~~Se avesse avuto tempo di riflettere, dopo gli eventi concitati della settimana precedente, avrebbe dovuto ammettere di trovarsi in una situazione imbarazzante, inginocchiato su un letto fatto di morbide pellicce e lenzuola pulite, ricamate con le iniziali L e S, con candele accese sul tavolino, per creare la giusta atmosfera per una prima notte di nozze.
La sua.
Con lo stomaco pieno di cibo, grazie agli ottimi piatti preparati dai cuochi chiamati dalla famiglia della sposa, con la gola soddisfatta dalle bottiglie di vino polverose conservate in cantina sin dalla nascita della sua giovane moglie, era pronto per.
La sua sposa.
Il suo abito bianco, i suoi lunghi capelli intrecciati con fiori, una cascata di bianco che forse non era il colore giusto per la sposa, considerando le circostanze in cui era stata ritrovata due mesi prima, aveva detto suo padre. Ma la contessa era stata inamovibile, sua figlia avrebbe vestito di bianco, il vecchio leone aveva dovuto accettare.
Suo padre.
Che lo aveva convocato per spiegare il fidanzamento, dicendogli che la ragazza era selvaggia e bisognosa di essere domata, così la madre aveva offerto il matrimonio come soluzione per entrambe le loro casate, dopo che la ragazza era fuggita con il fabbro.
Il suo rivale.
Forse non un vero amante, la ragazza aveva rifiutato di essere visitata da un medico per testarne la virtù, aveva spazzato via tutto e urlato e scalciato tanto che la madre aveva deciso di tenerla rinchiusa nel castello per il tempo che due volte il suo ciclo mensile potesse assicurare che almeno non fosse incinta e pronta per ...
Suo figlio.
Lui non era sterile, ne aveva tre prove, ma avrebbe preferito esserlo, quando suo padre lo aveva minacciato di rivelare la verità sulla sua relazione con sua sorella gemella.
La sua amante.
Che lo aveva tradito mentre lui era in guerra, a combattere contro i francesi, per poi tornare a casa senza una mano. Congedato dall'esercito con una medaglia d'oro splendente, non aveva soldi, né terra, né casa, né potere di opporsi alla volontà di suo padre, quindi aveva chinato la testa e detto di si con ...
La sua bocca.
Ora sepolta tra le gambe di sua moglie, impegnata ad offrirle piacere e far reagire il suo corpo nel modo giusto. Una cosa era certa, non era uno stupratore, come lo era stato sicuramente il marito di sua cognata. Un marito ormai morto, con l'aiuto attivo del corpo che si muoveva sotto il suo. Se non avevano modo di sfuggire all'inevitabile, voleva che sua moglie trovasse piacere nell'atto sessuale e sperava di diventare abbastanza eretto da penetrarla, perché lei poteva essere vergine o no - e francamente non era la sua preoccupazione – ma lui si sentiva quasi vergine, essendo stato a letto solo con sua sorella. Avendo ammirato solo lei, senza curarsi di quando aveva dovuto fingere di aver notato altre ragazze, prima di unirsi al reggimento dei Dragoni. Quanto era stata comoda l'uniforme, per nascondere il loro segreto e per impedirgli di lanciare sguardi che non avrebbero avuto seguito. Ma ora tutto l'amore che poteva immaginare era per questa ragazza, tutto il suo corpo era per lei nel letto coperto di pellicce.
Il suo piacere.
Guardando la sua giovane moglie, il modo in cui lei stava accettando lui, le sue mani, la sua bocca e ascoltando i suoni dalle labbra di lei, forse poteva funzionare, perché era lei vibrante e affascinante, con un pugnale legato alla coscia quando l’aveva goffamente spogliata, prima. Una ragazza, ma non giovane come temeva, cicatrici e lividi e le mani di una donna, nessuna traccia residua del corpo di una ragazza. Tuttavia era come una ragazza ai suoi occhi, perché lui aveva il doppio della sua età, anche se stava scoprendo questa giovane donna che padroneggiava una spada ed era entrata nell'esercito fingendo di essere un maschio. Era sicuro che si sarebbero divertiti a combattere con le spade, lei era mancina, poteva insegnargli a usare l'unica mano buona rimasta. A chi importava il dovere, l'onore e il nome di famiglia una volta fatto ciò che dovevano per sigillare il patto matrimoniale; dopo stanotte, sarebbero stati liberi.
La sua spada.
Da colonnello, appoggiata sul divano accanto al letto, la vedeva brillare, illuminata dalle candele, ricordando quando l’aveva usava per uccidere il re pazzo, pensando di dare libertà al regno, solo per mettere un altro re grasso e indegno sul trono. Così era scappato dalla nuova follia, solo per ritrovarsi nel gelido Nord, sotto le lenzuola di seta sopra un giovane corpo delizioso, in un enorme castello.
Casa loro.
Una condizione del contratto di matrimonio, perché la ragazza aveva rifiutato di andare a ovest, così lui aveva deciso che era meglio il freddo eterno del freddo sguardo pieno di delusione di suo padre e del silenzio di sua sorella in sua presenza, che lo faceva piangere.
I suoi occhi.
Verde smeraldo come il Mare del Nord, insoliti lassù, nel mezzo di occhi grigi e blu, solo il fabbro li aveva tra il marrone il nero, nero di rabbia, tanta da scavare un buco profondo dentro di lui, per costringerlo a cancellare il ricordo del rivale, robusto come un toro, dalla mente di sua moglie, unito alla paura di sentire un nome diverso dal proprio, come sua sorella aveva dovuto sopportare la prima notte di nozze. Non poteva continuare a pensare che la ragazza desiderasse un altro uomo, sarebbe stata la sua ultima colpa, quella che non poteva accettare, quella da spingerlo a indossare un mantello nero, coprirsi il viso e salpare sulla prima nave, per nascondere la sua vergogna.
La ragazza rimaneva in silenzio, fatta eccezione per gemiti incomprensibili, così insistendo lui continuava a toccarla nel modo più tenero che poteva immaginare, per portarla oltre il limite, per farla cadere con lui, desiderando di essere il solo e l’unico, perché in questo modo potevano avere una possibilità, trovare una via, costruire una vera casa e non solo vivere in un castello freddo nel mezzo del nord.
Pregando tutti gli dei, i nuovi, i vecchi, gli dei di ogni dio di avere misericordia di lui, dei suoi peccati commessi per amore, delle sue scelte sbagliate e dei suoi atti di eroismo, solo per trovare la pace tra le braccia di questa ragazza coraggiosa e forte.
Aveva avuto una donna soltanto, prima, non aveva mai osato guardarne un altra per quasi quarant'anni e ora aveva questo fiore selvaggio con spine sottili e voleva sanguinare toccato da lei, non gli importava se lei aveva già sanguinato o se la vita nell'esercito l'aveva sfregiata in ogni modo possibile.
Lei si stava muovendo più velocemente, godeva, lui era sicuro dei segni rivelatori del piacere e poi la sua più grande paura, lei mormorava qualcosa, forse chiedeva di più, più da lui, da suo marito, dall'uomo che poteva imparare ad amare di nuovo, in modo autentico e corretto.
Si concentrava sull'ascoltarla, perché in qualunque modo doveva affrontare la sua gioia o la sua disperazione, doveva sapere se c'era la possibilità di diventare un uomo nuovo, rinato.
Lei si era irrigidita, per poi fermarsi e anche lui si era fermato, chiudendo gli occhi per sentire una sola parola, la parola giusta, quella che sperava. Il suo nome, semplicemente.
“Jaime!”