Fanfic su artisti musicali > Queen
Segui la storia  |       
Autore: unaCoccs    02/03/2020    0 recensioni
Joy studia fisica, il suo obbiettivo è costruire una macchina in grado di viaggiare nel tempo.
Brian studia astrofisica, il suo obbiettivo è diventare una leggenda del rock.
Devono solo trovare il momento giusto... Ma sarà questione di fisica o di chimica?
Genere: Generale, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Brian.


Non avevo mai visto una città tanto bella. Londra era già bellissima, ma essendoci abituato non la apprezzavo più di tanto.. Praga invece era una via di mezzo tra il massimo degenerato e l'immacolato, tra la luce divina e gli inferi più profondi. Amavo ogni minimo dettaglio che il mio occhio incontrava, eppure ero li da poco più di una mezz'ora e non avevo visto tanto della città.

Vedere Alexis sull'aereo più di un anno dopo la nostra rottura mi aveva completamente destabilizzato, ma grazie al giochetto con Joy riuscii comunque a ricavarne qualcosa. Per esempio, la ragazza con cui avevo un meraviglioso rapporto di amicizia aveva finalmente rinunciato alla sua corazza da dura e aveva provato a mostrarmi un po' di affetto. E Alexis ci aveva lasciati finalmente in pace.

Quella scena risvegliò qualcosa in me, sentivo una gioia immensa ogni volta che osservavo il bellissimo panorama davanti ai miei occhi.. Ma lo sentivo anche quando il mio sguardo si posava su Joy ed il suo sorriso -finalmente, dopo tanto tempo- rilassato.

Dopo aver sistemato le valigie nella mia camera scesi di nuovo passai nella mensa dove servivano una cena a buffet, dove incontrai Roger, John e Veronica intenti a mangiare a quattro ganasce. Presi un panino e li avvisai che probabilmente non sarei tornato tardi, e che volevo solo prendere una bloccata d'aria..

Non dissi che volevo provare a fumare per la prima volta una sigaretta -rubata dalla scatola di Rog, ancora nella sua valigia - per distendere i nervi ancora troppo tesi a causa dell'intenso studio delle precedenti settimane. L'avevo nascosta nella tasca del mio giubbotto, con l'intenzione di tirarla fuori una volta lontano da tutti, visto che non volevo che se ne parlasse.

Aprii il portone del maestoso hotel e feci due passi in avanti, cercando l'accendino nella tasca dei miei jeans con lo sguardo rivolto verso il cielo ormai rosato.

-e così siamo a Praga... L'ho aspettato così intensamente che ora che siamo arrivati non mi sembra vero!- abbassai velocemente lo sguardo per vedere una bellissima ragazza con lo sguardo posato su di me.. 
Riposi l'accendino e la sigaretta nella tasca del giubbotto per poi chiuderla e fare finta di nulla, avvicinandomi a lei.

- è bellissima. Non pensavo che fosse così, me la aspettavo noiosa ed anonima.. e invece è un trionfo di colori, cultura, oro e cristalli.- mi sedetti affianco a Joy portando un braccio attorno alle sue braccia nel tentativo di tenerla al caldo e ripararla dalla temperatura di per sé molto fredda.

-già.. mi fa pensare a tante cose, e per quanto io cerchi di tenere la mente lontana dall'Università non posso fare a meno di pensare al mio progetto...- sorrise, aveva un bellissimo sorriso.

Mi parlò di quanto fosse importante per lei fare quelle scoperte, e del fatto che il suo passato tormentato l'avesse spinta a diventare qualcuno di considerevole, in quel momento dopo tanto tempo riuscii a scorgere il suo cuore frantumato sotto la sua armatura di ghiaccio.

Quando realizzò di aver finalmente dato sfogo ai suoi pensieri era passata una decina di minuti, ed avendo finito le parole per descrivere i suoi sentimenti stette in silenzio con la testa poggiata nell'incavo del mio collo, con gli occhi sognanti verso la volta celeste sopra di noi e l'espressione serena..

Il sole calò sotto i nostri occhi, il cielo ancora aranciato iniziava a farsi lentamente sempre più scuro, comparivano le prime stelle e la temperatura scendeva ulteriormente, Joy iniziò a tremare e mi preoccupai per lei, non mi sarei mai perdonato se avesse preso anche un semplice raffreddore.

-Joy, tremi.. Ti riaccompagno in stanza, ti va?-

-mi piaceva osservare il cielo qui, è diverso da quello grigio di Londra.. Però fa tanto freddo, quindi va bene.- rispose.

Mi alzai e la liberai in modo che potesse rientrare nell'hotel e riscaldarsi, poi salimmo le scale fino al 3 piano e la scortai fino alla sua porta, non sapendo come salutarla dopo le sue confessioni.

-allora... buonanotte!- borbottai.

-buonanotte..- disse semplicemente. Mi voltai quasi con una fitta al petto, ma mi richiamò avvicinandosi nuovamente a me.

Io la osservai come si osserva una margherita spuntare dall'asfalto, le sorrisi e rimasi impalato: mi aveva stampato un dolce e delicato bacio sulla guancia destra, per poi dire "ti voglio bene, Bri."

Joy.

"ti voglio bene Bri". Non mi sentii mai in imbarazzo come in quel momento; non lo avevo mai detto a nessuno, nemmeno a Darcy dopo 20 anni passati assieme.. Ed a Brian bastava un volo in aereo ed una chiacchierata sotto il tramonto di Praga per farmi sciogliere in un brodo di giuggiole.

Era il mio migliore amico, certo, ma anche Darcy lo era e nemmeno una volta mi passò per la testa di esternare questo affetto a parole, ero più una persona che preferiva dimostrare le cose piuttosto che dirle, e quella situazione mi lasciò totalmente spiazzata.

Dopo avergli dato un bacio sulla guancia lo abbracciai e notai che mi osservava con uno sguardo diverso dal solito, un piccolo sorriso accennato sulle sue sottili labbra e le pupille sgranate come a voler raccogliere ogni dettaglio di quel momento.

-lo so.. Te ne voglio tantissimo anche io, Joy. Ma non hai bisogno di dirmelo, me lo hai sempre dimostrato!-

-beh, qualche eccezione nella vita non fa mai male...- risposi sorridente, quasi sicura di avere la sua stessa espressione stampata sul viso.

Dopo qualche secondo passato ad augurarci una serena notte, si voltò sulle sue spalle e sparì dietro l'angolo del corridoio, quindi entrai anche io nella mia camera.

Sentii inizialmente come dei passi dietro la porta della camera da letto, poi alcuni tonfi, come dei colpi sulla moquette, in seguito un susseguirsi di "sshh!" e finalmente il silenzio più totale. Entrai in camera e mi guardai attorno, per osservare quattro persone che cercavano di fare finta di niente.

Freddie sedeva a cavalcioni su una grossa poltrona, Roger con il mio Shakespeare (al contrario) in mano, Mary di fronte allo specchio con un'espressione totalmente fuori dal comune e Darcy osservava fuori dalla finestra con aria pensierosa.

-hey Blondie, non sapevo che avessi imparato a leggere al contrario!- dissi sarcastica al ragazzo biondo.

Lui in risposta arrossì leggermente e cercò di deviare l'attenzione su di me riuscendoci completamente.

-cosa ci devi raccontare, Joy? È successo qualcosa di interessante di sotto?-

A questo punto, toccava a me arrossire, quindi cercai in ogni modo di nascondere il mio viso mentre raccontavo la verità. Infilai la testa nell'armadio- vuoto- facendo finta di sistemarci i miei vestiti, per poi toglierli nuovamente e ripiegarli in valigia. Avevo tanta confusione in testa che non riuscivo più a sentire nemmeno i miei pensieri.

Fortunatamente la conversazione non si prolungò a lungo, in parte grazie a John che venne a chiamarci per fare un giro della città in notturna. A Freddie venne l'idea di andare a ballare e Darcy, Mary e Roger decisero di dargli manforte, mentre Veronica, John e Brian optarono per una serata più tranquilla lungo il bellissimo Ponte Carlo, io decisi di aggregarmi a loro.

Il locale in cui andarono i ragazzi a ballare si trovava a qualche metro dopo il ponte, non più di due chilometri più avanti del nostro hotel. Approfittando della bassissima temperatura adottammo un passo svelto in modo da riscaldarci un po' ed arrivare in poco tempo alla nostra destinazione..

Dopo esserci divisi in due gruppi entrammo in un piccolo locale poco illuminato ma ben arredato, all'interno c'erano circa quindici tavolini ed alcuni di essi in fondo alla stanza erano già pieni. Ne occupammo uno anche noi e cercando di farci capire in inglese ordinammo dei drink. Io ordinai un Margarita - come sempre- mentre Brian prese un mojito e Veronica e John una birra a testa.

C'era una musica orecchiabile in sottofondo, ma a causa della lingua diversa e della cattiva qualità dell'audio non riuscimmo a identificare nemmeno una singola parola... ci divertimmo comunque a creare dei testi paralleli nella nostra lingua, scoppiando ripetutamente in delle fragorose risate alimentate anche dalla poca lucidità.

Ad un certo punto - forse a causa della stanchezza, dei troppi drink bevuti o forse perché gli argomenti divertenti erano finiti- ci fu un momento di calma e quasi malinconia. Però non mi dispiaceva godere della buona compagnia in silenzio, era bello ogni tanto staccare la spina da tutto il trambusto della quotidianità.

John accese una sigaretta e Veronica si allontanò leggermente per non intossicarsi con il fumo. Brian lo guardò con uno sguardo perso nel vuoto per qualche secondo, poi spingendo il busto verso sinistra estrasse qualcosa dalla tasca.

-al diavolo!- disse. Notai solo in quel momento che in mano aveva una sigaretta ed un accendino.

-Bri, tu non fumi.. Che cavolo stai facendo?-

-un'eccezione... non inizierò a fumare, voglio solo provare com'è.- rispose tranquillo, come se non stesse facendo niente di diverso dal solito.

Decisi di non entrare in merito alla sua decisione, avendo ben chiaro in mente il fatto che lui non sopportasse il fumo- nemmeno quello passivo- e ricordando le scene in cui si allontanava istintivamente di qualche passo quando qualcuno fumava vicino lui. Era inoltre uno dei motivi per cui litigava con Roger, ma a quel punto qualcosa in lui lo spinse a cambiare qualcosa o ad intraprendere un nuovo modo per scaricare la tensione.

-dai, buttala via.. lo sappiamo tutti che il fumo ti fa schifo, è inutile anche solo provare. Diventerà un vizio.. e tra l'altro non ti fa bene.- John cercò di strappargliela via con un'espressione preoccupata sul volto, nessuno di noi aveva mai visto Brian esporsi in quel modo, anche se si trattava di una sciocchezza, e fu quasi uno shock vedere un cambiamento così radicale.

- cosa ti cambia? Voglio solo scaricare la tensione per una sera, tutto qui! Senti da dove viene la predica, poi. - rispose Brian, secco. Stava iniziando ad innervosirsi ed improvvisamente una vampata di calore si fece spazio nelle mie guance.

Non mi piace quando si arrabbia. Non sembra più il mio Brian.

Aspetta, il mio Brian?

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Queen / Vai alla pagina dell'autore: unaCoccs