Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    07/03/2020    2 recensioni
E se Daenerys non fosse impazzita e Jon l'avesse uccisa ad Approdo del re?
Cosa sarebbe successo?
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister, Jon Snow, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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TRENTADUE




 



 

THEON

Euron sorrideva, gli occhi pieni di follia e per un momento a Theon sembrò di rivedere il volto di Ramsay e tornò per pochi istante ad essere Reek, il povero disperato Reek che dormiva con i cani e puzzava sempre, che mangiava dei ratti pur di non morire di fame.
«Dunque il prode Theon è finalmente arrivato a salvare la sua sorellina» disse Euron e la voce dello zio lo fece tornare in sé.
«Lasciala andare, ora» rispose mentre tentava di colpire Euron Greyjoy.
«Altrimenti? Sappiamo entrambi che non riusciresti a battermi. Bolton non ti ha solo tagliato il cazzo vero nipote?»
Theon urlò mentre la rabbia dentro di lui cresceva sempre di più.
«Se non la lasci andare dovrai affrontare Daenerys Targaryen e la sua ira» disse Theon tentando di guadagnare un po’ di tempo.
Yara era imbavagliata, le mani legate dietro alla schiena e un grosso livido le ricopriva l’occhio destro.
Ha già tentato di fuggire.
«Ma davvero? E dimmi è forse qui? Perché io non la vedo» rispose lo zio sferrando un calcio che colpì in pieno petto il principe delle Isole di Ferro.
Theon si ritrovò a carponi per terra, cercando di riprendere fiato, con la coda dell’occhio vide Yara dimenarsi nel tentativo di liberarsi.
«Yara è una sua alleata» disse Theon mentre tentava di riprendersi.
«E io lo sono di Cersei Lannister, e sai lei mi è infinitamente grata per averle consegnato le assassine della sua dolce e povera figlia» rispose sogghignando.
Quando si tirò su del sangue imbrattava i suoi vestiti scuri, aveva un labbro spaccato ma non sentiva dolore, quello era quasi solletico per lui.
Theon si avventò su Euron prendendo una rincorsa e zio e nipote si trovarono a terra a lottare l’uno contro l’altro, un pugno colpì in pieno viso l’usurpatore Greyjoy, mentre gli uomini venuti con il principe andavano a liberare Yara la loro vera regina.
«Non te ne andrai da qui» rispose Euron sputando del sangue a terra.
Yara nel frattempo era stata liberata e ora se Theon fosse vissuto o se fosse morto non aveva più importanza.
Aveva aiutato Sansa a raggiungere Jon Snow, aveva salvato Yara, il resto non contava.
Poteva morire come Theon invece che come Reek, libero e orgoglioso di essere ancora Theon Greyjoy.
Euron lo colpì mentre distratto osservava Yara, sentì la lama fredda trapassargli il petto ma non faceva male nemmeno quella, a fargli male fu l’urlo di Yara.
Prima di cadere a terra prese il pugnale che aveva riposto nella cintura e colpì Euron, non fu certo di averlo ucciso ma almeno ci aveva provato.
Insieme zio e nipote caddero a terra mentre Yara correva da suo fratello.
«Theon!» urlò lei prendendo la testa del fratello tra le sue mani.
«Va via di qui, scappa» disse lui, sentì il sapore del sangue inondargli la bocca.
«No, non ti lascio. Mi ha sentito?!»
«Yara…»
Euron era a terra, svenuto non poco lontano.
«Mia regina, non possiamo fare niente per lui. Se restiamo tutto questo sarà stato inutile» disse uno degli uomini che aveva accettato di seguire il principe Greyjoy in quella missione.
«Non abbandonerò mio fratello.»
«Sì invece, lo farai.»
«Theon…»
«Ciò che è morta non muoia mai. Ora raggiungerò nostro padre nelle profondità del mare, banchetterò con lui e i nostri fratelli nelle profonde sale dell’abisso. Potrò chiedere perdono a Robb e a lord Stark» disse Theon, avrebbe voluto aggiungere altro ma il sangue continuava a uscire e il respiro a essere sempre meno.
Sentì le labbra di Yara posarsi sulla sua fronte.
«Ciò che è morto non muoia mai ma risorga più duro e più forte» rispose Yara con voce tremante, diede un ultimo saluto al fratello e poi se ne andò.

 

 

 


 

 

 

JON

Erano tutti esausti, infreddoliti e affamati.
Fortunatamente Davos aveva pensato a tenere calda la sala più grande e qualche camera e c’era anche del cibo, non era un granché ma Jon e tutti gli altri se lo fecero andare bene.
La creatura venne rinchiusa per il bene di tutti in un grosso baule che poi li avrebbe seguiti fino ad Approdo del re.
«Li ho lasciati morire» disse Jon dopo aver terminato il racconto.
«Hanno scelto liberamente» gli ricordò Jorah che era rimasto al suo fianco.
«Non doveva andare così…»
«Molte vite andranno sacrificate Jon Snow, questo lo sai. Quegli esseri non si fermeranno finché non troveremo un modo per uccidere il loro creatore e spero di essere in vita per vederlo» disse lord Beric.
«Hai sempre lui» ribatté il mastino che nonostante stesse gelando si teneva a una certa distanza dalle fiamme.
«Thoros mi ha riportato in vita per sei volte, se dovessi morire ancora… be’ vorrei restarlo.»
«Sarà il signore della luce a deciderlo Beric.»
Beric prese una coppa di vino e la bevve quasi tutta.
«Lo hai riportato in vita per sei volte?» chiese Jon.
«Non sono stato io ma il signore della luce, io ero solo un povero ubriacone.»
«Confermo» disse Clegane guardando torvo Thoros.
Jon involontariamente si toccò il petto, le cicatrici sarebbero rimaste per sempre sul suo corpo e ogni volta che le vedeva sentiva la rabbia assalirlo.
«Chi è stato a farti tornare?» chiese Thoros di Myr avvicinandosi a Jon.
Jon lo guardò per un po’ ma non rispose, non era certo che dirlo fosse la cosa giusta anche se ormai conosceva quegli uomini, sarebbe morto per farli sopravvivere.
«E’ stata la donna rossa» rispose poco dopo.
«E ha un nome?»
«Melisandre, non so altro di lei.»
«Viene da Asshai delle ombre, un tempo serviva re Stannis» aggiunse Davos che fino a poco prima era rimasto in silenzio.
«Andiamo a riposare, domani all’alba partiremo per andare al Castello Nero e se saremo fortunati per il tramonto saremo lì» disse Jon.
Rimase ancora qualche istante a scaldarsi le ossa, a sentire il calore del fuoco penetrargli la pelle e lo trovò piacevole, una parte di lui ne era quasi attratto.
Il calore che sentiva lo fece pensare a Daenerys Targaryen.
«Se R’hllor ti ha concesso di tornare è perché ha un piano per te» disse Thoros di Myr posando una mano sulla spalla di Jon.
«E quale? Vorrei tanto saperlo. Vorrei sapere perché non mi ha lasciato al mio riposo, perché mi ha riportato indietro.»
«Io questo non lo so, Jon il futuro non è scritto, è incerto e mutevole. Le fiamme sono difficili da interpretare e spesso noi preti e sacerdotesse ci sbagliamo, siamo pur sempre umani non dei. Tu e Beric siete tornati per una ragione, sono certo che giocherete un ruolo importante durante la Lunga Notte.»
«Sono stanco di combattere, non ho fatto altro da quando ho lasciato Grande Inverno sette anni fa. Ho perso mio padre e due dei miei fratelli.»
«Lo so, Beric era amico di lord Stark e ha continuato a far rispettare il suo ultimo ordine e sono certo che ci proverà fino alla sua morte. Ma entrambi sappiamo che a uccidere la Montagna in realtà spetta a suo fratello, non a Beric o a me. Ho scrutato le fiamme e ti ho visto molte volte, e nelle visioni non eri solo.»
«Eppure mi sento così.»
«Non dovresti, lei sarà al tuo fianco. Non potremmo farcela senza di lei.»
Daenerys - pensò Jon.
Si chiese dove fosse ora, forse nel suo letto? O forse a vagare come uno spettro nella desolante fortezza di Roccia del Drago? Avrebbe mai cambiato idea su di loro?
«Daenerys ci aiuterà, mi ha dato la sua parola» disse Jon.
«Lo farà. Ora è meglio per entrambi riposare, domani è un nuovo giorno Jon. Che R’hllor vegli su di te e su tutti noi, poiché la notte è oscura e piena di terrori.»









 


DAENERYS

L’aria era gelida, e la neve aveva iniziato a cadere ma il dorso di Drogon la teneva calda e il suo sangue sembrava esserle di aiuto.
Rhaegal e Viserion volavano poco distanti e Dany li osservava felice, erano così cresciuti ed erano anche più disciplinati del loro fratello più grande.
Si era fermata solo due volte per riposare e far riposare i suoi draghi, con l’aiuto di Drogon aveva acceso un piccolo fuoco e cercato di riposare ma in realtà non aveva fatto altro che osservare la neve cadere e ricoprire ogni cosa.
Aveva sorvolato molte fortezze e ormai era davvero arrivata nel Nord, la neve era molta e per la prima volta in vita sua Daenerys la sentì sotto ai suoi piedi.
Le sembrava quasi la melodia di un grillo, era soffice ma dove c’era ghiaccio poteva pure essere dura e scivolosa.
Ricordava la Barriera per via della visione avuta a Qarth, ma quando la vide dall’alta estendersi per leghe e leghe le sembrò più un sogno che realtà.
Era davvero lì e presto Jon, Jorah e gli altri sarebbero arrivati e lei voleva essere presente al loro ritorno.
«Avanti Drogon» disse al suo drago, lui aumentò e poi calò in picchiata tanto che per un istante lo stomaco di Dany ne risentì, nonostante volasse spesso non c’era ancora del tutto abituata.
Vide piccole creature sulle mura di ghiaccio, sembravano quasi formiche come le sembrava una formica ogni forma di vita quando era in groppa a suo figlio.
Fortunatamente Drogon non atterrò dentro ma fuori e mentre Daenerys scendeva dal dorso della possente creatura le pesanti porte del Castello Nero si spalancavano per lei, vide Viserion scuotere le sue ali ed emise un suono che poteva solo dire ‘feritela e vi uccido’.
«Buoni figli miei» disse loro Daenerys avvicinandosi a Viserion che subito si calmò e si fece fare una carezza da lei.
«Maestà» la chiamò un uomo.
«Sei tu il Lord comandante?» chiese Daenerys avvicinandosi a lui.
«Sì, il mio nome è Edd. Benvenuta al Castello Nero, entra sarai stanca.»
Edd, l’uomo al suo fianco e altri confratelli osservarono intimoriti i suoi draghi.
«Non temete non vi faranno alcun male, ma non posso dire lo stesso per quanto riguarda la selvaggina» disse lei cercando di tranquillizzare gli uomini in nero.
«Posso solo sperare che sia così e fidarmi delle tue parole. Entra, è meglio chiudere in fretta le porte.»
Dany si discostò dai suoi figli ed entrò nel cortile del Castello Nero.
Si osservò in torno, curiosa. Era tutto così nuovo e al tempo stesso familiare poiché era esattamente come Jon Snow le aveva raccontato.
«Altezza io… io devo ringraziarti» le disse l’uomo che era a fianco al Lord comandante.
«Per quale ragione? Non mi conosci.»
«No ma… ti devo la vita di mio fratello. Lord Tarly.»
«Tu sei il famoso Sam?» chiese lei.
«Famoso non saprei, però sì sono io. Sam.»
«Sappi che mi dispiace molto per tuo padre, ho dato a tutti loro la possibilità di scegliere. Tuo fratello avrebbe preferito morire che inchinarsi ma poi Jon è riuscito a dissuaderlo.»
«Dickon mi è molto caro ma non posso dire lo stesso del lord mio padre.»
Dany si avvicinò e gli prese la mano.
«Si è inchinato per amor tuo e della vostra famiglia, spero di potergli dimostrare che non sono la despota che crede e che un giorno possa accettarmi come sua regina. Per il momento mi basta sapere che non ho perso del tutto i miei alleati.»
«No, l’Alto Piano o ciò che ne resta sarà dalla sua parte e di conseguenza dalla tua.»
«Sam! Lascia che sua maestà si rifocilli un po’ e si riscaldi ora» disse Edd.
«Grazie, ma in realtà vorrei sapere se Jon e gli altri sono arrivati.»
«Non ancora, ma sono certo che arriveranno a breve. Nel frattempo vieni con me, il mio studio è caldo e posso farti rimediare qualcosa dalle cucine.»

Dany annuì e seguì Edd l’addolorato fino allo studio.
Il Castelo Nero era freddo quanto il ghiaccio che ricopriva la Barriera, alcune ale erano distrutte notò Daenerys.
«Un incendio molto tempo fa» le spiegò il nuovo comandante.
«E non sono state riparate?»
«Pochi uomini e poche risorse per poterlo fare, molti fortilizi sono in rovina e non possono essere presidiati anche se questo ci aiuterebbe.»
«Farò in modo che questo cambi» disse lei, poi si avvicinò al fuoco e si scaldò le mani che iniziavano ad essere congelate.
Jon ha vissuto qui - pensò lei osservando quel luogo così freddo e strano ai suoi occhi.


Poco prima del tramonto un corno risuonò e le porte vennero immediatamente aperte.
«Vado a vedere di chi si trattata» disse lord Edd.
Ma Dany lo seguì e quando vide entrare Jon il suo cuore perse un battito.
Il suo sguardo cercò Jorah e fu felice di trovarlo lì, aveva temuto per il suo orso eppure qualcosa non andava.
I suoi soldati mancavano e c’erano uomini che lei non conosceva.
Jon alzò lo sguardo e la vide scendere le scale che portavano alle stanze del Lord Comandante.
«Khaleesi» disse Jon posando un ginocchio a terra.
«Jorah» rispose lei aiutandolo a rialzarsi.
Gli diede un bacio sulla guancia e poi si avvicinò a Jon.
«Lieta di vedere che il re del Nord è tornato» disse lei.
«Te lo avevo promesso. Daenerys i tuoi Immacolati non ce l’hanno fatta» la informò subito lui, «sono morti con onore e lieti di dare le loro vite per permetterci di portare a termine la missione. Loro mi hanno chiesto di dirti che è stato un onore servirti e scegliere in che modo morire.»
«Le loro morti non saranno state vane» rispose la regina d’argento.
«Non lo saranno mia regina, la missione è conclusa» le disse Jorah indicando una cassa pesante che si trova a terra.
«Loro chi sono?»
«Amici» rispose Thoros di Myr.
«Non vi conosco ser.»
«Avremo modo di conoscerci maestà, ora se volete scusarci vorremo mangiare e riposare.»
«Ma certo, venite con me.»
Dany restò sola nel cortile assieme a Jon e a Sam.
«Sam, mi auguro che tu sia un maestro ora.»
«Non esattamente Jon… ma andare alla Cittadella è stato utile ma non quanto sperato.»
«Troveremo un modo Sam, insieme.»
«Sì, be’ io… ci vediamo più tardi Jon.»
Una volta rimasti soli Jon si avvicinò alla sua amata regina e la prese per mano.
«Vieni con me.»
«Dove?»
«A vedere lo spettacolo più bello della tua vita» rispose il lupo bianco dandole un bacio, mentre la neve continuava a cadere.












 

Eccomi con un nuovo capitolo o meglio tre!
Spero che vi stia piacendo, ringrazio tutti coloro che leggono. Sia chi lo fa silenziosamente e chi mi lascia delle recensioni che apprezzo sempre molto. 
Grazie a tutti e a presto!

  
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