Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Ivy001    26/02/2020    1 recensioni
Anna ed Elsa vivono da sole, dopo la separazione dei genitori. Qualcosa di sconvolgente sta per accadere e avrà per protagonista Anna. Chissà come reagiranno la madre e il padre?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Non puoi restare qui Honeymaren, mia madre potrebbe ritornare da un momento all’altro” – Elsa spinge via la ragazza, riducendo la distanza fisica.

“Sai benissimo perché sono qui. Non ce la faccio più, Elsie”

“Ti ho detto mille volte di non chiamarmi così. Nessuno lo fa” – replica la Froze, dandogli le spalle.

“Io sono l’unica e questo la dice lunga” – sostiene la Frost, sfiorandole dolcemente un braccio.

Il tocco della mano della coetanea fa sobbalzare la studentessa di giurisprudenza.

“Vai via, ti prego” – insiste poi, avviandosi all’ingresso seguita a ruota dall’ospite.

“Possibile che non accetti quello che provi? Ti fa tanta paura innamorarti?”

“Basta” – esplode Elsa, alzando la voce, rimproverando Honeymaren.

La guarda con gli occhi umidi, pronti a cedere alle lacrime.

“Se vedermi ti fa stare male, vado via” – cede la Frost, amareggiata.

Elsa la guarda passarle davanti con il capo basso ed accingersi ad uscire dalla villa.

Prima di salutarla, però, le dice – “Non ti disturberò più, tranquilla. Non mi vedrai né mi sentirai. Cancellerò anche il tuo contatto telefonico. Faremo finta che tra noi non sia mai accaduto nulla”

La Froze fissa il pavimento, trattenendo l’emozione che sta iniziando a consumarla.

“Addio”

Ed è in quel preciso istante che un flash corre rapido nella mente di Elsa e le ricorda quanto accaduto tra lei e “l’amica” giorni prima.

Un bacio, sì un bacio che ha ricevuto dalla collega universitaria, conosciuta solo mesi prima, durante il ricevimento settimanale del loro relatore di tesi.

Un caso che le portò ad incontrarsi più di una volta a settimana, al solito posto e di condividere drammi per esami e pensieri sul futuro post laurea.

Honeymaren le raccontò anche aneddoti della sua vita personale, di aver vissuto per sette anni in orfanotrofio per poi trovare una famiglia adorabile, per la quale darebbe anche la vita: i Frost.

Sì, i Frost…i genitori di Sarah Frost, ex fidanzata di Kristoff!

“Perché mi hai baciata?” – le domanda la bionda, guardandola andare via.

Ma la giovane dalla lunga treccia nera, resta immobile sull’uscio e, di spalle all’altra, confessa – “Perché mi piaci”

Questo è per Elsa un colpo al cuore, lei che non si era mai sentita dire da nessuno “Mi piaci”, lei che quasi venticinquenne aveva dato un solo bacio ad un compagno di scuola, durante una festa di fine anno quando si divertirono con il famoso gioco della bottiglia, lei da sempre consideratasi indietro sotto l’aspetto sentimentale rispetto alle coetanee, ma soprattutto rispetto a sua sorella minore, rimasta perfino incinta a ventuno anni.

E il desiderio di sentirsi amata, prende il sopravvento.

Qualcuno finalmente la considera sotto quel punto di vista e,in tale frangente, poco le interessa se a volerle bene in quel modo è una donna e non un uomo.

Afferra Honeymaren per un braccio e la tira verso di sé.

Nessuno avrebbe potuto fermarla e infatti le due, una di fronte all’altra, a pochi centimetri di distanza, uniscono in un lungo bacio le loro labbra.

Che strano sentire il profumo di un’altra ragazza su di sé; ignora le voci che, nella sua testa, le ripetono “E’ sbagliato”, “E’ innaturale”, “Non sei normale”, “Sei malata”, “Cosa penseranno i  tuoi?”, e si concede ad un attimo tutto suo, un attimo fatto solo ed esclusivamente d’amore.

Le due si fermano per riprendere fiato, con le gote arrossate e il batticuore.

Le loro mani sono intrecciate, e in silenzio, restano immobili, l’una appoggiata alla fronte dell’altra, a metabolizzare quanto accaduto, cogliendone solo percezioni positive.

“Hai visto?” – prende parola la Frost.

“Cosa?”

“Non è poi così male lasciarsi andare” – le sorride Honeymare, accarezzandole la guancia.

Elsa però  non risponde.

Adesso che il bacio è terminato e le farfalle nello stomaco si sono acquietate, le perplessità e le paure tornano a rammentarle quanto errato sia essere ciò che è.

“Forse non dovevamo” – si pente.

“Che dici?  Avrai provato le mie stesse sensazioni ed erano tutte piacevoli. Non capisco perché ti ostini a volerle sopprimere”
Il rumore di un clacson interrompe la conversazione e costringe la Froze a cacciare “l’amica”.

“Sono loro, ti prego va via” – dice poi, sistemandosi alla meglio – “Se ci avessero beccate, non voglio immaginare cosa avrebbero potuto pensare”

Honeymaren, spiazzata, le risponde – “Che magari ci siamo innamorate, tutto qua”

Elsa scuote il capo – “La rendi troppo facile e sai bene anche tu che non è così”

L’espressione confusa di Honeymaren non riceve spiegazioni. Infatti Elsa la invita a lasciare definitivamente la villa, senza aggiungere altro.

Così la Frost è obbligata ad andare via, non prima di averle regalato un ultimo sorriso. Dopo la saluta con un cenno della mano – “A presto, Elsie”

Sentire quel nomignolo non suscita più la reazione di fastidio nella diretta interessata che infatti,per la prima, volta ne ride.

Si ricompone, cercando di cancellare emozioni e sentimenti vissuti sino a qualche minuto prima e accoglie Idunn e John di rientro dall’ospedale.

“Figliola, chi è quella ragazza? Una tua amica?” – le domanda la madre curiosa, avendo notato Honeymaren uscire dai cancelli.

“Ehm…sì, l’ho conosciuta all’università” – si limita a dire, spostando il discorso su Kristoff e la sua salute.

Così la ex signora Froze le racconta gli ultimi aggiornamenti, tra questi il fatto che fosse stato acciuffato il colpevole dell’incidente.

“Davvero? Si sa già chi è?”

“No, tesoro. Ora sono i Bjorgman si sono recati al commissariato. Finalmente le cose stanno andando nel verso giusto”

Da lì in poi, Idunn comincia ad elogiare la bellezza di una coppia splendida di nuovo insieme, nonostante le avversità, quella di Anna e Kristoff che finalmente possono godere del loro amore e della loro bambina.

Il tutto mentre Elsa ascolta in silenzio, con un macigno sul cuore e i sensi di colpa per un bacio che non avrebbe dovuto dare…un bacio che non potrebbe mai rendere felice sua madre così come sta facendo ora Anna.

Mentre Idunn parla, parla,parla, non nota lo strano comportamento della figlia maggiore che, non presta alcuna attenzione, totalmente presa dai suoi pensieri.

Nella sua testa viaggiano paure di essere scoperta e di dover accettare che non assomiglia né a sua sorella, né a sua madre. Non è un uomo che cerca il suo cuore.

La stranezza di Elsa viene colta da John che le domanda – “Tutto bene?” – interrompe così anche il monologo della compagna, che torna alle faccende di casa.

“Dici a me?” – risponde la Froze, destandosi dal suo mondo interiore.

“Non sembri tu” – nota l’uomo, sospettoso.

“No, tutto bene. Sono agitata per la laurea. Tra una settimana è il grande evento, sono un po' tesa” – finge, tirando fuori la scusa perfetta.

Infatti Peterson le crede e la loro conversazione si posa proprio sul giorno tanto atteso.

Nessuno riesce a capire che Elsa vive un momento di crisi amorosa.

Solo una persona potrebbe esserne in grado, quella  che da lì a un paio d’ore torna a casa.

“Annie, finalmente! Hai novità dai Bjorgman?” – è la prima domanda che la sorella maggiore chiede alla minore.

Il viso della ventiduenne parla da solo. Lo shock è evidente e spaventa i familiari.

“Figliola, rispondi per favore. Dicci tutto” – la scuote Idunn.

A quel punto, la seconda delle Froze rivela – “Ho parlato con Erika. Indovinate chi è il bastardo che ha investito Kristoff quindici giorni fa?”

“Chi?” – dicono in coro John  e la compagna.

“Il tormento della mia vita” – aggiunge Anna.

“Hans?! Lo sapevo, maledetto!” – Elsa capisce al volo e ha la conferma alle sue ipotesi. Non si sbagliava ad esagerare su Westergard – “E’ un folle! Spero lo chiudano in cella e buttino via le chiavi”

“Me lo auguro, da gente tanto vigliacca ci si può aspettare ogni cosa” – commenta, affranta, Anna, accolta immediatamente dalle braccia materne.

“Ti preparo una camomilla” – le dice l’adulta, allontanandosi con Peterson, parlando con lui su quanto appena scoperto.

Le due sorelle sono da sole, in salotto.

“Che razza di uomo mi ha dormito accanto negli ultimi tre mesi?”- Anna è disgustata e si pente di aver condiviso il letto con un mostro e avergli ceduto se stessa.

“Annie, non colpevolizzarti. Sappiamo bene che quel verme sa fare il lavaggio del cervello. Ti ha ingannata, ti ha soggiogata, voleva addirittura farti credere che, essendo incinta di lui, non potevi più mollarlo. Però adesso è finita. Lui rimarrà in galera, ne sono convinta”

“Io non mi darò pace fino a quando non mi darà le risposte che voglio” – afferma, determinata, la ventiduenne.

“Cosa pensi di fare?”

In quel momento vibra un cellulare. E’ proprio quello di Anna.

“Kris? Amore, tutto bene?” – risponde, allontanandosi per chiacchierare con il fidanzato.

Elsa resta da sola. Ha percepito la forza e la determinazione di sua sorella, volendone assimilare una parte. Ripete a se stessa – “Ce la puoi fare, Elsa. E’ la cosa migliore. Lei ti capirebbe”

E mentre si autoconvince che parlare è la cosa migliore, sopraggiunge Idunn con del thé e la camomilla.

“Cosa blateri?” – le domanda, prendendola in giro.

“Ehm…nulla! Io voglio il thé allo zenzero” – prende la tazza rosa, sottraendola dal vassoio tra le mani della mamma.

“Attenzione che brucia” – le raccomanda. Siede accanto alla ragazza, posando la sua testa sulla spalla della primogenita.

Non era mai stata tanto affettuosa come negli ultimi tempi e quel comportamento irrigidisce Elsa e aumenta un senso di colpa interiore.

“Che gioia che mi state regalando. Prima Anna che mi dà una nipote meravigliosa, poi Agnarr che appiana con me ogni conflitto, e anche tu…”
“Io? Ti sbagli, a me non va alcun merito” – precisa la bionda, sorseggiando lentamente la bevanda.

“Invece sì, tesoro. Sei diventata una vera donna. Hai tutelato per anni tua sorella, facendole da madre. Hai studiato, lavorato nel frattempo. Hai anche sofferto della rottura tra me e tuo padre… e mi pento di averti in qualche modo coinvolta”

“No, mamma. E’ passato… adesso siamo in pace tutti”

“Invece ti devo delle scuse” – aggiunge – “Probabilmente se non hai fiducia nell’amore è colpa nostra”

Amore… perché ora sua madre le parla d’amore? Elsa sobbalza, bruciandosi addirittura la lingua per colpa del thé fumante.

“Ahi” – esclama al contatto con la bevanda bollente.

Idunn, tutta presa dalla gioia personale, non fa caso alla figlia e continua a dirle – “Se non hai un fidanzato forse hai paura di soffrire quello che ho sofferto io con Agnarr”

“Mamma, non mi sembra il caso di aprire questo discorso” – inizia ad innervosirsi. L’argomento non le piace.
“Invece sì. E’ a questo che mi riferisco. Ogni volta che tocchiamo l’argomento, tu ti chiudi o eviti”
“Perché mi imbarazza”
“Certo, è normale. Ma io credo ci sia di più”

Elsa deglutisce preoccupata, iniziando a temere il peggio. Deve allontanarsi prima di scoppiare. Deve farlo… ora! E come? Idunn le è appiccicata e le impedisce anche di alzarsi dal divano.

“Confidati con me, tesoro mio. Voglio esserti d’aiuto”

“Mamma basta”
“Guarda che sfogarti può farti bene”
“Ho detto basta” – alzando il tono di voce, la Froze mostra il suo disappunto.

Idunn si sposta dalla sua posizione, guardando incredula la figlia che si alza e, lasciando la tazza sul tavolo, va via.

Quella è la prova, per Idunn, che la primogenita sta nascondendo qualcosa.

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Anna raggiunge la madre poco dopo. Nota subito l’assenza di sua sorella.

“E Elsa?”

La donna le spiega la lite e la invita ad intervenire.

“Solo tu puoi aiutarla”

Infatti, la ventiduenne non esita un solo istante.

Corre diretta verso la stanza della maggiore e bussa.

Elsa non risponde.

Così insiste, più e più volte.

E quando capisce che non avrebbe mai ottenuto l’ok, fa di testa sua. Apre la porta ed entra.

La maggiore è stesa a pancia in giù sul suo letto.

“Hey, mi vuoi dire che succede?” – le domanda, preoccupata.

“Non mi capiresti. Nessuno può” – singhiozza, nascondendo la testa sotto il cuscino.

“Almeno sfogati, può farti bene. Sai che di me ti puoi fidare” – la conforta, mostrando la sua presenza costante.

Chissà, pensa Elsa, forse accennarle qualcosa può davvero esserle utile.

Anna non è Idunn. Anna non è Agnarr.

Anna è la persona più importante, quella che non la giudicherebbe mai e poi mai.

La capirebbe e magari  troverebbe una spiegazione logica alla cazzata che ha combinato.

E così, raccolto il coraggio, la più grande si rivolge alla più piccola.

“Ho conosciuto una persona…”

Il viso della ventiduenne si illumina sentendo tali rivelazioni.

È pronta a tempestarla di domande, però stavolta preferisce ascoltarla e basta.

Trattiene la curiosità e rimane in silenzio.

“Non capisco cosa mi sta succedendo. Tu sai dirmi che sensazioni si prova quando ci si scopre innamorati?”

“Elsa, credo che le emozioni che ciascuno prova in questi casi siano soggettive. O meglio, farfalle nello stomaco a parte… ognuno vive l’amore e lo percepisce a modo proprio, lo esprime come meglio sente”

“A me basta solo che rispondi a questo: quando hai realizzato che il sentimento per Kristoff era amore e non altro?”

“Beh… quando ho capito di non riuscire a vivere senza averlo accanto. Era diventato il centro dei miei pensieri, dei miei dubbi, delle mie paure… esisteva solo e soltanto lui. Ma io e te siamo diverse. Io ho rischiato e mi sono esposta, anche troppo… sono rimasta incinta e la mia vita si è trasformata. Tu sei più razionale, scommetto che è la ragione a dominare in te”

“Esatto”

“Mettila a tacere per un istante, fai parlare il cuore”

“Non ci riesco”  confessa, singhiozzando, la maggiore.

“Un primo passo è prendere coscienza di ciò che desideri davvero”

Elsa resta in silenzio, cercando di ascoltare una parte di sé che ha sempre soppresso.

“Confidarti può essere un inizio” – le consiglia Anna.

Dopo un lungo respiro profondo, la bionda accenna qualcosa.

“Si chiama Honeymaren”

Il nome spiazza Anna che inizialmente commenta, scherzosa – “Povero ragazzo, i suoi genitori non sono stati tanto carini”

La primogenita dei Froze scuote però il capo ed è allora che sgancia la bomba – “Non è un lui”

Anna impallidisce sentendo ciò e la guarda ad occhi sgranati – “Aspetta…che?! – esclama quando realizza che quanto udito è reale.

“Hai capito bene! La persona in questione… è una ragazza!”

 

 

   
 
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