Film > Re Leone
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Autore: PaikeApirana    22/02/2020    1 recensioni
Durante Siku Ya Oracle, il Giorno dell'Oracolo, a Rafiki viene concesso dagli antenati di vedere il destino del sovrano e il futuro del regno. Durante la reggenza di Scar, tuttavia, le sue parole non avrebbero potuto essere più terribili per le leonesse: la stirpe del secondogenito di Ahadi è infatti destinata a grandezza e gloria.
"Quando il Re Polvere siederà a fianco della Luna, scesa sotto forma di leonessa, le loro terre non temeranno né nemici, né carestia. La loro discendenza regnerà nei secoli".
Dopo il ritorno di Simba, però, le ambizioni di Scar, che viene esiliato assieme ai suoi seguaci, sembrano infrangersi per sempre. Ovviamente Zira, la sua compagna, non è la luna scesa in terra e Nuka, un erede debole secondo lui, ne è la prova vivente. Eppure è proprio quel figlio che fa di tutto per ottenere un minimo di affetto dai genitori a incontrare, mentre vagabonda da solo nelle terre esterne, una giovane leonessa dal manto candido come la luna.
Scar è davvero il Re Polvere, destinato a regnare per secoli? O la profezia si riferisce a qualcun'altro? E quale sarà la scelta di Nuka quando si troverà diviso tra la fedeltà a suo padre e l'amore?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuka, Scar, Zira
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il tumulto dei seguaci di Scar durò ancora diversi istanti. Dall’alto della roccia il leone si ergeva fiero e composto, godendo di quel momento di potere, in cui era pienamente certo di aver catturato la lealtà di tutte le sue iene, le quali ridevano e abbaiavano eccitate e trepidanti.

Suo figlio però, sentiva solamente il rumore dei propri pensieri, che ronzavano in testa come uno sciame di api rabbiose. Cosa intendeva suo padre con quelle parole? Voleva forse attaccare il regno di Furaha? Che ne sarebbe stato di lei e soprattutto di Mwezi? Inoltre…aveva parlato della sua discendenza… Nuka si chiese se suo padre avesse scelto un ruolo per lui in quel piano che infervorava le iene e, in tal caso, quale fosse.

-E ora, miei fedeli, è tempo di dormire e ristorarci!- affermò solennemente, placando di colpo i latrati delle iene –A partire da domani cominceremo i preparativi per la conquista e voi, miei soldati, dovrete essere nel pieno delle forze! Non saranno ammessi errori, ma se riusciremo…questi anni di fame e stenti saranno solo un vago ricordo e presto vendicheremo anche l’onta arrecataci da mio nipote! Un regno due volte più grande ci attende!

Un ultimo ruggito accorato esplose tra le colonne del termitaio, mentre Scar scendeva a passi composti e regali dalla sua roccia. Non possedeva nessun regno, ma tutti, soprattutto suo figlio, lo consideravano un sovrano e tutti lo avrebbero seguito ovunque. Nuka, tuttavia, per la prima volta stava iniziando a maturare dei dubbi sul fatto che i propri desideri coincidessero con quelli del padre.

Zira si strusciò addosso al suo compagno, congratulandosi per il discorso che era riuscito a infervorare gli animi, ma lui ricambiò appena le sue effusioni provocanti, mantenendo un atteggiamento distaccato. Il loro figlio decise allora che era il momento buono per parlare loro degli avvenimenti della giornata, del suo fidanzamento con Mwezi e chiedere il perché di tutto quel clamore.

Si fece quindi largo tra le iene che rientravano nel termitaio continuando a sghignazzare e sorridere sognanti. Non colse che alcune parole, troppo occupato a raggiungere i suoi genitori, ma avrebbe giurato che riguardassero una qualche vendetta contro Simba.

-P…padre!- lo chiamò il leone, optando per una parola più formale per non interrompere la solennità di quella serata.
Scar sgranò appena gli occhi, mormorando: -Oh sei qui. Mi stavo giusto chiedendo dove fossi finito-

Non smise di camminare, guardando appena il figlio mentre si avviava verso la propria camera. Zira lo seguiva strusciandosi sul suo fianco, ma il suo compagno restava insensibile a quelle effusioni. I suoi occhi serpentini erano persi in un punto indefinito, mentre sul muso aveva un’espressione di compiacimento.

-Padre che cos’era…quell’adunanza? Di che stavi parlando di preciso?- chiese il giovane leone, camminando qualche passo dietro ai suoi genitori.

-Oh, nulla di cui tu debba preoccuparti, sta tranquillo- rispose Scar quasi con noncuranza. Arrivati nella vasta camera del termitaio, il leone andò a sdraiarsi comodamente su un fianco al suo solito giaciglio, dove, a lungo andare, la roccia friabile era stata leggermente levigata per seguire meglio le forme del suo corpo. Zira si accucciò proprio dietro di lui, affondando il muso nella sua criniera. Una sottilissima smorfia di fastidio fece trapelare il reale sentimento di Scar, ma né la sua compagna né Nuka se ne avvidero.

Quest’ultimo, infatti, si mise seduto compostamente di fronte ai suoi genitori, pronto a esporre il resoconto della sua giornata.

-Oggi pomeriggio sono andato da Mwezi e…- iniziò nervosamente e la sua esitazione lasciò a Scar il tempo di prendere la parola. Il suo muso si era illuminato non appena aveva sentito nominare la leonessa.

-Splendido!- disse, muovendo la coda per l’emozione –E come sta la nostra cara leoncina? Anzi, ormai sarebbe più appropriato dire leonessa visto che è praticamente adulta…

-Sta molto bene- rispose Nuka –siamo stati insieme tutto il tempo e …avrei qualcosa da dirvi in proposito- disse il giovane leone facendosi coraggio.

-Spero che tu non voglia ricominciare a parlare della tua inutile infatuazione- disse Scar alzando impercettibilmente gli occhi al cielo, mentre si controllava gli artigli. –Pensavo che l’argomento fosse chiuso- continuò.

Zira intanto aveva scagliato un’occhiataccia al figlio, ammonendolo per aver ripreso un discorso già finito diversi giorni prima.

Per la prima volta, però, Nuka decise di ignorarla. Quella volta i suoi genitori dovevano ascoltarlo, non avrebbe accettato di stare zitto finché non avesse fatto capire loro quanto si erano sbagliati sul suo conto.

-In realtà sì…-ammise facendosi coraggio–I miei sentimenti per Mwezi non sono mai cambiati e dopo averla rivista oggi…beh posso garantire che sono persino più forti-.

Suo padre lo guardò di sbieco, senza però perdere la sua compostezza, mentre si puliva le zampe. –Nuka mi secca molto ripetere più volte le stesse cose- disse in un sibilo velenoso –Ne abbiamo già parlato. Tu non sei e non sarai mai abbastanza per una leonessa del rango e della bellezza di Mwezi. Smettila di farti del male e di infastidirmi con queste insulsaggini e accetta il fatto di non poter avere alcun futuro con lei. Le stelle hanno predetto altro per quella creatura meravigliosa.

-Mi dispiace, padre, ma hai torto su questo- disse il giovane leone. Il suo tono si era fatto di colpo convinto, forte di tutti i ricordi della giornata, del calore emanato dal corpo di Mwezi, della tenerezza delle loro effusioni e dell’amore che si erano dichiarati.

Il silenzio che scese nella camera, però, non gli fece presagire nulla di buono. Un attimo dopo, le zampe di suo padre stavano premendo sulla sua gola, costringendolo a terra.
 

Con uno scatto fulmineo, degno di un leone ben più giovane di lui, Scar si era lanciato su Nuka appena aveva sentito quelle parole. In quel momento non era più suo figlio, ma un contendente alla compagna che anelava da anni, il premio per quell’attesa così lunga e carica di promesse.

Come si permetteva quel cucciolo troppo cresciuto, quella patetica palla di pelo scarmigliato di pensare una cosa simile!?

Premette la punta dei suoi artigli sulla sua gola, facendolo guaire. Era a tanto così da ruggirgli che Mwezi era solo e soltanto sua, che gli spiriti l’avevano creata solamente per generare una stirpe invincibile e duratura. Scar non lo avrebbe mai detto ad alta voce, ma avrebbe voluto un figlio come suo nipote, forte fin dall'infanzia e che fosse in grado di tenergli testa. Nuka non aveva mai raggiunto le sue aspettative e in quel momento più che mai si pentì di non averlo ucciso.

Un pensiero, un terrore, si affacciò di colpo alla mente del leone più anziano. La storia si stava ripetendo di nuovo... Lui ormai stava diventando vecchio, il suo manto sbiadiva davanti a quello delle nuove generazioni... Era successo con Simba e ora con Nuka

E... se avesse già rovinato tutto? , pensò. Lo aveva contraddetto per la prima volta e forse c'era un motivo... Che avessero celebrato in segreto il rito...? No non poteva essere accaduto!.
Non avrebbe permesso a Nuka di mandare a monte i piani che aveva messo a punto con così tanta cura, anche a costo di ucciderlo!

-Su che cosa avrei torto, di grazia?- gli chiese con una voce velenosa –Sul fatto che tu sia un leone misero e appena degno del nome della nostra specie o sul fatto che una leonessa come Mwezi potrebbe mai interessarsi a te?-

-Perché mi dici queste cose?!- sbottò di colpo Nuka, guardandolo dritto negli occhi come mai aveva fatto prima d’ora. Per un attimo Scar ebbe paura del bagliore di rabbia che scorgeva in fondo a quegli occhi ambrati, dietro alla tristezza che li velava di lacrime. La forza nelle zampe di suo figlio, poi, lo sorprese ancora di più.

Questo, infatti, riuscì a spingerlo in modo da fargli mollare la presa e per non ricadere a terra, Scar fece un balzo indietro, ringhiando al giovane leone grigio in avvertimento. Zira lo imitò, erompendo in un ruggito rabbioso e alzandosi di scatto in piedi. I suoi occhi indirizzavano al figlio uno sguardo carico di odio, ma Nuka non la guardava, concentrato sul padre.

-Non credo di aver fatto niente per meritare un simile trattamento!- disse deciso, imitando la postura del padre e appiattendo le orecchie sulla criniera –Se devi punirmi, padre, voglio almeno saperne il motivo e perché ti suscitano tanta rabbia le mie parole!

-Sei un leone sciocco! Questo mi fa arrabbiare!- ruggì Scar mostrando i denti –Non vuoi capire che sto solo cercando di fortificarti e risparmiarti sofferenze inutili. Ingrato di un figlio! Ti sembra questo il modo di rispondere a chi cerca di prendersi cura di te?!

-Ma tu stai sbagliando!- osò dire Nuka, sempre più preso dalla foga del momento, come trascinato dalla corrente di un fiume –Hai torto su me e Mwezi. Torto marcio!

-Mwezi non sarà MAI tua! Non ci vuole un genio per capire che nemmeno la più brutta delle iene ti prenderebbe come compagno e più impiegherai ad accettare questo fatto, più a lungo rimarrai un debole e un illuso!- ruggì, sempre più al culmine dell’ira, Scar. Quanto avrebbe voluto saltare addosso a Nuka. Mettere per sempre fine a quell’esistenza che ormai aveva esaurito del tutto la sua utilità per i propri fini e che, anzi, rappresentava un ostacolo tra lui e la sua Luna.

Tuttavia sapeva riconoscere quando era il momento per intraprendere uno scontro, durante il momento di massima debolezza di un nemico. Così aveva fatto con Mufasa, anche se con Simba si era ritrovato costretto a una battaglia corpo a corpo che aveva perso.
Si era reso conto che Nuka, forte della sua giovinezza rischiava di sopraffarlo o quanto meno di ferirlo gravemente se fosse intervenuta anche Zira. Non poteva permettersi una simile complicazione al suo piano.

-Io ti ho lasciato giocare nel regno di una leonessa che mi aveva insultato e umiliato, ti ho permesso di vivere nonostante, alla tua nascita, qualsiasi sciamano mi avesse consigliato di porre fine alla tua vita, dicendo che non saresti mai diventato un leone capace di difendere le sue terre, cosa che si è rivelata vera a quanto pare!- mentì, facendo vacillare la sicurezza di Nuka –Ma se è così che vengo ripagato, con un figlio ingrato e disubbidiente, allora vattene! Sparisci dalla mia vista e non tornare mai più!-

Il giovane leone lo guardò stralunato, come se credesse di aver capito male, come se volesse aver udito le parole sbagliate. Rivolse una rapida occhiata a Zira, cercando una sorta di conforto, la conferma alle proprie speranze, ma trovò solo un muso deformato da una smorfia ostile al pari di quella di Scar. Ansimò, profondamente ferito. Una lacrima colò giù dal suo occhio solcandogli la guancia grigia.

Un leggero scatto in avanti di suo padre, accompagnato da un ringhio, bastò a farlo scappare via. Nei cunicoli risuonò il suo singhiozzo strozzato, mentre l’eco dei suoi passi svaniva man mano che si allontanava. Scar sapeva che sarebbe corso verso il regno di Furaha, ma che gli Antenati lo dannassero se gli avesse permesso di arrivarci, di avvicinarsi ancora alla sua Mwezi!

-Zira! Chiama le iene!- ordinò – Spero per loro che riescano a uccidere almeno questo idiota…-

Spazio autrice: SCUSATEMI per la lunga assenza! Sono stata molto impegnata con la scuola e la preparazione a diverse verifiche e questo inevitabilmente mi ha distratto dai miei doveri di scrittrice. Ora che arriva la settimana di autogestione spero però di riuscire a rimettermi in pari con tutte le mie opere.
Anyway… Piaciuto il capitolo? Fatemi sapere tutte le vostre opinioni! Non siate timidi.
   
 
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