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Autore: rocchi68    01/03/2020    2 recensioni
Dawn era convinta, anche a distanza di anni e con una situazione non proprio rosea, che la sua fosse stata una scelta ben ponderata.
Aveva riflettuto a lungo prima di scegliere la sua futura meta scolastica. Aveva girato almeno una dozzina di licei se per questo e con un po’ di fatica i suoi desideri e le sue speranze si raccolsero tutte nello stesso liceo.
Il facile era stato cancellare quegli ambienti, classico e linguistico, che non rientravano nelle sue corde e di cui aveva un’immagine piuttosto negativa. D’artistico o tecnico non aveva nulla tra le mani e pertanto, affascinata dalle sue materie e dalle immense possibilità future, aveva virato sullo scientifico.
Come se la scelta della scuola fosse così importante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Illudersi che un bell’inizio fosse tale solo perché l’apparente epilogo non era stato di proprio gradimento, poteva rappresentare uno sbaglio fatale.
Dawn non aveva pensato, nonostante le ottime ragioni e il desiderio di condividere quella felicità con la sua famiglia, a un possibile intoppo. Era troppo euforica per analizzare ogni singolo aspetto di quella richiesta e se si fosse fermata per un secondo, probabilmente avrebbe fatto un passo indietro.
I suoi genitori potevano essere felici che avesse lasciato Beverly, ma il tutto si fermava qui.
Il contorno rispecchiava l’insofferenza e la rabbia nel sapere che la loro adorata Dawn si stava frequentando con lo stesso ragazzo che anni prima aveva distrutto e sotterrato il suo morale.
In questo lei era cresciuta in fretta e non aveva più fissato il mondo con la gioia delle medie. Subito quel brutto colpo si era chiusa in sé stessa, aveva passato un periodo molto difficile e si era risvegliata solo dopo tanti mesi di apatia e insofferenza.
I suoi genitori, suo padre in particolare, non avrebbe mai perdonato Scott e questo gli sarebbe stato chiaro non appena avrebbe varcato la porta.
 
Studiato per un breve attimo il curato giardino e rimasto incantato dall’ordine dell’ingresso, Dawn aveva invitato il compagno ad avvicinarsi per conoscere i suoi genitori.
Nemmeno Scott ci aveva riflettuto a lungo e s’illudeva che avessero dimenticato quell’orribile tiro mancino che le aveva fatto incassare.
Il padre della compagna era disteso sul divano, intento a leggere, mentre il fratello continuava con i suoi esercizi di matematica, augurandosi che la vecchia arpia non gli chiedesse proprio l’unica formula che faticava a memorizzare.
Poco lontana, in cucina, la madre stava sfogliando un vecchio ricettario, rimanendo dubbiosa su cosa preparare per cena tra una torta salata o delle pizzette casalinghe.
Alla fine, così come le era tipico, avrebbe scelto a casaccio, lasciando l’altra incognita per una delle sere successive.
“Vieni pure, Scott.” Borbottò Dawn, alzando volutamente la voce e invitando il compagno ad avvicinarsi che era rimasto più verso la porta.
“Sei sicura?”
“Di cosa hai paura?”
“Io…”
“Non siamo mica cannibali.” Ridacchiò la giovane.
“Magari è un brutto momento per farmeli conoscere.” Bisbigliò, consapevole ora che forse stavano correndo davvero troppo. Lui, responsabile dell’isolamento di Dawn e unico ragazzo che si meritava le peggiori maledizioni di questo mondo, aveva compiuto un triplo salto mortale in avanti e aveva conquistato il cuore della ragazza che aveva avvilito.
Detta così e vista sotto una luce tutta negativa, chiunque si sarebbe incazzato e avrebbe preteso spiegazioni, specie dopo essersi sentito ripetere per un miliardo di volte che quello lì non meritava nessun perdono o ringraziamento.
E abituati da queste parole, i suoi famigliari non avrebbero mai accettato a cuor leggero che la loro indifesa creatura perdonasse un simile bastardo.
“Ti ripeto che non è possibile.”
“Ma io…”
“E poi di cosa avresti paura? Tu devi piacere solamente a me.” Brontolò, abbandonando la borsetta in un angolo e avvicinandosi al compagno.
“Ma i tuoi genitori…”
“I miei genitori impareranno a volerti bene.” Soffiò, prendendo la sua mano e costringendolo a seguirla.
 
Erano bastati pochi passi e Scott si ritrovò davanti agli affetti più cari della ragazza.
Suo padre aveva richiuso il libro e stava guardando verso di loro, mentre il fratellino seguitava con gli esercizi, non preoccupandosi minimamente della sorella e del loro ospite.
Più in là la madre aveva solo dato una fugace sbirciata, regalando un sorriso al rosso che non si aspettava una simile accoglienza.
Ma ciò che Scott non sapeva era che la donna era una figura perlopiù marginale e che l’osso più duro era da riscontrare nel capofamiglia che difficilmente avrebbe accolto quello sconosciuto fastidioso a braccia aperte.
“E così abbiamo ospiti.” Sibilò l’uomo.
“Papà, lui è un mio caro amico.”
“Un caro amico.”
“Forse sarebbe meglio dire che è il mio nuovo ragazzo.”
“Il tuo nuovo ragazzo.” Ripeté meccanicamente, facendolo annuire.
“Ovviamente ho lasciato Beverly perché si è comportato male con me.”
“Davvero? Interessante.” Borbottò, sbadigliando appena.
“E Scott mi è sempre stato vicino in questi mesi, riempiendomi di attenzioni e consigli.”
“Vicino come quella volta, immagino.”
“Cosa papà?”
“Il tuo amico non ti ha detto nulla?” Domandò divertito, notando come il figlio si fosse alzato e avesse preso i suoi quaderni per andare a studiare in camera.
Nell’allontanarsi dal salotto, fissò brevemente il nuovo fidanzato della sorella, gli fece una linguaccia e poi gli sorrise, quasi volesse augurarli silenziosamente buona fortuna per il suo futuro.
“No signore.”
“Che cosa dovevi dirmi?” S’intromise Dawn, fissando Scott.
“Tu conosci il mio passato e sai quanto ho sofferto nel vederti triste e afflitta. È per questo che mi sono isolato: non volevo premiarmi di una felicità, se tu stessa soffrivi per tutto il dolore che ti ho provocato.”
“Scott…”
“È faticoso ammettere che sarei rimasto così per sempre e solo per sdebitarmi con tutte le persone che ho ferito.”
“Ma non è giusto.” Replicò Dawn, facendolo annuire.
“Tu eri stata la mia vittima principale, ma la tua famiglia ha sofferto in egual misura e credevo di fare un favore a tutti, se mi fossi gettato via.” Borbottò dispiaciuto.
“Avevi intenzione di star male, anche se ero guarita?”
“Già.”
“Ma questo non ha senso.” Gli fece notare, vedendolo stringersi nelle spalle.
“Lo ha eccome. Scott non ti ha detto nulla e, quindi, non puoi sapere, che l’avrei mandato all’ospedale se si fosse avvicinato troppo.” Ringhiò nervoso.
“Quanti segreti mi hai tenuto nascosti ancora?” Domandò lei, rigirandosi verso l’amico.
“Questo l’avevo dimenticato perché non credevo mi concedessi mai una seconda possibilità. Perché avrei dovuto ricordare se era impossibile mettere una toppa al mio errore? Poi, però, ti ho conosciuto meglio e ho capito che anche per uno come me poteva esistere una via d’uscita.”
“E comunque non le hai raccontato nulla.”
“Volevo provare a farle cambiare idea e a dimostrarle che non sono più un bambino.” Mormorò il giovane, abbassando la testa.
“Di cosa state parlando?” Domandò Dawn, guardando prima l’uno e poi l’altro.
“Quando ti ho maltrattato alle medie e sei tornata a casa in lacrime, tuo padre è passato nella grande villa e si è scontrato con mio nonno. Non conosco i dettagli, ma ricordo che le urla erano arrivate anche nella mia camera e tuo padre ha preteso che non t’infastidissi più.”
“È anche per questo che non volevi entrare in casa?” Domandò la giovane.
“I tuoi genitori hanno ragione d’odiarmi.”
“Ma io non ti odio più.” Replicò Dawn, facendolo sospirare.
“E credi che per loro sia facile? Vedere la loro bambina tornare a casa con le lacrime agli occhi e ascoltando tutte le cattiverie che ti ho fatto passare, non è troppo?”
“È solamente per questo, papà?” Chiese la giovane, voltandosi verso quest’ultimo che aveva incrociato le braccia al petto.
“Precisamente.”
“E non lo perdonerai mai?”
“Assolutamente.”
“Ma io…”
“E non ho alcuna intenzione di accettare la vostra storia.” Seguitò, notando come il loro ospite avesse rialzato lo sguardo per informarlo di qualcosa.
“Dawn…forse stiamo correndo troppo.”
“No Scott.”
“Tra qualche mese, magari con calma riuscirò a farmi perdonare e potremo passare il nostro tempo assieme.”
“Ma io non voglio più aspettare!” Replicò furiosa.
“Forse siamo stati troppo affrettati e per oggi è meglio salutarci.”
“Andiamocene, Scott!”
“Come?”
“Sono stanca di tutto questo.” Borbottò, afferrando la mano del compagno.
“Sappi Dawn che non accetto questa tua decisione.”
“Non m’interessa, papà.”
“Tanto dovrai pur tornare a casa e confrontarti con me e tua madre.”
“Ho appena capito che se tornassi indietro, non sarei mai felice.”
“Fai un po’ come ti pare, ma sappi una cosa: se una persona ti fa soffrire una volta, poi è possibile che accada nuovamente.” Ringhiò, facendoli sussultare.
“Forse con il tempo, anche tu imparerai ad accettare questa mia scelta.” Mormorò Dawn, invitando il compagno ad andare da qualche altra parte, promettendogli sottovoce che alla fine sarebbero riusciti a farsi valere.
 
Usciti di casa, il padre ripensò a quelle parole.
Doveva accettare di perdonare quel ragazzo così come gli aveva consigliato Dawn?
E se poi avesse riposto le sue aspettative, sperando che potesse essere felice con lei, non si sarebbe sentito un perfetto idiota nel vederla ritornare in lacrime?
Ma se la sua bambina era felice perché doveva angustiarsi in quel modo? Alla fine si trattava della sua felicità e lui non poteva avere nessuna voce in capitolo.
Valeva bene la carta del padre geloso e iperprotettivo, ma ciò si fermava a queste semplici considerazioni.
“Dovresti stare tranquillo.” Gli consigliò la moglie, sedendosi sul divano.
“Perché dovrei?”
“Perché hai la pressione alta e il cuore ne potrebbe risentire.” Brontolò esasperata da quell’ultima discussione.
“Questa volta non ho intenzione di chiudere un occhio.”
“Si vede proprio che è tua figlia.”
“Come scusa?”
“Siete così simili che discutete in continuazione, ma è anche questa la vostra forza.”
“Non capisco.”
“Tu puoi anche giurare che la lasceresti in strada semmai dovesse sbagliare con Scott, ma io sono certa che ti rimangeresti la parola.”
“Ti sbagli!” Ringhiò nervoso.
“È inutile che provi ad alzare la voce e a fare il gradasso: io ti conosco molto bene e questa recita è davvero ridicola.” Lo stroncò, facendolo sussultare.
“Io…”
“Tu adori la nostra piccola Dawn e speri che possa essere felice senza averci intorno.”
“Non è vero.”
“È giusto che trovi la sua rotta e, ringraziando il cielo, non è più una bambina.”
“Lo so.”
“Ormai è cresciuta ed è capace di cavarsela senza che noi ci mettiamo in mezzo.”
“Ho paura che possa star male.” Borbottò l’uomo.
“E questo dimostra quanto tu sia un ottimo padre. Tuttavia, sai com’è fatta, Dawn.”
“Ah sì?”
“Se le proibisci di seguire il suo cuore, poi farebbe comunque di testa sua e sarebbe capace di combinare i peggiori disastri di questo mondo.”
“Tipo?”
“Ti ricordi quando le ripetevamo che non poteva pattinare perché era ancora troppo piccola? È uscita con suo zio, l’ha convinto per quella follia e per poco non si è fratturata una gamba.”
“Non trovo il nesso delle cose.”
“Se metti dei paletti alla sua storia con Scott, lei sarebbe capace di andare a vivere con lui.”
“Questo mai!” Ringhiò furioso.
“Oppure potrebbe ricattarci in altro modo.”
“Tipo?”
“Quando non ottiene quello che desidera, non ci rivolge la parola e potrebbe anche rifiutarsi di mangiare e di seguire i suoi sogni.”
“Ma io…”
“Potrebbe anche sabotare la sua media scolastica.”
“A quanto pare non posso fare nulla per proteggerla.” Sbuffò deluso.
“Dawn sa difendersi da sola e, da quel che ho visto, Scott ha imparato dai suoi errori e potrebbe riuscire a renderla ancora più felice.”
“Più di così?”
“Assolutamente.” Soffiò, facendo sospirare il marito che, nonostante le ottime intenzioni, avrebbe chiuso un occhio e avrebbe concesso la sua benedizione ai ragazzi.
Il tutto, ovviamente, con un’unica condizione: se Dawn avesse sofferto a causa di Scott, quest’ultimo si sarebbe ritrovato in ospedale prima ancora che riuscisse a vociferare una semplice scusa.




Angolo autore:

Secondo i miei conti dovrebbero mancare due capitoli.

Ryuk: E poi che si fa?

Mi dividerò tra qui e Wattpad. Pubblicherò le stesse storie e buonanotte.

Ryuk: Doppio divertimento per me!

Alla prossima!
 
   
 
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