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Autore: Dan13la1995    24/02/2020    0 recensioni
Liam torna nella sua città natale dopo anni, quando sua madre decide di risposarsi. Il suo più grande shock è scoprire che il figlio del suo nuovo patrigno è lo stesso ragazzo che all'epoca della scuola elementare era solito bullizzarlo, rendendo la sua vita letteralmente un inferno...
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"Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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17. Mi odi non è vero?

 

"Okay... piano ora..." Parlò la voce di Paul suonando in qualche modo un po' tesa. Doveva avere qualcosa a che fare col fatto che quella era la sua auto. Auto che in quell'esatto momento rombò prima di saltellare in avanti e spegnersi del tutto... di nuovo.

Liam imprecò tra i denti, sbattendo la testa sul volante. Mason, seduto sui sedile posteriori, lo guardò quasi meravigliato. "Dio, amico, fai veramente schifo in questo"
Liam gemette, perchè davvero, aveva bisogno di ricordarglielo?, mentre Paul rideva battendogli sulla spalla affettuosamente. "Non preoccuparti, imparerai, è questione di pratica. Vuoi fare un altro tentativo?"
Liam alzò la testa guardandolo supplichevole. "Ho bisogno di una pausa, e quel gatto mi sta ancora fissando" disse seccamente, e fece un cenno verso la casa di fronte.

Mason alzò le sopracciglia non impressionato "Forse perchè l'hai quasi investito"
"Dovrebbe gioire per quel 'quasi'" sbuffò lui, aprendo lo sportello e scendendo.

"Già, purtroppo la cassetta postale dei vicini non è stata altrettanto fortunata" commentò Paul imitandolo.

"Credo che non salirò in auto con te molto presto" fece Mason allegramente.

"Bene, perchè nemmeno io salirei in auto con me" Liam roteò gli occhi. Cominciava a capire perchè sua madre avesse voluto tenerlo lontano dalle auto fino ad ora. Quelle cose erano complicate.

"Non essere pessimista" lo ammonì Paul dolcemente. "Sai, anche Theo all'inizio non era molto bravo" ricordò con nostalgia. Qualcosa nel viso di Liam si tese alla menzione del nome di Theo, e abbassò lo sguardo a terra. "Un giorno è finito dritto in un fossato" Sorrise scuotendo la testa. Mason si chiedeva cosa ci fosse da sorridere. Quando lui aveva steso un cartello stradale, suo padre non era stato così entusiasta. "Be' credo che tornerò dentro a riposarmi un po', chiamami se vuoi fare un altro giro, Li" fece poi dandogli un'altra pacca paterna sulla spalla

Liam non aveva intenzione di risalire su quell'auto per molto tempo. "Si certo" Sorrise "Grazie Paul"
"Figurati" rispose mentre saliva i gradini del portico e sparendo in casa.
Liam sospirò, fermandosi davanti ad essi e sedendocisi sopra. Mason lo raggiunse presto, guardandolo un po' preoccupato. Rimasero in silenzio per qualche minuto, l'unico rumore erano le cicale che frinivano sugli alberi e le occasionali auto che attraversavano la strada in quell'assolata domenica pomeriggio.


"Ci hai più parlato?" chiese poi ad un tratto Mason.

Liam non aveva bisogno di chiedere di chi parlasse. Lo sapeva benissimo. "Intendi dopo che sono capitato lì proprio mentre si scopava una ragazza a caso?" Liam non riuscì del tutto a evitare un tono acido. Poi sospirò stancamente "No non ci ho parlato"

"Sai odio dirtelo, ma... non puoi proprio avercela con lui per-"
"Sì lo so, e questa è la cosa peggiore" Liam gli lanciò un'occhiata sofferente e supplichevole. "Possiamo cambiare argomento? Non mi va davvero di par-"
"Invece dovresti, e dovresti parlare con lui. Tipo-"
"Davvero? Perchè ogni volta che ci proviamo mi sembra che finisce sempre male" Liam sbuffò scettico.

"Tipo-" ripetè Mason lentamente. "In una situazione diversa. Parlare o stare soli, soltanto voi due è ancora difficile o imbarazzante? Be' magari dovreste provarci in gruppo. Potrebbe alleviare la tensione, non credi?"
"Cosa hai in mente?" Liam lo guardò a occhi stretti.
Mason gli rivolse un ghigno poco raccomandabile. "So che hai detto di non voler fare nulla per-"
"Mason!" gemette Liam.

"Amico, andiamo, è il tuo compleanno, diciasette anni non si compiono tutti i giorni, dobbiamo festeggiare, e così puoi invitare Theo, è l'occasione perfetta per parlare"
"Probabilmente nemmeno ci verrà" mormorò Liam sconsolato.

Mason rise scettico, prima di parlare con un tono definitivo "Non ti direbbe mai di no per il tuo compleanno"

Ma Liam non ne era così sicuro.

*

Liam sapeva che Mason aveva perfettamente ragione. Soprattutto perchè stava diventando patetico perfino a se stesso, il suo crogiolarsi nell'auto commiserazione. Se voleva che le cose si sistemassero, doveva incominciare a darsi da fare. Eppure il 17 Aprile, il giorno del suo diciasettesimo compleanno, si faceva sempre più vicino, e Liam non era nemmeno riuscito a trovare il coraggio di avvicinarsi a Theo.

Ogni volta che lo sfiorava l'idea, non faceva altro che apparirgli davanti gli occhi l'immagine di Theo e quella ragazza, in piedi sulla porta; non riusciva a non pensare al tono quasi distaccato e distratto con cui Theo gli aveva parlato quel giorno; al modo in cui lo aveva lasciato andare via, senza una parola; a come non l'aveva minimamente cercato i giorni seguenti.

Sentiva un costante groppo alla gola al pensiero che Theo potesse avercela con lui al punto da non volergli nemmeno più rivolgergli la parola o stargli accanto.

Di consequenza l'idea di invitarlo al suo compleanno era una prospettiva quasi spaventosa, perchè in una sola singola parola Theo avrebbe potuto dargli la risposta a quella domanda che lo tormentava da settimane.

Mi odi adesso?

Mentre usciva dal bagno dei ragazzi all'ora di pranzo, Liam alzò il capo da terra e si ritrovò di fronte proprio Hayden fra tutte le persone, che usciva in quel momento preciso dall'aula di Biologia. Liam si bloccò, momentaneamente preso alla sprovvista, e Hayden fece lo stesso. Lei lo guardò però solo mezzo secondo prima di voltarsi e camminare nella direzione opposta.

Okay quello era decisamente troppo anche per uno come Liam. Poteva sopportare una persona che lo evitava, ma due assolutamente no. La voce gli scivolò fuori dalle labbra prima ancora che riuscisse a rendersene conto, facendo automaticamente due passi nella direzione in cui si era allontanata la ragazza.

"Hayden, aspetta-" la chiamò esitante.

Hayden si fermò di nuovo, dandogli ancora le spalle. Dopo qualche secondo la tensione sulle sue spalle sembrò scivolare via, mentre queste si afflosciavano e lei si voltava a guardarlo titubante. "Che cosa c'è?" chiese, suonando, per qualche motivo, esitante.

Liam ingoiò il panico crescente e l'imbarazzo che si faceva strada sul suo viso colorandogli le guance di un rosso acceso, stringendo la presa sulla bretella della borsa a tracolla. "Io... volevo solo dirti... che mi dispiace" ammise con un sospiro afflitto. "Mi dispiace se ti ho mentito... se sono scappato via in quel modo... e se ti ho evitato... io..." Liam arrossì ancora di più mentre parlava, rendendosi conto del pasticcio che aveva combinato. Chiuse gli occhi prendendo un respiro, prima di riaprirli "Mi dispiace e basta, per tutto"

Hayden lo guardò fisso per un po' prima di sospirare a sua volta e rivolgergli un sorriso a labbra strette "Be' meglio tardi che mai" disse poi. "Mi chiedevo se avessi intenzione di darmi una spiegazione prima o poi"

Liam deglutì abbassando gli occhi a terra "Io-"
"Liam, se non volevi uscire con me, avresti semplicemente dovuto dirmelo. Mi sarebbe dispiaciuto ma avrei capito. Piuttosto che... mentirmi in quel modo... per poi scoprire che invece.." Si bloccò e si morse le labbra indecisa. "Insomma... tu e Theo?" Sbuffò una mezza risata. "Mi sembra ancora un qualche tipo di scherzo"

Qualcosa cambiò nell'espressione di Liam, che divenne in qualche modo più tagliente, perchè Hayden si bloccò, agitandosi sui suoi piedi "Scusa, non intendevo- è solo... inaspettato?" Hayden offrì a disagio. "Ma capisco perchè non volevi che nessuno sapesse, deve essere... una situazione strana?"
Probabilmente ''strana'' era l'eufemismo del secondo. Liam si morse il labbro. "Già... diciamo di sì.." Poi la guardò imbarazzato. "Come-?"
"Come l'ho capito?" chiese lei "Be' quando vi ho visto ho realizzato come mai Tracy non aveva voluto dirmi perchè aveva rotto con Theo. E il fatto che non fosse molto sorpresa di vedervi insieme è stata un'altra bella indicazione" cercò di scherzare. Liam si agitò sui suoi piedi. "Quindi... voi due... Cosa, state insieme ora? ...Di nascosto?"

Liam allora spalancò gli occhi guardandola e prendendo quasi fuoco. "Uh.. cosa? No- noi- non è-" Sospirò "Non stiamo insieme." La sua espressione si accattorciò in una smorfia triste, e abbassò lo sguardo a terra "A malapena ci parliamo. Penso che a questo punto lui mi odi." Emise un mezzo suono strozzato "Tu mi odi. Probabilmente anche Tracy mi odia! Ho davvero fatto un casino. E mi dispiace.. così tanto.."
"Liam, io non ti odio" Hayden scosse la testa con un sorriso debole. "E non posso parlare per Tracy ma sono sicura che non ce l'ha con te. Non puoi controllare i sentimenti no?"
Liam strinse le labbra dandole un'occhiata rapida "Vorrei davvero che si potesse, sarebbe tutto molto più facile"
"Ma sarebbe anche abbastanza noioso giusto?" tentò lei con un altro sorriso. Liam imitò a malincuore il suo sorriso.
"Già, probabilmente" Si guardò intorno un po' a disagio, il corridoio era ormai deserto, tutti erano sicuramente già in mensa per il pranzo. "Senti, io... questo weekend è il mio compleanno" Liam roteò gli occhi "e Mason ha insistito perchè festeggiassimo tutti insieme. Capisco se non ti va di venire, però..."
"Ci verrò, scemo"
"Davvero?"
"Davvero"
"Grande, potresti... portare anche Tracy, se vuole..."
"Scherzi? Ogni occasione per Tracy è buona per festeggiare, verrà sicuramente" Hayden gli sorrise incoraggiante.

Liam apprezzava i tentativi di lei di metterlo a suo agio e fargli capire che era tutto okay, ma in ogni caso il suo sorriso restò tirato e incerto. Non riusciva a smettere di sentirsi un fottuto disastro. Non riusciva a non ripensare a quel momento. Hayden che li chiamava, la sua espressione stupita, Theo che lo trascinava via, quella dannata domanda, e poi quel bacio, e l'espressione di puro dolore sul viso di Theo quando lo aveva spinto via, e ogni singola volta in cui Theo lo aveva evitato da allora. La sua espressione dovette rispecchiare le sue emozioni perchè Hayden gli posò una mano sulla spalla. "Hey, è tutto ok?"
"Non lo so..."
Hayden sospirò prima di avvicinarsi e mettergli le braccia attorno alle spalle, Liam si lasciò abbracciare, posando solo qualche secondo dopo le mani sulla sua schiena. "Non credo sia la cosa che ti tormenti ora, ma... noi siamo apposto, ok?" mugugnò Hayden contro la sua spalla. "E per qualsiasi cosa avrai bisogno, io ci sono. Siamo amici, giusto?"
Liam annuì soltanto stringendosi contro la sua spalla. E non potè fare a meno di pensare che non si meritava affatto tutto quell'affetto. Per niente.

*

La campanella suonava ancora mentre tutti sciamavano velocemente fuori dall'aula, puntando alla mensa. Theo e Josh uscirono spalla a spalla parlando.

"Quindi... hai fatto cilecca" osservò Josh tranquillamente con un ghigno sul viso.
Theo roteò gli occhi. "Semplicemente non me la sono sentita, idiota. Smettila di ripeterlo come se fosse divertente"

"Un po' lo è" Josh scrollò le spalle con un risata "Peccato, un nome in meno sulla tua lista"
"Tieni ancora la lista?" Theo sbuffò.
"Ovvio" Josh esclamò quasi scandalizzato "Abbiamo ancora una sfida in corso, io e te."
"Buona fortuna" lo prese in giro Theo, mentre svoltava a sinistra nel corridoio.

"Dove stai andando?" Josh sbattè le palpebre preso alla sprovvista, ma seguendolo.
"Bagno" disse soltanto Theo. "Sai, non devi seguirmi" gli fece notare alzando un sopracciglio nella sua direzione
Josh continuò a camminargli accanto, ora improvvisamente più silenzioso. Theo gli lanciò un'occhiata. Il silenzio di Josh era raramente un buon segno.

"Hey, senti..." cominciò lui esitante, qualche secondo dopo "...il fatto che tu abbia fatto cilecca..."
Theo roteò gli occhi esasperato "Smettila di dirlo"
Josh fece una mazza risata, ripetendo: "Il fatto che tu abbia fatto cilecca..." Gli rivolse poi uno sguardo stranamente serio "Ha qualcosa a che fare con Tracy?"
Theo lo guardò preso alla sprovvista "Cosa? No! Perchè lo chiedi?"
Josh gli lanciò un'occhiata indecisa "Ecco, io voglio chiedere a Tracy di venire al ballo con me. Quanto ti arrabbieresti con me se lo facessi?"
"Perchè diavolo dovrei arrabbiarmi?" chiese Theo confuso.

"Be' sai, tu e lei..."
"Josh, se tu dovessi evitare di chiedere di uscire a tutti quelli con cui sono andato a letto in questi anni, moriresti triste e solo" osservò Theo tranquillamente.

Josh sembrò rifletterci. "Be' non hai tutti i torti" Poi lo guardò. "Quindi posso..?"
"Puoi" Theo roteò gli occhi.
"Grandioso. Perchè gliel'ho già chiesto!"
Doveva immaginarselo. "E che cosa ha detto?" chiese guardandolo con un sopracciglio alzato.

Josh fece una faccia ovvia "Ovviamente ha detto di no. Ma! Le farò cambiare idea!"
"Lo farai sicuramente" rise Theo, girando l'ultimo angolo.

Si fermarono sui loro passi quando si ritrovarono qualche metro più avanti Liam e Hayden in piedi davanti alla porta del bagno. Abbracciati. Theo sentì quella ormai familiare sensazione, come se qualcuno gli stesse stritolando con forza inaudita ogni singolo organo dentro di lui.

"Cavolo" gemette Josh a bassa voce "Hayden era la mia riserva nel caso che-" Theo gli diede un colpo al petto zittendolo e si voltò per tornare indietro prima che Liam e Hayden li notassero.

"Ahio, dove stai andando ora? Non dovevi andare in bagno?" esclamò Josh correndogli dietro.

"Mi è passata la voglia" Theo rispose seccamente.

Josh scrollò le spalle, perplesso "Non so come questo sia possibile, però okay"

*

"Quindi- stava abbracciando la sua ex?"


Il giorno dopo Theo aveva il turno serale al bar, era chino sotto al bancone cercando di capire perchè il lavandino avesse deciso improvvisamente di perdere mentre Amber sedeva sul bancone, mangiucchiano le patatine dell'aperitivo e chiacchierando del piu' e del meno, e in qualche modo si era ritrovato a raccontarle tutto senza nemmeno rendersene conto.

Era facile parlare con lei. In qualche modo Theo era arrivato alla conclusione che Amber era letteralmente l'antitesi di Liam. Lei era sfacciata, onesta, diretta e schietta. Non l'aveva mai vista arrossire o vacillare, né davanti ai rimproveri del loro capo, né davanti a occasionali clienti un po' troppo amichevoli. Diceva sempre quello che pensava, punto e basta. A volte anche quando era meglio tacere, a volte anche in modo scortese, e quando Theo glielo aveva fatto notare una volta, lei aveva solo scrollato le spalle e detto "Se a qualcuno non sto bene, la porta è lì"


"Lei non è la sua ex" rispose Theo seccamente. "E' la sua..." esitò "ex cotta"
"Ex cotta? E' una cosa che esiste?" ridacchiò lei
"Da ora esiste"

"Sei davvero insopportabile quando sei geloso" ridacchiò Amber.

"Ragazzi, basta chiacchiere. Amber, va a togliere tutto dalla veranda sul retro, sta iniziando a piovere forte"
"Perchè non può farlo Theo?" gemette lei
"Sei capace di aggiustare il lavandino al posto di Theo?" la prese in giro lei.

Theo avrebbe voluto dire che nemmeno lui sapeva aggiustare il lavandino, ma vista l'alternativa, lasciò che Amber sparisse nel retro con un ultimo gemito esagerato. "Sono in cucina se hai bisogno, Theo" disse poi la donna prima di girare i tacchi.

Quando si rialzò da dietro il bancone, cinque minuti dopo, pioveva davvero a dirotto, le goccie d'acqua che sbattevano prepotentemente contro le enormi vetrate in un modo che gli avrebbe fatto venire i brividi se non avesse amato la pioggia. Lanciò uno sguardo all'orologio sul muro. Mancava ancora un'ora alla fine del turno, ma probabilmente avrebbero chiuso prima se quella pioggia torrenziale fosse continuata. Ci stava già quasi sperando, mentre si chinava per pulire il disastro che aveva fatto sul pavimento, quando il campanello appeso sulla porta tintinnò, segnalando l'arrivo di qualcuno. Si voltò, chiedendosi chi diavolo andasse in giro con quel diluvio, e si bloccò, trovandosi a guardare sconcertato e decisamente preso alla sprovvista, un Liam completamente bagnato dalla testa ai piedi, i capelli incollati al viso e la maglia aderente al corpo, tremante e immobile lì sulla porta.

Però per qualche motivo, non potè fare a meno di pensare che forse ora amava la pioggia un pochino di più.

*

Alla fine era arrivato il giorno prima del suo compleanno, e Liam non aveva parlato con Theo.

Ancora.

"Liam, ma dai, avevi un solo compito, uno solo!" gli sussurrò Mason quasi scandalizzato.

Liam arrossì sotto il suo sguardo giudicante, muovendosi a disagio e abbassando lo sguardo sul suo panino. "Mi dispiace-"
"Non si tratta di essere dispiaciuti o no qui, si tratta di quello che vuoi. Vuoi che Theo venga alla tua festa di compleanno?" chiese Mason deciso. "O forse non ti importa?"
Liam scattò su con un cipiglio "Sì che mi importa!"

"Okay, vuoi salvare il vostro rapporto, o almeno la vostra amicizia?"
"S-sì"

"Bene, allora cazzo, fai qualcosa. Smettila di piangerti addosso e di chiedere scusa, e comincia coi fatti!"

Liam fissò Mason per un po', il suo sguardo indeciso che incontrava quello fermo e determinato del suo migliore amico, un sopracciglio inarcato in attesa.

Strinse i pugni, prima di sospirare. "Okay, hai ragione, lo farò"

Mason si sciolse in un sorriso sollevato. "Questo è il mio ragazzo, hai bisogno di un passaggio a casa sua?"
"No, non serve. Theo ha il turno al bar più tardi, passerò da lì"
Mason lo guardò stupito "Come sai che ha il turno al bar se a malapena vi parlate?" Liam arrossì evitando il suo sguardo. Mason strinse gli occhi con un ghigno che si allargava. "Lo stalkerizzi sui social?"
"Forse" rispose Liam velocemente.
"Mi rendi più fiero di te giorno dopo giorno" sospirò Mason drammaticamente, con un sorriso commosso.

Liam potè solo ridere in risposta.

*


Sapeva dove Theo lavorava e sapeva che non avrebbe impiegato più di 20 minuti da scuola a raggiungerlo a piedi. Quello che non aveva previsto era l'acquazzone che si abbattè su di lui appena dieci minuti dopo. E così si era ritrovato bagnato come un pulcino e tremante dal freddo sulla porta di un bar fortunatamente deserto con un Theo che sfortunatamente lo guardava come se un alieno avesse appena varcato la porta.

"Che cavolo stai facendo qui?" chiese, sbattendo le palpebre confuso.

"Io... facevo un giro?" buttò lì imbarazzato.
"Lo vedo" Theo alzò un sopracciglio, prima di abbassare lo sguardo sulle gocce d'acqua che cadevano sul pavimento. "Sai, sarò io che dovrò pulire quel casino"
Liam si agitò sul posto abbassando lo sguardo sulla pozza ai suoi piedi. Arrossì "Mi dispia-"
"Stavo scherzando" sospirò Theo roteando gli occhi. "Vuoi restare lì in piedi sulla porta?"

"No" rispose Liam subito, per poi realizzare che non si stava effettivamente muovendo. Così si avvicinò al bancone sotto lo sguardo attento di Theo. "Sei venuto fin qui a piedi?"

"S-sì..." biascicò Liam. Quando Theo alzò un sopracciglio, quasi sorpreso, aggiunse. "Non è così lontano, non mi aspettavo che piovesse però" balbettò, sulla difensiva.

"Ovviamente" sbuffò Theo. Roteò gli occhi all'ennesimo brivido che fece tremare il corpo dell'altro ragazzo. "Aspetta qui"
Liam guardò Theo sparire sul retro e tornare un minuto dopo con un mucchio di vestiti in mano. Glieli porse da dietro il bancone. "Cambiati, o ti prenderai un raffreddore" disse dolcemente.

Liam li guardò per un attimo "E tu?"
"Ne ho altri, questi li tengo solo per le emergenze" Theo scrollò le spalle, mentre Liam finalmente li afferrava. "Perchè sei venuto fin qui? Immagino non sia solo per un caffè"

"No, in realtà..." Liam si agitò a disagio, lanciando brevi occhiate nella sua direzione. Fallo e basta, Liam! Una voce stranamente simile a quella di Mason parlò nella sua testa. "Io... volevo-" balbettò, prima di prendere un respiro. "Seiliberodomani?" soffiò fuori poi velocemente.

Theo sembrò preso alla sprovvista. "Cosa?"
Liam arrossì, prendendo un altro respiro profondo. "Io volevo sapere se eri libero domani" ripetè poi lentamente. Theo continuava a guardarlo con gli occhi spalancati. "E' il mio compleanno domani" Quello sembrò attirare l'attenzione di Theo. "Così io, Mason e gli altri pensavamo di passare la serata tutti insieme."
"Altri?"
"Sì.. Sì.. Mason, Corey, Scott, Nolan, Alec, Hayden..." Le labbra di Theo si strinsero alla menzione di lei, ma Liam non sembrò notarlo. "Verrà anche Josh" aggiunse, speranzoso, come se puntasse su quella carta in qualche modo. "E io... sarebbe bello se venissi anche tu, sì... ecco-" concluse, arrossendo di nuovo e abbassando lo sguardo.

Theo lo studiò per un attimo prima di spostare lo sguardo riprendendo a passare la spugna sul bancone. "Io... non posso" disse poi con un sospiro.

Liam potè letteralmente sentire qualcosa frantumarsi nel suo petto a quelle parole. La sua espressione si afflosciò, una sensazione bruciante e dolorosa che si faceva strada nel suo stomaco. "Ca-capisco" mormorò debolmente. Doveva aspettarselo. Era vero allora, Theo lo odiava. Lo odiava e non poteva nemmeno fargliene una colpa. Non c'era niente che potesse fare...

Theo sembrò leggere qualcosa sul suo viso perchè si affrettò a parlare. "Non è come pensi, io..." Si guardò intorno allusivo "Devo lavorare domani sera"
Liam poteva sentire il cuore battergli dolorosamente contro la gabbia toracica. Strinse la presa sui vestiti che teneva ancora in mano "Sì... giusto..." balbettò. "Mi dispiace... dovevo immaginarlo..." Forse se ci avesse parlato prima Theo avrebbe potuto liberarsi? Cercò di forzare la sua espressione in una meno compromettente, ma i muscoli del suo viso non sembravano voler collaborare. Scherzi? Non sei più la sua priorità, Liam, cosa ti aspettavi? "Credo che andrò ora"

Fece per voltarsi, sotto lo sguardo improvvisamente allarmato di Theo. "Hey aspe- aspetta" lo chiamò. Liam si voltò a guardarlo esitante. "Non dovresti andare in giro con questo tempo! Se non ti dispiace aspettare, io stacco tra meno di un'ora. Ti dò un passaggio a casa" tentò Theo debolmente, nonostante la mente gli urlasse che non era una buona idea che Liam rimanesse lì, che non era una buona idea stare da soli, che non era una buona idea parlare. Come se temesse che sarebbe bastato questo a cancellare gli sforzi fatti in quei due mesi per mettere distanza tra loro e andare oltre.

"Sei sicuro?" chiese Liam piano. Theo annuì, prima di sospirare "Sì, sì... dovresti andarti a cambiare però, sei bagnato fradicio, poi puoi aspettarmi seduto qui"
"Okay"
"Il bagno è di là"
"Okay" ripetè Liam meccanicamente, prima di voltarsi e puntare, con le spalle curve e la testa bassa, verso il bagno indicato da Theo.

Theo tornò a pulire il bancone, un'espressione turbata sul viso. Probabilmente il solo fatto che pensava che sarebbe bastato così poco a cancellare i suoi sforzi, voleva dire che quegli sforzi erano stati del tutto vani.

*

Liam si tolse i suoi vestiti fradici infilandoli nella borsa di scuola senza pensarci troppo, e scivolò poi nei vestiti puliti di Theo, l'odore familiare dell'ammorbidente usato da sua madre gli invase le narici, facendolo trasalire. Probabilmente quei vestiti Theo non li aveva ancora indossati dopo il trasloco, li aveva semplicemente spinti nel suo armadietto nel caso gli servissero. Liam inalò l'odore con trasporto tremando alla sensazione.

Riusciva a malapena a trattenere le lacrime. Profumavano di Theo. Profumavano di casa. Non si era nemmeno accorto di quanto gli mancasse, di quanto bramasse quella quotidianità perduta. Perduta, probabilmente per sempre.

*

Quando ritornò nel locale principale, Liam scivolò su una panca vicino alla finestra, cercando di non prestare troppa attenzione a Theo, impegnato a pulire ogni superficie accessibile del bancone, e al modo in cui i suoi muscoli si flettevano sotto la maglietta a mani corte, o al modo in cui i capelli gli scivolavano sulla fronte, o al modo in cui i suoi vestiti erano caldi e morbidi contro la sua stessa pelle, l'odore che gli inebriava la mente.

Mi manchi così tanto.

"Che diavolo!-" sbottò una voce irritata di ragazza dal retro. Theo si voltò nella sua direzione mentre la ragazza in questione appariva, sbuffando e togliendosi con stizza i capelli umidi appiccicati sulla fronte.

Theo la guardò con un ghigno. "Piove forse?"
"Non ti facevo così perspicace, T" fece lei in risposta, un ghigno simile che si allargava sul viso, prima che il suo sguardo scivolasse brevemente su Liam.

Quando fecero contatto visivo, Liam trasalì distogliendo lo sguardo. Quella era...? Liam osò lanciare un altro sguardo nella loro direzione, poteva vederli parlare e ridere per qualcosa che non poteva sentire, e sentì di nuovo quella dolorosa fitta al petto. Era la ragazza dell'altra volta! Quella che era a casa di Theo! Quindi non era solo una ''ragazza a caso''. Si conoscevano bene, e stavano parlando e scherzando come se fossero amici da una vita. Sentì il suo viso assumere un cipiglio cupo e abbassò gli occhi sulle sue mani intrecciate sul tavolo per non essere visto.

Amber lanciò un'occhiata a Liam "Be' almeno non sono l'unica fradicia qui" scherzò. "Porterò del caffè al nostro unico e solo cliente della giornata"
Theo si agitò allarmato, fermandola per un braccio. "Non essere scortese"
Lei lo guardò confusa. "Cosa? Sei matto?" E si voltò.

Theo sbattè le palpebre prima di realizzare che quell'idiota non l'aveva riconosciuto.

Be' meglio così.

"Theo, ci sono i rifornimenti da mettere sugli scaffali!" urlò la voce del capo dal retro. Theo roteò gli occhi, lanciando una rapida occhiata a Liam e Amber prima di raggiungerla.

"Hey, bellezza, vuoi del caffè?" fece allegramente Amber, posando una tazza di fronte a lui e riempiendola senza aspettare una risposta. Liam la guardò alzando le sopracciglia. Mi sta prendendo in giro? "Ecco a te" continuò lei altrettanto vivace.

"Uhm grazie?"
Lo guardò, e Liam potè sentire i suoi occhi studiarlo con attenzione, poi lei strinse gli occhi.

"Noi... ci conosciamo?" chiese poi lei guardandolo ad un tratto dubbiosa.

Liam la guardò, il sopracciglio che si inarcava ancora di più "Ehm... ci siamo visti da Theo...? La settimana scorsa?" le suggerì non riuscendo a nascondere del tutto l'ostilità.

Qualcosa nel suo viso sembrò schiarirsi. Si succhiò il labbro inferiore mentre continuava a guardarlo. "Ahh, il fratellastro" fece poi con un sorrisetto. "Liam, giusto?"

"Sì..."
"A proposito, scusa, sai... per il modo in cui ti ho aperto la porta l'altra volta" aggiunse poi, con un sorrisetto malizioso che fece pensare a Liam che era tutto tranne che dispiaciuta. Qualcosa in lei gli ricordava tanto Theo, e ciò gli fece stringere il petto ancora di più. Ovviamente a Theo piaceva una così. Cosa mai ci poteva trovare in uno come lui? Probabilmente Theo se ne stava rendendo conto finalmente, stava andando oltre. Era lui quello che restava bloccato, sentendosi sempre più patetico giorno dopo giorno.

"Non fa niente" disse soltanto Liam, abbassando lo sguardo e arrossendo di nuovo al ricordo, le mani che si avvolsero attorno alla tazza a disagio.

Amber lo studiò con attenzione. Certo, era carino, e poteva capire perchè Theo avesse una cotta per lui, ma non era sicuramente il suo tipo. In realtà lei non aveva mai sopportato le persone indecise, quelle che non sanno dire quello che pensano, o non sanno fare quello che vogliono per paura del giudizio altrui. Le odiava profondamente. Ma erano quelle più divertenti da stuzzicare.

Un sorrisetto si allargò sul suo viso mentre lo guardava. "Posso dirti una cosa?" fece, chinandosi un po' verso di lui e abbassando la voce. Liam la guardò esitante. Lei gli fece l'occhiolino. "Non sai davvero cosa ti perdi" gli disse soltanto, e con un altro sorrisetto si allontanò, lasciando Liam a guardarla con gli occhi spalancati e il cuore a mille, l'allusione che gli risuonava nelle orecchie.

Lei sa.

Theo, lo stesso Theo che si teneva sempre tutto per sé, lo stesso Theo che lui aveva impiegato mesi a far aprire, aveva raccontato tutto a una ragazza che conosceva... da quanto? Qualche settimana?

E il modo in cui lei lo aveva detto, buttato là come una battuta, nonostante sapesse quanto lo avrebbe probabilmente ferito... lei non lo conosceva se non attraverso le parole di Theo, non aveva motivo di avercela con lui, a meno che non fosse stato Theo stesso a parlarle male di lui, a meno che lei non stesse soltanto rispecchiando la rabbia di Theo. Se erano vicini al punto che Theo le raccontava i suoi problemi, lei avrebbe ovviamente preso le sue parti no?
Liam non riusciva nemmeno a pensare a quanto quel 'vicini' potesse essere, e tantomeno voleva pensare al fatto che sì, probabilmente Theo lo odiava davvero ormai.

*

Liam non disse una parola per gran parte del viaggio, si limitò a fissare fuori dal finestrino la pioggia che cadeva incessante, mentre Theo procedeva quasi a passo d'uomo visto la visibilità ridotta a quell'ora della notte. Poteva sentire gli occhi dell'altro ragazzo su di lui di tanto in tanto. Probabilmente Theo era a disagio quanto lui. Bene, di male in peggio.

Quando Theo finalmente parlò schiarendosi la gola, quasi sussultò. "Quindi... co-come vanno le cose a casa?"
"Bene. Vanno bene" disse soltanto Liam lanciandogli solo una breve occhiata prima di tornare a guardare fuori dal finestrino.

"Bene" lo imitò Theo, battendo sul volante e succhiandosi le labbra.

Liam, ancora col viso rivolto al finestrino, imprecò internamente, chiudendo gli occhi e stringendo le labbra. "Sai, tuo padre... sta cercando di insegnarmi a guidare" tentò debolmente, spostando lo sguardo sulle mani che si conterceva in grembo.

Un'ombra di sorriso apparve sul viso di Theo. "Davvero? E come sta andando?"
"Non bene, ho quasi ucciso il gatto dei vicini la settimana scorsa"

Theo lo guardò con gli occhi spalancati. "Blackie Chan?"
Liam lo guardò per un momento con le sopracciglia aggrottate. "Se avessi saputo che si chiamava così, lo avrei ucciso" mormorò.

Theo rise debolmente. "L'ho chiamato io così"

"E' stupido"
"Avevo otto anni!"
"Eri stupido"
Theo gli lanciò un'occhiata, i suoi occhi che si soffermarono su di lui, il sorriso ancora sul viso "Probabilmente lo ero"

Il cuore di Liam perse un battito sotto al suo sguardo e tornò a fissarsi le mani, schiarendosi la gola. "E co- come va con tua madre invece?" chiese poi.

Theo scrollò le spalle tornando a guardare la strada. "Bene, tutto sommato. Non sono male, ma è difficile ambientarsi"
"Immagino sia per questo che hai avuto l'improvviso desiderio di metterti a lavorare?"

"Si, anche per questo... e-" Theo esitò, lanciandogli un'occhiata indecisa. "Si stanno per trasferire a Boston"
Liam si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati "B-Boston?"
"Già..." rispose, evitando di guardare Liam negli occhi. Non sapeva nemmeno perchè glielo stava dicendo. "Adam ha avuto una cattedra ad Harvard. Quindi si spostano lì"
"Ho capito" mormorò Liam piano, guardandolo ancora. "Quindi...?" Esitò, tornerai a casa? Voleva chiedere ma non voleva rischiare di suonare esageratamente speranzoso, ma Theo fu più veloce.

"Mia madre vuole che vada con lei" sputò fuori.

Liam rimase in silenzio per un po', l'unico rumore tornò ad essere la pioggia incessante e il motore che rombava sotto di loro. Continuò a fissarlo, cercando di metabolizzare le troppe informazioni della giornata. "A Boston?" Alla fine ripetè quasi meccanicamente, quasi senza fiato.

"Sì. A Boston. Con loro." ripetè Theo lentamente. "Lei pensa che avrò buone probabilitàdi entrare ad Harvard così..."
"Ed è quello che vuoi anche tu?" chiese debolmente, cercando di ingoiare il groppo alla gola.

Theo continuò a evitare prontamente il suo sguardo. "Non lo so... forse"

Finalmente Liam si voltò tornando a guardare fuori dal finestrino, in un tentativo di nascondere la sua espressione amareggiata. Theo se ne stava andando di nuovo. Era pronto a mettere 1000 km tra di loro, e ne parlava come se fosse niente. Si morse l'interno della guancia sperando che la sua voce non uscisse tremante come temeva. Si sorprese lui stesso dal modo in cui parlò, distaccato, quasi glaciale.

"Dovresti andarci se è quello che pensi sia meglio per te"


Theo finalmente si voltò a guardarlo, il cuore che pulsava dolorosamente nel petto, e incontrò solo il retro della sua nuca, mentre Liam guardava ostinatamente fuori dal finestrino. Non sapeva perchè gliene aveva parlato, soprattutto dopo tutti quei mesi di silenzio, ma sapeva che non era quella la risposta che avrebbe voluto sentire.

Perchè sapeva che non era quello che Liam veramente pensava.

Lui voleva soltanto che Liam fosse finalmente sincero. Che smettesse di avere paura, che smettesse di chiedersi cosa avrebbe pensato la gente. Che seguisse il suo cuore e basta, che si prendesse quello che voleva, che facesse ciò che amava, senza rimpianti e senza esitazioni.

Forse non gli importava nemmeno se quello che Liam voleva era lo stesso che voleva lui, a patto che Liam fosse felice. Cosa che chiaramente ora non era. Quello che voleva era che Liam fosse semplicemente se stesso. Perchè l'aveva visto, com'era Liam quando sorrideva davvero, com'era quando si arrabbiava e ti sputava addosso ogni amara verità, l'aveva visto spaventato e sconvolto, l'aveva visto fare l'idiota, con il suo pessimo senso dell'umorismo, l'aveva visto piangere senza vergogna. Aveva visto il vero Liam, ed era proprio di quello che si era innamorato.

Ma sapeva anche che era qualcosa che Liam aveva bisogno di tirar fuori da solo. Non poteva essere sempre lui a spingerlo, non poteva forzarlo, e ogni volta che ci aveva provato, era sempre andata a finire male.

Theo sospirò pesantemente "Già, probabilmente sarebbe la cosa migliore per tutti" mugugnò tra i denti, tornando a concentrarsi sulla strada.

*

Liam pensava di non essere dell'umore per una festa di compleanno, ma si ritrovò incapace di resistere all'atmosfera travolgente mentre sedevano tutti insieme nel soggiorno di casa sua, bevendo e mangiando e parlando del piu' e del meno. C'era qualcosa di incredibilmente rassicurante nell'essere circondato da tutte le persone a cui teneva, con Alec, Nolan, Corey e Mason che continuavano a brindare alla sua, Mason che ogni tanto tirava fuori qualche aneddoto su di lui da bambino che faceva ridere tutti, era bello vedere Scott e Stiles parlare con gli altri come se li conoscessero da una vita; Hayden che era presa in una conversazione con Malia e Lydia, Josh che continuava a seguire Tracy, parlandole a raffica, mentre lei roteava gli occhi, incapace però di trattenere un'ombra di sorriso. Era quasi piu' facile dimenticarsi dell'assenza di Theo. Quasi. A volte aveva la sensazione che qualcosa mancasse a rendere perfetto il quadro. Avrebbe soltanto voluto che fosse lì anche lui.

"Okay, ragazzi, non so voi, ma a me sembra veramente uno spreco concludere la serata così" esclamò a un certo punto Josh, alzandosi dal tavolo. Tutti si voltarono a guardarlo.

"Scommetto che puoi farti venire in mente qualcosa" scherzò Tracy, bevendo dal suo bicchiere.

"Be'..." soffiò Josh, trascinando la 'e' "Ci sarebbe questa serata al Sinema..." tentò con un sorriso.
"Oh dio" gemette Liam, buttando indietro la testa

"E' una vita che non vado a ballare" commentò Scott scambiandosi un'occhiata con Stiles.

"Io ci sto, ragazzi!" gridò Nolan.

Mason guardò Liam. "Dai, non puoi piantarci in asso così!" lo supplicò con un ghigno che si allargava. Tutti lo guardarono trepidanti per qualche secondo. Liam resse il loro sguardo finchè poi emise un gemito roteando gli occhi "Okay, andiamo al Sinema" sospirò. Tutti esultarono esageratamente alzandosi in piedi. Mason gli mise un braccio intorno alle spalle. "Sai di cosa hai veramente bisogno?" Liam lo guardò alzando un sopracciglio. "Di affogare i tuoi problemi nell'alcool"
"Credo avrei bisogno di un'intera piscina piena di alcool per quello" commentò Liam con uno sbuffo.

Mason ridacchiò. "Vediamo cosa si può fare"

*

A fine turno Theo uscì dalla stanza sul retro dopo essersi cambiato dagli abiti di lavoro e si avvicinò a Amber mentre lei chiudeva la cassa. Recuperò il telefono dalla tasca della giacca e i suoi occhi si soffermarono su una notifica che segnalava un nuovo messaggio in arrivo da Josh. Corrugò le sopracciglia quando vide che l'idiota gli aveva mandato un video circa quaranta minuti prima. Lo aprì premendo play. Rise quando vide che mostrava un Josh abbastanza brillo, una folla indefinita che lo circondava mentre la musica rimbombava nelle casse. Amber si avvicinò attirata dal rumore per spiare dalla sua spalla.
"Amico, so che probabilmente stai lavorando, ma devi assolutamente raggiungerci qui quando finisci!" Josh urlò per farsi sentire sopra la musica. "E sì, sono ubriaco, siamo tutti ubriachi, anche il tuo piccolo piccolo fratellino è ubriaco!" ridacchiò, poi si sporse fuori dall'obiettivo e un attimo dopo riapparve tirando Liam, un braccio sulle sue spalle.
"Io non sono ubriaco!" protestò Liam, con un broncio adorabile sul viso, ma non cercò di divincolarsi. Theo lo studiò, non riuscendo a trattenere un sorriso. Non sembrava ubriaco, ma dal modo in cui strascicava un po' la voce era sicuramente brillo.

"Smetti di mentire e dì ciao a Theo!" gridò Josh, attirando l'attenzione di Liam sul cellulare. Non riusciva a vedere bene visto le luci psichedeliche che li avvolgevano, ma era sicuro che Liam stesse arrossendo, mentre si agitava sul posto. "Hey" mugugnò "D-dovresti proprio venire..."
"Sì, dovresti proprio venire, stronzo! Non piantarci in asso come al solito" si intromise Josh urlando monopolizzando lo schermo "Ti aspettiamo" urlò di nuovo prima di chiudere il video.

"Simpatico il tuo amico" commentò Amber ridacchiando.

"Se lo dici tu" rise Theo

"E' single?" chiese poi lei alzando un sopracciglio.

"Direi di sì"
"E' innamorato del suo fratellastro?" volle sapere ancora Amber, ironica.

"Decisamente no"

"Okay, allora non c'è altro da sapere!" gridò Amber eccitata. "Andiamo?"
Theo si bloccò "Vu-vuoi venire con me? Alla festa di compleanno di Liam?" Niente di quell'idea gli sembrava buona.

"E' una discoteca, tu vai per Liam, io ci vado per ballare." Roteò gli occhi, scrollando poi le spalle "Io ho solo bisogno di un passaggio e tu hai una macchina"

Theo sbuffò "Okay, andiamo" accettò poi. Aveva già imparato che discutere con Amber era una battaglia persa in partenza.

*

Dal momento in cui Josh aveva inviato il video a Theo, Liam non aveva fatto altro che andare con lo sguardo alle scale d'ingresso della sala da ballo, sperando di vederlo arrivare. A un certo punto Mason gli aveva dato un pizzico sul braccio. "Amico, esci dalla modalità stalker! Le persone cominceranno a notarlo" gli sussurrò, facendo un cenno al punto dove, a pochi passi da loro, Corey, Alec, Nolan, Scott e Stiles stavano ballando freneticamente.

"Scusa, non riesco a farne a meno" sospirò Liam arrossendo ma abbassando lo sguardo. "Vorrei soltanto che venisse"
"Lo so, ma controllare ogni dieci secondi non lo farà apparire magicamente" scherzò Mason, mentre gli occhi di Liam saettavano di nuovo verso l'alto.

Liam non aveva mai creduto a quelle stupidaggini secondo cui si è capaci di trovare subito in una stanza affollata la persona che ti piace, o che quando la vedi, tutto il resto del mondo scompare, eppure quando Theo apparve in cima alle scale, fu esattamente quello che successe. Il suo cuore accellerò nel suo petto, ma la piccola bolla di felicità che lo fece sentire leggero ebbe vita breve. Perchè non era vero che il resto del mondo era scomparso. Liam non potè assolutamente non notare la ragazza accanto a Theo. Una fitta lo attraversò da parte a parte e lui spalancò gli occhi, attirando l'attenzione di Mason.

"Cosa?"
"L'ha portata qui" biascicò Liam. Poteva sentire anche lui il dolore che trapelava dalla sua stessa voce. "Non posso crederci che ha portata lei qui. Proprio oggi fra tutti i giorni"
"Lei...?" Anche Mason spalancò gli occhi capendo, voltandosi poi e individuando Theo dopo qualche tentativo. Lo vide nel momento in cui Josh gli si lanciò addosso gridando come un matto. Theo rideva ancora mentre presentava la ragazza al suo migliore amico.
Liam strinse le labbra prima di voltarsi e allontanarsi. "Li, aspe-"
"Ho bisogno di un po' d'aria" borbottò Liam tra i denti. Non era sicuro che Mason l'avesse davvero sentito, ma dovette averlo capito perchè non lo seguì.

Invece il ragazzo marciò verso Theo che aveva fatto qualche passo piu' in là, lasciando la ragazza con Josh, e puntando evidentemente verso Alec, Nolan e Corey. Ma Mason lo intercettò mettendoglisi davanti con un cipiglio cupo. Theo trasalì preso alla sprovvista. "Mason, che diavolo- mi hai spa-"

"Amico, avresti potuto evitare" sibilò Mason irritato.
"Cosa?"
"Sai benissimo di cosa sto parlando! Ascolta, so che Liam ti ha ferito, ma cosa? È una sorta di vendetta questa? Non è divertente. Liam ci sta provando, lui vuole soltanto fare quello che reputa migliore per tutti, non è così che lo smuoverai" sbottò, cercando di non farsi sentire dagli altri, non che c'era qualche rischio, visto il modo in cui erano ancora tutti presi dalla musica.

Theo sbattè le palpebre. Ci mise un po' per capire. Non riusciva a crederci che Liam ne avesse davvero parlato con qualcuno. Avrebbe gioito del piccolo progresso, ma si ricordò improvvisamente di essere appena stato accusato di qualcosa. Lanciò un'occhiata veloce a Amber tornando poi a Mason, affrettandosi a spiegare "Aspetta, non è quello che io-"
"Non dovresti dirlo a me, io volevo soltanto avvertirti! E' Liam di cui stiamo parlando. Ha perso suo padre all'improvviso, senza una ragione, ha quasi perso un amico e non ha mai smesso davvero di darsi la colpa, è stato umiliato e preso in giro da bambino multiple volte, e tu ne dovresti sapere qualcosa! Non puoi incolparlo se si tormenta ed è terrorizzato da ogni passo che fa! Tu l'hai aiutato in qualche modo a venirne fuori, non rispingerlo giù ora" esclamò Mason con una nota di disperazione nella voce.

Theo rimase immobile per qualche secondo, le parole che affondavano lentamente facendogli gelare il sangue nelle vene. Per la prima volta sembrò realizzare che forse la timidezza di Liam era solo uno schermo, una protezione per evitarsi di essere coinvolto, di soffrire ancora. Theo l'aveva sempre saputo che erano simili, loro due, ma solo in quel momento probabilmente comprese quanto. "Dov'è?"
"Non lo so" Mason allargò le braccia. "Ma farai meglio a trovarlo, e in fretta" E il suo tono non ammetteva obiezioni.

*

Liam appoggiò i palmi contro il lavabo cercando di calmarsi e riorganizzare i pensieri. Deglutì incapace di smettere di ripetersi la stessa identica domanda. Perchè Theo l'aveva portata lì? Proprio il giorno del suo compleanno. Non gli importava di come si sarebbe sentito? Sapeva che l'avrebbe ferito.

Chiuse gli occhi, aprendo il rubinetto e buttandosi un po' d'acqua sul viso prima di tornare nella stessa posizione di prima.

Non voglio sentirmi così. Odio sentirmi così. Non voglio essere egoista. Non voglio essere avido.

"Fa schifo quando la persona che ti piace guarda qualcun altro eh?" parlò all'improvviso una voce carica di ironia, facendolo sobbalzare dallo spavento. Alzò lo sguardo sullo specchio incontrando la smorfia di Tracy, appoggiata allo stipite della porta, le braccia incrociate al petto, mentre lo guardava quasi compiaciuta.

Liam si voltò lanciandole un'occhiata amareggiata. "Sei qui per sbattermelo in faccia ora?"
Tracy roteò gli occhi staccandosi poi dal muro e facendo un passo verso di lui. "Rilassati, non ce l'ho con te" sbuffò alzando le mani. Poi distolse lo sguardo, quasi come se costasse dire quello che probabilmente stava per dire, e proseguì lentamente. "Sai dove ho sbagliato io? Mi sono lasciata trascinare. Theo voleva solo divertirsi e io l'ho lasciato fare. Sperando che magari col tempo le cose si sarebbero messe apposto da sole" Rise amara "Ma sai ,non funziona così. Non sono mai stata onesta con Theo sui miei sentimenti finchè non è stato troppo tardi." Gli lanciò un'ultima occhiata prima di voltarsi per andarsene. "Mi auguro che tu saprai essere più intelligente di così" concluse con un cenno di saluto.

Onesto. Intelligente. Felice. Ogni cosa che Liam avrebbe voluto essere, ogni cosa che tutti gli altri gli suggerivano di essere, finiva sempre per fare a cazzotti con un'altra.

*

"Ho bisogno di una piscina di alcool"

Il barista guardò Liam, apparso dal nulla con pretese assurde, e sbattè le palpebre. "Quanto hai bevuto, amico?"

"Co-? Non sono ubriaco, è per questo che ti sto chiedendo di darmi da bere!"

Cominciava a sentire gli effetti dell'alcool bevuto in precedenza svanire, e ora tutto quello che voleva era non sentire nulla, diventare insensibile al mondo circostante.
"Io ti chiederei un documento, ma non ho bisogno di vederlo per sapere che non hai l'età" borbottò lui in risposta guardandolo dall'alto in basso.

Liam si sarebbe mostrato offeso alla velata insinuazione sulla sua altezza, se una risatina divertita al suo fianco non l'avesse distratto. Si voltò per fronteggiare il proprietario, che gli lanciò un'occhiata... affascinata?... prima di voltarsi verso il barman. "Dai, lascialo avere quello che vuole. Me ne prendo io la responsabilità" sorrise affabilmente.

"Sei sicuro?"
"E' sicuro, l'hai sentito? Portami la cosa piu' forte che hai!" borbottò Liam con un cipiglio, sedendosi sullo sgabello accanto al suo improvvisato salvatore.

"Brutta giornata?" chiese qualche secondo dopo il ragazzo. Liam gli lanciò un'occhiata. Nel suo progetto di estraniarsi dalla realtà non era prevista una conversazione con nessuno, ma a mali estremi, estremi rimedi no?
"Brutta vita" rispose subito amaramente, facendolo ridere. Liam alzò un sopracciglio. Non era davvero sua intenzione essere divertente. Per evitare di parlare ancora, afferrò il bicchiere che il barista gli aveva posato davanti e se lo portò alle labbra. "Bevilo lentamente che è forte" lo avvertì il barman. Liam lo bevve in un unico sorso. "Come non detto"

Quello roteò gli occhi, mentre Liam posava il bicchiere di plastica con forza sul bancone. "Un altro"

"Sicuro di avere abbastanza spazio là dentro, piccoletto?"

"Sicuro di saper fare il tuo lavoro? Perchè non l'ho sentito per niente"
Il ragazzo accanto a lui rise di nuovo, lanciandogli un'occhiata ammirata e poi ammiccando al barman. "L'hai sentito? Portagliene un altro" Il barman roteò gli occhi, prima di allontanarsi per ubbidire.

Al terzo bicchiere, il barman aveva smesso di protestare. Al quinto bicchiere, Liam era decisamente su di giri, e al settimo aveva letteralmente raccontato metà della sua vita al ragazzo seduto accanto a lui, seduti ora frontalmente sporgendosi l'uno verso l'altro, mentre i bicchieri si accumulavano lentamente sul bancone. "E così si è presentato qui con lei, lo stronzo" ripetè il ragazzo, Mark... Mitch... qual era il suo nome?, comprensivo quasi in maniera esagerata, le mani ora posate sulle ginocchia di Liam.

Quando le aveva messe lì? Tutto cominciava ad essere confuso e sfocato... tutto tranne...

"Non è uno stronzo" strascicò debolmente Liam "Lui è carino... è gentile... è perfetto... questo- tutto- è solo colpa mia..." Avvicinò tentativamente il bicchiere alle labbra solo per scoprire che era vuoto. Questo non gli impedì di continuare a cercare di versarselo in bocca, finchè Mark/Mitch non glielo sfilò dolcemente dalle mani, spingendolo a guardarlo.
"Sai, il mondo è pieno di ragazzi carini e gentili" sussurrò, avvicinandosi ancora.

Liam lo guardò fisso, gli occhi appannati e la mente offuscata. Perchè tutto stava girando? "Nessuno è come Theo"
Lui alzò un sopracciglio "Vuoi fare un tentativo?"

Liam restò a guardarlo confuso, come se avesse perso il filo del discorso. In realtà aveva perso il filo di ogni cosa al momento. Dov'era? Cosa si supponeva che stesse facendo? Voleva solo chiudere gli occhi e non vedere piu' nulla...

Chiuse gli occhi istintivamente quando sentì una pressione calda sulle labbra, si appoggiò al corpo davanti a lui sperando di poter fermare le vertigini e impedire a tutto di ondeggiare. Sembrò funzionare, così quando una lingua punzecchiò tentativamente le sue labbra, aprì la bocca per dargli accesso. Sembra facile così. Avrebbe voluto che fosse così anche di fuori, nella vita vera...

*

Quando nel corridoio aveva incontrato Tracy, non aveva avuto nemmeno bisogno di fare domande. Lei l'aveva anticipato. "E' in bagno" aveva detto soltanto senza fermarsi. E Theo aveva cercato Liam in ogni bagno del locale per quasi mezz'ora. Inutilmente. Così si era ritrovato di nuovo in mezzo alla pista, quando Amber lo aveva affiancato. "Ti spiace se ho un altro passaggio per tornare a casa?" gli chiese lei con un sorriso malizioso.

Theo trattene a fatica una smorfia "Josh?"

"No, anche lui mi sembra abbastanza preso" Amber con una smorfia indicò col pollice dietro di sé, e Theo lo seguì con lo sguardo fermandosi su Tracy e Josh che ballavano abbracciati. Non riuscì a trattenere un sorriso. "Perchè siete tutti così schifosamente innamorati?" gemette lei roteando gli occhi.

Theo rise amaro, mentre i suoi occhi continuavano a frugare tra la folla in cerca di Liam. "Chi ti porta a casa? Voglio essere sicuro di non lasciarti in mano a un maniaco omicida, sai"
"Sarei capace di far scappare qualsiasi maniaco omicida avesse coraggio di avvicinarsi a me" borbottò Amber.

"Ne sono sicuro"
"Comunque vado col tuo amico Nolan" Lo sguardo di Theo scivolò su Nolan che aveva la stessa espressione di uno che aveva appena vinto una lotteria. "Maniaco omicida?" chiese Amber ironica.

"Ora temo per la sua di incolumità"

"Oh grazie. Mi dici sempre le cose piu' dolci, T" Amber roteò gli occhi, prima di dargli una pacca sulla spalla. "Ci vediamo lunedì allora"
"Sì" Lei sorrise prima di saltellare verso Nolan. "Divertiti" le gridò dietro Theo ridendo.

"Contaci!!"

Theo scosse la testa, il sorriso che lentamente moriva mentre tornava di nuovo alla folla. Era inutile. Ma Liam non poteva essere sparito, e non poteva essere tornato a casa a piedi. E tutti quelli del gruppo erano ancora lì in giro a ballare, quindi nessuno poteva averlo accompagnato. Allora...?

Puntò Mason non appena apparve da un corridoio laterale e lo raggiunse. "L'hai trovato?" chiesero in coro. Theo roteò gli occhi, mentre lo sguardo di Mason continuava a vagare.

"Non può essere sparito, maledizione!"
Lo sguardo di Mason si fissò allibito su un punto "Uh, non lo è"

"Cosa?"
Mason gli indicò un punto con il dito e Theo semplicemente si voltò, incontrando la vista del bar, l'unico posto dove aveva pensato fosse inutile guardare. Teoricamente nessuno avrebbe potuto far bere Liam. Eppure lì c'era Liam, chiaramente ubriaco, la parte superiore che oscillava leggermente avanti e indietro e gli occhi vacui, mentre un tizio lo guardava come se fosse un qualche bocconcino squisito, le mani posate sulle sue ginocchia, le dita che lo accarezzavano quasi impercettibilmente. Poi il tizio ebbe la sfrontezza di sporgersi avanti e baciarlo. E Liam lo lasciò fare.

La mente di Theo si svuotò, la rabbia che montava e i pugni serrati, le unghie che scavavano nei suoi palmi, all'idea di un tizio qualunque che approfittava di Liam, facendo quello che lui desiderava fare da mesi. Potrebbe giurare di aver sentito se stesso ringhiare a un certo punto. Poi un attimo dopo si stava muovendo in avanti.

"Woh-oh" Mason con uno scatto lo raggiunse, prendendolo prima per un braccio e poi mettendoglisi di fronte, le mani avanti "Cosa vuoi fare?" esclamò allarmato, gli occhi spalancati.
"Levati di mezzo, Mason" sbottò Theo, la rabbia che trasudava dalla voce. Mason non si mosse, ma non protestò quando Theo lo raggirò.

"Aiuto" mugugnò tra i denti, mentre si voltava per seguire la scena.

Liam non sapeva cosa stava facendo, ma almeno tutto aveva smesso di girare. Finchè poi non sentì qualcosa tirare indietro violentemente lo sgabello su cui era seduto. Il suo stomaco si rigirò e annaspò scivolando in avanti aggrappandosi istintivamente alla prima cosa che trovò. Una spalla. La spalla di qualcuno.
Alzò gli occhi vacui incontrando la vista di Theo che gli si parava di fronte, un cipiglio arrabbiato sul volto mentre guardava qualcosa davanti a sé.

Perchè Theo era arrabbiato? Era arrabbiato con lui? Non voleva che Theo fosse arrabbiato con lui di nuovo... Sembrava però l'unica cosa che fosse capace di fare. Deludere le persone...

Il tizio alzò lo sguardo sull'intruso nel momento in cui gli si parò davanti. "Qual è il tuo problema amico?" sbottò con rabbia.
"Sei tu quello che avrà un problema se non sparisci all'istante" sibilò Theo, uno sguardo sul viso che avrebbe fatto fuggire a gambe levate chiunque con un minimo di buon senso. Quello però non sembrò impressionato, mentre si alzava in piedi.

"Sai forse dovresti insegnare al tuo ragazzo a non fare la puttana in giro se poi la tua reazione è questa" disse con un sorriso accondiscendente
Theo fece un passo avanti, la rabbia che continuava a montare. "Cosa hai detto? Ripe-"
Mason gli si parò di nuovo avanti, prendendolo da una spalla e tirandolo indietro di un passo. "Theo-Theo! Okay, non vogliamo passare un'altra notte alla centrale di polizia vero?" fece poi allusivamente. A quel punto la maschera di sfrontatezza del tizio cominciò a vacillare, e dovette pensare che era meglio lasciar perdere, perchè fece un ultimo sbuffo derisorio prima di voltarsi e andarsene.

"Perchè mi hai fermato? Voglio cancellargli quel sorriso del cazzo dalla faccia a suon di pugni-" Theo ringhiò cercando di nuovo di fare un passo avanti, ma Mason lo rispinse indietro.

"Dai, lascia perdere. Abbiamo altri problemi ora" gli ricordò, con un cenno della testa verso Liam.
Theo si voltò verso di lui, trovandolo con la testa sul bancone, addormentato scompostamente. Si trattenne a stento dal roteare affettuosamente gli occhi.

"Io glielo avevo detto che era forte" commentò il barista dal suo angolo mentre asciugava i bicchieri con una pezza. Theo gli rivolse una sola occhiataccia prima di tornare a guardare Liam, decidendo mentalmente cosa fare
"Lo porto a casa" disse infine.
"Sicuro?"
"Si, ho ancora le chiavi, lo farò salire in camera senza che dobbiate svegliare Jenna. Non credo che sarebbe contenta di vederlo così"

"Uh direi di no... Okay... uhm... scrivimi quando siete a casa..." mugugnò Mason. "E... riguardo... la tua amica?" chiese calcando sull'ultima parola

"Ha già un passaggio" Lo guardò seccato. "E non è la mia amica" Roteò di nuovo gli occhi avvicinandosi a Liam, e scuotendolo dolcemente. "Dai, piccola spugna, è ora di andare a casa"
"Uh-" Liam gemette, emettendo poi una serie di suoni che dovevano essere parole ma di cui Theo comprese solo "-casa"

"Sì, casa" annuì soltanto in risposta.

Aiutarono Liam a alzarsi, Mason su un lato e Theo dall'altro. Ad un certo punto, Liam inclinò la testa verso Mason, con un sorriso sornione sul viso che si allargava sempre di piu' "Piscina" disse soltanto. Mason scoppiò a ridere, inspiegabilmente almeno per Theo, che non aveva idea di cosa ci fosse da ridere. "Visto? Ti avevo detto che si poteva fare... e sappi che ti prenderò in giro per questo per il resto della tua vita" fece Mason mentre la testa di Liam ricadeva giù lasciandosi guidare fuori dal locale a peso morto tra di loro.

Ci vollero quindici minuti per far salire Liam in macchina, cinque per convincere Mason che sarebbe andata bene e che poteva tranquillamente tornare dal suo ragazzo e dieci per tornare a casa, tempo che Liam passò dormendo con la fronte contro il finestrino.

Il vero problema si presentò quando Theo accostò nel vialetto, e scese dall'auto, realizzando che Liam non aveva fatto altrettanto. Roteò gli occhi prima di camminare verso la portiera di Liam e aprirla. Liam si risvegliò con uno scatto quando gli mancò l'appoggio del finestrino, e per poco rotolò fuori dall'auto. Theo lo sorresse, e davvero, non l'aveva fatto apposta, ma non potè trattenere il sorriso.

"Theo, stronzo..." piagnucolò Liam buttando la testa indietro sul sedile mentre Theo rideva più forte.
"Bene, almeno stai tornando te stesso" commentò. "Dai, dammi la mano"
Liam, di nuovo col suo broncio adorabile sul viso, esitò per mezzo secondo prima di aggrapparsi a Theo e scivolare fuori dall'auto.

"Sto morendo?" biascicò Liam debolmente
"Non stai morendo"

"Mi sento davvero come se stessi morendo" insistette Liam piagnucolando. "Se mamma mi vede...-" Theo aveva appena aperto la porta d'ingresso cercando di essere il piu' silenzioso possibile, quando Liam inciampò sul tappeto entrando. Theo lo afferrò prontamente ma questo non gli impedì di tramortire il portaombrelli che rotolò a terra con un clangore assordante che sembrò risuonare per l'intero vicinato. I due restarono pietrificati per qualche secondo, Theo che ancora sorreggeva Liam con una mano sulla schiena e una attorno alla sua vita, finchè poi Liam alzò lo sguardo su di lui, un altro sorriso confuso che si allargava sul suo viso "Merda" disse soltanto. Theo rise a malincuore. Era ancora evidentemente ubriaco.

Poi sospirò, si assicurò che Liam riuscisse a reggersi sulle sue gambe per almeno mezzo secondo e si voltò dandogli le spalle e mettendosi in ginocchio. Liam lo guardò perplesso. "Che-?"
"Sali"
"No"
"Non voglio scoprire quanto rumore farai tu cadendo dalle scale"
"Sono pesante"
"Ora sei solo ubriaco, dai"
Theo non poteva vederlo ma era sicuro che Liam avesse di nuovo il broncio, e probabilmente era arrossito, e non per il colpa dell'alcool stavolta, mentre stringeva le braccia attorno al collo di Theo e Theo lo afferrava per le coscie sollevandosi.

 

"Okay lì dietro?" chiese mentre cominciava a salire le scale.
Liam seppellì il viso sulla spalla di Theo, gli occhi che si chiudevano ogni volta che si posavano su una superficie comoda. "Mi dispiace" mugugnò mezzo addormentato.

"Non dovresti. Sei ubriaco, è il tuo compleanno, è la normalità" cercò di rassicurarlo Theo. Poi rise leggermente "Al mio compleanno dell'anno scorso mi sono risvegliato nella doccia"

Un sorriso assonnato si formò anche sulle labbra di Liam mentre premeva ancora di piu' il viso contro il collo dell'altro. "Eri nudo?"
Theo rise "No, ma ero completamente bagnato, e pieno di sapone"

Liam rise debolmente stringendosi a lui. Era una sensazione piacevole, avrebbe potuto restare così per sempre. Poteva sentire l'odore dello shampoo di Theo. E della sua acqua di colonia. Poteva sentire il calore della sua pelle contro tutto il suo corpo. E poteva sentire chiaramente il cuore di Theo battere, un po' piu' forte del normale.

Ma forse era solo per la fatica del salire le scale con un Liam mezzo svenuto sulle spalle. O forse era panico. Theo si fermò all'improvviso, con solo un piede sull'ultimo gradino, guardando dritto negli occhi Paul in piedi sulla porta della camera.

"Che diavolo state facendo?" fece Paul col tono di uno che è stanco di tutto.

"Ti prego dimmi che Jenna non c'è" Theo sussurrò soltanto in risposta.
"Dio" Paul roteò gli occhi, poi sospirò portandosi due dita a pizzicarsi il naso "Ti prego, portalo in camera e basta, fingerò di non avervi mai visto"

Theo sorrise, rilassandosi "Grazie papà" E si affrettò ad ubbidire.

Aiutò Liam a mettersi a letto, guardandolo lamentarsi e agitarsi mentre gli rimboccava le coperte, seduto su un lato del letto. Theo sorrise "Dormi un po', domani mattina non ricorderai piu' nulla"

Liam mugugnò di nuovo, fermandosi e guardando Theo sopra di lui.

Sapeva cosa stava per succedere. Theo sarebbe andato via. L'avrebbe lasciato lì da solo.

Sarebbe andato a migliaia di chilometri da lui.

"Non lasciarmi" sentì la sua voce dire, bassa ma tremendamente rumorosa nel silenzio della stanza.

Theo non sembrò sorpreso. Lo guardò solo con un'espressione affettuosa, lo sguardo che scivolava dai suoi occhi socchiusi alle mani strette attorno alle lenzuola che gli avvolgevanoil busto.

"Non posso restare"
"Ti prego, solo-" Solo per stavolta, stava per dire, ma non era quello che voleva veramente. Voleva che fosse per sempre. "Solo- resta... ancora un po'." Liam piagnucolò riaprendo gli occhi del tutto.

Theo non rispose. E per un momento pensò che l'avrebbe mandato al diavolo e se ne sarebbe andato. Probabilmente era quello che si merita. Ma poi sentì il suo delle scarpe che cadeva sul pavimento, e di lenzuola smosse. Guardò mentre Theo si sdraiava accanto a lui, giacendo entrambi su un fianco, continuando a guardarsi negli occhi come in cerca di qualcosa. Risposte forse.


"Ho la sensazione che siamo già stati qui" sorrise Theo ad un certo punto, la mente che tornava a quella notte di mesi prima. La notte che Liam lo aveva baciato. Lo notte in cui aveva realizzato quanto erano grandi i sentimenti che provava per lui.

Ora, dopo mesi, dopo tutto quello che era successo, poteva vedere quanto quei sentimenti fossero cresciuti, e quanto stessero continuando a crescere, giorno dopo giorno. Theo sapeva in un modo o nell'altro che non potevano piu' essere fermati.

Il cuore di Liam pulsava dolorosamente nel suo petto, mentre continuava a guardare Theo. Come se temesse che non appena avesse chiuso gli occhi, sarebbe sparito nel nulla.


Avrebbe voluto che fosse sempre così. Theo, lì al suo fianco, parlando di cose stupide, e ridendo, con la certezza di esserci sempre l'uno con l'altro. E non solo nel momento del bisogno.

Voleva sporgersi e coprire la poca distanza che separava i loro corpi, lasciarsi avvolgere dal calore del suo corpo e sentire di nuovo le sue labbra sulle sue.

Ne aveva bisogno. Lo voleva. Lo bramava.

Ma Theo continuava a mettere sempre piu' distanza tra di loro. E forse era Liam che lo aveva spinto a farlo, ma non era quello che Liam voleva quando aveva scelto di proteggere la felicità di sua madre e della sua famiglia. Non voleva che Theo sparisse dalla sua vita per poterlo avere. Ma probabilmente era tardi ora.

Theo se ne stava andando, ancora. E probabilmente lo stava già dimenticando.

Ripensò al commento di Amber al locale, al fatto che Theo l'avesse portata al Sinema, all'espressione furiosa sul viso di Theo poco prima...

Sentì qualcosa di bagnato sulle sue guance, ma realizzò cosa stesse accadendo solo quando Theo sgranò gli occhi in shock. "P-perchè stai piangendo?"

Liam sbattè le palpebre, piu' volte, in un tentativo di fermarle, ma le lacrime continuarono a scorrere copiose, la vergogna che ora si mescolava al senso di colpa e al dolore. Il suo labbro inferiore tremò e lui serrò la mascella cercando di fermarlo, ma non riuscì comunque a distogliere le sguardo da Theo, che lo guardava in sofferente attesa

"Sei... sei arrabbiato con me?" Liam singhiozzò alla fine. "Tu mi odi, non è vero?" Liam serrò gli occhi, cercando di smettere di piangere. Dio, si sentiva così stupido. Li riaprì guardando di nuovo Theo, la stessa identica espressione ancora sul viso. "Non voglio che tu mi odi"

Qualcosa nel cuore di Theo si ruppe, mentre si spostava piu' vicino, una mano che andò a posarsi sul collo dell'altro. "Io non ti odio, Li." gli sussurrò "Non potrei mai, io tengo a te. Niente cambierà questo" Usò la mano ancora incastrata sull'incavo tra il collo e la spalla per tirarlo vicino, e Liam si lasciò attirare, sciogliendosi tra le braccia di Theo, le mani che si avvolsero attorno alla sua vita e aggrappandosi alla sua maglia. Sentiva che non poteva incolpare del tutto l'alcool in quel momento. Era piu' il motivo per cui poteva permettersi di essere spontaneo per una volta. Così affondò la testa nel petto di Theo, sentendo Theo fare lo stesso tra i suoi capelli.

"Mi manchi così tanto"

Non era sicuro che Theo lo avesse sentito.

*

Quando aprì gli occhi, la mattina dopo, il sole era accecante contro i suoi occhi sensibili, la sua gola era secca, la testa gli scoppiava, e Theo non c'era più. Non riuscì del tutto a trattenere la delusione, mentre la sua testa si muoveva qua e là per la stanza.

Il suo cuore si fermò non appena lo sguardo cadde su un piatto posato sulla sua scrivania. Scivolò fuori dal letto in un ammasso di lenzuola e vestiti così velocemente e così prontamente che stupì perfino se stesso. Si fermò solo quando fu davanti alla scrivania, gli occhi che si spostarono quasi affascinati dal piatto di pancakes (sciroppo mirtilli e panna, i suoi preferiti, quelli che gli preparava sempre sua mamma) al bicchiere di cappuccino ormai freddo, al biglietto posato su di esso.
Liam lo prese con mani tremanti.

Non preoccuparti, le mie capacità in cucina sono sicuramente migliori delle tue!

PS. Buon compleanno, Li

Liam non era sicuro di poter descrivere la sensazione di calore che lo avvolse a quelle parole. Poteva ricordare quasi ogni minimo dettaglio della serata prima, e stavolta era quasi certo di aver fatto scappare Theo una volta per tutte. Ma evidentemente si sbagliava.

Con un sorriso grande, si sedette alla scrivania, mangiando la sua colazione, nonostante le proteste del suo stomaco. E niente gli era mai sembrato piu' buono.


*

Passò un'altra ora a letto, prima di alzarsi e strisciare sotto la doccia. Solo allora sentì di essere tornato ad essere un essere umano funzionale. Una volta vestito, prese il telefono, rispondendo ai messaggi di Mason che chiedeva se fosse vivo o no, e scese di sotto. Controllò l'ora sul cellulare prima di infilarselo in tasca. Erano quasi le 14 e sua mamma non sarebbe rientrata prima delle 16. E in quel momento sentiva il bisogno di mettere assolutamente qualcosa sotto i denti. Si preparò un panino e si buttò sul divano, accendendo la tv.


Continuava a guardare il cellulare, sperando in qualche modo di vedere apparire un messaggio di Theo. O forse doveva essere lui a scrivergli per primo? Dopottutto era lui che si era reso ridicolo – di nuovo – e aveva avuto bisogno di aiuto – di nuovo –

Arrossì al pensiero, posando il telefono sul cuscino accanto, mentre tutto ciò che continuava a ricevere erano messaggi di Mason sul suo essere caduto in qualche piscina. Non ricordava niente del genere.

Erano le 15 quando sentì improvvisamente qualcuno armeggiare con la porta di casa, e il cuore gli saltò in gola per lo spavento. Chi diavolo era?!


Quando Theo aprì la porta di casa, l'ultima cosa che si aspettava di trovare era Liam con un cuscino

tra le mani, pronto a colpire- "Wo-oh!" gridò facendo un passo indietro nella veranda, mentre Liam si bloccava vedendolo.

"Che diavolo, Theo, mi hai fatto prendere un colpo!" Liam sibilò agitato.

Theo rise puntando il cuscino. "Dio, e cosa volevi fare? Stendere un ladro a cuscinate?" Liam arrossì, facendo ricadere il braccio col cuscino lungo il fianco. "Ecco perchè non dovresti mai fare tu i piani"
"Perchè sei qui?" chiese Liam in un debole tentativo di combattere l'imbarazzo, cambiando argomento. Fece un passo fuori casa anche lui, posando il cuscino su una delle sedie della veranda.

Theo scrollò le spalle "Sapevo che Jenna non c'era, e nemmeno mio padre... così sono venuto a controllare se andava tutto bene." rispose esitante, ficcandosi le mani in tasca. "Direi di sì, apparte il tuo debole tentativo di omicidio... ma possiamo tenercelo per noi-"
"Theo, sta zitto" Liam roteò gli occhi.
"Posso andarmene se non vuo-"
"No!" Liam divenne di un rosso brillante non appena la sua bocca si mosse senza il suo permesso. Theo si fermò, mezzo voltato per andarsene e lo guardò. Liam si mosse a disagio sui suoi piedi, lanciandogli brevi occhiate. "Io-" Sospirò, buttandosi sul dondolo lì vicino "Mi dispiace per ieri... scusa se sono stato strano..."
"E' tutto okay"
"Non lo è. Sono sempre quello che ti causa problemi, e tu sei sempre lì ad aiutarmi..-" Liam insistette.

Theo fece un passo avanti e si sedette accanto a lui "Mai una volta ho pensato a te come a un problema, e ti assicuro che non ho mai fatto nulla che non volessi" ammise sinceramente.
Liam resse il suo sguardo stavolta, prima di parlare "In questo caso, grazie" Arrossì di nuovo "...per avermi portato a casa, e per-" Si zittì, mentre ricordava quella notte "-per la colazione" si affrettò a concludere prima di dire qualcosa di troppo.

Theo sorrise poi abbassò lo sguardo esitante. "Ho anch'io delle scuse da farti"

Liam lo guardò sorpreso, perchè non c'era niente di cui Theo dovesse scusarsi a suo parere. Ma Theo interruppe prontamente il suo tentativo di farglielo notare "Mi dispiace se ti ho evitato, mi dispiace se sono stato uno stronzo a volte in questi ultimi mesi. È solo che.. pensavo che se non potevo essere il tuo..-" Theo si fermò, mentre il cuore di Liam sobbalzava alla parola che Theo non era riuscito a dire "Se non potevo averti come volevo io" si corresse, "allora non potevo averti in nessun altro modo. Sono stato egoista, e mi dispiace. Ma quello che provo... non cambia" Un lieve rossore tinse le guance di Theo "ma voglio correggermi su una cosa. Non sarò mai in grado di essere tuo fratello, è vero... ma voglio provare a essere tuo amico" Theo lo guardò incerto "Perchè... mi manchi anche tu, Li"

Liam arrossì, ricordando che quella era una cosa che aveva ammesso lui per primo. Il suo cuore batteva veloce nel suo petto, mentre cercava qualcosa da dire. Nulla sembrava appropriato. Era felice, perchè Theo stava accettando di provare a far tornare le cose come prima. Ma la sua non era una felicità completa, perchè in un modo o nell'altro, 'amico' era qualcosa che stonava ormai anche alle sue orecchie. Ma era la scelta migliore. Meglio essere amici che ciò a cui si erano ridotti in quei mesi! Quei sentimenti non sarebbero andati mai via comunque. Magari così potevano lavorarci insieme.

"Grazie" Fu tutto quello che riuscì a dire alla fine, e probabilmente fu il grazie piu' sincero che avesse mai detto in vita sua.

Restarono per un po' in silenzio, finchè poi Theo parlò, rompendo la tensione."Quindi..." Sorrise malizioso quando Liam lo guardò. "Qualcuno mi ha detto che hai quasi ucciso il mio gatto cercando di far partire l'auto..."

Liam arrossì roteando gli occhi "Sta zitto, è solo... meno facile del previsto! E lui non è il tuo gatto"
"O forse non hai avuto l'insegnante giusto" fece Theo con un cenno allusivo.

"Cosa?" Per tutta risposta Theo gli tirò le chiavi della macchina. Liam si agitò per afferrarle stringendole poi al petto e guardandolo sconvolto. "Mi vuoi far guidare la tua macchina?"
"Dovresti essere onorato. Ti sto affidando la mia cosa piu' preziosa"

"Io non lo farei se fossi in te" lo avvertì Liam con una nota di panico.
Theo rise alzandosi e Liam lo seguì a malincuore.

"Soltanto non avere fretta di partire, lascia andare piano e accellera dolcemente. Le cose vengono meglio se ti prendi il tuo tempo, giusto?"

"Sembra facile detto così" Liam roteò gli occhi, ma non poteva non sorridere, non davanti al sorriso di Theo, e allo scintillio nei suoi occhi. Prese un mezzo respiro, avviando il motore, poi serrò entrambe le mani sul volante. "Okay..."
Theo lo guardò prima di posare una mano sulla sua coscia. "Quando senti che sta per partire, dai gas. Non lasciarla spegnere"

Liam annuì, sentendosi stranamente nervoso. Quando il motore rombò, Liam sentì la mano di Theo stringersi su di lui e seppe che era il momento. La macchina saltò, ma poi si spostò in avanti senza spegnersi. "Oh-oh-oh" Un grosso sorriso si dipinse sul viso di Liam, guardando velocemente Theo che lo imitò. "Dai accellera!" lo incitò.

"Cosa? Vuoi andare su strada?" strillò Liam
"Sarebbe un peccato fermarsi adesso no?"

"Questo è così illegale" rise Liam, ma premette un po' di piu' il gas acquistando velocità.

Theo rise di nuovo, mettendosi comodo, una mano fuori dal finestrino, mentre lo guardava.

"Visto? Ci stiamo finalmente muovendo, Dunbar"
 

CONTINUA

 

   
 
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