Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Cara93    21/02/2020    0 recensioni
Raccolta di One shot e fash fic.
Le storie avranno come filo conduttore una certa dose di angst, dramma, amori, tradimenti e una canzone
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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NOTP



Tyrion Lannister la osservava celato dall'ombra dell'alto trono costruito appositamente per lei nella città di Meereen. Era giunto in città a fatica, attraverso le fosse degli schiavi. Era ancora seccato con Mormont e l'eunuco per il trattamento riservatogli in quella circostanza
"Sempre meglio del boia, ma neanche troppo per tutti i maledetti dei!"
E ora era bloccato lì, costretto, per cause di forza maggiore, a servire una regina che non conosceva e di cui non aveva chissà quale rispetto.
"Sempre meglio di Joffrey e di quella cagna di Cersei, ma è pur sempre una Targaryen e io sono pur sempre il figlio di mio padre"
 
Per tutti, Daenerys Targaryen era solo colei che controllava le creature più incredibili del mondo conosciuto, creature che si credevano scomparse. Era la Regina o la Madre dei Draghi. Distinzione importante perché per la moltitudine di liberti era più di una Regina, una Madre, quasi sul serio. Per quasi tutti era una salvatrice, la Distruttrice di catene. Per molti una dea, la Non Bruciata. Nel continente occidentale, l'erede che doveva scomparire. Il Nemico.
 
Tyrion era troppo piccolo per ricordare con precisione le colpe di Aerys, ma sapeva per esperienza che il potere poteva essere un peso per una mente fragile. Doveva solo valutare se questo era il caso di Daenerys Targaryen.
 
 
Più passava il tempo, più sentiva di aver puntato sul reale giusto. A differenza di tutti i regnanti che aveva conosciuto, le stava sinceramente a cuore il bene del popolo. Era pronta a fare ciò che riteneva necessario per raggiungere il suo obiettivo. Aveva deciso: avrebbe camminato al suo fianco, i loro destini intrecciati. Sarebbe stato il suo Primo Cavaliere, non per convenienza, ma per fede. Perché sì, Daenerys Targaryen era il futuro.
 
 
Un futuro che stava per dissolversi tra le braccia del mercenario Dario Naharis. Quanto si era arrabbiato e quanto aveva desiderato la morte del guerriero. Lei, la salvezza del continente occidentale, che vacillava per colpa di un uomo da poco quale reputava l'eccentrico tiroshi. Non sapeva che, prima di lui, Jorah Mormont aveva avuto simili pensieri, ma a differenza del cavaliere dell'Isola dell'Orso non era così stupido da oppirglisi nettamente. Sapeva sulla propria pelle quanto l'amore (o il sesso) potessero essere potenti armi a doppio taglio, spesso a scapito di chi amava, com'era successo a lui stesso; a volte a scapito di chi tentava di opporsi a quell'amore, com'era capitato ai Primi Cavalieri di Robert Baratheon, uccisi per non rivelare il segreto amore della loro regina. 
 
 
Vederla così fiera e sicura sulla nave che l'avrebbe portata a Westeros, mentre seguiva con attenzione il volo dei suoi figli, lo riempiva di orgoglio. 
 
-Mi avete chiamato, mia regina?-
-Sì, mio Primo Cavaliere- era molto formale, di fronte a persone diverse da Missandei e Verme Grigio. 
-Il capitano vorrebbe sapere dove attraccare- il suo era uno sguardo di sfida, che nascondeva un dolore che sentiva (*) ma che non osava mostrare. Le aveva detto molte volte, prima della partenza, che Roccia del Drago non era il punto d'attacco migliore. Secondo il suo modesto parere, dopo che Varys era riuscito ad ottenere l'appoggio di Dorne e dell'Altopiano, sfruttare la copertura degli alleati era la mossa strategica migliore. 
-La conquista del Trono di spade deve partire da Roccia del Drago. Deve- aveva ordinato con impeto, sorda ad ogni obiezione. Il nano era stato costretto ad annuire a testa bassa. 
-A Roccia del Drago- disse, rivolto al capitano. Daenerys Targaryen sorrise. 
"Ma io riesco a vedere la ferita dietro al sorriso(*)", pensava Tyrion. 
 
Sbarcarono. Daenerys visitò la sua casa natia, ogni anfratto ed ogni pietra, fantasma disilluso ed egoista. E, come un sacerdote, ai suoi occhi quell'edificio appariva come un luogo sacro. 
"Fammi essere colui che capisce (*)", pensava il Lannister, seguendola. 
 
Aveva pianificato tutto con la massima cura, eppure il Fato sembrava complottare contro di lui. Sembrava che i Sette Regni non potessero giungere alla pace promessa, dopo la morte di Robert Baratheon. Colei che avrebbe potuto compiere l'impresa, si accingeva a salpare verso Nord, sorda ai suoi consigli. Non che potesse biasimarla, dopo il fallimento della prima battaglia campale e le prime offensive di Cersei. Yara Greyjoy ed il fratello erano spariti, probabilmente morti a causa dell'attacco di Euron. L'altopiano era perso, i dorniani erano allo sbaraglio, dopo che Ellaria Sand e le Serpi erano state prese, così come la conquista di Castel Granito si era rivelata inutile: il grosso dell'esercito Lannister si trovava da un'altra parte, così come la maggior parte dell'oro. Poi, il bastardo di Grande Inverno era arrivato ad elemosinare il vetro di drago. A prima vista, una richiesta da nulla in cambio di un'alleanza decisiva. Aveva caldamente appoggiato la proposta, garantendo per l'ex Guardiano della Notte, ora Re del Nord. Il suo consiglio era costato a Daenerys un drago e la partenza per le fredde ed inospitali regioni al di qua della Barriera. 
 
-Non mi piace- Era rimasto piacevolmente sorpreso di trovare Sansa a Grande Inverno, viva e cresciuta. 
-Cosa non vi piace?- domandò, allungando il passo per starle al fianco. Si era stupito di trovarla così diversa dalla ragazzina di un tempo, un che di feroce e fiero nello sguardo. 
-Non cosa. Chi- Sussultò a quella risposta. Come chiunque, Tyrion aveva avuto modo di toccare con mano la profonda antipatia che la signora del castello provava per la Regina dei Draghi, anche se non ne capiva la ragione. 
-Non capisco, Sansa. Davvero- sorprendentemente, Sansa era l'unica persona, a parte Jaime, con cui riuscisse a parlare con franchezza. Ciò era dovuto, pensava, al forte senso di colpa che provava nei suoi confronti. 
Sansa lo fissò a lungo, in modo penetrante. 
-Un tempo pensavo che tu fossi l'uomo più intelligente del mondo, Tyrion Lannister- 
Il nano non rispose, aspettando una spiegazione. 
-Non mi piace perché so che nel destino della tua regina dai capelli d'argento c'è solo cenere e distruzione. Se non moriremo per mano degli Estranei, ci penserà lei. Ne sono sicura- 
 
-Così eccoti qui. A servire l'ultima Targaryen. Non starai cercando di espiare i miei peccati, vero, fratellino?- Jaime parlò con ironia, come al solito, ma c'era una nota di curiosità genuina, nel tono della sua domanda. 
-No, fratello. Ho solo trovato qualcuno che sono onorato di seguire-
Jaime tacque. 
-La stessa regina che ha minacciato di incenerire Greyjoy solo perché ha deciso di giurare fedeltà a Sansa Stark? La stessa regina che ha spaventato a morte gli abitanti del Nord e ne ha decimato le provviste? La stessa regina che ha permesso al suo capo delle guardie di malmenare un pastore perché si è lamentato di quei suoi cuccioli?- 
-Deve mantenere la propria autorità, se vuole regnare, una volta preso il trono- minimizzò il nano. 
-Quindi, si sente minacciata dal bastardo di Ned Stark?-
-Certo che no! Probabilmente si sposeranno-
-Allora, forse, questa tua regina non è tanto diversa dai re prima di lei-
-Credi che non sia in grado di capire cosa sia giusto o sbagliato?- chiese Tyrion, furioso. 
-Per molto tempo, io stesso non ne sono stato capace- 
-Tu eri accecato dall'amore per Cersei- replicò. Nel sentire il nome della gemella, il viso di Jaime si rischiarò per un istante, come se la sola menzione del suo nome portasse in lui qualcosa di molto simile alla gioia. Durò solo un istante, quello successivo lo Sterminatore di Re tornò ad adombrarsi. 
-E tu sei accecato dalla Regina dei Draghi, Tyrion- concluse. Tyrion si fermò, in un momento ripercorse il proprio percorso al fianco della Targaryen. Jaime aveva ragione: si era invaghito di lei. Si allontanò dal fratello, imprecando. 
 
 
La guerra contro gli Estranei era terminata e la sua regina stava avendo una reazione inspiegabile. Si era allontanata da Jon Snow (oppure Jon Snow si era allontanato da lei) e premeva per continuare la guerra a Sud senza pensare alle conseguenze per il suo popolo e all'alleanza con il Nord. La tensione che si respirava tra lei e Sansa aveva raggiunto livelli a tratti insopportabili, tanto che non si era stupito quando Sansa gli aveva paventato un'alternativa al trono. 
 
La sua scelta aveva portato alla morte di Varys. Aveva messo in conto che rivelare la vera identità di Jon Snow avrebbe portato delle conseguenze, ma non aveva mai pensato che Daenerys sarebbe arrivata alla sua condanna a morte. Sperò che l'Immacolato che aveva mandato ad abbattere i corvi messaggeri dell'eunuco avesse fatto il suo lavoro. Avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere perché Aegon Targaryen non toccasse mai il trono. 
 
Approdo del Re era in fiamme, come aveva promesso prima di affrontare il viaggio verso Esteros. Era stato lui. Aveva portato la regina delle ceneri. Sansa aveva avuto ragione. 
 
Per la prima volta, durante il suo discorso di vittoria, Tyrion aveva avuto paura. Quello che Sansa e Varys temevano e che Jaime aveva tentato di dirgli si era avverato: la sua speranza si era trasformata in tutto ciò che mai avrebbe voluto e non si era nemmeno accorto di quella trasformazione, troppo accecato da sé stesso e da lei. Avrebbe dovuto rimediare. 
 
E lo fece. Per lui fu un piacere perverso fare in modo che l'unico uomo che Daenerys avesse amato la uccidesse e vivesse il resto dei suoi giorni con il peso di quella colpa.


Angolo dell'autrice: come si può ben vedere, la mia Notp è la Tyrion/Daenerys. Non appena nella serie si è paventata l'idea che Tyrion fosse innamorato di Daenerys mi si sono rizzati i peli sulle braccia (soprattutto quando si è fatto intendere che il suo rimbambimento fosse dovuto all'amore). Ma la Tyrion/Daenerys non è l'unica, anche se è la coppia che più mi dà fastidio. Seguono, in ordine: Sansa/Jon, Daenerys/Jon. 
La canzone di riferimento è "I walk beside you" (come da titolo) dei Dream Theater; (*) le frasi che precedono questo simbolo sono frammenti di testo. 
   
 
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