Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: MsLucry94    02/03/2020    0 recensioni
Albion e Onore sono il nome di una daga e una spada donate a una bambina dorniana con i capelli argentati e gli occhi viola da parte di due padrini speciali: Lewyn Martel e Arthur Dayne
Questa storia parlerà di Game of thrones da prima della Ribellione di Robert alla fine della serie ma dal un punto di vista diverso. Quello di una bambina.
Si vedranno tutti gli avvenimenti principali e spero che possa piacere
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi in un posto che non conosco, che posto strano è questo. Dove sono finita? Le pareti sono di qualcosa di solido. Non sento più freddo e c’è tanta luce. Mi guardo intorno senza capire, non ho mai visto un posto simile, non ricordo nemmeno cosa sia successo. L’ultima immagine è quella di un uomo con la pelle scura che si avvicina. Sembrava una persona cattiva, almeno all’inizio, ma poi si è dimostrata una persona molto gentile. Non ho capito una parola di quello che ha detto, in questo posto parlano una lingua che non conosco, ma il suo mantello era caldo e il suo sorriso sincero. Continuo a guardarmi intorno, intimorita, quella persona gentile non si vede, in realtà non si vede nessuno qui, sono di nuovo tutta sola. Improvvisamente si apre una porta ed entra una persona vecchia, con una folta barba, una persona strana, diversissima dalla persona gentile. Si accorge che sono sveglia e si avvicina, dicendo qualcosa, che io non capisco. Lui mi guarda e sorride, probabilmente ha capito che io non lo comprendo, ma lui non parla la mia lingua. Si avvicina ancora di più, solo che non mi riesco a fidare, non fa nulla di male, ma i suoi occhi non sono buoni come quelli dell’altro. Mi alzo in piedi, spaventata, e corro verso la porta, non mi piace quel posto e non mi piace quella persona, voglio solo andarmene. Magari trovare anche quella persona e provare a ringraziarla, anche se non capisco neanche lui, possibile che tutti parlino solo questa lingua strana in questo posto? Incredibile, dove sono finita? La porta è vicina e si apre facilmente, ma il luogo dietro di essa è sconosciuto e vuoto. Non c’è nessuno. Dove posso andare? C’è un corridoio che va sia da una parte che dall’altra, devo scegliere, ma dove? Sento il vecchio che si avvicina alla porta e prendo una direzione a caso, da qualche parte devo pur arrivare. Corro corro, senza una meta, quando vedo una persona davanti a me. Non la vedo in faccia, ma noto subito un particolare. Un mantello bianco. La persona di prima! Volevo incontrare proprio lui. Che fortuna! Mi nascondo dietro il mantello, intimorita che il vecchio mi trovi. - Ciao, piccolina – mi dice quella persona e finalmente sento una lingua conosciuta, quindi qualcuno che parla la mia lingua c’è in questo posto. E mi accorgo di essermi sbagliata. Non ha la stessa voce dell’altra persona. Ha solo lo stesso mantello. Ma la sua voce è gentile. Mi sporgo leggermente da dietro il mantello, per sicurezza, e provo a guardarlo, anche se sono dietro di lui. Non lo vedo in faccia, ma la sua presenza sembra rassicurante. Molto più del vecchio di prima. Mi decido, voglio vedere come è fatto. Esco da dietro il mantello e gli vado davanti, un po’ timorosa, ma decisa. È un uomo imponente, grande e grosso, rivestito di acciaio che sembra bianco come il mantello, capelli scuri, occhi scuri, enorme. Non so come descriverlo, ma la sua faccia sembra simpatica e riesco a capirlo. - Ciao – dico, ancora poco sicura. - Da cosa ti nascondevi? – - L’uomo anziano – - L’uomo anziano? Quello nella torre? – - Sì, sì, è un uomo cattivo. – Lo vedo che aggrotta la fronte, forse non ha capito di chi sto parlando. Magari qui dentro ci sono molte persone come l’uomo anziano, non posso saperlo. - E io non sono cattivo? – chiede, sorridendomi. - No, tu no – rispondo sicura. Il suo sorriso parla per lui. - Sei sicura che lui sia cattivo? – - Non mi piace il suo sorriso e non capisco quello che dice – - Ti rivelo un segreto. Pochi parlano la tua lingua, nemmeno l’uomo che ti ha salvata la conosce. Ma di lui ti fidi? – - Sì, lui è gentile e mi ha dato il suo mantello. Faceva tanto freddo. – - Giusto. Ti garantisco che anche l’uomo nella torre non è cattivo. È un maestro. Ti guarisce quando sei malato. – - Potrebbe avere un sorriso migliore. – - Magari potrebbe. Ma adesso dobbiamo tornare da lui. Ti starà cercando ovunque, preoccupato. – - Va bene. – Non so neanche come si chiama, ma è gentile quando mi prende in braccio per riportarmi indietro. Guarda avanti, sicuro, e cammina veloce. - Io mi chiamo Nymeria – dico, tanto per dire qualcosa. - Ser Gerold Hightower – risponde lui. Che nome strano, penso, ma ormai siamo già arrivati davanti alla porta dalla quale sono fuggita prima. Lì troviamo la persona di prima, che guarda il corridoio, preoccupato. Si avvicina con una strana espressione sulla faccia, non capisco cosa ci sia di male in quello che vede e dice qualcosa. Sono arrabbiata, non capisco proprio quello che dicono, è una seccatura. Gerold parla la mia lingua, non capisco perché gli altri no. - Lui è il maestro Pycelle, si occuperà di te per un po’, vado a prendere una persona e torno. – mi dice Gerold. Sorrido non molto contenta. Non mi piace quell’uomo anziano e il non capirsi è un grosso problema, ma Gerold mi ha detto che non è cattivo e poi ha anche detto che torna subito. Sta via pochissimi minuti, e torna finalmente con la persona di ieri. Che bello! Finalmente lo rivedo! Lo devo ringraziare, assolutamente. È stato così gentile. La prima persona gentile in questo posto. Deve essere un aspetto fondamentale per queste persone con il mantello bianco. Non so neanche come si chiama. Sorrido felice, e provo a dire qualcosa, ma vedo che non mi capisce, uffi devo assolutamente imparare questa nuova lingua. Vedo che loro si parlano e poi mi sorridono tutti e due. Guardo Gerold, l’unica persona con la quale posso parlare. - Cosa ne dici se ce ne andiamo? – annuisco contenta. Voglio andarmene da questo posto il prima possibile. Mi prende per mano l’uomo buono e usciamo. Davanti alla porta ci sono altri due uomini e una donna. Non conosco nessuno di loro, ma noto che un altro uomo ha sempre il mantello bianco, e l’altro uomo ha i capelli bianchi come i miei. - Ciao, piccolina. – mi dice l’altro uomo con il mantello bianco, sorridendo. Anche lui mi piace subito. Ha un sorriso gentile. - Ciao. – rispondo io. - Andiamo nelle mie stanze e facciamo un po’ di presentazioni. – dice l’ultimo uomo. Tutti annuiscono e ci avviamo verso un’altra ala di quel posto. È enorme. Appena arrivati davanti a una porta entriamo tutti tranne la donna. La stanza è bellissima. Un letto enorme, mobili scuri, uno scrittoio e un camino già acceso. Su un tavolino accanto al camino con due panche ricoperte da cuscini c’è anche un vassoio con del cibo e delle coppe per bere. Ci sediamo tutti sulle panche, e tutti mi guardano, con dei sorrisi, prima di prendere qualcosa dal vassoio e una coppa. Fanno un piattino anche per me, cosa di cui sono grata, ho una fame terribile. - Bene, adesso che abbiamo qualcosa sullo stomaco, possiamo parlare un po’. – dice l’uomo con i capelli bianchi. - Ser Gerold mi ha detto che ti chiami Nymeria. Bene, io mi chiamo Rhaegar, loro sono Arthur – e indica la persona che era con lui fuori dalla porta prima – e Lewyn – dice indicandomi il mio salvatore. Sorrido a tutti, hanno tutti nomi buffi ma sono gentili e il cibo è squisito. Mi sento proprio bene. - Da oggi vivrai con la corte nel mio castello, che non è proprio questo ma ci torneremo presto. Sarai seguita da un maestro che ti insegnerà la lingua comune, a leggere e scrivere. Ci occuperemo noi di te. – - Grazie. – non so cosa dire, nessuno si è mai preso cura di me, da quando io ricordo. Non so come sono finita in questo posto, come fosse la mia vita prima, non ho ricordi di persone che hanno mai fatto nulla di carino per me. Detto questo torniamo fuori e mi portano in una camera lì vicino, dove la donna che stava fuori mi aiuta a farmi un bagno caldo, mi infila una camiciola di lana e poi mi posso mettere nel letto enorme che c’è per dormire. Mi risveglio poco dopo in preda al terrore, ho visto dei draghi morti uccisi da un cervo e da un leone. Non capisco cosa possa significare, ma improvvisamente questa stanza non è più bella come prima, è troppo buia e poi sono sola in questo buio. Ho paura, singhiozzo rannicchiata e così mi trova anche zio Arthur, venuto a controllare che fosse tutto a posto. - Cosa succede? – mi chiede, sento che la mia lingua non gli viene facile come allo zio Rhaegar ma almeno qualche parola la parla, non come la donna di prima. - Ho paura, ho fatto un brutto sogno – gli rispondo. Si avvicina, comprensivo e cerca di sorridere in modo incoraggiante. – Non devi avere paura, non ti succederà nulla qui con noi, sarai la nostra mascotte. – Lo guardo senza capire. - Noi non siamo abituati ad avere dei bambini intorno. I principi sono un caso diverso, il nostro onore ci obbliga a proteggerli e mai avremo un vero rapporto con loro. Te sei la prima bambina che entra veramente nella nostra famiglia. Ti consideriamo già tutti un po’ come la figlia che non avremo mai. – Continuo a non capire, ma le sue parole e il suo sorriso mi tranquillizzano un po’. Non sono sicura di riuscire a tornare a dormire come prima, ma almeno non ho più così paura. - Facciamo una cosa, Lewyn è di turno adesso, la nostra torre è vuota. Per oggi ti porto lì a dormire, cosa ne pensi? – Faccio di sì con la testa, contenta. Mi prende in braccio e ci dirigiamo verso un’ala distante di quel castello. Inizia ad essere tutto confuso, sono stanchissima e il sonno si sta impadronendo di me, possibile che qui sia tutto bianco? Con questo pensiero chiudo gli occhi definitivamente, cullata dalla tranquillità che quelle braccia mi trasmettono.
   
 
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