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Autore: AzucarScarlet    06/03/2020    0 recensioni
Con questa fanfiction, ho voluto sperimentare qualcosa a cui pensavo da un po' di tempo. Bowser è sempre stato il mio personaggio preferito all'interno dell'universo Mario Bros e mi è sempre piaciuto immaginare un suo risvolto "fragile", diverso dall'immagine stereotipata del cattivo proposta dal videogioco stesso.
In questa storia, ad aiutare il Re dei Koopa a far fronte alla paura di mostrare sè stesso al mondo, c'è la Principessa Daisy: emancipata, testarda, risoluta, si rivela un'ottima alleata di Bowser nel tentativo di sconfiggere le difficoltà che lo costringono ad indossare una maschera per non far trasparire le sue vere emozioni.
Questa non è solo una storia con al centro una crack ship, come potrebbe sembrare a prima vista, ma è anche e soprattutto una storia per riflettere, fatta di emozioni, che spero possa incuriosire.
Buona lettura e grazie per essere arrivati fin qui :)
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Bowser Jr., Bowserotti, Daisy, Peach
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano trascorsi alcuni giorni da quando Daisy e Bowser avevano definitivamente fatto chiarezza sulla loro situazione: ormai erano ufficilamente una coppia ed avevano accantonato qualsiasi tipo di inutile preoccupazione: era ormai evidente agli occhi di tutti che nessuno dei due aveva e avrebbe mai avuto ripensamenti sulle scelte fatte fino a quel momento, e questa certezza bastava a farli camminare a un metro, o forse cento, da terra.
 
Anche quella mattina Daisy si era svegliata tardi: non era mai stata una gran dormigliona, ma la consapevolezza di dormire accanto al suo amato la spingeva a passare più tempo possibile con lui sotto le coperte per far durare il più possibile quei gradevolissimi momenti di intimità riservati solo a loro due.
 
Per sua grande sorpresa, però, quella mattina non venne accolta da un enorme paio di braccia pronte a stringerla, nè tanto meno da un affettuoso fregamento del muso di lui contro la sua guancia, che era ormai diventato un gesto abituale.
 
Daisy tastò per qualche secondo le lenzuola fredde accanto a sè e spalancò gli occhi: Bowser non era con lei.
 
Preoccupata, si infilò le ciabatte e corse fuori dalla stanza, giù per le scale, catapultandosi nella sala da pranzo dove, alla vista dei figlioletti già in tavola ed apparentemente ignari di tutto, cercò di ritrovare un minimo di contegno:
-Buongiorno- li salutò lei nel modo più naturale possibile, cercando di essere convincente -Vostro padre..?
 
I piccoli Koopa si guardarono l’un l’altro, poi Junior sussurrò un “forse è uscito” con fare incerto: dove poteva essersi cacciato, a quell’ora, e per giunta senza nemmeno avvisare nè lei, nè i suoi figli?
 
-Daisy, umh volevo dire, mamma!- disse Wendy, richiamando l’attenzione della ragazza -Non ti preoccupare troppo, magari è solo andato a prendere una boccata d’aria...
-Sì, infatti..!- proseguì Larry nel tentativo di dare credibilità all’affermazione della sorella -Di sicuro è così, non avrà voluto svegliarti...
 
Tutti annuirono convinti con dei sorrisetti angelici stampati in faccia: era chiaro che sapessero qualcosa, ma Daisy aveva deciso di non indagare oltre. Magari non si trattava di nulla di importante...
 
Passarono alcune ore prima che finalmente Bowser tornasse al castello: l’orologio segnava ormai le due del pomeriggio.
 
Quando entrò, la prima immagine che lo accolse fu quella di una Daisy come non l’aveva mai vista: seduta sugli ultimi gradini della scala all’ingresso, con gli occhi gonfi a causa delle lacrime che aveva tentato con tutta sè stessa di trattenere fino a quel momento, si guardava i piedi in silenzio. Non appena udì il cigolìo della porta, però, alzò lo sguardo e incontrò quello del Re.
 
Balzò in piedi, un misto di preoccupazione e rabbia in volto, e corse verso di lui guardandolo male mentre dei grossi lacrimoni iniziarono a solcarle il viso:
-Dove sei stato? Perchè sei andato via senza dire niente?! Ero così preoccupata per te! Credevo fosse successo qualcosa, o che-
 
Il resto della frase morì sulle labbra del sovrano che, a contatto con quelle della ragazza, la zittirono costringendola ad emettere solo un mugugno sorpreso.
 
-C’è una cosa di cui vorrei parlare con te- disse poi, dopo aver posto fine a quel contatto così piacevole.
 
Il cuore di Daisy perse un battito e, di riflesso, si allontanò un pochino da lui: -Di cosa si tratta..?- chiese poi, dopo aver cercato dentro di sè il coraggio per fare quella domanda
-Aspettami nella sala del trono, per favore. Ti raggiungerò subito.
 
Il suo tono era serio, troppo. I suoi occhi vitrei non tradivano alcuna emozione: Daisy non l’aveva mai visto così ed era spaventata dall’idea di scoprire cosa l’avesse turbato tanto.
 
Nonostante la paura, però, seguì le sue indicazioni e si congedò senza una parola salendo in silenzio e con lentezza inesorabile quella rampa di scale che mai prima d’ora le era sembrata così lunga e faticosa.
 
Non ci volle molto prima che Bowser la raggiungesse dove promesso: entrò, socchiuse la porta alle sue spalle e si avvicinò alla ragazza, fermandosi a pochi passi da lei.
 
-Ascolta, Daisy... innanzitutto, ti chiedo scusa: mi dispiace se non era così che ti eri immaginata questo momento. È colpa mia: non sono tagliato per cose del genere...- si grattò la nuca, imbarazzato, e abbassò un pochino lo sguardo, poi proseguì -In realtà, non credevo che sarebbe mai nemmeno arrivato questo giorno, per me... Voglio dire, guardami!- a questo commento seguì una risata imbarazzata da parte del sovrano stesso, che tornò finalmente a guardare Daisy negli occhi, quegli occhi che erano stati in grado di stregarlo fin da subito.
 
-Ma a parte questo... Ti sono grato per essere qui: non ho intenzione di metterti pressioni o addossarti un peso maggiore di quello che puoi sostenere, ma... ecco... ho pensato, se non ora, quando?
 
A questo punto, forse, Daisy iniziava a vederci più chiaro e le sue labbra si incresparono in un sorriso più tranquillo, più dolce, che fece sparire in un attimo tutta la preoccupazione di solo qualche minuto prima.
 
-Ora...- proseguì Bowser, schiarendosi la voce mentre tendeva alla ragazza la mano chiusa -Ti andrebbe di rendere felice questo vecchio, spaventoso Re egoista e permettergli di tenersi il tuo cuore tutto per sè, per sempre, fino alla fine dei suoi giorni..?
 
Daisy sgranò gli occhi e si portò le dita tremanti sulle labbra alla vista di quel piccolo, grazioso anello dorato appoggiato sul palmo di Bowser.
 
-A te che hai saputo far sbocciare i fiori nell’inverno gelido del mio cuore, chiedo... vorresti diventare la mia Regina?-
 
-Certo che lo voglio! Certo che lo voglio, certo che sì!- la ragazza, in preda all’entusiasmo, si gettò su di lui prima ancora che potesse farle idossare l’anello o quanto meno darglielo: lo strinse a sè, allacciando le braccia ancora tremanti attorno al suo collo, per poi riempirgli le guance e le labbra di baci.
 
-È il giorno più bello della-
Ma ancora una volta, la ragazza venne interrotta da uno sparo, poi un’altro e da una pioggia di petali di carta sopra le loro teste. Daisy si guardò attorno, confusa, per poi vedere i piccoli Koopa, tubi spara-coriandoli alla mano, sbucare fuori dal loro nascondiglio improvvisato.
 
-Voi lo sapevate!- esclamò Daisy, ridendo in preda all’emozione, improvvisamente incapace di arrabbiarsi con tutti i presenti come avrebbe voluto per averla tenuta all’oscuro di tutto fino a quel momento.
 
-Già, e mi dispiace, ma lo sapevo anche io, Principessa... o dovrei dire, Regina Daisy- rispose infine Luigi, sbucando a sua volta da dietro l’enorme trono di Bowser
-Luigi! Ma tu- Ma come?!-
-Beh,- iniziò lui, sfregandosi un dito sotto al naso -l’altra volta, quando sono passato a trovarvi, Bowser me ne ha parlato quando mi ha riaccompagnato all’uscita: è stato lui a chiedermi di aiutarlo con i preparativi per farvi questa sorpresa
 
-Ma..! Ma..!
 
-CONGRATULAZIONI, MAMMA!- le urla entusiaste dei piccoli Koopa furono seguite da altri scoppi ed altri coriandoli.
 
-Sono molto felice per voi due- commentò Luigi rivolgendo un sorriso sincero ad entrambi -Farò il possibile per provvedere anche all’altra cosa...- disse poi, scambiando con Bowser uno sguardo d’intesa.
-Ti ringrazio, spero non sia un problema
-Non c’è bisogno di preoccuparsi
   
 
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