Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Aperonzina    29/02/2020    0 recensioni
La vita di Seokjin e Namjoon è perfetta, vivono in una bella casa a Seoul, Jin lavora e Namjoon sta finendo gli studi.
Tra le mura del loro appartamento, si ritroveranno la casa invasa da cinque amici caotici che necessitano del loro aiuto.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Settimana 4
Mercoledì 20 marzo
 
Era da più di un quarto d’ora che Jimin osservava la sua tazza di tè come se all’interno ci fosse qualcosa di estremamente interessante, mentre il composto si raffredda ogni minuto che passava.
Le voci di Hoseok e Seokjin erano appena percettibili e la sua mente era completamente immersa nei pensieri, cullata dall’infuso scuro che aveva davanti agli occhi.
«Jimin, a cosa pensi sempre?» Lo interpellò Seokjin, in quel periodo Jimin era stranamente silenzioso, temeva che la rottura con il professor Kim lo avesse segnato in qualche modo.
Il minore alzò gli occhi su di lui, confuso «Niente, mi ero incantato» disse portando poi la sua attenzione su Hoseok, che riprese a lamentarsi di qualcosa che riguardava Yoongi.
Dopo l’ultima litigata, seppur si fossero riappacificati, tra i due c’era sempre un’atmosfera strana.
Non capì bene di cosa stava parlando, ma finì per incantarsi nuovamente, con la sola differenza che i suoi occhi questa volta osservavano ogni movimento dell’amico.
 
«Hyung» intervenne Jimin ad un tratto, senza nemmeno accorgersi di aver interrotto i due, che comunque tacquero all’istante, nella speranza di scoprire cosa gli frullasse nella testa in quei giorni.
Diede un’occhiata timida ai due, poi prese un respiro profondo e assunse un sorriso un po’ forzato «L’altro giorno io e Taehyung abbiamo cenato da soli».
Seokjin ricordò immediatamente l'episodio in cui Jungkook era restato da loro a mangiare per lasciarli soli, che avesse smosso davvero qualcosa?
«Sapete, è stata un serata strana, sembrava che Taehyung volesse dirmi qualcosa».
Hoseok lanciò un’occhiata a Seokjin piena di trepidazione, non era un vero e proprio risultato, ma era già qualcosa.
«Parlava a vanvera e poi ha iniziato a nominare Jungkook a caso».
Seokjin ridacchiò, probabilmente preso dall’agitazione, aveva cercato di farsi forza ripensando ai consigli dell’amico.
«Però non è stato molto chiaro, sembrava aver paura di parlarmene».
«E tu ti sei fatto qualche idea?» intervenne Seokjin, «era agitato?».
Jimin si morse il labbro «in realtà sì, parecchio» disse confuso, «se devo essere sincero ragazzi, credo di aver capito di cosa si tratti, non vorrei saltare a conclusioni affrettate, ma a questo punto è abbastanza chiaro» aggiunse corrucciato.
I due trattennero per un secondo il respiro, che si fosse giunti finalmente ad una soluzione? La loro felicità era inimmaginabile, non potevano credere che finalmente Jimin avesse capito, e non sembrava averla presa così male, o comunque meglio di quanto si sarebbero mai aspettati, dopotutto sembrava solo un po’ confuso.
«Forse dovrei tirare fuori l’argomento io… insomma, capisco che non sia facile per lui…»
«Sì» disse convinto Hoseok, «credo proprio che dovresti farlo».
«Ma tu cosa pensi di tutto questo?» chiese Seokjin curioso, il suo comportamento era così strano, quasi apatico, non riusciva bene a comprendere cosa pensasse.
Jimin si strinse nelle spalle «Ancora non lo so» disse semplicemente, facendosi poco a poco più agitato, «alla fine se è come penso, non è tenuto a darmi spiegazioni, che pretese dovrei avere io?».
Hoseok lo osservò perplesso «Insomma… vivete insieme, siete amici da una vita, è giusto che ti dia delle spiegazioni».
Jimin, che si stava torturando le mani, annuì «Forse hai ragione, gliene parlerò appena ne ho l’occasione».
Seokjin annuì convinto «Sono davvero felice che tu l’abbia presa così bene».
«Anche voi lo sospettavate?» chiese curioso.
«Bè» disse Hoseok ridacchiando, «era abbastanza chiaro, lasciatelo dire».
Jimin si fece un po’ triste «Si, forse me ne sono accorto solo ora perché in fondo non volevo crederci».
Fra i tre calò un silenzio di tomba, ma Jimin riprese presto il sorriso «Non vi preoccupate, sono davvero felice per lui!» disse alzandosi in maniera affrettata, rischiando di far rovesciare la tazza di tè, «ora vado a fare una passeggiata, ho bisogno di schiarirmi le idee».
«In che senso sei felice per lui?» chiese Seokjin al volo, perché il ragazzo, con aria turbata, stava raccattando velocemente le sue cose e sembrava voler fuggire dall’appartamento il più in fretta possibile.
«Tae si merita una persona come Jungkook al suo fianco e viceversa, io non posso far altro che essere felice per loro e sostenerli».
«Cosa?» Hoseok quasi urlò «non… non credo si tratti di questo».
I due non ebbero il tempo di controbattere ulteriormente perché Jimin stava già correndo per le scale del condominio, sentiva un grosso peso gravargli sul petto e le lacrime che minacciavano di uscire, la verità era che quella situazione lo destabilizzava e si odiava per questo.
Seokjin si sedette a peso morto difronte ad Hoseok, avrebbe voluto fermarlo, avrebbe voluto prenderlo e dirgli come stavano veramente le cose.
Non aveva capito, Jimin non aveva capito assolutamente nulla, ora più che mai ne era certo, avrebbe dovuto dare un ultimatum a Taehyung, altrimenti quella situazione lì avrebbe portati tutti quanti all'esasperazione.
   
 
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