso Asra e con la lingua prende a leccare via tutte le mandorle che lui teneva nella sua mano. La risata pacata di Asra fa sollevare il muso all’animale che lo guarda, affabile.
“Buongiorno, dormiglione!”
La grossa bestia sembra felice di rivederlo, e con mia ulteriore sorpresa, lo sento distintamente pronunciare il suo nome. Non è una vera e propria voce, è più un verso, ed infatti ci ho messo un po’ a capire che quel suono gutturale e profondo era proprio una parola. Ricorda un po’ il modo con cui comunica Faust, ma più grezzo. Sembra anche essere ben più anziano di lei, e l’energia che emana ricorda molto quella propria della natura. Deve essere una creatura antica…
”Asraaaaaa!”
L’animale è intento a leccare la mano di Asra, amichevole ed io mi tranquillizzo. Lui sembra avermi notata e il muso punta nella mia direzione. Decido di fidarmi di questa creatura, perché emana affetto, saggezza, e sembra essere legata ad Asra. Allungo una mano, così che possa annusarmi e prendere confidenza anche con me. Mi muovo lenta, perché non voglio risultare brusca o spaventare la creatura in qualche modo. Asra mi sbircia, con un sorrisetto divertito. Noto che la creatura ha gli occhi dello stesso colore di Asra… e dei miei.
Mi guarda con sguardo languido, sembra quasi aver riconosciuto il mio odore e lo sento pronunciare il mio nome. Mi fa letteralmente perdere un battito. Che io abbia conosciuto questa creatura prima della mia perdita di memoria?
”…Hanan? Hanan diversa… Hanan ha un nuovo profumo…”
Un nuovo profumo? Quindi mi ha davvero vista prima d’ora? Sono cambiata al punto da non avere più nemmeno lo stesso odore per questa creatura? Poi d’improvviso mi rendo conto di aver già visto questa bestia in compagnia di Asra. Non certo in un ricordo improvviso, ma in uno dei miei sogni fatti in questi giorni! Era la cavalcatura di Asra, quando ho sognato che era fermo ad un bivio, la notte in cui tutta questa storia è cominciata…
“Io… io ti ho visto, nei miei sogni!”
Dico, proprio verso la creatura, che sembra quasi rattristata dal fatto che non ricordi chi sia. Sbircia infatti Asra che le rivolge un sorriso amichevole.
“Purtroppo Hanan non ha più molti dei suoi ricordi… Sono cambiate diverse cose…”
I capelli bianchi e soffici ondoleggiano, perché Asra scuote il capo per scacciar via la tristezza che stava oscurando il suo viso. Con un nuovo sorriso domanda alla creatura.
“Ed io? Io anche ho un odore diverso?”
La mano che si tende di nuovo verso la bestia. Questa annusa intensamente per poi scuotere la grossa testa pelosa.
”Uguale. Speranza e Devozione. Profumo di Asra…”
Vedo Asra arrossire visibilmente, mentre mi lancia un’occhiata fugace che comunque riesco a cogliere. Istintivamente, mi porto una mano sul cuore.
“Oh beh…. Grazie. E parlando di speranza, non è che puoi darci una mano? Vorremmo allontanarci da Vesuvia per un po’ e ci farebbe comodo un passaggio.”
L’animale soffia dalle narici e lo vedo stiracchiarsi un po’, per poi piegare le zampe anteriori in modo da permetterci di salirgli in groppa. Osservo Asra con un sorriso speranzoso che lui ricambia.
”Dove vuoi andare?”
Asra osserva per un momento verso i campi, facendosi pensieroso. Mi posa una mano sulla spalla intanto. La luce del sole inizia ad illuminare il suo viso, i capelli sembrano fili d’argento sotto la luce.
“Mmm… Credo a Nopal. Non è lontanissima ma credo sia il posto più adatto.”
La bestia allora si stiracchia meglio, preparandosi alla lunga camminata.
”Non lontano. Riposato abbastanza. Salite.”
Vedo Asra ridere sollevato, donando un grattino dietro il grosso orecchio della creatura che sembra apprezzare, visto che muove la testa in modo da assecondare la coccola.
“Sei il migliore!”
Asra monta per primo, con un movimento piuttosto fluido. Sale in groppa alla bestia e si sistema in modo da stare comodo, con le gambe divaricate attorno alle spalle dell’animale. Poi si volta verso di me, tendendomi una mano.
“Vuoi stare davanti o dietro?”
Mi domanda ed io mi sento eccitata come una bambina all’idea di cavalcare questa creatura! Un sorrisone a trentadue denti mi illumina il viso e afferro la mano di Asra per montare anche io sulla bestia.
“Davanti! Voglio vedere il paesaggio!”
Con un sorrisetto sghembo Asra mi tira su, aiutandomi a sedermi di fronte a lui. Mi siedo tenendo comunque le gambe tutte e due dallo stesso lato, perché con la gonna che indosso mi sarebbe impossibile altrimenti. E già così le mie gambe sono più scoperte del dovuto, ma non me ne faccio troppo un problema. Asra mi afferra saldamente dalla vita ed io mi appoggio all’indietro, con la schiena contro il suo petto. Sento il mio cuore accelerare, felice di quel contatto e di quel calore che mi pervade. Percepisco il respiro di Asra sul collo, il soffio della sua risata che mi smuove i capelli. Mi fa venire la pelle d’oca e mi piace da impazzire.
“Comoda?”
Mi sussurra, per poi darmi un semplice bacio sulla guancia.
“Meravigliosamente comoda”
Gli sussurro di rimando, scivolando quanto basta per stare letteralmente accucciata contro di lui. Accenna una risata soddisfatta.
“Tieniti forte, andremo abbastanza veloci!”
E dopo un colpetto dato sul fianco della bestia, come segnale che siamo pronti a partire, l’animale si alza e si prepara a muoversi. Nel sentirmi sballottata, seguo immediatamente il consiglio di Asra e le mie mani trovano appiglio nella folta pelliccia dell’animale.
”Andiamo?”
”Andiamo!”
La bestia soffia dalle narici e prende a correre. La brezza ora è diventata vero e proprio vento, tanto stiamo andando veloci! Sento i miei capelli scompigliarsi e sento Asra ridacchiare per il solletico che gli fanno contro il petto. Stringe di più la presa su di me ed io osservo l’orizzonte meravigliata.
Da che ho memoria, non mi ero mai allontanata così tanto da Vesuvia! Guardo il sole che ormai è apparso al di là della collina ad illuminare i campi di grano come fossero una distesa d’oro. Le sfumature calde dell’alba scacciano via prepotentemente il buio della notte e tutto intorno sembra riprendere vita. Sento la bestia commentare il panorama.
”Bella alba!”
Ed io mi ritrovo a ridere, divertita e libera come non mi sono mai sentita col vento che spazza via ogni preoccupazione da dentro di me. Asra mi sta ancora tenendo, ma io mi sporgo appena e allargo le braccia. Chiudo gli occhi, perché voglio solo sentire il vento come se stessi volando e mi ritrovo ad urlare di gioia.
“Wohooooo!!”
Asra sembra totalmente sorpreso di questa mia reazione, ma lo sento serrare la presa su di me, come a volermi facilitare in quel momento e reggermi lui. Ride, divertito e sereno. Perfino la creatura sembra volermi assecondare e accelera un po’. Mi sento così leggera che potrei spiccare il volo da un momento all’altro!
 
Continuiamo il viaggio per un bel po’. Ormai il sole è alto e la mattina è inoltrata. Il mio momento di pura esaltazione è pian piano scemato fino a diventare semplice gioia e ho avuto modo di godermi il panorama. Il paesaggio è totalmente diverso qui, come anche la luce e gli odori. Gli occhi iniziano a pizzicarmi un po’ per via del vento e sono costretta a battere le palpebre più volte. Ormai sto totalmente appoggiata contro Asra che mi tiene stretta a sé e mi avvolge. Raggiungiamo una zona desertica, così insolita ai miei occhi rispetto ai rigogliosi campi e le colline verdi che circondano Vesuvia! Qui la terra è rossa e secca. Qua e là spuntano diverse piante grasse, di un verde intenso e così a contrasto con la sabbia calda. I fiori che sbocciano su queste piante sono buffi, dai petali cicciotti. La bestia rallenta gradualmente fino a fermarsi del tutto, accovacciandosi per permetterci di scivolare giù. Asra, ancora una volta, va giù per primo, aiutandomi poi a raggiungere terra. Non avrei mai pensato di essere così stanca dopo una cavalcata così lunga, eppure nel momento in cui i miei piedi toccano terra sento le gambe tremare e le ginocchia cedere ed Asra è costretto a sorreggermi di peso, per evitare che io finisca a terra.
“Ehi, piano… Tranquilla, siamo arrivati, ora potrai riposare.”
Mi dice, con tono dolce e pacato, mentre mi aiuta a tornare in piedi e mi sistema la veste. Io sto con le braccia strette attorno al suo collo fino a che non ritrovo la stabilità.
“Sì… scusami.”
Gli dico, un po’ imbarazzata, ma lui scuote la testa e mi rivolge una carezza.
L’animale nel frattempo si va ad accucciare in un angolo poco distante una piccola struttura, sembrerebbe una casetta anche se lo stile in cui è costruita è ben diverso da quelle a cui sono abituata in città. Eppure, sembra così accogliente. Asra si assicura che io riesca a tenermi in piedi e io annuisco, liberandolo dalla mia stretta. Lui si dirige verso quello che sembrerebbe un giardino antistante la casetta. Le piante sono ancora vive, ma sembrano avere una gran sete ed il loro colore tende al giallo. Asra si passa una mano sulla nuca, sospirando.
“Woah… credo di essere stato via più a lungo di quanto pensassi!”
Si toglie di dosso lo scialle ed il mantello, si sgranchisce la schiena con uno sbadiglio e si muove verso quella che sembra una fontanella. Io lo seguo lentamente, fermandomi prima a raccogliere la sua sacca e gli abiti che ha letteralmente abbandonato nella sabbia, con uno sbuffo. In alcune cose, devo ammettere che Asra va seguito peggio di un bambino!
Asra, intanto, armeggia un po’ con la leva della fontana che non sembra dare segni di vita all’inizio, ma dopo qualche secondo sentiamo entrambi un gorgoglio. Dalla bocca della fontanella esce un rivolo d’acqua misto a sabbia dorata, che va pian piano schiarendosi fino a diventare un flusso cristallino e pieno. Asra sospira sollevato, passandosi una mano sulla fronte. Poi si volta verso di me, indicandomi la casetta.
“Hanan, lo vedo che non ti reggi in piedi… Aspettami dentro e stenditi un po’ sul letto, mentre io sistemo un po’ le piante…”
Annuisco, rendendomi conto che sono davvero stanca ora. Mi dirigo verso l’ingresso della casetta e un piacevole pizzicore familiare mi solletica la pelle. Una barriera magica. Una delle protezioni di Asra… Mi fermo un secondo, sospirando per via della sensazione gratificante della sua magia che mi attraversa, dunque, metto piede all’interno della casa, trovandomi in una cameretta accogliente e piccola, illuminata dai raggi del sole che filtrano dalle tende. In questo luogo, mi sento estremamente serena ed al sicuro.
  
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