Capitolo 20 - Family-
A quella notizia, sgranai gli occhi.
"Mio padre è qui?"
Raito non rispose, mi aiutò a scendere dal pianoforte, e mi
seguì giù
per le scale.
"Che succede?", gli domandai.
Ma, ancora una volta, non spiccò parola e questo mi
preoccupò: non lo
avevo mai visto così turbato.
Quando mi notò, mi corse incontro.
"Papà! Che succede?"
Mi abbracciò di slancio.
"Mi dispiace tanto, ho provato a fermarli..."
Ricambiai incerta, aspettando che fornisse altre spiegazioni.
"Stanno venendo qui. - aggiunse Takeshi, sciogliendo l'abbraccio -
Karl Heinz ha detto loro che hai intenzione di creare una nuova razza."
"Ma non è così!", protestai.
Notai Reiji fare un cenno col capo a Raito e il vampiro si
smaterializzò
all'improvviso.
"Ho provato a dissuaderli... - dichiarò mio padre - so che
non vuoi
dare vita a una nuova razza."
Io e Reiji ci scambiammo un'occhiata fugace.
Avrei voluto avere dei bambini, in futuro, ma se questo avesse
comportato assecondare il volere di Karl Heinz, avrei trovato
un’altra
soluzione.
"Ma è stato inutile. Loro faranno di
tutto per tenere la città al
sicuro... Anche ucciderti, se sarà necessario."
Takeshi mi afferrò per le spalle: "Devi
andartene."
Rimasi a fissarlo inebetita.
"Io... spiegherò loro che non ho intenzione di mettere
nessuno in pericolo."
Mio padre grugnì esasperato.
"Sei tu ad essere in pericolo! Non hanno creduto a me, che faccio
parte della loro organizzazione da anni, perché dovrebbero
ascoltare te?"
Comprendevo che fossero scettici nei miei confronti, quasi sicuramente
non mi avrebbero dato fiducia.
Mi sorpresi nel riconoscere la voce di Shu.
Quando mi voltai, trovai la famiglia Sakamaki al completo: mi si
strinse
il cuore.
Non credevo che tenessero veramente a me.
Sentendo quelle parole, dentro me fermentò una certa ansia.
Valutai l'opzione di andarmene.
Ma fu Subaru a prendere la parola.
"Nessuno toccherà Mitsuko, non di nuovo."
Ricordai quanto l'albino odiasse avermi lasciato ai Mukami, senza
opporre resistenza, adesso voleva sicuramente rimediare.
I Mukami... forse anche loro potevano aiutare!
Appuntai mentalmente di scrivere un messaggio a
Kou, sperando che
avrebbero accolto la mia richiesta di aiuto.
Ruki era sembrato molto deciso, quando aveva detto di non voler
più
mettere piede in questa magione.
Annuii, non potevo dargli torto, ma avrei tentato.
Se non fossi riuscita a convincerli, sapevo che non sarei stata sola:
finalmente avevo la certezza che non ero solo una preda, in quella
casa, tutti
erano disposti a sacrificare la loro vita per proteggermi.
"Capisco che tu sia preoccupato - iniziai a dire -
non avremo
legami di sangue, ma io resto tua figlia e tu mio padre, siamo una
famiglia.
Tuttavia, anche loro sono la mia famiglia. E io non li lascio."
Mi rivolsi ai Sakamaki, Reiji e Shu non mostrarono alcuna espressione
particolare, ma Kanato mi fissò sbalordito.
E così Ayato.
Subaru ricambiò con un cenno del capo, mentre Raito era
sempre più
strano.
Mi chiesi se fosse per il bacio di prima o per quello che stava
accadendo, ma non era da lui essere tanto serio.
Ignoravo cosa gli passasse per la testa.
"Ma papà-"
"Ti ho abbandonata una volta, non succederà mai
più."
Mi commossi dinanzi la sua ostinazione.
Così facendo, avrebbe rischiato la vita, ma sapevo che non
sarei
riuscita a dissuaderlo.
Ringraziai tutti con gli occhi lucidi.
Takeshi si avvicinò a Reiji per mettere a punto un piano B,
nel caso i
cacciatori non mi avessero dato ascolto.
"Che fai?"
Domandò Subaru, cogliendomi di sorpresa.
"Sto mandando un messaggio."
Il vampiro aggrottò le sopracciglia.
"Sto scrivendo ai Mukami."
Dinanzi quell'informazione, l'albino mi strappò il telefono
di mano e
fece per scagliarlo contro il muro -certe abitudini sono due a
morire-
ma io gli bloccai il braccio.
"Non ti azzardare!"
"Non abbiamo bisogno di loro."
"Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile."
Gli sfilai il cellulare ed inviai il messaggio.
"Qualcuno vuole farti del male Mitsuko?"
"Sembra di sì."
"Io e Teddy li faremo in tanti piccoli pezzi.", dichiarò il
vampiro con un mezzo sorriso.
I suoi occhi vitrei sprigionavano una malsana allegria.
Tuttavia, anche lui aveva intenzione di difendermi, probabilmente si
era
instaurata una tregua, tra noi due, era da apprezzare.
Kanato scrollò le spalle e parlò a bassa voce al
suo orsacchiotto.
Non riuscii a sentire, ma di certo non era nulla di buono.
"Abbiamo deciso che, se le cose dovessero mettersi male, andrai
nella tua camera e ti chiuderai a chiave."
Lo guardai allibita.
"Dovrei nascondermi come una codarda?"
"Saresti solo d'intralcio."
Kanato annuì per concordare.
Incrociai le braccia al petto, lievemente offesa.
"Se rimanessi - intervenne Subaru - saresti un bersaglio facile,
possiamo difenderti meglio così."
Mi rassegnai, in fondo avevano ragione.
Di colpo mi trovai Raito alle spalle e sussultai.
Avrei voluto riprendere il discorso di prima, ma non potevo farlo
davanti a Subaru, e poi avevamo questioni più importanti.
D'altro canto, il vampiro non mi degnò di uno sguardo, ma si
rivolse
direttamente agli altri.
"I cacciatori sono qui."