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Autore: Eneri_Mess    27/02/2020    1 recensioni
Una raccolta di flashfic dedicate a BSD e al mazzo dei Tarocchi. A ogni tarocco corrisponderà un personaggio/vicenda. A ogni storia un'introspezione.
Erano tutte figure sfuocate e grottesche, erano mostri di cui non aveva paura perché la cosa che al mondo più lo destabilizza è questa vita che si trascina giorno dopo giorno, consumandogli i polmoni e la sanità mentale nella giostra di tedio quotidiano.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Cow-t, quarta settimana, M2
Prompt: Tarocchi - Il Matto.
Numero Parole: 560
Rating: SAFE - con riserve.

Warning: menzione di uso di droghe.

Nota 1: 0. Il Matto (carta rovesciata) - Il significato del Matto assume tutte le sfumature tra l'innocenza e la follia, compresi l'istinto, l'originalità, la spensieratezza, le azioni incomprensibili, il distacco della mente. È la parte irrazionale dell'uomo, che può condurlo sia nel bene che nel male.
In negativo è la follia, intesa come alienamento dalla realtà, il restare confinati nel proprio mondo interiore. Può indicare indifferenza, depressione, vuoto. È anche smarrimento, voglia di fuggire dal passato, irresponsabilità, esibizionismo, immaturità, inesperienza, superficialità.

Nota 2: Sorta di Missing Moment tra la Blue Era (Fifteen) e la Dark Era. 




 

Quando Chuuya lo trova, Dazai ha ancora un senso di euforia latente dato dagli acidi. Ricorda vagamente cos'è successo. Un regolamento di conti finito male con alcuni esponenti di un'altra organizzazione - niente di davvero casuale, più una messinscena per ordine del Boss in cui ha solo calcato la mano. Poi una sparatoria - inevitabile? - e, infine, il silenzio. Ma le allucinazioni persistono. 

Chuuya sta commentando lo schifo. Sono stati gli uomini sopravvissuti di Dazai a chiamarlo, mentre ora si stanno occupando di ripulire il tutto, ma nessuno di loro è abbastanza temerario da voler avere a che fare col giovane dirigente in quelle condizioni. 

Dazai ride e rovescia la testa all'indietro. È su un divano. Crede sia rosso, ma ci sono delle macchie nere. O forse è il contrario. Chuuya lo afferra per un braccio e lo scrolla e Dazai ride più forte, aggrappandosi agli effetti dell'LSD sperando non lo abbandonino perché non vuole tornare alla realtà quadrata fatta di spigoli, dove i suoi tentativi di fuga dalla vita sono fallimentari. Come quella sera. Si è fatto si e no qualche graffio nello scontro, anche danzando in mezzo ai proiettili. Ricorda di aver sparato a sua volta, probabilmente ha anche ucciso qualcuno, ma non saprebbe confermarlo. Erano tutte figure sfuocate e grottesche, erano mostri di cui non aveva paura perché la cosa che al mondo più lo destabilizza è questa vita che si trascina giorno dopo giorno, consumandogli i polmoni e la sanità mentale nella giostra di tedio quotidiano. 

Anche ora, potrebbe avere più voglia di vivere cominciando un battibecco con Chuuya, rispetto alla danza macabra a cui ha dato il via lui stesso. Si chiede se sia ironia o sarcasmo, e dove sbagli nel suoi tentativi di trovare risposte.

"... sei uno stronzo irresponsabile. Di che diavolo ti sei fatto!?" 

Chuuya lo ha rimesso in piedi e lo tiene per le braccia. Dazai esaurisce la risata, anche se vorrebbe continuare ancora per un po'. La differenza d'altezza tra di loro ormai è marcata, eppure non c'è verso di far sentire davvero piccolo il rosso.

Dazai osserva il partner dall'unico occhio non bendato e gli acidi conservano ancora un riverbero per lui, e per una frazione di secondo il giovane dirigente ha la sensazione di vedere oltre quel visetto pulito da cagnolino fedele di Chuuya ed è faccia a faccia con la bestia, quella che terrorizzò Randou-san più di dieci anni prima, l'Arahabaki - ed è una visione sublime. Terrificante quanto può esserlo un mostro che provoca meraviglia. Visto - immaginato - così potrebbe distruggerlo, e Dazai vorrebbe che lo distruggesse davvero. Sarebbe così eccitante, potrebbe sentirsi vivo un attimo prima che la sua luce venga spenta del tutto. 

Tuttavia, l'unica cosa distrutta lì, oltre a un altro pezzo di fiducia tra loro probabilmente, l'ennesimo, non che Dazai misuri davvero una cosa del genere, è il suo corpo. Ha un malessere fastidioso allo stomaco, la bocca secca, il cervello che inciampa nei propri pensieri. 

Così, finisce con l'appoggiare la fronte sulla spalla del partner e ad emettere un verso, o uno sbuffo o un singhiozzo o qualcosa che sembra un'altra risata. 

"Sono stanco" la sua voce è ferma per la prima volta. "Ho preso degli acidi. Portami via." 

"Tu sei un maledetto folle mentecatto."

"Quello che ti pare. Pensavo fosse divertente." 

Alla fine, per un po' ha ballato.


Nefelibata

   
 
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