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Autore: K ANTHOS    03/03/2020    0 recensioni
Viterbo, fine Ottocento.
Anna, una giovane ragazza della media borghesia cittadina, rimane improvvisamente orfana del padre, morto dopo aver perduto gran parte del proprio patrimonio in circostanze poco chiare.
Scossa dalla perdita e rimasta sola, Anna accetta l'invito per l'estate di una facoltosa zia paterna proprietaria di una vasta
tenuta nelle campagne maremmane.
L'incontro fortuito con un cavallo indomabile e con l'anziano stalliere della tenuta la metterà di fronte alle sue fragilità ma anche alla sua inconsapevole forza, coinvolgendola in un percorso di rinascita e di maturazione personale.
L'amore travolgerà Anna senza via di scampo ed avrà gli occhi di un ragazzo volitivo e tenace che non appartiene alla sua classe sociale ma che sarà pronto a lottare contro tutto e tutti pur di conquistarla.
Anna a questo punto dovrà decidere della sua vita: se seguire l'istinto del cuore o rinunciare per sempre ad esso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Anna non era la sola persona ad aver sofferto per la morte di suo padre.

L’avvocato Marcello Lambiati da quel triste giorno si era dedicato con tutte le sue forze a cercare di sistemare la condizione finanziaria della ragazza. Certamente i motivi che lo spinsero ad occuparsi alacremente del caso non furono mossi solo dalla solida e storica amicizia con Luigi o dalla condizione di solitudine della ragazza: l’uomo sapeva da cosa si originava la frenetica e delirante attività finanziaria dell’amico.

Durante l’estate precedente il padre di Anna, sicuramente affaticato da una vita ricca di impegni, aveva cominciato ad accusare strani dolori al torace che inizialmente aveva trascurato. Poi un giorno, passando per Roma, si convinse di farsi visitare da un noto dottore.

Dopo vari controlli e visite la diagnosi che ne scaturì non fu rassicurante, tutt’altro. Preso da un senso di smarrimento iniziale, cominciò a fare i conti con quello che gli aveva detto il medico: il suo cuore cominciava a dare segni di cedimento e doveva per lo meno cominciare a cambiare stile di vita se voleva avere qualche possibilità in più di vivere.

Questo tipo di diagnosi purtroppo non era nuova per lui poiché molti membri della sua famiglia in passato erano morti a causa di infarti in età giovanile. Lo spettro di questa maledizione familiare si riaffacciava nella sua vita non ancora sessantenne. Non disse nulla alla figlia, inorridito da quello che solo la sua immaginazione poteva per il momento vedere: lasciarla sola senza una madre e non ancora preparata alle difficoltà della vita. Oltretutto, non essendo fidanzata, non poteva neanche godere del sollievo di sapere che qualcuno un giorno si sarebbe preso cura di lei, come lui aveva fatto fino a quel momento.

L’unico con cui riuscì a confidarsi fu proprio il suo amico Marcello.

Una fredda sera di ottobre, davanti al camino scoppiettante del salotto, gli scaricò addosso tutta la gravità delle sue condizioni di salute, insieme al suo frettoloso quanto claudicante programma di investimento finanziario.

 

-Marcello, non sai quanto ho penato nelle ultime settimane e non ti caricherei di un fardello simile se non avessi bisogno del tuo sostegno morale- disse sconsolato il padre di Anna fissando le fiamme del focolare.

Era abbattuto moralmente ma saldo nella voce.

L’avvocato Marcello rimase inizialmente impietrito poi si riscosse e cercò, come il suo mestiere gli aveva insegnato, di dare una risposta all’amico carissimo.

-Luigi, sono senza parole…Tutto mi sarei aspettato di sentire da te stasera ma non questo. Non so cosa dire. Sono sgomento. Cos’hai intenzione di fare ora? -

-Non so quanto Iddio mi abbia lasciato da vivere e sinceramente non mi importa, ma mi tormenta pensare ad Anna sola. Non avrò mai il coraggio di dirglielo, lo so già. Preferisco che la vita faccia il suo corso. Ho bisogno di vederla serena e se le dessi una notizia del genere la sprofonderei nella più cupa disperazione: non so se riuscirei a sopportarlo. Non so se mi comprendi… secondo te sono egoista o peggio ancora sono un vigliacco a non volergliene parlare? - chiese Luigi.

-Penso che dovresti ridurre le tue attività e rilassarti, pensare alla tua salute, fare un viaggio con Anna, allentare i tuoi ritmi intendo e credo comunque che sia più corretto da parte tua portare Anna a conoscenza dello stato della tua salute. Lo penso seriamente Luigi, non la trattare come una bambina, ormai ha diciotto anni- concluse serio Marcello.

 

Ma i programmi dell’avvocato Luigi erano esattamente l’opposto delle calde raccomandazioni dell’amico Marcello e dei medici che lo avevano visitato: voleva accantonare più soldi possibili per Anna, accelerare le possibilità di guadagno nel breve termine al fine di garantirle un futuro dignitoso, soprattutto nel caso in cui non si fosse mai sposata. Voleva andarsene serenamente sapendo di averle dato tutto quello di cui avrebbe avuto necessità e lui, Marcello, doveva garantirgli la gestione del patrimonio: gli chiedeva di essere, in confidenza, il tutore di Anna.

La gestione del patrimonio non sarebbe stata un problema ma Marcello espresse disappunto e contrarietà al resto del programma: ne vedeva tutta la pericolosità poiché la fretta non portava mai buon consiglio e provò ripetutamente a farlo desistere dai suoi propositi perché dopotutto la sua situazione economica era più che sufficiente per garantire un futuro dignitoso ad Anna.

Ma poi, di fronte alla fermezza dell’amico, non gli rimase che cedere promettendogli ogni cosa.

 

L’ipotesi di trovare un marito per Anna non era mai stata presa in considerazione poiché le sue idee in merito erano piuttosto chiare e non aveva mai avuto bisogno di confrontarsi con l’amico per chiedergli un parere.

Un bravo e coscienzioso padre, soprattutto benestante come lui, si sarebbe dato da fare già da molto tempo per trovare un buon partito alla figlia e sicuramente lo avrebbe trovato perché molti tra i suoi colleghi erano palesemente interessati alla bellezza nascente di Anna. Dalla devozione che provava per la figlia scaturivano chiare considerazioni a riguardo, giustificate da una lunga lista di matrimoni infelici contratti nella sua famiglia: sapeva benissimo che il matrimonio combinato era la regola, quella stessa che lui aveva voluto tenacemente eludere nella scelta della donna da amare. Si era sposato infatti piuttosto tardi ma con un esito felicissimo. Aveva incontrato la futura moglie Giulia ad una festa tra amici: era una giovane ragazza, esile, elegante, spiritosa e acuta nelle osservazioni, figlia di un commerciante di tessuti molto noto tra le signore in città. Si erano osservati a lungo per tutta la serata e come risultato si erano invaghiti l’uno dell’altra.

Il resto accadde come la cosa più semplice del mondo: il matrimonio, la nascita di Anna e tanta serenità fino, purtroppo,

alla morte improvvisa della adorata moglie.

Due anni prima l’avvocato Luigi aveva casualmente, o forse volutamente, sondato il campo per capire i reali desideri della figlia.

Lei gli aveva serenamente e forse ancora fanciullescamente elogiato l’importanza di avere accanto un ragazzo che le volesse bene: l’esempio fuori da ogni regola dei suoi genitori era per lei un traguardo da raggiungere con tutte le sue forze.

Del rispetto reciproco, dell’intesa e dell’amore tra i suoi genitori non ne sentiva parlare solo dal padre ma anche da Teresina, dai parenti e dagli amici che venivano ogni tanto a trovarli.

Questo fortunato esempio la rendeva certa delle sue aspettative, sicura che qualcosa di buono le sarebbe venuto incontro senza doverlo cercare e questo le dava una calma e una serenità indubbie nel modo di porsi alla vita.

L’amore, come valore assoluto, cementava nel suo cuore e la faceva sentire forte e ottimista riguardo ogni cosa.

Il padre era felice di questa sua fermezza ma allo stesso tempo ne era un po’ impensierito poiché la felicità si poteva manifestare certamente senza cercarla ma poteva anche non presentarsi mai: non voleva rischiare di illuderla, non se lo sarebbe mai perdonato.

Desiderava ardentemente per lei la sua stessa felicità, cosciente ora che non ne sarebbe mai stato testimone. 

 

   
 
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