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Autore: Evola Who    26/02/2020    2 recensioni
{SPOILER! DI TROS!}
Ben e Rey arrivarono all'hangar della base, pieno di ribelli e civili intenta a festeggiare la fine della guerra. Camminavano mano nella mano, sotto gli occhi di tutti...
Rey aveva notato questa cosa, ma la ignorò. Non le importava se gli altri la stessero fissando o che stessero parlando alle loro spalle.
Potevano pensare quello che volevano, ma lei sapeva che Ben Solo era tornato e che Kylo Ren era morto per sempre. E lo avrebbero dimostrato a tutto l’universo, anche se fosse stata l’ultima cosa che avrebbero fatto.
[Seguito di "The Strength of Forgiveness"]
[Reylo]
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Finn, Kylo Ren, Poe Dameron, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mentre aspettava che Ben lo raggiungesse, Poe era salito sopra una scala, con BB8 fermo ai suoi piedi, e aveva cominciato a riparare il motore di un caccia che si era guastato.

Poteva anche essere diventato generale, ma rimaneva pur sempre un pilota e un meccanico, e certe cose non sarebbero mai cambiate, neppure se fosse diventato senatore.

“E andiamo! Stupido pezzo di ferraglia di…” grugnì, cercando di allentare un bullone, ma fu interrotto dai “bip” del suo droide, che lo avvertiva che qualcuno era entrato nell'hangar.

Poe si girò, vedendo il giovane Solo venire verso di lui, per poi fermarsi in posizione eretta e le mani dietro la schiena.
“Voleva vedermi, generale Dameron?”

“Sì, Solo” rispose, con tono un po’ irritato. “Ma dovrai aspettare, finché non avrò capito come mai questo dannato aggeggio non parta, io non avrò pace!” e continuò ad armeggiare con il motore.

Ben attese con pazienza di essere ricevuto e, con la coda dell’occhio, guardò il motore che Poe stava cercando di riparare, dicendo: “Deve invertire i primi due cavi.”

Il pilota si fermò, girandosi di nuovo verso il ragazzo, con aria stranita, rispondendo: “Cosa?

“I primi due cavi del motore. Sono invertiti. Lei sta cercando di sistemare i bulloni, ma quelli vanno bene. Deve solo invertire le due spine.”

Poe lo guardò con stupore, prima di iniziare a ridere divertito ma anche con un certo nervosismo, rispondendo:

“Senti, Solo. So che tu sei figlio di un gran pilota ed esperto meccanico. E ammetto anche che tu eri una grande spina nel fianco, quando eri dentro ai tuoi dannati caccia, perché eri un ‘egregio’ pilota” ammise, con un po’ di fatica. “Ma sono anche io figlio di un’ottima pilota, e senza modestia posso dire di essere un grande esperto di caccia e motori, che ha dato parecchio filo da torcere al Primo Ordine. Quindi ti assicuro che, se il problema fossero due cavi, me ne sarei già accorto da un bel pezzo.” E si indicò con il pollice, con aria sicura e mezzo ghigno di strafottenza dipinto in volto: “Chiaro?”

“Sì, generale.”

Ben distolse lo sguardo sia dal caccia che dal pilota, guardando in basso e attenendo che lui gli concedesse finalmente la sua attenzione.

Poe ritornò al motore, cercando di sistemarlo. Alla fine diede una breve occhiata al suo “insolito” alleato, accertandosi che non lo stesse guardando e, con un gesto veloce, convertì i due cavi, mettendo finalmente in funzione il motore. Dentro di sé, dovette ammettere che Ben aveva ragione.

“Oh!”

Lo Jedi alzò lo sguardo, vedendo che il caccia aveva preso a funzionare. Ma il generale, pur di non concedergli questa soddisfazione, assunse una finta aria di convinzione.

“Visto?" disse. "Era solo qualche bullone fuori posto!” Iniziò a scendere dalla scaletta, continuando: “In fondo, come ho già detto, sono un meccanico esperto! Conosco i motori come se fossero libri aperti! Non hanno segreti per me! E se si fosse trattato soltanto di due cavi, non avrei perso tutto questo tempo. Giusto?” Gli rivolse un sorriso di superiorità, appoggiandosi con il gomito al corrimano della scala.

“Certo, generale” rispose Ben.

BB8 – che aveva capito tutto - rivolse vari suoni di disapprovazione verso il suo padrone, attirando l’attenzione dei due uomini.

Poe gli lanciò un'occhiata con lo stesso sguardo di una vipera e, muovendo appena le labbra, sillabò: “Non metterti in mezzo!” per poi tornare a guardare Ben con aria di superiorità, mentre il piccolo droide tondo fece un segno di rassegnazione con la testa.

“So che voleva parlarmi, generale” disse il ragazzo, mentendo un'espressione neutra.

“Sì, esatto” rispose Poe, mettendosi composto davanti a lui con serietà. “Volevo sapere come sta andando qui, dal tuo punto di vista.”

Il generale si mise a braccia conserte, in attesa della sua risposta. A dire il vero, si sentiva a disagio, e avrebbe preferito non dover affrontare questa discussione.

Ma, dopo l’incontro con la senatrice Gail, si sentiva in dovere di farlo.

Ben all’inizio non capì bene la sua domanda, e chiese: “Come?”

“Ho detto, come ti trovi qui con la Resistenza, dopo tutto quello che è successo…” spiegò Poe, un po’ incerto. “Insomma, i tuoi progressi e i tuoi pensieri dopo più di un mese dalla fine della guerra.”

Ben questa volta capì e rispose con tono sicuro: “Credo che stia procedendo abbastanza bene.”

Poe alzò un sopracciglio per lo stupore, ma non fece commenti e lo lasciò parlare.

“All'inizio non è stato facile, ma non mi aspettavo nemmeno che lo fosse. Perciò mi sono adattato e sono andato avanti, seguendo tutti gli ordini alla lettera, cercando di dare il mio contributo e di fare sempre del mio meglio. Ho svolto lavori pesanti e umili, e ho più volte subito insulti e scherzi non troppo ‘leggeri’. Ma ho lasciato correre, sperando che, con il tempo, gli altri membri della Resistenza si sarebbero stufati di farmeli o almeno si sarebbero abituati alla mia presenza. E, infatti, ho avuto ragione.”

“Già, capisco…” disse il generale, con tono incerto. “A volte, certa gente non sa controllare la propria rabbia…” e fissò in basso, cercando di nascondere la sua smorfia colpevole, mentre ripensava all'ordine che aveva dato ai suoi uomini per il suo “esperimento”. Il tutto, avvenne sotto l'occhio meccanico e accusatore di BB8.

“Ma hanno smesso” disse poi, alzando lo sguardo con aria convinta. “Significa che molti si stanno abituando alla tua presenza. E credo che sia un bene.”

“Io non sono ancora del tutto convinto. Ma, comunque, li capisco, per tanto tempo sono stato il loro più grande nemico” spiegò Ben. “E, per questo, cerco di essere il più invisibile possibile. Per non creare problemi.”

“Però, ho saputo che hai smontato il tuo vecchio caccia, e che una parte dei pezzi li hai utilizzati per sistemare le nostre navi, mentre un'altra parte l'hai venduta, ricavandone parecchi crediti che hai verso per intero nelle casse della Resistenza.”

“Ho fatto solo ciò che mi sembrava la cosa giusta da fare” spiegò Ben, con tono serio. “Ormai, quel caccia non mi serviva più a niente, e non lo volevo di certo tenerlo. Sapevo che alcuni di quei pezzi sarebbero stati utili per le vostre navi, mentre altri sarebbero stati valutati una fortuna al mercato nero. E non è che sia proprio fiero di ammetterlo, ma ho le mie conoscenze in quel campo. E, visto che la Resistenza, in questo momento, ha bisogno di finanziamenti, ho pensato di aiutarvi.”

Poe non sapeva che cosa dire, era solo stupito, anzi più che altro confuso. Lo era tanto per quel gesto, quanto per le sue parole. Ma, soprattutto, per una volta non sapeva come rispondere, una cosa rara per lui.

Così, decise di far cadere la sua maschera da generale e di ritornare alla sua vera natura da pilota. Con un po’ di strafottenza, disse: “Sai, Solo? Devo ammettere che mi aspettavo di peggio, da te.”

Ben rimase perplesso per le sue parole, ma non si scompose. Anzi, lo fissò con la stessa aria neutra di prima, aspettando di sentire il seguito delle sue parole.

“Pensavo che ‘ospitare’ l’ex leader Supremo del Primo Ordine in una base di Ribelli della Resistenza mi avrebbe provocato talmente tanti casini che, al confronto, tutti questi anni di guerra non sarebbero sembrati niente” disse Poe, alzando gli occhi al cielo e sospirando.

“Ma... mi sbagliavo” continuò, mentre ritornava a fissarlo.

“Ti sei dimostrato obbediente e senza mai controbattere o infuriarti. Hai lavorato e hai aiutato, ma senza chiedere nulla e restando sempre nell’ombra, anche quando ti meriteresti solo un po’ di rispetto. E devo ammettere che sono davvero sconvolto. Pensa, un'oretta fa ero in contatto con la senatrice Gail. Lei si aspettava che ti avessi rinchiuso in un buco di tre metri sotto terra, con tanto di gabbia e chiave buttata via. E, se non fosse stato per Rey… e per l’impegno del mio predecesore…” disse le ultime parole con una immensa fatica.

Ben abbassò invece gli occhi per un istante, nascondendo la propria tristezza.

Per entrambi, era ancora molto difficile riuscire a parlare di Leia. Anzi, era quasi impossibile parlare di lei, senza provare una piccola fitta di sofferenza. Bastava solo nominarla, per poi ritrovarsi in silenzio, con la mente tesa per pensare a lei.

“Insomma, se non fosse stato per loro due, la senatrice avrebbe avuto ragione” continuò Poe, ritrovando il tono convinto e sicuro di un istante prima. Il Jedi alzò lo sguardo.

“Ma, quando le ho spiegato la situazione, era colpita. Più di me. E io voglio mantenere questa situazione. Le ho assicurato che sei sotto sorveglianza e mi sono assunto tutta la responsabilità. Perciò, cerchiamo di mantenere questa situazione il più a lungo possibile. Altrimenti, sarò io stesso a cacciarti sul fondo di una buca di tre metri e senza luce. Intensi?”

“Sì, generale” rispose. “Anzi, sono convinto che questa situazione non cambierà. Ha la mia parola.”

“Bene.”

Calò il silenzio, e Poe guardò a terra per qualche istante, domandandosi se fosse arrivato il momento di congedarlo o se avesse ancora qualcosa da chiedergli. Finché non gli vennero in mente i suoi allenamenti Jedi con Rey. Alzò lo sguardo, chiedendo come stessero andando i loro “approcci con la Forza”.

Ben rispose con i loro allenamenti stavano procedendo egregiamente e con calma, visto che dovevano ancora comprendere a fondo e gestire l’equilibro della Forza.

Si allenavano senza spada laser, dato che al ragazzo era stato proibiti il possesso di qualsiasi tipo di arma. Ma, soprattutto, quando i tempi fossero stati più maturi, avrebbero desiderato allenarsi con delle nuove spade, interamente create da loro, visto che non se la sentivano più di continuare ad usare quella di Anakin e quella di Leia.

Se avessero dovuto combattere, avrebbero voluto farlo con le proprie armi, costruite da loro stessi, che li rappresentassero fino in fondo.

Ma, visto che era ancora tutto instabile, dovevano ancora aspettare per quel passo tanto importante.

“Capisco…” rispose il pilota, grattandosi piano la testa. In realtà, era un po’ confuso. Ma, in fondo, non aveva mai compreso la Forza - per quanto si fosse sforzato di provarci - perciò, si limitò a fare finta di capire, rispondendo:” Okay, volevo soltanto informarmi meglio su questa storia.”

Entrambi rimasero in silenzio, finché Ben parò di nuovo.

“Quando avrò il mio processo, generale Dameron?”

Poe non si sarebbe mai aspettato una domanda così diretta da parte sua, non dopo un mese di silenzio, mutismi o frasi del tipo “Sì, generale Dameron” o “certo” dopo un ordine.

“So che avrò un processo per i miei crimini, e so di meritarmelo. Ma vorrei sapere quando accadrà” continuò il ragazzo.

Il pilota ci rifletté brevemente, rispondendo: “Non lo so.” E sospiro, rassegnato.

“In questo momento, abbiamo a disposizione pochi senatori e anche provvisori, che stanno cercando con molta fatica di ricostruire la democrazia dopo anni di dittatura. Ma ci sono ancora alcuni pianeti della Galassia che non sanno che il Primo Ordine è caduto, altri invece simpatizzano ancora per loro e, in più, non sappiamo di quali senatori o politici possiamo fidarci veramente. Molti di loro, anche se adesso sono pronti a giurare il contrario, erano collusi con il Primo Ordine, ed è davvero difficile stabilire quali siano davvero onesti e quali, invece, siano corrotti o desiderosi di costituire un’altra dittatura militare.”

A quel punto, Poe si appoggiò una mano in mezzo agli occhi, massaggiandosi per via del troppo stress accumulato, sentendosi improvvisamente molto stanco.

“In pratica, Solo, in questo momento la Galassia è nel bel mezzo di un gran casino. Forse, peggiore ancora di quando crollo l'Impero Galattico. Costituire una corte marziale per giudicarti è l'ultimo dei nostri pensieri. E non c’è nessuno a governare e io, in questo momento, mi sento così esausto. Ma tutti si aspettano il meglio da me. Ma… credo che non posso farcela…” confessò.

Appoggiando le braccia alla ringhiera della scala, fece un profondo sospiro, con un'espressione distrutta sul volto.
Non era fiero di quella confessione. Ma era la verità. E dirla ad alta voce lo fece sentire leggero e in colpa allo stesso tempo.



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Note:

Ecco il nuovo capitolo! 
Molto prostetivo e profondo, 
sul il raporto tra Poe e Ben post-guerra.
Ed è solo la prima parte di questo incotro!
Del prossimo, sarà molto più profondo e un pò
dolce amaro.
Sopatutto, da un certo argomento....
Spero che questo capitolo non vi abbia annoiato,
che vi sia piacuto. 
Perchè, come vi ho già detto, il prossimo
capitolo, sarà ancora su di loro due ;)
Grazie per essere arrivati fin qui e alla 
prossima!
Evola

 

 
   
 
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