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Autore: Khailea    27/02/2020    0 recensioni
La fiction si basa sul gioco Pokémon Ranger Ombre su Almia, riguarderà una mia partita nel gioco ed io descriverò ogni battuta, ogni passaggio e descriverò tutto ciò che vedrò. Potranno venir aggiunte alcune battute o addirittura alcune scene e tutta la serie racconterà anche delle sensazioni dei personaggi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Ogni cosa attorno a lei non era altro che oscurità.
Era come se fosse immersa nelle profondità dell’oceano, dove nulla poteva arrivare, nemmeno il più piccolo raggio di luce; galleggiava quasi senza forze all’interno di quel nulla, mentre la sua mente vagava.
Che posto era quello?
Darkrai aveva utilizzato il suo potere ed aveva vinto?
Eppure ricordava d’averlo sconfitto nella cattura, ed allora perché si trovava lì?
Incredibilmente, nonostante ciò che stava accadendo, non avvertì la minima ansia su di sé.
Si sentiva come se ogni sua emozione fosse ovattata, diventando sempre di più un eco di ciò che sarebbe dovuta essere.
Tuttavia c’era qualcosa che sentiva chiaramente; la solitudine.
Era opprimente, dolorosa, ingiustificata visto era appena arrivata lì. Quell’emozione oltretutto non sembrava appartenerle completamente, era più come se riuscisse a percepirla attraverso il cuore di qualcun altro.
Ma chi?
E lì si chiese, se potesse essere quello di Darkrai.
Se durante lo scontro non fosse riuscita in qualche modo a raggiungere il suo cuore, e fosse questo ciò che provava.
Un Pokémon proveniente dalle tenebre…era da lì forse che veniva?
Se così, allora era comprensibile potesse sentirsi in quel modo.
Mentre ci pensava il suo corpo si faceva ancor più leggero, ma non riusciva comunque a muoversi liberamente, come se ci fosse qualcosa che la schiacciasse.
Non faceva male, ma era opprimente, e la stava risucchiando sempre di più.
Ad un tratto però, nel nero più assoluto, comparve qualcosa.
Una linea.
Una semplice linea bianca, simile a quella che si crea quando si usa un pastello su un foglio.
La linea poi crebbe, intrecciandosi, prendendo la forma di qualcosa.
Un uomo, con una corona sul capo.
Comparvero poi altre linee, questa volta una rossa, una blu ed una gialla, ed a loro volta queste divennero tre uomini, più snelli e giovani rispetto al primo.
Le figure presero poi a muoversi come se avessero vita propria, ed i tre colori sembravano litigare, sempre e sempre più, fino a quando il bianco non li separò; più questi si allontanavano però, più lui sembrava diventar triste, e da bianco divenne grigio, e da grigio quasi nero, rischiando di sparire.
Fu allora che i tre colori si fermarono, e capendo ciò che stava accadendo tornarono indietro, e…svanirono.
La storia sembrava essersi conclusa lì, senza una vera fine.
Che significato aveva, e perché era comparso proprio in quel momento?
Cercò di scavare nella propria memoria per trovarne la risposta, e questa arrivò nei ricordi dei momenti trascorsi con la madre di Ponzio, e la gentile vecchietta nella Valle di Crio.
Entrambe avevano raccontato la storia molto simile di un principe, e questo racconto era legato in qualche modo alle Gemme.
Però non erano state in grado di raccontarle la fine.
Non riusciva però a capire perché avesse avuto quella visione.
Forse era sempre legato a Darkrai?
In qualche modo sentiva che quella era l’unica risposta, perché sentiva chiaramente i sentimenti di quel Pokémon.
Una solitudine così desolante…nessuno avrebbe mai dovuto provarla.
Eppure lei non sapeva come poterlo aiutare, e non sapeva nemmeno come aiutare lei stessa ad andarsene da lì.
Era forse così che doveva andare?
Non lo sapeva, ma se fosse riuscita a salvare Almia allora…ne sarebbe valsa la pena.
-Sara.-
Improvvisamente una voce ruppe il silenzio.
Una voce che lei conosceva molto bene, appartenente ad una persona che, come lei, era ancora persa nell’oscurità.
-Sara.-
Dove si trovava?
Più tentava di muoversi più le sembrava di rimaner ferma.
Doveva raggiungerlo. Dovevano andarsene da quel luogo, in un modo o nell’altro.
Ancora però, ogni suo movimento era come trattenuto da quell’oscurità che non le lasciava via di fuga.
Non voleva se ne andasse.
Quasi il panico prese il suo cuore, ma due braccia, all’improvviso, l’abbracciarono la cinsero in un abbraccio dato da qualcuno alle sue spalle.
-Mi dispiace. Non avrei mai voluto trascinarti in tutto questo, ma sapevo che in un modo o nell’altro ce l’avresti fatta.-
-Maximilian!-
-Sapevo che saresti stata in grado di salvare Almia. L’hai sempre fatto con tutti, perfino con chi non se lo meritava, ed ignorando ciò che poteva accaderti. Perfino adesso, so che è così. Per una sola volta, però, lascia che sia io a salvare te…-
Prima ancora che lei potesse rispondere, la ragazza si sentì spingere via, e riuscendo finalmente a voltarsi si rese conto di starsi allontanando dal ragazzo sempre di più
-No, aspetta! Devi venire con me!-
Lui non rispose, si limitò a guardarla con un sorriso sulle labbra, mentre la sua figura a poco a poco svaniva.
-Maximilian! Tornerò! Non ti lascerò qui da solo! Maximilian!-
 
 
 
 
Nei cieli di Almia, ancora i tre Top Ranger, Alex, Viola e Settimo,  volavano cercando d’avvicinarsi sempre di più al Cristallo dell’Ombra.
Nel momento in cui l’oscurità e la luce si incontrarono, i loro Staraptor si allontanarono per evitare d’esserne colpiti, ma non appena tutto questo terminò qualcosa iniziò a cambiare; le nuvole iniziavano infatti a schiarirsi.
-L’oscurità si stanno diradando!-
Esclamò Settimo esterrefatto.
-Ora possiamo avvicinarci al Cristallo dell’Ombra!-
Disse poi Viola, che partì subito in picchiata con i tre, al grido di gioia di Alex.
-L’Operazione Luciano continua!-
Tenendo bene strette le proprie Gemme, i tre riuscirono finalmente a raggiungere il Cristallo dell’ombra, iniziando a volteggiare in circolo attorno ad esso, mentre la luce delle Gemme aumentava, e quella del cristallo mutava.
Iniziò infatti ad assumere il colore di ciascuna Gemma, alternandolo ma espandendolo sempre di più.
In quello stesso momento, Sara spalancò gli occhi, proprio come fosse appena tornata da un incubo, e vide davanti a sé non solo i suoi amici, ma anche Darkrai fissarla con un’espressione sollevata.
-Darkrai.-
Ancora ricordava bene le emozioni che aveva provato, ma il Pokémon non rispose, tuttavia, grazie ai suoi poteri, fece comparire due figure davanti alla ragazza; quella di Servilio e quella di Nereo.
Maximilian tuttavia non c’era.
Sara avrebbe voluto chiedergli dove fosse, ma aveva paura della risposta.
Abbassando gli occhi, non riuscì a trattenere delle lacrime, e sentì su di sé tutto il peso della lotta subita.
L’effetto delle Gemme doveva essersi dissolto, perché il suo corpo era pieno di ferite, e si trovava completamente senza forze, tanto che pure gli occhi e le orecchie erano affaticati, e non si reggeva in piedi.
Mentre Nereo iniziò a guardarsi attorno stupito, Darkrai iniziò a girare attorno alla ragazza, più e più volte fino a quando non volò via, lasciandola sola.
-E’…è così chiaro…sono forse…sono…vivo?!-
Servilio, che continuava a toccarsi il viso come per assicurarsi delle sue condizioni, si voltò poi verso Nereo, con le lacrime agli occhi.
-Signor pre-presidente?! Mi ha salvato? Ha salvato il povero servilio?-
-…do-dove…dove sono? Sono ancora vivo? Oppure sono…-
L’uomo sembrava altrettanto confuso, ma gli bastò posare gli occhi sulla ragazza inginocchiata a terra, per ricordare tutto.
-La Altru…sì! Questa è la Altru! Io…sono stato inghiottito da…un terribile incubo…-
Dei passi interruppero le sue parole, rivelandosi essere quelli di Brando e del professor Frenesio, che posò premurosamente una mano sulla spalla di Sara, prima di avvicinarsi all’uomo e lasciandola nelle mani di Brando, che si inginocchiò accanto a lei sostenendola.
Nel frattempo, il piccolo Pachirisu, sbalzato probabilmente via dalla forza dell’ultimo colpo delle tenebre, vedendo la propria amica integra le saltò addosso con le lacrime agli occhi, abbracciandola.
-Ah, ti sei finalmente risvegliato dal tuo incubo, pare. Non è così, Nereo Raggiani?-
Chiese intanto il professore, mentre Nereo rimaneva in silenzio.
-Quello che hai appena sperimentato non era l’unico incubo che hai vissuto. Ti sei or ora destato da un incubo in cui hai vissuto per molti anni.-
Nereo sembrava ancor più confuso, ma il professore, avvicinandosi, gli mostrò il piccolo diario che avevano analizzato fino ad ora alla Federazione Ranger.
-Ho qui con me qualcosa che devo restituirti. Il diario di Luciano Raggiani. Esatto, il diario di tuo padre. Siamo riusciti a ricostruirlo completamente. Se permetti, vorrei leggerne dei passi ad alta voce.-
L’uomo non sembrò nemmeno attendere risposta, ma non ce ne fu bisogno, visto Nereo era completamente attonito al momento.
-“Giorno XX, mese X. La riserva di petrolio è scesa a meno della metà rispetto a un anno fa. Ho paura per il futuro di Almia. Oggi, diverse pietre oscure sono state estratte dal sito di trivellamento. Non avevo mai visto niente del genere. Brillano di una luce sinistra e oscura. Ho sentito qualcosa nel mio cuore reagire in risposta alla loro avvincente oscurità…”.-
Sembrava evidente che la Altru stesse passando un periodo molto difficile, ma quei cristalli…fin dall’inizio sembravano esser stati al centro di ogni cosa.
-Il prossimo passo è di circa sei mesi dopo…“Giorno XX, mese X. Finalmente abbiamo scoperto un gigantesco esemplare di frammento oscuro…il Cristallo dell’Ombra! E’ difeso da un Pokémon che  sembra fatto di tenebra. Anche se possiamo già scorgere il Cristallo dell’Ombra, il Pokémon ci tiene in scacco. Non abbiamo altra scelta che arrangiarci con i frammenti oscuri che abbiamo raccolto finora: essi ci permetteranno di continuare i nostri studi sulle fonti dell’energia dei sogni. Oggi era anche il 13° compleanno del mio unico figlio, Niveo Raggiani. Ma, immerso come sono nello studio del cristallo, mi è proprio passato di mente. Mi sento male all’idea di essermi dimenticato di mio figlio Niveo…”.-
Il professore fece una piccola paura, mentre Servilio lo guardava confuso, mentre Nereo e Sara avevano già intuito chi fosse il soggetto di cui parlava, anzi, Nereo ne sembrava certo, visto la sua espressione era diventata distante e nostalgica.
-Vi starete chiedendo: chi sarà questo Niveo? Vediamo cosa dice dopo un anno esatto. “Girono XX, mese X. Oggi mio figlio festeggia il suo 14° compleanno. Malgrado le proteste di sua madre, ho deciso di cambiargli il nome da Niveo a Nereo. Per il cambio di nome, abbiamo tenuto una cerimonia presso il Cristallo dell’Ombra. Ho offerto mio figlio, che guiderà la Altru dopo di me, al Cristallo dell’Ombra. In cambio, esso ha infuso in mio figlio il suo incomparabile potere. Possano il Cristallo dell’Ombra e Nereo portare la Altru alla gloria.”-
Nonostante il dolore e la stanchezza fisica, Sara quasi tentò d’alzarsi per la notizia scioccante.
Suo padre…aveva potuto fare una cosa simile?
Condannare il figlio a chissà quale fatica, per un potere oscuro…
Non poté non guardare Nereo, con grande dispiacere nel cuore, e quando l’uomo lo notò, quest’ultimo si morse il labbro, come a trattenere le proprie emozioni.
-Questo passo dovrebbe risalire a circa due anni dopo il cambio di nome di Nereo. Non riporta più nemmeno la data. “Solo ora mi rendo conto di che terribile e spaventoso errore io abbia commesso. Il Cristallo dell’Ombra, per migliaia di anni, ha continuato ad assorbire energia negativa. Ha assorbito i pensieri oscuri dal cuore della gente e li ha immagazzinati come  energia. Il mio unico figlio Nereo è rimasto intrappolato nella sua infinita oscurità. Mio figlio mi ha espulso dalla Altru SpA per diventarne il più giovane presidente! Nereo Raggiani…No! Niveo Raggiani! Lo prometto, figlio mio! Ti salverò! In quel che resta dei miei giorni, farò tutto quello che posso per liberarti!”.-
Calò un lungo silenzio in quel momento, dove tutti i presenti guardavano Nereo, non più come l’uomo che aveva creato il Team Pesto Buio, e che aveva risvegliato il dolore e la furia di Darkrai, ma un uomo che aveva sofferto a causa di quello stesso cristallo che tanto la sua famiglia aveva bramato.
-Il diario si conclude con queste parole. Naturalmente esso contiene una pletora di informazioni su altri argomenti. Per esempio, descrive i segreti della Gemma Rossa, Blu e Gialla. Racconta con dovizia di dettagli le antiche leggende della regione di Almia. Mentre brancolavamo nel buio cercando il bandolo della matassa, il diario si è rivelato estremamente utile. Dopotutto, ha reso possibile l’Operazione Luciano. E per quanto riguarda le tre Gemme, ne hai sentito parlare da tuo padre, non è vero? Dico bene, presidente Niveo Raggiani?-
-…Niveo Raggiani…il mio vero nome…come hai detto, mio padre mi rivelò il segreto delle tre Gemme. Ma a quel punto, ero già completamente in balia del Cristallo dell’Ombra. Riuscivo solamente a pensare a come togliere di mezzo Darkrai per impossessarmene. Vedete, ho creato il Team Pesto Buio per raccogliere tutti i frammenti oscuri…ma quella strategia si è rivelata insufficiente. I Ranger sono riusciti a radunare le tre Gemme che sfuggirono a mio padre. Quelle tre Gemme mi hanno risvegliato da un lungo incubo…Luciano…Operazione Luciano…finalmente, oggi, il desiderio di mio padre di liberarmi da quel giogo si è avverato…-
Alcune lacrime scivolarono lungo le guance dell’uomo, in segno di un profondo rimorso e dispiacere.
-Nereo…no, volevo dire, Nivero. Devi fare ammenda per il tuo passato criminale. Quando le acque si saranno calmate, dovrai rispondere  a molte domande. Sono arrivati dei rinforzi dalla Federazione. Stanno aspettando davanti al Palazzo Altru. Te la senti di uscire dall’edificio da solo?-
Chiese Brando, usando un tono quantomeno gentile; purtroppo non potevano cancellare ciò che aveva fatto.
-Non mi arrestate?  Mi lasciate uscire camminando liberamente?-
Nessuno rispose. Ciò non significava non ci sarebbero state delle ripercussioni per ciò che aveva fatto, ma sapevano che ne avrebbe risposto.
Rinchiuderlo non avrebbe cancellato nulla, doveva agire in prima persona.
-…grazie. Vi sono grato di tanta gentilezza…-
Abbassando il capo in segno di riconoscenza, l’uomo iniziò ad allontanarsi, seguito da Servilio.
Prima di scendere le scale però, rivolse un ultimo sguardo a Sara, ancora a terra.
-Ti ringrazio…giovane Top Ranger.-
Così dicendo l’uomo si allontanò, lasciandoli soli. La ragazza cercò d’alzarsi per rispondere, ma non riuscì a far nessuna delle due.
-Sara!-
Brando subito l’aiutò, cercando di farle meno male possibile.
-Leo…-
Sussurrò lei, facendosi capire dall’amico.
-Abbiamo liberato noi Leo. Non preoccuparti per lui. Senza la sua collaborazione, dubito che l’operazione sarebbe riuscita.-
Nel mentre parlava, gli Staraptor ancora in volo finalmente atterrarono, e Settimo, Viola, ed Alex, si avvicinarono per raggiungerli.
-Ti lascio nelle loro mani.-
Disse Brando, allontanandosi a sua volta lungo la scalinata. Non appena tutti i Top Ranger furono presenti, il professore prese parola, attivando il proprio Styler.
-Ranger! Assistenti! Ricercatori! Tutto il personale della Federazione! Leo! E con lui tutti coloro che ci hanno fornito preziose informazioni. Tutti voi che amate i Pokémon, voi avete reso possibile questa vittoria. La vostra intelligenza, il vostro coraggio e la vostra passione hanno contribuito a risolvere la più grave crisi nella storia di  Almia!-
L’uomo mise poi una mano sulla spalla di Sara, sorridendogli raggiante.
-Avete davvero dato tutti il massimo. Questo giorno, da semplice festa della Altru, diventerà una festa per tutta Almia. Lasciatemi concludere con le mie consuete parole, pronunciate con inedito entusiasmo. Operazione Luciano…Missione compiuta!-
Ce l’avevano fatta, tutti i presenti gioirono per l’accaduto, anche se malconci, chi più chi meno.
C’erano ancora dei dettagli però non tralasciabili.
-…? Tra l’altro, voi tre…non sembrate essere più in possesso delle tre Gemme. Che ne è stato di esse?-
Chiese il professore ad Alex, Settimo e Viola, ma non servirono certo rispose; voltandosi infatti, tutti loro poterono vedere le tre Gemme, che ancora volavano attorno al Cristallo dell’Ombra, divenuto ora completamente trasparente.
Improvvisamente, il Cristallo emise una fortissima luce, che si espanse su tutta Almia, liberando i Pokémon.
-Guardate! Non sembrano più soffrire come prima!-
Urlò una donna a Portena, mentre un povero anziano finalmente usciva di casa, ora che erano al sicuro.
-I Pokémon stanno tornando normali!-
Sulla cima del monte vedetta si trovavano poi il figlio e la madre che avevano soccorso Alex, anche loro increduli per quello spettacolo.
-Oh, guarda, guarda! La nube oscura sopra la Torre è svanita!-
Disse il figlio attirando l’attenzione della madre.
-Oh, già, è vero! Che alba meravigliosa!-
Anche nella Valle di Crio, finalmente l’anziana donna poté uscire di casa, senza più correre alcun rischio, e lo stesso valse per il Vulcano Caldonio, e il Deserto Haruba, dove tutti i Pokémon tornarono alle proprie case.
Sotto la Torre Altru, nel frattempo, inconsapevoli di ciò che era appena successo, la band ingaggiata da Niveo stava suonando a tutto volume, mentre la gente ballava e si dimenava senza pensieri.
Inconsapevolmente stavano festeggiando molto più che il semplice anniversario della Altru.





Nel mentre, ora che gli onori erano stati fatti, Alex si precipitò vero Pachirisu e la sua amica, abbracciandola.
-Sara!-
La ragazza venne sollevata dall’amico, che cercò comunque di non farle del male muovendola.
-Non ci posso credere, ce l’abbiamo fatta! Abbiamo salvato tutti!-
-…non tutti…-
Alle parole della ragazza, il giovane la guardò confuso, ma la trovò in lacrime.
-Maximilian…-
Non servivano altre parole per descrivere ciò che era successo, e tutto ciò che poté fare fu continuare ad abbracciarla, fino a quando non ebbe versato tutte le sue lacrime.
-Torniamo indietro.-
Disse poi una volta che l’amica si fu calmata, ma questa ancora non riusciva a camminare, e per andar via dalla Torre fu necessario trasportarla con lo Staraptor.
Questo atterrò proprio davanti al palco dove si teneva il concerto; qui si trovavano già Brando, Ilario, Luciana, Glenda, Leo e perfino sua sorella.
-Sara!-
Glenda vedendo l’amica ferita si precipitò subito da lei, aiutandola a scendere dal Pokémon assieme ad Alex.
Nel frattempo gli altri a loro volta ballavano, celebrando la vittoria.
-Evvai! Il Quartetto Rock spacca! Sono il gruppo perfetto per questa calda e soleggiata giornata di festa della Altru…ops! Volevo dire, di Almia!-
Sorrise Brando dimenandosi, ma venne fermato da Leo, che volle parlargli.
-Brando! Grazie per avermi salvato. Il modo in cui hai eliminato quell’ostacolo…semplice ma efficace!-
La piccola Allegra saltò addosso all’uomo, abbracciandolo.
-Il mio fratellone dice che oggi si prende un giorno di vacanza. Ha detto che giocherà con me tutto il giorno!-
-Stupendo. Sono felice per te, Allegra…-
Sorrise Brando, non riuscendo ad evitare a quanto pare di commuoversi per il bene che la piccola provava per il fratello.
-Oh-oh, a Brando luccicano gli occhi. Malgrado la sua aria da duro, è famoso alla Federazione per commuoversi facilmente.-
Scherzò Glenda rallegrando la situazione.
Alex prese poi parola, per parlare direttamente con Sara, sorretta ancora dai suoi amici.
-Ehi, Sara…ricordi il giorno che ci siamo incontrati? Quando quei Bidoof, scappati dalla signora Della, correvano in giro per tutto il cortile?-
-Sì.-
Sorrise appena lei, ricordando quei giorni.
-Quella volta abbiamo fatto a gara a chi ne catturava di più e ho vinto io. Da quel giorno in poi, però, mi hai dovuto tirare fuori dai guai mille volte! E’ per questo che sono così felice di aver contribuito a salvarti da quelle tenebre. Così ti ho ripagato, almeno un minimo, per tutte le volte in cui mi hai aiutato tu.-
A quelle parole, prima che la ragazza potesse rispondere, Brando scattò.
-Le persone si aiutano e vengono aiutate. Questo vale anche per i Pokémon. Tutti noi viviamo aiutandoci l’un l’altro. Non dovete pensare a quanto avete aiutato o a quanto siate in debito.-
-Brando ha ragione. Siamo tutti amici.-
Sorrise Glenda, stringendo in un abbraccio sia Alex che Sara.
-A proposito, quella canzone…com’era? Il re di Almia cadde preda delle tenebre? E i tre principi, blu, rosso e giallo, si allearono contro il pericolo? Proprio come quella vecchia storia che mia nonna mi raccontava da bambino.-
A quelle parole Sara ricordò improvvisamente la visione che aveva avuto; un racconto così antico e così importante, che nonostante questo era rimasto perduto per anni.
Forse Darkrai lo conosceva, ed aveva voluto mostrarle quel ricordo proprio per riportarlo a galla.
-Sara, stai quasi dormendo in piedi. So che hai passato una notte in bianco, e che avresti bisogno subito di cure, ma avrei una missione per te, se te la senti.-
Disse Brando, interrompendo i suoi pensieri.
-Te lo dirò una volta sola, quindi attenzione! Hai le orecchie bene aperte?-
-Sì…-
-Tornatene al Villaggio Cicole e fai vedere alla tua famiglia che stai bene. E mostra loro il solo e unico Styler Vatonage al mondo! Questa è l’ultima missione che ho da affidarti!-
Fu come se con quella frase Brando avesse ridato un po’ d’energia al corpo della ragazza.
Non era in buone condizioni, ma doveva tornare dalla sua famiglia, far sapere loro che stava bene.
Tutti quanti capirono questa necessità, e per questo, assieme a Pachirisu, l’aiutarono a salire in groppa ad un Doduo che Brando aveva catturato per lei, e tenendosi ben stretta incominciò la corsa verso casa.
Dopo esser stata circondata dall’oscurità, poter rivedere quei colori, sentire il suono del mondo attorno a sé, e percepire il vento sul viso, era qualcosa di inimmaginabile.
Si sentiva viva come mai prima.
Attraversò la Foresta di Vien, raggiungendo la piccola città dove tutti quanti, vedendola arrivare, applaudirono ed esultarono al suo ritorno.
Percepiva tutto il loro amore, e ne era grata.
Non appena fu al Villaggio Cicole, proprio davanti alla sua casa, Sara vide tutta la sua famiglia ad aspettarla, e nonostante le sue condizioni scese dal Pokémon senza l’aiuto di nessuno, precipitandosi verso di loro.
Sua sorella fu la prima a raggiungerla, abbracciandola.
-Bentornata a casa, sorellona!-
Era tornata, era lì con tutti loro. Un’emozione talmente grande non poteva esser contenuta in un piccolo corpo, eppure questa volta non pianse, ma sorrise come mai prima d’ora, mentre Pachirisu arrampicato sulla sua schiena cercava di abbracciarla.
-Dicono che hai salvato il mondo! Anselmo, il reporter del giornale, è venuto da noi e ci ha raccontato tutto! Ha detto che hai fatto cose eroiche e hai salvato Almia e tutti i Pokémon! E’ stupendo!-
Disse la piccolina stringendola forte, mentre sua madre le guardò commossa.
-Lo sentivo che oggi avresti fatto ritorno a casa. Intuito di madre. Ecco perché ho preparato la colazione anche per te. Non hai chiuso occhi la notte scorsa, vero? Dopo aver mangiato, vai di sopra e fatti una bella dormita nel tuo letto.-
-Grazie mamma.-
Prima che la ragazza potesse aprire la porta però, suo padre la fermò, guardandola negli occhi.
-Sara…sono felice di vederti a casa. Non hai mai gettato la spugna, nonostante tutte le avversità che hai affrontato. Sono così orgoglioso di te.-
Erano parole semplici, ma tanto importanti, che valevano più di qualsiasi altra cosa per la giovane.
Era veramente un giorno importante per lei.
-Vieni, entra. La mamma ha preparato dei manicaretti! Diamoci dentro!-
L’intera famiglia entrò in casa, pronti per riposare e rifarsi del tempo rimasti lontani.
Entrando in casa però, Sara avvertì anche un’altra emozione nel proprio cuore; un’emozione ricca di serenità e riconoscenza.
Inconsciamente rivolse lo sguardo proprio nel punto in cui si trovava la Torre, e lì, Darkrai ricomparve, volando attorno al Cristallo ed alle tre Gemme accanto ad esso.
L’oscurità su Almia era stata finalmente sconfitta.












 
FINE


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