Film > Animali fantastici e dove trovarli
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Autore: cecyyynik    26/02/2020    0 recensioni
Newt Scamander è appena tornato da New York dopo un'incredibile avventura vissuta con i suoi nuovi amici: Tina, Queenie e Jacob.
Ora è a Londra e desidera solo pubblicare il suo libro. Ma lo aspetta un incontro con il suo passato, un incontro che cambierà la sua vita...per sempre.
Passano sei anni e Newt si ricorda improvvisamente della promessa fatta a Tina sei anni prima. Parte immediatamente per tenervi fede, portando con sé la sua valigia magica, il libro e la sua terza parte.
Ma il male, si sa, non ha tempo o luogo e attacca nei momenti in cui meno te lo aspetti.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Gellert Grindelwald, Jacob Kowalski, Newt Scamander, Queenie Goldstein
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Paris, 19th July 1935

-Mi accompagnate all'MMF? Così chiedo un paio di giorni di ferie- propose Tina dopo mangiato.
-Ovviamente- rispose Newt.

Così pagarono il conto e si avviarono.

Attraversarono le immense vie di Parigi, passando di fianco a ogni sorta di negozio e bar. Essendo lì solo da un paio dore, Newt e Alison continuavano a guardarsi intorno: le statue, gli edifici, tutto li sorprendeva. Tina invece, probabilmente abituata a quegli spettacoli, tirava dritto. Più che altro la sua attenzione era altrove. Pensava a Newt. Era felice di averlo rivisto, solo adesso si era accorta di quanto le era mancato e del vuoto aveva lasciato nella sua vita. Dopo aver recuperato con lui ben quattro animali fantastici dispersi per New York, nulla le era sembrato più difficile.

Eppure cera qualcosa che la tormentava: non riusciva a comprendere come avesse fatto lui a dimenticarsi così facilmente di tutto quello che era accaduto, dei suoi amici, di lei, come fosse invece tornato a casa e avesse avuto una fidanzata e poi persino una figlia. Proprio non riusciva a capire il perchè di tutto ciò. Anche lei aveva avuto dei nuovi amici, più che altro tra i colleghi, ma sentiva ancora un legame forte con lui. Salvare una città insieme è il genere di esperienza che può creare una cosa simile.

Intanto erano arrivati in una grande piazza, in zona pedonale. Tuttintorno si estendevano boutiques di vario genere, dai bar ai negozi di abbigliamento. La piazza non era affollata, perché i parigini sceglievano saggiamente di stare al chiuso, con l'aria condizionata. Il caldo era stranamente intenso, quellestate.
Di tanto in tanto alcune persone vestite in modo formale attraversavano la piazza con in mano borse e valigie di ogni dimensione. Da lontano si udiva il suono di una fisarmonica che rendeva il posto più piacevole e accogliente. Al centro cera una colonna. Ma non era una colonna qualunque, era il monumento che sostituiva lantica prigione della Bastiglia. Per i francesi quella colonna era un simbolo molto importante perchè segnava linizio della Rivoluzione che avrebbe cambiato la Francia per sempre.

Arrivarono davanti all'alto monumento e si fermarono.

-Questo Ministero ha un metodo d'entrata strano. Dovete correre dritti contro il muro, quando les Autres, cioè i No-mag, cioè i Babbani, non guardano. Dall'altro lato c'è una galleria. Comunque non preoccupatevi, anche se vi vedono les Autres, o come li volete chiamare, il MMF ha un sistema di sicurezza oserei dire perfetto, per cui non vedranno mai veramente quello che succede grazie ad un incantesimo.- spiegò loro Tina.
-Come nella stazione di King's Cross!- notò Newt. Poi, davanti alle espressioni perplesse delle altre due sospirò.-Lasciate stare.-

-Io vado per prima, ok?- disse Tina. Si guardò attorno per qualche secondo poi, improvvisamente, corse verso il muro e vi sparì attraverso.
-Adesso tocca a noi, Al- disse Newt.
-Fa male?- chiese lei intimorita.
-No, per niente. Ti assicuro che è come attraversare l'aria. Dammi la mano-. Alison obbedì.
-Pronta?...Adesso!-. Corsero verso il muro imitando Tina.

Dall'altro lato c'era la galleria di cui avevano sentito parlare prima, ma non aveva uno sbocco. Finiva dopo pochi metri con un solido muro di pietra. 
-Ma dov'è?- chiese Alison.
-State a guardare- sorrise Tina. Poi toccò il muro con il palmo della mano e improvvisamente si sentì una voce: -Identifiez-vous, s'ils vous plaît.-.

-Che cosa?- chiese Alison stupita da quel linguaggio così complesso ma nello stesso tempo così melodioso.
-Ha chiesto chi siamo.- tradusse Newt. Grazie al suo lavoro di in continuo movimento aveva imparato alcune lingue per farsi capire, tra queste anche il francese

-Moi, je suis Porpentina Esther Goldstein, nèe le 19 aôut 1901. Je suis une Auror au MACUSA, mais je suis ici pur le jumelage. J'ai une sur, qui s'appelle Queenie Goldstein. Elle travaille aussi pour le MMF. Avec moi, il y a deux visiteurs: Newton Scamander et sa fille Alison Scamander. Ils sont des mes vieux amis anglais.-
-Adesso si è presentata e ha detto anche chi siamo noi-spiegò ancora Newt.

Il muro si fece da parte, rivelando un'enorme sala a volta. Al centro c'era un equivalente del monumento della Bastiglia, in pietra grigia e alto fino al soffitto, il che significava parecchi metri. In ogni caso, non lo esaminarono, ma andarono dritti alla reception. Il guardiano (questa volta un mago) discusse per alcuni minuti con Tina in francese, poi annuì e li salutò.

Uscirono da dove erano entrati, mentre Tina spiegava: -Non ha accettato di darmi le ferie, ma ha ridotto parecchio l'orario dei prossimi giorni. Bene, ora non sono in servizio. Adesso io dovrei andare a casa, avete qualcosa in programma o...?-
-In realtà no.- rispose Newt.
-Allora potete venire con me, così salutate anche Queenie. Dai, venite.- Li invitò Tina.

Si fermarono davanti a un condominio vicino alla Tour Eiffel di colore giallo chiaro, alto cinque piani.

Tina prese un mazzo di chiavi dalla tasca del cappotto e aprì il portone. -Siamo al quarto piano, ma non preoccupatevi: c'è l'ascensore.-
L'ascensore iniziò a salire, finchè sentirono quattro suoni squillanti di campanello, poi finalmente le porte si spalancarono, mostrando un lungo corridoio.

Tina, Newt e Alison camminarono fino a una porta bianca sul pianerottolo e bussarono.
Aprì una donna con i capelli biondi e mossi, un poco più lunghi di quando Newt l'aveva conosciuta e gli occhi un po' più chiari di quelli di Tina.
-Ciao Queenie- la salutò Newt.
-Newt! Sei venuto a portare il libro a Tina perché a New York ti hanno detto che eravamo qui...Oh, ma hai rivisto Leta e ora state insieme! E hai - qui si girò verso Alison- una bambina!- disse lei, sempre più sorpresa man mano che parlava.
-Vedo che non hai perso l'abitudine di usare la Legilimanzia su chiunque ti capiti davanti.- rispose Newt, ora sorridente.

Al era stupita. Non aveva mai incontrato un Legilimens.
-Tu leggi nella mente?- chiese, intimorita.
-Sì, ma non avere paura. Se vuoi, smetto. Potresti imparare anche tu se vuoi. Non serve una bacchetta.-
-Mi piacerebbe, ma...- cominciò la bambina.
-Non hai mai provato nessun tipo di magia, lo so- concluse Queenie.
-Brave, però ora entriamo in casa, va bene?- le rimproverò Tina.
-Oh, sì, scusate.- disse Queenie facendosi da parte.

L'appartamento all'interno era come diviso a metà. Da un lato, tutto pulito, ordinato e pieno di oggetti rosa. Dall'altro mobili semplici coperti da fogli di pergamena e penne d'oca sparse ovunque come se fosse passato un uragano da poco.

Si sedettero sul morbido divano del salotto a raccontarsi gli avvenimenti degli ultimi anni, mentre Alison scendeva nella valigia.

-La lasci andare da sola?- chiese Tina, un po' preoccupata. 
-Ha domato il Velenottero da sola, sai?- la informò Newt.
-Cosa?- fu l'incredula reazione.
-Certo. Si è messa a correre verso di lui, poi ha alzato le braccia per mostrare che non era una minaccia, lo ha accarezzato e gli è salita in groppa. Ci ha volato sopra.-
-...E ti ha ricordato Tina quando siamo scappati dal MACUSA. Così hai iniziato a cercarci e lei è voluta venire con te.- concluse Queenie. Tina, che fino a quel momento aveva giocherellato con il copridivano, a queste parole si girò improvvisamente verso Newt. Si guardarono negli occhi, poi distolsero lo sguardo, nello stesso istante. Tina arrossì, ma cercò di non farlo notare e abbozzò un sorriso. Allora laveva pensata.

-Esatto.- confermò Newt, imbarazzato. Almeno non aveva detto che Alison aveva ripetuto le testuali parole di Tina. Era una cosa piuttosto strana, che non si sentiva pronto a condividere con nessuno, per ora. 
-Ehi, di solito a quest'ora scendo da Jacob in pasticceria. Che ne dite se andiamo tutti?- propose Queenie improvvisamente.
-Ok, chiamo Al.- disse Newt aprendo la valigia.
Qualche minuto dopo arrivarono a un negozio con un'elegante insegna che recitava "LA MAGIE" e più piccolo "chez Jacob"
Newt sorrise, capendo l'allusione ai dolci preparati da Queenie.

Jacob era dietro al bancone a servire paste dolci di ogni foggia a bambini affamati.
Quando li vide tutti, però, chiamò uno dei commessi per farsi sostituire e li raggiunse.

-Newt!- lo chiamò abbracciandolo. -Che sorpresa! Come mai qui?-. 
-Avevo promesso a Tina che le avrei portato una copia del mio libro...-
-...E io sono venuta con lui!- esclamò Al.

Le amiche del padre si erano dimostrate simpatiche e molto gentili e l'atmosfera del negozio era piacevole.
La sua timidezza era sparita.

-Magari mi raccontate tutto di là, mentre Queenie mi aiuta a cucinare?- fece lui, interdetto.

Così si riunirono in cucina a raccontare a Jacob tutto ciò che era successo. Stavolta Alison non scese nella valigia, ma si fermò a osservare, come incantata, le brioche, gli strüdel e i biscotti che si formavano secondo le indicazioni della bacchetta di Queenie, prendendo le forme degli animali magici. Si divertiva a indovinarne la specie, oltre che a immaginarne e descriverne di nuovi.
Tina la stava osservando. Era proprio un bella bambina. I suoi capelli lisci e lunghi sembravano di liquirizia e facevano contrasto con la sua carnagione bianca. La cosa che a Tina piaceva di più erano i suoi occhi verdi, che le ricordavano quelli di Newt.

Intanto Alison osservava un Demiguise di zucchero, ma per sbaglio fece cadere con il gomito un Occamy al cioccolato, mandandolo in pezzi.

Stava per scusarsi quando Tina, accorgendosi di quello che era successo e risvegliandosi dai suoi pensieri, fece capolino dietro l'angolo facendogli l'occhiolino e sussurrò "Reparo". Il dolce si ricompattò e poi volò di nuovo al suo posto, sul tavolo. Alison le rivolse un sorriso, che però riuscì insicuro per il suo timore. Non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere da Tina. Anche se la conosceva da meno di unora e mezza, Alison si era già fatta una mezza idea di lei e non le era sembrato il tipo di persona che avrebbe fatto una cosa simile. Questo le fece riconsiderare le sue prime impressioni e la convinse a decidere che non avrebbe più giudicato una persona così velocemente.

Finito il lavoro, Jacob disse:-Credo che anche noi abbiamo il diritto di fare merenda. Ci portiamo qualche dolce al parco?-
E così, con i sacchetti di carta oleata in mano, si avviarono.

 

   
 
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