Cronache di Andael
Andael: sotto antiche foreste e
cieli stellati
Piccola intro:
Lo so, sembrano passati anni
dall’ultima volta che ci siamo degnati di abbassare gli occhi sulle avventure
della Compagnia, e invece non è successo niente. Beh, a parte che sono usciti
da Moria, che hanno pianto tutte le lacrime che avevano, che Andael non ha
ancora capito cosa Ikar intendesse dire prima di andare addosso al Balrog, che
Konstantin e Boromir continuano a non stare insieme pur facendo l’amore ogni
minuti libero, che Aragorn ha finalmente preso in mano le redini della
spedizione e che tanti altri interessanti casi patologic… ehm, volevo dire
personaggi ora sono pronti ad entrare nella nostra storia! Che stiamo
aspettando? Cominciamo!
CAPITOLO PRIMO
ROMANTICHERIE
(15 gennaio 3019, Mirolago)
- Allora?
Adesso che strada prendiamo?- chiese Frodo, grattandosi il mento, perplesso
-
Riposiamo qualche ora. Quando saranno calate le tenebre (così, anche se degli
Orchetti ci seguissero, sarebbe più difficile seguire le nostre tracce)
ripartiremo in fretta.- rispose Aragorn, senza però precisare per dove. C’era
un problema, per la tappa seguente
- Ci
accampiamo qui.- concluse Legolas, che presentiva il problema della riga
precedente.
Aver
perso Gandalf e Ikar aveva provato la compagnia nel profondo, ovviamente, ma
tutti, Hobbit esclusi, presentivano nel loro animo che… beh, se ve lo dico
adesso, dove finisce la sorpresa?
Così, in
relativo silenzio, i Compagni allestirono un rapido accampamento, s’infilarono
nei sacchi a pelo, si diedero una sbrigativa buonanotte e precipitarono nel
sonno più profondo. Circa.
Una mano
biancastra uscì da sotto le coperte di Konstantin, fino a chiudersi sul braccio
di Boromir.
-
Boromir… sei sveglio?- mormorò la voce della ragazza
- Adesso sì.-
borbottò l’uomo – Che succede?-
- Noi due
dobbiamo parlare.-
- Adesso?
In piena notte?-
- Senti,
Gandalf è caduto nel baratro e Ikar con lui. Adesso sono l’unica ragazza nella
compagnia. Ho bisogno di qualcuno con cui parlare. Ringrazia che siamo in guerra,
altrimenti dovresti darmi anche consigli su che vestito mettere.-
- Ma
facciamo sesso o sono diventato la tua miglior amica?-
- Stai
zitto e vieni con me. Altrimenti attacco con la storia della mia prima
mestruazione. E se quella non ti sottomette, comincio a raccontare cosa succede
di notte, quando mi lasciate da sola con mio marito. E non sarebbe lusinghiero
nei confronti di tuo padre.-
- Va
bene. Vengo.-
In
silenzio, quindi, per non svegliare gli altri e per non dare ulteriori
spiegazioni, Konstantin e Boromir si allontanarono, verso le rive del Mirolago,
del profondo Kheled-zaram, come lo chiamavano i Nani e
come lo chiameranno ancora, almeno spero. Altrimenti mi devo aggiornare un po’
meglio!
Seduti
sulla riva del lago, Konstantin e Boromir si guardarono per qualche minuto,
senza parlare. Lo so che richiede un grande sforzo d’immaginazione, ma
provateci: Konstantin muta. E’ un sogno bellissimo.
- Stiamo
bene insieme.- sparò la ragazza, a bruciapelo – Sono tre giorni che facciamo
sesso e sono arrivata alla conclusione che… che stiamo bene, insieme.-
- Cosa?-
fece Boromir, sorpreso – avevo capito che non ne avremmo parlato.-
- Sì, ma
io non ce la faccio. Finché facevamo finta di essere amici e basta, mi andava
anche bene. Ma adesso! Cioè, ci baciamo, ci siamo visti nudi, ci prendiamo
vicendevolmente in giro e ci imboschiamo di continuo… perché non siamo
fidanzati, allora?-
- Dèi,
Connie, non cominciare ad essere profonda… non ti reggo, quando fai la persona
matura!- Boromir prese la mano della ragazza – Ascolta. Noi… noi non siamo
innamorati. E’ solo che abbiamo bisogno di non essere soli, in questo momento.
Tu sei sposata. Punto. Il fatto che tuo marito sia anche mio padre è
un’ulteriore aggravante.-
- Fammi
capire. Intendi dire che quando la guerra sarà finita, e torneremo a Minas
Tirith, io sarò bella e felice con la mia dolce metà e tu andrai in giro per
strada a cercarti una ragazza?-
- Credo
di sì.-
- Allora
è tutto uno schifo.- Konstantin si prese la testa fra le mani, sospirando – Ti
rendi conto che sto cercando di fare la persona seria? Non faccio mai la
persona seria. Non sono una persona seria, IO. Eppure sto provando a… lascia
stare, dai. Torna a dormire.-
Boromir
guardò la ragazza (mio Dio, questa era
una fic comica, un tempo… perché stiamo scivolando verso il romantico? I miei
lettori mi malediranno…).
Era
difficile, maledettamente difficile.
Non si sa
cosa, ma era difficile.
- Ricordi
il tuo matrimonio? (se qualcuno non se lo
ricorda, vi conviene andare a rileggervi il flash-back del cap. 19)- chiese
l’uomo, accarezzando i capelli di Konstantin
-
Difficile dimenticarlo.- sbottò lei, incrociando le braccia davanti al petto
- Sei
caduta nella fontana. Splash. E hai detto qualcosa come “Sai cosa faresti, se fossi una persona normale?”-
- “Verresti in acqua con me. E la smetteresti di fare la pigna in culo. Ti
divertiresti e non passeresti la vita a deprimerti”- completò Konstantin
- E io me
ne sono andato. Non ho risposto.-
- E con
questo?-
- Chiudi
gli occhi e fidati.-
La
giovane sorrise, non era proprio capace a starsene imbronciata dopotutto, e
obbedì.
Boromir
si alzò in piedi e la prese in braccio
- Stai
ferma, eh. Non dire niente, non fare niente.- le disse
- Va
bene.- fece lei – Ti assecondo. Ma guarda che…-
Non
riuscì a finire la frase, perché venne poco gentilmente fatta cadere nelle
fredde acque del Mirolago, proprio sotto la stele che indicava dove Durin
aveva, molto ma molto tempo prima, guardato nel Lago. Non che avesse visto un
granché, figuriamoci, solo qualche pesce solitario e molto muschio di un sano
color verde.
Se
l’antico Nano avesse potuto guardare di nuovo nello stesso punto del lago, ora
avrebbe visto due persone, una abbracciata all’altra, che ridevano e, molto
seriamente parlando, si facevano i dispetti.
Ovviamente,
essendo gennaio, tutti converranno con me nel dire che non era stata proprio
un’ottima idea, ma non dobbiamo dimenticare che il Mirolago era un lago un po’
speciale, dotato di una sua personalità un po’ come il Caradhras, solo in una
maniera molto più simpatica. Detta semplice, azionò lo scaldabagno. Detta
semplice.
- Sei un
deficiente.- rise Konstantin, ma comunque dopo baciò il deficiente, quindi
l’idea a lei era piaciuta. Davvero parecchio – Dovremmo andare in missione più
spesso.-
- La
prossima volta diciamo a tutti che l’Oscuro Signore è tornato e ci facciamo
mandare di nuovo a distruggere l’Anello. Che ne dici?-
- Mi
piace!-
I due si
baciarono, tenendosi le mani, sotto la superficie dell’acqua.
E fu
allora che Konstantin disse la cosa più stupida che potesse dire.
- Ti
amo.-
FINE CAPITOLO PRIMO
Ed eccomi
di nuovo qui, gioiosa, un po’ folle, sempre piena di buone intenzioni!!
Non c’è
molto da dire, quindi passiamo direttamente ai ringraziamenti!!
Evening_star:
l’ego di Charanna saltella in giro per la stanza, canticchiando “l’avevo detto,
sono sempre la migliore”. Grazie tante e spero di non farti pentire di questa
prima buona impressione!